RAPPORTO ICE L ITALIA NELL ECONOMIA INTERNAZIONALE

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1 Edizione 2015 RAPPORTO ICE L ITALIA NELL ECONOMIA INTERNAZIONALE Roma, 29 Luglio 2015 Sala Pirelli ICE - Agenzia

2 Indice 1 Lo scenario economico mondiale 2 L Italia: quadro aggregato 3 Le aree e i paesi 4 I settori 5 Il territorio 6 Le imprese 7 Le politiche per l internazionalizzazione

3 La crescita dell economia mondiale dovrebbe rafforzarsi progressivamente nel 2015 e nel 2016, malgrado il clima di grande incertezza. Accelerano le economie avanzate, mentre frenano la Cina e altri paesi emergenti e in via di sviluppo.

4 Nel 2014, l espansione del commercio mondiale è rimasta inferiore alla media di lungo periodo per il terzo anno consecutivo, uno dei periodi di debolezza più lunghi da oltre quarant anni. La ripresa economica dovrebbe tuttavia accelerare la crescita del commercio internazionale di beni e servizi (+4,1 nel 2015) e stimolare gli investimenti esteri. Gli attori principali degli scambi sono le catene globali del valore, che coprono l 80 per cento dei flussi e stanno trasformando la geografia economica mondiale.

5 Le barriere commerciali sono tendenzialmente diminuite negli ultimi anni, ma ci sono ancora margini per ulteriori miglioramenti, da perseguire con i negoziati multilaterali e con quelli preferenziali, a partire dalla partnership transatlantica (Ttip).

7 In Italia si profila la fine della lunga e grave recessione iniziata nel La ripresa economica ha iniziato a manifestarsi nel primo trimestre Grafico Contributi della domanda nazionale e delle esportazioni nette alla variazione del Pil Calcolati sui valori concatenati, anno di riferimento I trim* Domanda nazionale (scorte incluse) Esportazioni nette Pil Italia *Congiunturale. Fonte: elaborazioni Ice su dati Istat

8 Per irrobustire la crescita economica, è necessario intensificare i processi di integrazione internazionale del paese scambi commerciali, accordi di distribuzione e produzione, investimenti esteri. Nel 2014 il rapporto tra le esportazioni di beni e servizi e il Pil ha registrato un nuovo incremento, passando dal 28,3 al 29,2 per cento

9 è aumentato anche il grado di penetrazione delle importazioni sulla domanda interna da 26,2 a 26,8 per cento. Tuttavia, esistono ancora margini di recupero rispetto agli altri maggiori paesi europei, soprattutto per le importazioni e per l attrazione di investimenti esteri, che possono contribuire notevolmente a migliorare la competitività delle stesse esportazioni.

10 Dopo l aumento del 2014, il surplus corrente di bilancia dei pagamenti ha continuato ad ampliarsi anche nel periodo gennaio-maggio 2015, trainato dal saldo commerciale, che ha beneficiato del calo dei prezzi delle materie prime Saldo di conto corrente, saldo commerciale e saldo dei servizi (milioni di euro) gen-mag 2015 gen-mag Fonte: elaborazioni Ice su dati Banca d'italia Saldo merci Saldo servizi Saldo di conto corrente

11 La quota di mercato mondiale delle esportazioni italiane a prezzi correnti è cresciuta nel 2014, consolidandosi sul 2,8 per cento. Ha giocato a favore la composizione della domanda mondiale, che si è orientata maggiormente verso i prodotti di specializzazione del made in Italy. Nel periodo gennaio-maggio 2015 la quota italiana è invece diminuita, scontando l impatto nominale negativo del deprezzamento dell euro.

13 I mercati più dinamici delle esportazioni italiane Percentuali Paesi e aree Quote % 2014 Var. % 2015/2014 gen-mag Stati Uniti 7,5 28,8 Regno Unito 5,3 9,4 Medio Oriente 5,0 11,6 Svizzera 4,8 4,6 Spagna 4,5 7,6 Polonia 2,6 8,2 Turchia 2,5 6,7 Oceania 1,8 7,5 Romania 1,6 4,7 Nei primi cinque mesi del 2015, il deprezzamento dell euro ha influito sul commercio per aree geografiche. Il surplus con l UE si è ridotto, mentre si è ulteriormente ampliato il saldo attivo con i paesi extra-ue. Si segnalano i forti incrementi conseguiti dalle esportazioni italiane nei paesi esterni all Area dell euro: USA, India, Regno Unito, Polonia e Turchia. Repubblica ceca 1,2 9,7 India 0,8 14,2 Mondo 100,0 4,1 Fonte: Istat

