Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico"

Transcript

1 Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico

2 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

3 Indice Introduzione... 5 Tavola 1 Requisito informativo generale... 9 Tavola 2 Ambito di applicazione Tavola 3 Composizione del patrimonio di vigilanza Tavola 4 Adeguatezza patrimoniale Tavola 5 Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche Tavola 6 - Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell ambito dei metodi IRB Tavola 7 Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB Tavola 8 Tecniche di attenuazione del rischio (CRM) Tavola 9 Rischio di controparte Tavola 10 Operazioni di cartolarizzazione Tavola 11 Rischi di mercato: informazioni per le banche che utilizzano il metodo dei modelli interni per il rischio di posizione, per il rischio di cambio e per il rischio di posizione in merci (IMA) Tavola 12 Rischio operativo Tavola 13 Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario Tavola 14 Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario Glossario / Abbreviazioni

4 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

5 Introduzione La disciplina di Basilea 2 è un iniziativa internazionale ed ha lo scopo di sviluppare, all interno delle banche, strutture più sensibili ai rischi ed alla loro valutazione a fini del calcolo del patrimonio di vigilanza e del requisito minimo patrimoniale che una istituzione di credito deve detenere. Ulteriore scopo è quello di rendere omogenei a livello europeo gli attuali metodi di valutazione dei rischi. La direttiva contiene inoltre un dettagliato insieme di requisiti minimi per assicurare la solidità concettuale della valutazione interna. A partire dal 1 gennaio 2008 sono entrate in vigore le Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche (Circolare n. 263 di Banca d Italia del 27 dicembre 2006 e successivi aggiornamenti), che recepiscono gli ordinamenti in materia di Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali (direttive UE n. 2006/48 e 2006/49 - Capital Requirements Directive CRD), nuova disciplina prudenziale per le banche e gruppi bancari Basilea 2 ; tale disciplina si articola sui cosiddetti tre pilastri : Primo pilastro definisce la metodologia di calcolo del requisito patrimoniale per fronteggiare i rischi tipici dell attività bancaria e finanziaria; Secondo pilastro richiede alle banche di dotarsi di strategie e processi di controllo volti ad assicurare l adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica; Terzo pilastro: introduce obblighi di informativa al pubblico riguardanti da un lato, l adeguatezza patrimoniale, l esposizione ai rischi delle banche e dei gruppi bancari, e dall altro le caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione e controllo. La direttiva definisce l applicazione graduale delle nuove norme, finalizzate a limitare l eventuale riduzione dei requisiti patrimoniali. Essa arriverà alla piena efficacia successivamente al periodo di transizione (Gennaio 2010). Primo Pilastro La nuova direttiva non modifica il coefficiente minimo patrimoniale dell 8% previsto dalla precedente regolamentazione (Basilea I); le modifiche sono relative alla definizione e al calcolo delle attività di rischio ponderate; l esposizione al rischio di un gruppo bancario si misura tramite il requisito patrimoniale di vigilanza, che è calcolato con la seguente formula: Requisito minimo patrimoniale = Patrimonio di vigilanza Attività di rischio ponderate Il coefficiente risultante dovrà essere 8%. Infatti, le attività di rischio ponderate devono essere calcolate utilizzando metodologie più sofisticate e sensibili al rischio rispetto a quelle precedenti. Oltre al rischio di credito ed al rischio di mercato (già presenti in Basilea I), con la nuova direttiva viene introdotto un nuovo elemento di rischio, il rischio operativo. La tavola 1 descrive le possibili metodologie utilizzabili per il calcolo de requisiti patrimoniali a fronte vari tipi di rischio secondo la disciplina di Basilea II. 5

6 Tavola 1: Metodologie previste dalla CRD Metodologie di calcolo dei requisiti patrimoniali Rischio di Credito Rischi di Mercato Rischio Operativo (1) Metodo Standardizzato (1) Metodologia Standardizzata (1) Metodo Base (BIA) (2) Metodo Internal Rating Based di base (FIRB) (2) Metodologia dei Modelli Interni (IMA) (2) Metodo Standardizzato(TSA) (3) Metodo Internal Rating Based Avanzato (AIRB) (3) Metodi Avanzati (AMA) Ai fini della misurazione del rischio di credito, il gruppo UniCredit utilizza sia l approccio standardizzato che l approccio IRB avanzato (AIRB). L approccio standardizzato per il calcolo del rischio di credito è funzionalmente molto simile alla precedente regolamentazione Basilea I, a parte la possibilità di utilizzare rating assegnati alle controparti da agenzie autorizzate ed un più ampio uso delle garanzie finanziarie. Nella metodologia standardizzata per il calcolo del rischio di credito le attività di rischio sono ponderate in funzione della classe di esposizione ( portafoglio ) assegnata alla controparte o alle caratteristiche del rapporto; a questa classificazione può essere connessa la valutazione del merito creditizio assegnata da un soggetto terzo riconosciuto dalla Banca d Italia (società di rating). Sei banche del gruppo UniCredit sono state autorizzate dai rispettivi organi di vigilanza (quando insediate all estero) e comunque tutte dalla Banca d Italia ad applicare la metodologia IRB Avanzata (AIRB). Secondo tale metodo le ponderazioni di rischio delle attività sono determinate in funzione delle valutazioni interne che le banche effettuano sui debitori (o, in taluni casi, sulle operazioni); il metodo AIRB prevede che tutti i parametri previsti dal calcolo, di seguito elencati, siano calcolati internamente: EAD esposizione al momento del default (Exposure At Default); PD probabilità di default (Probability of Default); LGD tasso di perdita in caso di default (Loss Given Default), che viene calcolato tenendo conto del valore atteso (eventualmente condizionato da scenari avversi) del rapporto espresso in termini percentuali della perdita a causa del default e dell importo dell esposizione al momento del default (EAD); CCF fattore di conversione creditizia (Credit Conversion Factor); M scadenza (Maturity); Il calcolo effettuato con questa metodologia permette di definire attività di rischio ponderate più corrispondenti alle caratteristiche della controparte. In tempi successivi è prevista l estensione di questa metodologia ad altre banche e società finanziarie del gruppo. Il requisito per rischio di mercato nel gruppo UniCredit è calcolato applicando entrambi gli approcci previsti: i modelli interni e la metodologia standardizzata. L utilizzo di modelli interni per il calcolo del requisito patrimoniale per il rischio di mercato è subordinato all approvazione dell organo di vigilanza. Novità della regolamentazione Basilea II è il calcolo del requisito patrimoniale per il rischio operativo. Il gruppo UniCredit utilizza tutti i tre diversi metodi previsti, che sono stati assegnati alle società in base alle loro dimensioni ed all attività esercitata. E in corso, al pari delle metodologie IRB per il rischio di credito, l estensione della metodologia AMA ad altre entità del gruppo. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

7 Al fine di evitare consistenti impatti sui requisiti patrimoniali, nella prima fase di applicazione sono state introdotte delle norme transitorie (comunemente conosciute come floor ) che riguardano tutte le banche o gruppi bancari che applicano l approccio IRB (sia base che avanzato), per il calcolo del requisito del rischio di credito e/o l approccio AMA per il calcolo del rischio operativo. Queste norme transitorie, applicate a partire dal 2007 e fino a tutto il 2009, definiscono un limite minimo di capitale calcolato sulla base della precedente normativa (Basilea I). Secondo Pilastro Il secondo pilastro o processo di controllo prudenziale (Supervisory Review Process - SRP), include i seguenti due processi: processo interno di determinazione dell adeguatezza patrimoniale (Internal Capital Adequacy Assessment Process - ICAAP) tramite il confronto tra la misurazione del profilo di rischio ed il capitale disponibile; processo di revisione e valutazione prudenziale (Supervisory Review and Evaluation Process - SREP). L ICAAP implica la misurazione dei rischi tramite metodologie interne ed il loro inserimento all interno dei processi. Ciò comporta la necessità di rivedere la politica di gestione dei rischi e la posizione patrimoniale in relazione ai rischi assunti. Il Gruppo si è dotato di un approccio che riguarda tre principali aree: misurazione rischi; pianificazione del capitale, che include la definizione della propensione al rischio; governance dei rischi. A tale fine la valutazione è principalmente a livello aggregato e poi a livelli divisionali e di singola società così come a livello di sotto-gruppo. Lo SRP è volto ad assicurare che la banca o il gruppo bancario identifichino i loro rischi e provvedano ad allocare un adeguato capitale a fronte degli stessi, istituendo appropriati processi manageriali finalizzati a sostenere tali rischi. Lo SRP inoltre incoraggia le banche ed i gruppi bancari a sviluppare ed utilizzare sempre migliori tecniche di gestione per il monitoraggio e la misurazione dei rischi di credito, di mercato e operativo in aggiunta a quanto già previsto dalla circolare BI n Terzo Pilastro Nella Circolare BI n. 263 è inoltre stabilito come e quando le banche o i gruppi bancari devono fornire una informativa pubblica relativamente al patrimonio e al risk management. L informativa deve essere redatta in conformità alle disposizioni della citata circolare, che riprende in toto quanto previsto dal XII allegato della Direttiva UE n. 2006/48. L informativa al pubblico è un documento su base consolidata che deve essere pubblicato con cadenza annuale in concomitanza con il bilancio d esercizio. Per i gruppi che applichino in almeno una delle loro controllate l approccio IRB e/o AMA sono previsti ulteriori obblighi di pubblicazione. In sintesi: 31 dicembre: pubblicazione completa della parte qualitativa e della parte quantitativa (obbligo per tutti i gruppi bancari, indipendentemente dalle metodologie adottate); 30 giugno: aggiornamento della parte quantitativa (gruppi che hanno adottato approcci IRB e/o AMA); 31 marzo/30 settembre: aggiornamento delle informazioni relative al patrimonio e all adeguatezza patrimoniale (gruppi che hanno adottato approcci IRB e/o AMA). Il presente documento ha richiesto la compilazione di tutte le sue parti, in quanto è pubblicato per la prima volta al 30 giugno 2008, sulla base della normativa regolamentare. Esso fornisce una completa informazione dei tipi di rischio a cui il Gruppo UniCredit è soggetto (rischi per cassa e di firma ), della loro gestione e del patrimonio di vigilanza previsto dalla normativa del terzo pilastro. 7

8 Il presente documento è strutturato come segue: Descrizione della struttura del gruppo bancario UnCredit con le differenze fra l area di consolidamento utilizzata rispetto a quella del bilancio consolidato: va evidenziato che il la diversità tra i due ambiti può generare differenze tra dati di analogo significato presenti nel bilancio e nel terzo pilastro; Struttura del patrimonio di vigilanza e relativa adeguatezza patrimoniale; Rischio di credito con informazioni dello stesso negli approcci standard e AIRB, dettaglio delle esposizioni con le relative attività di rischio ponderate e perdite su crediti; Tecniche di attenuazione del rischio di credito; Rischio di mercato; Rischio operativo; Operazioni fuori bilancio, contratti derivati inclusi; Cartolarizzazioni secondo i requisiti del terzo pilastro con l integrazione delle informazioni sugli strumenti finanziari strutturati secondo le indicazioni del Financial Stability Forum (FSF); Il terzo pilastro sarà pubblicato - oltre che da UniCredit - dalle capogruppo dei sottogruppi Bank Austria AG e Pekao S.A. per i loro rispettivi gruppi bancari. Le informazioni relative al patrimonio di vigilanza ed agli assorbimenti patrimoniali sono pubblicate anche nella parte F della nota integrativa di bilancio, secondo lo schema previsto dalla Banca d Italia; ulteriori informazioni relative ai vari tipi di rischi sono riportate nella parte E della nota integrativa del bilancio. Note: 1. Tutti gli importi, se non specificamente indicato sono da intendere in migliaia di Euro; 2. Le informazioni sono riferite all area di consolidamento prudenziale. 3. Il presente documento costituisce una prima applicazione della normativa: non sono pertanto esposti dati storici, che saranno presenti a partire dalla prossima pubblicazione riferita al 31 dicembre TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

9 Tavola 1 Requisito informativo generale Informativa qualitativa Rischio di credito Il presidio dei rischi a livello di Gruppo (principalmente rischio di credito, di mercato, operativo ed integrazione degli stessi) è assicurato dalla funzione Risk Management (CRO) di Capogruppo, cui è attribuita la responsabilità: di ottimizzare la qualità dell attivo minimizzando il costo dei correlati rischi, coerentemente con gli obiettivi di rischio / redditività assegnati alle aree di business; della definizione di linee guida, politiche e metodologie volte alla misurazione ed al controllo dei predetti rischi, in conformità alle disposizioni normative e regolamentari di riferimento, interne ed esterne. In tale ambito, un ruolo fondamentale è ricoperto dal Comitato Rischi - presieduto dall Amministratore Delegato e composto, tra gli altri, dai Deputy CEO, dal CRO, dal CFO e dal CSO - che si riunisce con funzioni consultive e propositive per gli organi superiori o deliberanti (in funzione delle competenze) in merito alle linee guida strategiche, agli indirizzi relativi alle politiche finanziarie, alle politiche di Gruppo ed alle metodologie di misurazione riferite a tutte le tipologie di rischio. Allo scopo di assicurare il miglior presidio dei rischi, garantendo al contempo una sempre maggiore attenzione alle esigenze di business, la funzione Risk Management è articolata al suo interno in uno Strategic Risk Management & Control department - che concentra le attività di governo, controllo, gestione e reporting del rischio complessivo di Gruppo attraverso la definizione di metodologie, strategie, linee guida, policy a carattere generale o relative a tematiche di rischio interdivisionali, al fine di garantire omogeneità e coerenza complessiva di approccio su tematiche Group-wide - ed in tre strutture, denominate Divisional Risk Officers ( DRO ), cui è demandata la responsabilità di controllo, gestione e reporting del rischio a livello delle pertinenti Divisioni di Business (Corporate / Private Banking, Retail e Market & Investment Banking (MIB) attraverso la definizione di linee guida divisionali, policy specifiche, coordinamento, supporto e diretta interfaccia con le Entità nella propria area di competenza. La responsabilità dei processi organizzativi a presidio del rischio di credito e di mercato è in capo a strutture dedicate all interno della funzione Organizzazione. La gestione del completamento del progetto Basilea 2 è affidata ad una struttura di progetto dedicata, a diretto riporto del Deputy CEO, responsabile delle funzioni organizzative e di servizio, in co-leadership con lo Strategic Risk Management & Control department. Con particolare riferimento all'obbligo di osservanza dei limiti di concentrazione dei rischi creditizi nei confronti delle controparti rispetto al patrimonio di vigilanza, è altresì contemplato l'intervento della Capogruppo mediante il rilascio di pareri in ordine alle esposizioni rilevanti (c.d. Grandi Fidi ). I rapporti tra la Capogruppo e le Entità del Gruppo che esercitano attività creditizia, sono disciplinati da specifici documenti di governance che assicurano alla Capogruppo stessa il ruolo di direzione, supporto e controllo, in particolare nelle seguenti aree di attività: politiche creditizie, assicurando l adozione e l'osservanza di principi creditizi, di norme e di processi comuni in termini di concessione, monitoraggio / gestione e recupero dei crediti, nel rispetto delle specificità locali di ciascun Paese; strategie creditizie, garantendo l adeguata composizione del portafoglio creditizio di Gruppo allo scopo di ottimizzare la creazione di valore; modelli, garantendo la coerenza e l'omogeneità tra i sistemi di valutazione e misurazione del rischio di credito di Gruppo, a livello sia di singola controparte, sia di portafoglio; 9

10 rischio di concentrazione creditizia, mediante la realizzazione dell'accentramento in Capogruppo del processo di assunzione di rischi creditizi nei confronti di banche e Stati Sovrani, nonché dell'analogo processo connesso alla valutazione, misurazione e controllo di quelli relativi alle maggiori esposizioni creditizie a livello di Gruppo; prodotti creditizi, prevedendo linee guida per il loro rilascio e monitoraggio; monitoraggio del rischio creditizio di portafoglio, consentendo agli Organi competenti di essere periodicamente e tempestivamente informati sull evoluzione di tale aggregato a livello di ciascuna Entità del Gruppo. In conformità al ruolo attribuito dalla governance aziendale alla Capogruppo, e specificamente alla funzione CRO, sono state emanate le General Group Credit Policies, disposizioni generali relative allo svolgimento dell'attività creditizia a livello di Gruppo, che dettano le regole ed i principi che devono indirizzare, disciplinare ed omogeneizzare la valutazione e la gestione del rischio di credito, in linea con i principi e la best practice di Gruppo. Tali disposizioni generali sono integrate da normative specifiche che regolano l attività creditizia verso determinate controparti (es. Banche e Stati Sovrani), fasi del processo (es. classificazione e gestione delle posizioni rischiose nonché processo di recupero crediti e gestione degli accantonamenti generici con l applicazione della metodologia "IBNR") e segmenti di attività (tra cui la Commercial Real Estate Financing Policy, che fornisce standard e metodi comuni nonché specifici parametri da adottare nei diversi contesti geografici in cui opera il Gruppo e la Bridge Equity Policy, che fornisce linee guida in materia di finanziamenti ed investimenti di capitale). Nell ambito dei compiti di presidio del rischio di credito, alla funzione CRO della Capogruppo è attribuito quello della gestione e della misurazione dello stesso, attraverso la creazione e l utilizzo di apposite metodologie. Tale compito comporta anche il costante aggiornamento delle metodologie sviluppate, assicurando, in collaborazione con la funzione Organizzazione, responsabile dei pertinenti processi, l implementazione delle stesse in conformità agli standard di "Basilea 2" ed in ottemperanza ai requisiti indicati da Banca d Italia. Come sopra evidenziato, la misurazione del rischio di credito viene effettuata sia a livello di singola controparte, sia a livello di portafoglio complessivo. Per quanto riguarda il rischio a livello di singolo soggetto affidato, le logiche e gli strumenti a supporto dell attività creditizia, tanto nella fase di erogazione quanto in quella di monitoraggio, sono differenziati per tipologia di clientela. La valutazione del merito creditizio di una controparte, in sede di esame della domanda di affidamento, scaturisce dal processo di analisi di dati economici / finanziari / patrimoniali e qualitativi (relativamente al posizionamento competitivo dell'azienda, alla sua struttura societaria ed organizzativa, ecc., limitatamente alla clientela imprese del segmento corporate), delle caratteristiche geo-settoriali (limitatamente alla clientela imprese del segmento corporate) e comportamentali a livello di banca e di sistema (ad es. Centrale dei rischi), al fine di pervenire all'attribuzione di un rating, da intendersi quale definizione della probabilità di default (PD) della controparte medesima, con un orizzonte temporale di un anno. Il merito di credito della controparte viene rivisto su base annuale, sulla base alle nuove informazioni acquisite durante l anno. La controparte è ovviamente valutata anche nell ambito dell'eventuale gruppo economico di appartenenza, considerando pertanto il potenziale rischio massimo dell intero Gruppo UniCredit nei confronti del medesimo. L attività di monitoraggio è articolata in due distinte fasi, caratterizzate dall'uso di differenti strumenti e fonti informative: il monitoraggio giornaliero delle anomalie ha luogo sulla scorta delle informazioni rivenienti dalla gestione della relazione con il cliente, mentre la sorveglianza sistematica adotta sistemi automatizzati, aventi l obiettivo di individuare tempestivamente le posizioni che evidenziano sintomi di deterioramento del profilo di rischio al fine di poterle poi gestire coerentemente. La sorveglianza sistematica (su base mensile) è incentrata sulla cosiddetta gestione andamentale che, elaborando tutte le informazioni disponibili, di fonte interna ed esterna, esprime un punteggio ( scoring ) che rappresenta una valutazione sintetica di rischiosità di ciascun cliente monitorato. Tale punteggio è ottenuto tramite una funzione statistica che sintetizza le informazioni a disposizione tramite un insieme di variabili rivelatesi significative nell individuare, con un anticipo di dodici mesi, l evento del default. Gli strumenti ed i processi concernenti l attività di erogazione e di monitoraggio, fermo il rispetto dei principi a carattere generale di seguito accennati, presentano opportuni adattamenti in funzione delle peculiari caratteristiche dei differenti segmenti di clientela, al fine di assicurare il massimo livello di efficacia. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

11 Il tutto è statisticamente sintetizzato in un rating interno, che tiene conto di elementi di valutazione quantitativi e qualitativi nonché, ove disponibili, delle informazioni comportamentali desunte dagli scoring gestionali sopra descritti. Il rating interno e, quindi, il livello di rischiosità assegnato alla controparte, viene preso in considerazione in sede di calcolo dei livelli deliberativi, vale a dire che, a parità di importi di fido da deliberare, le deleghe di poteri conferite per l'esercizio dell'attività creditizia ai competenti organi si riducono progressivamente, in funzione dell'accentuarsi del profilo di rischio del cliente. Il modello organizzativo adottato prevede l esistenza di un rating desk (e di un Comitato Rating per le pratiche di più rilevante entità), indipendente dalle funzioni di erogazione, cui è assegnata la responsabilità di gestire l eventuale modifica del giudizio automatico espresso dal modello, mediante l attuazione di un processo cosiddetto di override. Presso diverse Entità sono stati avviati progetti finalizzati ad omogeneizzare i processi creditizi, sulla base della best practice di Gruppo, sopra descritta. Le differenti Entità sono tenute a richiedere alla funzione CRO della Capogruppo apposito parere anteriormente alla concessione / riesame di linee di credito nei confronti di singole controparti / gruppi economici, qualora le medesime linee eccedano predeterminate soglie quantitative, opportunamente modulate in funzione di parametri oggettivi. La funzione CRO di Capogruppo attua sistematicamente il monitoraggio del portafoglio caratterizzato da rischio di credito, producendo a livello di Gruppo la relativa reportistica, sia ricorrente sia specifica, con l obiettivo di analizzare le principali componenti di tale rischio e di seguirne l'evoluzione nel tempo, onde poter cogliere tempestivamente eventuali sintomi di deterioramento e, quindi, intraprendere opportune iniziative correttive. L andamento del portafoglio di rischio di credito viene analizzato con riferimento ai suoi principali driver - quali la crescita e gli indicatori dei parametri di rischio, ai diversi segmenti di clientela, alle realtà locali, ai settori industriali, nonché all andamento del portafoglio in default ed alla relativa copertura. L attività di monitoraggio e reporting del portafoglio al livello Group-Wide viene realizzata in stretta collaborazione con i Divisional Risk Officers ( DRO ) che, nei rispettivi perimetri divisionali, implementano proprie specifiche attività di reporting e di monitoraggio sulle posizioni soggette a rischio di credito. La gestione avanzata del rischio di credito, a livello dell intero portafoglio crediti, è parte del processo di elaborazione delle strategie creditizie di Gruppo. L'obiettivo di elaborazione delle strategie creditizie è triplice: definire l ottimale composizione dei portafogli creditizi in coerenza con l obiettivo della sostenibile creazione di valore, partendo da un condiviso livello di propensione al rischio, conformemente ai criteri ed al quadro di riferimento di Gruppo in tema di allocazione del capitale e di creazione di valore; assicurare supporto alle competenti funzioni / Divisioni della Capogruppo ed alle Entità del Gruppo, per l'adozione di iniziative finalizzate al raggiungimento di una composizione ottimale del portafoglio, attraverso azioni e piani di strategie commerciali; fornire un insieme delle linee guida ed azioni di supporto necessarie allo svolgimento del processo di budget commerciale e creditizio, coerente con la visione strategica della Capogruppo. L attuazione delle strategie creditizie avviene utilizzando tutte le misurazioni disponibili riferite al rischio di credito. In particolare le evidenze di un modello credit VaR garantiscono una corretta e prudenziale gestione del rischio di portafoglio, attraverso l applicazione di metodologie e strumenti avanzati. Relativamente a tali applicazioni, nell'ambito delle strategie creditizie vengono sviluppate le attività concernenti le analisi di vulnerabilità e quelle di supporto alla Capital Adequacy, attraverso il presidio e la gestione degli stress test riferiti al rischio di credito. Per quanto attiene specificatamente la gestione dei rischi di portafoglio, particolare rilevanza è attribuita a quello di concentrazione creditizia, considerata l'importanza dello stesso rispetto al totale delle attività creditizie. Tale rischio, coerentemente con la definizione fornita dalla normativa di "Basilea 2", si configura verso qualsiasi controparte o gruppo economico che presenti il potenziale per produrre perdite ritenute sufficientemente rilevanti da compromettere, per il Gruppo, la capacità di prosecuzione della normale operatività. Al fine di identificare, gestire, misurare e monitorare il rischio di concentrazione, la funzione preposta in Capogruppo svolge l attività di credit limit setting, attraverso diverse modalità operative volte a coprire due differenti forme del suddetto rischio, relative ad esposizioni creditizie di importo rilevante in capo ad una singola controparte o ad un insieme di controparti 11

