Ludovico Bomben Works

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1 Ludovico Bomben Works

2 Pala 5 / serie dei bianchi / IL RE

3 Titolo: Pala 5 / Serie dei Bianchi / IL RE Anno: 2013 Tecnica: Installazione Dimensione: 150 (h) x 134 x 3 cm Materiali: Corian, Oro 24k, Mdf PREMIO FRANCESCO FABBRI PER LE ARTI CONTEMPORANEE Opera vincitrice PREMIO ROTARY IL RE è la prima opera realizzata di un progetto ampio e articolato che sta prendendo forma in questo periodo dopo alcuni mesi di studio e progettazione. Il ragionamento iniziale è partito dal tentativo di creare una sintesi tra opere di genere religioso, in particolare la pala d altare e l icona russa, espressioni artistiche di cui ho estrapolato alcuni elementi fondamentali che sono stati poi fusi insieme, e riorganizzati in chiave contemporanea. Le linee fondamentali del progetto prevedono l elaborazione grafica delle classiche forme della pala d altare e l inserimento di parti in oro tipiche dell arte ortodossa, con l intento di giungere ad un unione che, libera da differenze di culto, mette in rilievo semplicemente l idea del passaggio ad altra dimensione, il confine tra mondo visibile e invisibile. Ad un primo sguardo il lavoro potrebbe far pensare ad un idolo, ma l intenzione è piuttosto quella di svelare un ulteriore possibilità di collegamento attraverso un immagine che desti nella coscienza una visione spirituale. IL RE come già detto è il primo capitolo di un unico grande racconto che, spero un giorno di presentare unito in un unico percorso visivo. Per la produzione di quest opera sono stati compiuti vari passaggi che mescolano lavorazioni e tecnologie contemporanee, materiali di ultima generazione, antichi metodi decorativi e remote tecniche di disegno. I disegni preparatori sono stati creati utilizzando una serie di griglie grafiche costruite su rapporti di sezione aurea che in un secondo momento sono state elaborate con programmi di disegno 3d. I disegni definitivi sono stati poi lavorati da macchine a controllo numerico (pantografi cnc) e, una volta pronte le lavorazioni primarie, sono stati assemblati manualmente e decorati a mano. Anche l uso dei materiali è stato pensato con l idea di mettere insieme antico e nuovo, scegliendo di unire il Corian (composito avanzato di minerali naturali e polimeri acrilici) con l Oro (24 Karati) e il legno (MDF - pannello di fibra a media densità).

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11 Serie dei bianchi / STUDIO PER SANTO GENERICO/1

12 Titolo: Serie dei Bianchi / STUDIO PER SANTO GENERICO/1 Anno: 2014 Tecnica: Installazione Dimensione: 80 x 60 x 2 cm Materiali: Corian, Foglia Oro 600 Studio per santo generico/1 è il naturale proseguimento del lavoro precedente (IL RE) appartenente alla Serie dei Bianchi che a sua volta è parte del grande progetto: Dai Corpi Celesti. Questo lavoro, come gli altri, nasce con l intento di creare un immagine sacra contemporanea. Il titolo ci porta da subito al riferimento del Santo, detto generico perchè l intento è di eliminare completamente tutta la parte narrativa legata alle figure dei santi. Così il bianco puro del materiale e la misurata costruzione geometrica sostituiscono completamente tutte le articolate iconografie (es: San Giorgio e il Drago, San Pietro e il Paradiso) mantenendo la sola idea di Santità e liberandosi da legami con particolari branche religiose. In questo caso la decorazione in foglia oro è stata applicata sul retro del lavoro per due motivi distinti, uno concettuale ed uno tecnico: - essendo un elemento molto delicato, prezioso e concettualmente utilizzabile per il passaggio ad altra dimensione è protetto dalla superficie frontale; - con una particolare illuminazione dedicata, grazie al gioco di riflessione della luce tra muro/oro/muro si crea, intorno al lavoro, una naturale aura dorata, quasi impercettibile ma presente. Questo effetto è consentito anche dal particolare tipo di aggancio a parete che è stato studiato per mantenere l opera staccata da muro, grazie all uso di calamite, che permettono di sostenere il pezzo con due soli punti di ancoraggio. 865 Ludovico Bomben - Studio per santo generico

