Capitolo 3 Formare alla comunicazione.

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1 Appunti utili per il secondo esonero di Psicologia delle emozioni e della comunicazione: 28 maggio Capitolo 3 Formare alla comunicazione. La comunicazione è un aspetto fondamentale della vita dell'uomo e proprio per questo spesso gli aspetti qualitativi di essa sfuggono alla consapevolezza. Nella comunicazione tanti sono gli aspetti extra linguistici che però non vengono studiati quanto le regole del linguaggio. La comunicazione nel ruolo dell'educatore diventa strumento di intervento elettivo. Definire la comunicazione. La comunicazione fa parte dell'essenza stessa dell'essere umano ed è una competenza che interessa diversi ambiti di studio. Comunicazione e il relazionarsi sono aspetti strettamente connessi tra loro. Il modello lineare. È un modello che semplifica il fenomeno comunicativo ad una trasmissione e ricezione di informazioni. Solo nel dopoguerra si accende l'interesse sulla comunicazione. Un emittente e un ricevente, tra cui passa, attraverso uno specifico canale, un segnale (il messaggio) che deve essere codificato alla fonte e decodificato dal ricevente. Ma questo modello ha dei limiti evidenti: si concentra sugli aspetti di tipo quantitativo escludendo l'analisi del significato, ovvero gli aspetti qualitativi; la scelta del tipo di codice, il modo di comunicare un dato messaggio e la scelta del ricevente influiscono sulla comprensione del messaggio; il significato del messaggio è in continua trasformazione perché esso si definisce all'interno della relazione durante l'interazione. La pragmatica della comunicazione. Lo scambio comunicativo viene scisso in 3 aspetti fondamentali: Sintassi, che si riferisce alle regole grammaticali. Semantica, che si occupa del significato. Pragmatica, legata all'uso che si fa della comunicazione e si occupa della relazione tra i comunicanti, del contesto in cui avviene la comunicazione e dei sui effetti sul comportamento. Sperber e Wilson: comunicazione come processo inferenziale. Quando si comunica si esibiscono degli indizi che possono essere linguistici o extra linguistici il cui significato viene ricevuto e compreso grazie a elementi di conoscenza condivisi con l'interlocutore. La comunicazione si svolge in due momenti, uno ostensivo (in cui si produce un indizio) e uno inferenziale (in cui il ricevente interpreta l'indizio). Grice: la comunicazione è un atto cooperativo fondato sulla condivisione di alcuni principi conversazionali, si condivide con l'interlocutore uno scopo comune. Aspetto centrale della pragmatica è il principio di pertinenza, ovvero chi comunica assume implicitamente di avere qualcosa di pertinente da dire. Bara: redige una tassonomia generale della comunicazione in cui si trovano i principi generali (principio della cooperazione, principio dell'attenzione comune, principio dell'intenzionalità comunicativa, principio della simbolicità della comunicazione, principio della conoscenza condivisa, principio di conversazione e principio della dipendenza culturale). 1

2 Pearce: si focalizza sugli aspetti sociologici della comunicazione e pone l'attenzione sul lavoro di costruzione sociale. La relazione non è basata perlopiù sul passaggio di informazioni tra individui ma sulla loro capacità di condividere una cultura. La comunicazione è dunque intesa come condivisione. Gli assiomi della comunicazione. Il gruppo di Palo Alto, dove i maggiori esponenti sono Watzlawick, Beavin e Jackson, hanno fornito dati molto importanti per la teoria e l'analisi della comunicazione interpersonale. Per questi ricercatori la comunicazione è attivata dalle relazioni, dipende da queste, le definisce e le modifica. Essi hanno enunciato degli assiomi sulle caratteristiche fondamentali dello scambio comunicativo. 1. Tutto il comportamento ha valore di messaggio ed è quindi comunicazione, chiunque con il proprio comportamento è portatore di messaggi o informazioni. Perciò non si può nopn comunicare. 2. In ogni messaggio si può distinguere un livello di contenuto e uno di relazione, di modo che il secondo classifica il primo ed è, quindi, metacomunicazione. Conoscendo la relazione che si ha con l'interlocutore è possibile comprendere il diverso significato del contenuto in quel determinato contesto. Si tratta di metacomunicazione poiché si tratta di una comunicazione sulla comunicazione. 3. La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti. Ovvero nella sequenza comunicativa a seconda della punteggiatura (il punto di vista che si tiene in considerazione) cambia l'interpretazione del comportamento dell'altro e, quindi, del proprio in risposta ad esso. 4. Gli essere umani comunicano siano con il modulo numerico (o digitale, ovvero la comunicazione verbale) che con quello analogico (cioè i gesti, la mimica, la postura, il tono della voce, le pause, ecc.) la comunicazione non verbale accompagna quella verbale. 5. Gli scambi comunicativi possono essere simmetrici (in cui i due interlocutori sono posti sullo stesso piano) o complementari (in cui uno dei due interlocutori occupa una posizione inferiore o superiore all'altro) a seconda che siano basati su uguaglianze o differenze. Una relazione è equilibrata quando si alternano situazioni di simmetria e di complementarità. La comunicazione non verbale. Attraverso il linguaggio del corpo, gli atteggiamenti, il movimento degli occhi, il tono della voce comunichiamo una quantità enorme di informazioni che è importante saper sia codificare che decodificare. Il linguaggio non verbale è un linguaggio diretto, in cui il volto è il canale principale per esprimere le emozioni. 1. Volto: esso ha una funzione primaria anche perché è il canale sul quale si può esercitare maggior controllo. Indicatori facciali: sopracciglia o movimenti della fronte per capire l'attenzione dell'altro interlocutore. 2. Sguardo: ha un ruolo importante nei rapporti interpersonali, le espressioni degli occhi in particolare sono usati per lo più in maniera inconsapevole. Lo sguardo ha funzioni diverse. 3. Comportamento spaziale: ovvero qualsiasi modo di porsi fisicamente nei confronti degli altri durante la conversazione. Si può avere - contatto corporeo, esso è un esigenza fondamentale dell'individuo fin dalla nascita. Anche l'autocontatto è una forma di contatto fisico che fornisce informazioni importanti sull'individuo. - distanza interpersonale, a seconda della distanza tra gli interlocutori si avranno sensazioni differenti, una vicinanza troppo stretta con delle persone ritenute estranee crea disagio. - orientamento nello spazio, l'angolatura che si assume durante la conversazione rispetto all'altro interlocutore. - postura, essa varia con lo stato emotivo anche se può essere determinata anche da regole 2

