DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL TERRITORIO AREA PEDIATRICA INDICATORI DI QUALITA E RISK MANAGEMENT AREA NEONATALE
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1 DIPARTIMENTO DMI POSSIBILI UTILIZZI RELAZIONE COL TERRITORIO AREA PEDIATRICA INDICATORI DI QUALITA E RISK MANAGEMENT AREA NEONATALE DOLORE NEONATALE - AGGIORNAMENTI 1
2 Qualsiasi cambiamento in un mondo professionale Parte dalla capacità dei professionisti di acquisire La consapevolezza che è un dovere etico riempire Di contenuti locuzioni quali centralità dell assistenza, Efficacia ed appropriatezza ( A. Santullo, 2004) L organizzazione dipartimentale è il modello ordinario di gestione operativa delle attività a cui fare riferimento in ogni ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) con la finalità di assicurare la buona gestione amministrativa e finanziaria ed il Governo clinico (Ministero Salute) 2
3 Origini del dipartimento: Il dipartimento èun assetto organizzativo progettato in risposta all inadeguatezza dell organizzazione ospedaliera basata sulla proliferazione di UO Concetti fondanti: 1. Multidisciplinarietà 2. Integrazione 3. Riduzione costi in termini di risorse umane ed economiche CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 3
4 Iter legislativo: D.P.R. 128/69 (art.10: ordinamento interno dei Servizi Ospedalieri ), di fronte alla staticità delle strutture sanitarie emerge l esigenza di: Integrazione dei compiti Flessibilità e dinamicità dell organizzazione Integrazione di competenze tra professionisti Reciproca collaborazione Possibilità, quindi, da parte del Consiglio di amministrazione dell ente di organizzare strutture di tipo dipartimentale. Negli aa. 70 il dipartimento viene definito come: èquipe polispecialistica e polidisciplinare Nel 1974 si definiscono tre tipologie di dipartimento ( 1 dip. che accorpano attività affini o complementari 2 dip. che accorpano attività polispecialistiche 3 dip. che accorpano att. pol. senza esigenza di specifici servizi) CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 4
5 Iter legislativo: L. 148/75 conferma il D.P.R. 128/69 l istituzione dei dip. èdi competenza della Regione Il DM 8/9/76 definisce orientamenti e criteri generali di riferimento per l attuazione di q.ste strutture L.833/78 istituzione del SSN: alla legislazione regionale viene affidata l articolazione interna dei dip. ( fine: integrare tra loro le divisioni, le sezioni, i servizi affini e complementari, coordinamento e collegamento tra servizi intra ed extra ospedalieri). CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 5
6 Iter legislativo: L 595/85 (programmazione sanitaria) e L 412/92 (legge finanziaria): si organizzano le UO per aree funzionali omogenee) Il termine funzionale vuole indicare l aggregazione di strutture complesse per raggiungere un comune obiettivo Il termine strutturale, invece, vuole indicare un accostamento fisico delle componenti dipartimentali (obiettivo: mediazione tra il vecchio modello organizzativo di tipo gerarchico e verticistico e l assetto dipartimentale connotato dalla trasversalità e dall integrazione disciplinare e professionale) CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 6
7 Iter legislativo: D.L. 502/92 Riordino della disciplina in materia sanitaria i Dipartimenti diventano obbligatori ( cultura della partecipazione!! ) e nel 1996 si propongono le linee guida per l applicazione del modello dipartimentale nelle strutture ospedaliere. (ASSR: Agenzia per i servizi Sanitari Regionali). Il Dipartimento viene definito come: costituito da UO omogenee, affini e complementari, che perseguono comuni finalità e sono tra loro interdipendenti, pur mantenendo la propria autonomia e responsabilità professionale. Le UO costituenti il dipartimento sono aggregate in una specifica tipologia organizzativa e gestionale, volta a dare risposte unitarie, tempestive, razionali e complete rispetto ai compiti assegnati e a tal fine adottano regole condivise di comportamento assistenziale, didattico, di ricerca, etico, medico legale ed economico CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 7
8 Iter legislativo: FINALITA DEL DIPARTIMENTO: Gestione in comune del personale non medico Utilizzo in comune di spazi, attrezzature, tecnologia Miglioramento dell efficienza ed integrazione attività per miglior servizio a minor costo Coordinamento e sviluppo delle attività cliniche, di ricerca, e di studio delle strutture del Dip. Miglioramento del livello di umanizzazione dell assistenza erogata all interno delle strutture del Dip. Sperimentazione e adozione di modalità organizzative che, a parità di risultati sulla salute dell utente, permettano un soggiorno più breve dell utente in ospedale Il miglioramento della qualità dell assistenza erogata CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 8