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19 Titolo: R436 Anno: 2010 Tecnica: Installazione Dimensione: Variabile Materiali: Rosari Cristiani R436 è rosario cristiano lungo 43,6 metri. Le proporzioni della croce e della medaglietta sono state mantenute uguali ad un comune rosario, e le serie di preghiere ( <10+1x4 > + 10 palline) sono state moltiplicate per il numero complessivo delle palline-preghiere del rosario (59). La scelta di questa moltiplicazione non ha particolari significati concettuali, quello che mi interessa è giungere ad una notevole lunghezza/ peso/ingombro dell oggetto. La moltiplicazione del ciclo di preghiere impone un certo sacrificio di tempo per poter utilizzare l oggetto e un certo ingombro per poterlo portare con se; questi elementi a livello concettuale rimandano ad alcuni valori portanti del cristianesimo stesso, il sacrificio, la sofferenza e la sopportazione. Il lavoro sottolineando questi aspetti induce l osservatore ad interrogarsi sul fatto se essi siano valori o meno, senza esprimere nessun giudizio. Per l installazione del rosario ho ideato appositamente un disegno in sezione aurea che ricorda la prosettiva rovesciata delle navate di una chiesa.

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24 PIEDRITTO

25 Titolo: Piedritto Anno: 2011 Tecnica: Installazione Ambientale Dimensione: Variabile Materiali: Cemento, Legno DOLOMITI CONTEMPORANEE - Laboratorio d arti visive in ambiente CONTRACTIONS. L opera tra implosione energetica ed espansione di senso a cura di Daniele Capra L intervento che ho realizzato per Contractions è Piedritto, una grande colonna composta da 260 sacchi di cemento impilati uno sull altro, che da terra cresce fino a toccare il soffitto. Si erge maestosa all interno di uno degli spazi espositivi di Sass Muss, il Padiglione Schiara, un grande capannone industriale di 1800 metri quadrati. L ambiente è completamente realizzato in cemento, il pavimento, i pilasti, i particolari travi curvati tutto all interno è grigio cemento e non si può fare a meno di sentire il forte odore acre del materiale. L idea di costruire un finto pilastro portante, costituito da sacchi, è nata proprio pensando alla relazione che si instaura con l ambiente circostante. Dal punto di vista formale e concettuale si crea una tensione tra i veri pilastri portanti e l opera, che richiama la forma e la funzione del pilastro fingendosi tale. Non c è verità strutturale al suo interno ma la sua composizione è tale e quale a quella dell intero ambiente e della sua architettura. Un grande accumulo di materiale vergine, non ancora lavorato ma che simula la sua funzione e si confronta con uno dei suoi utilizzi pratici e, di fatto, contiene l energia necessaria ad un suo possibile sviluppo. In questa situazione di confronto concreto Piedritto diventa anche una sorta di monolito inteso come monumento, in cui si catalizza il ragionamento sulla materia e sul suo possibile utilizzo e su come la manipolazione a volte coincida con lo stesso atto dimostrativo. L operazione è stata realizzata in collaborazione con il Gruppo Grigolin che ha messo a disposizione i materiali per costruzione dell opera.

