Rassegna Stampa. Martedì 22 aprile 2014
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1 Rassegna Stampa Martedì 22 aprile 2014 Rassegna Stampa realizzata da SIFA Srl Servizi Integrati Finalizzati alle Aziende Milano Via Mameli, 11 Tel Fax
2 Rassegna del 22 aprile 2014 ASL BRESCIA Corriere Della Sera (bs) 1, 2, LA RINASCITA DEI MICRO-OSPEDALI S.gh. 1 Corriere Della Sera (bs) 3 «PIÙ ASSISTENZA E MENO SPESE CON MEDICI DI BASE E TERRITORIO» Silvia Ghilardi 5 Corriere Della Sera (bs) 3 C'È L'APPOGGIO DEI SINDACI: «MA CON PIÙ SPERIMENTAZIONE» S.gh. 7 SANITÀ LOMBARDIA Corriere Della Sera (bs) 3 MARCO VOTTA E DANILO GARIBOLDI: «UN FUTURO PER QUELLE STRUTTURE» 8 Bresciaoggi 21 MAI PIÙ SLOT MACHINE IN PAESE SCACCO MATTO ALLA LUDOPATIA 9
3 Sanità Le ricadute bresciane della riforma varata dalla Regione Lombardia. Scarcella: offerta diversificata La rinascita dei micro-ospedali Vicini al territorio e ai malati cronici. Già candidati Leno e Orzinuovi La Regione ha varato una riali, e già due strutture svolgere le nuove funzioni: «Così l'offerta assistenziale nuova formula sanitaria, i bresciane a Leno e Orzi- assistenza ai malati cronici, è sempre più varia», dice Presidi ospedalieri territo- nuovi si candidano a prossimità al territorio. Carmelo Scarcella (Asl). La sanità che cambia Ospedali per i malati cronici Brescia svela i suoi piani Da Orzinuovi e Leno le prime richieste di fondi in Regione Dall'ospedale al territorio: è il nuovo corso della sanità lombarda che vuole razionalizzare, ma anche interpretare l'esigenza dei pazienti che cambia (pochi centri ad alta specializzazione per acuti e una rete di "prote - zione" per i malati cronici). E la riorganizzazione delle rete ospedaliera che ne deriva ha il suo punto di partenza nell'istituzione dei Pot, i presidi ospedalieri territoriali. Si tratta di "case" della cronicità, punti di riferimento per il malato cronico. Deliberata da Regione Lombardia lo scorso marzo, questa nuova formula punta sulla prossimità, sulla presa in carico del paziente e sulla continuità delle cure. Nei Pot i malati complessi, cioè spesso anziani sui quali incidono più patologie che possono andare dal diabete all'ipertensione, dallo scompenso cardiaco alla bronchite, solo per fare qualche esempio, saranno seguiti lungo tutto il percorso di cura. Una dinamica che farà risparmiare non solo risorse al sistema sanitario ma anche tempo ai cittadini che non saranno più costretti a migrare da un ospedale all'altro alla ricerca di specialisti ed esami. Le «case» della cronicità non mancheranno nemmeno a Brescia. Le prime nasceranno a Leno e Orzinuovi, attraverso la riqualificazione dei presidi ospedalieri (attualmente in capo alle aziende di Mellino mellini di Chiari e di Desenzano). Un modo per portarli a nuova vita destinandoli ad attività e servizi dedicati a bassi livelli assistenziali(gli alti livelli di assistenza rimarranno di prerogativa dei grandi centri ospedalieri). Le aziende ospedaliere di Desenzano (Leno) e la Mellino Mellini di Chiari (Orzinuovi) hanno già inoltrato richiesta di diventare presidi ospedalieri territoriali a Regione Lombardia che nelle scorse settimane ha emesso un bando che stanzia fondi per finanziare la nascita dei Pot. «Abbiamo chiesto a tutte le Asl della Lombardia di presentare una progettualità di almeno un Pot sul territorio nell'ottica appunto di rivitalizzare quei piccoli ospedali che spiega Fabio Rizzi, presidente della IH commissione Salute e politiche sociali di Regione Lombardia danno prestazioni poco utili alla cittadinanza e con casistiche troppo basse per garantire la sicurezza clinica». Spazio quindi a visite ambulatoriali, day hospital, trattamenti per post acuti e lunga degenza «Tutte attività continua Rizzi che favoriranno il cittadino che non dovrà più andare lontano per delle prestazioni che potrà fare sotto casa e che sgraveranno il pronto soccorso degli ospedali dei troppi codici bianchi e verdi». E in tutto questo che ruolo ha il medico di medicina generale?, «n medico di medicina generale è il gestore dei Pot. I medici di base potranno usufruire di queste strutture dotate di attrezzature migliori e con la presenza di specialisti per offrire un servizio ancora più mirato». Nel caso di Orzinuovi e Leno si tratterebbe quindi di ricon- ASL BRESCIA Pag. 1
