FIREBALL E VELOCITA (a cura di Walter Yoda Mazzella)

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1 FIREBALL E VELOCITA (a cura di Walter Yoda Mazzella) Ovvero COSA FARE PER DARE VELOCITA AL VOSTRO FIREBALL (Estratto da Regolazioni e consigli di Ian Pinnel pubblicato sul bollettino International Fireball giugno 1994, aggiornato a tutto il mese di giugno 2002 in conseguenza delle variazioni, delle innovazioni tecniche e della introduzione di nuove attrezzature registrate negli ultimi anni ed evidenziate sui siti Internet delle Varie Associazioni di Classe Nazionali) Sono ovviamente ben accette correzioni, puntualizzazioni e quant altro ritenuto utile. REGOLAZIONE DELL ALBERO Nota bene La regolazione dell albero è fondamentale al fine della velocità della barca. Assicuratevi quindi, in primo luogo: che le due crocette abbiano la stessa lunghezza; che, ovviamente verso le sartie, le crocette siano allo stesso livello e che non siano inclinate; che le sartie abbiamo la stessa lunghezza; che, a ghindatura effettuata, l albero (pur tenendo conto della curvatura conseguente alla preflessione data) sia perfettamente dritto e che non abbia svergolamenti laterali. Le crocette Sono il modo principale per controllare la centratura dell albero e, quindi, quella della barca. La lunghezza delle crocette (misura A dello schema grafico) è sempre definita in funzione del tipo di albero (più rigido, meno rigido) e in relazione al peso dell equipaggio; va misurata tra l asse della sartia e la parete dell albero ma è ugualmente corretto (dà gli stessi valori) effettuare la stessa misurazione tra la canalina dell albero e l asse della sartia.

2 La misura della freccia B, di norma, è una misura di riferimento piuttosto grossolana che il velaio fornisce giusto per cominciare a dare una prima sgrossata, appunto, alla regolazione dell albero. La misura di freccia, però, è assai poco significativa in quanto varia da una barca all altra, in relazione alla posizione dei punti di attacco delle sartie, alla differente posizione dell albero. Controllare sempre che le crocette siano perfettamente allineate Più l equipaggio è pesante, più si devono allungare le crocette; al contrario, se l equipaggio è leggero le crocette devono essere accorciate. Ian Pinnel, ferma restando la preflessione da lui definita per le sue vele (e ciò vale anche per la preflessione delle vele degli altri suppliers), arriva a distinguere anche la lunghezza delle crocette in funzione del peso del prodiere e indica: crocette lunghe 405 mm. per prodiere fino a 65 Kg; crocette lunghe 420 mm. per prodieri con peso tra i 65 e gli 80 Kg. Non fornisce indicazioni per i prodieri più pesanti ma, in occasione di manifestazioni internazionali, sono state misurate crocette lunghe anche fino a 480 mm. L unica ed assoluta costante, come già detto, pur variando la lunghezza delle crocette, deve essere la misura del prebend definita e prescritta dal velaio. Il pre-bend In definitiva, l azione di variare la misura della freccia (che significa in altri termini aumentare o diminuire l apertura delle crocette), ha l unico scopo ed obiettivo di ottenere la misura di prebending (pre-flessione) prescritta dai velai per le loro vele (essenzialmente per la randa). La misurazione del pre-bend (il cui valore può variare da velaio a velaio e dal tipo di progetto delle vele) deve essere effettuata con la ghinda sotto tensione (anche qui con i valori indicati dal velaio) e con l albero libero da vincoli al livello della coperta. Ciò significa: - per chi ha il puntone (mat-strut), che ambedue gli scottini di ritenuta devono essere allentati; - per chi avesse ancora la macchinetta Holt Allen o RWO, che lo scottino di ritenuta deve essere allentato; - per chi avesse ancora le ormai storiche zeppe, che le zeppe stesse Misurazione della tensione dello strallo del fiocco