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28 IPOTESI PER L INSTALLAZIONE DELL OPERA IPOTESI PER LA DISPOSIZIONE DEI SACCHI: La colonna di sacchi sar composta da livelli sovrapposti di 4 sacchi DISPOSIZIONE DEI SACCHI posizionati in modo da lasciare al centro uno spazio vuoto. Nella salita verso l'alto ogni livello viene specchiato di 90 gradi in La colonna modo da creare di una sacchi struttura sarà che consenta composta la copertura da livelli delle 'fughe' sovrapposti di tra i sacchi del livello sottostante. Questo garantisce una migliore 4 sacchi stabilit alla posizionati colonna. Ci in saranno modo quindi da due lasciare piani che al si centro ripetono uno spazio vuoto. s a l e n d o, i l p i a n o 1 ( g i a l l o ) e i l p i a n o 2 ( a z z u r r o ). Nella Nello salita spazioverso libero l alto centroogni verr posizionata livello viene una sorta specchiato di armatura, di 90 gradi fissata a soffitto e messa in pressione a terra. Salendo, ad ogni in modo metro, verranno da creare poi costruiti una dei struttura bracci collegati che all'armatura consenta chela si copertura delle interse fughe cano con tra i sacchi i sacchi per o ttener del elivello ulteriorsottostante. e stabilit. Questo garantisce una migliore stabilità alla colonna. Ci saranno quindi due piani che si ripetono salendo, il piano 1 (giallo) e il piano 2 (azzurro). Nello spazio libero al centro verrà posizionata una armatura, fissata a soffitto e messa in pressione a terra. Salendo, ad ogni metro, verranno poi costruiti dei bracci collegati all armatura che intersecandosi con i sacchi consentiranno ulteriore stabilità. 10 PIANO 1 PIANO 2 111, , , , IPOTESI PERS TRUTTURA PORTANTE STRUTTURA PORTANTE La struttur as ar realizzata in lococ on cantinelle in abeted id ifferentes ezione. La struttura Quatsarà trom ontanti realizzata princip alisin viluppat loco ii ncon cantinelle verticalee in abete tenutii di nsieme differente da due basii sezione. n Quattro montanti multistrato( 60x60x2cm) principali fissatea sviluppati soffitto in con tassel li ea terr ac on bi-a de sivo. verticale e tenuti insieme da due basi in Salend ou lteriori basette in multistr ato multistrato (12x12x2cm) (60x60x2cm) e unafissate seried ib a raccia soffitto checon tasselli e a oltrterra eaf ar con pres asbi-adesivo. ui sacchi di cemsalendo ento ulteriori basette garantisconos in multistrato olidit all'intera(12x12x2cm) struttura( i sac c h ia ssor bira nn af orma e una serie di bracci che oltre a far presa dell'in gombro dell ec antine ll ec he di sui sacchi consegue di cemento nz as aran garantiscono no nasc oste). solidità Le all intera struttura misure sono(i indicativec sacchi onsiderato assorbiranno il fatto la forma dell ingombro che il lavo sa delle r e secantinelle guito su lp os che to di conseguenza certament saranno es ubiranno nascoste). alcune modifiche.

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32 LA CASA PER L ALBERO

33 Titolo Progetto: La Casa Per L Albero Anno: 2011 Tecnica: Installazione Dimensione: 550 (h) x 300 x 200 cm Materiali: Corten, Legno Premio InSesto 2011 a cura di Marco Minuz Progetto per Ex Essicatoi di San Vito al Tagliamento Ci sono casette per appoggiare una valigia e poi ripartire, casette per addormentarsi abbracciati, casette per nascondere le proprie paure, casette per custodire la foto di qualcuno che ora ci manca, casette per picchiare la propria moglie e poi uscire con una cravatta, casette per mostrare un vaso rosso, fragile fragile. Poi ci sono anche casette che cercano di staccarsi dal suolo, di sparire in nuvole verdi di foglie, come quando da piccoli, con un semplice mantello, potevamo volare con un soffio di vento. Casette pensate dagli antichi per salvarsi dai pericoli, sognate da alcuni baroni che ambivano a possedimenti di libertà, sempre volute dai bambini. Forse dovremmo capire che le casette sugli alberi ci servono ancora, dovremmo accorgerci che ce ne sono troppo poche e riflettere che forse ogni quartiere dovrebbe averne una. Le casette sugli alberi sono luoghi magici, che ci staccano dal suolo per avvicinarci un po al cielo, che ci aiutano a prendere coraggio per sfidare convenzioni e ritornare a giocare. Luoghi per piangere, meditare, sparire, amoreggiare, stupirci, parlare con gli alberi, e soprattutto per vedere tutto dall alto e accorgerci che, molto spesso, siamo buffe creature che si prendono troppo sul serio. Luoghi per lasciare giù i quotidiani problemi di terra e acquistarne di nuovi... quelli d aria. Marco Minuz

