PARTE TERZA LE CONSEGUENZE. Tiziano Tessaro-riproduzione riservata 1

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1 PARTE TERZA LE CONSEGUENZE Tiziano Tessaro-riproduzione riservata 1 responsabilità indica la soggezione alle conseguenze sfavorevoli della propria condotta Responsabile si dice chi è tenuto a rispondere, cioè a rendere ragione e a subire le conseguenze dell azione da lui voluta violazione di un precetto normativo che regola una condotta (illecito) sanzione 2 1

2 Le forme di responsabilità del dipendente pubblico Penale Di risultato (per i dirigenti ) Civile Discipli nare Ammini strativa 3 Da un unico evento dannoso possono sorgere diverse forme di responsabilità che danno luogo a diverse forme di contenzioso Sinistro tra un auto di servizio e un comune cittadino, durante l orario d ufficio, senza alcuna comprovata giustificazione civile per risarcimento del danno penale per lesioni disciplinare amministrativa per danno erariale Giudice civile Giudice penale Organo competente Corte dei Conti 4 2

3 Da un unico evento dannoso possono sorgere diverse forme di responsabilità che danno luogo a diverse forme di contenzioso civile per risarcimento del danno Giudice civile (se non costitut parte civile avanti giudice penale) penale Giudice penale EPISODIO DI CONCUSSIONE disciplinare Organo competente amministrativa per danno erariale Corte dei Conti 5 Da un unico evento dannoso possono sorgere diverse forme di responsabilità che danno luogo a diverse forme di contenzioso civile verso terzi per risarcimento del danno Giudice amministrativo penale Giudice penale EPISODIO DI DANNO DA RITARDO Art.2 legge 241/1990 disciplinare e dirigenziale amministrativa per danno erariale Organo competente Corte dei Conti 6 3

4 Le forme di responsabilità del dipendente pubblico Esterna Penale Civile verso i terzi Contrattuale Extracontrattuale Forme speciali aggravate Interna Amministrativa Disciplinare Dirigenziale 7 civile danno per dolo o colpa risarcimento nelle PA estesa anche al datore di lavoro pag. 85 di 101 4

5 amministrativa danno verso l amministrazione gestione di un appalto: mancata organizzazione di una gara in favore di una trattativa privata penale reato / condotta illecita inserito nel Codice Penale uccidere rubare corrompere ecc. pag. 86 di 101 pena / risarcimento Fatto illecito penalmente riflessi su profilo disciplinare sanzione disciplinare pag. 87 di 101 5

6 Il caso della mancata pubblicazione nel d.lgs 33/2013 Conseguenze civilistiche Giudice civile Mancata pubblicazione di dati previsti dal D.Lgs. 33/2013 penale? disciplinare amministrativa per danno erariale Giudice penale Organo competente Corte dei Conti Tar Trentino 59/ C. conti, sez. giurisd. Trentino A.A., n. 59/2009 << la responsabilità erariale in questione è fatta discendere dalla condotta in quanto tale e non dalla sussistenza di altri presupposti, in specie la legittimità o meno del conferimento dell incarico e quindi l esistenza di un danno ingiusto; laddove altre disposizioni (ad esempio l art. 23 comma 4 L. 289/2002) collegano la responsabilità amministrativa ad un danno ingiusto tipizzato. Infatti, la liquidazione di incarichi non pubblicati potrebbe essere considerata una forma di danno presunto al limitenei casi di cui all art.3, comma 18, L n. 244, secondo il quale I contratti relativi a rapporti di consulenza con le pubbliche amministrazioni di cui all articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, sono efficaci a decorrere dalla data di pubblicazione del nominativo del consulente, dell oggetto dell incarico e del relativo compenso sul sito istituzionale dell amministrazione stipulante ; in tal caso, infatti, il contratto è inefficace e quindi manca un valido titolo di spesa. Tuttavia, tale norma si riferisce espressamente solo alle consulenze (attività professionale di tipo consultivo), mentre l articolo 3 comma 54 fa riferimento agli incarichi di collaborazione e consulenza, per cui nel caso qui in esame il contratto è efficace anche se non pubblicato, e non può parlarsi di danno presunto >> (v. sent. n. 59/09, cit., in parte motiva). 6

