TURISMO SOSTENIBILE: CRONISTORIA DI UN MOVIMENTO GLOBALE
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- Taddeo Venturi
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1 TURISMO SOSTENIBILE: CRONISTORIA DI UN MOVIMENTO GLOBALE (dal documento della Regione Toscana: linee guida per progetti di cooperazione nello sviluppo turistico sostenibile ) Il concetto di Turismo Sostenibile si sviluppa e si articola in parallelo a quello più ampio di Sviluppo Sostenibile, generato da un vasto e composito movimento culturale di matrice ambientalista che a partire dagli anni 70 si diffonde rapidamente nei paesi occidentali interessando l urbanistica, l economia, la politica e infine le istituzioni. Nel 1967, in occasione del I anno internazionale del turismo promosso dall' OMT (Organizzazione Mondiale del Turismo) si manifestano le prime osservazioni critiche, da parte di organizzazioni religiose, sull'impatto del turismo su popoli e nazioni. Nel corso degli anni 70 si moltiplicano le pubblicazioni che denunciano le ricadute negative del turismo di massa sui paesi poveri e cominciano a teorizzare un nuovo tipo di turismo attento all'impatto ambientale e socioculturale sui paesi di destinazione. Nel 1971 il WTO adotta la Carta di Vienna in cui si esplicitano in modo chiaro e ufficiale per la prima volta le valenze non soltanto economiche ma anche sociali e culturali dello sviluppo turistico; Nel settembre 1980 nella conferenza dell'omt a Manila viene ribadita l importanza del turismo per lo sviluppo economico ma si segnala anche la necessità di garantire la salvaguardia delle risorse naturali e culturali delle destinazioni; in quella occasione viene anche indetta la Conferenza Cristiana d'asia che denuncerà il ruolo delle multinazionali nel settore sollevando anche la questione del turismo sessuale. Nel 1984 in Thailandia si svolge la terza conferenza mondiale di quello che ormai è un movimento di protesta contro il turismo di massa, durante la quale, finalmente emerge la speranza e la volontà di costruire un turismo realmente diverso. Nel settembre 1985, in occasione della 60 assemblea annuale del WTO a Sofia, viene approvata la Carta del Turista in cui si enunciano i principi a cui devono attenersi i turisti e le comunità ospitanti, rimarcando la necessità di rispettare le risorse e le identità delle destinazioni turistiche; Dalla conferenza del 1986 in Germania, nella quale per la prima volta sono invitati i rappresentanti dei paesi più poveri, viene prodotto nel 1987 il rapporto BRUNTLAND in cui compare il concetto di Sostenibilità dello sviluppo; La Conferenza Interparlamentare sul Turismo organizzata dal WTO a Hague (Olanda) dal 10 al 14 aprile 1989, richiamando la Dichiarazione Universale del Diritti dell Uomo adottata dall Assemblea delle N.U. il e il rapporto Bruntland, afferma la necessità di rispettare le soglie di tolleranza naturali, fisiche e culturali delle destinazioni (Carryng Capacity) Nel 1992, durante la Conferenza sullo Sviluppo della Terra organizzata dall ONU a Rio de Janeiro, viene sottoscritta da 180 paesi, tra cui l Italia, la ormai famosa Agenda 21 - Obiettivi e Strategie per il 21 secolo - che dà un impulso potente alla formulazione di politiche globali e nazionali tese ad assicurare uno Sviluppo Sostenibile, espressione entrata da allora nel vocabolario quotidiano di Statisti, Governanti e Amministratori. Nel 1993, in occasione dell'incontro annuale di TEN in Olanda, nasce in Italia un centro di ricerca e la formazione di accompagnatori che conducano viaggi responsabili nei paesi del Sud del mondo. A Milano si tiene un primo seminario sull'argomento.
