APPUNTI- a.s. 2015/16 ing. Daniele Minichini ASPP ITI Medi - S. Giorgio a C.no NA CORSO SULLA SICUREZZA D.Lgs. 81/08

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1 APPUNTI- a.s. 2015/16 ing. Daniele Minichini ASPP ITI Medi - S. Giorgio a C.no NA CORSO SULLA SICUREZZA D.Lgs. 81/08

2 Prevenzione e Protezione dagli Incendi e dalle Esplosioni - Il rischio incendio L incendio è uno dei principali pericoli che possono colpire un edificio; in particolare, se l incendio si dovesse sviluppare di notte, i rischi di danni a persone o cose sicuramente sarebbero più elevati rispetto ad altre ore della giornata. Per tali ragioni, in questo capitolo si è desiderato dare alcuni cenni di prevenzione incendi, nonché utili consigli per la realizzazione di un adeguato sistema di spegnimento. Al fine di un adeguata prevenzione, elenchiamo alcune delle principali cause d incendi. Principali cause d incendi. Cause elettriche (scintille, surriscaldamento di conduttori, di motori elettrici, ecc.) Mozzicone di sigaretta o fiammifero Autocombustione Faville Guasti ad apparecchiatura e bruciatori d'impianto di riscaldamento, camino Dolose Surriscaldamento di motori e macchine varie Fulmine Esplosioni e scoppi Scarsa manutenzione agli impianti: elettrici, di riscaldamento, di adduzione combustibile Oltre a quanto sopra elencato, altre cause meno probabili in un edificio civile, ma comunque da non trascurare - sono quelle dovute a reazioni pericolose tra sostanze chimiche. In particolare, ricordiamo che spontaneamente o per la sola presenza d aria o a contatto fra loro, alcune sostanze danno origine ad una reazione chimica con sufficiente sviluppo di calore tale da provocare l incendio delle sostanze stesse o di altre che si trovano nelle vicinanze.

3 Esempio, ricordiamo quanto segue: FOSFORO BIANCO quando è secco s infiamma FOSFORO GIALLO spontaneamente a contatto con l aria. SODIO E POTASSIO reagiscono violentemente in presenza d umidità od a contatto con l acqua o con gli acidi, sviluppando idrogeno, il quale può infiammarsi per effetto del calore generato dalla reazione. AMMONIACA LIQUEFATTA miscelata ad un composto ossidante può esplodere sotto l effetto di un urto. MISCELA DI ALLUMINIO POLVERIZZATO E CLORATO allo stato secco esplode violentemente sotto l effetto di un urto o di un elevata temperatura. POLVERE DI ALLUMINIO UMIDA si può infiammare spontaneamente alla aria. Da quanto sopra evidenziato, risulta chiaro che gli incendi si sviluppano e si alimentano in varie modalità. Sul punto, il CEN (Comitato Europeo Normalizzazione) ha classificato i fuochi in classi in funzione dei materiali coinvolti nella combustione, in particolare: CLASSE A ovvero incendio dovuto alla combustione di materiale solido formante brace. Esempio: carta, legno,ecc. CLASSE B ovvero incendio dovuto alla combustione di materiale liquido. Esempio: benzina, gasolio, ecc. CLASSE C ovvero incendio dovuto alla combustione di gas. Esempio:GPL, metano, ecc. CLASSE D ovvero incendio dovuto a reazioni tra sostanze chimiche, spontaneamente combustibili in presenza d aria, reattive all acqua o schiuma con formazione d idrogeno e conseguente pericolo d esplosione

4 Analizziamo i principali mezzi di estinzione incendi. Ricordiamo che i piccoli mezzi di spegnimento, esempio: acqua, estintori, ecc., sono della massima efficacia se impiegati subito e da persona sufficientemente abile, essi diventano inutili se l incendio si è sviluppato notevolmente. -MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI- Estintori idrici Gli estintori idrici sono impiegati per l'estinzione di incendi di classe A, incendi di materiali a base di cellulosa-legno e carta, con formazione di brace. Essi possono essere a getto pieno oppure a getto frazionato, questi ultimi sono da preferire, se non è necessario disporre di una maggiore gittata. Estintori a schiuma Gli estintori a schiuma sono impiegati per l'estinzione di incendi di classe B, cioè quelli di liquidi infiammabili. Estintori a polvere Gli estintori a polvere sono adatti, principalmente, per lo spegnimento di fuochi di liquidi- classe B- o di gas infiammabili -classe C. Estintori ad anidride carbonica Come per l estintore a polvere, l'estintore ad anidride carbonica è idoneo per l'estinzione d'incendi di liquidi infiammabili -classe B- o di gas infiammabili classe C. Estintori ad idrocarburi alogenati Hanno caratteristiche d'impiego simili a quelli ad anidride carbonica, ma presentano una certa azione corrosiva ed una certa tossicità. Nella tabella che segue è riportato schematicamente l estintore più adatto da utilizzare a secondo del tipo di fuoco da spegnere.