12 economicamente correlate (bulk risk), oppure ad esposizioni creditizie di controparti accomunate dallo stesso settore di attività economica. Per quanto concerne le politiche di copertura e di attenuazione del rischio, si faccia riferimento alla Tavola 8 Tecniche di mitigazione del rischio del credito - Informativa qualitativa. Sistemi di gestione, misurazione e controllo Nell ambito dei compiti di presidio del rischio di credito, alla funzione CRO della Capogruppo è attribuito quello della gestione e della misurazione del medesimo, attraverso la creazione e l utilizzo di apposite metodologie. Tale compito comporta anche l aggiornamento delle metodologie sviluppate assicurando, in collaborazione con la funzione Global banking services, responsabile dei processi organizzativi, l implementazione delle stesse in conformità agli standard di "Basilea II" ed in ottemperanza ai requisiti indicati da Banca d Italia. La misurazione del rischio di credito viene effettuata sia a livello individuale di singola controparte, sia a livello dell intero portafoglio. Per quanto riguarda la componente individuale del rischio, ossia quella associata alle singole relazioni, le logiche e gli strumenti a supporto dell attività creditizia tanto nella fase di erogazione quanto in quella di monitoraggio, passano attraverso un processo di valutazione del merito creditizio ad alto valore aggiunto e differenziato per tipologia di clientela. La valutazione del merito creditizio di una controparte, in sede di esame della domanda di affidamento, scaturisce dal processo di analisi dei seguenti dati: economici / finanziari / patrimoniali, qualitativi, relativamente al posizionamento competitivo dell'azienda, alla sua struttura societaria ed organizzativa ecc. (limitatamente alla clientela imprese del segmento "corporate"), caratteristiche geo-settoriali (limitatamente alla clientela imprese del segmento "corporate"), comportamentali a livello di banca e di sistema (ad es. Centrale dei rischi),al fine di pervenire all'attribuzione di un rating, da intendersi quale definizione della probabilità di default (PD) della controparte medesima, con un orizzonte temporale di un anno. Il merito di credito della controparte viene rivisto su base annuale, sulla base delle nuove informazioni pervenute durante l anno. La controparte è valutata nell ambito anche dell'eventuale gruppo economico di appartenenza, considerando il teorico rischio massimo dell intero Gruppo. L attività di monitoraggio è gestita da sistemi automatizzati che hanno l obiettivo di identificare tempestivamente e gestire coerentemente quelle posizioni che evidenziano sintomi di deterioramento del profilo di rischio, sulla base dei modelli originariamente posti in essere a beneficio delle Entità italiane del Gruppo. Il monitoraggio sistematico (su base mensile) è incentrato sulla cosiddetta gestione andamentale che, sulla base di tutte le informazioni disponibili, di fonte interna ed esterna, esprime un punteggio ( scoring ) che rappresenta una valutazione sintetica di rischiosità di ciascun cliente monitorato. Tale punteggio è ottenuto tramite una funzione statistica che sintetizza le informazioni a disposizione tramite un insieme di variabili rivelatesi significative nell individuare, con un anticipo di dodici mesi, l evento del default. Gli strumenti ed i processi concernenti l attività di erogazione e monitoraggio, fermo il rispetto dei più sotto accennati principi a carattere generale, presentano opportuni adattamenti in funzione delle peculiari caratteristiche dei differenti segmenti di clientela, al fine di assicurare il massimo livello di efficacia. Il tutto è statisticamente sintetizzato in un rating interno, che tiene conto di elementi di valutazione quantitativi e qualitativi nonché, ove disponibili, delle informazioni comportamentali desunte dagli scoring gestionali sopra descritti. Il rating interno, e quindi la rischiosità assegnata alla controparte, entra nel calcolo dei livelli deliberativi; vale a dire che, a parità di importi da erogare, le deleghe di poteri conferite per l'esercizio dell'attività creditizia ai competenti organi si riducono progressivamente in funzione dell'accentuarsi della rischiosità del cliente. Il modello organizzativo adottato prevede l esistenza di un "rating desk", indipendente dalle funzioni di erogazione, cui è assegnata la responsabilità di gestire l eventuale correzione del giudizio automatico espresso dal modello, mediante l attuazione di un processo cosiddetto di override. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

13 Presso diverse Entità sono stati avviati progetti finalizzati ad omogeneizzare i processi creditizi, sulla base della best practice di Gruppo, sopra descritta. Le differenti Entità sono tenute a richiedere alla funzione CRO della Capogruppo, apposito parere anteriormente alla concessione / riesame di linee di credito nei confronti di singole controparti / gruppi economici, qualora le medesime linee eccedano predeterminate soglie quantitative, opportunamente modulate in funzione di parametri oggettivi. Relativamente all applicazione della normativa Basilea 2, UniCredit ha ottenuto dalla Banca d Italia l autorizzazione ad adottare i metodi avanzati per la determinazione dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito. In questa prima fase, dette metodologie sono state adottate dalla Capogruppo, da alcune controllate italiane, nonché da HypoVereinsbank (HVB AG) e da Bank Austria (BA AG), mentre, successivamente, saranno applicate dalle altre società del Gruppo secondo un piano di estensione progressiva comunicato all Autorità di Vigilanza. I modelli di rating sopra menzionati vengono utilizzati ai fini del calcolo del requisito regolamentare derivante dagli obblighi di Primo Pilastro ma rappresentano soprattutto una componente fondamentale dei processi decisionali e di governance. In particolare le aree di maggiore utilizzo dei sistemi di rating interni sono le seguenti: i processi creditizi, nelle diverse fasi: - concessione / rinnovo. L assegnazione dei rating interni rappresenta un momento fondamentale nel processo di valutazione del merito di credito della controparte / transazione e costituisce la fase preliminare per la concessione / rinnovo delle linee di credito. Il rating, assegnato prima della delibera, viene reso disponibile nell ambito del processo di erogazione, integrato, in maniera sostanziale, nella valutazione e commentato nella proposta creditizia. Pertanto il rating rappresenta un fattore fondamentale, con l ammontare delle esposizioni creditizie, per definire l Organo competente per la delibera; - monitoraggio. Il processo di monitoraggio creditizio è finalizzato ad individuare ed a reagire tempestivamente ai primi sintomi di possibile deterioramento della qualità creditizia del cliente, consentendo pertanto di intervenire nella fase antecedente all effettivo stato di default (quando cioè esiste ancora la possibilità di recupero della creditoria). Le azioni si focalizzano principalmente sul controllo andamentale dell esposizione, fino a giungere, laddove necessario, al totale disimpegno nei confronti del cliente. Oltre a determinare un positivo impatto in termini di EAD, la fase di monitoraggio consente l ottimizzazione delle condizioni per una eventuale successiva fase di recupero, tramite richiesta di garanzie aggiuntive, con conseguente riduzione della LGD; - recupero crediti. Il processo di valutazione della strategia da adottare per posizioni classificate a default, condotta a livello di cliente / transazione e finalizzata al calcolo simulato del Valore Netto Attualizzato degli importi netti recuperati e della LGD, si basa sulla definizione della LGD stessa. In presenza di strategie di recupero alternative, viene selezionata quella associata al più basso valore di LGD. La LGD rappresenta inoltre la base per il pricing da attribuire al passaggio dei crediti non performing ad Aspra Finance; le politiche di accantonamento. Per la clientela in bonis è stato adottata la metodologia delle perdite sostenute ma non riportate ( Incurred but not reported losses, IBNR), che utilizza i valori della perdita Attesa mediante il parametro Loss Confirmation Period (LCP) per il calcolo degli accantonamenti. Per le controparti classificate a default, le previsioni di perdita si basano sulla valutazione del profilo di rischio dell esposizione e della LGD; la gestione e allocazione del capitale. Il rating è elemento essenziale anche per quanto attiene al processo di quantificazione, gestione ed allocazione del capitale. In particolare, gli output dei sistemi di rating vengono integrati, a livello di Capogruppo con riferimento al Gruppo nel suo complesso, nei processi volti alla misurazione del capitale (sia regolamentare che economico) ed alla gestione del medesimo, da un lato; nei processi volti alla determinazione delle misure risk adjusted performance e del conto economico rettificato a fini di pianificazione strategica; 13

14 la pianificazione strategica. La rischiosità della clientela rappresenta un driver rilevante nel contesto della pianificazione strategica, del budgeting e delle previsioni, per la quantificazione dell RWA, delle rettifiche nette di conto economico e degli impieghi di stato patrimoniale; la reportistica. Vengono prodotti specifici report per l Alta Direzione a livello consolidato / divisionale/ regionale e per singola Entità, che mostrano l andamento del portafoglio di rischio di credito, fornendo informazioni sulla Esposizione a Default, Perdita Attesa, PD e LGD medie per i diversi segmenti di clientela, in accordo con i sistemi di rating interni implementati. I rating sono inoltre utilizzati nella definizione del pricing e degli MBO da assegnare ai Gestori, nonché nell identificazione dei clienti con EVA negativo, su cui vengono adottate azioni mirate. Per il raggiungimento della compliance alla c.d. normativa di Basilea 2, UniCredit Group ha effettuato specifiche attività finalizzate a definire e soddisfare tutti i requisiti necessari per l applicazione delle tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM). Si è infatti proceduto alla: emissione di policies che rappresentano il recepimento, l interpretazione e l interiorizzazione dei requisiti normativi della CRM all interno del Gruppo. La produzione di questa documentazione - per la quale si è fatto riferimento alla Circolare della Banca d'italia n. 263 del 27 dicembre 2006 e successivi aggiornamenti, alle direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE ed al documento "Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali. Nuovo schema di regolamentazione" del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria - ha perseguito diversi obiettivi volti ad incoraggiare l ottimizzazione della gestione delle garanzie ed a definire le regole di ammissibilità, valutazione, monitoraggio e gestione delle garanzie personali e reali in linea con i requisiti generali e specifici; definizione di nuovi processi che rappresentano l applicazione delle policies nella gestione delle garanzie all interno del Gruppo. Sulla base di una gap analysis tra l as-is ed il modello target si è proceduto a implementare nuovi processi di gestione delle garanzie, coerentemente con quanto previsto dalla normativa Banca d Italia e dalle linee guida di Gruppo. Poiché nella valutazione delle tecniche di CRM UniCredit Group enfatizza l importanza del requisito della certezza legale, particolare importanza è stata prestata nell implementazione dei processi necessari al suo soddisfacimento; implementazione di strumenti IT che permettono di informatizzare il processo di gestione delle garanzie. In particolare, Unicredit Group ha sviluppato un solido ed efficace sistema per l applicazione delle tecniche di CRM a partire dalla valutazione ed acquisizione delle garanzie, fino al monitoraggio ed all escussione delle stesse. L implementazione del sistema informativo, ha permesso di gestire, raccogliere ed archiviare i dati necessari alla verifica del soddisfacimento dei requisiti richiesti per l ammissibilità ed al calcolo degli indicatori di rischio. Tali dati sono utilizzati per definire se le garanzie sono da considerarsi valide ai fini di CRM e per applicare opportuni scarti prudenziali come richiesto dalla normativa di Basilea 2 (per la valutazione della volatilità, sono stati definiti scarti stimati internamente basati sulla metodologia Value at Risk). Inoltre lo sviluppo dei sistemi di rating avanzati e la loro introduzione nei processi aziendali ha comportato, in base al nuovo impianto regolamentare, la necessità di istituire, sia presso la Capogruppo che presso le Entità, un processo di convalida dei sistemi di rating ed un ampliamento delle attività richieste alla funzione di Internal Audit con riferimento alla revisione dei sistemi stessi. Obiettivo del processo di convalida è esprimere un giudizio in merito al regolare funzionamento, alla capacità predittiva e performance complessiva dei sistemi IRB adottati ed alla loro coerenza con le prescrizioni normative, in particolare mediante: valutazione del processo di sviluppo del modello, con specifico riferimento alla logica sottostante e ai criteri metodologici a supporto della stima dei parametri di rischio; valutazione dell accuratezza delle stime di tutte le componenti rilevanti di rischio mediante analisi di performance del sistema, calibrazione dei parametri e benchmarking; TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

15 accertamento che il sistema di rating sia effettivamente utilizzato nei diversi ambiti della gestione; analisi dei processi operativi, dei presidi di controllo, della documentazione e delle infrastrutture informatiche connesse con i sistemi di rating. I risultati dell attività di convalida interna, svolta in coerenza con gli standard di validazione, e la cui profondità di analisi differisce in funzione della tipologia (groupwide o locale) o localizzazione (Italia o estero) del sistema di rating, sono riportati ad un unico modello di rappresentazione (framework) con l obiettivo di ricondurre ad unità l analisi relativa alle diverse componenti del sistema di rating. Il framework adottato consiste in una riconduzione schematica di tutti i requisiti minimi quantitativi ed organizzativi di dettaglio previsti da Banca d Italia a specifici principi chiave, riferibili a diverse aree tematiche di analisi del sistema di rating (disegno del modello, componenti di rischio, utilizzo interno e reporting, IT e qualità dei dati e governo societario), ed è funzionale alla valutazione del posizionamento di dettaglio dei sistemi di rating rispetto alla normativa di Vigilanza. Le aree di analisi riconducibili ai requisiti organizzativi previsti dalla Circolare sono infatti disegno del modello (model design), utilizzo interno (internal use) e reporting, IT e qualità dei dati (IT/data quality) e governo societario (governance). Obiettivo invece dell attività di revisione interna dei sistemi di rating interni da parte dell Internal Audit è la verifica della funzionalità del complessivo assetto dei controlli sui medesimi che consiste nel: verificare la conformità dei sistemi IRB rispetto ai requisiti normativi; verificare l utilizzo gestionale dei sistemi di rating; verificare l adeguatezza e completezza del processo di convalida dei sistemi di rating. In tale contesto la Direzione Internal Audit di Capogruppo, allo scopo di supportare le Entità sulla qualità dei Sistemi dei Controlli Interni e curare l evoluzione delle metodologie di revisione in coerenza con i mutamenti degli scenari di riferimento, ha coordinato lo sviluppo di una metodologia comune per l effettuazione delle attività di revisione. Tale metodologia è stata sviluppata al fine di valutare la fondatezza delle conclusioni delle funzioni di controllo del rischio ed il rispetto del requisiti normativi previsti con particolare riferimento al processo di convalida interna dei sistemi interni di misurazione e controllo del rischio. Rischio di mercato In generale, i rischi di mercato per una banca derivano dagli effetti delle variazioni dei prezzi o degli altri fattori di rischio di mercato sul valore delle posizioni scritte nei propri libri, sia nel caso in cui queste siano detenute nel portafoglio di negoziazione (trading book) che, alternativamente, risultino rivenienti dall operatività commerciale e dalle scelte di investimento strategiche (banking book). La gestione dei rischi di mercato nel Gruppo UniCredit ricomprende, perciò, tutte le attività connesse con le operazioni di tesoreria e di gestione della struttura patrimoniale, nella Capogruppo come nelle singole società che compongono il gruppo stesso. La Capogruppo monitora le posizioni di rischio a livello di Gruppo. Le singole società componenti il Gruppo, nell ambito delle loro specifiche responsabilità, controllano le proprie posizioni di rischio in coerenza con le politiche di supervisione del Gruppo UniCredit. I risultati delle attività di monitoraggio svolte dalle singole società vengono comunque condivisi con la Capogruppo. Le singole società componenti il Gruppo producono giornalmente rapporti dettagliati sull andamento della loro attività e sulla rischiosità connessa, inviando la documentazione sui rischi di mercato alla Capogruppo. La responsabilità di aggregare tali informazioni e produrre la documentazione informativa sui rischi di mercato complessivi è in carico all unità Group Market Risk della Capogruppo. 15

16 Struttura organizzativa Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo stabilisce le linee guida strategiche per l assunzione dei rischi di mercato definendo, in funzione della propensione al rischio e degli obiettivi di creazione di valore in rapporto ai rischi assunti, l allocazione del capitale per la Capogruppo stessa e per le società controllate. Il Comitato Rischi della Capogruppo ha funzione consultiva e propositiva circa le decisioni dell Amministratore Delegato e nella definizione di proposte dell Amministratore Delegato al Consiglio di Amministrazione sui seguenti temi: definizione delle linee guida metodologiche per la creazione dei modelli per la misurazione ed il controllo dei rischi di Gruppo; definizione delle politiche di rischio di Gruppo (identificazione dei rischi, analisi del livello di propensione al rischio, definizione degli obiettivi di allocazione del capitale e della struttura dei limiti per tipologia di rischio, allocazione delle relative responsabilità funzionali sulle Direzioni e Divisioni competenti); definizione di azioni correttive volte a riequilibrare le posizioni di rischio del Gruppo. Il Comitato Rischi è composto dai seguenti membri: Amministratore Delegato (Presidente del Comitato), i Deputy CEOs, Chief Risk Officer (presiede il Comitato in assenza dell Amministratore Delegato), Chief Financial Officer. Il Responsabile della Direzione Internal Audit di Capogruppo partecipa inoltre al Comitato Rischi in qualità di uditore senza diritto di voto. Nell aprile 2008 il Consiglio di Amministrazione ha approvato le linee guida per la riorganizzazione del modello Group Market Risks, con l obiettivo di riunire tutte le funzioni di Market Risk sotto un unica responsabilità, creando così il nuovo Group Market Risk Department all interno del MIB Divisional Risk Office and Group Market Risks Dept. In particolare, ciò comporta: la concentrazione delle responsabilità per il Market Risk Management (misurazione, valutazione, monitoraggio e controllo) sotto il nuovo Group Market Risks department, responsabile del presidio dei rischi del portafoglio di negoziazione e bancario a livello di Gruppo, nonché di assicurare la coerenza delle politiche, metodologie e pratiche relative ai rischi di mercato tra le Divisioni e le Entità; l introduzione, all interno del nuovo department, di due team specializzati per il Trading e il Treasury Risk Management, inclusa: - l introduzione del ruolo di trading risk manager, responsabile del presidio del rischio di mercato riferito alle specifiche business line a livello di Gruppo; - l introduzione del ruolo di treasury risk manager, responsabile del presidio del rischio di liquidità riferito agli specifici banking book a livello di Gruppo; la costituzione di presidi unitari per l architettura e le metodologie del Market Risk incluse le responsabilità riguardanti Risk Technologies, Risk Methods, Model Testing e Group-wide New Products Process, ma con l esclusione del Front Office Risk Modelling; la coerente riallocazione delle responsabilità tra la Capogruppo e le Legal Entities: in particolare, le Legal Entities/filiali si concentreranno sull implementazione del Local New Products Process (NPP), l implementazione delle infrastrutture, la P&L validation e il Desk Control il mantenimento della complessiva responsabilità del CRO sui rischi di mercato di Gruppo e sui rischi di mercato e di credito della MIB attraverso attività di indirizzo e monitoraggio da realizzare anche all interno del Comitato Rischi (organo competente per l approvazione/condivisione delle proposte del DRO riguardanti strategie, politiche, modelli e limiti di rischio nonché attività/iniziative di monitoraggio), di cui il CRO è membro. Di conseguenza, in data 1 agosto, il Consiglio di Amministrazione ha approvato la nuova Market Risk Governance, che definisce il framework della funzione Market Risks di Capogruppo relativamente al ruolo di indirizzo, supporto e controllo delle corrispondenti funzioni delle Legal Entities, coerentemente con il ruolo di Capogruppo svolto da UniCredit SpA. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

17 La Capogruppo, infine, propone i limiti e le investment policy per il Gruppo e per le sue entità in sintonia con il processo di allocazione del capitale in sede di elaborazione del budget annuale. L unità di Asset and Liability Management della Capogruppo, in coordinamento con gli altri centri di liquidità regionali, svolge l attività di gestione dell ALM strategico ed operativo, con l obiettivo di assicurare l equilibrio degli assetti patrimoniali e la sostenibilità economica e finanziaria delle politiche di crescita del Gruppo nel mercato dei prestiti, ottimizzando il profilo di rischio di cambio, tasso e liquidità del Gruppo. Rischio operativo Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione dei rischi operativi Definizione di rischio operativo Si definisce rischio operativo il rischio di perdite dovute ad errori, violazioni, interruzioni, danni causati da processi interni, personale, sistemi o causati da eventi esterni. Tale definizione include il rischio legale e di compliance, ma esclude quello strategico e reputazionale. Ad esempio possono essere definite operative le perdite derivanti da frodi interne o esterne, rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro, reclami della clientela, distribuzione dei prodotti, multe e altre sanzioni derivanti da violazioni normative, danni ai beni patrimoniali dell azienda, interruzioni dell operatività e disfunzione dei sistemi, gestione dei processi. Framework di Gruppo per la gestione dei rischi operativi Il Gruppo UniCredit ha definito sistema di gestione dei rischi operativi l insieme di politiche e procedure per il controllo, la misurazione e la mitigazione dei rischi operativi nel Gruppo e nelle entità controllate. Le politiche di rischio operativo, applicabili a tutte le entità del Gruppo, sono principi comuni che stabiliscono il ruolo degli organi aziendali, della funzione di controllo dei rischi, nonché le interazioni con le altre funzioni coinvolte nel processo. La Capogruppo coordina le entità del Gruppo secondo quanto stabilito nella normativa interna e nel manuale di controllo dei rischi operativi. Specifici comitati rischi (comitato rischi, alco, comitato rischi operativi) sono costituiti per monitorare l esposizione, le azioni di mitigazione, le metodologie di misurazione e di controllo. Le metodologie di classificazione e completezza dei dati, analisi di scenario, indicatori di rischio, reporting e misurazione del capitale di rischio sono responsabilità della funzione di operational risk management di Capogruppo e vanno applicate dalle entità del Gruppo. Elemento cardine del sistema di controllo è l applicativo informativo a supporto per la raccolta dei dati, il controllo dei rischi e la misurazione del capitale. Le metodologie di controllo dei rischi operativi sono state estese alle società rilevanti del Gruppo Capitalia acquisite nel corso del 2007 e inserite nel piano di roll out AMA di Gruppo. UniCredit Group ha ottenuto nel mese di marzo 2008 l autorizzazione all utilizzo del modello AMA per il calcolo del capitale a fronte dei rischi operativi. L utilizzo di tale metodo verrà nel tempo esteso alle principali società del Gruppo in base ad un piano di roll out. Struttura organizzativa L Alta direzione è responsabile per l approvazione di tutti gli aspetti rilevanti del framework di gruppo dei rischi operativi, per la verifica dell adeguatezza del sistema di misurazione e controllo e viene informata regolarmente circa variazioni del profilo di rischio e l esposizione ai rischi operativi. 17

