Basilea II, PMI e società cooperative
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1 Basilea II, PMI e società cooperative Massimiliano Marzo Dipartimento di Scienze Economiche, Facoltà di Economia-Forlì Università di Bologna Johns Hopkins Univ., SAIS-BC Barbara Luppi Dipartimento di Scienze Economiche Università di Bologna Antonello E. Scorcu Dipartimento di Scienze Economiche, Facoltà di Economia-Rimini Università di Bologna Forlì, 25 novembre Basilea II e le PMI Italia: PMI Basilea II e le PMI: retail Basilea II: regole di mercato per tutto il retail (regole comuni per tutte le imprese) NB: le banche grandi sviluppano metodi che premiano le imprese migliori: cioè si possono sviluppare canali diversi più o meno virtuosi (e più o meno costosi) 2
2 Il ruolo delle PMI in Basilea 2 PMI cruciali nelle economie (in sistemi maturi, con talenti diffusi) poiché: reagiscono velocemente agli shock di mercato possono diventare grandi imprese (con R&S, ) PMI con finanziamento esterno (no utili non distribuiti) e forti asimmetrie informative: preponderante la banca PMI rischiose con PD elevato (costo del credito più elevato?) ma anche minore sensibilità a shock sezionali aggregati e meno dipendenti dal ciclo, con singole posizioni che pesano poco (costo del credito ridotto?) Proposta iniziale: requisiti patrimoniali troppo pesanti per le banche e conseguente riduzione del credito alle PMI (specie in Germania e Italia) Dopo gli aggiustamenti (1/2001, 4/2003, 6/2004): transizione facile verso Basilea II per le PMI con bassa PD. Al livello medio di rischiosità (calcolato sui dati ) i requisiti di capitale per le banche su PMI si sono ridotti. 3 Basilea II e gli effetti sul rapporto banca-impresa in Italia Stima più precisa del merito di credito: minori asimmetrie informative tramite un rapporto tra banca e impresa più stabile, duraturo e trasparente. Una relazione più stretta aiuta le banche a migliorare la situazione economico-patrimoniale dell impresa (PD(t) non è esogeno; almeno in parte è controllabile tramite PD(t-1)). Non automazione nell erogazione e gestione del credito, ma trasparenza nella valutazione del rischio usando informazioni qualitative e quantitative. La stima interna della PD si affianca alla valutazione dei gestori, ma non la sostituisce. Se applicato correttamente Basilea II accresce l efficienza allocativa del sistema, tramite una selezione più accurata dei progetti di investimento da finanziare, e riduce il rischio di credito. 4
3 Approccio standard e IRB Aumento dell efficienza Approccio Std Il capitale da detenere varia con il tipo di credito e il rating esterno (Moodys, S&P o Fitch) della controparte. Per le controparti prive di rating esterno (p.e. nuove imprese) l assorbimento dell 8%. In Italia: esiguo numero di imprese con rating esterno; quindi non cambia sostanzialmente nulla rispetto ad oggi. Approccio F- IRB La banca richiedente deve ottenere preliminarmente la validazione della Banca d Italia, del sistema di valutazione interno delle controparti. Il capitale assorbito è funzione del grado di rischio attribuito dalla banca alla controparte (PD) e dei parametri di perdita in caso di insolvenza (LGD) ed esposizione in caso di insolvenza (EAD). Approccio A-IRB La banca, previa validazione del metodo di calcolo, può utilizzare, oltre al rating interno, anche proprie stime LGD e EAD nel calcolo del requisito patrimoniale. 5 I parametri che determinano l assorbimento di capitale PARAMETRI DI RISCHIO IRB APPROCCIO DI BASE IRB APPROCCIO AVANZATO Probabilità di insolvenza (PD) Modello di rating interno Modello di rating interno Esposizione al momento dell insolvenza (EAD) Parametri fissati dal Comitato Modello interno Perdita in caso di insolvenza (LGD) Parametri fissati dal Comitato Modello interno Durata residua dell operazione (M) Da calcolare Da calcolare 6