2 Il 27/28 aprile 1995 si svolge a Lanzarote - Isole Canarie (Spagna), la Prima Conferenza Mondiale sul Turismo Sostenibile che, richiamando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la Conferenza delle Nazioni Unite su Turismo e Viaggi Internazionali del 1963, la Convenzione sulla Biodiversità, la Convenzione del Patrimonio Mondiale, la Dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo, le raccomandazioni dell'agenda 21, la dichiarazioni di Manila sul Turismo Mondiale, la Dichiarazione dell'aja e la Carta del Turismo, approva la celebre Carta per un Turismo Sostenibile, vera pietra miliare di questo processo, che definisce con chiarezza e passione quelli che rimarranno i contenuti chiave del concetto e delle strategie di Turismo Sostenibile.
3 Il 22 ottobre 1995 viene approvata dalla Conferenza WTO del Cairo la Dichiarazione contro lo sfruttamento sessuale nel turismo, particolarmente quello infantile, sovversivo dei valori fondanti del turismo stesso, chiamando governi e operatori ad applicare misure di prevenzione e controllo. Nel 1996 la conferenza del BITS (Bureau International du Tourisme Social) approva la Dichiarazione di Montreal che ribadisce la centralità dello sviluppo del turismo sociale (ri)definendone le caratteristiche, richiama l attenzione su forme inaccettabili di sfruttamento delle popolazioni locali, che vanno fino alla prostituzione infantile, chiarisce con fermezza che gli apporti del turismo devono andare a beneficio di tutta la comunità, devono contribuire allo sviluppo sociale ed economico delle regioni e delle popolazioni nel loro insieme. Il settore turistico deve produrre occupazione e garantire, nello stesso tempo, i diritti fondamentali delle persone che vi lavorano. Nel 1997, l'assemblea Generale delle Nazioni Unite tiene una sessione speciale per valutare i progressi dei primi cinque anni dall'approvazione dell'agenda 21 (Rio+5). L'Assemblea riconosce il carattere di disparità del progresso, e ne identifica i tratti caratteristici, compresa la crescente globalizzazione, che ampliano le disparità di reddito e continuano il deterioramento dell'ambiente. Il 23 novembre 1997 a Verona undici associazioni impegnate a vario titolo sul fronte del turismo fondano l AITR (Associazione Italiana per il Turismo Responsabile) e sottoscrivono un documento intitolato "Turismo responsabile: Carta d'identità per viaggi Sostenibili". Sempre nel 1997 (11 dicembre) nella città giapponese di Kyoto viene firmato l omonimo Protocollo in occasione della Conferenza COP3 della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) ed il riscaldamento globale. È entrato in vigore il 16 febbraio 2005, dopo la ratifica da parte della Russia. Il trattato prevede l'obbligo in capo ai paesi industrializzati di operare una drastica riduzione delle emissioni di elementi inquinanti (biossido di carbonio e altri cinque gas serra, precisamente metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoro di zolfo) in una misura non inferiore al 5,2% rispetto alle emissioni rispettivamente registrate nel 1990 (considerato come anno base), nel periodo È anche previsto lo scambio (acquisto e vendita) di quote di emissione di questi gas. Perché il trattato potesse entrare nella pienezza di vigore si richiedeva che fosse ratificato da non meno di 55 nazioni firmatarie, e che le nazioni che lo avessero ratificato producessero almeno il 55% delle emissioni inquinanti; quest'ultima condizione è stata raggiunta solo nel novembre del 2004, quando anche la Russia ha perfezionato la sua adesione. Il 1 ottobre 1999, durante la Conferenza WTO a Santiago del Cile, viene adottato il Codice Mondiale di Etica del Turismo, che arricchisce, articola e sistematizza gli assunti e gli obiettivi del turismo sostenibile definiti alcuni anni prima a Lanzarote. Il 2002 viene dichiarato "Anno Internazionale dell'ecoturismo" dalle Nazioni Unite. Con il patrocinio di United Nations Environment Programme (UNEP) e di World Tourism Organization (WTO) si svolge a Quebec, in Canada, dal 19 al 22 maggio, il Vertice Mondiale dell Ecoturismo in preparazione della Conferenza di Johannesburg sullo Sviluppo Sostenibile che si terrà nel mese di settembre dello stesso anno. Nel corso del vertice vengono tracciati i confini e le peculiarità dell Ecoturismo rispetto al più generale concetto di turismo sostenibile. Al Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile (Earth Summit 2002) di Johannesburg viene confermato
4 l'impegno delle Nazioni Unite per il pieno adempimento di Agenda 21 approvandone il Piano di Esecuzione, insieme al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e ad altri accordi internazionali. Dal 9 all 11 aprile 2003 si svolge a Djerba, in Tunisia, la Prima Conferenza Internazionale su Cambiamento Climatico e Turismo, organizzata dal WTO, nella quale, facendo riferimento al protocollo di Kyoto, si richiama l attenzione di governi e operatori sull urgenza di nuove e più corrette metodologie di utilizzo delle risorse naturali nelle attività turistiche, particolarmente nei paesi più piccoli e poveri; In data 19 gennaio 2006, Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha approvato la cosiddetta Dichiarazione di Barcellona sul Turismo Sociale, in cui si affrontano le questioni legate alla più equa e diffusa fruizione del al turismo, riconosciuto come diritto pertinente a tutti i cittadini indipendente dalle condizioni economiche e sociali.