18 Il Comitato Rischi riveste funzioni consultive e di proposta per la definizione delle linee guida e delle politiche di gestione delle varie tipologie di rischio, in particolare delibera in materia di metodologie di misurazione e controllo e relativi manuali. Il Comitato Rischi Operativi, presieduto dal Chief Risk Officer di Gruppo, riunisce le funzioni di controllo dei rischi operativi delle principali entità del Gruppo e altre funzioni rilevanti della Capogruppo. Il Comitato viene aggiornato sull esposizione ai rischi operativi e sulle azioni di gestione e mitigazione dei rischi intraprese. L unità Operational Risk Management della Capogruppo, nell ambito dell area Risk Control & Policies Direzione Risk Management, definisce il modello di calcolo del capitale a rischio operativo di Gruppo e le linee guida per il controllo dei rischi operativi, ha inoltre un ruolo di supporto e controllo nei confronti delle funzioni Orm delle società per verificare il rispetto degli standard di Gruppo nella realizzazione dei processi e delle metodologie di controllo. Le funzioni di operational risk management nelle entità controllate forniscono formazione specifica sui rischi operativi al personale, che può anche avvalersi di programmi di formazione disponibili via intranet e sono responsabili per la corretta realizzazione degli elementi del framework di Gruppo. Un regolare aggiornamento degli aspetti sia normativi che gestionali sui rischi operativi è predisposto dalla funzione Operational Risk Management di UniCredit e inviato alle funzioni responsabili del controllo e gestione dei rischi operativi. Sistema di misurazione e allocazione del capitale UniCredit ha sviluppato un metodo interno per la misurazione del requisito di capitale. Questo è calcolato tenendo conto dei dati di perdita interni, dei dati di perdita esterni (consortili e pubblici), dei dati di perdita generati tramite analisi di scenario e degli indicatori di rischio. Il calcolo viene effettuato utilizzando come classi le tipologie di evento operativo. Per ogni classe di rischio, la severità e la frequenza delle perdite sono stimate separatamente per arrivare alla distribuzione delle perdite annue tramite simulazione, tenendo conto della copertura assicurativa. La distribuzione di severità viene stimata su dati interni, dati esterni e dati generati tramite analisi di scenario, mentre la frequenza è stimata sui soli dati interni. Per ognuna delle classi, si applica una correzione in funzione degli indicatori di rischio operativo. Le distribuzioni di perdita annua, ottenute per ciascuna classe di rischio, sono aggregate tramite funzioni copula. Il capitale di rischio è quindi calcolato sulla distribuzione aggregata delle perdite ad un livello di confidenza del 99,9% a fini regolamentari e ad un livello del 99,97% a fini di capitale economico. Tramite meccanismi di allocazione si identificano i requisiti di capitale delle entità, riflettendo l esposizione e l efficacia del processo di gestione dei rischi operativi. L approccio AMA ha ricevuto formale approvazione da parte delle Autorità competenti per un perimetro di società del Gruppo che al 30 giugno u.s. copre circa il 62% dell indicatore rilevante (i.e. margine di intermediazione). Il piano di roll out prevede l estensione di tale metodo a tutte le società rilevanti del Gruppo e si concluderà entro il Le società non ancora autorizzate all utilizzo dei metodi avanzati contribuiscono al requisito patrimoniale consolidato sulla base del metodo standard o base. Reporting Un sistema di reporting è stato sviluppato dalla Capogruppo per informare l alta direzione e gli organi di controllo interno in merito all esposizione ai rischi operativi del Gruppo ed alle azioni intraprese per mitigarli. In particolare, con periodicità trimestrale vengono forniti aggiornamenti sull andamento delle perdite operative, la stima del capitale a rischio, eventi esterni rilevanti e le principali iniziative intraprese per la mitigazione dei rischi operativi nelle varie Divisioni di business. Una sintesi sull andamento degli indicatori di rischio più significativi viene elaborata con cadenza mensile. Al Comitato Rischi Operativi di Gruppo vengono inoltre presentati i risultati delle principali analisi di scenario svolte e livello di Gruppo e le relative azioni di mitigazione intraprese. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

19 Gestione e mitigazione del rischio La gestione del rischio consiste nella revisione dei processi per la riduzione dei rischi rilevati, con la possibilità di procedere all esternalizzazione di alcune attività, e nella gestione delle politiche assicurative per coprire i rischi operativi, con l identificazione di idonee franchigie e limiti. Inoltre, la verifica regolare dei piani di continuità operativa assicura la gestione del rischio operativo nei casi di interruzione dei principali servizi. Il Comitato rischi (o altri organi, secondo quanto previsto dalla regolamentazione locale) rivede i rischi rilevati dalle funzioni di operational risk delle entità, con il supporto delle funzioni interessate, e verifica le iniziative di mitigazione. Altri rischi Le fattispecie di rischio precedentemente descritte, pur rappresentando le principali tipologie, non esauriscono il novero di tutte quelle esistenti. Il Gruppo ha provveduto ad individuare e ridelineare le fattispecie analizzate ampliandone il range, al fine di pervenire ad una più accurata misurazione dei rischi assunti. Parallelamente, sono state definite modalità di aggregazione per giungere alla misurazione della rischiosità complessiva, integrando le singole tipologie tramite la determinazione del capitale interno. Questi sforzi sono volti al conseguimento di due obiettivi: il principale è il miglioramento della comprensione dei value driver all interno di ciascuna linea di business, in modo che la funzione Risk Management possa svolgere un efficace ruolo di supporto nei processi decisionali. Il secondo obiettivo è rappresentato dall affinamento dei sistemi di controllo interno, di cui la funzione Risk Management è uno dei principali attori. L attività di ridefinizione ed ampliamento del perimetro delle tipologie di rischio individuate, che si intende presidiare nell'ambito del Gruppo, viene svolta in due fasi. Nella prima fase si è provvede alla ricognizione dei rischi impliciti nelle proprie posizioni - attive o passive - e nelle attività svolte, nella seconda alla definizione delle modalità di misurazione. Relativamente alla prima fase, il Gruppo ha individuato le seguenti tipologie di rischio: rischio di business ( business risk ); rischio immobiliare ( real estate risk ); rischio degli investimenti azionari ( financial investment risk ); rischio strategico; rischio reputazionale. Di seguito sono riportate le definizioni degli stessi. Rischio di business Deriva da una contrazione dei margini non determinata da rischi di mercato, di credito ed operativo, ma da variazioni del contesto competitivo o del comportamento dei clienti. Le linee guida per il business risk presentano una metodologia standard per il calcolo del rischio derivante dalle fluttuazioni degli utili. Le società denominate come medie e grandi sono tenute a implementare integralmente il modello, mentre quelle piccole ne sono esentate poiché il rischio verrà calcolato con una procedura semplificata. La raccolta dei dati viene effettuata con cadenza trimestrale, sulla scorta dei contenuti di un format, pre-determinato dalla Capogruppo ed aggiornato dalle Entità relativamente alle voci di bilancio che determinano il livello di costi e ricavi da inserire nel modello. Tali voci sono scelte in modo tale da garantire la non sovrapposizione con altri tipi di 19

20 rischio. Le serie storiche per la calibrazione di volatilità e correlazioni vengono costruite a partire dal bilancio mensile e raggruppate per clusters divisionali, mentre i valori di mercato annuali, per i quali esse vengono moltiplicate, sono estratti dal bilancio trimestrale. Il calcolo prevede l utilizzo di una distribuzione normale, a partire dalla quale viene calcolato un EaR con intervallo di confidenza al 99,97% ed orizzonte temporale di un anno (metodo varianza-covarianza). Il VaR relativo viene poi calcolato moltiplicando l EaR per un fattore, funzione dell orizzonte temporale di tre anni e del tasso d interesse. Esso è misurato a livello Gruppo, Divisione, Sottogruppo ed Entità, sia in termini di capitale di rischio stand-alone, sia diversificato; nel secondo caso il beneficio di diversificazione intra-rischio viene successivamente riallocato alle singole Entità proporzionalmente al rapporto tra VaR di Gruppo e somma degli stand-alone di tutte le Entità. Il capitale intra-diversificato marginale di ciascuna Entità esiste solo in funzione di quello di Gruppo, rappresentando uno degli elementi preliminari per il calcolo del capitale economico aggregato. A scopo di monitoraggio, il business risk a livello Gruppo, Capogruppo e Divisioni, è calcolato trimestralmente o ogni volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nel mercato di riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica per supportare il processo di allocazione capitale in quanto rientrante tra le misure di rischio da aggregare. Rischio immobiliare ( real estate risk ) Consiste nelle potenziali perdite derivanti dalle fluttuazioni negative del valore del portafoglio immobiliare di proprietà del Gruppo, in capo alle società, a trust immobiliari ed a special-purpose vehicle, mentre sono ovviamente esclusi gli immobili di pertinenza della clientela, gravati da garanzie ipotecarie. Solo le società denominate come medie e grandi sono tenute a implementare integralmente il modello;le restanti piccole ne sono esentate poiché il rischio verrà calcolato con una procedura semplificata. Il calcolo del real estate risk prevede inoltre l esclusione delle proprietà immobiliari come assunte in garanzia e includendo invece le proprietà delle società strumentali e controllate. La raccolta dei dati viene effettuata con cadenza trimestrale, sulla scorta dei contenuti di un format, pre-determinato dalla Capogruppo, ove le Entità sono tenute a fornire alcune informazioni di carattere generale sugli immobili, il relativo valore di mercato e di bilancio. Ai fini del calcolo del rischio immobiliare, qualora il valore di mercato non possa essere fornito, esso viene temporaneamente sostituito con il valore di bilancio. A ciascuna Entità è inoltre richiesto di associare le proprietà ad indici di settore, per area geografica o città, necessari per il calcolo di volatità e correlazioni nel modello. Il calcolo prevede l utilizzo di una distribuzione normale, a partire dalla quale viene calcolato un VaR con intervallo di confidenza al 99,97% ed orizzonte temporale di un anno (metodo varianza-covarianza). Il VaR risultante è misurato a livello Gruppo, Divisione, Sottogruppo ed Entità, sia in termini di capitale di rischio stand-alone sia diversificato; nel secondo caso il beneficio di diversificazione intra-rischio viene successivamente riallocato alle singole Entità sulla base del contributo marginale al VaR intra-diversificato di Gruppo da queste apportato. Il capitale intra-diversificato marginale di ciascuna Entità esiste solo in funzione di quello di Gruppo, rappresentando uno degli elementi preliminari per il calcolo del capitale economico aggregato. A scopo di monitoraggio, il real estate risk a livello Gruppo, Capogruppo e Divisioni è calcolato trimestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nel mercato di riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospetticaper supportare il processo di allocazione capitale in quanto rientrante tra le misure di rischio da aggregare. Rischio di investimenti azionari ( financial investment risk ) Rappresenta le potenziali perdite di valore rivenienti da investimenti finanziari non speculativi in società esterne al Gruppo, intendendo per tale il perimetro valido ai fini di consolidamento contabile. Non sono quindi considerate le posizioni appartenenti al cd. trading book. Le società denominate come medie e grandi sono tenute a implementare integralmente il modello; le restanti piccole ne sono esentate poiché il rischio verrà calcolato con una procedura semplificata. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

21 Il calcolo del financial investment risk prevede l esclusione delle partecipazioni in società non appartenenti al Gruppo o al trading book, può includere invece: azioni (quotate e non quotate), derivati sull equity, private equity e partecipazioni in fondi (comuni, hedge e private equity). La valutazione del rischio viene effettuata con due distinte metodologie: una incentrata su un approccio marketbased; ossia impostato su valori di mercato, per le partecipazioni quotate ed un approccio PD/LGD su base IRB che considera il valore contabile, per le non quotate, inclusi gli investimenti in private equity. In mancanza di PD, anche di matrice locale, è stata prevista una mappatura attraverso indici di mercato o l utilizzo di pesi standard. La raccolta dati viene effettuata con cadenza trimestrale, sulla scorta dei contenuti di un format, pre-determinato dalla Capogruppo, ed aggiornato dalle Entità. Per calcolare volatilità e correlazioni necessarie al modello vengono utilizzati indici di prezzo specifici per le società quotate ed indici geografici/settoriali per le società non quotate, fin quando per queste ultime non sarà elaborato un modello interno di rating. Una volta definito il database, il calcolo prevede l utilizzo di una distribuzione log-normale, a partire dalla quale viene calcolato un VaR con intervallo di confidenza al 99,97% ed orizzonte temporale di un anno (metodo varianzacovarianza). Il VaR risultante è misurato a livello Gruppo, Divisione, Sottogruppo ed Entità, sia in termini di capitale di rischio stand-alone sia diversificato; nel secondo caso il beneficio di diversificazione intra-rischio viene successivamente riallocato alle singole Entità sulla base del contributo marginale al VaR intra-diversificato di Gruppo da queste apportato. Il capitale intra-diversificato marginale di ciascuna Entità esiste solo in funzione di quello di Gruppo, rappresentando uno degli elementi preliminari per il calcolo del capitale economico aggregato. A scopo di monitoraggio, il financial investment risk a livello Gruppo, Capogruppo e Divisioni è calcolato trimestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nel mercato di riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica per supportare il processo di allocazione capitale in quanto rientrante tra le misure di rischio da aggregare. Rischio strategico Dipende da inattesi cambiamenti nel contesto di mercato, dal mancato riconoscimento delle tendenze in atto nel settore bancario, ovvero da inappropriate valutazioni riguardo a tali tendenze. Ciò può portare a decisioni devianti per il raggiungimento degli obiettivi di lungo periodo e che possono risultare difficilmente reversibili. Rischio reputazionale È il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale, derivante da una percezione negativa dell immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca, investitori o da parte dell Autorità di Vigilanza. Nella seconda fase dell attività di ridefinizione ed ampliamento del perimetro delle tipologie di rischio da presidiare a livello di Gruppo, si è provveduto ad individuare il miglior metodo di analisi: alcune tipologie di rischio, infatti, si prestano ad un analisi quantitativa tramite metodologie statistiche mentre altre vengono approcciate in modo qualitativo, ad esempio con analisi di scenario. Modalità di misurazione rischi I rischi di credito, mercato, operativo, di business, immobiliare e di investimenti azionari sono misurati in maniera quantitativa tramite: stima del capitale economico; stress test. Il Gruppo ha deciso di misurare i rischi di business, immobiliare e degli investimenti azionari tramite un modello quantitativo, poiché l ammontare di capitale così determinato serve a fronteggiare le potenziali perdite. Al contrario, il rischio strategico viene analizzato tramite analisi di scenario che comunque permettono una stima delle perdite potenziali in determinati contesti, senza però essere incluso nella stima del profilo di rischio aggregato, perché in tale contesto il capitale detenuto risulta inefficace nei confronti di errori strategici. La natura multi dimensionale del rischio richiede di affiancare alla misurazione del capitale economico un analisi di stress test, non solo al fine di stimare le perdite in alcuni scenari, ma anche di cogliere l impatto delle determinanti delle stesse.lo stress test è effettuato sia in relazione alle singole tipologie di rischio, sia alla loro aggregazione, 21

22 tramite la simulazione di cambiamenti congiunti dei fattori di rischio, in modo da supportare coerentemente la stima del capitale economico aggregato. Capitale Economico e Capitale Interno Il Capitale Economico Aggregato rappresenta la massima perdita potenziale dovuto all effetto congiunto delle diverse tipologie di rischio sull orizzonte temporale di un anno e con un livello di confidenza coerente con la propensione al rischio (Risk Appetite) di gruppo. In particolare sono considerati i rischi di credito, mercato, operativo, di business, immobiliare e degli investimenti azionarie e la struttura di dipendenza tra di loro, sia in termini di diversificazione all interno della singola tipologia di rischio (intra-diversificazione) e tra tipologie di rischio (inter-rischio) Coerentemente con il Basel 2 Project Rulebook, la Capogruppo è responsabile dello sviluppo della metodologia, della misurazione a livello di Gruppo e Divisioni, della definizione e dell implementazione dei processi per la misurazione del Capitale Economico e del Capitale Interno al Gruppo. Ciascuna Entità, inoltre, è responsabile dello sviluppo dei relativi processi al fine della misurazione del rischio in conformità a quanto stabilito dalla Capogruppo. Il Capitale Interno, in linea con la propensione al rischio del Gruppo, viene calcolato aggiungendo al Capitale Economico Aggregato un buffer che tiene conto dei risultati dello stress test e di altri rischi non quantificabili ma ritenuti rilevanti per il Gruppo. Il Capitale Economico è un elemento fondamentale nel processo di valutazione dell Adeguatezza del Capitale di Gruppo. A scopo di monitoraggio, il Capitale Economico a livello Gruppo, Capogruppo e Divisioni viene calcolato trimestralmente o ogni qual volta ciò sia ritenuto necessario a causa di cambiamenti rilevanti nel mercato di riferimento. In fase di budgeting, esso viene calcolato in ottica prospettica per supportare il processo di allocazione capitale. Il Capitale Economico Aggregato ed il Capitale Interno risultante, costituiscono una parte significativa del flusso di informazioni sul profilo di rischio della Banca, da sottoporre agli organi interni della Entità (ad esempio, Comitato rischi, Consiglio di Amministrazione, ecc.). Inoltre, il Gruppo intende considerare gli effetti di disaster scenario, ossia le perdite derivanti da situazioni estreme con impatti su tutte le variabili di rischio, come ad esempio le pandemie. L affinamento del profilo di rischio è in totale sintonia con i dettami del secondo Pilastro della nuova normativa di Vigilanza. Infatti, l approccio di Gruppo all adeguatezza patrimoniale prevede cinque fasi: identificazione rischi; misurazione profilo di rischio; pianificazione ed allocazione del capitale; monitoraggio; risk governance. Le attività descritte riguardano in particolare le prime due fasi, ossia quella di identificazione dei rischi e quella di misurazione, sia a livello individuale, sia aggregato. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

23 Reporting L attività di Reporting and Monitoring nell ambito della funzione CRO del Gruppo fornisce la reportistica e gestisce il monitoraggio del portafoglio soggetto a rischio di credito attraverso i vari report sia ricorrenti che specifici con cadenze mensili e trimestrali. Il suo scopo fondamentale è quello di analizzare i principali drivers e parametri del rischio di credito (esposizione al default (EAD), perdita attesa (EL), migrazione, costo del rischio ecc.) al fine di adottare tempestivamente eventuali contromisure sui portafogli soggetti a tale rischio. Inoltre, a livello di ogni singola divisione (Retail, Corporate, Private Banking e Market & Investment Banking) agiscono Unità di reporting con la funzione di monitorare le posizioni a rischio di credito nel proprio perimetro divisionale. Nella prima metà del 2008 le attività di Reporting and Monitoring si sono notevolmente evolute grazie al progressivo perfezionamento della qualità dei dati e dei processi attraverso i quali vengono elaborati i vari reports ( CRO Flash Report, Quarterly Risk Report, Risk Summary ecc.). In supporto alla produzione dei suddetti reports, le Unità di reporting a livello divisionale usufruiscono del Credit Tableau de Board, strumento trimestrale che contiene informazioni più specifiche a livello divisionale. Nei primi sei mesi del 2008, la funzione CRO del Gruppo ha continuato ad essere intensamente coinvolta nelle attività di integrazione con il Gruppo Capitalia attraverso analisi dei processi e delle metodologie di gestione del rischio. 23

24 Tavola 2 Ambito di applicazione Informativa qualitativa In questo paragrafo del terzo pilastro è esposta l area di consolidamento prudenziale del gruppo UniCredit, in questo ambito, denominato Gruppo Bancario sono incluse società controllate che presentano le seguenti caratteristiche: società bancarie, finanziarie e strumentali, controllate direttamente o indirettamente dalla capogruppo ed a cui si applica il metodo di consolidamento integrale; Società bancarie, finanziarie e strumentali partecipate direttamente o indirettamente in misura pari o superiore al 20%, quando esse siano controllate congiuntamente con altri soggetti, a queste si applica il metodo del consolidamento proporzionale. Ulteriori trattamenti prudenziali previsti sono la deduzione dal patrimonio di vigilanza del valore della società controllata e la somma del valore della partecipazione alle attività di rischio ponderate. Si precisa che l area di consolidamento prudenziale è costruita secondo la normativa prudenziale precedentemente citata e che la stessa differisce dall area di consolidamento del bilancio d esercizio, che si riferisce allo standard IAS/IFRS; questa situazione può generare disallineamenti tra insiemi di dati omogenei presenti in questo documento e nel bilancio d esercizio. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

25 SOCIETA' CONSOLIDATE Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Banche UNICREDIT SPA ROMA ITALIA X X AS UNICREDIT BANK RIGA LETTONIA X X ASSET MANAGEMENT GMBH VIENNA AUSTRIA X X ATF BANK KYRGYZSTAN OJSC BISHKEK KIRGHIZISTAN X X BANCO DI SICILIA S.P.A. PALERMO ITALIA X X BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG VIENNA AUSTRIA X X BANK AUSTRIA CREDITANSTALT WOHNBAUBANK AG VIENNA AUSTRIA X X BANK AUSTRIA REAL INVEST GMBH VIENNA AUSTRIA X X BANK BPH SA CRACOVIA POLONIA X X BANK PEKAO SA VARSAVIA POLONIA X X BANKHAUS NEELMEYER AG BREMA GERMANIA X X BANKPRIVAT AG VIENNA AUSTRIA X X BAYERISCHE HYPO- UND VEREINSBANK AG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X BIPOP CARIRE S.P.A. BRESCIA ITALIA X X BPH BANK HIPOTECZNY S.A. VARSAVIA POLONIA X X CAPITALIA LUXEMBOURG S.A. LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X CARD COMPLETE SERVICE BANK AG VIENNA AUSTRIA X X CJSC BANK SIBIR OMSK CITY RUSSIA X X DAB BANK AG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X DIREKTANLAGE.AT AG SALISBURGO AUSTRIA X X FACTORBANK AKTIENGESELLSCHAFT VIENNA AUSTRIA X X FINECOBANK SPA MILANO ITALIA X X FONDO SIGMA ROMA ITALIA X X HVB BANQUE LUXEMBOURG SOCIETE ANONYME LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X HVB INVESTITIONSBANK GMBH AMBURGO GERMANIA X X IRFIS - MEDIOCREDITO DELLA SICILIA S.P.A. PALERMO ITALIA X X JOINT STOCK COMMERCIAL BANK FOR SOCIAL DEVELOPMENT UKRSOTSBANK KIEV UCRAINA X X JSC ATF BANK ALMATY CITY KAZAKISTAN X X LEASFINANZ BANK GMBH VIENNA AUSTRIA X X MCC - MEDIOCREDITO CENTRALE S.P.A. ROMA ITALIA X X PIONEER INVESTMENTS AUSTRIA GMBH VIENNA AUSTRIA X X PRVA STAMBENA STEDIONICA DD ZAGREB ZAGABRIA CROAZIA X X SCHOELLERBANK AKTIENGESELLSCHAFT VIENNA AUSTRIA X X SOHIBKORBANK OJSC KHUJAND CITY TAGIKISTAN X X UNICREDIT (SUISSE) BANK SA LUGANO SVIZZERA X X UNICREDIT BANCA DI ROMA S.P.A. ROMA ITALIA X X UNICREDIT BANCA PER LA CASA SPA MILANO ITALIA X X UNICREDIT BANCA SPA BOLOGNA ITALIA X X UNICREDIT BANK AD BANJA LUKA BANJA LUKA BOSNIA ERZEGOVINA X X UNICREDIT BANK CAYMAN ISLANDS LTD. GEORGE TOWN CAYMAN ISLANDS X X UNICREDIT BANK CZECH REPUBLIC A.S. PRAGA REPUBBLICA CECA X X 25

