L insegnante valutatore
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- Cesarina Murgia
- 8 anni fa
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1 L insegnante valutatore Quale italiano indagare La norma e le caratteristiche dell italiano neo standard Il lavoro di riparazione e la pedagogia dell errore Errori, sbagli, evitamento e fossilizzazione La valutazione della prova scritta: esempi di scale e di elaborati autentici
2 tanti italiani
3 Quale italiano indagare? L'IS della norma cristallizzata, della regola non potrà mai esser oggetto di indagine sociolinguistica, nella misura in cui appare poco proponibile una riflessione su qualcosa che non muta. Un discorso diverso merita il NS proprio in rapporto all IS: qui qualcosa si può fare... partendo dal fattore tempo.
4 Ma non tutto dipende dal tempo Lungo l asse T la lingua ( e l accettazione più o meno condivisa di deroghe alla norma) muta al variare: del luogo del contesto delle scelte linguistiche del parlante del mezzo
5 Ma perché la lingua varia? Quasi sempre in attuazione di strategie di semplificazione o di economicità : soprattutto sul piano orale cioè tendiamo a voler faticare di meno, sia termini di lunghezza della catena parlata che di indice di difficoltà morfosintattico. L esempio relativo al periodo ipotetico con il doppio imperfetto indicativo è quanto mai illuminante. gli pronome indiretto dativo uniformato per tutte le persone a lui, a lei, a loro gli telefono ( l IS già covava questa variante prevedendola nel caso dei pronomi doppi gliene parlo = parlo a lei/lui/loro di ) Specie sul piano lessicale: pensiamo ad alcuni prestiti solo in apparenza di lusso anche se > occorrenze per non è bello politically correct versus economicità
6 Come ci rapportiamo alla norma Tanti modi per "dire a qualcuno che non si può andare da lui" (1) Mi pregio informarla che la nostra venuta non rientra nell'ambito del fattibile (it. formale aulico) (2) Trasmettiamo a Lei destinatario l'informazione che la venuta di chi sta parlando non avrà luogo (it. tecnico-scientifico) (3) Vogliate prendere atto dell'impossibilità della venuta dei sottoscritti (it. burocratico) (4) La informo che non potremo venire (it. standard letterario) (5) Le dico che non possiamo venire WOW! (it. "dell'uso medio" o neo-standard) OK (6) Sa, non possiamo venire (it. colloquiale) Mumble (7) Mica possiam venire, eh AAAHHH! (it. informale trascurato) (8) Ci dico che non potiamo venire (it. popolare) (9) Ehi, apri 'ste cavolo di orecchie! Te lo scordi che vengo! (it. gergale - giovanile)
7 Sfumature Il confine tra colloquiale e trascurato è spesso labile infatti categorizzare una determinata scelta linguistica nell'una o nell'altra varietà dipende non tanto dalla competenza di ognuno di noi quanto dal soggettivo e spesso inconscio rapportarsi alla norma: se una variante ci disturba perchè la sentiamo profondamente lontana dalla norma allora sicuramente la "bolleremo" come espressione dell'informale trascurato; se invece la riteniamo comunque accettabile magari in quanto espressione della lingua viva, allora la faremo rientrare nel colloquiale X γ
8 Un piccolo gioco Un italofono un po distratto manda una mail ad un amico Ho telefonato alla Maria e gli ho detto di portare a Anna l ombrello perche ha piovuto e il tempo potrebbe peggiorare ancora un pò Pensa oggi che casino! Con tutta sta pioggia ci sono già un centinaio di automobili che sono rimaste bloccate nel traffico: se lo sapevo non uscivo proprio.fortuna che domani vado in ferie. Per festeggiare stasera mi bevo una bottiglia di vino di quelle buone: gliel ho detto a Marco che il week end non se tocca.non se né parla proprio di lavorare!
9 Se la Crusca ci mettesse mano Ho telefonato alla Maria e gli ho detto di portare a Anna l ombrello perchè ha piovuto e il tempo potrebbe peggiorare ancora un pò Pensa oggi che casino! Con tutta sta pioggia ci sono già un centinaio di automobili che sono rimaste bloccate nel traffico: se lo sapevo non uscivo proprio.fortuna che domani vado in ferie. Per festeggiare stasera mi bevo una bottiglia di vino di quelle buone: gliel ho detto a Marco che il week end non se tocca.non se né parla proprio di lavorare!
