MANUALE EUROPEAN NGOS , E PLATFORM AGAINST TRAFFICKING ENPATES

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3 MANUALE EUROPEAN NGOS PLATFORM AGAINST TRAFFICKING RAFFICKING,, EXPLOITATION E AND SLAVERY ENPATES, E

4 La presente pubblicazione è stata realizzata nell ambito del progetto ENPATES - European NGOs Platform against Trafficking, Exploitation and Slavery (cod. HOME/2009/ISEC/AG/032), finanziato dalla Commissione europea (DG Affari Interni) attraverso il Programma Prevenzione e lotta contro la criminalità. Essa riflette solo le opinioni degli autori e delle autrici e la Commissione europea non può essere ritenuta responsabile di alcun uso che possa essere fatto delle informazioni contenute nella pubblicazione. Partner del progetto: Associazione On the Road (Italia, lead partner), ALC (Francia), ACCEM (Spagna), ADPARE (Romania), Anti-Slavery International (Gran Bretagna), KOK (Germania), Lefoe (Austria), Pag-Asa (Belgio), La Strada International (Paesi Bassi). ONG ed ente locale che hanno partecipato ad alcune attività progettuali: Vatra (Albania), Hope and Help (Armenia), AYAFE (Azerbaigian), Gender Perspectives/La Strada Belarus (Bielorussia), New Road BiH (Bosnia-Erzegovina), Animus Association/La Strada Bulgaria (Bulgaria), KISA (Cipro), La Strada Czech Republic (Repubblica Ceca), Pro-Vest (Danimarca), Living for Tomorrow (Estonia), Prostitute Counselling Centre (Finlandia), Comitè contre l'esclavage Moderne (Francia), People's Harmonious Development Society (Georgia), Mitternachtsmission Heilbronn (Germania), KOOFRA (Germania), KEPAD Human Rights Defence Centre (Grecia), Cooperativa Oasi 2 (Italia), Consorzio NOVA (Italia), Comune di Venezia (Italia), Resource Center for Women "Marta Brivibas (Lettonia), Missing Persons Families Support Centre (Lituania), Foundation Maison de La Porte Ouverte (Lussemburgo), Open Gate - La Strada (Macedonia), The People for Change Foundation (Malta), La Strada Moldova (Moldova), CoMensha/La Strada Netherlands (Paesi Bassi), Nadheim (Norvegia), La Strada Poland (Polonia), APF (Portogallo), ASTRA (Serbia), Human Rights League (Slovacchia), Foundation Safer Sweden (Svezia), FIZ (Svizzera), HRDF - Human Resource Development Foundation (Turchia). Non tutte le parti tradotte di questa pubblicazione sono state formalmente editate. Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, copiata o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, comprese fotocopie, registrazioni, o qualsiasi altra forma di archiviazione, senza il permesso dei proprietari del copyright. Associazione On the Road Via delle Lancette A Martinsicuro (Teramo) - Italia Stampa: Litografica COM Capodarco di Fermo (Fermo) - Italia litcom@litograficacom.191.it

5 INDICE Introduzione p. 5 Il progetto ENPATES 7 Capitolo 1. Raccomandazioni per le politiche contro la tratta: come svilupparle e come sostenerle, Klara Skrivankova Cos è l advocacy e come promuovere il cambiamento Strumenti e assistenza per il monitoraggio e la valutazione da parte delle ONG Strumenti di valutazione Monitoraggio a livello nazionale 15 Monitoraggio di misure anti-tratta ad opera di coalizioni di ONG 15 Gruppi di lavoro e organismi multi-agenzia nazionali Monitoraggio a livello internazionale 16 Consiglio d Europa 17 Meccanismi delle Nazioni Unite sui diritti umani 18 Monitoraggio degli standard internazionali sul lavoro Impegno con l Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) 20 I meccanismi di controllo dei trattati 21 Rapporto sulla tratta di persone del Dipartimento di Stato americano 23 Unione europea Come formulare raccomandazioni 24 Capitolo 2. Analisi di pratiche anti-tratta rilevanti Introduzione Categoria A - Pratiche di prevenzione, formazione e ricerca, di Patrick Hauvuy Categoria B - Pratiche di identificazione, prima assistenza e protezione, di Fabio Sorgoni Categoria C - Pratiche di assistenza e di inclusione socio-lavorativa a lungo termine nei Paesi di origine/destinazione/terzi, di Alexandra Mitroi Categoria D - Altre tipologie di pratiche, di Maria Teresa de Gasperis 41 Capitolo 3. Cooperazione transnazionale tra ONG anti-tratta I principali strumenti di promozione della cooperazione transnazionale, di Alexandra Mitroi Analisi di dodici studi di caso sulle procedure di cooperazione transnazionale tra ONG anti-tratta, di Micaela Maria Schincaglia 51 Allegati 61 Carta dei principi, degli obiettivi, e delle attività della Piattaforma ENPATES 63 Final conference statement: Key lessons & recommendations 66 Pratiche anti-tratta rilevanti 68 Practice 1. Outreach work, NGO New road (Bosnia and Herzegovina) 68 Practice 2. Dispositif Ac.Sé, Association ALC (France) 69 Practice 3. Programme of Cooperation in the Black Sea Region in the Area of Migration between Countries of Origin, Transit and Destination, People s Harmonious Development Society (Georgia) 70 Practice 4. Programme of Cooperation in the Black Sea Region in the Area of Migration between Countries of Origin, Transit and Destination (2), People s Harmonious Development Society (Georgia) 72

6 Practice 5. Sadaursa sad tsaikvan/quo Vadis?/Where do you go?, People s Harmonious Development Society (Georgia) 74 Practice 6. Crisis Intervention Unit, Municipality of Venice (Italy) 75 Practice 7. Outreach work against labour exploitation, Comunità Oasi 2 San Francesco (Italy) 77 Practice 8. Trafficking Prevention for Vulnerable Youth and Women in Kosovo, Centre to Protect Victims and Prevent Trafficking in Human Beings - PVPT (Kosovo) 78 Practice 9. Rehabilitation and reintegration of victims and potential victims of trafficking, Centre to Protect Victims and Prevent Trafficking in Human Beings - PVPT (Kosovo) 79 Practice 10. Girl and Boy Power in Lithuania, Centre for Missing Persons Families Support Centre (Lithuania) 81 Practice 11. Ambulant assistance, Femmes en Détresse a.s.b.l. (Luxembourg) 82 Practice 12. Integrative assistance programme for the social inclusion of victims of trafficking promoting cooperation with NGOs in the destination countries for an efficient case referral, Adpare (Romania) 83 Practice 13. ASTRA Day Centre, ASTRA Anti Trafficking Action (Serbia) 86 Practice 14. Coordination between the Office of the Public Prosecutor for Foreign Affairs and some NGOs in representation of the Spanish Network against Trafficking in Persons, Red Española contra la Trata de Personas RECTP (Spain) 88 Practice 15. Coordination with the Regional Police ( Mossos d Esquadra ) of the Autonomous Community of Cataluña, Sicar cat (Spain) 89 Practice 16. Red Española contra la Trata de Personas (Spanish Network against Trafficking in Persons) RECTP (Spain) 90 Practice 17. Victim Assistance Programme Istanbul Shelter, Human Resource Development Foundation - HRDF (Turkey) 91 Practice 18. Indoor outreach unit (Unità mobile indoor), Associazione On the Road (Italy) 92 Practice 19. Counselling, including care and psychosocial support working with carers with the same native language (cultural mediators), KOOFRA e.v., Coordination Centre against Trafficking in Women (Germany) 94 Practice 20. We are stronger together, NAHTAZ - Network against Human Trafficking in Azerbaijan (Azerbaijan) 95 Studi di caso 96 Case Study 1. Adpare (Romania) 96 Case Study 2. ALC (France) 98 Case Study 3. ALC (2) (France) 99 Case Study 4. Astra (Serbia) 100 Case Study 5. Centre for Missing Persons Families Support Centre (Lithuania) 101 Case Study 6. Centre for Missing Persons Families Support Centre (2) (Lithuania) 102 Case Study 7. Centre to Protect Victims and Prevent Trafficking in Human Beings (Kosovo) 103 Case Study 8. Femmes en Détresse a.s.b.l. (Luxembourg) 104 Case Study 9. Human Resource Development Foundation - HRDF (Turkey) 105 Case Study 10. KOOFRA (Germany) 106 Case Study 11.Mitternachtsmission Heilbronn (Germany) 107 Case Study 12. People s Harmonious Development Society (Georgia) 109