5 DEFINIZIONI DI TURISMO SOSTENIBILE Quella del turismo sostenibile è stata e rimane una categoria concettuale in evoluzione, le cui definizioni si sono precisate e sviluppate nel corso del tempo, parallelamente alla crescita della sensibilità sulle tematiche che ne sono alla base; su cui si sono innestate anche vecchie e nuove definizioni connotate da aree di valori e contenuti più specialistici e circoscritti, in particolare quelle di Turismo Sociale, Responsabile, Accessibile, e di Ecoturismo. La prima consapevole e sistematica definizione del Turismo Sostenibile è generalmente considerata quella contenuta nella Carta di Lanzarote (1995) che, già nelle premesse, stabilisce il quadro problematico di riferimento: riconoscendo che il turismo è un fenomeno ambivalente poiché può potenzialmente contribuire al raggiungimento di obiettivi socio-economici e culturali ma può anche, allo stesso tempo, essere causa del degrado ambientale e della perdita di identità locali, deve essere affrontato con un approccio globale; consapevoli che le risorse sulle quali è basato il turismo sono limitate e che c'è una richiesta crescente per una migliore qualità dell'ambiente. Per poi passare successivamente, in modo conciso ma estremamente efficace, all individuazione dei principi base del turismo sostenibile: (Stralci liberamente estratti) - Deve essere ecologicamente sostenibile nel lungo periodo, economicamente conveniente, eticamente e socialmente equo nei riguardi delle comunità locali. - Il turismo dovrebbe assicurare un'evoluzione accettabile per quanto riguarda l'influenza delle attività sulle risorse naturali, sulla biodiversità e sulla capacità di assorbimento dell'impatto e dei residui prodotti. - Il turismo deve valutare i propri effetti sul patrimonio culturale e sugli elementi, le attività e le dinamiche tradizionali di ogni comunità locale. - Il contributo attivo del turismo a uno sviluppo sostenibile presuppone necessariamente solidarietà, rispetto reciproco e partecipazione da parte di tutti gli attori coinvolti nel processo, e in particolare degli autoctoni dei paesi coinvolti. - La conservazione, la protezione e la consapevolezza del valore delle nostre risorse naturali e culturali costituiscono un'area privilegiata per la cooperazione; - La protezione della qualità della destinazione turistica e la capacità di soddisfare i turisti devono essere determinate dalle comunità locali in consultazione con gli enti coinvolti e le parti interessate; - Per essere compatibile con lo sviluppo sostenibile, il turismo dovrebbe basarsi sulla diversità delle opportunità offerte dalle economie locali. Dovrebbe quindi essere completamente integrato con lo sviluppo economico locale e contribuire positivamente allo stesso. - Gli spazi ambientalmente e culturalmente vulnerabili, ora e in futuro, dovranno avere una priorità particolare nella cooperazione tecnica e negli aiuti finanziari per uno sviluppo del turismo sostenibile.