14 Considerando il periodo si sono manifestati segni di parziale recupero delle quote di mercato. I principali mercati di sbocco possono classificarsi in 3 gruppi: mercati intermedi mercati di successo competitivo mercati critici

16 Anche nei settori le tendenze delle quote di mercato consentono di identificare 3 raggruppamenti: Settori intermedi Settori di successo competitivo Settori critici

17 Nei primi cinque mesi del 2015 è stata registrata un ulteriore contrazione del disavanzo energetico, ma il surplus manifatturiero ha subito una lieve flessione. La ripresa economica si è subito tradotta in un accelerazione delle importazioni Saldo energetico e saldo manifatturiero (valori in milioni di euro) genmag Saldo manifatturiero Saldo energetico Saldo totale 2015 genmag Fonte: elaborazioni Ice su dati Istat

18 Fra i principali settori di export, i più dinamici nei primi cinque mesi del 2015 sono stati l agro-alimentare, i mezzi di trasporto e l Ict. I settori più dinamici delle esportazioni italiane Percentuali Settori Quote % 2014 Var. % 2015/2014 gen-mag Prodotti alimentari, bevande e tabacco 7,1 6,0 Altri mezzi di trasporto 6,2 7,2 Apparecchi elettrici 5,2 5,2 Articoli farmaceutici, chimico medicinali e botanici 5,2 2,7 Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili 4,7 4,4 Autoveicoli 3,8 36,0 Articoli sportivi, giochi, preziosi, strum. musicali e medici e altri prodotti nca 3,5 9,2 Computer, apparecchi elettronici e ottici 3,0 8,6 Mobili 2,2 5,2 Prodotti dell agricoltura, della silvicoltura e della pesca 1,5 11,8 TOTALE 100,0 4,1 Fonte: Istat

20 La ripresa delle esportazioni coinvolge in misura diversa quasi tutte le regioni italiane. Nel primo trimestre del 2015 tutte le ripartizioni territoriali hanno fatto registrare incrementi delle esportazioni, tranne l Italia insulare in cui sono diminuite del 12 per cento, scontando l ulteriore riduzione dei prezzi dei derivati del petrolio. Esportazioni delle regioni italiane (valori in milioni di euro e valori percentuali) ,1 % + 7,3 % ,0 % ,6 % -12,0 % 0 Italia nord-occidentale Italia nord-orientale Italia centrale Italia meridionale Italia insulare 2014 gen-mar 2015 gen-mar Fonte: elaborazioni Ice su dati Istat

21 Il grado di apertura internazionale dei sistemi economici è molto variabile tra le regioni. In generale tende a essere più elevato in Italia settentrionale rispetto al Centro e soprattutto al Mezzogiorno. I divari di apertura appaiono in aumento: nelle regioni del Centro- Sud si osserva negli ultimi anni una tendenziale flessione della quota di domanda interna soddisfatta dalle importazioni e dalla propensione a esportare.

22 La propensione a esportare dei sistemi urbani è cresciuta a un tasso elevato negli ultimi anni e le grandi città presentano quote più elevate sia come presenza produttiva all estero che come capacità di attrazione di multinazionali straniere. Tuttavia i distretti industriali rappresentano ancora il 34 per cento dell export italiano, con punte più elevate in alcuni settori (84 per cento nel sistema moda). Tavola 1 - Le imprese italiane a partecipazione estera Valori in milioni di euro, variazioni e composizioni percentuali Numero di Quote Numero di Quote Fatturato 2013 Quota imprese (%) addetti (%) (mln di euro) (%) Torino 436 4, , ,5 Milano , , ,6 Verona 125 1, , ,8 Venezia 54 0, , ,2 Padova 168 1, , ,7 Trieste 21 0, , ,3 Genova 152 1, , ,2 Bologna 248 2, , ,4 Firenze 134 1, , ,4 Roma 638 6, , ,7 Napoli 50 0, , ,2 Bari 33 0, , ,3 Reggio di Calabria 2 0,0 4 0,0 3 0,0 Palermo 28 0, , ,0 Messina 1 0,0 6 0,0 2 0,0 Catania 18 0, , ,1 Cagliari 16 0, , ,1 Sistemi urbani delle grandi città , , ,5 Distretti industriali , , ,7 Totale , , ,0 Fonte: elaborazioni Ice su dati Reprint, Ice-Politecnico di Milano Tavola 2 - Le imprese estere a partecipazione italiana Valori in milioni di euro, variazioni e composizioni percentuali Numero di Quote Numero di Quote Fatturato 2013 Quota imprese (%) addetti (%) (mln di euro) (%) Torino , , ,8 Milano , , ,7 Verona 305 1, , ,2 Venezia 246 0, , ,2 Padova 436 1, , ,3 Trieste 234 0, , ,5 Genova 456 1, , ,7 Bologna , , ,9 Firenze 543 1, , ,0 Roma , , ,3 Napoli 231 0, , ,4 Bari 101 0, , ,1 Reggio di Calabria 4 0,0 8 0,0 4 0,0 Palermo 23 0, ,0 82 0,0 Messina 6 0,0 31 0,0 6 0,0 Catania 49 0, , ,0 Cagliari 24 0, , ,3 Sistemi urbani delle grandi città , , ,2 Distretti industriali , , ,9 Totale , , ,0 Fonte: elaborazioni Ice su dati Reprint, Ice-Politecnico di Milano