7 INTRODUZIONE Negli ultimi venti anni, le ONG che operano nel settore anti-tratta hanno sviluppato programmi, pratiche, metodologie e strumenti di rilievo per promuovere i diritti delle persone trafficate, fornire loro un ampia serie di servizi, sensibilizzare e formare soggetti a vario titolo impegnati a prevenire e contrastare la tratta o ad erogare misure di assistenza. Tuttavia, in troppi casi, gli sforzi delle ONG sono ancora notevolmente frammentati e non coordinati a causa della mancanza di analisi comuni, programmazioni congiunte e posizioni condivise di fronte alle istituzioni nazionali ed europee. Inoltre, si registra uno scarso coordinamento operativo tra ONG e tra queste e altri enti sia nei casi di tratta interna che transnazionale quale conseguenza dell assenza di un sistema strutturato di condivisione di informazioni e di procedure di collaborazione. Nel 2009, per colmare le lacune summenzionate, l Associazione On the Road (Italia), La Strada International, Anti-Slavery International (Regno Unito), ALC (Francia), ACCEM (Spagna), ADPARE (Romania), LEFOE (Austria), KOK (Germania) e PAG-ASA (Belgio) hanno presentato il progetto ENPATES - European NGOs Platform against Trafficking, Exploitation and Slavery (Piattaforma delle ONG europee contro la tratta, lo sfruttamento e la schiavitù) nell ambito del Programma Prevenzione e la lotta contro la criminalità finanziato dalla Commissione europea Direzione Generale Affari Interni. Attuato fra il luglio 2010 e il novembre 2012, ENPATES si è posto come obiettivo la costituzione di una piattaforma pan-europea, stabile e flessibile per permettere alle ONG di sviluppare un quadro comune di analisi e di intervento al fine di orientare le politiche, le strategie e la programmazione anti-tratta. Il progetto ha coinvolto gradualmente ONG anti-tratta di Paesi membri dell Unione europea, di Paesi candidati e di altri paesi europei. Allo stato attuale, hanno ufficialmente aderito alla Piattaforma ENPATES 26 organizzazioni in rappresentanza di 25 Paesi diversi. La partecipazione di un numero significativo di ONG rappresenta certamente un grande risultato che ha contribuito al raggiungimento dei seguenti risultati: facilitazione di contatti e scambi fra ONG europee su questioni pratiche riguardanti interventi anti-tratta, attraverso l organizzazione di due riunioni consultive tenutesi a Roma (5-6 aprile 2011, novembre 2012); identificazione e analisi dei bisogni delle ONG; raccolta e analisi di dati, informazioni e conoscenze sulle varie forme di tratta, le politiche e le pratiche (vedere e formulazione di linee guida per la realizzazione di attività di advocacy e di cooperazione transnazionale da parte di ONG anti-tratta. In questa pubblicazione sono raccolti alcuni dei prodotti più significativi del progetto ENPATES. Nel Capitolo 1 sono presentate una serie di raccomandazioni per l implementazione di misure di advocacy e lobbying per promuovere politiche di protezione dei diritti delle persone trafficate in ogni fase della loro identificazione, presa in carico e assistenza. Il Capitolo 2 presenta l analisi di venti pratiche anti-tratta rilevanti implementate da ONG europee in materia di prevenzione, formazione e ricerca; identificazione, prima assistenza e protezione di vittime di tratta; assistenza a lungo termine e inclusione sociale di persone trafficate nei Paesi di origine, di destinazione e nei Paesi terzi. Il Capitolo 3 illustra brevemente i principali strumenti di cooperazione transfrontaliera previsti dalla normativa europea e da quella internazionale. Analizza inoltre dodici studi di caso riguardanti la cooperazione transnazionale fra ONG di Paesi di origine e di Paesi di destinazione principalmente per il ritorno assistito di vittime di tratta. Le pratiche e i casi selezionati rappresentano le principali tipologie di attività realizzate dalle ONG antitratta in Europa. Essi sono significativi per le metodologie innovative impiegate e per i risultati raggiunti. Si tratta di strumenti utili per accrescere le conoscenze e lo scambio di competenze fra ONG e altri attori a vario titolo impegnati nel settore anti-tratta, in modo da migliorare le loro capacità di implementare strategie e pratiche efficaci per la protezione e l assistenza di donne, uomini e minori vittime di tratta e sfruttati nei Paesi di origine, di transito e di destinazione. Le descrizioni complete delle pratiche e degli studi di caso (in inglese), analizzati rispettivamente nel Capitolo 2 e nel Capitolo 3, sono incluse negli Allegati, insieme alla Carta dei principi, degli obiettivi, e delle attività, della partecipazione, della struttura e del funzionamento della Piattaforma ENPATES. Tra 5

8 gli Allegati è inoltre compreso il Final conference statement: Key lessons & recommendations, elaborato dai partner della Piattaforma ENPATES in occasione della Conferenza finale del progetto. Infine, i partner di ENPATES desiderano ringraziare sentitamente tutte le ONG e gli attori anti-tratta che hanno attivamente partecipato alla realizzazione delle attività progettuali, condividendo l obiettivo di migliorare le proprie competenze per cooperare a livello nazionale e transnazionale per prevenire e lottare contro la tratta di esseri umani e, soprattutto, per assistere le persone trafficate in ogni fase della loro identificazione, presa in carico e inclusione socio-lavorativa nei Paesi di origine, di destinazione o di reinsediamento. Lo scambio e la collaborazione continua fra chi opera nel settore anti-tratta contribuiscono in maniera significativa allo sviluppo di strategie e politiche fondate su obiettivi, approcci e attività comuni. In particolare, il dialogo costante e la contaminazione continua di pratiche fra ONG sono fondamentali per orientare e rafforzare congiuntamente le politiche, le strategie e gli interventi per contrastare la tratta di esseri umani e per proteggere i diritti delle persone trafficate e sostenere il loro processo di empowerment. 6