3 sociali. 4. Gesti: si usano per comunicare qualcosa a chi ci guarda e sono particolarmente utili quando non è possibile l'utilizzo della parola. - gesti simbolici o emblematici, segnali fatti intenzionalmente e condivisi dalle altre persone. - gesti illustratori, movimenti che mimano ciò che si sta dicendo. - gesti regolatori: indicano se l'interlocutore è interessato o no oppure vorrebbe interrompere la comunicazione. Abitualmente sono cenni della testa o delle mani. - gesti indicatori dello stato emotivo. - gesti di adattamento, possono essere rivolti verso sé stessi o verso gli oggetti, essi a differenza degli altri di per sé non servono ad inviare messaggi. 5. Voce e aspetti non verbali del parlato: il controllo sulla voce è molto difficile perciò questo canale è utile per capire gli stati emotivi. La comunicazione nei gruppi. La comunicazione non avviene solo tra due interlocutori ma anche in gruppo, per questo è importante dare una definizione di gruppo: esso è qualcosa di diverso dalla semplice somma dei suoi membri, ha una struttura propria, fini specifici e relazioni particolari con altri gruppi. Tra i suoi membri vi è interdipendenza e un cambiamento all'interno di esso interessa tutti i componenti. Alla base della costruzione di un gruppo vi sono gli affetti e le motivazioni psicologiche dei singoli partecipanti. All'interno del gruppo c'è una rete comunicativa che determina in che modo gli individui comunicano, essa è utile a capire in che modo il gruppo prende decisioni e agisce. Esistono differenti strutture comunicative che non dipendono dalla distanza fisica ma dal modo in cui i legami sono ordinati. Esistono due indice che descrivono le diverse strutture comunicative: Indice di distanza, il numero minimo dei legami di comunicazione che un membro del gruppo deve attraversare per comunicare con un altro componente. Indice di centralità, è la misura di quanto il flusso di informazioni nel gruppo sia centrato su un solo individuo. Degli studi hanno rilevato che le diverse strutture comunicative influenzano i processi, l'efficienza e la produttività del gruppo come la motivazione al lavoro. Nel caso di un gruppo centralizzato i compiti solitamente sono svolti in modo più veloce però è possibile che si sovraccarichi cognitivamente l'elemento centrale e che gli altri partecipanti non si sentano partecipi al compito e quindi siano demotivati. È importante saper riconoscere una rete comunicativa in modo da capire se questa è la migliore applicabile a quel gruppo. Aspetti della comunicazione interpersonale di particolare rilevanza nelle relazioni. La comunicazione assertiva. Si tratta di una competenza relazionale che permette di riconoscere le proprie emozioni e i propri bisogni e di comunicarli agli altri, essa nasce dall'armonia tra le abilità sociali, le competenze emotive e il pensiero razionale. Essa è una competenza relazionale fondamentale ed è importante sapere che il riconoscimento delle emozioni dell'altro passa attraverso il riconoscimento delle proprie e il rispetto dei bisogni dell'altro è possibile solo se è presente il rispetto di sé. 5 obiettivi principali della formazione assertiva: 1. Abilità di riconoscere le proprie emozioni e di percepirle come un arricchimento nella relazione con l'altro. 2. Capacità di esprimere le emozioni con la CV e la CNV. 3. Capacità di essere assertivi. 3