5 Classe dei Fuochi Agente estinguente e cariche nominali A B C D AD ACQUA SI NO NO NO A SCHIUMA SI NO NO NO A POLVERE ( NOTA) NO SI SI NO ANIDRIDE CARBONICA NO SI SI NO IDROCARBURI ALOGENATI NO SI SI NO NOTA: Le polveri sono adatte per fuochi di classe B e C, mentre per incendi di classe D devono essere utilizzate polveri speciali.

6 - L impianto elettrico nel luogo marcio Con l acronimo marcio (MA.R.C.IO.) si intende un luogo a maggior rischio in caso d incendio ovvero luogo, che per la sua caratteristica, può essere causa di danni aggiuntivi, rispetto a quelli che potenzialmente può causare l incendio oppure che è composto con strutture infiammabili oppure che contenga materiali infiammabile o combustibile tale da determinare un compartimento antincendio uguale o superiore a trenta. Esempio un locale adibito a vendita con superficie superiore a 400mq, può contenere un numero elevato di visitatori e quindi- durante un incendio- il panico che potrebbe crearsi può essere causa di ulteriori danni alle persone; oppure un incendio, in un edificio pregevole per storia e arte, può distruggere opere artistiche uniche e insostituibili. E compito del progettista individuare con un adeguata valutazione del rischio- se l ambiente in cui deve andare ad operare sia del tipo marcio ; valutazione, preferibilmente da effettuare, anche in presenza di documentazione (esempio: documento valutazione rischi) che attesti il contrario, al fine di evitare di essere corresponsabile di errori precedentemente commessi. Per gli ambienti marci la norma CEI 64/8 è uno strumento necessario per una valida e adeguata realizzazione dell impianto elettrico.

7 - Il rischio esplosione AMBIENTI con ATMOSFERE ESPLOSIVE ( esempio: deposito di GPL, grossa cucina a gas per la ristorazione, caldaia centralizzata a gas, ecc.) In luoghi con la presenza di lavoratori subordinati, le principali operazioni da compiere se si ritiene possibile il rischio di ESPLOSIONI sono: Valutazione dei rischi relativi all esplosione. Per la direttiva 99/92/CE (Titolo XI del D.Lgs. 9/4/2008, n. 81) Predisposizione del documento sulla protezione contro le esplosioni (diventa parte integrante del Documento sulla Valutazione dei Rischi previsto dall art. 17 del D.Lgs. 9/4/2008, n. 81). ripartizione in zone (0, 1, 2, 20, 21, 22) delle aree con pericolo di esplosione, come previsto nell allegato XLIX del D.Lgs. 9/4/2008, n. 81. Applicazione delle prescrizioni di sicurezza (misure tecniche ed organizzative) alle attrezzature ed ai luoghi di lavoro. Segnalazione, se necessario, dei punti di accesso alle aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive. Coordinamento delle attività ai fini della sicurezza per il rischio esplosione, in presenza di più imprese. Denuncia degli impianti elettrici ubicati nelle zone 0, 1, 20, 21 all ASL/ARPA e far effettuare, ogni due anni, la verifica da detti enti o da organismi autorizzati. Per la direttiva 94/9/CE Valutazione della conformità ai requisiti minimi. Apposizione della marcatura CE e rilascio della dichiarazione di conformità I materiali combustibili da cui si possono avere origine polveri esplodibili sono: sostanze organiche naturali (ad esempio cereali, zucchero, carbone); sostanze organiche sintetiche (ad esempio pesticidi, materie plastiche); materiali metallici ossidabili (ad esempio alluminio, zinco, ferro). Esplode in quanto è materiale infiammabile

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