9 IL PROGETTO ENPATES Il contesto Il progetto ENPATES European NGO Platform against Trafficking, Exploitation and Slavery (Piattaforma di ONG europee contro la tratta, lo sfruttamento e la schiavitù) è stato finanziato nel quadro del Programma sulla prevenzione e la lotta contro la criminalità (2009) della Direzione Generale Affari Interni della Commissione europea e coordinato dall Associazione On the Road (Italia), in collaborazione con La Strada International (Paesi Bassi), Anti-Slavery International (Regno Unito), ALC (Francia), ACCEM (Spagna), ADPARE (Romania), LEFOE (Austria), KOK (Germania) e PAG-ASA (Belgio). Queste ONG hanno maturato una lunga esperienza nella lotta e la prevenzione della tratta di esseri umani e, soprattutto, nel supporto e nella tutela dei diritti delle vittime a livello locale, nazionale e transnazionale. ENPATES rappresenta il risultato del loro impegno sul campo e della continua collaborazione che, nel corso del tempo, le ha portate a scambiarsi informazioni, conoscenze, competenze, allo scopo di migliorare gli interventi contro la tratta e rispondere meglio alle esigenze delle vittime assistite all interno e al di là dei confini nazionali. Il progetto è iniziato nel luglio 2010 e si è concluso nel novembre Obiettivi del progetto L obiettivo principale del progetto ENPATES era quello di stabilire una piattaforma pan-europea, stabile e flessibile, di ONG anti-tratta perché potessero sviluppare una strategia di coordinamento efficace per la promozione e la tutela dei diritti umani delle persone vittime di tratta. Per raggiungere questo obiettivo, i partner di ENPATES hanno definito i seguenti obiettivi specifici: - Sviluppare un sistema condiviso per l analisi degli interventi, allo scopo di orientare le politiche, le strategie e le attività messe in atto contro la tratta di esseri umani; - Collegare e diffondere le analisi, le conoscenze e le informazioni sulla tratta, lo sfruttamento e la schiavitù in Europa (fenomeni, politiche, pratiche); - Stabilire un sistema per lo scambio di buone pratiche e per favorire la cooperazione operativa fra ONG e fra ONG e altri enti anti-tratta nel campo della prevenzione, dell assistenza e della presa in carico di persone trafficate; - Contribuire alla promozione di politiche anti-tratta coerenti ed efficaci a livello nazionale ed europeo fondate su di un approccio incentrato sulla tutela dei diritti umani, l uguaglianza di genere, rispettoso delle caratteristiche individuali delle persone assistite (età, nazionalità, bisogni specifici) in una prospettiva multi-agenzia, olistica e integrata. Attività e risultati del progetto Il progetto ENPATES ha realizzato un ampia serie di attività raggruppate in Working Packages (WP pacchetti di lavoro): WP 1 - Gestione e coordinamento Il partner capofila era responsabile della gestione del progetto, compresa l amministrazione e la contabilità,il continuo confronto fra partner rispetto alle attività di progetto, i risultati e i tempi di realizzazione, l organizzazione e il coordinamento dei sei Steering Committee Meetings (Incontri del gruppo direttivo del progetto). Il coordinamento del progetto è stato realizzato anche attraverso frequenti consultazione a distanza, mediante l utilizzo di telefono, , Skype. In questa WP era compresa anche la valutazione ex-ante, in itinere ed ex-post del progetto WP2 - Analisi dei bisogni e costruzione della piattaforma di ONG I partner di ENPATES hanno realizzato una valutazione dei bisogni delle ONG europee anti-tratta, identificando una o più ONG in ogni paese dell Unione europea e alcuni paesi extra UE, inviando loro un questionario e analizzando i risultati ottenuti. L obiettivo era di identificare gli obiettivi e le attività dalla piattaforma a partire dal feedback ottenuto dalle ONG contattate. La prima riunione consultiva delle ONG anti-tratta ha avuto luogo il 5 e 6 aprile 2011 a Roma, in cui 40 ONG di Paesi 7

10 membri dell Unione europea e di alcuni paesi extra UE hanno partecipato a sei gruppi di lavoro e due sessioni plenarie, contribuendo alla definizione dei contenuti delle attività del Progetto/Piattaforma ENPATES. In occasione della riunione consultiva delle ONG, il Partenariato ha presentato la bozza di Dichiarazione di ENPATES, che è poi diventata la Carta della Piattaforma ENPATES. Le ONG hanno espresso l interesse nei confronti della Piattaforma non soltanto attraverso la loro attiva partecipazione, ma anche fornendo indicazioni preziose per lo sviluppo dei principi guida, della struttura e delle attività della Piattaforma. WP3 Mappatura delle risorse e delle informazioni (fenomeni, politiche, pratiche) Lo scopo di questa WP era di definire i criteri per la raccolta delle informazioni relative a fenomeno, politiche e pratiche. I criteri individuati sono poi serviti per portare avanti le attività del WP4. WP4 Raccolta e pubblicazione delle informazioni (sistema di aggiornamento costante sul fenomeno, le politiche, le pratiche) Lo scopo era di raccogliere e condividere le conoscenze disponibili sulla tratta di esseri umani e sulle misure anti-tratta allo scopo di stabilire un centro risorse online sui fenomeni, le politiche e le pratiche relativi alla tratta. Il centro risorse è stato concepito come strumento di condivisione delle conoscenze. Attualmente, il centro risorse online ( contiene informazioni rilevanti di livello nazionale e transnazionale per quanto concerne: - Fenomeno: pubblicazioni e rapporti sulle cause principali, i processi, le forme che assume la tratta e i settori di sfruttamento delle persone trafficate e i gruppi a rischio di reclutamento e sfruttamento; - Politiche anti-tratta tratta e relativa attuazione in diversi Paesi; - Pratiche anti-tratta tratta: o Analisi di 35 manuali e pubblicazioni sulle pratiche anti-tratta scaricabile dal sito internet; o Una pubblicazione contenente 20 pratiche rilevanti e 12 casi di studio raccolti grazie alla collaborazione dei membri della Piattaforma di ONG di ENPATES. Il sito internet contiene anche un elenco (Directory) delle ONG e organizzazioni europee anti-tratta suddivise per paese. WP 5 - Produzione di strumenti e raccomandazioni (politiche, informazioni e cooperazione) Il partenariato ENPATES ha sviluppato strumenti e raccomandazioni per migliorare le capacità delle ONG nel fornire supporto alle persone vittime di tratta, aumentare la collaborazione fra diversi Paesi nella gestione dei casi di tratta e sviluppare attività di advocacy a livello nazionale e transnazionale. I risultati di questo WP sono contenuti in questo volume (Manuale ENPATES) e sono: una guida di advocacy/raccomandazioni per le politiche, la raccolta e l analisi di 20 pratiche anti-tratta rilevanti e di 12 studi di caso raccolti nei WP 3/4, analisi sulla cooperazione transnazionale tra ONG. WP 6 - Diffusione, advocacy e sviluppo della Piattaforma Le attività di questo WP comprendevano: lancio del social network NING e del sito distribuzione dei risultati del progetto, vale a dire il manuale di ENPATES in cinque lingue (inglese, italiano, tedesco, spagnolo, francese), disponibile sia stampato che online, la Conferenza transnazionale finale (Roma, 14 novembre 2012), a cui hanno partecipato 30 ONG di 28 Paesi diversi. Per aumentare l accesso e la partecipazione delle ONG dei Paesi membri e non membri dell Unione europea alla Piattaforma e garantire la sua sostenibilità post-progetto, i partner di ENPATES hanno organizzato la seconda riunione delle ONG e prima Assemblea delle ONG di ENPATES (Roma, 13 novembre 2012). Esperti e partecipanti hanno affrontato questioni e sfide fondamentali riguardanti il lavoro delle ONG contro la tratta. In occasione della riunione è stata presentata, discussa e approvata una Strategia per il futuro di ENPATES. La Piattaforma ENPATES Il risultato principale del progetto è la creazione della Piattaforma ENPATES, che intende assicurare l attuazione delle norme e delle raccomandazioni contenute nei relativi strumenti internazionali ed europei che sono in linea con l approccio incentrato sui diritti umani. Infatti, i partner della Piattaforma ENPATES si sono impegnati a garantire i seguenti principi fondamentali: - Diritti delle persone vittime di tratta e sfruttate al centro di interventi anti-tratta; - Indipendenza delle ONG e rafforzamento del loro ruolo di osservatori; - Trasparenza e responsabilità delle ONG partecipanti; - Rispetto e apertura verso i partner di ENPATES e gli altri stakeholders. 8