34 Chi vuole guardare bene la terra deve tenersi alla distanza necessaria Italo Calvino, Il Barone Rampante CONCEPT L idea di proporre LA CASA PER L ALBERO è nata dopo una lunga riflessione fatta su i luoghi che ospiteranno l opera, su le persone che la fruiranno e sulla memoria di tutti quei ragazzi che come me hanno avuto o sognato una casa sull albero. Il complesso degli Ex Essicatoi di San Vito al Tagliamento è un chiaro esempio della storia delle nostre terre e fin da subito suscita, in chi lo osserva, la memoria di tempi lontani, tempi in cui il modus vivendi era certamente legato alla natura e al contatto con le sue creature. All epoca ma ancora oggi, gli abitanti della cittadina e dei paesi vicini sono stati circondati dai campi, dalle boscaglie, dai canali, dalla grava... questo contesto non può essere trascurato in quanto contribuisce a formare le personalità, le visioni e le abitudini delle persone che lo vivono. Sono certo che la fascinazione della casa sull albero abbia attraversato la maggior parte dei giovani, a prescindere dalla generazione a cui appartengono o sono appartenuti, perché coincide con l archetipo del nido, del riparo, della protezione e del contatto con la natura. Questa idea si è certamente evoluta ad uno stadio più ludico con lo sviluppo della società contemporanea ma anche in questo caso resta un elemento di grande interesse all interno di questo progetto. Ho cercato di sviluppare l opera in modo di mantenere questi elementi concettuali elaborando però una composizione formale insolita. LA CASA PER L ALBERO non si legherà direttamente al tronco ma sarà collocata vicino ai rami che in parte la ingloberanno. Questo mi ha consentito una maggiore libertà nello sviluppo della parte formale che, come si vedrà nelle immagini seguenti, è composta da un unico blocco compatto. La forma comunica con grande semplicità e immediatezza il concetto di casa attraverso la scelta del classico tetto a due falde e alla semplicità dei volumi che è stata adottata per creare un distacco netto tra le forme naturali dell albero e la struttura. Essa assume così un carattere fortemente scultoreo reso ancora più forte dalla finitura ruggine che sarà applicata a tutta la costruzione. La copertura superiore e l accesso dalle scale saranno realizzati in lamiera forata consentendo uniformità visiva da lontano e alleggerendo la pienezza della forma attraverso il gioco ottico reso dai migliaia di fori delle lamiere. All interno si creerà una situazione percettiva molto particolare in quanto la luce verrà filtrata e divisa dalla texture della lamiera in tanti piccoli fasci luminosi. Questo elemento diventa molto importante se consideriamo la possibilità di frequentare lo spazio interno. Il lavoro infatti nasce con l intento di offrire ai visitatori la possibilità di uno spazio in cui potersi estraniare, dove fermarsi per qualche istante e ritrovare contatto con se stessi attraverso la natura. Una sorta di non luogo, di spazio senza tempo, atto alla contemplazione del mondo esterno quanto di quello interno, pensato per chi in qualsiasi momento voglia ritrovare un po di pace. Considerata la presenza del centro giovani all interno della logistica degli spazi degli Ex Essicatoi, lo spazio è nato anche per un uso più ludico con un sottile intento formativo finalizzato allo sviluppo della curiosità per la scoperta di un altro modo di vivere.