4 4. Capacità di apprezzare sé stessi e gli altri e disponibilità a valorizzare gli aspetti positivi delle esperienze fatte. 5. Consapevolezza di poter decidere sui fini della propria vita. L'ascolto attivo. Ascoltare è un abilità e non è un bisogno ma un dono che facciamo al nostro interlocutore. L'ascolto attivo è utile per comunicare all'altro che lo si comprende e lo si accetta come persona. Esistono dei passaggi che attivano l'ascolto attivo: ascolto passivo: si ascolta senza interrompere ciò che l'altro ha da dire, i suoi problemi. Messaggi di accoglimento: messaggi verbali e non verbali che sottolineano il nostro ascolto. Inviti calorosi: sono messaggi verbali che incoraggiano l'altro a spiegare meglio ciò che sente senza essere giudicato. Ascolto attivo: chi ascolta riflette sul contenuto del messaggio dell'altro e glielo restituisce con parole diverse. L'ascolto attivo non è solo ripetere ciò che ci è stato detto ma restituire all'altro il contenuto emotivo della comunicazione. Il messaggio Io. Esso è una tecnica complementare a quella dell'ascolto attivo ed è usato quando l'individuo si trova egli stesso in difficoltà a causa del comportamento di un altro con cui entra in conflitto. Il messaggio Io viene anche chiamato tecnica del confronto in quanto si tratta di mettere a confronto i propri sentimenti con ciò che crea il malessere. Questa tecnica si compone di 3 momenti: 1. Descrizione del comportamento che crea il problema. 2. Descrizione dell'effetto concreto che il problema ha su chi parla. 3. Descrizione degli effetti soggettivi del problema. Usando il messaggio Io non si esprime alcun giudizio sulla persona che compie l'azione, si mette in evidenza che è il comportamento che provoca il problema e non la persona in toto. L'utilizzo del feedback nella relazione: la direzione della comunicazione. La direzione della comunicazione può essere ad una via o a due vie. La comunicazione ad una via è quella in cui il messaggio è espresso dal emittente e raccolto dal ricevente che non ha la possibilità di intervenire. Essa è una comunicazione più rapida e risulta più ordinata per contro però essa non crea relazione con l'altro di cui non si tengono conto le esigenze. La comunicazione a due vie è quella in cui il ricevente può rispondere con domande di chiarimento, essa è meno rapida e più confusionaria. In questo tipo di comunicazione dunque è presente l'elemento dei feedback ovvero tutte le informazioni che vengono rimandate dal ricevente e che sono relative alle reazioni indotte dall'attività dell'emittente. Il feedback consente all'emittente di rendersi conto se chi ascolta ha capito o se è interessato, solitamente chi parla dovrebbe favorire dei feedback espliciti attraverso delle pause per interventi e domande. Questo tipo di comunicazione permette di creare una relazione con l'altro e prevede che chi parla si adegui continuamente ai tempi di comprensione di chi ascolta. Le ragioni della formazione alla comunicazione in ambiti lavorativi specifici. Formare alla comunicazione in ambito sanitario. La realtà sanitaria è molto complessa e formata da una fissa rete di interazione a vari livelli, infatti l'operatore sanitario comunica con il paziente, con i familiari ma anche con i colleghi, con i superiori e con operatori di diverse unità. In questo caso una buona gestione delle relazioni attraverso una buona comunicazione interpersonale è fondamentale. Inoltre saper comunicare è una condizione sine qua non è impossibile costruire una relazione d'aiuto che favorisca il paziente. È importante che la comunicazione in ambito sanitario non si basi su un atteggiamento direttivo ma 4

5 che sia volta allo sviluppo dell'autonomia del paziente, in più bisogna sempre tenere presente che il modo in cui si fornisce un informazione incide sulla capacità del soggetto di comprendere tale messaggio. La comunicazione non è un fatto che accade, ma uno strumento che può essere appreso e migliorato per essere usato all'interno della relazione. Formare alla comunicazione in ambito scolastico. L'insegnante è una professione che più di altre si relazione con gruppi, di allievi, di genitori e di colleghi. Alla scuola è demandato il compito della crescita relazionale degli allievi; l'insegnante perciò ha due compiti quello di instaurare un rapporto interpersonale con ognuno dei suoi allievi e quello di facilitare il rapporto tra essi. Per questi motivi è di fondamentale importanza utilizzare bene la comunicazione interpersonale. Tabella 3.1 Le possibili barriere alla comunicazione secondo Gordon (1991). Esistono 12 atteggiamenti da evitare per non rischiare di interrompere la comunicazione e danneggiare la relazione: 1. ordinare ed esigere. 2. Minacciare. 3. Fare la morale. 4. Dare soluzioni già pronte. 5. Persuadere con argomentazioni logiche. 6. Giudicare, disapprovare e criticare. 7. Fare complimenti e approvare immeritatamente. 8. Umiliare e ridicolizzare. 9. Interpretare, diagnosticare e analizzare. 10. Consolare e minimizzare. 11. Schivare il problema e cambiare argomento. 12. Informarsi e interrogare. Quest'opera è stata rilasciata sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-condividi allo stesso modo 2.5 Italia. Per leggere una copia della licenza visita il sito web o spedisci una lettera a Creative Commons, 171 Second Street, Suite 300, San Francisco, California, 94105, USA. 5

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