9 Iter legislativo: DL 229/99: alle Regioni e alle Aziende spetta l applicazione della normativa inerente la realizzazione del Dipartimento che il legislatore riconosce a pieno titolo come struttura organizzativa del settore sanitario. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 9
10 Il Dipartimento èuna aggregazione di Strutture Complesse e Semplici (modello ordinario di gestione di tutte le attività delle aziende sanitarie) Le risorse assegnate al Dipartimento sono negoziate con la Direzione Generale 10
11 Modelli di Dipartimento : CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 11
12 il DMI Il DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE : Apposito organismo per l integrazione degli aspetti sanitari e sociali ed il coordinamento delle attività nell area per l assistenza pediatrica. Così come definito nel P.S.N , par. 5:A La tutela materno infantile. Il Dipartimento Materno Infantile, èun dipartimento di tipo strutturale con funzioni di produzione di servizi sanitari. Al Dipartimento Materno Infantile èpreposto un Direttore nominato dal Direttore Generale fra i responsabili delle strutture complesse costituenti il dipartimento, direttore che è coadiuvato nella gestione della macro struttura da un Comitato di dipartimento che opera in aderenza a quanto stabilito nel Regolamento del Dipartimento Materno Infantile. Il Direttore del Dipartimento individua altresì, all'inizio di ogni anno e tra i Direttori di struttura complessa del Dipartimento Materno Infantile, un altro Dirigente che dovrà assicurare la continuità della direzione del Dipartimento durante le sue assenze. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 12
13 il DMI Tra le competenze più significative del Direttore del Dipartimento vanno citate: la verifica del raggiungimento degli obiettivi perseguiti con l'organizzazione dipartimentale ed in particolare il razionale utilizzo delle risorse umane, tecnologiche e dei materiali di consumo, per i quali prevede appositi criteri; la predisposizione della proposta di piano di attività annuale del Dipartimento, corredandolo all'utilizzo delle risorse disponibili; la gestione operativa del budget assegnato al Dipartimento, secondo le indicazioni fornite dal Comitato di Dipartimento. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 13
14 il DMI Il tutto collegato col territorio! CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 14
15 Le TRE fasi del cambiamento Integrazione istituzionale Autonomia e Specializzazione Riconnessione e messa in rete di risorse H/T DMI CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 15
16 il DMI La qualità della risposta assistenziale risulta in stretta correlazione con l integrazione delle UU.OO., in ottica dipartimentale di interazione delle singole specialità ai diversi livelli della rete ospedaliera e di integrazione con le strutture territoriali. Risulta correlata con la definizione di strategie trasversali tra le UU.OO. della stessa specialità, di percorsi di coordinamento clinici e organizzativi. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 16
17 il DMI Il dipartimento materno infantile DEVE garantire unitarietà, efficienza e coerenza negli interventi, vista l afferenza nell area materno infantile di molteplici discipline tra loro omogenee, affini e complementari Dipartimento materno infantile è transmurale, cioè con attinenza mista: territorio/ospedale (tecnico funzionale) la cui finalità è quella di realizzare il coordinamento e l integrazione fra le molteplici attività ospedaliere e quelle distrettuali. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 17
18 CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 18
19 PSN 2003/ I 10 progetti per la strategia del cambiamento (4. Potenziare i fattori di sviluppo, o capitali, della sanità investire sulle persone,. valorizzare le professionalità ) altrettanto necessaria appare la valorizzazione della professione infermieristica e delle altre professioni sanitarie, per le quali si impone la nascita di un nuova cultura della professione, così che il ruolo dell infermiere sia ricondotto, nella percezione sia della classe medica, sia dell utenza, all autentico fondamento epistemologico del nursing. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 19