3 dovranno essere tolte durante la misurazione in modo da lasciare libero l albero. Salvo poi, evidentemente, a ghindatura avvenuta, annotare e segnare col pennarello, sull albero e sulla mastra di coperta, il punto di posizione assunta dall albero (in modo da poterlo replicare) e: - bloccare gli scottini del puntone; - bloccare lo scottino di ritenuta della macchinetta; - mettere a prua dell albero le zeppe necessarie a colmare il vuoto tra albero e mastra. La misurazione del prebend va fatta tendendo la drizza di randa (come fosse la corda di un arco) tra i due punti estremi fissati, uno, nella parte alta dell albero, sulla superficie poppiera della canalina all altezza del segno di stazza e, nella parte bassa, alla superficie poppiera della canalina all altezza della trozza del boma. Questa operazione, solitamente, si compie tendendo la drizza di randa verso il basso e puntandola, nella parte bassa, appunto, sulla canalina all altezza della trozza del boma; tuttavia, per non sbagliare, è indispensabile rammentare che alcuni tipi di alberi, di nuova ma anche di vecchia generazione, hanno la puleggia della drizza di randa che sporge rispetto al filo della canalina; ragion per cui, effettuare la misurazione della preflessione senza tener conto di questa peculiarità significa, certamente, ottenere una misura diversa da quella che si pensa di aver effettuato. Se si considera poi che le variazioni di preflessione si misurano in millimetri, l aver sbagliato questa regolazione di 10 o 15 millimetri significa uccidere definitivamente una vela, darle una forma che non è quella progettata dal velaio e infine, cosa più grave, pur avendo seguito, in teoria, tutte le indicazioni prescritte dal velaio, avere una barca che non cammina senza poter mai sapere il perché. Gli alberi che hanno questo tipo di caratteristica (quello, appunto, della Ian Pinnel in azione puleggia della drizza di randa che sporge rispetto alla canalina dell albero) sono: - il Superspars M7 ed M7+; - il Proctor Stratus; - il Zetaspars (ormai in dotazione a pochissime e vecchiotte barca); - il Needlspars (diffuso essenzialmente in Australia e non ancora visto alle nostre latitudini se non sui 4.70). In aggiunta a quanto detto, si badi anche al fatto non trascurabile che, pur in presenza di alberi dello stesso costruttore e dello stesso tipo, la sporgenza della puleggia di testa potrebbe non essere la stessa; ciò in conseguenza del fatto che se la canna dell albero viene prodotta per estrusione, la parte alta viene rastremata artigianalmente e con operazioni che, per quanto ripetitive, non possono oggettivamente dare risultati, assolutamente identici. Quindi, come si diceva, la misurazione del prebend si effettua, con la drizza di randa tesata come sopra, misurando la distanza tra la superficie

4 della canalina e il bordo interno della drizza. In caso di dubbio, quelli meno esperti potranno chiedere a qualcuno più esperto l esatta modalità di questa misurazione; poi, quando ve l avranno mostrata, per sicurezza, chiedete la stessa cosa anche a qualcun altro perché, come pare dicano anche i gesuiti, a pensar male si fa peccato ma ci si piglia quasi sempre. Il mast-rake Il mast-rake (che in seguito, per brevità, chiameremo semplicemente rake) è la distanza tra la testa d albero (segno di stazza) e la parte superiore dello spigolo dello specchio di poppa. La misura del rake, evidentemente in funzione del progetto e del taglio della randa e della lunghezza della balumina, viene di norma indicata dal velaio. La misurazione del rake viene effettuata, con ghinda tesata a regime (se ne parlerà in dettaglio più avanti), con l albero libero da vincoli in coperta, issando il decametro (rotella metrica o, più volgarmente, bindella) e modificando le diverse variabili fino a ottenere la misura indicata dal velaio. Si badi che la misura del rake fornita dal velaio viene normalmente ed essenzialmente riferita (ma questo non viene mai detto salvo che da Thornton della veleria Number One) alle barche utilizzate per i tests di settaggio che, nei casi di specie, sono essenzialmente quelle del cantiere di Guy Winder. E molto importante, se non indispensabile, avere esatta nozione di questa circostanza in quanto tutti i velai (o quasi), con la solita eccezione di Number One o di Manuel Vaccari della italianissima veleria Oxo Sails, non forniscono dati di dettaglio e si limitano a dire portate l albero tutto avanti, tralasciando, con ciò, di precisare che la Misurazione del mast-rake misura dell albero tutto avanti (corrispondente alla misura di 44 cm, misurata tra l asse del bullone di deriva e la faccia poppiera dell albero) è identica solo per le barche Winder e Duvoicin ma che non trova la stessa corrispondenza per tutte le altre barche in circolazione. Per fare alcuni esempi noti, le barche francesi di Boatic Diffusion, come pure i Delange e i nostrani Lillia, avevano ed hanno distanza massima oscillante tra 44 e 42 cm; gli scafi Barker (sono ancora molti quelli in circolazione) hanno una distanza massima oscillante, addirittura, da 38,5 a 41,5-42 cm; così pure i Thomas. Per non parlare poi della miriade di scafi auto-costruiti che hanno distanze certamente in stazza ma assolutamente variabili. Solo di recente lo standard costruttivo si è attestato sulla distanza massima tra pivot di deriva ed albero pari a 44 cm che corrispondono all incirca a mm misurati tra lo specchio di poppa e la faccia poppiera dell albero. Si può comprendere, da ciò, come mai alcune barche che rispettano alla lettera le indicazioni del velaio vadano a mille ed altre, che pure rispettano le stesse prescrizioni, sono dei tappi.