11 Gli obiettivi specifici della Piattaforma ENPATES sono: Migliorare le conoscenze e l analisi a livello europeo sulle politiche, le pratiche e gli studi contro la tratta; Creare un sistema stabile per lo scambio di buone pratiche e la cooperazione operativa fra ONG anti-tratta e altri protagonisti rispetto alla prevenzione, l assistenza e la presa in carico delle persone vittime di tratta; Promuovere legislazioni, politiche, programmi e servizi anti-tratta coerenti ed efficaci, a livello nazionale ed europeo, che sappiano rispettare, proteggere, adempiere e promuovere tutti i diritti civili, culturali, economici, politici e sociali delle persone incondizionatamente ed in qualunque momento del processo di identificazione, presa in carico e assistenza. Tutte le persone vittime della tratta presunte e identificate devono essere trattate in maniera uguale senza discriminazioni di sesso, razza, colore della pelle, lingua, religione, opinioni politiche o altre, origine nazionale o sociale, appartenenza a minoranza nazionale, proprietà, nascita o altra condizione 1. Inoltre, le politiche e i servizi si devono basare su un ampia prospettiva multi agenzia, olistica e integrata. Utilizzare la Piattaforma come strumento di lobbying e advocacy a livello internazionale e nazionale; Dare voce anche alle piccole ONG e a tutti i Paesi rappresentati; Portare i problemi locali ad un livello internazionale/globale. Alla fine del progetto, la Piattaforma ENPATES comprendeva 26 membri di 25 Paesi: 15 Paesi membri dell Unione europea: Italia, Francia, Romania, Portogallo, Spagna, Irlanda, Estonia, Lettonia, Lituania, Grecia, Svezia, Danimarca, Lussemburgo, Finlandia, Germania 5 Paesi Candidati dell Unione europea: Serbia, Turchia, Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo 5 Paesi non membri dell Unione europea: Georgia, Azerbaigian, Armenia, Svizzera, Norvegia. 1 Consiglio d Europa, Convenzione sull Azione contro la Tratta di Esseri Umani, CETS N. 197, Art. 3. 9

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13 CAPITOLO 1 RACCOMANDAZIONI PER LE POLITICHE CONTRO LA TRATTA: COME SVILUPPARLE E COME SOSTENERLE Klara Krivankova, Anti-Slavery International (Regno Unito) L obiettivo del presente capitolo è di offrire una guida e dei consigli per ottenere dei cambiamenti nelle politiche di contrasto alla tratta degli esseri umani. Inizia con alcuni suggerimenti sulle strategie e sulle tecniche di advocacy che possono essere utili quando si vogliono indurre cambiamenti nei contesti nazionali o internazionali. Il capitolo fornisce inoltre alcuni chiarimenti sui meccanismi internazionali e regionali con cui le ONG possono interagire e che possono aiutarci ad ottenere dei miglioramenti. La tipologia di cambiamento che desideriamo può variare: può essere una modifica legislativa, un tentativo di migliorare processi tramite i quali le persone vittime di tratta vengono inviate ai servizi per ricevere assistenza o un cambiamento nel modo in cui i progressi e gli obblighi degli Stati e delle organizzazioni della società civile sono monitorati. Mentre diversi Paesi in Europa possono avere esigenze diverse in termini di cambiamento, i processi per raggiungere tali cambiamenti e gli strumenti per attuarli sono in generale trasferibili e possono essere adattati al particolare contesto nazionale o alle circostanze. Essenzialmente, coloro che identificano la necessità di un cambiamento (un problema) devono convincere di tale necessità coloro che sono nella posizione di fare in modo che quel cambiamento avvenga (responsabili delle politiche) e spingerli ad avviare il processo di cambiamento. Advocacy è il termine utilizzato per descrivere il processo che porta ad ottenere un cambiamento e il presente capitolo offre alle ONG una mini-guida in materia di advocacy. Tuttavia, prima che un qualunque processo di tutela dei diritti possa essere avviato, devono essere disponibili conoscenze e competenze sufficienti, basate su dati oggettivi, sul problema che deve essere affrontato. La raccolta di informazioni e la documentazione sono spesso realizzate proficuamente attraverso un monitoraggio a livello internazionale e realizzando resoconti paralleli o shadow report. In tal modo, i dati possono essere utilizzati per portare avanti un attività di advocacy sia a livello nazionale che internazionale, per fare pressione su un Paese tramite meccanismi internazionali quali le Nazioni Unite. Il testo seguente è strutturato in tre parti. La prima parte offre alcune indicazioni e suggerimenti pratici su come sviluppare una strategia efficace di advocacy e come perorare un cambiamento. Nella seconda parte sono elencati diversi strumenti di valutazione e monitoraggio paralleli o shadow monitoring. Questa parte fornisce anche indicazioni su come utilizzare alcuni dei meccanismi internazionali per esercitare pressione volta a garantire i cambiamenti. Infine, l ultima parte offre alcuni consigli pratici su come formulare raccomandazioni e organizzare riunioni informative. 1.1 Cos è l advocacy e come promuovere il cambiamento 2 L advocacy è rappresentata da qualunque attività che una persona o un organizzazione intraprende per influenzare le politiche. Nel ciclo di vita di un organizzazione non governativa, gran parte delle attività è incentrata sul lavoro di advocacy spesso senza che l organizzazione si renda realmente conto che è ciò di cui si occupa. La nozione di advocacy è spesso utilizzata in modo intercambiabile con quella di lobbying. Tuttavia, l attività di lobbying riguarda una serie di azioni diverse, più specifiche. Con tale termine, infatti, ci si riferisce alle attività con cui si chiede ai decisori politici di assumere posizioni specifiche su determinate legislazioni o su altre decisioni. 2 Il presente capitolo si basa sulle seguenti fonti: M. Kaye, K. Willingham, Advocacy Training, Anti-Slavery International, London; The Policy Project, Networking for Policy Change. An Advocacy Training Manual, USAID, Washington, 1999; Non Profit Action, 11