20 Legge 10 agosto 2000 n. 251 Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica 1. Gli operatori delle professioni sanitarie dell'area delle scienze infermieristiche e della professione sanitaria ostetrica svolgono con autonomia professionale attività dirette alla prevenzione, alla cura e salvaguardia della salute individuale e collettiva, espletando le funzioni individuate dalle norme istitutive dei relativi profili professionali nonché dagli specifici codici deontologici ed utilizzando metodologie di pianificazione per obiettivi dell'assistenza. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 20
21 2. Lo Stato e le Regioni promuovono, nell'esercizio delle proprie funzioni legislative, di indirizzo, di programmazione ed amministrative, la valorizzazione e responsabilizzazione delle funzioni e del ruolo delle professioni infermieristico ostetriche al fine di contribuire alla realizzazione del diritto alla salute, al processo di aziendalizzazione nel S.S.N., all'integrazione dell'organizzazione del lavoro della sanità in Italia con quelle degli altri Stati dell'unione Europea. Legge 10 agosto 2000 n. 251 CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 21
22 DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE I soggetti Gli strumenti della programmazione I compiti La struttura Il livello decisionale Il comitato di dipartimento La rete della pediatria territoriale CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 22
23 DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Modello organizzativo proposto Soggetti Ambito territoriale Coordinatore di ambito Distretto Sanitario Direttore di Distretto Dipartimento Materno Infantile Direttore del DMI CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 23
24 DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Strumenti della programmazione Piano sociale di Zona PDZ Funzioni specifiche: definire le strategie di risposta ai bisogni sociali e sociosanitari Programma delle attività distrettuali PAD Funzioni specifiche: fare scelte di salute definendo i bisogni prioritari e gli interventi di natura sanitaria e sociosanitaria raccordare DMI e Ambito territoriale. Obiettivi specifici nel Piano di Zona Funzioni specifiche: sviluppare le attività cliniche, la ricerca, lo studio e la verifica della qualità delle proprie prestazioni CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 24
25 Necessità di un cambiamento di rotta: ènecessario pervenire ad un sistema di cure pediatriche integrato a partire dal primo intervento, riservando all'ospedale il ruolo proprio di azione per le patologie che necessitano di un ricovero. Va quindi costruita una organizzazione sanitaria integrata nel territorio capace di individuare e di intercettare, il bisogno di salute dei bambini, di dare le risposte appropriate e di organizzare opportunità di accesso ai servizi attraverso,la costruzione dei percorsi assistenziali secondo modalità che assicurino tempestivamente al bambino, e alla sua famiglia, in forme coordinate integrate e programmate, l accesso informato e la fruizione appropriata e condivisa dei servizi territoriali e ospedalieri. In questo documento si ipotizza un Programma di attività territoriali (area pediatrica distrettuale definita: Unità di Cure Pediatriche Territoriali UCPT ) di tipo multidisciplinare coinvolgendo tutte le figure che svolgono attività nel campo dell assistenza pediatrica. (documento della Federazione Italiana Medici Pediatri del marzo 2007, inviato all allora Ministro della Salute, On Livia Turco ) 25
26 Necessità di un cambiamento di rotta: In questo documento si ipotizza la costituzione di Unità di Cure Pediatriche Territoriali (UCPT) con la presenza di pediatri, infermieri pediatrici, consulenti specialistici, possibilità di raccordo con la continuità assistenziale per garantire: 1. Interventi dedicati al neonato 2. Interventi dedicati al bambino con patologia cronica 3. Interventi fatti su gruppi per promuovere la salute 26
27 DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Competenze: individuazione ed il coordinamento delle prestazioni Favorire: La de-ospedalizzazione delle attività ostetriche e pediatriche La riduzione dei ricoveri impropri La dimissione precoce della puerpera e del neonato e la loro presa in carico territoriale; assicurare l integrazione delle attività o La promozione di percorsi assistenziali comuni tra l area della pediatria di base e tutti i servizi sanitari coinvolti; o La promozione di percorsi assistenziali tra le unità operative dell AFO (area funzionale omogenea) ospedaliera e le unità operative territoriali e la rete dei (Pediatra di libera scelta) PLS e (Medico di medicina generale)mmg. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 27