4 K* L assorbimento del capitale (2004) 20.0% 18.0% 16.0% 14.0% 12.0% 10.0% 8.0% 6.0% 4.0% Corporate fatt. >50ml PMI Corporate fatt. =15 PMI Corporate fatt. <=5 PMI retail Assorbimenti patrimoniali riferiti a 2.0% un esposizione non garantita (LGD=45%) 0.0% PD 0.01% 1.00% 2.00% 3.00% 4.00% 5.00% 6.00% 7.00% 8.00% Corporate: fatturato > 50 mln. PMI: fatturato 5-50 mln (sconto su k* in base al fatturato, fino al 20% rispetto a corporate, dato il rating) Retail (mutui ipotecari, credito al consumo,, piccole imprese): fatturato < 5 mln ed esposizione verso la banca < 1 mln. Approccio standard: RWA dal 100% al 75%, con il capitale a copertura del rischio da 8% a 6%. AA A B B B B- B B ota: corrispondenza tra probabilità di insolvenza e classi di rating sulla base dei tassi di insolvenza S& P 7 L impatto macroeconomico di Basilea II Basilea II è tarato per non avere in media implicazioni significative sulla quantità di credito erogato (non è una manovra di politica monetaria). Gli studi di impatto mostrano che l effetto medio è neutrale (oppure leggermente espansivo). Studio d impatto: differenze percentuali medi dei requisiti patrimoniali rispetto all approccio corrente nei paesi dell EU EU Spagna Austria Corporate PMI PMI Retail PMI Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 1 Gruppo 2 Std. -1% -1% -2% -2% - F-IRB A-IRB -5% -4% -5% -3% -4% -5% - - 8
5 Esempio di ponderazioni del rischio nel sistema IRB per le UL Credito al dettaglio Classe di attività Fatturato ( mil di ) PD 0,03 0,75 1,00 1,30 1,50 3,00 4,00 10,00 15,00 20,00 Crediti verso imprese 50 14,4 82,8 92,3 101,0 105,6 128,4 139,6 193,1 221,5 238,2 5 11,3 65,1 72,4 78,8 82,1 97,6 105,0 146,5 171,9 188,4 Mutui residenziali 4,2 46,5 56,4 67,0 73,5 112,0 131,6 204,4 235,7 253,1 Altri crediti al dettaglio 4,5 40,1 45,8 50,8 53,4 62,8 65,0 75,5 88,6 100,3 Crediti rotativi al dettaglio qualificati 1,0 13,8 17,2 21,0 23,4 38,7 47,2 83,9 103,9 118,0 PMI versus GI 21,7 21,3 21,6 22,0 22,2 24,0 24,7 24,1 22,4 9 20,9 L evidenza empirica per l Italia Altman e Sabato, PMI, Modelli logit 9 classi di rating A-IRB: Accordo June PMI: media corporate K* = 8,74. Bocchi e Lusignani (2004) PMI, Modelli logit 13 classi di rating A-IRB: CP3 (e Gennaio 2004). PMI: media corporate K* = 7,59 (6,43). LGD = 45% Fatt. < 5 mil 5 < Fatt < < Fatt < 50 Retail k*=4,88 % Corporate k*=8,53% k*=9,94% LGD = 43% Fatt. < 5 mil 5 < Fatt < < Fatt < 50 Retail k*=4,83% (3.80%) Corporat e k*=7,47% (6.40%) k*=7,65% (6.50%) 10
6 Modelli di valutazione del rischio di credito: lo Z-Score Altman, 1968 e segg. Lo stato di salute dell impresa e quindi il suo rischio di credito è funzione di un ristretto numero di variabili di bilancio. Per esempio formulazione a 5 variabili dello Z-score: Capitale/totale attivo (0.012) Utili non distribuiti/totale attivo (0.014) Utili prima degli interessi e delle tasse/totale attivo (0.033) Valore di mercato del capitale/valore contabile del passivo (0.006) Vendite/totale attivo (0.999) In base alle informazioni di bilancio il valore dello Z- score; oltre una certa soglia critica non si dovrebbe concedere credito. 11 Modelli di valutazione del rischio di credito: lo Z-Score Altman, 1968 e segg. Lo stato di salute dell impresa e quindi il suo rischio di credito è funzione di un ristretto numero di variabili di bilancio. Per esempio formulazione a 5 variabili dello Z-score: Capitale/totale attivo (0.012) Utili non distribuiti/totale attivo (0.014) Utili prima degli interessi e delle tasse/totale attivo (0.033) Valore di mercato del capitale/valore contabile del passivo (0.006) Vendite/totale attivo (0.999) In base alle informazioni di bilancio il valore dello Z- score; oltre una certa soglia critica non si dovrebbe concedere credito. 12