35 PARTERSHIP Un elemento fondamentale del progetto è costituito dalla fase di realizzazione e presentazione dell opera per la quale sono state coinvolte alcune aziende del territorio. La possibilità di partecipare ad un concorso per la realizzazione di un opera permanente all interno della provincia di Pordenone, rende di estremo interesse l opportunità di radunare un gruppo di lavoro formato da aziende specializzate in diversi settori e coordinarle insieme per un prodotto finale. Una collaborazione aperta tra diverse professionalità intesa come primo passo verso la tessitura di una rete tra aziende, artisti visivi e luoghi deputati alla cultura e alla formazione. Proprio in questo momento storico e in particolare nel nostro territorio, è essenziale costruire reti di scambio tra produzione e cultura, lavorando tanto sul prodotto quanto sulla formazione di un terreno sociale diretto verso una continua crescita collettiva. La collaborazione prevede anche gli interventi di due giovani artisti che hanno collaborato alla fase di presentazione del progetto contribuendo alla realizzazione dei rendering del modello. A seguire un estratto dal testo, scritto appositamente per l occasione, da Gianluca D Incà Levis: Accogliendo lo stimolo creativo dell artista, ed accettando di applicare il proprio knowhow alla risoluzione di un problema tecnico inedito (e privo di un movente commerciale immediato), il fabbricante è liberamente entrato in gioco, partecipando alla fase ideativa e costruttiva di un oggetto nuovo, mettendo il proprio impegno, la curiosità, l ingegno, accanto a quelli dell artista. In tal modo, attraverso questa sinergia, il cantiere di Sass Muss è divenuto una sorta di fabbrica. Un autentica officina, a proposito della quale riteniamo appropriato parlare di fertilità di un modello produttivo culturale. Utilizzare l idea dell artista per stimolare in modo anticonvenzionale l intelligenza tecnologica della fabbrica può dimostrarsi proficuo. E la corrispondenza di questo modello è senz altro virtuosa e biunivoca. Laddove l impulso poietico viene accolto, si genera infatti la possibilità di una cooperazione fattiva, utile per entrambi i soggetti. Il fabbricante (il fabbricante creativo) accetta di condividere, di con-cedere, la propria conoscenza tecnica, permettendo così la realizzazione dell opera. In cambio, egli ottiene nuova linfa, un sguardo differente. La nuova prospettiva lo nutre. Se decide di affidarvisi, il suo sistema d imprendere si arricchisce culturalmente (si apre). Grazie a quest apertura, egli può aggiornare e corroborare l immagine della propria azienda, e, talvolta, perfino decidere di modificare il processo produttivo. L acquisizione del surplus ideativo può alla fine venire acquisito stabilmente all interno della filiera produttiva, consentendo di realizzare un prodotto diverso, rinnovato. Gianluca D Incà Levis, ottobre 2011

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38 A-CROSS

39 Titolo: A-Cross Anno: 2009 Tecnica: Installazione Dimensione: 550 (h) x 375 x 55 cm Materiali: Ferro, Acciaio ILLUMINAZIONI - LA BIENNALE DI VENEZIA 54. ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE D ARTE PADIGLIONE ITALIA - ACCADEMIE ARSENALE - TESE DI SAN CRISTOFORO A-cross è una grande scala bianca di 5,5 metri a forma di croce latina rovesciata. Il lavoro, ovviamente, non si limita alla provocazione ma indaga le possibilità dell utilizzo del simbolo. Nonostante le misure siano quelle della croce latina e non cristiana, questo particolare simbolo, rovesciato, rimanda ad una serie di interpretazioni negative, legate nella cultura occidentale alle manifestazioni del male. In questo caso però il simbolo viene trasformato in una scala, che sale verso il cielo alludendo ad un ascesa, o meglio alla possibilità della risalita, diventando una sorta di paradosso. Due elementi, concettualmente così lontani, uno modesto strumento di lavoro e l altro simbolo carico di significati spirituali, diventano insieme senso nuovo e pongono una domanda: quali sono le strade, quanto noi stessi possiamo costruirle e quanto sono valide quelle che ci hanno date per vere.