10 Il lavoro di riparazione Il lavoro di riparazione si manifesta con osservazioni, commenti, richieste di chiarimento, riformulazioni ed, inoltre, con correzioni vere e proprie: è quindi un concetto più ampio che include la correzione. Le sequenze riparative vengono classificate secondo una scala a quattro uscite: 1. riparazioni autoiniziate in cui la riparazione avviene ad opera di chi ha commesso l'errore 2. riparazioni autoiniziate dal parlante ma eseguite dall'ascoltatore 3. riparazioni eteroniziate dall'ascoltatore ed eseguite dal parlante che ha commesso l'errore 4. riparazioni eteroiniziate ed eseguite dall'ascoltatore
11 Per una correzione tra pari Nella conversazione corrente si riscontra una netta preferenza per l'autocorrezione Tendenza, da parte dell'ascoltatore, a: - non correggere per non provocare problemi di faccia - attendere prima di intervenire per permettere al parlante di autocorreggersi Qualora intervenga, l'ascoltatore: - tende a correggere selettivamente, cioè a correggere soltanto alcuni errori e ad ignorarne molti altri; - tende a correggere in maniera nascosta, per esempio sotto forma di congettura. In classe invece : - la riparazione diretta tende ad essere più frequente; - prevale l'eteroriparazione iniziata dall'insegnante
12 La pedagogia dell errore In termini generali, un errore è "una deviazione da una norma in vigore Fino agli anni '60 gli errori erano considerati un male: l'errore, "come il peccato", doveva essere evitato e qualora fosse commesso andava corretto immediatamente Con l innatismo è emersa una visione diversa dell'errore, considerato indicazione delle ipotesi interlinguistiche compiute dall'apprendente
13 Che cos è l errore L'errore è dunque una forma scorretta provvisoria, che indica l'adozione di strategie di apprendimento inadeguate come ad esempio: 1. di semplificazione: il discente, cioè, regolarizza, o riduce, un sottosistema della L2 producendo forme del tipo: tu vadi" al posto di tu vai"; 2. oppure di sovrageneralizzazione di regole operanti nella L2: l'uso di forme regolari al posto di forme irregolari nella formazione del plurale dei sostantivi ( il dito / i diti ); 3. l'errore può essere anche frutto di interferenza di categorie o regole provenienti da un'altra lingua, in genere la lingua madre (ma non solo): un italiano che impara l'inglese, seguendo la regola di formazione delle interrogative valida nella sua L1, costruisce frasi del tipo: " What means?" al posto di "What does it mean?".
14 Errors o mistakes? mentre i primi semplici errori di competenza, facilmente eliminabili perché dovuti all utilizzo di determinate strutture della L2 non ancora assimilate.. i secondi sono sbagli di performance difficilmente eliminabili ed aventi per oggetto competenze già acquisite. Pensiamo per esempio agli articoli: - di solito ai primi stadi sono diffusi errors di regolarizzazione e/o di uso inappropriato di regole ( il libro, il quaderno >quindi> il stereo) che spesso si (auto)correggono alla luce di una maggiore conoscenza della norma grammaticale; - avrò invece dei mistakes nel momento in cui, anche a distanza di tempo, l'apprendente continuerà ad utilizzare in modo sbagliato l'articolo determinativo in luogo dell'indeterminativo: siamo di fronte ad un'errata ipotesi interlinguistica legata ad esempio all'opposizione noto versus non noto che sarà più difficilmente eliminabile perchè non riconducibile ad una "regoletta mnemonica".
15 Evitamento e fossilizzazione Vi è poi l evitamento che, più che essere un errore va considerato una elusione di determinate strutture linguistiche ritenute troppo ostiche. Ciò ovviamente comporta una riduzione del sistema interlinguistico: se tale riduzione si limita ad essere formale- legata cioè al mancato utilizzo per esempio di alcuni lessemi specifici sostituiti da verbi jolly ( fare ) o parole passpartout ( cosa )- non bisogna farne un dramma.. se invece siamo davanti ad una riduzione funzionale ( per esempio il regolare non uso di un modo verbale o di una costruzione sintattica) allora il pericolo di fossilizzazione dell interlingua è davvero elevato.
16 Non correggiamo? La correzione degli errori è spesso dannosa in quanto: gli allievi la sperimentano come insuccesso nei loro sforzi di appropriarsi della nuova lingua Così essi si demotivano, si fanno vincere dalla paura di fare delle gaffe, di farsi giudicare sciocchi Può provocare impazienza e problemi di faccia e quindi anche frustrazione, specie in una situazione istituzionalizzata come quella scolastica Il lavoro di correzione condotto nel modo e nel momento sbagliati può facilmente interferire con lo sviluppo della capacità di monitoraggio e di autovalutazione del discente, creando in lui una forma di continua attesa di aiuto, quasi di 'insegnantedipendenza'.
17 Come e cosa correggere Una caratteristica dell'attività di correzione in classe è che essa è spesso indifferenziata. Essa, invece, dovrebbe variare a seconda delle attività proposte A. se l'orientamento dell'attività è sul codice - per esempio durante un esercizio meccanico- gli errori vanno corretti perché gli allievi se l'aspettano e perché, altrimenti, non avrebbe senso fare un esercizio di questo tipo B. se invece l'orientamento è sulla comunicazione, la correzione deve assumere forme diverse, come ad esempio la ripetizione del turno in forma corretta
18 L insegnante valutatore Performance mai assoluta ma sempre relativa al livello Il termine di paragone non potrà mai essere l italofono Condivisione di scale e criteri di attribuzione punteggio
19 ma prima rifamiliarizziamo Descrittori QCER per lo scritto Attività di piazzamento di input dati dal CVCL per prove di produzione scritta
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