14 Allora, cosa facciamo quando ci occupiamo di advocacy o di tutela dei diritti? Noi: - Perseguiamo un risultato desiderato. - Promuoviamo una soluzione per un problema. - Costruiamo la volontà politica di agire. - Cerchiamo di influenzare una persona o un gruppo di persone per cambiare qualcosa. L advocacy, che sia rivolta ad un singolo decisore o ad un pubblico generale, deve passare di solito attraverso diverse fasi prima di poter ottenere un risultato pratico. Le varie fasi di advocacy comprendono: - Il miglioramento della sensibilizzazione/delle conoscenze sul problema (per questo dobbiamo disporre di una base di conoscenze/dati per dimostrare il problema in maniera autorevole); - Fare in modo che le informazioni siano accettate come vere (anche in questo caso è fondamentale che la documentazione sul problema vada oltre la semplice aneddotica); - L individuazione e la proposta di soluzioni al problema (un cambiamento); - Ottenere i cambiamenti desiderati nelle politiche o nei comportamenti; - Garantire l attuazione di politiche o di cambiamenti di comportamenti. Queste fasi sono applicabili sia per interventi riguardanti una questione specifica o per campagne limitate nel tempo sia per un lavoro continuo inerente ad una serie di problematiche (ad esempio il monitoraggio continuo del rispetto dei trattati sui diritti umani da parte degli Stati). Ogni intervento di advocacy richiede una programmazione approfondita che prenda in considerazione una serie di questioni interne ed esterne e la mappatura degli stakeholders per individuare i potenziali alleati che potrebbero fornire assistenza nel raggiungimento del cambiamento che si intende raggiungere. La programmazione delle attività di advocacy prevede: - Identificare il problema e le soluzioni chiave (tentare di scomporre il problema in elementi di base e individuare le soluzioni che siano realistiche e veicolabili ad un pubblico non specializzato); - Fare in modo di avere una base stabile (considerare le proprie risorse, i dati, la reputazione, la comunicazione interna, ecc.); - Analizzare l ambiente politico (chi detiene il potere, qual è il suo atteggiamento, le limitazioni sulla capacità di attuare i cambiamenti sulle politiche/prassi); considerare anche se sono prossime eventuali elezioni (nazionali/locali); - Stabilire i propri obiettivi renderli SMART (Specific - specifici; Measurable - misurabili; Achievable - realizzabili; Realistic - realistici; Timebound con una precisa scadenza); - Sviluppare una strategia di advocacy per raggiungere tali obiettivi; - Attuare la programmazione definita e mantenere le dinamiche di processo (monitorare, valutare e apportare le necessarie modifiche nel periodo di implementazione progettuale). L obiettivo dell attività di advocacy che si tenta di attuare determinerà la strategia da adottare per il raggiungimento di tale obiettivo. In alcuni casi, una singola attività potrebbe essere sufficiente per raggiungere ciò che si persegue. In altre situazioni, sarà necessario combinare diversi metodi per raggiungere il risultato desiderato. In generale, la vostra strategia dovrà utilizzare uno degli elementi seguenti o una loro combinazione: Campagne di base Questa strategia prevede di solito interventi formativi, pubblicazioni, campagne di sensibilizzazione e di mobilitazione dell opinione pubblica. Avere un messaggio chiaro e qualcosa che le persone possono fare (ad esempio inviare lettere, petizioni, cartoline, raccolte di fondi, visitare siti internet, informare altri) per aiutarvi ad avanzare nella vostra causa. Se si riesce a coinvolgere l opinione pubblica, ciò dimostra che le cittadine e i cittadini ordinari, che poi son quelli che votano, si interessano al problema. A sua volta, ciò attirerà l interesse dei politici sulla questione. Costruzione della coalizione È raro che riusciamo ad ottenere un cambiamento da soli. Operare con altre organizzazioni e singoli e coinvolgerli nella vostra campagna può rafforzare l intero processo. Creare collegamenti con organizzazioni simili e con alleati non tradizionali (ad esempio sindacati o forze di polizia). Cercare, 12

15 inoltre, il supporto di singoli e gruppi influenti (ad esempio giornalisti, sportivi o musicisti famosi, leader all interno di comunità sociali o religiose) che possono avere un migliore accesso a coloro che si trovano in una posizione di potere. Queste attività sono preziose, perché vi consentono di: raggiungere un pubblico più vasto e mobilitare diversi gruppi di sostenitori; specializzarsi e condividere i compiti fra i vari gruppi; migliorare l efficacia dei propri interventi; condividere i costi. Influenzare i decisori I vostri gruppi target da influenzare comprendono ministri, impiegati pubblici, consulenti e funzionari locali e politici di altri partiti, con la possibilità di includere anche i funzionari che si occupano di redigere linee guida o interpretare norme (magistrati, funzionari addetti alle questioni relative all immigrazione, agenti delle forze dell ordine, assistenti sociali, ecc.). Prima di tentare di influenzare queste persone, è importante fare una mappatura dei gruppi target che con più probabilità potranno essere dalla vostra parte e concentrarsi su quelli più realistici. Lavoro con i media I media possono essere i vostri migliori alleati, ma possono anche influenzare la vostra campagna negativamente. Dovete sempre ricordare che i vostri avversari possono servirsi dei media nello stesso modo in cui lo fate voi. Inoltre, potrebbe non essere sempre utile coinvolgere i media nella vostra campagna. Lavorare con i media significa ottenere una copertura televisiva, radiofonica, sui giornali, le riviste, in internet, ecc. Si può lavorare con i media in maniera propositiva (ad esempio fornire loro storie e indicazioni) e/o reattiva (reagire a ciò che viene presentato nei media, ad esempio scrivere una lettera al direttore). Come si rafforzano gli strumenti di tutela dei diritti a vicenda? Lo schema seguente aiuta a comprendere come i vari strumenti di advocacy si rafforzano e si completano a vicenda: Un altro modo per capire ciò che facciamo quando sosteniamo la nostra causa è di elencare tutte le fasi nel processo di advocacy. Ogni elemento del processo deve essere progettato con attenzione e, in generale, non ne deve essere trascurato nessuno. Certamente, in alcuni casi, potrebbe non essere necessario operare in partenariato, ma come regola generale, il processo dovrebbe essere seguito meticolosamente per raggiungere i migliori risultati. Processo di advocacy: 1. Definire la questione ( interesse ) 2. Stabilire gli obiettivi (compresi i risultati misurabili nel breve periodo) 3. Identificare il pubblico target ( soggetti ) 4. Costruire il supporto ( partner ) 5. Sviluppare il messaggio (chi state tentando di raggiungere? Cosa volete ottenere?) 6. Selezionare gli strumenti che supportano il vostro interesse ( strumenti ) 7. Raccogliere fondi 8. Sviluppare il piano attuativo (attività e compiti, responsabili, tempistica, risorse). 13