5 Caso 1 (non avete i regolatori delle crocette rinviati in pozzetto) E il caso della grande maggioranza delle imbarcazioni della nostra flotta che, pur buone ma datate nell attrezzatura, non sono dotate delle diavolerie più recenti. Abbassando di un foro, in verticale, il punto di fissaggio delle sartie, l estremità della drizza del fiocco sale di 25 mm La causa di questa differente caratteristica prestazionale, a prescindere dal valore degli equipaggi, il più delle volte, sta proprio nella esatta applicazione delle varie indicazioni dei velai che, almeno in teoria, sono uguali per tutti ma che, all atto pratico, per taluni più accorti o smaliziati, sono più uguali che per gli altri. Ci limiteremo a riportare qui, in coda a queste annotazioni, una sorta di Trim Guide con i settaggi e le misurazioni delle vele inglesi attualmente più diffuse (Pinnel & Bax e Number One) non tralasciando però quelle delle recenti e nostrane Oxo di Manuel Vaccari che, a quanto è stato possibile vedere almeno finora, sembrano in grado di coniugare ottime qualità tecniche e di materiali utilizzati con un prezzo competitivo. L USO DEL PUNTONE (Mat Strut) Possiamo dividere le modalità d uso del puntone in relazione al fatto che il vostro albero sia dotato o meno dei regolatori delle crocette rinviati in pozzetto. In questo caso, sempre ferma restando la più puntuale regolazione (da parte vostra) del mast rake e della preflessione dell albero (indicate dal velaio) in funzione del vento, è possibile modificarla (la preflessione, appunto) per avere un ulteriore affinamento delle regolazioni proprio in relazione al vento. Intanto, a terra, ricordatevi sempre di fissare il puntone (e quindi di regolare l albero) prima di issare la randa e verificate che la posizione dell albero sia sempre quella (neutra) che avete definito e già annotato per le varie condizioni. Solo dopo, potrete fare le regolazioni di fino. Ecco che: Con vento leggero, col prodiere che è costretto a stare sottovento, conviene tirare l albero verso prua (curvandolo) in modo da appiattire la randa e aprire la caduta. In altri termini e più precisamente, dal momento che avrete definito un settaggio per vento leggero (alzando di un foro le sartie rispetto alla posizione di massima potenza cfr. i settaggi per i vari tipi di vela) avrete sì ottenuto che la randa avrà acquistato