6 - Attenzione dovrebbe essere prestata al ruolo e agli effetti ambientali dei trasporti nel turismo e dovrebbero essere individuati e sviluppati strumenti economici per ridurre l'uso di energie non rinnovabili. La successiva adozione del Codice Mondiale di etica del Turismo, avvenuta a Santiago del Cile nel 1999, articola ulteriormente valori e comportamenti del turismo sostenibile: - I responsabili dello sviluppo turistico e i turisti stessi dovranno rispettare le tradizioni e le pratiche sociali e culturali di tutti i popoli, comprese quelle delle minoranze e delle popolazioni autoctone, e riconoscere il loro valore. - Le attività turistiche dovranno essere condotte in armonia con le specificità e le tradizioni delle regioni e dei paesi di accoglienza e nel rispetto delle loro leggi, usi e costumi. - Le comunità di accoglienza, da una parte, ed i professionisti del posto, dall altra, dovranno imparare a conoscere e rispettare i turisti che li visitano, ed informarsi sui loro stili di vita, gusti e aspettative; - Le attività turistiche dovranno rispettare l uguaglianza degli uomini e delle donne; dovranno promuovere i diritti umani e, soprattutto, i diritti particolari dei gruppi più vulnerabili, specialmente dei bambini, delle persone anziane o portatrici di handicap, delle minoranze etniche e delle popolazioni autoctone. - Lo sfruttamento degli esseri umani in qualsiasi forma, in modo particolare quello sessuale, e specialmente quando si riferisce ai bambini, si scontra con gli obiettivi fondamentali del turismo e costituisce la negazione dello stesso;
7 - Tutti i responsabili dello sviluppo turistico dovranno salvaguardare l ambiente e le risorse naturali, con la prospettiva di una crescita economica sana, continua e sostenibile, tale da soddisfare in modo equo le necessità e le aspirazioni delle generazioni future; - Tutte le forme di sviluppo turistico che permettono di economizzare le risorse naturali rare e preziose, in particolare l acqua e l energia, nonché di evitare per quanto possibile la produzione di rifiuti dovranno essere privilegiate ed incoraggiate dalle autorità pubbliche, nazionali, regionali e locali. - Lo scaglionamento sia in termini di tempo che spazio dei flussi di turisti e visitatori, specialmente quelli derivanti dai congedi retribuiti e dalle vacanze scolastiche, così come una distribuzione delle ferie più equilibrata, dovrebbero essere incoraggiati.. - Le infrastrutture turistiche dovranno essere concepite e le attività turistiche programmate in modo tale da tutelare il patrimonio naturale costituito dagli ecosistemi e dalla biodiversità e da preservare le specie minacciate della fauna e della flora selvatiche; - Il turismo nella natura e l ecoturismo sono riconosciuti come forme di particolare arricchimento e valorizzazione del turismo, a condizione che rispettino il patrimonio naturale e le popolazioni locali - Dovrà essere incoraggiato l accesso del pubblico ai beni ed ai monumenti culturali privati, così come agli edifici religiosi - L attività turistica dovrà essere concepita in modo tale da permettere ai prodotti culturali ed artigianali tradizionali ed al folklore di sopravvivere e prosperare piuttosto che causare un loro impoverimento e standardizzazione. - Le popolazioni locali dovranno prendere parte alle attività turistiche e condividere in modo equo i benefici economici, sociali e culturali che queste determinano, con particolare riferimento alla creazione dell occupazione diretta ed indiretta che ne consegue. - La concezione urbanistica ed architettonica e la gestione delle stazioni turistiche e delle strutture di accoglienza dovranno mirare ad una loro integrazione, nella misura possibile, nel tessuto economico e sociale locale; in caso di pari capacità, la priorità dovrà essere accordata alla manodopera locale. Il turismo responsabile Sebbene nei documenti del WTO i due termini siano usati spesso in modo intercambiabile, si è consolidata nel tempo l adozione del termine di Turismo Responsabile per indicare l insieme di valori e norme di comportamento da seguire da parte di chi fa turismo. Se il concetto di Turismo Sostenibile fa dunque riferimento alle politiche