7 Basilea II e il credito alla cooperazione Imprese cooperative: vantaggi relazionali, rapporto speciale banca impresa, legame col territorio: ceteris paribus (in termini di settore, dimensione ecc) minori possibilità di fallimento? Daremo dei dati Composizione settoriale della cooperazione (servizi, relativamente protetti) 13 La stima di un modello di credit scoring La BANCA DATI Dati di una grande impresa bancaria nazionale Campione di 3893 imprese, di cui 289 scrl. Tabelle con descrizione della banca dati (settore prevalente, dimensione fatturato e numero di dipendenti, localizzazione geografica,ecc.) 14
8 Distribuzione delle imprese per dimensione aziendale 15 Distribuzione delle imprese nel campione per settore 16
9 Distribuzione delle imprese nel campione per area geografica 17 Distribuzione campionaria delle imprese cooperative per dimensione aziendale 18
10 Distribuzione delle imprese cooperative nel campione per settore 19 Distribuzione delle imprese cooperative nel campione per area geografica 20
11 Defaults delle imprese cooperative nel campione classificati per settore 21 Defaults delle imprese cooperative nel campione classificati per area geografica 22
12 Distribuzione campionaria delle imprese cooperative insolventi per anno di default 23 Risultati delle stime: effetti marginali sulla PD debito breve/deb. Totale età impresa deb. Totale/ attività autofin. MOL cash flow/attività spa/srl - - scrl NS NS NS 24
13 Goodness of fit test: ROC per spa/srl 25 Goodness of fit test: ROC per scrl Sensitivity Specificity Area under ROC curve =
14 Messaggio: Migliore fit per le coop: effetti strutturali meglio di quelli ciclici Può essere il risultato della peculiarità di redazione del bilancio? Attenzione: per il retail, le regole di valutazione devono essere comuni a tutte le imprese, quindi c è un problema informativo Da valutare: impatto sul capital requirements 27 Il problema della prociclicità: I Al peggiorare delle condizioni del ciclo economico aumenta il tasso di insolvenza medio delle imprese. Ciò si riflette in più alti requisiti patrimoniali e contrazione del credito. I fattori che incidono sulla prociclicità: Criteri di calcolo del capitale Basilea II: I criteri di calcolo dei requisiti minimi di capitale I criteri con cui sono costruiti i rating IAS International Accounting Standards: come le banche effettuano le proprie politiche di accantonamento a riserva La prociclicità è ridotta allentando il legame tra la variazione del rating e la variazione della ponderazione per il rischio Poiché il sistema di adeguatezza patrimoniale è calibrato avendo a riferimento la sola componente di UL a fronte di un coefficiente patrimoniale pro-ciclico, le banche potrebbero adottare politiche di accantonamento anti-cicliche. 28
15 Alcuni commenti In media assenza di impatti penalizzanti da Basilea 2, ma: la logica meritocratica di Basilea 2 premia clienti e banche migliori mentre clienti e banche peggiori non possono che tentare di mitigare l aggravio di capitale e tassi rifugiandosi nella scelta del nuovo approccio standard; a livello dinamico: i peggiori prenditori scelgono la banca peggiore (che adotta l approccio std.), la quale non avrà più una clientela di qualità media. Possibili innalzamenti dei tassi di interesse in seguito al credit risk management da parte delle banche. 29 Conclusioni Procedure interne alla banca (sistemi di scoring/rating) già sviluppate Piccole banche specializzate: screening più efficiente e quindi portafoglio di qualità elevata (bassi PD): Basilea II comporta un vantaggio in termini di requisiti di capitale. Grandi banche: adozione del modello IRB, più conveniente rispetto a quello standardizzato. PMI e asimmetrie informative; rapporto di lunga durata tra banca e impresa e necessità di trasparenza reciproca a scapito di trattamenti privilegiati Spostamento delle PMI verso il retail se si vuole evitare un adeguamento del capitale bancario Costo del danaro più elevato per le PMI di bassa qualità Basilea II: finanza e cooperazione con regole standard Regole del mercato (minore default); ma il miglioramento del settore cooperativo dipende anche dalle regole di governance. 30
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