6 maggiore potenza ma, al tempo stesso, appruando l albero, avrete anche ottenuto una marcata chiusura della balumina che, come è ovvio, impedirà o condizionerà fortemente l uscita del vento causando lo stallo della vela e un passo non certo ideale. La soluzione, in assenza dei regolatori rinviati in pozzetto, sta nel curvare l albero (tirando verso prua il puntone) fino a quando non avrete raggiunto la preflessione voluta che, giusto per non sbagliare, dovrà essere stata preventivamente verificata ed annotata a terra. Questa condizione ottimale è inequivocabilmente denunciata dal fatto che i filetti di uscita della randa e in specie i due più alti garriscono per il semplice fatto che il vento esce bene. Di norma, la preflessione, per queste condizioni è pari al doppio della preflessione progettata dal velaio per le condizioni di massima potenza. Ciò, si badi, non significa che questo dato debba essere assoluto e matematico; significa che in condizioni di vento leggero (fino a 3 mt/sec.) la preflessione (provando la bolina) deve essere aumentata fino a trovare il punto di massima efficienza. All inizio, però, quando non avrete ancora compreso del tutto il giusto profilo da dare alla vostra randa, sarà certamente più conveniente procedere, per così dire, in modo ragionieristico ed applicando in modo bovino le indicazioni del vostro velaio che, come già detto, tratteremo nel dettaglio più appresso. Col vento più fresco (diciamo con vento oltre ai 6-7 mt/sec.), la maggiore tensione data al vang, spingendo il boma in avanti, provoca un aumento della flessione nella parte inferiore dell albero, all altezza del boma. La conseguenza più immediata è quella che l aumentata curvatura dell albero porta ad appiattire eccessivamente la randa e, portando la caduta verso la parte inferiore, limita fortemente la bolina. Al fine di limitare e correggere questa flessione certamente non voluta e dannosa, il puntone dovrà essere portato verso il basso, tirando l albero verso poppa. Si badi che, in ogni caso, questi spostamenti di correzione della flessione dell albero significano, di norma, a livello quantitativo, uno spostamento dell albero nella mastra con una oscillazione che varia da 10 a 15 mm. Caso 2 (avete i regolatori delle crocette rinviati in pozzetto) Oltre a tutto quello appena detto per Caso 1, vale la constatazione ovvia che non avrete bisogno di adoperare il puntone per correggere la preflessione del vostro albero. Potrete quindi: ghindare, di volta in volta a seconda della regolazione che vorrete adottare, lasciando allentati gli scottini del puntone e lasciando l albero libero da vincoli in coperta; modificare il rake in funzione della forza del vento; modificare con facilità la preflessione in relazione a quanto indicato dal velaio. Per le regolazioni di fino vale quanto già sopra detto ma che, per comodità ma anche perché giova ripetere, riportiamo qui di seguito. Col vento più fresco (diciamo con vento oltre ai 6-7 mt/sec.), la maggiore tensione data al vang, spingendo il boma in avanti, provoca un aumento della flessione nella parte inferiore dell albero, all altezza del boma. La conseguenza più immediata è quella che l aumentata curvatura dell albero porta ad appiattire eccessivamente la randa e, portando la caduta verso la

7 parte inferiore, limita fortemente la bolina. Al fine di limitare e correggere questa flessione certamente non voluta e dannosa, il puntone dovrà essere portato verso il basso, tirando l albero verso poppa. Si badi che, in ogni caso, questi spostamenti di correzione della flessione dell albero significano, di norma, a livello quantitativo, uno spostamento dell albero nella mastra con una oscillazione che varia da 10 a 15 mm. a 1970 mm misurati a partire dal punto di mura. IL PUNTO DI SCOTTA DEL FIOCCO I due punti di scotta del fiocco devono essere regolabili sia verticalmente che lateralmente. Di norma, a prescindere dal velaio che le ha progettate, il punto di scotta è situato a circa 250 mm dall asse della barca; con vento forte conviene spostarlo lateralmente, a circa 285 mm, soprattutto quando per tenere la barca in assetto e piatta, si è costretti a lascare randa e portare il boma oltre allo spigolo di poppa. Le tacche di regolazione devono essere segnate sulle scotte del fiocco con un pennarello e così l angolo di tiro direttamente sul fiocco Il risultato di queste misurazioni (che devono essere sempre ricontrollate a seconda delle condizioni di vento) deve portare ad avere, sempre, un canale di uscita del fiocco che sia costante e pari a circa 280 mm. A maggior ragione i controlli dovranno essere fatti quando avrete modificato il mast rake per adeguare il settaggio della barca alle nuove condizioni di vento. Una finestra sulla randa, posta subito sotto le crocette, permette al timoniere di tenere sempre sotto controllo il canale di uscita del fiocco. Oltre a ciò, per la determinazione dell angolo di tiro, il prolungamento della scotta deve seguire l allineamento con la linea che, partendo dall occhiello del punto di scotta del fiocco, va fino alla sua bisettrice che, sempre di norma (almeno per le vele Pinnel e Number One) è posto