dei Governi nazionali e locali ed è quindi principalmente rivolto agli attori dell offerta turistica, il Turismo Responsabile ne è la speculare riproposizione a chi compone la domanda turistica e dunque principalmente agli operatori dell outgoing e agli stessi turisti; valori e prescrizioni sono dunque pensati per essere compresi e attuati da parte degli utenti finali del turismo, di coloro che viaggiano, che visitano paesi stranieri. Nel 1997 è nata AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile), un'organizzazione che ha per scopo la diffusione dei principi contenuti nella Carta d'identità per viaggi sostenibili, sottoscritta all'atto della fondazione. Nell ottobre 2005, a Cervia, L AITR approva la seguente definizione di Turismo Responsabile: Il turismo responsabile è il turismo attuato secondo principi di giustizia sociale ed economica e nel pieno rispetto dell ambiente e delle culture. Il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente
8 responsabile del proprio territorio. Opera favorendo la positiva interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori. Se per sostenibilità si intende un modo di operare che possa essere "sopportato" dall'ambiente in senso lato (naturale, umano) in modo da conservarne nel tempo la qualità e le caratteristiche essenziali, e per responsabilità la consapevolezza delle proprie azioni e l'impegno a farsi carico delle conseguenze, allora i due termini si completano l'un l'altro: infatti il turismo per poter essere sostenibile deve necessariamente perseguire la responsabilità, a tutti i livelli, e un turismo in cui tutti i soggetti coinvolti svolgano il proprio ruolo con responsabilità, nel rispetto reciproco, non può che essere sostenibile. Anche come turisti abbiamo la possibilità di fare qualcosa. Possiamo esercitare il nostro potere decisionale, indirizzando le nostre scelte verso soluzioni più rispettose dell'ambiente e della gente nei luoghi di destinazione. Questo implica in primo luogo la necessità di essere informati, di riflettere sui nostri reali bisogni e aspettative, per poter scegliere il tipo di vacanza e di destinazione più "adatti" a noi. Il passo successivo riguarda l'organizzazione del viaggio, la scelta del Tour Operator o delle sistemazioni e dei mezzi di trasporto, se siamo viaggiatori indipendenti. Infine, durante il viaggio, il modo in cui ci rapportiamo con la gente, quello che mangiamo, quello che acquistiamo, il modo in cui ci comportiamo, tutto può contribuire a fare di noi un viaggiatore responsabile. In Italia sono nate molte associazioni che organizzano viaggi e vacanze di turismo responsabile, spesso nell area della militanza cattolica e in quella ambientalista, portatrici di una forte carica etica, qualche volta contrassegnate anche da venature ideologiche anticonsumiste e anticapitalistiche; molto diverse da
9 Tour Operators commerciali come Nouvelle Frontiers o Avventure nel Mondo, queste associazioni, che organizzano anche campi di lavoro volontario, non hanno finalità commerciali ma solidaristiche, proponendosi come primario orizzonte ideale l aiuto ai paesi poveri del sud del mondo. A Firenze opera un sito internet patrocinato dal Comune che promuove questo tipo di turismo e le associazioni collegate, Sportello EcoEquo, che così definisce il Turismo Responsabile: Il turismo responsabile consiste in un nuovo modo di viaggiare la cui prima caratteristica è quella della consapevolezza delle proprie azioni e delle conseguenze che possono provocare in società così diverse dalle nostre e dalle realtà dei paesi di destinazione, sia a livello socio-culturale che ambientale ed economico. Esso si fonda su un codice etico e di comportamento che fa si che il viaggio risulti un percorso attentamente preparato e sia guidato da operatori che conoscono bene il luogo di destinazione, meglio se accompagnatori locali, che non guideranno il viaggiatore verso il solito circuito turistico ma verso la conoscenza di una realtà specifica e significativa in termini esistenziali e culturali. Il gruppo sceglierà quei servizi che potranno finanziare le piccole comunità di accoglienza evitando accuratamente servizi e strutture legate alla