4 vertire le strutture ospedaliere già esistenti sul territorio. Entrambi questi piccoli ospedali già da tempo si sono avviati nella direzione che ora Regione Lombardia ha tracciato. A Orzinuovi (dove è anche operativo da tempo uno dei primi hospice pubblici italiani) nel 2007 era stato inaugurato un country ho - spital sperimentale (una decina di posti letto gestiti con personale dell'azienda ospedaliera ma con pazienti in carico ai medici di base) e negli anni ha cercato di rispondere sempre più alle esigenze della cronicità (da qualche tempo è anche attiva un'unità per la dialisi). Discorso simile per Leno che ha messo in atto una programmazione legata alla riabilitazione, alla lungo degenze e servizi dedicato all'area anziani. I giochi, con un buon margine di certezza, potrebbero già dirsi fatti. Difficile infatti che la Regione neghi l'approvazione - e il finanziamento - dei due progetti. Le ragioni sono presto dette: per prima cosa entrambi i presidi di Leno e Orzinuovi hanno già sperimentato in parte la modalità di gestione tipica dei Pot e quindi, agli occhi della Direzione Generale Salute di Regione Lombardia, potrebbero essere più «titolati» di altri per il percorso di riconversione, la seconda riguarda l'enorme dimensione del bacino degli assistiti dell'asl di Brescia che da solo copre il 10 per cento di quello lombardo. S.Gh. La scheda La riforma La Regione Lombardia sta mettendo a punto una riforma sanitaria che prevede pochi centri di eccellenza e per gli acuti e una rete territoriale in grado di farsi carico delle esigenze della persone affette da malattie croniche. IPot Con il termine Pot si identificano i Presidi ospedalieri territoriali, piccoli ospedali che, invece di essere chiusi per favorire strutture più grandi, possono essere riconvertiti a favore di reparti in grado di accogliere malati cronici, curati con l'interazione tra medici di base e personale della struttura ospedaliera I soldi Per la riconversione dei presidi, la Regione ha messo a disposizione una serie di finanziamenti. A farne richiesta, perora, gli ospedali di Leno e Orzinuovi. La sperimentazione Dal 2007 nella Bassa già attivo un country hospital con 10 posti affidati ai medici di base ASL BRESCIA Pag. 2
5 Gli ultra ottantacinquenni 2,75% % Grandi anziani 4,7% Nuova vita Gli ospedali di Orzinuovi e di Leno, piccoli presidi che nel corso degli anni hanno perso la loro vocazione di ospedali per pazienti acuti puntando sui malati cronici ASL BRESCIA Pag. 3
6 Malattie croniche (dati 2012) N soggetti Cardiovasculopatie % forme isolate 45,4% Prevalenza/ 1000 abit. 196,7 Var. media annua 1,4% Diabete ,7% 54,0 3,7% Dislipidemie Neoplasie " ,0% 33,3% 45,9 42,0 6,2% 2,1% Broncopneumopatie ,6% 28,3-0,7% Malattie endocrine ,3% 24,6 6,0% E/G/Duodenopatie ,6% 22,4 10,2% Neuropatie Epato-enteropatie ,6% 46,3% 18,5 14,1 1,6% 3,3% M. psichiatriche gravi ,8% 9,8 2,7% Malattie autoimmuni ,0% 9,4 11,1% Malattie rare ,1% 8,1 13,7% Insufficienza renale ,3% 5,1 4,1% HIV/AIDS ,9% 2,8 3,1% Trapianti ,3% 1,5 11,3% totale persone con 3/ ,7 patologia cronica 1,7% senza patologia cronica ,3-0.6%. di cui nessun contatto ,4 é 0,3% Totale assistiti I Dal 2003 al 2012 i pazienti cronici sono passati da 251,8 a 291,7 ogni abitanti In termini assoluti si è passati da a assistiti ASL BRESCIA Pag. 4
