1 PRIMI APPROCCI ALLO STUDIO DEL LINGUAGGIO

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1 1 PRIMI APPROCCI ALLO STUDIO DEL LINGUAGGIO Il linguaggio è un oggetto di studio interessante non soltanto per la psicologia ma per diverse altre discipline come la filosofia, la linguistica e la critica letteraria. In maniera piuttosto uniforme in tutte queste discipline, il linguaggio viene definito come l insieme degli aspetti comuni a tutte le lingue parlate nel mondo. Imparare a parlare è un processo straordinariamente complesso che si verifica con incredibile rapidità, di norma nel corso dei primi tre anni di vita; in seguito, il sistema linguistico si espande e si specializza, fino ad arrivare al completamento con l apprendimento della lingua scritta. Ovviamente, non si può parlare di linguaggio senza inserirlo all interno della più ampia capacità comunicativa, caratterizzata dalla creatività o produttività del linguaggio, e dalla sua arbitrarietà. Con il termine creatività si intende la capacità di produrre un numero potenzialmente infinito di messaggi, a partire da un numero finito di unità-base di una data lingua (fonemi e parole). Con il termine arbitrarietà, invece, ci si riferisce al fatto che all interno del linguaggio la relazione tra i suoni e i significati è assolutamente arbitraria, casuale, tanto che il significato delle parole non può essere ricavato dalla forma del suono, ma dev essere trasmesso culturalmente da una generazione all altra. La presenza di una componente appresa nell acquisizione del linguaggio non esclude ovviamente che ci possa essere anche una componente innata o geneticamente predisposta; le domande che nel corso dei decenni a partire dalla fine del XIX secolo, sono state poste per cercare di venire a capo di quest ambiguità possono essere riassunte in: Qual é il peso della componente innata e della componente appresa nell acquisizione del linguaggio? Che rapporti ci sono tra il linguaggio e altre forme cognitive? Che relazione c è tra il linguaggio e la comunicazione in generale? 2

2 Per secoli gli scienziati e gli studiosi interessati alla natura del linguaggio hanno annotato, osservando i bambini, le varie fasi di evoluzione della parola, dai primi segnali sonori alle prime e più complesse frasi di senso compiuto. Tuttavia per molto tempo, nessuno di questi studi era basato su una specifica teoria dello sviluppo del linguaggio; in ogni modo sulla base di tali ricerche, si possono annotare alcune macro-correnti di pensiero, nelle quali la moderna ricerca scientifica affonda le proprie radici. Alcuni teorici sostenevano che i bambini imparassero il linguaggio così come apprendono qualunque altra cosa (Bloomfield); altri intendevano il linguaggio come il prodotto di una serie di condizionamenti mossi dagli adulti sul bambino, ossia come una sorta di comportamento modificato via via da interpolazioni esterne di tipo sociale e ambientale (Skinner e i comportamentisti). Chomsky [1965] fu uno dei primi chiamati innatisti, a sentire la necessità di una definizione più concreta e meno fumosa circa il linguaggio, necessità soddisfatta almeno in parte nel suo lavoro di critica all opera Il comportamento verbale di Skinner; in quest opera Skinner sottomette il linguaggio ai principi generali dell adattamento animale, annullando completamente l importanza di processi mentali interni come l intenzione o la comprensione. Nel muovere le sue critiche a questo modo di pensare, Chomsky fa molto di più, introducendo per la prima volta un modello alternativo per la spiegazione dell acquisizione del linguaggio. Visto che stiamo speculando, possiamo considerare la possibilità che il cervello si sia evoluto al punto che, dato un input di frasi cinesi, esso produca le regole della grammatica cinese e dato un input di frasi inglesi,esso produca le regole della grammatica inglese; o che data l applicazione di un termine a certe istanze, esso automaticamente predica la sua estensione ad una classe di esempi correlati tra loro in modo complesso. 1 1 Chomsky, Review of Skinner s Verbal Behaviour, cit. par.3 e 4. 3

3 La teoria della grammatica generativa sostenuta da Chomsky mette in evidenza una lacuna concettuale nella teoria psicologica molto importante; la psicologia, concepita come "scienza comportamentale", si è preoccupata del comportamento e dell'acquisizione o del controllo del comportamento ma non ha mai provveduto alla ricerca di alcun concetto che corrisponda a "competenza", nel senso in cui "competenza" viene caratterizzato da una grammatica generativa. La teoria dell'apprendimento si è limitata ad una insufficiente definizione del concetto di ciò che viene appreso, ovvero un sistema di connessioni stimolo-risposta, una rete di associazioni, un repertorio di voci comportamentali, una gerarchia dell'abitudine, o un sistema di disposizioni a rispondere in un particolare modo sotto specifiche condizioni di stimoli. Ma una grammatica generativa non può essere caratterizzata in questi termini; quello che è necessario, in aggiunta al concetto di comportamento e di apprendimento, è un concetto di ciò che viene appreso - una nozione di competenza - che si trova oltre i limiti concettuali della teoria psicologica comportamentista. L approccio innatista di Chomsky consiste nel ritenere che l uomo sia dotato sin dalla nascita di un LAD, Language Acquisition Device (modulo specifico di acquisizione del linguaggio) che corrisponde ad una grammatica universale contenente aspetti linguistici comuni a tutte le lingue. Secondo questo approccio dunque, il processo di apprendimento del linguaggio non parte ex novo, ma si tratta di una riscoperta di regole già insite nel nostro cervello; tale procedimento si dimostra indipendente dalle altre facoltà intellettive, quali l intelligenza o la comunicazione in sé. La teoria di Chomsky, dunque, spiega il motivo della velocità di apprendimento del linguaggio nei bambini, evidenzia la comunanza degli step di apprendimento in tutte le lingue del mondo, giustifica la facilità creativa con cui il bambino proferisce frasi e parole mai sentite prima, producendo così un numero di parole di gran lunga superiore a quello di cui dovrebbe avere conoscenza se si basasse solo su ciò che ha ascoltato dagli adulti. Infatti un bambino non si limita a riprodurre frasi che ha già ascoltato in precedenza, ma arriva a decidere autonomamente della correttezza 4