8 Col vento più fresco, poiché aumenta la pressione sulle vele, constaterete che sarà salutare per la vostra bolina ridurre a mm tale canale. E ovvio che poter fare anche in acqua queste misurazioni di verifica (magari prima di una prova o tra una prova e l altra) sarà opportuno che in barca non manchi mai un metro. Per i più pigri, o quando non vi è proprio possibile modificare in acqua il settaggio della barca, bisogna sempre ricordare che con vento leggero o con acqua piatta, i punti di scotta (agendo sul barber) devono essere alzati per appiattire il fiocco; al contrario converrà abbassarli per ingrassare il fiocco e aumentare la sua potenza. La scotta del fiocco, su ambedue i lati, al fine di facilitare il lavoro del prodiere, ma per consentire al timoniere una efficace possibilità di controllo, deve sempre essere marcata con un pennarello e con colori che spicchino nettamente sul colore della scotta; la stessa cautela va utilizzata, per il controllo della giustezza dell angolo di tiro della scotta, disegnando sul fiocco, per almeno cm, la linea di congiunzione con la bisettrice. LA DERIVA Qualora doveste notare di essere sovrapotenziati (se non altro per il fatto che non riuscite più a tenere piatta la barca e per il fatto che, alle andature portanti, non riuscite a farla planare), l alzare un po la deriva renderà immediatamente la barca più facile da portare. Sulle onde, quando bisogna cambiare ritmicamente traiettoria per avere il massimo di velocità, la posizione della deriva è ancora più importante e la sua regolazione può essere spesso differente, da un bordo rispetto all altro, in funzione della direzione delle onde. Ciò significa che la posizione della deriva deve essere facilmente e agevolmente modificabile anche di bolina o al traverso sotto spy (quando la pressione dell acqua rende le cose un po più difficili) ed anche da parte del timoniere che, col prodiere al trapezio, non può certamente fermarsi per correggere l inclinazione della deriva stessa. In ogni caso, se proprio non fosse possibile fare diversamente, è comunque preferibile mollare un po e correggere la posizione della deriva piuttosto che continuare la regata con una barca dura da tenere, al limite della corretta governabilità, sbandata e che ara il campo di regata in preparazione di improbabili seminagioni. E certamente utile annotare sulla testa della deriva, con delle tacche a pennarello, la giusta regolazione per poterla riprodurre rapidamente a seconda delle andature. IL CUNNINGHAM La regolazione del cunningham della randa ha una grande influenza sulla forma della vela e sulla velocità della barca.

9 Con vento medio, al limite della planata, controllate sempre la posizione del prodiere al trapezio al fine di poter rientrare rapidamente, senza tuttavia dover andare sottovento. Per questa ragione, deve essere usato con precauzione e con misura in quanto troppa tensione sul cunningham, portando il grasso in avanti, chiude il canale tra fiocco e randa con gli effetti facilmente immaginibili. E indispensabile quindi rammentare che il cunningham deve essere cazzato solo con vento fresco per aiutare la parte superiore della balumina ad aprirsi e scaricare. Il cunningham del fiocco deve essere rinviato In modo da poter essere regolato. Rammentate che la rotta più diretta verso la boa non è necessariamente la più veloce, specialmente se vi sono onde e raffiche. Continuate sempre a tenere sotto controllo la planata, orzando nelle mollane e poggiando sulle raffiche; questa azione/andatura, per così dire, a falce, permette di navigare più a lungo con vento più forte. Una barca che non plana è certamente molto più lenta. Andature portanti con vento forte (e non solo) ANDATURE PORTANTI (traverso, lasco e gran lasco). Il tangone deve essere, sempre, più al vento possibile in modo che lo spinnaker esponga la massima superficie progettata. Il timoniere deve essere seduto in posizione ben arretrata mentre il prodiere si piazza all altezza della panchetta per poter meglio seguire le onde. Il timoniere non interviene se non quando si accorge che la randa non porta al meglio e, se necessario, riprende rapidamente la scotta di randa nelle mollane. Con vento forte, prima ancora di virare la boa al vento (la boa di bolina, ovviamente), bisogna che pensiate subito al pericoloso bordo sotto spy che seguirà. Verificate quindi che la regolazione del mat strut (il puntone) sia ben fissata e nel