28 DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE La promozione di percorsi assistenziali I compiti : La continuità dell assistenza alla gravidanza, al parto e al puerperio; La tutela della gravidanza a rischio; L interruzione volontaria della gravidanza (IVG); La prevenzione oncologica; La tutela della salute della donna in menopausa; La realizzazione di percorsi-intervento per adolescenti e giovani La costruzione di protocolli operativi per assicurare l unitarietà e l integrazione socio-sanitaria; CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 28
29 DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE I compiti : Promuovere la formazione e l informazione Promuovere l informazione e l educazione sanitaria; Progettare corsi di formazione ed aggiornamento per il personale sanitario; Monitorare e verificare la qualità dell assistenza erogata tramite apposito sistema informativo CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 29
30 DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Struttura : Costituiscono i Dipartimenti Materno-infantili le U.O. - Servizi afferenti alla: Macroarea ospedaliera ( composta dalle unità operative dell AFO materno infantile: Ginecologia-Ostetricia, Pediatria, Neuropsichiatria Infantile), Macroarea territoriale (composta dal Consultorio e la rete delle Cure primarie: PLS, MMG). CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 30
31 DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE livelli decisionali La direzione del dipartimento è assicurata da: Il Direttore del dipartimento Il Comitato di dipartimento assicurare il funzionamento attuando i modelli organizzativi stabiliti dal comitato di dipartimento; verificare la conformità dei comportamenti e i risultati con gli indirizzi generali; rappresentare il dipartimento nei rapporti con la direzione e gli organismi esterni; gestire le risorse attribuite al dipartimento secondo le indicazioni del comitato di dipartimento; convocare e presiedere il comitato di dipartimento. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion organo collegiale presieduto dal Direttore e costituito da: -Tutti i direttori delle U.O. -I responsabili dei moduli organizzativi e funzionali -Il direttore assistenziale dipartimentale -Tutti i coordinatori o loro rappresentanze -Il referente della formazione e della qualità dipartimentale 31
32 DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Il Comitato di dipartimento Approva il budget; Elabora ed approva il piano annuale delle attività e degli interventi del dipartimento; Assicura la gestione in comune del personale; Assicura l utilizzo in comune degli spazi e delle attrezzature; Favorisce la sperimentazione e l adozione di modalità organizzative volte al miglioramento dell efficienza e dell efficacia e all integrazione delle attività delle strutture del dipartimento; CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 32
33 DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE Il Comitato di dipartimento Favorisce il coordinamento e lo sviluppo delle attività cliniche, di ricerca, di studio e di verifica della qualità delle prestazioni; Assicura il miglioramento del livello di umanizzazione dell assistenza; Elabora piani di aggiornamento e formazione del personale; Favorisce l istituzione di Gruppi di lavoro dipartimentali; Predispone la terna di dirigenti per la nomina del Direttore CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 33
34 CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 34
35 Qualche idea 1. Garantire la centralità della persona malata attraverso idonei processi e percorsi assistenziali Attivazione dell osservazione breve intensiva pediatrica Costituzione di percorsi assistenziali collegati territorio/ospedale (v. G.E.A.) CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 35
36 (Carta del Bambino in H, maggio 1988; EACH: European Association for Children in Hospital) Nuovi approcci pediatrici.. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 36
37 CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 37
38 Trattamento intensivo di patologie acute con caratteristiche di reversibilità Inquadramento diagnostico e monitoraggio clinico di patologie sospette o complesse Media intensità o media complessità CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 38