7 C. conti, sez. giurisd. Trentino A.A., n. 59/2009 l obbligo di risarcire l importo della spesa sostenuta per l incarico non pubblicizzato (anche legittimo) è ritenuto, condivisibilmente, del tutto autonomo soggettivamente ed oggettivamente rispetto all obbligo di risarcire l importo della spesa derivante da un incarico illegittimo, nei limiti del danno erariale derivante da tale spesa. In altri termini, il primo importo è dovuto a titolo di sanzione per illecito amministrativo (che si fonda sulla mera lesione di interessi finanziari pubblici insita nella condotta antidoverosa tipizzata), il secondo a titolo di risarcimento del danno da responsabilità amministrativa (che si fonda su un danno economico-patrimoniale concreto ed attuale e una condotta antidoverosa atipica). Incarico di consulenza a soggetto esterno Mancata pubblicazione dell incarico sul sito web dell ente La norma di cui all art 1, comma 127, della legge n. 662/1996, nel testo vigente all epoca dei fatti - secondo la quale, nel caso di omessa pubblicazione sul sito web dell ente del provvedimento di affidamento di un incarico di consulenza retribuita a soggetto esterno, la liquidazione del corrispettivo costituisce illecito disciplinare e determina responsabilità erariale del dirigente preposto - non integra una fattispecie automaticamente sanzionatoria, in assenza di una chiara ed espressa indicazione in tal senso da parte della norma stessa (1); pertanto, è necessario in tali casi individuare e dimostrare la sussistenza di una danno ingiusto, concreto ed attuale per l ente pubblico, senza che sia possibile presumere che tale danno sia pari all importo della consulenza, dato anche la notevole sproporzione che potrebbe prospettarsi tra l omissione di un adempimento formale, quale la pubblicazione sul sito istituzionale, ed il danno del quale i soggetti sarebbero chiamati a rispondere, pari all importo della consulenza legittimamente affidata e della quale l ente ha tratto vantaggio. (1) Cfr. Corte dei conti, Sezioni Riunite, sentenza n. 12/2011 CORTE DEI CONTI - SEZIONE GIURISDIZIONALE CAMPANIA - Sentenza n. 958 del 16 LUGLIO

8 Incarico di consulenza a soggetto esterno senza la previa pubblicazione dell incarico sul sito web dell ente Fattispecie sanzionatoria - Sussistenza Necessità di dimostrazione di un danno - Esclusione La norma di cui all art 1, comma 127, della legge n. 662/1996, integra una particolare ipotesi di responsabilità sanzionatoria, che presuppone l affidamento di un contratto di lavoro autonomo. La condotta che in base alla norma dà luogo a responsabilità consiste nella liquidazione del corrispettivo per gli incarichi di collaborazione, senza che sia stato previamente pubblicato sul sito web dell Amministrazione il relativo provvedimento di conferimento completo di indicazione del soggetto percettore, della ragione dell incarico e dell ammontare erogato; sotto il profilo del danno, la responsabilità prevista dalla normativa richiamata, in quanto sanzionatoria, non implica necessariamente la sussistenza di un danno patrimoniale e pertanto, ai fini dell accertamento della sussistenza di tale specifica ipotesi di responsabilità amministrativa, non occorre verificare la sussistenza di un danno ingiusto risarcibile, quanto piuttosto accertare la mera violazione del precetto previsto dalla legge, oltre l'elemento psicologico della colpa grave. Nel caso di responsabilità sanzionatoria ex art 1, comma 127, della legge n. 662/1996, la liquidazione del danno deve essere effettuata detraendo dall importo della spesa affrontata per la consulenza illecita, i vantaggi comunque arrecati all amministrazione ed alla comunità amministrata dallo svolgimento dell incarico medesimo, ai sensi e per gli effetti dell art. 1 comma 1-bis L. n. 20 del 14 gennaio CORTE DEI CONTI - SEZIONE GIURISDIZIONALE MOLISE - Sentenza n. 48 del 29 LUGLIO 2013 Art. 15 Danni cagionati per effetto del trattamento 1. Chiunque cagiona danno ad altri per effetto del trattamento è tenuto al risarcimento ai sensi dell art del Codice Civile. 2. Il danno non patrimoniale è risarcibile anche in caso di inosservanza delle disposizioni sulle modalità del trattamento. 8

9 La responsabilità civile Art. 15, comma 1 chiunque cagiona danno ad altri per effetto del trattamento di dati personali è tenuto al risarcimento ai sensi dell art del Codice civile. La responsabilità civile Art C.C. Chiunque cagiona ad altri nello svolgimento di un attività pericolosa, per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati, è tenuto al risarcimento, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno. 9

10 INVERSIONE DELL ONERE DELLA PROVA Nell esercizio di attività pericolose spetta a chi ha provocato il danno dimostrare di avere adottato tutte le misure idonee ad evitarlo. Non è sufficiente la dimostrazione di avere rispettato la legge La responsabilità civile Elemento soggettivo L art prevede una responsabilità rafforzata in capo alla persona che causa danno. Inversione dell onere della prova: Chi causa danno deve provare di aver adottato tutte le misure necessarie ad evitarlo il danno si presume salvo prova contraria. 10

11 Art 2050 Se non basta dimostrare il rispetto delle norme di legge, in cosa può consistere la prova liberatoria che il danneggiante deve fornire? Art 2050 A carico di chi l ignoto? 11