16 1.2 Strumenti e assistenza per il monitoraggio e la valutazione da parte delle ONG L obiettivo di questa parte del capitolo è di fornirvi assistenza nello sviluppo e nel miglioramento dei vostri processi di monitoraggio e nella raccolta dei dati oggettivi. Prima di tutto vi offriremo diversi strumenti che potrebbero essere utilizzati per valutare gli interventi degli Stati e per evidenziare il loro rispetto degli obblighi internazionali. Poi, vi presenteremo alcuni dei meccanismi che potrebbero essere utilizzati per presentare resoconti paralleli (shadow report) o per presentare le vostre preoccupazioni e dichiarazioni Strumenti di valutazione Per valutare le conseguenze sui diritti umani delle politiche contro la tratta nel vostro Paese, possono essere utilizzati molti strumenti internazionali. The RighT Guide (2010: Aim for human rights, Marjan Wijers, Lin Chew) La RighT Guide rappresenta uno strumento utile per assistervi nel processo di valutazione, tramite l utilizzo dei principali strumenti a sostegno dei diritti umani. È stata sviluppata esclusivamente per essere utilizzata dalle ONG, comprese le piccole organizzazioni di base e locali. Lo strumento è stato testato da ONG in diversi Paesi del mondo. La guida è disponibile on-line in inglese e francese 3. Sono stati sviluppati alcuni strumenti per gli Stati, in modo da fornire loro assistenza nell autovalutazione dei rispettivi risultati. Questi strumenti possono essere utilizzati o facilmente adattati in modo che possano essere utilizzati anche dalle ONG. Uno di questi strumenti è il seguente: Measuring Responses to Trafficking in Human Beings in the European Union: an Assessment Manual 4 [Misurazione delle risposte alla tratta di esseri umani nell Unione europea: un manuale di valutazione] (2007: Commissione europea, Mike Dottridge). Il manuale contiene una serie di domande che consentono agli Stati membri di valutare se stanno attuando misure contro la tratta e un totale di 55 indicatori con cui gli Stati membri possono misurare i propri progressi. Il manuale si compone di quattro parti: la Parte I è incentrata su sei principi guida, che rappresentano pietre miliari fondamentali se si vuole garantire il successo dei vari interventi necessari nella lotta alla tratta. Le tre parti successive si concentrano sulle strategie di prevenzione (Parte II), di protezione e assistenza (Parte III) e di applicazione delle normative (Parte IV). Il manuale può essere scaricato online 5. E-notes. Report on the implementation of anti-trafficking policies and interventions in the 27 EU Member States from a human rights perspective (2008 and 2009) (2010: E-notes project) (E-notes. Relazione sull attuazione di politiche e interventi contro la tratta nei 27 Stati Membri dell UE da un punto di vista dei diritti umani (2008 e 2009) Riconoscendo il ruolo cruciale svolti dal monitoraggio e dalla valutazione dei sistemi anti-tratta esistenti in ciascun Stato membro dell Unione europea per garantire la piena tutela dei diritti delle persone trafficate, l Associazione On the Road (Italia), ACCEM (Spagna), ALC (Francia) e La Strada International (Paesi Bassi) hanno gettato le basi per la definizione di una metodologia condivisa e comparabile affinché le ONG possano monitorare e redigere delle relazioni sull efficienza e sull efficacia delle normative e gli interventi anti-tratta realizzati quotidianamente dai governi, dalle ONG e da altri attori del settore. Attraverso il progetto E-notes ( European NGOs Observatory on Trafficking, Exploitation and Slavery Osservatorio delle ONG europee sulla tratta, lo sfruttamento e la schiavitù) cofinanziato dal Programma di Prevenzione e di Lotta alla Criminalità della Commissione europea (DG Affari Interni), nel febbraio 2011, i partner, con il supporto di ricercatori e ONG nei 27 Stati Membri, hanno presentato il primo report di valutazione delle politiche e delle pratiche anti-tratta implementate 3 < < 4 Realizzato in base alle raccomandazioni del Gruppo di Esperti sulla Tratta degli Esseri Umani dell Unione europea, come specificato nel loro Rapporto: European Commission, Report of the Experts Group on Trafficking in Human Beings, Brussels, 2004, in < -e a-b869-6e1c941f5231>. 5 < c8cc-4f a1d4177&fileName=Indicators+on+trafficking+in+EU+2007_en.pdf&fileType=pdf>. 14

17 nell Unione europea. Il report E-notes (redatto da Mike Dottridge) evidenzia che i Governi dell Unione europea hanno interpretazioni diverse delle azioni che dovrebbero essere prioritarie per contrastare la tratta e tutelare le persone che ne sono state vittime e indica che la protezione fornita a molte persone trafficate è inadeguata. Esistono differenze sostanziali fra Stati membri dell Unione europea su aspetti fondamentali delle politiche e delle pratiche anti-tratta, ad esempio, sulle legislazioni nazionali antitratta e le definizioni di tratta, l esistenza di organismi di coordinamento e il processo di identificazione delle persone trafficate. Diverse norme delle legislazioni internazionali e nazionali volte a tutelare i diritti delle persone trafficate esistono ancora solo su carta nella maggior parte degli Stati membri. Infine, il report contiene raccomandazioni sia per i governi che per l Unione europea. Contiene inoltre una sintesi dei principali risultati in tutte le lingue nazionali dell Unione europea. Il report, compreso lo strumento utilizzato per il monitoraggio, può essere scaricato online 6. Recommended Principles and Guidelines on Human Rights and Human Trafficking (2002: UN Office of the High Commissioner on Human Rights) (Linee guida dell Ufficio ONU dell Alto Commissariato sui Diritti Umani) A parte gli strumenti volti a valutare le risposte anti-tratta, è anche utile conoscere il quadro che può servire come riferimento per la valutazione. Per determinare in che modo l approccio ai diritti umani è applicato alla lotta contro la tratta, le linee guida prodotte dall Ufficio ONU dell Alto Commissariato sui Diritti umani offrono una base solida. Le linee guida sono un documento quadro che mira a sviluppare risposte basate sui diritti umani in ogni fase del processo anti-tratta. Le linee guida sono state sviluppate nel 2002 e, nel 2010, sono state ulteriormente elaborate in un commentario che definisce nel dettaglio come l applicazione di ognuna delle linee guida può essere attuata (e quindi anche valutata) sul campo. Il testo delle linee guida in inglese, francese e spagnolo e il testo del commentario sono disponibili online Monitoraggio a livello nazionale La conformità del monitoraggio agli obblighi e la valutazione dell attuazione delle politiche anti-tratta, insieme alla valutazione dell impatto sui diritti umani, rappresentano alcune delle competenze delle organizzazioni della società civile coinvolte nel lavoro contro la tratta. La dimostrazione dei risultati sull efficacia delle politiche è cruciale quando vogliamo ottenere dei cambiamenti. La principale attività di molte organizzazioni anti-tratta è fornire assistenza diretta alle vittime, mentre hanno risorse limitate per impegnarsi nel dibattito sulle politiche. Tuttavia, è importante che la loro esperienza e le voci di coloro che assistono vengano prese in considerazione. Di seguito sono forniti alcuni esempi e indicazioni su come le ONG possono impegnarsi a livello nazionale per assicurare cambiamenti positivi per coloro con cui lavorano. Monitoraggio di misure anti-tratta ad opera di coalizioni di ONG Talvolta, è il lavoro di coalizione lo strumento più adeguato per migliorare la capacità delle organizzazioni più piccole e di base di impegnarsi a livello strategico e delle politiche. A tal proposito, un esempio positivo è il Gruppo di Monitoraggio contro la Tratta (Anti-Trafficking Monitoring Group). Fondato nel 2009 in Gran Bretagna, il gruppo comprende nove ONG che operano congiuntamente per monitorare l attuazione della Convenzione del Consiglio d Europa sull azione contro la tratta di esseri umani. Il gruppo ha ideato una propria metodologia di monitoraggio parallelo, combinando diverse tecniche, quali l analisi della letteratura esistente, colloqui, quesiti iniziali da porre al governo da parte del Parlamento e l utilizzo delle normative sulla libertà di informazione per accedere alle informazioni sulla tratta tramite il governo. Una copia della prima relazione del gruppo pubblicata nel 2010, compresa la descrizione dei metodi utilizzati è disponibile al seguente indirizzo: < 6 < 7 < < < < 15