39 Pazienti appropriati per O.B. Asma acuto Laringite acuta Broncopolmoniti, Pleuropolmoniti Febbri di natura sospetta Dolori addominali Gastroenteriti Convulsioni Intossicazioni Reazioni allergiche medio gravi Linfadeniti acute Anemia Sindromi emorragiche Disidratazione Sindromi dolorose Perdite di coscienza transitorie Disturbi dell equilibrio, alterazioni dello stato di coscienza Trauma cranico CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 39
40 Pazienti NON appropriati per O.B. Insufficienza respiratoria Shock Ostruzione delle vie aeree Cardiopatie o aritmie instabili Coma Intossicazioni gravi Sepsi conclamata e/o con shock settico Febbre in pazienti neutropenici Pazienti in trattamento di tipo onco ematologico o sottoposti a TMO Epiglottite Meningite Disturbi elettrolitici severi Neonati CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 40
41 L OB NON dovrebbe essere utilizzata per Appoggio di ricoveri programmati o come attività programmata Sostituzione di attività eseguibili in regime ambulatoriale o di DH Isolamento di malattie infettive Ricovero di pazienti con situazioni cliniche che facciano presumere una degenza >24 h Gestione di situazioni cliniche ad elevato rischio e/o stabilizzazione pazienti critici CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 41
42 La mission del coordinatore di Dipartimento: (definire gli obiettivi che il dipartimento vuole conseguire in accordo con la direzione assistenziale ) 1. Quale mission? 2. Quali risultati? (A. Santullo, l Infermiere e le innovazioni in sanità, McGraw Hill) CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 42
43 DMI L organizzazione dell offerta territoriale La Rete della Pediatria territoriale Il Consultorio familiare Tutela del benessere in età evolutiva CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 43
44 DMI L organizzazione dell offerta territoriale INTERVENTI sociali, socio-sanitari e sanitari. LE AREE COINVOLTE SONO: AREA SOCIALE Coordinatore d ambito PDZ AREA SANITARIA il Direttore di Distretto PAD PAT hanno la responsabilità diretta del coordinamento delle politiche territoriali rispettivamente sociali e sanitari CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 44
45 DMI L organizzazione dell offerta territoriale La Rete della Pediatria territoriale il Medico di Medicina Generale e il Pediatra di Libera Scelta hanno una funzione centrale all interno del Sistema Sanitario, in qualità di interpreti del bisogno di salute di ogni singolo cittadino. PLS MMG partecipazione progettuale alla realizzazione e al monitoraggio delle attività del piano di salute. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 45
46 DMI L organizzazione dell offerta territoriale La Rete della Pediatria territoriale PLS MMG La salute nelle prime fasi di vita, infanzia e adolescenza L'impegno sanitario in ambito materno - infantile si è notevolmente ampliato, passando dalla prevenzione e cura delle malattie al difficile compito di prendersi cura dell'insieme bambino - famiglia e di promuovere attivamente lo sviluppo del bambino nelle varie fasi dell'età evolutive. Il passaggio dalla cura delle malattie alla promozione della salute si è reso possibile grazie ai notevoli miglioramenti nei servizi sanitari di base in particolare del ruolo del pediatra di libera scelta da una parte e, dall'altra grazie alle notevoli conoscenze sullo sviluppo infantile, attualmente a disposizione in vari settori. LINEE GENERALI DEL PIANO SANITARIO NAZIONALE CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 46
47 DMI L organizzazione dell offerta territoriale Il Consultorio familiare Le attività consultoriali RIFERIMENTI NORMATIVI L. 405/1975 L.R. 11/77 L. 194/1978 L. 184/83 L.R.26/1996 D.R.n.202/98 PSN 1998/2000 L. 149/2001 L.E.A./2001 PSN 2003/2005 CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 47
48 DMI L organizzazione dell offerta territoriale Il Consultorio familiare All'inizio dell'attività consultoriale fu posta l'esigenza cardinale di operare in un contesto di multidisciplinarietà scomponendo le gerarchie verticali delle conoscenze e delle organizzazioni, in dimensioni orizzontali e pluridisciplinari, dove il sapere delle varie professionalità avesse pari dignità. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 48