7 L'intervista Parla il direttore generale dell'asi di Brescia. In provincia cronici aumentati del 3% l'anno «Più assistenza e meno spese con medici di base e territorio» Scarcella: «Ora con i Pot aumenteremo l'offerta» I bresciani, dicono le statistiche, «guadagnano» 3 mesi di sopravvivenza ad ogni anno di vita che passa. Un dato certo positivo che però è accompagnato da un aumento del numero di persone che portano con sé più malattie croniche. Nel periodo la prevalenza degli assistiti senza patologia cronica è diminuita mentre gli assistiti presi in carico dall'asl di Brescia per almeno una patologia cronica sono passati da 251,8 per mille abitanti nel 2003 a 291,7 per mille abitanti nel In termini assoluti l'aumento è stato pari al 3,1 per cento annuo (da a assistiti). È aumentato anche il numero di persone con più patologie (mediamente 1,66 patologie nel 2012 e 1,50 nel 2003). La sfera della cronicità all'interno dell'asi di Brescia equivale nel 2014 al 30 per cento della popolazione assistita (che supera il milione di persone) e al 70 per cento delle risorse economiche messe in campo per l'assistenza alla salute dei cittadini. Con l'introduzione dei Pot verrà innalzato il livello del sistema organizzativo in favore della cronicità ma l'asl di Brescia ha già fatto molto in tal senso. «Le risposte alla cronicità a livello territoriale sono state tante spiega Carmelo Scarcella, direttore dell'azienda sanitaria locale di Brescia. Penso per esempio all'oltre 80 per cento dei 720 medici di medicina generale dell'asl che operano attraverso il governo clinico che ha permesso negli anni, grazie al continuo monitoraggio dei pazienti, di migliorare i livelli di assistenza con una riduzione delle spese farmaceutiche e dei ricoveri». «Sul tema della cronicità continua c'è poi stata l'esperienza unica in Lombardia degli Sdar, il servizio distrettuale di assistenza residenziale, che ha coinvolto proprio i presidi di Orzinuovi e di Leno oltre alla casa di cura Villa Gemma di Gardone Riviera dove alcuni pazienti ospitati in queste strutture erano seguiti direttamente dal medico di medicina generale. Da non dimenticare poi i Pdta, i percorsi diagnostici terapeutici assistenziali. Nell'insieme tutte le misure adottate dall'asl nei confronti della cronicità sono state delle modalità di avvicinamento ai Pot». «Quello dei presidi ospedalieri territoriali prosegue Scarcella è uno strumento che si aggiunge alla rete già ricca di servizi e che vedrà il medico di medicina generale quale principale interlocutore senza dimenticare i pediatri e i medici di continuità as - sistenziale. La presenza sul territorio di queste realtà di prossimità è un'ulteriore passo avanti nella direzione di favorire una graduazione di intervento che permette di dare risposte più appropriate alla cronicità». I dati sono infatti chiari: la futura sfida per Brescia, come per il resto del paese, si chiama cronicità. Nelle patologie croniche monitorate nella popolazione negli ultimi anni dall'asl di Brescia (cardiovasculopatie, diabete, neoplasie, malattie endocrine, dislipidemie, insufficienza renale ecc..) vi è stato un aumento in termini assoluti e di prevalenza. I rilevanti cambiamenti riscontrati possono essere spiegati sia con l'evoluzione del quadro anagrafico-epidemiologico locale sia con la maggiore sensibilità e capacità di riconoscere patologie croniche in precedenza misconosciute. «Per quanto riguarda le domande di riconversione in Pot inoltrate a Regione Lombardia per i presidi di Orzinuovi e Leno e che l'asl ha condiviso mi pare realistico poter dire che verranno accettate anche alla luce delle attività pregresse svolte in queste strutture. Al momento non ci sono state altre domande da parte di aziende ospedaliere del territorio ma non escludo che in futuro ce ne possano essere altre». E per quanto riguarda la più grande azienda ospedaliera della provincia di Brescia, il Civile?. «Questa azienda non ha piccoli presidi da riconvertire, quelli di Montichiari e Gardone Vt sono presidi che non credo necessitino di una riconversione in Pot». Silvia Ghilardi L'analisi Dare soluzioni Le risposte alla cronicità in questi anni sono state tante ASL BRESCIA Pag. 5