26 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Banche UNICREDIT BANK DD MOSTAR BOSNIA ERZEGOVINA X X UNICREDIT BANK HUNGARY ZRT. BUDAPEST UNGHERIA X X UNICREDIT BANK IRELAND PLC DUBLINO IRLANDA X X UNICREDIT BANK LTD LUCK UCRAINA X X REPUBBLICA UNICREDIT BANK SLOVAKIA AS BRATISLAVA SLOVACCA X X UNICREDIT BANK SRBIJA JSC BELGRADO SERBIA X X UNICREDIT BANKA SLOVENIJA D.D. LJUBLJANA SLOVENIA X X UNICREDIT BULBANK AD SOFIA BULGARIA X X UNICREDIT CAIB AG VIENNA AUSTRIA X X UNICREDIT CONSUMER FINANCING BANK SPA MILANO ITALIA X X UNICREDIT CORPORATE BANKING SPA VERONA ITALIA X X UNICREDIT CREDIT MANAGEMENT BANK SPA VERONA ITALIA X X UNICREDIT INTERNATIONAL BANK (LUXEMBOURG) SA LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X UNICREDIT JELZALOGBANK ZRT. BUDAPEST UNGHERIA X X UNICREDIT PRIVATE BANKING SPA TORINO ITALIA X X UNICREDIT TIRIAC BANK S.A. BUCAREST ROMANIA X X UNICREDIT XELION BANCA SPA MILANO ITALIA X X VEREINSBANK VICTORIA BAUSPAR AKTIENGESELLSCHAFT MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X YAPI KREDI AZERBAIJAN BAKU AZERBAIJAN X X YAPI KREDI BANK NEDERLAND NV AMSTERDAM OLANDA X X YAPI KREDI MOSCOW MOSCA RUSSIA X X YAPI VE KREDI BANKASI AS ISTANBUL TURCHIA X X ZAGREBACKA BANKA DD ZAGABRIA CROAZIA X X ZAO UNICREDIT BANK MOSCA RUSSIA X X Società Finanziarie AI BETEILIGUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X ALINT 458 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. BAD HOMBURG GERMANIA X X ALLEGRO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X ALLIB LEASING S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X ALLIB NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA ZAGABRIA CROAZIA X X ALLIB ROM S.R.L. BUCAREST ROMANIA X X ALMS LEASING GMBH. SALISBURGO AUSTRIA X X ALV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X ANI LEASING IFN S.A. BUCAREST ROMANIA X X ANTARES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X ARNO GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X ARTEMUS MACRO FUND SPC LIMITED GEORGE TOWN CAYMAN ISLANDS X X ARUNA IMMOBILIENVERMIETUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X ASPRA FINANCE SPA MILANO ITALIA X X ATF CAPITAL B.V. ROTTERDAM OLANDA X X AUSTRIA LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X AUTOGYOR INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X BA- ALPINE HOLDINGS, INC. WILMINGTON U.S.A. X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

27 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Società Finanziarie BA CA LEASING (DEUTSCHLAND) GMBH BAD HOMBURG GERMANIA X X BA CA SECUND LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BA CREDITANSTALT BULUS EOOD SOFIA BULGARIA X X BA EUROLEASE BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X BA/CA-LEASING BETEILIGUNGEN GMBH VIENNA AUSTRIA X X BA/CA-LEASING FINANZIERUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X BAC FIDUCIARIA SPA DOGANA SAN MARINO X X BA-CA ADAGIO LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BA-CA ANDANTE LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BACA BARBUS LEASING DOO LJUBLJANA SLOVENIA X X BACA BAUCIS LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BACA CENA IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BACA CHEOPS LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BA-CA CONSTRUCTION LEASING OOO SAN PIETROBURGO RUSSIA X X BA-CA FINANCE (CAYMAN) II LIMITED GEORGE TOWN CAYMAN ISLANDS X X BA-CA FINANCE (CAYMAN) LIMITED GEORGE TOWN CAYMAN ISLANDS X X BACA GIOCONDO NEKRETNINE D.O.O., SARAJEVO SARAJEVO BOSNIA ERZEGOVINA X X BACA HYDRA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X BACA KOMMUNALLEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BACA LEASING ALFA S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X BACA LEASING CARMEN GMBH VIENNA AUSTRIA X X BA-CA LEASING DREI GARAGEN GMBH VIENNA AUSTRIA X X BACA LEASING GAMA S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X BA-CA LEASING MAR IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BA-CA LEASING MODERATO D.O.O. LJUBLJANA SLOVENIA X X BACA LEASING NEKRETNINE DRUSTVO SA OGRANICENOM BANJA LUKA BOSNIA ERZEGOVINA X X BA-CA LEASING POLO, LEASING D.O.O. LJUBLJANA SLOVENIA X X BACA LEASING UND BETEILGUNGSMANAGEMENT GMBH (EX CALG 434 GRUNDSTUCKVER VIENNA AUSTRIA X X BA-CA MARKETS & INVESTMENT BETEILIGUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X BACA MINERVA LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BACA MINOS LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BACA MOBILIEN UND LKW LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BA-CA PRESTO LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BACA ROMUS IFN S.A. BUCAREST ROMANIA X X BACAL ALPHA DOO ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA ZAGABRIA CROAZIA X X BACAL BETA NEKRETNINE D.O.O. ZA POSLOVANJE NEKRETNINAMA ZAGABRIA CROAZIA X X BACA-LEASING AQUILA INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X BACA-LEASING GEMINI INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X BACA-LEASING HERKULES INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASA BUDAPEST UNGHERIA X X BACA-LEASING MIDAS INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X BACA-LEASING NERO INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X BACA-LEASING OMIKRON INGATLANHASZNOSTO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X 27

28 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Società Finanziarie BACA-LEASING URSUS INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X BA-CREDITANSTALT LEASING ANGLA SP. Z O.O. VARSAVIA POLONIA X X BA-CREDITANSTALT LEASING DELTA SP. Z O.O. VARSAVIA POLONIA X X BA-CREDITANSTALT LEASING ECOS SP. Z O.O. VARSAVIA POLONIA X X BA-CREDITANSTALT LEASING POLUS SP. Z O.O. VARSAVIA POLONIA X X BAL CARINA IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BAL DEMETER IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BAL HESTIA IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BAL HORUS IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BAL HYPNOS IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BAL LETO IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BAL OSIRIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X BAL PAN IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BAL SOBEK IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BANCA AGRICOLA COMMERCIALE DELLA R.S.M. S.P.A. BORGO MAGGIORE SAN MARINO X X BANK AUSTRIA CREDITANSTALT LEASING BAUTRAGER GMBH VIENNA AUSTRIA X X BANK AUSTRIA CREDITANSTALT LEASING IMMOBILIENANLAGEN GMBH VIENNA AUSTRIA X X BANK AUSTRIA HUNGARIA BETA LEASING KORLATOLT FELELOSSEGU TSRSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X BANK AUSTRIA LEASING ARGO IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BANK AUSTRIA LEASING HERA IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BANK AUSTRIA LEASING IKARUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X BANK AUSTRIA LEASING MEDEA IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BAULANDENTWICKLUNG GDST 1682/8 GMBH & CO OEG VIENNA AUSTRIA X X BDR ROMA PRIMA IRELAND LTD DUBLINO IRLANDA X X BETEILIGUNGS-UND HANDELSGESELLSCHAFT IN HAMBURG MIT BESCHRANKTER HAFTUNG AMBURGO GERMANIA X X BETEILIGUNGSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT DER BANK AUSTRIA CREDITANSTALT LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X BLUE CAPITAL EQUITY GMBH AMBURGO GERMANIA X X BLUE CAPITAL FONDS GMBH AMBURGO GERMANIA X X BLUE CAPITAL GMBH AMBURGO GERMANIA X X BLUE CAPITAL TREUHAND GMBH AMBURGO GERMANIA X X BORDER LEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFTM.B.H. VIENNA AUSTRIA X X BREAKEVEN SRL VERONA ITALIA X X BREWO GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X BULBANK LEASING EAD SOFIA BULGARIA X X CA IB CORPORATE FINANCE D.D. LJUBLJANA SLOVENIA X X CA IB INVEST D.O.O ZAGABRIA CROAZIA X X CABET-HOLDING-AKTIENGESELLSCHAFT VIENNA AUSTRIA X X CABO BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X CAC REAL ESTATE, S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X CAC-IMMO SRO CESKE BUDEJOVICE REPUBBLICA CECA X X CA-LEASING ALPHA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

29 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Società Finanziarie CA-LEASING BETA 2 INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X CA-LEASING DELTA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X CA-LEASING EPSILON INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X CA-LEASING EURO, S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X CA-LEASING KAPPA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X CA-LEASING LAMBDA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X CA-LEASING OMEGA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X CA-LEASING OVUS S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X CA-LEASING PRAHA S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X CA-LEASING SENIOREN PARK GMBH VIENNA AUSTRIA X X CA-LEASING TERRA POSLOVANJE Z NEPREMICNINAMI D.O.O. LJUBLJANA SLOVENIA X X CA-LEASING YPSILON INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X CA-LEASING ZETA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X CALG 307 MOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X CALG 443 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X CALG 451 GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X CALG ALPHA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X CALG ANLAGEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X CALG ANLAGEN LEASING GMBH & CO GRUNDSTUCKVERMIETUNG UND -VERWALTUNG KG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X CALG DELTA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X CALG GAMMA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X CALG GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X CALG HOTELGRUNDSTUCKVERWALTUNG GRUNDUNG 1986 GMBHVIENNA AUSTRIA X X CALG IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X CALG MINAL GRUNDSTUCKVERWALTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X CAL-PAPIER INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X CAPITALIA MERCHANT S.P.A. ROMA ITALIA X X CAPITALIA PARTECIPAZIONI S.P.A. ROMA ITALIA X X CDM CENTRALNY DOM MAKLERSKI PEKAO SA VARSAVIA POLONIA X X CHARADE LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X CHEFREN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X CIVITAS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X COMMUNA - LEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X CONTRA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X CORDUSIO SOCIETA' FIDUCIARIA PER AZIONI MILANO ITALIA X X CUKOR INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X DEBO LEASING IFN S.A. BUCAREST ROMANIA X X DLB LEASING, S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X DLV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X DUODEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X ENTASI SRL ROMA ITALIA X X EUROFINANCE 2000 SRL ROMA ITALIA X X EUROLEASE AMUN IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X 29

30 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Società Finanziarie EUROLEASE ANUBIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X EUROLEASE ISIS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X EUROLEASE MARDUK IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X EUROLEASE RA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X EUROLEASE RAMSES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X EUROPA FUND MANAGEMENT (EUROPA BEFEKTETESI ALAPKEZELO RT) BUDAPEST UNGHERIA X X EUROPEAN TRUST S.P.A. BRESCIA ITALIA X X EXPANDA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X FIDES IMMOBILIEN TREUHAND GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X FINANSE PLC. LONDRA REGNO UNITO X X FINECO CREDIT S.P.A. MILANO ITALIA X X FINECO LEASING S.P.A. BRESCIA ITALIA X X FINECO PRESTITI S.P.A. MILANO ITALIA X X FRANCOFORTE SUL FINECO VERWALTUNG AG MENO GERMANIA X X FM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS GMBH & CO. KG BAD HOMBURG GERMANIA X X FMC LEASING INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X FMZ SAVARIA SZOLGALTATO KFT BUDAPEST UNGHERIA X X FMZ SIGMA PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH VIENNA AUSTRIA X X FOLIA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X FUGATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X G.N.E. GLOBAL GRUNDSTUCKSVERWERTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X GALA GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X GBS GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X GEBAUDELEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X GEMEINDELEASING GRUNDSTUCKVERWALTUNG GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X GRUNDSTUCKSVERWALTUNG LINZ-MITTE GMBH VIENNA AUSTRIA X X GRUNDSTUCKSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. & CO. KG. BREGENZ AUSTRIA X X H.F.S. HYPO-FONDSBETEILIGUNGEN FUR SACHWERTE GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X HERKU LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X HOKA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X HONEU LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X HVB - LEASING PLUTO KFT BUDAPEST UNGHERIA X X HVB ALTERNATIVE ADVISORS LLC NEW YORK U.S.A. X X HVB ALTERNATIVE FINANCIAL PRODUCTS AG VIENNA AUSTRIA X X HVB ASSET MANAGEMENT HOLDING GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X HVB AUTO LEASING EOOD SOFIA BULGARIA X X HVB CAPITAL ASIA LIMITED HONG KONG GIAPPONE X X HVB CAPITAL LLC WILMINGTON U.S.A. X X HVB CAPITAL LLC II WILMINGTON U.S.A. X X HVB CAPITAL LLC III WILMINGTON U.S.A. X X HVB CAPITAL LLC VI WILMINGTON U.S.A. X X HVB CAPITAL LLC VIII WILMINGTON U.S.A. X X HVB CAPITAL PARTNERS AG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X HVB CESAR D.O.O. BEOGRAD BELGRADO SERBIA X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

31 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Società Finanziarie HVB FIERO LEASING OOD SOFIA BULGARIA X X HVB FONDSFINANCE GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X HVB FUNDING TRUST II WILMINGTON U.S.A. X X HVB FUNDING TRUST VIII WILMINGTON U.S.A. X X HVB GLOBAL ASSETS COMPANY L.P. NEW YORK U.S.A. X X HVB HONG KONG LIMITED HONG KONG CINA X X HVB IMMOBILIEN AG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X HVB INVESTMENTS (UK) LIMITED CAYMAN ISLANDS CAYMAN ISLANDS X X HVB LEASING CPB D.O.O. SARAJEVO BOSNIA ERZEGOVINA X X HVB LEASING CZECH REPUBLIC S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X HVB LEASING GMBH AMBURGO GERMANIA X X HVB LEASING MAX INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X HVB LEASING OOD SOFIA BULGARIA X X REPUBBLICA HVB LEASING SLOVAKIA S.R.O. BRATISLAVA SLOVACCA X X HVB PROJEKT GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X HVB SUPER LEASING EOOD SOFIA BULGARIA X X HVB TECTA GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X HVB U.S. FINANCE INC. NEW YORK U.S.A. X X HVB VERWA 4 GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X HVB VERWA 4.4 GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X HVB-LEASING AIDA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING ATLANTIS INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING DANTE INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING FIDELIO INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING FORTE INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING GARO KFT BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING HAMLET INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING JUPITER KFT BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING LAMOND INGATLANHASZNOSITO KFT. BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING MAESTOSO INGATLANHASZNOSITO KFT. BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING NANO KFT BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING OTHELLO INGATLANHASNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING ROCCA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING RUBIN KFT. BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING SMARAGD KFT. BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING SPORT INGATLANHASZNOSITO KOLATPOT FEOEOASSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X HVB-LEASING ZAFIR KFT. BUDAPEST UNGHERIA X X IMMOBILIENLEASING GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X INPROX CHOMUTOV, S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X INPROX KARLOVY VARY, S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X INPROX KLADNO, S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X INPROX POPRAD, SPOL. S.R.O. BRATISLAVA REPUBBLICA SLOVACCA X X INPROX SR I., SPOL. S R.O. BRATISLAVA REPUBBLICA SLOVACCA X X 31

32 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Società Finanziarie INTERNATIONALES IMMOBILIEN-INSTITUT GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X INTRO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X JAUSERN-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X KADMOS IMMOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X KAMILLE SENIORENRESIDENZ IMMOBILIEN G.M.B.H. & CO. KEG VIENNA AUSTRIA X X KOC FINANSAL HIZMETLER AS ISTANBUL TURCHIA X X KUNSTHAUS LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X KUTRA GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X LAGERMAX LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X LAGEV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X LARGO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X LEASFINANZ GMBH VIENNA AUSTRIA X X LEGATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X LELEV IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X LF BETEILIGUNGEN GMBH VIENNA AUSTRIA X X LFL LUFTFAHRZEUG LEASING GMBH AMBURGO GERMANIA X X LINO HOTEL-LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X LIPARK LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X LIVA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X LOCAT CROATIA DOO ZAGABRIA CROAZIA X X LOCAT SPA BOLOGNA ITALIA X X M. A. V. 7., BANK AUSTRIA LEASING BAUTRAGER GMBH & CO.OHG. VIENNA AUSTRIA X X MBC IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X MENUETT GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X MIK BETA INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X MIK INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X MM OMEGA PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH VIENNA AUSTRIA X X MOBILITY CONCEPT GMBH UNTERHACHING GERMANIA X X MOGRA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X NAGE LOKALVERMIETUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X NATA IMMOBILIEN-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X NO. HYPO LEASING ASTRICTA GRUNDSTUCKVERMIETUNGS GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X NORDINVEST NORDDEUTSCHE INVESTMENT-GESELLSCHAFT MBH AMBURGO GERMANIA X X OBI-2 INGATLANKZELO KFT BUDAPEST UNGHERIA X X OBI-3 INGATLANKZELO KFT BUDAPEST UNGHERIA X X OBI-4 INGATLANKZELO KFT BUDAPEST UNGHERIA X X OCT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H VIENNA AUSTRIA X X OLG HANDELS- UND BETEILIGUNGSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X OLG INDUSTRIEGUTER LEASING GMBH & CO. KG. VIENNA AUSTRIA X X OOO IMB LEASING COMPANY MOSCA RUSSIA X X OPEN SAVING PENSIOON FUND OTAN JSC ALMATY CITY KAZAKISTAN X X ORBIT ASSET MANAGEMENT LIMITED HAMILTON BERMUDA X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

33 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Società Finanziarie ORESTOS IMMOBILIEN-VERWALTUNGS GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X PARZHOF-ERRICHTUNGS- UND VERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X PAZONYI'98 INGATLANHASZNOSITO KORLATOLT FELELOSSEGU TARSASAG BUDAPEST UNGHERIA X X PEKAO AUTO FINANSE SA VARSAVIA POLONIA X X PEKAO FAKTORING SP. ZOO LUBLIN POLONIA X X PEKAO FINANCIAL SERVICES SP. ZOO VARSAVIA POLONIA X X PEKAO FUNDUSZ KAPITALOWY SP. ZOO VARSAVIA POLONIA X X PEKAO LEASING HOLDING S.A. VARSAVIA POLONIA X X PEKAO LEASING I FINANSE VARSAVIA POLONIA X X PEKAO LEASING SP ZO.O. VARSAVIA POLONIA X X PEKAO PIONEER P.T.E. SA VARSAVIA POLONIA X X PELOPS LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X PESTSZENTIMREI SZAKORVOSI RENDELO KFT. BUDAPEST UNGHERIA X X PIANA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT (BERMUDA) LIMITED HAMILTON BERMUDA X X PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT LTD DUBLINO IRLANDA X X PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENT MANAGEMENT SGR PA MILANO ITALIA X X PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS (ISRAEL) LTD TEL AVIV ISRAELE X X PIONEER ALTERNATIVE INVESTMENTS (NEW YORK) LTD DOVER U.S.A. X X PIONEER ASSET MANAGEMENT AS PRAGA REPUBBLICA CECA X X PIONEER ASSET MANAGEMENT S.A.I. S.A. BUCAREST ROMANIA X X PIONEER ASSET MANAGEMENT SA LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X PIONEER CZECH FINANCIAL COMPANY SRO PRAGA REPUBBLICA CECA X X PIONEER FUNDS DISTRIBUTOR INC BOSTON U.S.A. X X PIONEER GLOBAL ASSET MANAGEMENT SPA MILANO ITALIA X X PIONEER GLOBAL FUNDS DISTRIBUTOR LTD HAMILTON BERMUDA X X PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (AUSTRALIA) PTY LIMITED MELBOURNE AUSTRALIA X X PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (HK) LIMITED HONG KONG CINA X X PIONEER GLOBAL INVESTMENTS (TAIWAN) LTD. TAIPEI TAIWAN X X PIONEER GLOBAL INVESTMENTS LIMITED DUBLINO IRLANDA X X PIONEER INSTITUTIONAL ASSET MANAGEMENT INC WILMINGTON U.S.A. X X PIONEER INVESTMENT COMPANY AS PRAGA REPUBBLICA CECA X X PIONEER INVESTMENT FUND MANAGEMENT LIMITED BUDAPEST UNGHERIA X X PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT INC WILMINGTON U.S.A. X X PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT LIMITED DUBLINO IRLANDA X X PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT LLC MOSCA RUSSIA X X PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT SHAREHOLDER SERVICES INC. BOSTON U.S.A. X X PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT SOC. DI GESTIONE DEL RISPARMIO PER AZ MILANO ITALIA X X PIONEER INVESTMENT MANAGEMENT USA INC. WILMINGTON U.S.A. X X PIONEER INVESTMENTS AG BERNA SVIZZERA X X PIONEER INVESTMENTS KAPITALANLAGEGESELLSCHAFT MBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X PIONEER PEKAO INVESTMENT FUND COMPANY SA (POLISH NAME: PIONEER PEKAO TFI SA) VARSAVIA POLONIA X X PIONEER PEKAO INVESTMENT MANAGEMENT SA VARSAVIA POLONIA X X 33

34 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Società Finanziarie POLIMAR 13 SPOLKA Z OGRANICZONA ODPOWIEDZIALNOSCIA VARSAVIA POLONIA X X POLIMAR 6 SPOLKA Z OGRANICZONA ODPOWIEDZIALNOSCIA VARSAVIA POLONIA X X POSATO LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X PRELUDE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X PRIM Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X PRIVATE JOINT STOCK COMPANY FERROTRADE INTERNATIONAL KIEV UCRAINA X X PROJEKT-LEASE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS- GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X QUADEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X QUART Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X QUERCIA FUNDING SRL VERONA ITALIA X X QUINT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H VIENNA AUSTRIA X X REAL ESTATE MANAGEMENT POLAND SP. Z O.O. VARSAVIA POLONIA X X REAL-LEASE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X REAL-RENT LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X REGEV REALITATENVERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X ROMAFIDES - FIDUCIARIA E SERVIZI S.P.A. ROMA ITALIA X X RONDO LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X RSB ANLAGENVERMIETUNG GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X RWF REAL - WERT GRUNDSTUCKSVERMIETUNGSGESELLSCHAFTM.B.H. & CO. OBJEKT VIENNA AUSTRIA X X S+R INVESTIMENTI E GESTIONI (S.G.R.) SPA MILANO ITALIA X X SAVKA LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X SECA-LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X SEDEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X SENIORENWOHNHEIM TROFAIACH GESELLSCHAFT MBH & CO KEG LOEBEN AUSTRIA X X SEXT Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H VIENNA AUSTRIA X X SHOPPING CENTER GYOR ERRICHTUNGS- UND BETRIEBSGESELLSCHAFT M.B.H BUDAPEST UNGHERIA X X SHS LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X SIA UNICREDIT LEASING RIGA LETTONIA X X SIGMA LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X SOFIPA SOCIETA' DI GESTIONE DEL RISPARMIO (SGR) S.P.A. ROMA ITALIA X X SOLOS IMMOBILIEN- UND PROJEKTENTWICKLUNGS GMBH & CO. SIRIUS BETEILIGUNGS KG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X SONATA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X SPECTRUM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X SRQ FINANZPARTNER AG BERLINO GERMANIA X X STEWE GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X STICHTING CUSTODY SERVICES KBN AMSTERDAM OLANDA X X STRUCTURED LEASE GMBH GRUNWALD GERMANIA X X TERZ Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X TIME TRUCKS LASTWAGEN- UND AUFLIEGER VERMIETUNGS- UND LEASINGGES.M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X TREDEC Z IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X TREUCONSULT BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X TREVI FINANCE N. 2 S.P.A. CONEGLIANO VENETO ITALIA X X TREVI FINANCE N. 3 S.R.L. CONEGLIANO VENETO ITALIA X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