49 DMI L organizzazione dell offerta territoriale Il Consultorio familiare Il Consultorio si integra nella rete dei servizi territoriali a livello distrettuale privilegiando il lavoro di équipe, fondamentale per garantire globalità e unitarietà degli interventi e si collega funzionalmente all organizzazione del Dipartimento Ospedaliero Materno-infantile. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 49
50 DMI L organizzazione dell offerta territoriale Il Consultorio familiare Il Consultorio familiare costituisce un servizio di base fortemente orientato alla promozione della salute e alla prevenzione. primo livello il consultorio familiare effettua interventi di carattere preventivo: assistenza di base alla gravidanza, al puerperio, all allattamento, consulenza ostetrica, problemi di sterilità. interventi di natura psico-sociale: spazio adolescenti, giovani, consulenza alla coppia, consulenza alla famiglia, terapia sessuale. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 50
51 DMI L organizzazione dell offerta territoriale Il Consultorio familiare ad un secondo livello collabora ai programmi di educazione sanitaria, assicurando i collegamenti tra tali programmi e la propria attività diagnostica, terapeutica e di consulenza. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 51
52 DMI L organizzazione dell offerta territoriale Il Consultorio familiare le attività consultoriali sono: tutela della salute femminile; tutela della procreazione; tutela dell infanzia e dell età evolutiva; sessualità; relazioni di coppia e di famiglia; competenze genitoriali nei confronti dei figli; competenze di cure ed educazione dei minori; spazi innovativi per la pre-adolescenza, l adolescenza, i giovani, per l educazione alla affettività e alla sessualità, la prevenzione del disagio psicosociale anche familiare. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 52
53 DMI L organizzazione dell offerta territoriale Il Consultorio familiare le attività consultoriali sono: Relazioni di coppia, di famiglia e competenze genitoriali Controllo della fertilità e procreazione responsabile Prevenzione dell IVG Il percorso nascita Assistenza in gravidanza Assistenza alla puerpera ed al neonato. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 53
54 DMI L organizzazione dell offerta territoriale L Unità Multidisciplinare per l età evolutiva (UMEE) L Unità Multidisciplinare per l età evolutiva (UMEE), componente costitutiva della funzione territoriale del DMI, si attiva a fronte di disturbi dello sviluppo psicofisico dell infanzia e dell adolescenza e a situazioni di disabilità in età evolutiva. (si occupano di prevenzione, diagnosi, riabilitazione ed integrazione scolastica e sociale dei soggetti in età evolutiva 0/16 aa che si trovano in situazioni di handicap o che manifestano un disagio psicoaffettivo, un disturbo psicopatologico, un ritardo del linguaggio o dell apprendimento). CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 54
55 DMI L organizzazione dell offerta territoriale L Unità Multidisciplinare per l età evolutiva (UMEE) collaborazione all integrazione scolastica di soggetti disabili nelle scuole di ogni ordine e grado, secondo quanto stabilito dalla Legge 104/92, dal DPR e dalla DGR n del ; progettazione ed attuazione di percorsi assistenziali tra i PLS/MMG, le U.O. ospedaliere di Pediatria, quelle di NPI e tutti gli altri servizi interessati, quali le U.M.E.A., i Dipartimenti di Psichiatria, assicurando anche l integrazione socio-sanitaria con gli Enti Locali. unità multidisciplinari dell'età evolutiva (UMEE) e dell'età adulta (UMEA) CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 55
56 DMI L organizzazione dell offerta territoriale L Unità Multidisciplinare per l età evolutiva (UMEE) Il principale obiettivo è quello teso a strutturare una rete distrettuale che abbia come perno il PLS, rete che sia in grado di realizzare la diagnosi precoce e l invio per presa in carico di soggetti in età evolutiva con possibili esiti di disabilità all UMEE CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 56
57 CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 57
58 Unità operative pediatriche Nell ambito dell assistenza ospedaliera al bambino va tenuta in debito conto la "Carta europea dei bambini degenti in ospedale", doc. A2-25/86, la Risoluzione del Parlamento europeo (G.U. delle Comunità europee del , N.C 148/37). In particolare viene ribadito che il bambino deve essere curato in ospedale soltanto nel caso in cui l assistenza della quale ha bisogno non possa essere fornita a pari livello a domicilio o presso ambulatori CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 58