grande industria turistica. L ecoturismo Con questo termine il WTO definisce il turismo in aree naturali ma, diversamente da quanto ci si potrebbe aspettare, non solo e non tanto il turismo rispettoso delle risorse e degli equilibri naturali quanto una più generale modalità di fare turismo nel rispetto della sostenibilità delle comunità ospitanti, e in questo senso si avvicina molto al concetto di Turismo Responsabile prima descritto. La Dichiarazione di Quebec sull Ecoturismo (maggio 2002), prodotta dal World Ecotourism Summit in occasione dell Anno Internazionale dell Ecoturismo voluto da UNEP e WTO, affronta il tema in modo organico articolando una vera e propria carta dei principi e raccomandandone la discussione e l accoglimento al Successivo Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile che si svolgerà a Johannesburg nei mesi di Agosto e Settembre. Nella Dichiarazione si enunciano quei principi che distinguono l ecoturismo dal più largo concetto di Turismo Sostenibile : - Contribuisce attivamente alla conservazione del patrimonio naturale e culturale; - Coinvolge le comunità locali e indigene nella sua programmazione, sviluppo e attività, contribuendo al loro benessere; - Riesce a far comprendere ai visitatori il valore del patrimonio naturale e culturale della località ospitante; - Si rivolge preferibilmente a viaggiatori indipendenti, come pure a piccoli gruppi organizzati; La carta, come si vede, piuttosto che da preoccupazioni di tipo ecologico in senso stretto è ispirata a una visione generale del rispetto delle destinazioni, particolarmente dei fattori costituenti l identità culturale. I partecipanti al Forum: - Riconoscono la diversità culturale associate con molte aree naturali, in particolare per la presenza storica di comunità locali e indigene, alcune delle quali hanno mantenuto le loro conoscenze tradizionali, usi e costumi, molti dei quali hanno dimostrato di sopravvivere nei secoli; - Ribadiscono che è ormai dimostrato che i fondi destinati alla conservazione e valorizzazione di aree ricche di peculiarità naturali e culturali sono insufficienti in tutto il mondo; - Riconoscono inoltre che molte di queste aree sono spesso abitate da popolazioni in condizioni di povertà, a cui spesso manca assistenza medica, istruzione, sistemi di comunicazione e altre infrastrutture necessarie a reali opportunità di sviluppo;
10 - Evidenziano che ogni qualvolta il turismo nelle aree naturali non viene opportunamente pianificato, sviluppato e organizzato, contribuisce al deterioramento dei paesaggi naturali, minaccia la fauna selvatica e le biodiversità, genera inquinamento del mare e delle coste, cattiva qualità dell acqua, povertà, disorientamento delle comunità locali e indigene, erosione delle tradizioni culturali; - Riconoscono che lo sviluppo dell ecoturismo deve considerare e rispettare la terra e i diritti di proprietà, e, quando riconosciuto, il diritto all autodeterminazione e la sovranità culturale delle popolazioni locali e indigene, inclusi i loro siti di valore tradizionale e sacro, così come le loro conoscenze tradizionali; - Sottolineano che per conseguire benefici sociali, economici e ambientali dall ecoturismo e da atre forme di turismo in aree naturali e per ridurre al minimo o evitare un impatto potenzialmente negativo occorrono meccanismi di pianificazione partecipativa che permettano alle popolazioni locali, in modo trasparente, di definire e regolamentare l uso del loro territorio, incluso il diritto a rifiutare lo sviluppo turistico; - Prendono atto che piccole imprese con finalità sociali e ambientali sono partner chiave nell ecoturismo e si trovano ad operare in un ambiente che non prevede adeguate forme di supporto finanziario e commerciale all ecoturismo; - Riconoscono che per consentire la sopravvivenza di queste imprese occorre una maggiore comprensione del mercato dell ecoturismo tramite ricerche di mercato, strumenti di credito specializzato per imprese turistiche, incentivi per l adozione di energia rinnovabile e di soluzioni tecniche innovative, e uno sforzo per la formazione di esperti nei governi e nelle imprese
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