35 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Società Finanziarie TREVI FINANCE S.P.A. CONEGLIANO VENETO ITALIA X X UFFICIUM IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X UNICOM IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X UNICREDIT ATON INTERNATIONAL LIMITED NICOSIA CIPRO X X UNICREDIT AUTO LEASING E.O.O.D. SOFIA BULGARIA X X UNICREDIT BROKER D.O.O ZAGABRIA CROAZIA X X UNICREDIT CA IB BETEILIGUNGS AG VIENNA AUSTRIA X X UNICREDIT CAIB POLAND S.A. VARSAVIA POLONIA X X UNICREDIT CAIB SECURITIES UK LTD. LONDRA REGNO UNITO X X UNICREDIT CONSUMER FINANCING AD SOFIA BULGARIA X X UNICREDIT DELAWARE INC DOVER U.S.A. X X UNICREDIT FACTORING EAD SOFIA BULGARIA X X UNICREDIT FACTORING SPA MILANO ITALIA X X UNICREDIT FLEET MANAGEMENT S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X REPUBBLICA UNICREDIT FLEET MANAGEMENT S.R.O. BRATISLAVA SLOVACCA X X UNICREDIT GARAGEN ERRICHTUNG UND VERWERTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X X UNICREDIT GLOBAL LEASING EXPORT GMBH VIENNA AUSTRIA X X UNICREDIT GLOBAL LEASING PARTICIPATION MANAGEMENT GMBH VIENNA AUSTRIA X X UNICREDIT GLOBAL LEASING SPA MILANO ITALIA X X UNICREDIT INFRASTRUTTURE SPA TORINO ITALIA X X UNICREDIT INGATLANLIZING ZRT BUDAPEST UNGHERIA X X UNICREDIT IRELAND FINANCIAL SERVICES PLC DUBLINO IRLANDA X X UNICREDIT KFZ LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X UNICREDIT LEASING (AUSTRIA) GMBH VIENNA AUSTRIA X X UNICREDIT LEASING AD SOFIA BULGARIA X X UNICREDIT LEASING CORPORATION IFN S.A. BUCAREST ROMANIA X X UNICREDIT LEASING CROATIA D.O.O. ZA LEASING ZAGABRIA CROAZIA X X UNICREDIT LEASING CZ, A.S. PRAGA REPUBBLICA CECA X X UNICREDIT LEASING D.O.O. SARAJEVO BOSNIA ERZEGOVINA X X UNICREDIT LEASING FLEET MANAGEMENT S.R.L. BUCAREST ROMANIA X X UNICREDIT LEASING HUNGARY ZRT BUDAPEST UNGHERIA X X UNICREDIT LEASING IMMOTRUCK ZRT. BUDAPEST UNGHERIA X X UNICREDIT LEASING KFT BUDAPEST UNGHERIA X X REPUBBLICA UNICREDIT LEASING REAL ESTATE S.R.O. BRATISLAVA SLOVACCA X X UNICREDIT LEASING ROMANIA IFN S.A. BUCAREST ROMANIA X X REPUBBLICA UNICREDIT LEASING SLOVAKIA A.S. BRATISLAVA SLOVACCA X X UNICREDIT LEASING SRBIJA D.O.O. BEOGRAD BELGRADO SERBIA X X UNICREDIT LEASING TOB KIEV UCRAINA X X UNICREDIT LEASING, LEASING, D.O.O. LJUBLJANA SLOVENIA X X UNICREDIT LUNA LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X UNICREDIT LUXEMBOURG FINANCE SA LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X X UNICREDIT MOBILIEN LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X UNICREDIT PARTNER D.O.O BEOGRAD BELGRADO SERBIA X X UNICREDIT PEGASUS LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X UNICREDIT POLARIS LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X 35

36 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Società Finanziarie UNICREDIT RENT D.O.O. BEOGRAD BELGRADO SERBIA X X UNICREDIT TECHRENT LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X X UNICREDIT ZEGA LEASING-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X UNICREDIT-LEASING HOMONNA INGATLNHASZNOSITO KFT BUDAPEST UNGHERIA X X UNICREDIT-LEASING NEPTUNUS KFT BUDAPEST UNGHERIA X X UNICREDIT-LEASING SATURNUS KFT BUDAPEST UNGHERIA X X UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST I NEWARK U.S.A. X X UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST II NEWARK U.S.A. X X UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST III NEWARK U.S.A. X X UNICREDITO ITALIANO CAPITAL TRUST IV NEWARK U.S.A. X X UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC I DOVER U.S.A. X X UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC II DOVER U.S.A. X X UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC III DELAWARE U.S.A. X X UNICREDITO ITALIANO FUNDING LLC IV DELAWARE U.S.A. X X VANDERBILT CAPITAL ADVISORS LLC NEW YORK U.S.A. X X VAPE COMMUNA LEASINGGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X WEALTH MANAGEMENT CAPITAL HOLDING GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X WEALTHCAP INVESTORENBETREUUNG GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X WEALTHCAP REAL ESTATE MANAGEMENT GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X WOM GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X XELION DORADCY FINANSOWI SP. ZOO VARSAVIA POLONIA X X YAPI KREDI FAKTORING AS ISTANBUL TURCHIA X X YAPI KREDI FINANSAL KIRALAMA AO ISTANBUL TURCHIA X X YAPI KREDI HOLDING BV AMSTERDAM OLANDA X X YAPI KREDI PORTFOY YONETIMI AS BARBAROS TURCHIA X X YAPI KREDI YATIRIM MENKUL DEGERLER AS ISTANBUL TURCHIA X X YAPI KREDI YATIRIM ORTAKLIGI AS ISTANBUL TURCHIA X X Z LEASING ALFA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING ARKTUR IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING AURIGA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING CORVUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING DORADO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING DRACO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING GAMA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING GEMINI IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING HEBE IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING HERCULES IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING IPSILON IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING ITA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING JANUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING KALLISTO IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING KAPA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING KSI IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING LYRA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

37 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Società Finanziarie Z LEASING NEREIDE IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING OMEGA IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING PERSEUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING SCORPIUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING TAURUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING VENUS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X Z LEASING VOLANS IMMOBILIEN LEASING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X ZAO LOCAT LEASING RUSSIA MOSCA RUSSIA X X ZAO UNICREDIT ATON MOSCA RUSSIA X X Società Strumentali BA-CA ADMINISTRATION SERVICES GMBH VIENNA AUSTRIA X X BALEA SOFT GMBH & CO. KG AMBURGO GERMANIA X X BALEA SOFT VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH AMBURGO GERMANIA X X EUROPA FACILITY MANAGEMENT LTD. BUDAPEST UNGHERIA X X HVB GESELLSCHAFT FUR GEBAUDE MBH & CO KG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X HVB INFORMATION SERVICES GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X HVZ GMBH & CO. OBJEKT KG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X HYPERION IMMOBILIENVERMIETUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X HYPOVEREINSFINANCE N.V. AMSTERDAM OLANDA X X IMMOBILIARE PIEMONTE S.P.A ROMA ITALIA X X KYNESTE S.P.A. ROMA ITALIA X X LASSALLESTRASSE BAU-, PLANUNGS-, ERRICHTUNGS- UND VERWERTUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X LOCALMIND SPA MILANO ITALIA X X POMINVEST DD SPLIT CROAZIA X X PORTIA GRUNDSTUCKS-VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH & CO. OBJEKT KG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X QUERCIA SOFTWARE SPA VERONA ITALIA X X REIMMOBILIARE S.P.A. ROMA ITALIA X X SALVATORPLATZ-GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH & CO. OHG VERWALTUNGSZENTRUM MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X SOFIGERE SOCIETE PAR ACTIONS SIMPLIFIEE PARIGI FRANCIA X X TELEDATA CONSULTING UND SYSTEMMANAGEMENT GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X X TIVOLI GRUNDSTUCKS-AKTIENGESELLSCHAFT MONACO DI BAVIERA GERMANIA X X TRIVIMM SRL VERONA ITALIA X X UNI IT SRL LAVIS ITALIA X X UNICREDIT AUDIT SPA MILANO ITALIA X X UNICREDIT BANCASSURANCE MANAGEMENT & ADMINISTRATION SRL MILANO ITALIA X X UNICREDIT GLOBAL INFORMATION SERVICES SPA MILANO ITALIA X X UNICREDIT LEASING FUHRPARKMANAGEMENT GMBH VIENNA AUSTRIA X X UNICREDIT PROCESSES & ADMINISTRATION SOCIETA PER AZIONI COLOGNO MONZESE ITALIA X X UNICREDIT REAL ESTATE SPA GENOVA ITALIA X X UNIMANAGEMENT SRL TORINO ITALIA X X WAVE SOLUTIONS INFORMATION TECHNOLOGY GMBH VIENNA AUSTRIA X X 37

38 SOCIETA' DEDOTTE DAL PATRIMONIO Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Banche BANK AUSTRIA CREDITANSTALT REAL INVEST IMMOBILIEN- KAPITALANLAGE GM BH VIENNA AUSTRIA X BANK ROZWOJU ENERGETYKI I OCHRONY SWODOWISKA S.A. MEGABANK IN LIQUIDATION VARSAVIA POLONIA X HVB BANCA PENTRU LOCUINTE S.A. BUCAREST ROMANIA X MEZZANIN FINANZIERUNGS AG VIENNA AUSTRIA X Società Finanziarie AB IMMOBILIENVERWALTUNGS - GMBH & CO XENOR KG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X ACTIVE BOND PORTFOLIO MANAGEMENT GMBH GRUNWALD GERMANIA X ARANY PENZUGYI LIZING ZRT. BUDAPEST UNGHERIA X ATF FINANCE JSC ALMATY CITY KAZAKISTAN X BACA EXPORT FINANCE LIMITED LONDRA REGNO UNITO X BANK AUSTRIA AKTIENGESELLSCHAFT & CO EDV LEASING OHG VIENNA AUSTRIA X BANK AUSTRIA FINANZSERVICE GMBH VIENNA AUSTRIA X BANK AUSTRIA-CEE BETEILIGUNGS GMBH VIENNA AUSTRIA X BARODA PIONEER ASSET MANAGEMENT COMPANY LTD MUMBAI INDIA X BIL BETEILIGUNGSTREUHAND GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X BIL LEASING-FONDS GMBH & CO VELUM KG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X BIL V & V VERMIETUNGS GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X BLUE CAPITAL STIFTUNGSTREUHAND GMBH AMBURGO GERMANIA X BV FINANCE PRAHA S.R.O. (IN LIQUIDATION) PRAGA REPUBBLICA CECA X BV GRUNDSTUCKSENTWICKLUNGS-GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X CAFU VERMOGENSVERWALTUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X CAFU VERMOGENSVERWALTUNG GMBH & CO. OEG VIENNA AUSTRIA X CARDS & SYSTEMS EDV-DIENSTLEISTUNGS GMBH VIENNA AUSTRIA X CDT ADVISOR S.A., LUXEMBURG LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X CENTRAL POLAND FUND LLC DELAWARE U.S.A. X CO.RI.T. S.P.A. IN LIQUIDAZIONE ROMA ITALIA X COFIRI S.P.A. IN LIQUIDAZIONE ROMA ITALIA X DINERS CLUB CEE HOLDING AG VIENNA AUSTRIA X EK MITTELSTANDSFINANZIERUNGS AG VIENNA AUSTRIA X EUROVENTURES-AUSTRIA-CA-MANAGEMENT GESMBH VIENNA AUSTRIA X FAMILY TRUST MANAGEMENT EUROPE S. A. LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X FINANZBERATUNG F.4.5 GMBH I.L. MONACO DI BAVIERA GERMANIA X FINECO FINANCE LTD DUBLINO IRLANDA X GE.S.E.T.T. - GESTIONE SERVIZI ESAZIONE TRIBUTI E TESORERIE S.P.A. IN LIQUIDAZIONE NAPOLI ITALIA X GUS CONSULTING GMBH VIENNA AUSTRIA X HVB ASIA LIMITED WILMINGTON SINGAPORE X HVB CONSULT GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X HVB EXPORT LEASING GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X HVB GLOBAL ASSETS COMPANY (GP), LLC NEW YORK U.S.A. X HVB INTERNATIONAL ASSET LEASING GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X HVB LEASING INTERNATIONAL GMBH & CO. KG AMBURGO GERMANIA X HVB LEASING LIMITED PARTNERSHIP WILMINGTON U.S.A. X HVB LONDON INVESTMENTS (AVON) LIMITED LONDRA REGNO UNITO X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

39 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Società Finanziarie HVB LONDON INVESTMENTS (CAM) LIMITED LONDRA REGNO UNITO X HVB LONDON TRADING LTD. LONDRA REGNO UNITO X HVB PRINCIPAL EQUITY GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X HVB RATING ADVISORY GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X HVB VERWA 1 GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X HVBFF BETEILIGUNGSTREUHAND GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X HVBFF INTERNATIONALE LEASING GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X HVBFF OBJEKT BETEILIGUNGS GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X HVBFF PRODUKTIONSHALLE GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X HVBFF VERWALTUNGS GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X III-INVESTMENTS LUXEMBOURG S.A. LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X KERES FINANCE S.R.L. CONEGLIANO VENETO ITALIA X LB FONDS BERATUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X LENG LOI LIMITED HONG KONG CINA X LIFE MANAGEMENT ERSTE GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X LIFE MANAGEMENT ZWEITE GMBH GRUNWALD GERMANIA X LLC AI LINE MOSCA RUSSIA X LTD SI&C AMC UKRSOTS REAL ESTATE KIEV UCRAINA X M.A.I.L. FINANZBERATUNG GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X MCC - SOFIPA INTERNATIONAL S.A. EN LIQUIDATION BRUXELLES BELGIO X MOVIE MARKET BETEILIGUNGS GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X PAYTRIA UNTERNEHMENSBETEILIGUNGEN GMBH VIENNA AUSTRIA X REAL INVEST VERMOGENSBERATUNG GMBH VIENNA AUSTRIA X SCHOELLERBANK INVEST AG SALISBURGO AUSTRIA X SERIT S.P.A. IN LIQUIDAZIONE ROMA ITALIA X SPAGET S.P.A. IN LIQUIDAZIONE ROMA ITALIA X STATUS VERMOGENSVERWALTUNG GMBH AMBURGO GERMANIA X STRUCTURED INVEST SOCIETE ANONYME LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO X TAI TAM LIMITED LONDRA REGNO UNITO X TERRONDA DEVELOPMENT B.V. AMSTERDAM OLANDA X TRINITRADE VERMOGENSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT MIT BESCHRANKTER HAFTUNG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X TRIPLE A RATING ADVISORS BERATUNG GES.M.B.H. VIENNA AUSTRIA X UKRSOTSFINANCE JSC LIMITED KIEV UCRAINA X UNICREDIT (SUISSE) TRUST SA LUGANO SVIZZERA X UNICREDIT (U.K.) TRUST SERVICES LTD LONDRA REGNO UNITO X UNICREDIT BEIJING CONSULTANTS COMPANY LTD PECHINO CINA X UNICREDIT CA IB BULGARIA EOOD SOFIA BULGARIA X UNICREDIT CA IB SECURITIES ROMANIA S.A. BUCAREST ROMANIA X UNICREDIT CAPITAL MARKETS INC. NEW YORK U.S.A. X UNICREDIT CHINA CAPITAL LTD HONG KONG CINA X UNICREDIT FACTORING PENZUGYI SZOLGALTATO ZRT BUDAPEST UNGHERIA X UNICREDIT FACTORING S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X US PROPERTY INVESTMENTS INC. DALLAS U.S.A. X VERBA VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X VEREINWEST OVERSEAS FINANCE (JERSEY) LIMITED ST. HELIER JERSEY X 39

40 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Società Finanziarie VINTNERS LONDON INVESTMENTS (NILE) LIMITED GEORGE TOWN CAYMAN ISLANDS X VVB GESELLSCHAFT ZUR VERMITTLUNG VON FINANZDIENSTLEISTUNGEN MBH I.L. MONACO DI BAVIERA GERMANIA X Società Strumentate AB IMMOBILIENVERWALTUNGS-GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X ATF INKASSATSIYA LTD ALMATY CITY KAZAKISTAN X BA CREDITANSTALT ALPHA D.O.O. BEOGRAD BELGRADO SERBIA X BA-CA BETRIEBSOBJEKTE GMBH VIENNA AUSTRIA X BA-CA PRIVATE EQUITY GMBH VIENNA AUSTRIA X BA-CA-GVG-HOLDING GMBH VIENNA AUSTRIA X BANKING TRANSACTION SERVICES S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X X BASICA S.P.A. IN LIQUIDAZIONE POTENZA ITALIA X BAVARIA SERVICOS DE REPRESENTACAO COMERCIAL LTDA. SAO PAULO BRASILE X BIL LEASING-FONDS VERWALTUNGS-GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X BLUE CAPITAL INITIATOREN GMBH (EX AD ACTA 642. VERMOGENSVERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH) AMBURGO GERMANIA X BPH REAL ESTATE SA VARSAVIA POLONIA X CAE PRAHA A.S. PRAGA REPUBBLICA CECA X CENTRUM BANKOWOSCI BEZPOSREDNIEJ SPOLKA Z OGRANICZONA ODPOWIEDZIALNOSC CRACOVIA POLONIA X CENTRUM USLUG KSIEGOWYCH SPOLKA Z O.O. CRACOVIA POLONIA X DOMUS BISTRO GMBH VIENNA AUSTRIA X X DOMUS CLEAN REINIGUNGS GMBH VIENNA AUSTRIA X X DOMUS FACILITY MANAGEMENT GMBH VIENNA AUSTRIA X X DUSSELDORF-MUNCHENER BETEILIGUNGSGESELLSCHAFT MBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X FINANCIAL RISK MANAGEMENT GMBH VIENNA AUSTRIA X FOOD & MORE GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X GANYMED IMMOBILIENVERMIETUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT SIMON BESCHRANKT HAFTENDE KOMMANDITGESELLSCHAF MONACO DI BAVIERA GERMANIA X HUMAN RESOURCES SERVICE AND DEVELOPMENT GMBH VIENNA AUSTRIA X HVB DIREKT GESELLSCHAFT FUR DIREKTSERVICE UND DIREKTVERTRIEB MBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X HVB FINANCE LONDON LIMITED LONDRA REGNO UNITO X HVB GESELLSCHAFT FUR GEBAUDE BETEILIGUNGS GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X HVB REALITY CZ, S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X HVB SECUR GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X REPUBBLICA HVB SERVICES SOUTH AFRICA (PROPRIETARY) LIMITED JOHANNESBURG SUDAFRICANA X HYPO-BANK VERWALTUNGSZENTRUM GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X HYPOVEREINS IMMOBILIEN EOOD SOFIA BULGARIA X X IMMOBILIEN RATING GMBH VIENNA AUSTRIA X KLEA ZS-IMMOBILIENVERMIETUNG G.M.B.H. VIENNA AUSTRIA X KLEA ZS-LIEGENSCHAFTSVERMIETUNG G.M.B.H. VIENNA AUSTRIA X LIMITED LIABILITY COMPANY B.A. REAL ESTATE MOSCA RUSSIA X X MARKETING ZAGREBACKE BANKE DOO ZAGABRIA CROAZIA X X MERKURHOF GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MIT BESCHRANKTER HAFTUNG AMBURGO GERMANIA X MY DREI HANDELS GMBH VIENNA AUSTRIA X NADINION VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X PALAIS ROTHSCHILD VERMIETUNGS GMBH VIENNA AUSTRIA X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

41 Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Società Strumentate PALAIS ROTHSCHILD VERMIETUNGS GMBH & CO OEG VIENNA AUSTRIA X PORTIA GRUNDSTUCKSVERWALTUNGS-GESELLSCHAFT MIT BESCHRANKTER HAFTUNG MONACO DI BAVIERA GERMANIA X PROPERTY SP. Z.O.O. (IN LIQUIDAZIONE) VARSAVIA POLONIA X SALVATORPLATZ-GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X SALVATORPLATZ-GRUNDSTUCKSGESELLSCHAFT MBH & CO. OHG SAARLAND MONACO DI BAVIERA GERMANIA X SAS-REAL KFT. BUDAPEST UNGHERIA X SOCIETA' AMMINISTRAZIONE IMMOBILI - S.A.IM. S.P.A. IN LIQUIDAZIONE ROMA ITALIA X SOCIETA' ITALIANA GESTIONE ED INCASSO CREDITI S.P.A. IN LIQUIDAZIONE ROMA ITALIA X TC-QUINTA PROJEKTVERWALTUNGSGESELLCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X UNICREDIT AUDIT (IRELAND) LTD DUBLINO IRLANDA X UPI POSLOVNI SISTEM DOO SARAJEVO BOSNIA ERZEGOVINA X VERWALTUNGSGESELLSCHAFT KATHARINENHOF MBH AMBURGO GERMANIA X WEILBURG GRUNDSTUCKVERMIETUNGSGESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X ZAGREB NEKRETNINE DOO ZAGABRIA CROAZIA X X ZANE BH DOO SARAJEVO BOSNIA ERZEGOVINA X X 41