18 Gruppi di lavoro e organismi multi-agenzia nazionali Il contesto in ogni Paese è diverso. Di conseguenza, è importante realizzare una mappatura degli stakeholders prima di decidere sulla maniera più produttiva di promuovere un cambiamento. Più sopra è stato riportato un esempio di monitoraggio guidato da una ONG. Un altra possibilità è quella di entrare a far parte di un gruppo di lavoro o di una task-force nazionale. In molti Paesi, il lavoro anti-tratta è guidato da una politica specifica (di solito formulata in un piano d azione). Parte del processo attuativo di tale politica è un organismo di coordinamento o un meccanismo che spesso include un raggruppamento di vari stakeholders. È un segnale di buona pratica se le organizzazioni della società civile sono rappresentate in questo organismo. Un esempio di tale organismo è rappresentato dalla Task Force on Combating Human Trafficking (TFHT) che opera in Austria dal 2004 con a capo il Ministero Federale degli Affari Internazionali ed Europei avente il mandato di coordinare le misure contro la tratta intraprese dall Austria. La task force organizza riunioni periodiche e, preseduta dal Ministero, si compone dei rappresentanti di tutti i ministeri competenti, delle province federali e delle organizzazioni non governative. Un altro esempio di organismo di coordinamento nazionale, in cui le organizzazioni della società civile sono invitate a partecipare, può essere trovato in Romania. Nel 2003, tramite delibera del Governo 8, è stato istituito il Gruppo di Lavoro Interministeriale (Inter-Ministerial Working Group - IWG). L IWG è composto da quattro rappresentanti del Ministero degli Interni; componenti di altri Ministeri, compresi Giustizia; Lavoro, Affari Sociali e Famiglia; Affari Esteri; Istruzione, Ricerca e Politiche Giovanili; Sanità; Pubblica Amministrazione; Cultura; Autorità Nazionale per la Tutela e l Adozione dei Minori. Altre autorità e istituzioni possono essere rappresentate. Anche le ONG partecipano all IWG, ad esempio ADPARE. L IWG si riunisce trimestralmente o più spesso, se necessario. Riunioni simili sono, inoltre, organizzate regolarmente a livello regionale, con il centro regionale ANTIP, gli enti locali e altri attori locali nella rispettiva regione. Oltre a questi organismi di coordinamento, in molti paesi esistono, a livello nazionale, altri responsabili del monitoraggio degli enti che si occupano di diritti umani, che realizzano indagini indipendenti o ricevono reclami circa le mancate attuazioni e i casi di abuso procedurale da parte dei dipartimenti governativi. Tali organismi adottano forme diverse, come quelle di ombudsperson o di commissione nazionale per i diritti umani. Ad esempio, la Commissione per l uguaglianza e i diritti umani della Gran Bretagna ha concluso recentemente un indagine sulla tratta in Scozia e ha pubblicato le proprie conclusioni in una relazione presentata al Parlamento Monitoraggio a livello internazionale La presentazione di rapporti ombra ad organismi di monitoraggio internazionali è utile a rafforzare le attività nazionali di advocacy e di lobbying nel tentativo di influenzare i cambiamenti nelle politiche. Esistono diverse possibilità che le ONG in Europa possono utilizzare per fare pressione sui propri governi nazionali per introdurre i cambiamenti auspicati. Di seguito discuteremo brevemente alcune di queste possibilità. Si noti che le possibilità indicate non rappresentano un elenco esaustivo e che potreste individuare altri canali più efficaci per il vostro particolare contesto nazionale. Per impegnarsi con alcuni di questi organismi o in certi processi di monitoraggio, le ONG devono essere registrate presso tali organismi o devono essere riconosciute formalmente. Ad esempio, per far parte del cd. processo delle Nazioni Unite (ad esempio per intervenire al Consiglio per i Diritti Umani o per partecipare e organizzare degli eventi in occasione delle Conferenze delle Parti), le ONG devono aver ottenuto uno status consultivo presso il Consiglio Economico e Sociale dell ONU (ECOSOC). Ad oggi, circa ONG di tutto il mondo godono di questo status. Le informazioni su come richiederlo sono disponibili su: < Per partecipare a conferenze e riunioni convocate dalle Nazioni Unite, le ONG possono non dover avere lo status ECOSOC, ma devono essere registrate per l accreditamento in anticipo. 8 Delibera n. 299/