12 Presunzione di colpa La presunzione di colpa a carico del danneggiante, posta dall art c.c., presuppone il previo accertamento dell esistenza del nesso eziologico tra l esercizio dell attività pericolosa e l evento dannoso, non potendo il soggetto agente essere investito da una presunzione di responsabilità rispetto ad un evento che non è ad esso riconducibile in alcun modo (cfr.cass.n. 4792/2001). Superamento della presunzione La presunzione di responsabilità può essere vinta solo con una prova particolarmente rigorosa, essendo posto a carico dell esercente l attività pericolosa, che nell ipotesi descritta dall art. 15 consiste in chiunque proceda con un trattamento di dati personali, l onere di dimostrare l adozione di tutte le misure idonee ad evitare il danno. La norma dispone, quindi, una responsabilità per qualsiasi danno oggettivamente evitabile, in base allo stato della tecnica al momento in cui l'evento che ha causato il danno si è verificato. 12

13 Superamento della presunzione Ai fini civilistici il titolare non dovrà accontentarsi dell'adozione delle misure minime di sicurezza previste dall'allegato B del codice privacy, se allo stato delle conoscenze tecniche, appunto, si conoscano più efficaci misure di sicurezza. L'adempimento delle misure minime di sicurezza implicherà certo l'esonero da responsabilità penali ai sensi dell'articolo 169 del codice (mancanza delle misure minime di sicurezza), ma non necessariamente della responsabilità civile in relazione a quanto previsto dall'articolo 31 del codice. Superamento della presunzione Il titolare del trattamento non solo è tenuto al risarcimento tutte le volte che non prova di aver adottato tutte le misure idonee a evitare il danno, Ciò significa che il trattamento deve avvenire in modo lecito e secondo le regole di correttezza, che i dati personali devono essere custoditi e controllati tenendo presenti le conoscenze acquisite in base al progresso tecnico, alla natura dei dati e alle specifiche caratteristiche del trattamento. 13

14 Superamento della presunzione La prova liberatoria a carico del soggetto che ha proceduto ad un illecito trattamento dei dati personali verterà sulla esistenza della osservanza di tali misure previste al fine di evitare proprio un trattamento non consentito dei dati personali. infatti, la portata della norma va oltre l'inversione dell'onere della prova, in quanto richiede che venga provato che siano state adottate tutte le misure di sicurezza offerte dalla tecnica, pertanto, i danni per cause ignote rimangono a carico dell'esercente l'attività, se non ha predisposto i necessari accorgimenti preventivi. GIURISPRUDENZA Cassazione civile sez. III, 4 giugno 1998 n. 5484: La presunzione di responsabilità contemplata dall art c.c. per attività pericolose può essere vinta solo con una prova particolarmente rigorosa, e cioè con la dimostrazione di avere adottato tutte le misure idonee ad evitare il danno: pertanto non basta la prova negativa di non avere commesso alcuna violazione delle norme di legge o di comune prudenza, ma occorre quella positiva di avere impiegato ogni cura e misura volta a impedire l evento dannoso 14

15 GIURISPRUDENZA Cassazione civile sez. III, 4 giugno 1998 n. 5484, segue: La presunzione di responsabilità contemplata dall art c.c. per attività pericolose può essere vinta solo con una prova particolarmente rigorosa, e cioè con la dimostrazione di avere adottato tutte le misure idonee ad impedire l evento dannoso, ivi compreso il rispetto delle più avanzate tecniche note ed anche solo astrattamente possibili all epoca del fatto dannoso Previsione art 15 comma 2 15

16 Art. 15 comma 2 Danni cagionati per effetto del trattamento 1. (.) 2. Il danno non patrimoniale è risarcibile anche in caso di inosservanza delle disposizioni sulle modalità del trattamento. La previsione dell art. 15 comma 2 l art. 15 in esame introduce un secondo comma in cui è prevista la risarcibilità anche del danno non patrimoniale nel caso in cui il soggetto legittimato a trattare i dati violi i principi generali sulla privacy elencati dal precedente art. 11, ovvero la liceità e correttezza del trattamento, esattezza, aggiornamento, pertinenza, completezza e non eccedenza dei dati. 16

17 Presunzione di colpa o regola generale? La previsione di tale secondo comma, differente da quello precedente, sembrerebbe riportare la disciplina esposta alla regolamentazione generale prevista per i fatti illeciti. Ciò significa che in tali fattispecie il soggetto danneggiato dal trattamento dei dati personali, non potrà beneficiare dell inversione dell onere della prova a carico del danneggiante, ma, in ossequio alla regola generale contenuta nell art c.c., sarà tenuto a provare l esistenza di tutti gli elementi del fatto illecito. 17