42 SOCIETA' SOMMATE ALLE ATTIVITA' DI RISCHIO PONDERATE Sede Trattamento nelle segnalazioni prudenziali Trattamento nel bilancio IAS/IFRS Ragione sociale Città Stato Consolidata integrale Consolidata proporzionale Deduzione dal patrimonio RWA Consolidata integrale Consolidata proporzionale Banche HVB SINGAPORE LIMITED SINGAPORE SINGAPORE X Società Finanziarie B.I. INTERNATIONAL LIMITED GEORGE TOWN CAYMAN ISLANDS X CA IB CORPORATE FINANCE OOO MOSCA RUSSIA X X X CA IB D.D. ZAGABRIA CROAZIA X X CA IB SECURITIES (UKRAINE) AT KIEV UCRAINA X X CAMERON GRANVILLE 2 ASSET MANAGEMENT INC TAGUIG FILIPPINE X CAMERON GRANVILLE 3 ASSET MANAGEMENT INC. TAGUIG FILIPPINE X CAMERON GRANVILLE ASSET MANAGEMENT (SPV-AMC), INC TAGUIG FILIPPINE X COBB BETEILIGUNGEN UND LEASING GMBH VIENNA AUSTRIA X DINERS CLUB CZECH REPUBLIC S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X DINERS CLUB POLSKA SP.Z.O.O. VARSAVIA POLONIA X REPUBBLICA DINERS CLUB SLOVAKIA S.R.O. BRATISLAVA SLOVACCA X FM BETEILIGUNGS-GMBH VIENNA AUSTRIA X GRUNDERFONDS GMBH & CO KEG VIENNA AUSTRIA X HVB ASIA ADVISERS SDN. BHD. KUALA LAMPUR MALAYSIA X HVB ASSET LEASING LIMITED LONDRA REGNO UNITO X HVB ASSET MANAGEMENT ASIA LTD. SINGAPORE SINGAPORE X HVB AUSTRALIA PTY LTD. SYDNEY AUSTRALIA X HVB CAPE BLANC LLC WILMINGTON U.S.A. X HVB REALTY CAPITAL INC. NEW YORK U.S.A. X HVBFF INTERNATIONAL GREECE GMBH MONACO DI BAVIERA GERMANIA X LB HOLDING GESELLSCHAFT M.B.H. VIENNA AUSTRIA X REAL INVEST IMMOBILIEN GMBH VIENNA AUSTRIA X SFS FINANCIAL SERVICES GMBH VIENNA AUSTRIA X UNICREDIT CA IB ROMANIA SRL BUCAREST ROMANIA X X UNICREDIT CAIB CZECH REPUBLIC AS PRAGA REPUBBLICA CECA X X UNICREDIT CAIB HUNGARY LTD BUDAPEST UNGHERIA X X UNICREDIT CAIB SERBIA LTD BELGRADE BELGRADO SERBIA X X REPUBBLICA UNICREDIT CAIB SLOVAKIA, A.S. BRATISLAVA SLOVACCA X X UNICREDIT CAIB UK LTD. LONDRA REGNO UNITO X X UNICREDIT LEASING AUTO BULGARIA EOOD SOFIA BULGARIA X X ZAO IMB-LEASING MOSCA RUSSIA X X ZB INVEST DOO ZAGABRIA CROAZIA X X Società Strumentate BA-CA BETRIEBSOBJEKTE AG & CO BETA VERMIETUNGS OEG VIENNA AUSTRIA X BA-CA BETRIEBSOBJEKTE PRAHA SPOL.S.R.O. PRAGA REPUBBLICA CECA X REPUBBLICA HVB FINANCNE SLUZBY S.R.O. BRATISLAVA SLOVACCA X MILARIS S.A. EN LIQUIDATION PARIGI FRANCIA X VEREINSBANK LEASING INTERNATIONAL VERWALTUNGSGESELLSCHAFT MBH AMBURGO GERMANIA X WAVE SOLUTIONS HUNGARY BANK ES PENZUGYTECHNIKAI TANACSADA KFT. BUDAPEST UNGHERIA X TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

43 Tavola 3 Composizione del patrimonio di vigilanza Informativa qualitativa Strumenti di capitale inclusi nel patrimonio di primo livello (Tier 1) Dati riferiti al 30 giugno 2008 (migliaia di ) tasso di interesse data scadenza Decorrenza della facoltà di rimborso anticipato importo in valuta originaria (milioni) importo computato nel patrimonio di vigilanza (Eur/migliaia) step-up possibilità di non corrispondere gli interessi emissione tramite società veicolo controllata 8,05% perpetual ott-10 EUR sì sì sì 9,20% perpetual ott-10 USD sì sì sì 4,03% perpetual ott-15 EUR sì sì sì 5,40% perpetual ott-15 GBP sì sì sì 8,59% 31-dic-50 giu-18 GBP sì sì sì 7,055% perpetual mar-12 EUR sì no sì 12m L + 1,25% 7-giu-11 ( ) EUR no no no 12m L + 1,25% 7-giu-11 ( ) EUR no no no 8,741% 30-giu-31 giu-29 USD no sì sì 7,76% 13-ott-36 ott-34 GBP no sì sì 9,00% 22-ott-31 ott-29 USD no sì sì 3,50% 31-dic-31 dic-29 JPY no sì sì 10y CMS ( ) +0,10%, cap 8,00 % perpetual ott-11 EUR no no no 10y CMS ( ) +0,15%, cap 8,00 % perpetual mar-12 EUR no no no ( ) perpetual dic-11 EUR no no sì TOTALE ( ) non è prevista la facoltà di rimborso anticipato del prestito ( ) Constant Maturity Swap ( ) La remunerazione del titolo è legata ai risultati economici della società Patrimonio di secondo livello (Tier 2) - emissioni di strumenti ibridi di capitalizzazione di importo superiore al 10% del totale degli stessi: Dati riferiti al 30 giugno 2008 (migliaia di ) tasso di interesse data scadenza Decorrenza della facoltà di rimborso anticipato importo in valuta originaria (milioni) importo computato nel patrimonio di vigilanza (Eur/migliaia) step-up possibilità di non corrispondere gli interessi 3,95% 1-feb-16 non applicabile EUR non applicabile Sì ( ) 5,00% 1-feb-16 non applicabile GBP non applicabile Sì ( ) 6,70% 5-giu-18 non applicabile EUR non applicabile Sì ( ) 6,10% 28-feb-12 non applicabile EUR non applicabile Sì ( ) ( ) -- in caso di mancati dividendi il pagamento degli interessi è "sospeso" (deferral of interest) -- in caso si registrano perdite tali da ridurre il capitale sociale e le riserve al di sotto della soglia minima prevista da Banca d'italia per l'esercizio dell'attività bancaria, l'ammontare nominale e gli interessi delle obbligazioni vengono ridotti proporzionalmente. 43

44 Informativa quantitativa (migliaia di ) Composizione del patrimonio di vigilanza PATRIMONIO DI VIGILANZA 30/06/2008 A. Patrimonio di base prima dell'applicazione dei filtri prudenziali A.1 Elementi positivi del patrimonio di base: A Capitale A Sovrapprezzi di emissione A Riserve A Strumenti non innovativi di capitale A Strumenti innovativi di capitale A Utile del periodo A.2 Elementi negativi: A Azioni o quote proprie A Avviamento A Altre immobilizzazioni immateriali A Perdita del periodo A Altri elementi negativi: * Rettifiche di valore di vigilanza relative al portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza * Altri B. Filtri prudenziali del patrimonio di base B.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) B.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) C. Patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre (A+B) D. Elementi da dedurre dal patrimonio di base E. Totale del patrimonio di base (TIER 1) (C-D) F. Patrimonio supplementare prima dell'applicazione dei filtri prudenziali F.1 Elementi positivi del patrimonio supplementare: F Riserve da valutazione di attività materiali F Riserve da valutazione di titoli disponibili per la vendita F Strumenti non innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base F Strumenti innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base F Strumenti ibridi di patrimonializzazione F Passività subordinate di 2 livello F Eccedenza rettifiche di valore complessive rispetto alle perdite attese F Plusvalenze nette su partecipazioni F Altri elementi positivi F.2 Elementi negativi: F.2.1 F.2.2 F Minusvalenze nette su partecipazioni - Crediti - Altri elementi negativi G. Filtri prudenziali del patrimonio supplementare G.1 Filtri prudenziali IAS/IFRS positivi (+) G.2 Filtri prudenziali IAS/IFRS negativi (-) H. Patrimonio supplementare al lordo degli elementi da dedurre (F+G) I. Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare L. Totale patrimonio supplementare (TIER 2) (H-I) M. Elementi da dedurre dal totale patrimonio di base e supplementare N. Patrimonio di vigilanza (E+L-M) O. Patrimonio di terzo livello (TIER 3) P Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3 (N+O) La differenza negativa tra le perdite attese e le relative rettifiche di valore ammonta a migliaia di. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

45 Tavola 4 Adeguatezza patrimoniale Informativa qualitativa Il Gruppo UniCredit assegna un ruolo prioritario alle attività volte alla gestione e all allocazione del capitale (regolamentare ed interno) in funzione dei rischi assunti, ai fini dello sviluppo dell operatività del Gruppo in ottica di creazione di valore. Le attività si articolano nelle diverse fasi del processo di pianificazione e controllo del Gruppo e, in particolare: nei processi di piano e budget: - formulazione della proposta di propensione al rischio e degli obiettivi di patrimonializzazione; - analisi dei rischi associati ai driver del valore e allocazione del capitale alle linee di attività e business unit; - assegnazione degli obiettivi di performance aggiustate per il rischio; - analisi dell impatto sul valore del Gruppo e della creazione di valore per gli azionisti; - elaborazione e proposta del piano finanziario e della dividend policy; nei processi di monitoraggio: - analisi delle performance conseguite a livello di gruppo e di business unit e preparazione dei dati gestionali per uso interno ed esterno; - analisi e controllo dei limiti; - analisi e controllo andamentale dei ratio patrimoniali di gruppo e individuali. Il Gruppo, infatti, si pone l obiettivo di generare un reddito superiore a quello necessario a remunerare i rischi (cost of equity) e quindi di creare valore in modo tale da massimizzare il ritorno per i propri azionisti in termini di dividendi e capital gain (total shareholder return) attraverso l allocazione del capitale alle differenti linee di attività e business unit in funzione degli specifici profili di rischio e l adozione di una metodologia basata sulla misurazione delle performance aggiustate per il rischio (Rapm) che predispone, a supporto dei processi di pianificazione e controllo, una serie di indicatori in grado di unire e sintetizzare tra loro le variabili economiche, patrimoniali e di rischio da considerare. Il capitale e la sua allocazione, quindi, assumono un importanza rilevante nella definizione delle strategie perché esso rappresenta l oggetto della remunerazione attesa dagli azionisti nel loro investimento nel Gruppo e perché è una risorsa su cui insistono anche limiti esogeni imposti dalla normativa di vigilanza. Nel processo di allocazione, le definizioni di capitale utilizzate sono: capitale di rischio o impiegato: è la consistenza patrimoniale conferita dagli azionisti (capitale impiegato), che deve essere remunerata almeno pari alle aspettative (costo dell equity); capitale a rischio: è la quota parte dei mezzi propri che ha fronteggia (a preventivo capitale allocato) o ha fronteggiato (a consuntivo capitale assorbito) i rischi assunti per perseguire gli obiettivi di creazione di valore. Il capitale a rischio dipende dalla propensione al rischio e discende dal livello di capitalizzazione obiettivo definito anche in funzione del merito creditizio del Gruppo. Esso è misurato seguendo da una parte le tecniche di risk management, per cui il capitale a rischio è definito come capitale interno, dall altra la normativa di vigilanza, per cui il capitale a rischio è definito come capitale regolamentare. In particolare: il capitale interno è la quota parte di patrimonio effettivamente a rischio misurata con modelli probabilistici secondo un determinato intervallo di confidenza; 45

46 il capitale regolamentare è la componente del patrimonio di vigilanza (total capital) rappresentata dal patrimonio netto (core equity o core tier 1) posta a rischio misurata secondo la normativa di vigilanza. Il capitale interno ed il capitale regolamentare differiscono tra loro per definizione e per copertura delle categorie di rischio. Il primo discende dall effettiva misurazione dell esposizione assunta, il secondo da schemi definiti nella normativa di vigilanza. La coerenza tra le due differenti definizioni di capitale a rischio si ottiene rapportando le due grandezze in relazione al merito creditizio obiettivo del Gruppo (AA- S&P), che corrisponde ad una probabilità di default pari allo 0,03%. Pertanto il capitale interno è fissato ad un livello tale da coprire con il 99,97% di probabilità (intervallo di confidenza) gli eventi avversi, mentre il capitale regolamentare è quantificato in base ad un core tier 1 ratio target in linea con i principali gruppi bancari internazionali aventi almeno il rating obiettivo. Nel processo di allocazione viene quindi applicata la logica del doppio binario, ossia considerando come allocato il massimo tra il capitale interno ed il capitale regolamentare (core tier 1) sia a livello consolidato sia a livello di linea di attività/business unit. Tale approccio consente nel caso di capitale interno superiore di allocare l effettivo capitale a rischio che la vigilanza non è in grado ancora di cogliere e nel caso di capitale regolamentare superiore, di allocare un capitale in linea con la normativa. Punto di partenza del processo di allocazione è il capitale consolidato di pertinenza del Gruppo. La gestione del capitale, svolta dalla unità operativa Capital Allocation della Direzione Pianificazione Finanza e Amministrazione, ha la finalità di definire il livello di patrimonializzazione obiettivo per il Gruppo e le sue società nel rispetto dei vincoli normativi e della propensione al rischio. Nella gestione dinamica del capitale, l unità operativa Capital Allocation elabora il piano finanziario ed effettua su base mensile il monitoraggio dei ratios patrimoniali di Vigilanza anticipando gli opportuni interventi necessari all ottenimento degli obiettivi. Il monitoraggio si riferisce da un lato sia al patrimonio netto sia alla composizione del patrimonio di vigilanza (core tier 1, tier 1, lower e upper tier 2 e tier 3 capital) e dall altro alla pianificazione e all andamento dei risk weighted asset (Rwa). La dinamicità della gestione è finalizzata ad individuare gli strumenti di investimento e di approvvigionamento del capitale di rischio e degli strumenti ibridi di patrimonializzazione più idonei al conseguimento degli obiettivi. In caso di deficit di capitale, sono indicati i gap da colmare e le azioni di capital generation misurandone il costo e l efficacia attraverso la metodologia di Rapm. In tale contesto l analisi del valore è arricchita dal ruolo di sintesi della unità operativa Capital Allocation per gli aspetti regolamentari, contabili, finanziari, fiscali, di risk management ecc. e delle loro evoluzioni normative, in modo che siano fornite la valutazione e tutte le indicazioni necessarie alle altre funzioni della Capogruppo o società chiamate a realizzare le azioni. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

47 Informativa quantitativa (migliaia di ) Adeguatezza patrimoniale Categorie/Valori RWA Requisiti A. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA A.1 Rischio di credito e di controparte Metodologia standardizzata Metodologia basata sui rating interni 2.1 Base 2.2 Avanzata Cartolarizzazioni A.2 Rischi di mercato Metodologia standard Modelli interni A.3 Rischio operativo Metodo base Metodo standardizzato Metodo avanzato A.4 Altri requisiti prudenziali - A.5 Totale requisiti prudenziali (A.1+A.2+A.3+A.4) B. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA B.1 Attività di rischio ponderate B.2 Patrimonio di base/attività di rischio ponderate (TIER 1 capital ratio) 6,49% B.3 Patrimonio di vigilanza incluso TIER 3/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 10,36% 47

48 Tavola 5 Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche Informativa qualitativa Definizioni di esposizioni deteriorate Le esposizioni deteriorate sono suddivise nelle seguenti categorie: sofferenze - individuano l area dei crediti formalmente deteriorati, costituiti dall esposizione verso clienti che versano in uno stato di insolvenza anche non accertato giudizialmente o in situazioni equiparabili. La valutazione avviene generalmente su basa analitica ovvero, in caso di importi non significativi singolarmente, su base forfetaria per tipologie di esposizioni omogenee; incagli - definiscono l area creditizia in cui ricadono i rapporti verso soggetti che si trovano in temporanea difficoltà, che si prevede possa essere rimossa in un congruo periodo di tempo: sono valutati prevalentemente in modo forfetario su basi storico/statistiche, analiticamente quando particolari elementi lo consiglino; esposizioni ristrutturate - rappresentano le esposizioni nei confronti di controparti con le quali sono stati conclusi accordi che prevedono la concessione di una moratoria al pagamento del debito e la contemporanea rinegoziazione delle condizioni a tassi inferiori a quelli di mercato, la conversione di parte dei prestiti in azioni e/o eventuali sacrifici in linea capitale: sono valutati analiticamente, ricomprendendo nelle svalutazioni l onere attualizzato riveniente dall eventuale rinegoziazione del tasso a condizioni inferiori al costo previsto della relativa raccolta. esposizioni scadute - rappresentano l intera esposizione nei confronti di controparti, diverse da quelle classificate nelle precedenti categorie, che alla data di riferimento presentano crediti scaduti o sconfinanti da oltre 180 giorni. L esposizione complessiva viene rilevata qualora, alla data di riferimento: - la quota scaduta e/o sconfinante, oppure: - la media delle quote scadute e/o sconfinanti, rilevate su base giornaliera nell ultimo trimestre precedente, sia pari o superiore al 5% dell esposizione stessa. Tali esposizioni sono valutate in modo forfetario su basi storico/ statistiche. La valutazione collettiva riguarda portafogli di attività per i quali, seppur non siano stati riscontrati singolarmente elementi oggettivi di perdita, è loro attribuibile una perdita latente misurabile anche tenendo conto dei fattori di rischio utilizzati ai fini dei requisiti di Basilea II. Descrizione delle metodologie adottate per determinare le rettifiche di valore I crediti sono costituiti da attività finanziarie non derivate verso clientela e verso banche, con pagamenti fissi o determinabili e che non sono quotate in un mercato attivo. I crediti sono iscritti alla data di sottoscrizione del contratto, che normalmente coincide con la data di erogazione alla controparte. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

49 Tali voci comprendono anche titoli di debito aventi le medesime caratteristiche. Dopo l iniziale rilevazione al fair value, che di norma corrisponde al corrispettivo pagato comprensivo dei costi e ricavi di transazione che sono direttamente attribuibili all acquisizione o all erogazione dell attività finanziaria (ancorché non ancora regolati), i crediti sono valutati al costo ammortizzato, utilizzando il criterio dell interesse effettivo, eventualmente rettificato al fine di tener conto di riduzioni/ riprese di valore risultanti dal processo di valutazione. Gli utili (o le perdite) su crediti, ove non coperti, sono rilevati nel conto economico: quando l attività finanziaria in questione è eliminata, alla voce 100.a) Utili (perdite) da cessione ; ovvero: quando l attività finanziaria ha subito una riduzione di valore, alla voce 130.a) Rettifiche di valore nette per deterioramento. Gli interessi sui crediti erogati sono classificati alla voce 10. Interessi attivi e proventi assimilati e sono iscritti in base al principio della competenza temporale. Gli interessi di mora sono contabilizzati a conto economico al momento dell eventuale incasso. Un credito è considerato deteriorato quando si ritiene che, probabilmente, non si sarà in grado di recuperarne l intero ammontare, sulla base delle condizioni contrattuali originarie, o un valore equivalente. I criteri per la determinazione delle svalutazioni da apportare ai crediti si basano sull attualizzazione dei flussi finanziari attesi per capitale ed interessi al netto degli oneri di recupero e di eventuali anticipi ricevuti; ai fini della determinazione del valore attuale dei flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati dall individuazione degli incassi stimati, delle relative scadenze e del tasso di attualizzazione da applicare. L importo della perdita, infatti, per le esposizioni deteriorate classificate sofferenze, incagli e ristrutturate, secondo le categorie più avanti specificate, è ottenuto come differenza tra il valore di iscrizione e il valore attuale degli stimati flussi di cassa, scontati al tasso di interesse originario dell attività finanziaria. Nei casi in cui il tasso di interesse originario dell attività finanziaria, oggetto di attualizzazione per la prima volta nell esercizio di passaggio all applicazione degli IAS/IFRS, non sia stato reperibile, oppure il suo reperimento sarebbe stato eccessivamente oneroso, si è applicato il tasso medio rilevato sulle posizioni non deteriorate nell anno in cui si era verificato il deterioramento originario dell attività. Tale tasso è stato mantenuto costante anche negli esercizi successivi. I tempi di recupero, inoltre, sono stimati sulla base delle scadenze eventualmente concordate con i debitori ovvero di business plan o di previsioni ragionevoli, basati sull esperienza storica dei recuperi osservati per classi omogenee di finanziamenti, tenuto conto della forma tecnica, della localizzazione geografica, della tipologia di garanzia e di altri eventuali fattori ritenuti rilevanti. I crediti sono sottoposti ad una ricognizione volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di eventi occorsi dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore. Tali crediti problematici sono rivisti ed analizzati periodicamente, almeno una volta all anno. Ogni cambiamento successivo nell importo o nelle scadenze dei flussi di cassa attesi, che produca una variazione negativa rispetto alle stime iniziali, determina la rilevazione di una rettifica di valore alla voce di conto economico 130.a) Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento. Qualora la qualità del credito deteriorato risulti migliorata ed esista una ragionevole certezza del recupero tempestivo del capitale e degli interessi, concordemente ai termini contrattuali originari, viene appostata alla medesima voce di conto economico una ripresa di valore, nel limite massimo del costo ammortizzato che si sarebbe avuto in assenza di precedenti svalutazioni. L eliminazione integrale di un credito è effettuata quando lo stesso è considerato irrecuperabile o è stralciato nella sua interezza. Le cancellazioni sono imputate direttamente alla voce 130.a) Rettifiche/ Riprese di valore nette per deterioramento di conto economico e sono rilevate in riduzione della quota capitale del credito. Recuperi di parte o di interi importi precedentemente svalutati sono iscritti alla medesima voce. 49

50 Informativa quantitativa (migliaia di ) Rischio di credito e controparte CONSISTENZE AL 30/06/2008 RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE IMPORTI NON PONDERATI IMPORTI PONDERATI REQUISITO A. RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE A.1 METODOLOGIA STANDARDIZZATA - ATTIVITA' DI RISCHIO A.1.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali A.1.2. Esposizioni verso o garantite da enti territoriali A.1.3. Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico A.1.4. Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali di sviluppo A.1.5. Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali A.1.6. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati A.1.7. Esposizioni verso o garantite da imprese A.1.8. Esposizioni al dettaglio A.1.9. Esposizioni garantite da immobili A Esposizioni scadute A Esposizioni ad alto rischio A Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite A Esposizioni a breve termine verso imprese A Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) A Altre esposizioni A.2 METODOLOGIA BASATA SUI RATING INTERNI - ATTIVITA' DI RISCHIO A.2.1. Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali A.2.2. Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati, enti pubblici e territoriali e altri soggetti A.2.3. Esposizioni verso o garantite da imprese A.2.4. Esposizioni al dettaglio garantite da immobili residenziali A.2.5. Esposizioni rotative al dettaglio qualificate A.2.6. Altre esposizioni al dettaglio A.2.7. Crediti commerciali acquistati - rischio di diluizione A.2.8. Altre attività A.2.9. Finanziamenti specializzati - slotting criteria A Trattamento alternativo delle ipoteche immobiliari A Rischio di regolamento: esposizioni per transazioni non DVP con fattori di ponderazione regolamentari A.3 METODOLOGIA BASATA SUI RATING INTERNI - ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE A.3.1. Metodo PD/LGD: Attività di rischio A.3.2. Metodo della ponderazione semplice: Attività di rischio - Strumenti di private equity detenuti in forma sufficientemente diversificata Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati Altri strumenti di capitale A.3.3. Metodo dei modelli interni: Attività di rischio TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

51 (migliaia di ) Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso banche Consistenze al: 30/06/2008 Esposizioni per cassa Tipologia di esposizione/portafoglio contabile Attività finanziarie di negoziazione Attività finanziarie valutate al fair value Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute fino alla scadenza Crediti verso banche Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione Esposizioni fuori bilancio Esposizione lorda Esposizione media Esposizione lorda Esposizione media Esposizione lorda Esposizione media Esposizione lorda Esposizione media Esposizione lorda Esposizione media Esposizione lorda Esposizione media Esposizione lorda Esposizione media A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Rischio Paese f) Altre attività Totale A B. Esposizioni fuori bilancio a) Deteriorate b) Altre Totale B TOTALE A+B

52 (migliaia di ) Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso clientela Esposizioni per cassa Consistenze al: 30/06/2008 Tipologia di esposizione/portafoglio contabile Attività finanziarie di negoziazione Attività finanziarie valutate al fair value Attività finanziarie disponibili per la vendita Attività finanziarie detenute fino alla scadenza Crediti verso clientela Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione Esposizioni fuori bilancio Esposizione lorda Esposizione media Esposizione lorda Esposizione media Esposizione lorda Esposizione media Esposizione lorda Esposizione media Esposizione lorda Esposizione media Esposizione lorda Esposizione media Esposizione lorda Esposizione media A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Rischio Paese f) Altre attività Totale A B. Esposizioni fuori bilancio a) Deteriorate b) Altre Totale B TOTALE A+B TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