8 Monitoraggio Il governo clinico ci ha permesso di ridurre i costi per farmaci e ricoveri 3 sanitaria locale E S C UÈÈÈA Riconversioni Sul tavolo della Regione ci sono due domande e credo che saranno accolte Direttore generale Carmelo Scarcella guida l'asl di Brescia ASL BRESCIA Pag. 6
9 Il territorio Le obiezioni di Giraudini presidente della conferenza Asl C'è l'appoggio dei sindaci: «Ma con più sperimentazione» I sindaci dei comuni di Leno e Orzinuovi plaudono alla riconversione dei rispettivi presidi. «È una novità positiva che darà consistenza a una tradizione ospedaliera del nostro territorio che è frutto anche della collaborazione tra amministrazione comunale e dirigenza dell'ospedale» sottolinea Andrea Ratti, primo cittadino di Orzinuovi. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il sindaco di Leno, Pietro Bisinella: «Pieno consenso a questa iniziativa che prosegue nella direzione della programmazione già attuata a livello distrettuale su riabilitazione, area anziani e lungo degenza. La mia unica perplessità rimane il progetto calato dall'alto di realizzare nella stessa struttura una comunità di 40 persone per il decentramento degli ex ospedali psichiatrici giudiziari». L'entusiasmo dei primi cittadini che andranno ad ospitare sul proprio comune i presidi ospedalieri territoriali è però frenato dai dubbi sollevati all'interno della conferenza dei sindaci dell'asl. «n problema grosso è quanto questa operazione vada ad incidere sulle tasche dei cittadini perché anche se la Regione ha stanziato dei finanziamenti non è ancora chiaro quale sarà la percentuale che il comune dovrà mettere» commenta Gianmaria Giraudini, presidente della conferenza dei sindaci dell'asl di Brescia se pur pienamente d'accordo con il progetto che favorisce l'assistenza alla cronicità. «Secondo me prosegue Giraudini che è anche primo cittadino di Villa Carcina sarebbe utile prima fare una sperimentazione per un anno per verificare se i Pot hanno senso e se soprattutto funzionano; così sarebbe più facile convincere anche i comuni a spendere denaro pubblico per finanziare un progetto che va incontro alla cittadinanza». S.Gh. Orzinuovi Andrea Ratti Leno Pietro Bisinella 99 Collaborazione Il progetto va nel solco di un rapporto tra 93 Convivenza Mi chiedo però come ciò si concili con il progetto Comune e ospedale sull'ex Opg ** /~ -gà «Piùiisfdstt'nza e molo spc* = ss 1 *"-', l'oli im'did iti ISLM'e territorio"! agyng 1 '' "-'- iam I.i i mj!j,lmlii.india ItCTrtJ:') """!l - : ASL BRESCIA Pag. 7
10 I direttori delle aziende ospedaliere Marco Votta e Danilo Gariboldi: «Un futuro per quelle strutture» «La lettera di intenti in cui ci rendiamo disponibile a convertire il nostro presidio di Leno in un Presidio ospedaliero territoriale è già in Regione ora non ci resta che attendere. Se ci verrà dato l'ok sarà una grande conquista per l'offerta alla cittadinanza e daremo una connotazione definitiva al quel presidio» spiega Marco Votta, direttore generale dell'azienda ospedaliera di Desenzano che punta così a riqualificare una struttura che ha progressivamente perso smalto a favore del vicino Manerbio e che è stata pure indicata come struttura nella quale ospitare 40 persone provenienti dall'ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere destinato alla chiusura. Anche per Danilo Gariboldi, direttore dell'azienda Mellino Mellini di Chiari ha accolto con Desenzano Marco Votta Chiari Danilo Gariboldi entusiasmo l'opportunità offerta dal Pirellone soprattutto visto che Orzinuovi era già stato trasformato in country hospital. «Il presidio di Orzinuovi è già stato impostato da tempo per rispondere alle esigenze della cronicità: abbiamo anche aggiunto la parte di ecografie e tecnologie radiologiche, abbiamo trasformato dei posti di medicina in subacuti, ospitiamo tre medici di base e un pediatra e è stata fatta l'esperienza di 5 posti letto per situazioni borderline di pazienti che richiedono qualche giorno di gestione diretta senza dimenticare l'area del diabete e dell'osteoporosi». La scadenza per inoltrare la domanda di conversione in Pot era l'u aprile, entro l'estate Regione Lombardia dovrebbe dare una risposta, (s.gh.) RIPRODUZIONERISERVATA SANITÀ LOMBARDIA Pag. 8
