Relazione sulla tipologia dello spazio a corte rurale e sulle quote di progetto
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- Gennaro Locatelli
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1 Relazione sulla tipologia dello spazio a corte rurale e sulle quote di progetto oggetto: VARIANTE AL PIANO DI RECUPERO ai sensi dell'art 73 della L.R. 1/2005 per la riqualificazione architettonica e paesaggistica del fabbricato rurale ex Case Gemelle approvato con D.C.C. n. 63 del 30/10/2007. richiedenti: Lotti Maura, Puccioni Andrea, Puccioni Luigi, Puccioni Maurizio. ubicazione: LOC. VAL DI CAVA Via delle Colline per Legoli.
2 Premessa L'idea del progetto nasce dalla volontà di allontanare dall'edificio storico d'impianto il volume adiacente, realizzato in epoca successiva, per riequilibrare lo spazio tra pieni e vuoti e riportare l'impianto architettonico ad una conformazione più simile a quelle esistenti nella piana circostante tra i poderi dell'antica fattoria della Cava e denominati impianti tipologici a corte rurale nelle schede del patrimonio edilizio d'interesse storico. 1 Il sistema aggregato degli edifici agricoli della piana della fattoria della Cava Se si osservano alcuni dei poderi dell'antica fattoria della Cava molti sono costituiti da una struttura aggregata composta da un corpo principale e da uno o due strutture secondarie. 1.Podere il Salto 2.Podere dell Albero 3.Podere Verrucchio 4.Podere del Casino 5.Podere degli Olmi
3 1.Podere il Salto
4 2. Podere dell Albero
5 3.Podere Verrucchio 4. Podere del Casino
6 5. Podere degli Olmi 2 Unità edilizie esistenti n.3 Si precisa inoltre che nelle tavole allegate al progetto le unità edilizie esistenti sono n.3 come si può vedere dalla foto aerea e che entrambe le unità accessorie avevano un solaio intermedio come si vede dalla ricostruzione del rilievo e dalle fotografie allegate; ad oggi tutti i solai lignei sono crollati. Si noti come la presenza dell edificio adiacente al fabbricato principale sia un elemento che penalizza l impianto originale
7 3 Traslazione del volume secondario Riteniamo che traslare il volume secondario adiacente alla casa e ricostruirlo su un terreno già alterato da un preesistente recinto in muratura, liberando di fatto l edificio d impianto storico sia un metodo progettuale volto alla valorizzazione dell aggregato tipologico rurale. 4 I saggi eseguiti e le quote di progetto Al fine di verificare la situazione reale degli immobili all'epoca della loro costruzione lo scrivente ha eseguito dei saggi in loco tesi a chiarire la consistenza dei volumi e delle superfici. In primo luogo è stata verificata la profondità delle murature perimetrali dei due annessi che è notevolmente più bassa rispetto all'attuale piano di campagna; i due saggi eseguiti dimostrano che il piano di calpestio del solaio del piano terra è per le UMI n.2 e UMI n.3 ad una quota molto inferiore rispetto all'attuale piano di campagna, con profondità variabili ma superiori a cm 100. Questo a dimostrazione delle altezze e della consistenza volumetrica degli immobili. In secondo luogo e dopo un ulteriore approfondimento nella lettura delle murature perimetrali e delle aperture esistenti è stato dedotto che:
8 la UMI n.3 ha un portale ricostruito posticcio di forma rettangolare con una modanatura intonacata; elemento più adatto all'ingresso nel fienile di mezzi meccanici che non di carri in legno. La composizione originaria del fabbricato prevedeva l'arco al piano terra ed al piano primo. I mandolati esistenti sui due lati dimostrano che la struttura svolgeva la duplice funzione di deposito al piano terra e stoccaggio del fieno al piano primo. Da queste valutazioni lo scrivente ritiene certa la presenza dell'impalcato di solaio anche al piano primo confermato anche dalle tracce murarie esistenti e dalla presenza a terra di travi cadute sommerse dalle macerie murarie; la S.U.L. corrisponde quindi a mq 108,16. La UMI n.2 invece ha la forma dell'apertura d'ingresso che è contestuale all'edificio e quindi si può ritenere che la struttura dell'impalcato del solaio del piano primo sia stato realizzato solamente sulla metà della struttura opposta al vano d'ingresso. Considerazioni suffragate dalla documentazione fotografica e dagli elaborati grafici consegnati e che dimostrano un a S.U.L. di mq 80,71. Infine si precisa che questi approfondimenti chiariscono: a) le misure delle altezze riportate sul piano di recupero approvato che rispetto alla situazione attuale sono più alte. b) che la lettura storica del precedente piano di recupero si era fermata ad una lettura d'impianto e non ad una lettura di dettaglio non segnalando quindi l'ipotesi di ricostruzione delle strutture murarie e degli impalcati crollati. Inoltre si precisa che il P.T.C. indica all'articolo gli interventi ammessi sui ruderi di strutture edilizie l'obbiettivo è la ricostruzione dove si può dimostrare l'esistenza delle strutture; ritengo che la documentazione consegnata sia sufficiente a chiarire ogni aspetto. Calcinaia lì, 09/07/2012 architetto andrea mannocci
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