4 grammaticale anche di frasi che non ha mai sentito, ovvero a capirle. La teoria del meccanismo stimolo/risposta di cui si avvale il comportamentismo può spiegare solamente la capacità di riprodurre frasi già sentite, non però quella di produrre frasi nuove. Questa capacità da Chomsky detta "competenza" non si specifica in una lingua particolare, ma si fonda su una grammatica universale. La competenza è data, più che dalla performance - ossia dalla produzione di frasi nella propria lingua -, dall avere a disposizione certi princìpi, ossia insiemi di strutture e processi mentali che rendono possibile tale produzione. Un bambino non è capace di dire quali siano tali princìpi, ossia le regole del linguaggio che egli ha imparato ad usare: secondo Chomsky, ciò vuol dire che la competenza linguistica si fonda sul possesso di una conoscenza implicita innata delle regole della grammatica universale, in base alla quale si è in grado di distinguere tra ciò che è grammaticalmente corretto e ciò che non lo è. Allora la teoria del linguaggio si assume il compito di portare alla luce la grammatica generativa, ovvero l insieme dei princìpi e dei procedimenti coi quali, nelle svariate lingue, si costruiscono le frasi. A partire dallo scritto sugli Aspetti della teoria della sintassi (1965), Chomsky distingue tra una struttura superficiale della lingua, che risiede nella rappresentazione del segnale fisico che noi diciamo o udiamo (ad esempio, "vieni"), e una struttura profonda, la quale produce la prima attraverso una serie di trasformazioni (combinazioni, cancellazioni, informazioni fonologiche che determinano la pronuncia, ecc). La struttura profonda può contenere elementi assenti in quella superficiale: ad esempio, in essa l espressione "vieni" contiene anche l elemento "tu", che può essere assente da quella superficiale. Il punto principale di Chomsky a sostegno dell idea di una grammatica innata, risiede nell affermazione che l esperienza dei bambini è povera e incompleta : diminuendo l importanza e la ricchezza dell esperienza, Chomsky si scusa implicitamente di non spiegare come la struttura ambientale abbia un ruolo nella formazione del linguaggio. Invece, sin dalla nascita, siamo colpiti da una quantità enorme di dati diversi e minutamente strutturati che influenzano il nostro modo e la nostra capacità di 5

5 acquisire nozioni; è negando questa abbondanza che Chomsky riesce ad incentrare tutta la sua teoria sulle abilità che egli attribuisce ai bambini appena nati. Il modello di funzionamento della mente proposto quindi da Chomsky, finisce per far coincidere il cervello umano con un sistema di elaborazione delle informazioni, ossia un computer. Questa teoria è uno dei perni centrali della cosiddetta rivoluzione cognitivista, che aveva ispirato già nel corso della seconda metà del Novecento numerose ricerche basate sull idea che le nostre operazioni mentali possono essere viste, concepite, analizzate e sviluppate sull esempio delle operazioni svolte dalle macchine complesse; la nostra abilità linguistica non si apprende, ma piuttosto si sviluppa. Questo presuppone l esistenza di un organo specifico del linguaggio nel nostro cervello, predeterminato dal patrimonio genetico e perciò innato; quindi per Chomsky non è necessario tanto l avere un cervello di grandi dimensioni, ma piuttosto una specifica predisposizione innata al trattamento di un determinato genere di informazioni. Il termine scienza cognitiva è divenuto d uso corrente a partire dagli Anni 70; tra gli assunti principali possiamo trovare, oltre all appena citato computazionalismo, concetti come il già menzionato mentalismo, ossia la presenza di architetture con funzionamento specifico nella struttura della nostra mente; tale concezione apre la strada alla più specifica modularità della mente e al suo innatismo, il suo non essere tabula rasa al momento della nascita. Rappresentazioni mentali, predisposizioni innate verso certi tipi di informazione, pluralità di meccanismi di apprendimento, fanno distaccare completamente le teorie cognitiviste dalle precedenti comportamentiste, nonostante alcuni punti di continuità: ad esempio, cognitivismo e comportamentismo sono entrambe fortemente basate su un orientamento empirico. 6

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