11 TRAVAGLIATO. Un Comune «deslottizzato» è il traguardo fissato dalla Giunta nel medio termine Mai più slot machine in paese Scacco matto alla ludopatia Con un'interpretazione restrittiva della norma regionale il Comune vieta l'arrivo di nuovi videopoker E i bar «obiettori» saranno premiati Un paese «deslottizzato», ovvero senza videopoker, slot machine ed altri totem elettronici per il gioco d'azzardo. Un sogno? Forse, mail Comune di Travagliato ci crede. Specie ora che la Regione Lombardia ha messo a disposizione strumenti normativi incisivi. Ed è proprio facendo leva sulla legge anti-ludopatia (la schiavitù patologica dal gioco d'azzardo) che ramministrazione civica ha introdotto il divieto di installare nuovi apparecchiature «mangiasoldi» in paese. Tutto, o quasi, a prova di ricorsi. GIÀ, PERCHÈ il monitoraggio delle aree «protette»fissatedalla normativa regionale ha consentito di stabilire che a Travagliato non esistono segmenti «free». Nel senso che se si rispettano rigorosamente i limiti di sicurezzafra videopoker ed enclave sensibili come scuole, luoghi di culto ed oratori, le zone franche del gioco d'azzardo si intersecano e incrociano coprendo l'intero territorio urbano. «Mettere al bando le nuove slot machine è solo il primo passo di un progetto ad ampio respiro - precisa l'assessore al Commercio, Christian Bertozzi -: il nostro paese non è purtroppo immune da un'emergenza sociale di dimensioni nazionali ma, a differenza di altri Comuni, abbiamo deciso di non farfintadi nulla e di affrontare in modo drastico il problema». ANCHE A TRAVAGLIATO il vizio del gioco ha spesso gettato nella disperazione intere famiglie. «Le ludopatie non risparmiano nessuna fascia sociale e spesso colpiscono insospettabili, ma è su anziani, disoccupati e giovani, fatalmente più vulnerabili, che il fenomeno diventa devastante in termini economici e psicosociali - continual'assessore -. Per capire la portata dell'allarme basta pensare che in Italiaicittadinihannoadisposizione più slot machines che posti letto in ospedale». Il Comune ha avviato nelfrattempoil censimento delle macchinette già operative. «Un controllo che ci consentirà di rilevare eventuali irregolarità ma anche di studiare forme per convincere gli esercenti a rinunciare a slot machine e videopoker», annuncia Bertozzi. Lo strumento potrebbe essere quello di incentivi o sconti sui tributi comunali ai locali che mettono al bando il gioco d'azzardo, ma la Giunta sta pensando anche ad altre forme dimorai suasion. «Mai come in questo caso, del resto - afferma Bertozzi - la battaglia è soprattutto culturale. Per questo lanceremo una campagna di sensibilizzazione nella comunità rivolgendo un'attenzione particolare a famiglie, anziani e scuole. Il fronte delle ludopatie è del resto ampio e non comprende solo le slot machine, ma anche le scommesse on line ed altri giochi d'azzardo gestiti dallo Stato. Come Comune non lesineremo risorse, ma è chiaro che anche gli altri livelli istituzionali, come avvenuto per esempio con la normativa regionale, devono contribuire, altrimenti la battaglia sarà persa in partenza».» N.S. W La campagna contro la schiavitù dal gioco d'azzardo coinvolgerà presto l'intera comunità CHRISTIAN BERTOZZI ASSESSORE AL COMMERCIO SANITÀ LOMBARDIA Pag. 9
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