40 Vista frontale

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42 AUTOGRAFOS

43 Titolo: Autografos Anno: 2010 Tecnica: Disegno a penna su carta Dimensione: 160 (h) x 108 cm Materiali: Carta, MDF FONDAZIONE BEVILACQUA LA MASA - 94.MA COLLETTIVA Giuria del concorso: Angela Vettese, Caroline Corbetta, Ra Di Martino, Carlo Di Raco, Anita Sieff, Andrea Viliani, Paolo Zani. Come spesso accade durante un processo di ricerca artistica ci si trova ad iniziare un progetto da un idea che si modifica anche radicalmente durante la realizzazione della stessa. L opera qui presentata parte dall intento di consumare-scaricare una penna nera in un foglio di carta per verificare una delle sue possibili estensioni formali. Partendo da questo concetto ho iniziato a lavorare al progetto e mi sono trovato nel mio laboratorio di fronte ad un grande foglio bianco su cui dovevo iniziare a scaricare la penna; ho istintivamente iniziato a fare il mio autografo. Così firma dopo firma vedevo gradualmente il foglio scurirsi e la penna consumarsi e i segni che si creavano iniziavano a prendere forme che spostavano il mio interesse dalla misurazione della penna all idea di autografo. Scoprivo lentamente che la continua sovrapposizione delle firme dava vita ad un groviglio di segni neri, non casuale, ma con una sua linearità e con un movimento proprio che rendeva la nuova immagine estremamente interessante. Durante la realizzazione di varie prove ho iniziato a ragionare sul valore simbolico della firma e dell autografo, che di fatto sono quello strumento che ci consente di dichiararci, di garantire la nostra presenza, di rivendicare la paternità di un opera o di rendere nota la nostra adesione a qualcosa. AUTOGRAFO: gr. AUTOGRAFOS composto di AUTOS = egli stesso e GRAFO = disegnare, scrivere. - Scritto di propria mano come sost. Scrittura o Disegno di mano dell autore stessa, Originale. FIRMARE: dal lat. FIRMARE fermare, e fig ratificare, ma che nei tempi barbari significò affermare solennemente, onde poi in senso di sanzionare, render fermo un atto con la sottoscrizione del proprio nome (v. fermo). Segnare col proprio nome; La forma che il disegno iniziava a mostrare attraverso la sovrapposizione dei segni stava lentamente annullando la leggibilità delle firme e quindi facendomi arrivare ad un inaspettato risultato. Lo strumento generalmente usato per dichiarare se stessi diventa un insieme di segni illeggibili, una massa informe che non può essere tradotta con gli strumenti convenzionali ma esige di essere letta da un piano ulteriore. Il segno diventa disegno, la firma diventa forma e si imprime nel foglio comunicando la dichiarazione di me stesso attraverso un immagine che parte dall autografo e genera una struttura che si staglia tra la scrittura e l immagine.

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50 LACRIME

51 Titolo: Lacrime Anno: 2010 Tecnica: Installazione Dimensione: 10,6 x 6,1 x 5,7 cm Materiali: Lacrime, Vetro ELABORARE IL LUTTO. L Arte orfana della specie. a cura di Gaetano Mainenti, Atej Tutta Oggetto realizzato da Cesare Toffolo Il momento dell elaborazione artistica prevede sempre, nel mio caso, una parte dedicata allo studio scientifico del linguaggio e una parte più emotiva. Cercando il significato di elaborare mi sono imbattuto in una definizione riferita al cibo che dice: concuocerlo negli organi digerenti disponendolo all assimilazione. Allo stesso modo ho cercato di elaborare il lutto utilizzando come materiale il dolore che ho provato in questo ultimo periodo della mia vita e piangendolo ho avuto modo di esternarlo e di vederlo tradotto in forma, e quindi in lacrime. Questo parte intima e personale si lega in modo molto forte alla stessa parola lutto la cui radice latina è luctus da lugére = piangere. Saranno così esposte le mie lacrime come una sorta di reliquia che contenga l energia utile a portare avanti un messaggio di speranza e di dedizione verso un importante causa. L opera si staglia in quello spazio che esiste tra essa e il suo spettatore perché l oggetto diventa simbolo del procedimento che serve per crearlo, il pianto.

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54 Ludovico Bomben via claut Pordenone Italia

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