59 Ministero della Salute, commissione consultiva: Piano per il miglioramento del sistema di emergenza/urgenza pediatrica maggio Situazione di partenza: L accesso al P.S. pediatrico è spontaneo in circa il 90% dei casi, senza che sia stato interpellato il pediatra di libera scelta o altre figure della continuità assistenziale dell area territoriale. L analisi degli accessi al P.S. mette in evidenza che in circa il 90% dei casi si tratta di codici bianchi o verdi, ossia casi non urgenti o urgenze differibili che in gran parte potrebbero essere valutati e risolti in un contesto extraospedaliero. Queste situazioni, unitamente alla carenza di P.S. pediatrico ed al mancato coordinamento assistenziale ospedale territorio, concorrono all elevato tasso di ospedalizzazione di bambini e adolescenti nel nostro paese che, pur con sensibili differenze a livello regionale, èall incirca doppio rispetto a quello rilevato in altri paesi europei. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 59
60 L emergenza urgenza pediatrica in ospedale e la tutela della salute materno infantile Situazione di partenza: Per quanto si riferisce all area dell emergenza, ancora nel 2002 solo il 40% circa degli ospedali pubblici era dotato di un dipartimento di emergenza ed anche negli ospedali sede di DEA di I e II livello per adulti non sempre è predisposta un area con personale medico ed infermieristico specificatamente formato e adibito all emergenzaurgenza pediatrica. Una gran parte delle strutture sanitarie accreditate per l emergenza urgenza risultano pertanto inadeguate alla gestione ottimale in acuto del bambino e dell adolescente, per mancanza di professionalità pediatriche e/o di ambienti, apparecchiature, attrezzature e materiali di consumo idonei a questa fascia di età. Non è adeguatamente valorizzato il ruolo degli ospedali pediatrici. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 60
61 ALCUNI INTERVENTI: la Pediatria di gruppo, deve garantire la continuità assistenziale sul territorio almeno 12 ore su 24 per 7/7 giorni alla settimana da parte dei pediatri di libera scelta, in linea con le indicazioni del Piano Sanitario Nazionale Dedicare più tempo a bambini con problemi acuti o cronici. Delegare a nuove figure professionali, come l Infermiere/a Pediatrico/a diplomato nello specifico Corso di Laurea breve, molte delle funzioni ora svolte dal pediatra di libera scelta, come quelle di puericultura, di educazione alla salute e alimentare, di contenimento delle ansie dei genitori e di prima valutazione di problematiche di tipo socio sanitario. Sperimentare nuovi modelli di organizzazione (osservazione temporanea, test rapidi, sviluppo di alcune specialità pediatriche, ecc.). Dedicare maggiore attenzione alle problematiche dell adolescenza. Migliorare la qualità dell assistenza. Attuare programmi di educazione e di prevenzione sanitaria collettiva con interventi mirati nelle scuole e nelle famiglie. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 61
62 ALCUNI INTERVENTI: Dedicare più tempo all aggiornamento, alla valutazione, alla formazione. Sperimentazione di nuovi modelli di inserimento del Pediatra di libera scelta all interno della Medicina Generale di gruppo, privilegiando l assistenza della popolazione pediatrica da 0 a 6 anni e prevedendo la consulenza per le età successive e attività formative e di educazione alla salute nella scuola mediante un rilancio della pediatria di comunità. Dove non è possibile organizzare un servizio di continuità assistenziale pediatrica o negli orari non coperti da quest ultima, il servizio di continuità assistenziale territoriale integra l assistenza pediatrica di base, purché i medici del servizio abbiano una adeguata formazione pediatrica, certificata da corsi di formazione accreditati dalle Società scientifiche di area pediatrica e da frequenza presso UU.OO. pediatriche e studi di pediatri accreditati alla funzione di tutor. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 62
63 ALCUNI INTERVENTI: La riconversione dei piccoli ospedali unitamente a una migliore organizzazione dei distretti può essere l occasione per assicurare le migliori cure garantendo anche assistenza ambulatoriale specialistica, osservazione temporanea, day hospital là dove necessario. Il personale operante sui mezzi di soccorso deve avere una specifica formazione mirata all intervento di tipo pediatrico. Tutti i mezzi di soccorso devono essere dotati di dispositivi e farmaci adatti all intervento di tipo pediatrico. CdL Specialistica Dott.ssa Paola Sabbion 63
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