19 Consiglio d Europa Il Consiglio d Europa, con sede a Strasburgo (Francia), copre praticamente l intero continente europeo, con i suoi 47 Stati membri. Fondato il 5 maggio 1949 da 10 Paesi, il Consiglio d Europa ha l obiettivo di sviluppare in Europa principi comuni e democratici in base alla Convenzione Europea sui Diritti Umani e ad altri testi di riferimento sulla tutela degli individui. 10 Il Consiglio d Europa è anche la sede della Convenzione sull azione contro la tratta di esseri umani (2005), l unico trattato internazionale che ha inserito le misure contro la tratta nel quadro dei diritti umani. Un aspetto importante è che la Convenzione fornisce un meccanismo di monitoraggio indipendente in grado di controllare l attuazione degli obblighi contenuti nella Convenzione da parte degli Stati. Il meccanismo di monitoraggio è posto in essere da un gruppo di esperti che formano un organismo chiamato GRETA. Le procedure di monitoraggio attualmente in atto comprendono un questionario inviato agli Stati e una visita nel Paese. Le ONG rappresentano una parte vitale del processo di monitoraggio. Procedure di valutazione: o Questionario GRETA ha preparato un questionario per il primo turno di valutazione (che è iniziato nel 2010) che deve essere compilato dagli Stati. Il questionario è incentrato sugli articoli della Convenzione che forniscono una visione d insieme della sua implementazione. 11 Gli Stati hanno una data di scadenza entro la quale inviare il questionario compilato a GRETA. Sono obbligati a rispondere a tutte le domande nel questionario e a fornire eventuali dati a supporto o documentazione. GRETA, inoltre, accetta ed è molto interessata a ricevere segnalazioni o indicazioni da parte della società civile, congiuntamente o separatamente dai dati inviati dal governo. Le informazioni devono essere credibili e verificabili. Si può o rispondere a tutti o ad alcuni dei quesiti del questionario, in base alle proprie competenze. Si può anche decidere di presentare un rapporto ombra (shadow report) da soli o insieme ad altre organizzazioni anti-tratta. Le informazioni devono essere presentate in inglese o in francese, le due lingue ufficiali del Consiglio d Europa, poiché non ci sono le risorse necessarie per la traduzione dei documenti forniti in altre lingue. La soluzione più utile, considerando le risorse e la capacità limitate di GRETA, è di presentare un unica relazione in rappresentanza di un gruppo di ONG invece che diverse relazioni separate. o Visite nei Paesi Oltre a ricevere il questionario ed eventuali altri documenti sui Paesi firmatari, gli esperti di GRETA visitano tutti i Paesi presi in esame. Durante la visita, gli esperti tentano di verificare le informazioni che hanno ricevuto e di esaminare e valutare l attuazione pratica delle misure attivate. Durante le visite, gli esperti di GRETA incontrano rappresentanti della società civile, comprese le ONG ed altre organizzazioni impegnate nel settore anti-tratta. GRETA può anche decidere di organizzare audizioni con vari soggetti che operano nel campo della prevenzione della tratta, dell assistenza e della protezione delle persone trafficate e con coloro impegnati a portare davanti alla giustizia i responsabili delle violazioni dei diritti umani delle vittime di tratta. Cosa possono fare le ONG? Contattare il proprio governo e chiedere di essere consultati circa le misure attivate o previste in vista dell attuazione delle Convenzione e della propria relazione a GRETA; Presentare informazioni direttamente a GRETA attraverso una relazione distinta da quella elaborata dal governo, che risponde ad alcuni o a tutti i quesiti del questionario: Tutte le informazioni e i documenti della società civile devono essere inviati a GRETA possibilmente prima della data stabilita per il turno di monitoraggio. Devono essere inviati in inglese o in francese al Segretario Esecutivo di GRETA. I contatti e altre informazioni sono disponibili su: < Organizzare una tavola rotonda o una piattaforma per la società civile quando GRETA organizza una visita nel proprio Paese. Il prodotto finale del monitoraggio è una relazione di valutazione per ciascun Paese visitato. La bozza della relazione è condivisa con il governo del Paese per dare la possibilità di fornire eventuali commenti. Una volta che il Paese ha commentato la bozza, GRETA prepara la propria relazione 10 accesso a settembre Il questionario è disponibile in inglese al seguente indirizzo: < 17

20 finale e le conclusioni che vengono comunicate sia al Paese in questione che al Comitato delle Parti (che rappresenta il secondo pilastro del processo di monitoraggio). La relazione finale con i commenti del Paese viene quindi resa pubblica e, questo punto, non può più essere modificata. Per maggiori informazioni circa il processo di presentazione dei rapporti ombra, per visualizzare le relazioni relative ai Paesi sottoposti a valutazione e per dettagli sul processo di monitoraggio, si consulti: < Meccanismi delle Nazioni Unite sui diritti umani I due principali organismi ONU che si occupano di tratta sono l Ufficio dell Alto Commissariato per i Diritti umani (UNOHCHR) e l Ufficio per il Controllo della Droga e la Prevenzione del Crimine (UNODC). Per valutare l impatto della tratta sui diritti umani, possono essere utilizzati i vari meccanismi ONU sui diritti umani. Il Consiglio sui Diritti Umani (Human Rights Council) è composto da 47 membri eletti che rappresentano cinque diversi gruppi regionali. Si riunisce tre volte l anno: a marzo, a giugno e a settembre. Il Consiglio ha due meccanismi in particolare che possono essere utilizzati per svolgere attività di advocacy contro la tratta: a) Procedure speciali delle Nazioni Unite b) Revisione Periodica Universale (Universal Periodic Review - UPR) Procedure speciali delle Nazioni Unite Le Procedure speciali" sono meccanismi stabiliti dal Consiglio sui Diritti Umani per occuparsi di situazioni nazionali specifiche o di alcune tematiche. Nel 2011, si contavano 8 mandati nazionali e 33 mandati tematici. I titolari dei mandati sono i Relatori Speciali (Special Rapporteurs), gli Esperti Indipendenti, i Rappresentanti Speciali del Segretario Generale o i componenti di Gruppi di lavoro. Il mandato consente alle Procedure speciali di esaminare, monitorare, fornire pareri e relazionare pubblicamente sui maggiori temi e fenomeni riguardanti i diritti umani nel mondo (mandati tematici) o sulla situazione dei diritti umani in Paesi specifici (mandati geografici), indipendentemente dalla ratifica di una data convenzione. Possono, inoltre, sollevare questioni urgenti rispetto a casi o tendenze particolari. I titolari dei mandati intervengono a titolo personale, in quanto non fanno parte del personale ONU e non sono retribuiti dall ONU. Il personale dell OHCHR fornisce supporto limitato ai titolari dei mandati. I titolari dei mandati tematici rilevanti per il lavoro anti-tratta sono: il Relatore Speciale sulle Forme Contemporanee di Schiavitù (Special Rapporteurs on Contemporary Forms of Slavery); il Relatore Speciale sulla vendita di minori, la prostituzione minorile e la pedopornografia (Special Rapporteur on the sale of children, child prostitution and child pornography); il Relatore Speciale sui diritti umani dei migranti (Special Rapporteur on the human rights of migrants); e il Relatore Speciale sulla tratta di esseri umani, in particolare di donne e minori (Special Rapporteur on trafficking in persons, especially women and children ).12 Cosa possono fare i Relatori Speciali? o Visite nei Paesi Generalmente, i Relatori speciali visitano 2-3 Paesi all anno, talvolta con altri titolari di mandati. Possono condurre una visita soltanto se invitati formalmente direttamente o su richiesta da un Paese (dal governo). Durante la visita, i Relatori Speciali incontrano una serie di persone e organizzazioni (ad esempio, funzionari pubblici, ONG, Organizzazioni intergovernative, il corpo diplomatico, accademici, leader religiosi, leader tradizionali, testimoni, vittime o familiari di vittime). Le ONG possono contribuire alle visite in molti modi. Possono fornire informazioni di contesto prima della visita e mettere in evidenza eventuali problematiche (comprese quelle controverse), suggerire luoghi da visitare e persone e organizzazioni da incontrare. Su mandato, possono intervenire anche durante la stesura della relazione e fornire indicazioni sulle raccomandazioni. A livello nazionale, la relazione può essere utilizzata per presentare delle richieste al Governo e fare attività di lobbying per l attuazione delle raccomandazioni. In base al budget disponibile, i Relatori Speciali talvolta organizzano eventi, quali seminari e tavole 12 Dettagli sui rispettivi Relatori nazionali sono disponibili al seguente indirizzo: < 18

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