53 (migliaia di ) Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso banche Consistenze al: 30/06/2008 Tipologia di esposizione/aree geografiche Esposizione lorda Italia Altri Paesi Europei America Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Asia Esposizione netta Resto del mondo Esposizione lorda Esposizione netta A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni fuori bilancio a) Sofferenze b) Incagli c) Altre attività deteriorate d) Altre esposizioni Totale B Totale A+B (migliaia di ) Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela Consistenze al: 30/06/2008 Tipologia di esposizione/aree geografiche Esposizione lorda Italia Altri Paesi Europei America Asia Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Esposizione lorda Esposizione netta Resto del mondo Esposizione lorda Esposizione netta A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni fuori bilancio a) Sofferenze b) Incagli c) Altre attività deteriorate d) Altre esposizioni Totale B Totale A+B

54 (migliaia di ) Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela Consistenze al: 30/06/2008 Governi Altri Enti Pubblici Società finanziarie Tipologia di esposizione/aree controparti Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni fuori bilancio a) Sofferenze b) Incagli c) Altre attività deteriorate d) Altre esposizioni Totale B TOTALE A+B TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

55 (migliaia di ) segue: Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela Consistenze al: 30/06/2008 Imprese di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti Tipologia di esposizione/aree controparti Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta Esposizione lorda Rettifiche di valore complessive Esposizione netta A. Esposizioni per cassa a) Sofferenze b) Incagli c) Esposizioni ristrutturate d) Esposizioni scadute e) Altre esposizioni Totale A B. Esposizioni fuori bilancio a) Sofferenze b) Incagli c) Altre attività deteriorate d) Altre esposizioni Totale B TOTALE A+B

56 (migliaia di ) Distribuzione dei finanziamenti verso imprese non finanziarie e famiglie produttrici Consistenze al: 30/06/2008 Residenti Non residenti Totale Prodotti dell'agricoltura - silvicoltura - pesca Prodotti energetici Minerali, metalli ferrosi e non ferrosi (esclusi quelli fissili e fertili) Minerali e prodotti a base di minerali non metallici Prodotti chimici Prodotti in metallo esclusi le macchine e i mezzi di trasporto Macchine agricole e industriali Macchine per ufficio, macchine per l'elaborazione dei dati, strumenti di precisione, d'ottica e similari Materiale e forniture elettriche Mezzi di trasporto Prodotti alimentari, bevande e prodotti a base di tabacco Prodotti tessili, cuoio e calzature, abbigliamento Carta, articoli di carta, prodotti della stampa ed editoria Prodotti in gomma e in plastica Altri prodotti industriali Edilizia e opere pubbliche Servizi del commercio, recuperi e riparazioni Servizi degli alberghi e pubblici esercizi Servizi dei trasporti interni Servizi dei trasporti marittimi e aerei Servizi connessi ai trasporti Servizi delle comunicazioni Altri servizi destinabili alla vendita Totale TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

57 (migliaia di ) Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività finanziarie Consistenze al: 30/06/2008 Categorie/Scaglioni temporali A vista Da oltre 1 giorno a 7 giorni Da oltre 7 giorni a 15 giorni Da oltre 15 giorni a 1 mese Da oltre 1 mese a 3 mesi Da oltre 3 mesi a 6 mesi Da oltre 6 mesi fino a 1 anno Da oltre 1 anno fino a 5 anni Oltre 5 anni Attività per cassa a) Titoli di stato b) Titoli di debito quotati c) Altri titoli di debito d) Quote O.I.C.R e) Finanziamenti - Banche Clientela Operazioni fuori bilancio a) Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe posizioni corte b) Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe posizioni corte c) Impegni irrevocabili ad erogare fondi - posizioni lunghe posizioni corte

58 (migliaia di ) Esposizone per cassa: dinamica delle rettifiche di valore complessive Consistenze al: 30/06/2008 Causali/Categorie Esposizioni verso banche Esposizioni verso clientela Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate Esposizioni scadute Rischio Paese Totale Sofferenze Incagli Esposizioni ristrutturate Esposizioni scadute Rischio Paese Totale A. Rettifiche complessive iniziali B. Variazioni in aumento B.1 Rettifiche di valore B.2 Trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate B.3 Altre variazioni in aumento C. Variazioni in diminuzione C.1 Riprese di valore da valutazione C.2 Riprese di valore da incasso C.3 Cancellazioni C.4 Trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate C.5 Altre variazioni in diminuzione D. Rettifiche complessive finali di cui: - rettifiche specifiche rettifiche di portafoglio E. Rettifiche di valore imputate a P/L TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

59 Tavola 6 - Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato e alle esposizioni creditizie specializzate e in strumenti di capitale nell ambito dei metodi IRB Informativa qualitativa Rischio di credito metodologia standardizzata Elenco delle ECAI (Agenzia esterna per la valutazione del merito di credito - External Credit Assessment Institution) ed ECA (Agenzia per il credito all esportazione - Export Credit Agency) utilizzate nella metodologia standardizzata e dei portafogli in cui sono applicati i rating delle stesse. Rischio di credito Portafogli Esposizioni verso amministrazioni centrali e banche centrali Esposizioni verso organizzazioni internazionali Esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo Esposizioni verso imprese ed altri soggetti Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) ECA / ECAI - Fitch Ratings; - Moody's Investor Services; - Standard and Poor's Rating Services Caratteristiche (1) del rating Solicited e unsolicited (1) solicited rating: il rating rilasciato sulla base di una richiesta del soggetto valutato e verso un corrispettivo. Sono equiparati ai solicited rating i rating rilasciati in assenza di richiesta qualora precedentemente il soggetto abbia ottenuto un solicited rating dalla medesima ECAI; unsolicited rating: il rating rilasciato in assenza di richiesta del soggetto valutato e di corresponsione di un corrispettivo. 59

60 Cartolarizzazioni Portafogli Posizioni verso le cartolarizzazioni aventi un rating a breve termine PosizIoni verso le cartolarizzazioni diverse da quelle aventi un rating a breve termine ECA / ECAI - Fitch Ratings; - Moody's Investor Services; - Standard and Poor's Rating Services Informativa quantitativa (migliaia di ) Finanziamenti specializzati Durata residua/giudizio Valore dell' esposizione al 30/06/2008 Categorie regolamentari 1 - forte 2 - buono 3 - sufficiente 4 - debole 5 - default Durata residua inferiore a 2,5 anni Durata residua pari o superiore a 2,5 anni Totale finanziamenti specializzati (migliaia di ) Strumenti di capitale - metodo della ponderazione semplice Categorie Ponderazioni Valore dell'esposizione al 30/06/2008 Strumenti di private equity detenuti informa sufficientemente diversificata 190% Strumenti di capitale quotati sui mercati regolamentati 290% Altri strumenti di capitale 370% Totale strumenti di capitale TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

61 (migliaia di ) Metodologia standardizzata delle attività di rischio Consistenze al 30/06/2008 Portafogli Valore dell' esposizione Esposizioni garantite Esposizioni dedotte dal Patrimonio di Vigilanza Garanzia reale Garanzia personale Derivati su crediti Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e Banche Centrali classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 4 e classe di merito creditizio 6 0 Esposizioni verso o garantite da Enti territoriali classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 4 e classe di merito creditizio 6 0 Esposizioni verso o garantite da Enti senza scopo di lucro ed Enti del settore pubblico classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 4 e classe di merito creditizio Esposizioni verso o garantite da Banche multilaterali di sviluppo classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 4 e classe di merito creditizio 6 0 Esposizioni verso o garantite da Organizzazioni internazionali Esposizioni verso o garantite da Intermediari vigilati classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 4 e classe di merito creditizio Esposizioni verso o garantite da Imprese classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 3 e classi di merito creditizio 5 e Esposizioni al dettaglio Esposizioni garantite da immobili Esposizioni scadute Esposizioni ad alto rischio Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite Esposizioni a breve termine verso imprese classe di merito creditizio classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio da 4 a Esposizioni verso Organismi di investimento collettivo del risparmio (O.I.C.R.) classe di merito creditizio classe di merito creditizio classi di merito creditizio 3 e classi di merito creditizio 5 e Altre esposizioni Totale attività di rischio per cassa Totale garanzie rilasciate e impegni a erogare fondi Totale contratti derivati Totale operazioni SFT e operazioni con regolamento a lungo termine Compensazione tra prodotti diversi 0 Totale generale

62 Tavola 7 Rischio di credito: informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB Informativa qualitativa Rischio di credito informativa sui portafogli cui si applicano gli approcci IRB Il primo semestre 2008 è stato caratterizzato dall entrata a regime delle Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le Banche (Circolare n. 263 di Banca d Italia), che recepiscono gli ordinamenti in materia di Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali (Basilea 2). In tale ambito, UniCredit ha ottenuto dalla Banca d Italia l autorizzazione ad adottare i metodi avanzati per la determinazione dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio di credito. In questa prima fase, dette metodologie sono state adottate dalla Capogruppo, da alcune controllate italiane, nonché da HypoVereinsbank (HVB AG) e da Bank Austria (BA AG), mentre, successivamente, saranno applicate dalle altre società del Gruppo secondo un piano di estensione progressiva comunicato all Autorità di Vigilanza. In generale, il seguente schema riassuntivo presenta i sistemi di rating in uso nel Gruppo oggetto di autorizzazione, con l indicazione delle Entità in cui sono utilizzati e della asset class di riferimento. Sistema di rating Soggetto Giuridico Portafoglio di attività Stati Sovrani UCI, HVB, BA Amministrazioni centrali e banche centrali Banche UCI, HVB, BA Intermediari Vigilati Multinational UCCB, HVB Imprese Global Project Finance (GPF) HVB Imprese Rating Integrato Corporate (RIC) PD UCCB Imprese RIC LGD UCCB Imprese Mid Corporate (PD, LGD, EAD) HVB Imprese Commercial Real Estate Finance (PD, LGD, EAD) HVB Imprese / Esposizioni al dettaglio Asset Backed Commercial Paper (PD, LGD, EAD) HVB Imprese Income Producing Real Estate (IPRE) Slotting Criteria HVB Imprese Acquisition and Leverage Finance (PD, LGD, EAD) HVB Imprese Mid Corporate (PD, LGD, EAD) BA Imprese TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

63 IPRE (PD, LGD, EAD) BA Imprese Non Profit (PD, LGD, EAD) BA Imprese Rating Integrato Small Business (RISB) PD UCB Esposizioni al dettaglio RISB LGD UCB Esposizioni al dettaglio Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari PD UCB Esposizioni al dettaglio Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari LGD UCB Esposizioni al dettaglio Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari PD UBCasa Esposizioni al dettaglio Rating Integrato Privati (RIP) Mutui Ipotecari LGD UBCasa Esposizioni al dettaglio Small Business (PD, LGD, EAD) HVB Esposizioni al dettaglio Private Individuals (PD, LGD, EAD) HVB Esposizioni al dettaglio Small Business (PD, LGD, EAD) BA Esposizioni al dettaglio Private Individuals (PD, LGD, EAD) BA Esposizioni al dettaglio Con particolare riferimento ai portafogli crediti di Gruppo, Soggetti Sovrani, Banche, Multinationals e Global Project Finance), e per i portafogli creditizi locali delle banche italiane del Gruppo (mid-corporate e retail, con esclusione di quelle facenti capo al perimetro ex Capitalia, per le quali si applica inizialmente l approccio standardizzato), il Gruppo è stato autorizzato ad utilizzare nel 2008 le stime interne dei parametri PD e LGD. Nell anno in corso, relativamente ai suddetti portafogli, sarà utilizzato il parametro EAD regolamentare, essendo prevista nel 2009 la richiesta di autorizzazione alla Banca d Italia all utilizzo delle stime interne di tale parametro. I modelli di rating sopra menzionati vengono utilizzati ai fini del calcolo del requisito regolamentare derivante dagli obblighi di Primo Pilastro ma rappresentano soprattutto una componente fondamentale dei processi decisionali e di governance. In particolare le aree di maggiore utilizzo dei sistemi di rating interni sono le seguenti: i processi creditizi, nelle diverse fasi: - concessione / rinnovo. L assegnazione dei rating interni rappresenta un momento fondamentale nel processo di valutazione del merito di credito della controparte / transazione e costituisce la fase preliminare per la concessione / rinnovo delle linee di credito. Il rating, assegnato prima della delibera, viene reso disponibile nell ambito del processo di erogazione, integrato, in maniera sostanziale, nella valutazione e commentato nella proposta creditizia. Pertanto il rating rappresenta un fattore fondamentale, con l ammontare delle esposizioni creditizie, per definire l Organo competente per la delibera; - monitoraggio. Il processo di monitoraggio creditizio è finalizzato ad individuare ed a reagire tempestivamente ai primi sintomi di possibile deterioramento della qualità creditizia del cliente, consentendo pertanto di intervenire nella fase antecedente all effettivo stato di default (quando cioè esiste ancora la possibilità di recupero della creditoria). Le azioni si focalizzano principalmente sul controllo andamentale dell esposizione, fino a giungere, laddove necessario, al totale disimpegno nei confronti del cliente. Oltre a determinare un positivo impatto in termini di EAD, la fase di monitoraggio consente l ottimizzazione delle condizioni per una eventuale successiva fase di recupero, tramite richiesta di garanzie aggiuntive, con conseguente riduzione della LGD; 63

64 recupero crediti. Il processo di valutazione della strategia da adottare per posizioni classificate a default, condotta a livello di cliente / transazione e finalizzata al calcolo simulato del Valore Netto Attualizzato degli importi netti recuperati e della LGD, si basa sulla definizione della LGD stessa. In presenza di strategie di recupero alternative, viene selezionata quella associata al più basso valore di LGD. La LGD rappresenta inoltre la base per il pricing da attribuire al passaggio dei crediti non performing ad Aspra Finance; le politiche di accantonamento. Per la clientela in bonis è stato adottata la metodologia delle perdite sostenute ma non riportate ( Incurred but not reported losses, IBNR), che utilizza i valori della perdita Attesa mediante il parametro Loss Confirmation Period (LCP) per il calcolo degli accantonamenti. Per le controparti classificate a default, le previsioni di perdita si basano sulla valutazione del profilo di rischio dell esposizione e della LGD; la gestione e allocazione del capitale. Il rating è elemento essenziale anche per quanto attiene al processo di quantificazione, gestione ed allocazione del capitale. In particolare, gli output dei sistemi di rating vengono integrati, a livello di Capogruppo con riferimento al Gruppo nel suo complesso, nei processi volti alla misurazione del capitale (sia regolamentare che economico) ed alla gestione del medesimo, da un lato; nei processi volti alla determinazione delle misure risk adjusted performance e del conto economico rettificato a fini di pianificazione strategica; la pianificazione strategica. La rischiosità della clientela rappresenta un driver rilevante nel contesto della pianificazione strategica, del budgeting e delle previsioni, per la quantificazione dell RWA, delle rettifiche nette di conto economico e degli impieghi di stato patrimoniale; la reportistica. Vengono prodotti specifici report per l Alta Direzione a livello consolidato / divisionale/ regionale e per singola Entità, che mostrano l andamento del portafoglio di rischio di credito, fornendo informazioni sulla Esposizione a Default, Perdita Attesa, PD e LGD medie per i diversi segmenti di clientela, in accordo con i sistemi di rating interni implementati. I rating sono inoltre utilizzati nella definizione del pricing e degli MBO da assegnare ai Gestori, nonché nell identificazione dei clienti con EVA negativo, su cui vengono adottate azioni mirate. Per il raggiungimento della compliance alla c.d. normativa di Basilea 2, UniCredit Group ha effettuato specifiche attività finalizzate a definire e soddisfare tutti i requisiti necessari per l applicazione delle tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM). Si è infatti proceduto alla: emissione di policies che rappresentano il recepimento, l interpretazione e l interiorizzazione dei requisiti normativi della CRM all interno del Gruppo. La produzione di questa documentazione - per la quale si è fatto riferimento alla Circolare della Banca d'italia n. 263 del 27 dicembre 2006 e successivi aggiornamenti, alle direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE ed al documento "Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali. Nuovo schema di regolamentazione" del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria - ha perseguito diversi obiettivi volti ad incoraggiare l ottimizzazione della gestione delle garanzie ed a definire le regole di ammissibilità, valutazione, monitoraggio e gestione delle garanzie personali e reali in linea con i requisiti generali e specifici; definizione di nuovi processi che rappresentano l applicazione delle policies nella gestione delle garanzie all interno del Gruppo. Sulla base di una gap analysis tra l as-is ed il modello target si è proceduto a implementare nuovi processi di gestione delle garanzie, coerentemente con quanto previsto dalla normativa Banca d Italia e dalle linee guida di Gruppo. Poiché nella valutazione delle tecniche di CRM UniCredit Group enfatizza l importanza del requisito della certezza legale, particolare importanza è stata prestata nell implementazione dei processi necessari al suo soddisfacimento; implementazione di strumenti IT che permettono di informatizzare il processo di gestione delle garanzie. In particolare, Unicredit Group ha sviluppato un solido ed efficace sistema per l applicazione delle tecniche di CRM TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

65 a partire dalla valutazione ed acquisizione delle garanzie, fino al monitoraggio ed all escussione delle stesse. L implementazione del sistema informativo, ha permesso di gestire, raccogliere ed archiviare i dati necessari alla verifica del soddisfacimento dei requisiti richiesti per l ammissibilità ed al calcolo degli indicatori di rischio. Tali dati sono utilizzati per definire se le garanzie sono da considerarsi valide ai fini di CRM e per applicare opportuni scarti prudenziali come richiesto dalla normativa di Basilea 2 (per la valutazione della volatilità, sono stati definiti scarti stimati internamente basati sulla metodologia Value at Risk) 1. Inoltre lo sviluppo dei sistemi di rating avanzati e la loro introduzione nei processi aziendali ha comportato, in base al nuovo impianto regolamentare, la necessità di istituire, sia presso la Capogruppo che presso le Entità, un processo di convalida dei sistemi di rating ed un ampliamento delle attività richieste alla funzione di Internal Audit con riferimento alla revisione dei sistemi stessi. Obiettivo del processo di convalida è esprimere un giudizio in merito al regolare funzionamento, alla capacità predittiva e performance complessiva dei sistemi IRB adottati ed alla loro coerenza con le prescrizioni normative, in particolare mediante: valutazione del processo di sviluppo del modello, con specifico riferimento alla logica sottostante e ai criteri metodologici a supporto della stima dei parametri di rischio; valutazione dell accuratezza delle stime di tutte le componenti rilevanti di rischio mediante analisi di performance del sistema, calibrazione dei parametri e benchmarking; accertamento che il sistema di rating sia effettivamente utilizzato nei diversi ambiti della gestione; analisi dei processi operativi, dei presidi di controllo, della documentazione e delle infrastrutture informatiche connesse con i sistemi di rating. Il processo di convalida istituito nell ambito del Gruppo prevede in primo luogo la distinzione tra validazione iniziale e nel tempo (on going). La validazione iniziale ha l obiettivo di valutare il posizionamento dei sistemi di rating del Gruppo in relazione ai requisiti minimi regolamentari e alle linee guida e standard della Capogruppo inerenti metodologia, processi, qualità dei dati, procedure di validazione quantitativa e qualitativa, governance interna ed ambiente tecnologico identificando eventuali gap o criticità rispetto a tali requisiti. La validazione ongoing ha invece l obiettivo di valutare in modo continuativo il corretto funzionamento del sistema di rating in tutte le sue componenti e di monitorarne la coerenza rispetto ai requisiti interni e regolamentari. In secondo luogo il processo prevede distinte attribuzioni di responsabilità per la convalida dei cosiddetti Sistemi Groupwide e per quelli locali. Per i Sistemi Groupwide, la cui metodologia è unica a livello di Gruppo, la responsabilità è assegnata alla Capogruppo, mentre per i sistemi di rating locali la responsabilità compete alle singole Entità. Alla Capogruppo è tuttavia assegnato il compito di monitorare sia in fase iniziale che nel tempo l adeguato svolgimento delle attività di sviluppo e validazione svolte localmente ed il corretto funzionamento del sistema di rating fornendo al contempo suggerimenti derivanti dall attività di benchmarking interno ed esterno e finalizzati al perseguimento della best practice. Sulla base dell attività di rivalidazione la Capogruppo emana un parere non vincolante (Non Binding Opinion) sui sistemi di rating locali in fase iniziale, preventivamente all approvazione da parte degli organi competenti, e successivamente ogniqualvolta vengano introdotte modifiche rilevanti. L Unità responsabile delle attività di convalida è indipendente, oltre che dalle unità responsabili dello sviluppo dei modelli, anche dalla funzione di revisione interna che sottopone a verifica il processo e l esito della convalida. 1 Per maggiori dettagli sulla gestione del processo di riconoscimento delle tecniche di attenuazione del rischio di credito si faccia riferimento alla Tavola 8 Tecniche di mitigazione del rischio del credito - Informativa qualitativa. 65

66 Tale unità ha definito le linee guida di validazione dei sistemi di rating finalizzate ad una convergenza verso modalità di validazione comuni sia in termini di contenuti che di strumenti, garantendo in tal modo una condivisione dei criteri di valutazione dei risultati, anche mediante l introduzione di valori soglia comuni (trigger) e favorendo il confronto tra i diversi sistemi. L utilizzo dei trigger consente la riconduzione dei risultati dei test ad un sistema semaforico i cui colori sono associati a diversi livelli di gravità dei fenomeni rilevati. Uno sforzo particolare è stato dedicato alla definizione di un approccio comune alla validazione dei modelli, con l identificazione dei test minimi richiesti e delle modalità di rappresentazione dei relativi risultati. Le tipologie di test si dividono in analisi qualitative ed in analisi quantitative. nella parte qualitativa si valutano la bontà della metodologia utilizzata per la creazione del modello, l inclusione di tutti i fattori rilevanti e la rappresentatività dei dati utilizzati in fase di sviluppo; nella parte quantitativa si valutano performance, stabilità e calibrazione con riferimento sia al modello nel suo complesso che alle specifiche componenti e ai singoli fattori. E stata definita una struttura gerarchica delle suddette analisi, prevedendo un livello di dettaglio in funzione sia della specifica fase di validazione (iniziale, on going) o di monitoraggio continuativo che dei risultati ottenuti. Lo svolgimento di taluni test viene infatti richiesto solo qualora si rilevino criticità nelle svolgimento delle analisi di ordine gerarchico superiore. I dati e i documenti relativi alle attività di convalida sinora effettuate sono memorizzati in appositi spazi di archiviazione che garantiscono una rapida consultazione, la sicurezza delle informazioni e la replicabilità di tutte le analisi effettuate. Inoltre il Gruppo si avvale di un tool di validazione che permette di calcolare gli indicatori previsti dal Comitato di Basilea nel Working Paper 14 Studies on the validation of Internal Rating Systems per la validazione dei modelli di rischio di credito, è conforme ai requisiti IT di Banca d'italia e si integra perfettamente con l ambiente di laboratorio. I risultati dell attività di convalida interna, svolta in coerenza con gli standard di validazione, e la cui profondità di analisi differisce in funzione della tipologia (groupwide o locale) o localizzazione (Italia o estero) del sistema di rating, sono riportati ad un unico modello di rappresentazione (framework) con l obiettivo di ricondurre ad unità l analisi relativa alle diverse componenti del sistema di rating. Il framework adottato consiste in una riconduzione schematica di tutti i requisiti minimi quantitativi ed organizzativi di dettaglio previsti da Banca d Italia a specifici principi chiave, riferibili a diverse aree tematiche di analisi del sistema di rating (disegno del modello, componenti di rischio, utilizzo interno e reporting, IT e qualità dei dati e governo societario), ed è funzionale alla valutazione del posizionamento di dettaglio dei sistemi di rating rispetto alla normativa di Vigilanza. Le aree di analisi riconducibili ai requisiti organizzativi previsti dalla Circolare sono infatti disegno del modello (model design), utilizzo interno (internal use) e reporting, IT e qualità dei dati (IT/data quality) e governo societario (governance). Obiettivo invece dell attività di Internal Audit sui sistemi di rating interni è la verifica della funzionalità del complessivo assetto dei controlli sui medesimi che consiste nel: verificare la conformità dei sistemi IRB rispetto ai requisiti normativi; verificare l utilizzo gestionale dei sistemi di rating; verificare l adeguatezza e completezza del processo di convalida dei sistemi di rating. In tale contesto la Direzione Internal Audit di Capogruppo (da ora UC IAD), allo scopo di supportare le Entità sulla qualità (funzionalità/adeguatezza) dei Sistemi dei Controlli Interni e curare l evoluzione delle metodologie di internal audit in coerenza con i mutamenti degli scenari di riferimento, ha coordinato lo sviluppo di una metodologia comune per l effettuazione delle attività di audit. Tale metodologia è stata sviluppata al fine di valutare la fondatezza delle conclusioni delle funzioni di controllo del rischio ed il rispetto del requisiti normativi previsti con particolare riferimento al processo di convalida interna dei sistemi interni di misurazione e controllo del rischio. Si precisa peraltro che la funzione di Internal Audit non è direttamente coinvolta nella progettazione/selezione del modello. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