24 Nel 2014 il numero di esportatori ha raggiunto un nuovo massimo (oltre ); l aumento è avvenuto soprattutto nella classe dimensionale più piccola, grazie ad aziende che si affacciano per la prima volta sui mercati esteri o che vi operano in maniera occasionale, sospinte dalla necessità di trovare sbocchi alternativi al mercato interno. Tuttavia, nell ultimo decennio è aumentato anche il valore medio esportato per operatore, che è passato da 1,5 a 1,8 milioni di euro.

25 Il numero medio dei mercati esteri serviti da ciascun operatore, in crescita per il quinto anno consecutivo, ha segnato il suo livello di massimo (5,81). Si è ulteriormente ridotto il peso degli esportatori mono-mercato, in costante flessione dal 2010.

26 Le imprese esportatrici sono generalmente più grandi di quelle che operano soltanto sul mercato interno e manifestano livelli più elevati di produttività e di intensità di lavoro qualificato. Nel caso dell Italia, tuttavia, le imprese con oltre 250 addetti hanno un peso nettamente inferiore che in Francia, Germania e Spagna, sia in termini numerici che di valore delle esportazioni.

27 La presenza produttiva all estero delle imprese italiane appare inferiore al potenziale: le partecipazioni italiane in imprese estere sono leggermente diminuite in termini di numero, di addetti e di fatturato. Tuttavia, malgrado la battuta d arresto subita nel 2014, l attività produttiva delle imprese italiane, misurata dalle loro partecipazioni in imprese estere, ha continuato a crescere negli anni della crisi.

29 Nel 2014, le risorse complessive stanziate per il sostegno all internazionalizzazione sono rimaste stabili rispetto al Nel dettaglio, solo l Ice ha aumentato i fondi spesi, passati da 45 a 64 milioni di euro. Sostegno pubblico all'internazionalizzazione: fondi promozionali (valori in milioni di euro) Mse Mse Mse Mse 150 Ice Regioni Regioni Ice 100 Mse Ice Ice Ice 50 Ccia Ccia Ccia Ccia Ccia * 2011* 2012* *Per gli anni 2010, 2011 e 2012 non sono disponibili dati di spesa per le regioni.

30 L attività promozionale dell Ice ha fatto registrare un netto aumento, anche grazie alla diversificazione degli stanziamenti, tra i quali spicca quello per il Progetto export sud. La definizione di nuovi e ampliati programmi promozionali da parte del Mse, ha contato anche sul contributo delle sedi all estero. Sono risultati in crescita anche gli indicatori delle altre tipologie di servizi: informativi, di assistenza e formazione, creazione di partenariati e partecipazione a gare d appalto. A partire dal 2015 la nuova funzione di attrazione degli investimenti diretti esteri darà un contributo significativo ai livelli di spesa.

31 Conclusioni In uno scenario internazionale di grandi cambiamenti, l economia italiana ha imboccato finalmente la via della ripresa Tra i fattori di traino della crescita, un ruolo di primo piano spetta alle esportazioni, che già durante la crisi avevano arrecato un sostegno importante, attenuando la caduta della produzione. Benché la crescita quantitativa delle esportazioni italiane di beni e servizi resti inferiore alla dinamica del commercio mondiale e anche alla media delle esportazioni dell Area dell euro, le loro quote di mercato, misurate in valore, hanno dati chiari segni di recupero negli ultimi anni, interrompendo una lunga tendenza declinante. Un nucleo rilevante di aziende manifatturiere ha ormai raggiunto la dimensione e la maturità organizzativa per affrontare con successo le sfide dei mercati internazionali. L abbassamento dei costi di accesso ai mercati internazionali, reso possibile dalla rivoluzione digitale, apre prospettive nuove anche per le piccole e medie imprese italiane. Oltre alle esportazioni, appare decisivo rafforzare il grado di apertura del sistema economico italiano anche in termini di importazioni, partecipazione alle global value chains, e attrazione di investimenti esteri. Le politiche di sostegno all internazionalizzazione devono valorizzare il circolo virtuoso che lega l apertura internazionale alla capacità innovativa delle imprese e al potenziale di sviluppo del sistema sociale.