10 punto giusto; ciò al fine di impedire all albero di flettersi al contrario sotto la spinta del tangone. Avere l albero ben fermo permette ugualmente che la randa resti piatta anche dopo aver mollato il vang. Bisogna anche dare molto cunningham per appiattire la vela e aprire la balumina. Col vento forte, nelle andature portanti, il tangone deve essere tenuto basso e al traverso è necessario riprendere un po il braccio per tenerlo un po distanziato dallo strallo del fiocco. Tutte le regolazioni, per quanto è possibile, devono essere rinviate al timoniere sulla cassa di deriva Traverso con brivido GLI ERRORI DA EVITARE ASSOLUTAMENTE 1. Credere di essere sotto-potenziati e riprendere l albero, raddrizzandolo, usando il puntone; questa manovra col puntone, raddrizzando la parte la parte bassa dell albero, sposta il grasso verso l albero e chiude il canale. 2. Lasciare che il tangone tocchi lo strallo del fiocco; questo fa derivare la barca invece di farla avanzare. 3. Essere sovra-potenziati nelle andature larghe sotto spinnaker. Per evitarlo, badate a mollare il vang e, se necessario, tesate molto il cunningham della randa. 4. L instabilità della barca nelle strambate col vento fresco. Per mantenere la stabilità della vostra barca durante la strambata con vento fresco ma soprattutto con vento forte, è indispensabile che il prodiere, poco prima della strambata, porti al centro ambedue i barber dello spy (di braccio e scotta) in modo che lo spinnaker, oscillando in modo incontrollato da una parte e dall altra, non destabilizzi l equilibrio della barca facendola rollare o, peggio, straorzare. Ricordatevi, naturalmente, dopo la strambata, di lascare il barber della nuova scotta di spy.

11 LE REGOLAZIONI DELLE VELE Tratteremo qui (perché se no sarebbe una noia mortale) soltanto le regolazioni delle vele più usate attualmente (Pinnel&Bax e Number One) e, oltre a queste, per la giusta attenzione che si deve sempre avere nei confronti delle novità, anche di quelle delle velerie (le slovene Victory e le nostrane Oxosails che (pur note e diffusissime in altre classi) si sono soltanto da poco affacciate sul mercato. Dalla lettura di queste brevi annotazioni, sebbene si tratti di vele con progetti ovviamente diversi e fatte con materiali, almeno in taluni casi, fortemente differenti dalla consuetudine, noterete, seppure con qualche ovvia differenza, che si tratta di vele progettate con criteri piuttosto simili, con un giro d albero poco pronunciato che però nulla toglie alla potenza ed alla versatilità che queste vele hanno dimostrato e stanno dimostrando di avere. VELE NUMBER ONE, PINNEL & BAX E OXOSAILS Parametri albero/crocette Proctor D e Beta Stratos Z Spars TIPO DI ALBERO minus; Superspars M2, M3, M7, M7+ Misura da sartia a sartia 800 mm 815 mm 790 mm Lunghezza A (oppure da canalina a sartia) 430 mm 440 mm 420 mm Freccia B 150 mm 160 mm 150 mm Mast rake Distanza tra pivot e faccia poppiera dell albero Vento leggero (da 0 a 3 ms) Massima potenza (da 4 a 6 ms) Vento Medio Vento forte (da 7 a 10 ms) (oltre 10 ms) 380 mm mm mm mm mm 395 mm mm mm mm mm 410 mm mm mm mm mm 425 mm mm mm mm mm 440 mm mm mm mm mm

12 Pre-bending Vele Number One e Oxo sails Vento leggero (da 0 a 3 ms) Massima potenza (da 4 a 6 ms) Vento Medio (da 7 a 10 ms) Vento forte (oltre 10 ms) 30 mm 15 mm 15 mm 15 mm Vele Pinnel & Bax Vento leggero (da 0 a 3 ms) Massima potenza (da 4 a 6 ms) Vento Medio (da 7 a 10 ms) Vento forte (oltre 10 ms) 50 mm 25 mm 25 mm 25 mm Tensione della ghinda (misurata sullo strallo del fiocco) = 180 Kg (Moser dixit) Conclusioni Ora che tutte queste regolazioni non hanno più nulla di misterioso per voi, non esitate (ma sempre con una certa misura) a modificarle e a verificarle il più spesso possibile in funzione di quello che Pubblicheremo al più presto la Tuning Guide delle vele Victory non appena la veleria ci avrà inviato i dati Questo è quanto, per ora. Se poi, nonostante tutto quanto sopra illustrato, avrete ancora difficoltà a già sapete o che avrete imparato nel frattempo. E questo il modo migliore per progredire e per costruirvi la vostra propria e personalissima esperienza. tecnici e tutte le altre informazioni già richieste. mettere a punto le regolazioni della vostra barca, proveremo a organizzare un bel pellegrinaggio a Lourdes.

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Guida per le regolazioni Guida per le regolazioni Responsabile tecnico Quantum SDG Italia per la classe 420 Giacomo Fossati Quantum Sail Design Group Italia: via Mons. L. Marinetti, 8 16043 Chiavari (GE) Giacomo Fossati: +39 3346724232

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