67 In continuità con la propria mission UC IAD effettua attività di audit direttamente su UniCredit SpA, coordinando le attività delle funzioni di Internal Audit delle Entità del Gruppo. In particolare, le verifiche necessarie alla valutazione della funzionalità dei sistemi di rating trovano adeguato spazio nella pianificazione dell attività di audit nell ambito del Gruppo (processo di audit planning). Tali attività sono promosse da UC IAD che ne condivide l inserimento nel piano dei controlli delle funzioni di Internal Audit delle Entità del Gruppo. UC IAD provvede quindi al monitoraggio sull effettuazione di tali verifiche tramite una specifica funzione, eventualmente attivandosi localmente in caso di scostamenti. Inoltre, UC IAD informa periodicamente l Internal Control & Risks Committee ed il Collegio Sindacale della CapoGruppo sullo svolgimento delle proprie attività e sui relativi risultati. In continuità con la propria mission la Direzione Internal Audit di Capogruppo effettua attività di audit direttamente sulla Capogruppo, coordinando le attività degli Internal Auditor delle Entità del Gruppo. La Direzione Internal Audit informa periodicamente sullo svolgimento delle proprie attività l Internal Control & Risks Committee ed il Collegio Sindacale. Inoltre le verifiche necessarie alla valutazione della funzionalità dei sistemi di rating trovano adeguato spazio nella programmazione dell attività di audit nell ambito del Gruppo (Audit plan). Tali attività sono promosse dalla Direzione Internal Audit di Capogruppo che ne condivide l inserimento nel piano dei controlli con i soggetti preposti. L effettuazione di tali verifiche viene monitorata da parte della funzione di Audit Monitoring che presidia lo svolgimento delle attività pianificate, eventualmente attivandosi localmente in caso di scostamenti. Descrizione dei Sistemi di Rating Modelli Groupwide Il modello di Rating per i Paesi L approccio utilizzato per lo sviluppo del modello di rating Paesi è quello dello shadow rating, tramite il quale si vuole replicare la capacità di ranking dei rating esterni (da ECAI) utilizzando fattori macroeconomici e qualitativi. Per giungere al modello finale sono stati percorsi i seguenti passi: Sample Selection: identificazione dei Paesi da includere nel campione; Analisi Univariata: calcolo del potere esplicativo di ciascun fattore qualitativo e quantitativo; Analisi Multivariata: definizione del sottoinsieme ottimale di fattori usando tecniche stepwise supportate dall esperienza degli analisti; Combinazione dei moduli quantitativi e qualitativi; Calibrazione: lo score del modello finale è parametrizzato in modo da riprodurre le PD effettive; Test del Modello: mapping dei risultati del modello con le PD di consenso. Sono stati disegnati 2 modelli separati, per i paesi emergenti e per i paesi sviluppati. Il modulo quantitativo per questi ultimi utilizza variabili relative alla bilancia commerciale, il livello dei tassi di interesse, il peso del sistema bancario, il GDP pro capite ed il livello di indebitamento pubblico. Il modulo qualitativo include variabili relative allo sviluppo del sistema finanziario, condizioni socio-politiche, condizioni economiche. Il modulo quantitativo per i paesi emergenti utilizza le seguenti variabili: il peso delle esportazioni sul Gross Domestic Product (GDP), il livello dell indebitamento sull estero, la rilevanza delle riserve in valuta, il livello degli investimenti diretti esteri sul GDP, il costo del servizio del debito rispetto all export, il tasso di inflazione e il GDP pro capite. Il modulo 67

68 qualitativo include variabili relative alla stabilità del sistema finanziario, alla flessibilità del sistema economico, alle condizioni socio-politiche, alle condizioni economiche ed al servizio del debito. L unità di validazione ha verificato il disegno del modello, la definizione implicita di default, le caratteristiche qualiquantitative del modello, le modalità di override, la calibrazione, la segmentazione nei due gruppi (paesi sviluppati ed emergenti), il campione di sviluppo ed ha condotto i consueti test di performance e stabilità. Naturalmente la tipologia delle controparti e il basso numero di default nelle entità sovrane determina campioni di sviluppo e validazione limitati nelle dimensioni. Il modello di LGD per i Paesi Sviluppato nel novembre 2006, il modello utilizza un approccio regressivo con coinvolgimento degli esperti, partendo da una ampio set di variabili macroeconomiche di cui sei sono state incluse nella versione finale. La variabile dipendente (LGD) è stata calcolata utilizzando dati interni es esterni. Disegnato con lo scopo di calcolare la LGD per le esposizioni dirette verso controparti sovrane il modello fornisce la LGD per le sole esposizioni non secured. Le variabili esplicative selezionate sono: peso del GDP sul totale mondiale, peso del debito estero sulle esportazioni, indicatore della posizione debitoria rispetto al FMI, volatilità dell export, tasso di inflazione medio nel G7 e timing del default (periodo precedente il default). L unità di validazione, oltre ad effettuare gli usuali test di performance e stabilità, ha verificato la coerenza nella definizione di default, segmentazione e override, l utilizzo di fonti interne ed esterne per i recuperi, le stime dei costi e la metodologia di sconto dei recuperi e la necessità di introdurre aggiustamenti conservativi per le fasi negative del ciclo economico. Il modello di Rating per le banche L approccio usato per lo sviluppo del Rating Banche, definito come Shadow Rating, tenta di replicare la capacità di ranking dei Rating Esterni attraverso una combinazione di fattori quantitativi e qualitativi. Si è deciso di costruire due modelli differenti, uno per Banche residenti in Paesi sviluppati e uno per Banche in Mercati Emergenti, in quanto si ritiene esistano driver di rischio diversi per i due segmenti. Specifici aggiustamenti da applicare alla PD risultante sia dal modello EM che DC sono stati introdotti per considerare i seguenti aspetti: fattore ambientale: il rating viene migliorato per le banche con elevati standard ambientali; supporto governativo e Fondi di garanzia di categoria: sono stati introdotti diversi correttivi per tenere in considerazione il supporto fornito alle Banche da governi o da appositi Fondi di garanzia di categoria; rischio di trasferimento: il modello considera il rischio che il debitore non sia in grado di ottenere valuta estera per sostenere i propri impegni anche se in possesso di corrispondente valuta locale. Il modello quantitativo finale per Banche residenti in Paesi sviluppati copre diverse categorie di fattori: redditività, profilo di rischio, dimensione e funding. Similmente per le Banche nei Paesi emergenti, con diverso peso delle categorie di fattori: redditività, profilo di rischio, dimensione, capitalizzazione e funding. L unità di validazione ha verificato il disegno del modello, la definizione implicita di default, la selezione dei fattori e le trasformazioni di variabili, l analisi multivariata del modulo quantitativo e di quello qualitativo, la combinazione dei due moduli e la calibrazione, gli aggiustamenti ambientalie e per il rischio di trasferimento ed ha condotto test di performance e stabilità. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

69 Il modello LGD per le banche Il modello sviluppato è di tipo esperienziale; la metodologia è attualmente applicata alle sole esposizioni in bonis del tipo senior unsecured, che di gran lunga costituiscono la parte preponderante del portafoglio esposizioni verso banche. L estensione di metodologie avanzate anche ai casi di esposizioni in default o di tipo junior unsecured è prevista nel corso del Il valore individuale di LGD è stato calcolato partendo da un analisi dei bilanci, simulando la scomposizione e la vendita degli asset della banca dopo aver remunerato i creditori eventualmente con più elevato grado di priorità. Per ottenere una valutazione realistica e conservative degli asset della banca sono stati definiti haircut per ogni tipologia di attivo, per considerare il probabile deterioramento che avviene prima del default, le differenze tra valore di mercato e di libro e tra valore di mercato e ricavi dalla vendita. Inoltre, in considerazione del fatto che il successo della fase di recupero dipende in buona parte dal contesto legale/istituzionale di riferimento, sono stati introdotti haircut specifici per ogni paese, che considerino il rischio legale. Infine sono stati introdotti haircut per incorporare i costi del processo di recupero, in base a una valutazione degli esperti di workout. Poiché gli asset della banca prenditrice sono valorizzati in valuta locale ma il recupero finale deve essere stimato nella divisa del creditore, agli attivi in valuta locale viene applicato un haircut legato alla volatilità del cambio per considerare il rischio di deprezzamento. L unità di validazione ha verificato disegno e ambito di applicazione del modello, componenti, integrazioni esperienziali e override. Ha condotto analisi di performance, verificato la metodologia di sconto dei flussi recuperati, il raggruppamento per paesi, la stima di haircuts dovuti al rischio legale-istituzionale e ha analizzato le transazioni di distressed debt come benchmark esterno. Il modello di Rating per le imprese Multinational Il modello di rating si applica alle imprese multinazionali definite come le società con turnover o ricavi operativi, da bilancio consolidato, maggiori di 500 milioni per almeno 2 anni consecutivi. Seguendo la metodologia dello shadow rating, il modello è composto da una componente quantitativa ed una qualitativa; la sezione quantitativa è sviluppata attorno ad una analisi multivariata di elementi quali rapporti finanziari di patrimonio, redditività, copertura degli interessi e dimensione. Risultato di questo modulo è una probabilità di default. Il modulo qualitativo consiste in un set di questionari che analizzano aspetti societari quali la qualità del management, la struttura organizzativa, la quota di mercato ecc. Risultato del modulo qualitativo è un valore espresso in termini di notches che va a modificare il rating quantitativo, la variazione massima rispetto al rating qualitativo è stata definita dagli esperti; il risultato dei due moduli subisce successivamente un aggiustamento di upgrading/downgrading che riflette l appartenenza della società ad un gruppo. La selezione multivariata ha portato all inclusione delle seguenti variabili, che appaiono opportunamente trasformate; cash flows ordinario sul valore della produzione, utili prima delle imposte sul valore della produzione, EBITDA sulle spese per interessi, adjusted net worth su capital employed e valore della produzione. Queste variabili vengono regredite sul logaritmo della frequenza relativa di default, fornita da Standard & Poors. L unità di validazione ha verificato il disegno e la segmentazione del modello, i moduli quantitativo e qualitativo e la loro composizione e calibrazione, i meccanismi di override e il ruolo dei warning signals. Ha analizzato la performance aggregata e per area geografica, la definizione di gruppo economico utilizzata a fini di rating e la qualità di dei dati interni ed esterni utilizzati per il rating ombra. Il modello di LGD per le imprese Multinational Le agenzie di rating hanno recentemente valutato i livelli di recupero per le imprese speculative grade; partendo da queste valutazioni, non disponendo di serie storiche di tassi di recupero interni per le aziende multinational (essendo un 69

70 portafoglio a basso rischio di default) è stato sviluppato un modello basato sull approccio shadow rating, integrato dall apporto del giudizio degli esperti. La costruzione del modello consiste di diverse fasi: 1. utilizzo di medie settoriali ove le differenze siano interpretabili dagli esperti (euristicamente rappresentano le intercette di un modello regressivo); 2. definizione di una lista di fattori sottoposta dagli esperti; 3. eliminazione degli outliers; 4. proiezione dei fattori al livello di default, definendo la distanza dal default come Log(100%) Log(PD). Questo rende confrontabili società con rating diversi; 5. selezione dei fattori a livello univariato in base al potere discriminante; 6. regressione multivariata, verifica degli impatti; 7. calibrazione e aggiustamento downturn; 8. Haircut per rischio legale e costi di recupero, in base al paese di residenza della controparte. Il modello così disegnato rappresenta la LGD derivata da un database relativo debito obbligazionario e come tale risulta penalizzante in quanto non considera la probabilità e gli effetti della ristrutturazione del debito, tipici dei prestiti bancari e di prodotti similari che costituiscono la parte più rappresentativa del portafoglio del Gruppo di UniCredit. Pertanto è stato utilizzato un cure rate definito dagli esperti sulla base dei risultati ottenuti con i modelli locali sui corporate (Italia, Austria e Germania); questo parametro permette di passare dalla cosiddetta bond LGD a una loan LGD. L unità di validazione ha verificato il disegno del modello e la qualità, rappresentatività del campione basato su dati interni ed esterni utilizzato per lo sviluppo, la perfornmance e conservatività delle stime. Ha inoltre condotto un analisi di benchmarking dei recuperi su dati esterni e di rating agencies, con riferimento alla crescente letteratura sull argomento, più ricca sugli attivi obbligazionari. Il modello di rating per il Project Finance Il modello di rating GPF è un modello esperto. Si fonda su un insieme di 29 fattori che guidano un questionario in cui le risposte hanno 5 livelli possibili. I 29 fattori sono raggruppabili in 5 aree di riferimento che coprono i rischi di progetto. Lo score finale è una media ponderata degli score ottenuti dai fattori. Le 5 aree di aggregazione sono: rischio degli sponsor del progetto, rischio di esecuzione o completamento, rischio operativo, rischi esogeni (es. macroeconomici), rischio legato ai cash flows. Lo sviluppo del sistema di rating è stato supportato dagli esperti dal lato dell origination; la specificità del project finance e la parziale indipendenza dalle controparti che sostengono il progetto si possono affrontare solo con un grado elevato di flessibilità, reso possibile dall utilizzo di fenomeni di mitigazione del rischio o dal cambio dei pesi dei singoli fattori oppure con i weak link. La segmentazione del portafoglio si basa sui seguenti criteri: Il progetto è sviluppato da un entità giuridica separata dalla sponsor; Vi è separazione (non- recourseness) tra il veicolo e lo sponsor; talvolta per brevi intervalli di tempo tale separazione può venir meno; La decisione creditizia si basa principalmente sui cash flow future prodotti dal progetto; TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

71 La struttura finanziaria è basata sulla qualità e la quantità di flussi di cassa del progetto; C é una condivisione dei rischi tra i partecipanti al finanziamento; Assets del progetto e ricavi sono a garanzia dei creditori; Dipartimenti specializzati di UCI HVB e BA-CA sono esclusivamente coinvolti; Il volume del progetto è superiore a 20 milioni; Progetti per i quali il rischio economico è limitato al 15% (max 30 milioni) con garanzia di assicurazioni sull export esplicitamente escluse dal portafoglio. La calibrazione del modello è stata realizzata determinando quali livelli di score vengono allocati tra i livelli di rating. Pertanto i valori di PD associati non sono continui ma di tipo categorico; ad ogni rating assegnato si assegna un unico valore di PD. L unità di validazione ha verificato il disegno del modello, la performance a livello aggregato, di risk group e di singolo fattore. Ha inoltre analizzato la stabilità, i meccanismi di aggiustamento e override, la conservatività delle stime ed effettuato un analisi di benchmarking, sebbene la disponibilità di rating esterni sia limitata. Il modello di LGD per le attività di Project Finance (GPF) In sintesi il modello GPF LGD si fonda su stime differenziate per settore industriale sottostante il progetto. Il risultato finale, LGD in percentuale sulla EAD, è dato dal complemento a 1 del tasso di recupero scontato, a cui si aggiungono i costi per il recupero e un aggiustamento per il timing dei recuperi. Per i settori in cui erano disponibili sufficienti informazioni interne, i dati esterni sono stati ignorati, per quelli in cui non vi erano sufficienti dati interni sono state utilizzate le analisi sui tassi di recupero nell ambito del project finance da parte di Standard & Poors, talvolta direttamente, talvolta in combinazione con dati interni laddove la numerosità del sottoinsieme interno lo permettesse. Utilizzando i dati di Standard & Poors a dicembre 2005, è stato definito uno scenario di downturn, prendendo come riferimento il periodo di crisi successivo al caso Enron a cavallo tra il 2001 e il 2002, da quale è stato ricavato uno specifico fattore di downturn. L unità di validazione ha verificato il disegno del modello, la performance e la rappresentatività per area geografica e settore del campione utilizzato per lo sviluppo -costruito impiegando dati interni ed esterni. Modelli locali, perimetro Italia Rating Integrato Corporate (RIC) Il modello RIC fornisce il rating delle esposizioni verso la classe imprese di Unicredit Corporate Banking sul segmento mid-corporate, ovvero per gli affidati con un fatturato (o total assets laddove il fatturato non è informativo) fino a 250 milioni di Euro. Sviluppato in più fasi anche col supporto della società Centrale Bilanci, nella sua versione attuale prevede l integrazione a più livelli di diverse componenti. Ad un primo livello, il punteggio generato da variabili di bilancio (score CE.BI) si integra con informazioni di carattere qualitativo provenienti da questionari compilati dal gestore; ad un secondo livello, il rating precedente si integra con informazioni di carattere geo-settoriale-dimensionale; infine, ad un terzo livello, informazioni di natura comportamentale (andamentale) si fondono per dare origine a un rating integrato corporate. 71

72 La prima fase del progetto, avviata operativamente a maggio 2003, si è conclusa con l integrazione dei fattori di rischio geo-settoriali al rating di impresa di primo livello (bilancio + qualitativo) già utilizzato dalla Banca: queste variabili consentono di completare il profilo di rischio aziendale con gli elementi di rischiosità sistematicamente riconducibile alla collocazione settoriale, geografica e dimensionale e con il livello di rischio settoriale valutato in termini previsionali. Allo scopo di incorporare nel rating i segnali provenienti dal monitoraggio andamentale si è stimato un modello utilizzando come variabili esplicative gli score di impresa di secondo livello e lo score andamentale relativo a 13 mesi prima del default. L analisi Kernel della distribuzione dello score RIC sul portafoglio di Unicredit Corporate Banking ha permesso di individuare 9 classi di rating. L unità di validazione ha verificato il disegno del modello e la tenuta (performance e stabilità, anche nei sotto-portafogli rilevanti) dei diversi moduli che lo compongono: score di bilancio, score qualitativo, componente geo-settoriale, score andamentale ed ha esaminato le regole di override del modello. Ha inoltre analizzato la copertura per rapporti ed esposizioni e la calibrazione per stato di monitoraggio delle controparti, anche a livello di segmento. Il modello di rating del segmento Small Business Italia Il modello RISB, Rating Integrato Small Business ha dotato Unicredit Banca (UCB) di un sistema di valutazione delle controparti Small Business che integra le informazioni provenienti dalla fase di erogazione di primo o rinnovo fido (CRSB) con quelle derivanti dal processo andamentale (SMR). Le variabili analizzate per la costruzione delle griglie di erogazione sono riconducibili alle seguenti tipologie: dati anagrafici del richiedente e dei collegati all azienda; informazioni economico / finanziarie provenienti dal bilancio o dai documenti di contabilità semplificata; informazioni provenienti dal Credit Bureau Experian sul richiedente e sui collegati all azienda; informazioni di CR. Il metodo di stima è articolato nelle seguenti fasi: Modello Accettati/Rifiutati (analisi multivariata): Un primo modello statistico, basato sul confronto tra tutte le pratiche Accettate (Buone, Indeterminate, Cattive) e le pratiche Rifiutate, consente di associare la probabilità di rifiuto ad ogni controparte del campione; Modello bad/good iniziale (analisi multivariata): Il modello, sviluppato solamente sulla popolazione accettata, successivamente è stato applicato all intero portafoglio comprensivo quindi anche delle controparti rifiutate; Reject Inference: L analisi degli output dei due modelli sviluppati (Accettati/Rifiutati e Buoni/Cattivi) permette di assegnare una performance teorica anche ai Rifiutati attraverso la tecnica della Reject Inference; Modello bad/good finale (analisi multivariata): dopo aver assegnato, tramite la Reject Inference, la performance ad ogni controparte del campione, viene applicato un algoritmo di scoring. L integrazione delle componenti di erogazione ed andamentale è infine stata stimata attraverso una regressione logistica. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

73 Ai moduli quantitativo e andamentale si aggiunge un modulo qualitativo, basato su questionari previsti all interno del processo valutativo dell impresa, segmentati per comparto di attività economica. La logica di assegnazione dei pesi si basa su una relazione gerarchica in modo da rendere più ordinato e razionale il processo di ottimizzazione delle ponderazioni e più chiaro il processo interpretativo dei risultati: i livelli di assegnazione dei pesi partono dalle modalità di risposta alle domande, i pesi delle singole domande vengono poi definiti nell ambito della sezione, infine viene attribuito il peso della sezione sulla valutazione complessiva. L integrazione con il modulo quantitativo è di tipo lineare con ponderazione definita dagli esperti. L unità di validazione ha valutato il disegno del modello e dei moduli che lo compongono: erogazione, andamentale e qualitativo. Ha inoltre testato la loro tenuta in termini di performance e stabilità, anche nei sotto-portafogli rilevanti, con particolare attenzione all impatto dell introduzione della definizione di default di Basilea 2. Ha infine analizzato la copertura del portafoglio e la calibrazione del modello nel suo complesso. Il modello di rating del segmento Privati Italia: Mutui Ipotecari Il Portafoglio Obiettivo del modello di Rating R.I.P. (Rating Integrato Privati), che si basa su un approccio per pool, è costituito dall insieme di tutte le tipologie di mutui ipotecari trattati in Unicredit Banca e Unicredit Banca per la Casa, destinati all acquisto, costruzione e ristrutturazione di immobili residenziali da parte della clientela privati e all acquisto di immobili per finalità legate all attività economica svolta da parte delle Persone Fisiche appartenenti al settore delle Famiglie Produttrici. Per quanto concerne i prodotti rateali del Gruppo, la considerazione di caratteristiche specifiche del singolo prodotto ai fini della determinazione del pool di appartenenza ha comportato l assegnazione di una probabilità di default potenzialmente differente ad ogni rapporto in capo alla medesima controparte, benché anche le caratteristiche del Cliente siano tra i driver fondamentali per l individuazione dei pool. Analogamente a tutti gli altri sistemi di rating del portafoglio privati del Gruppo, anche lo sviluppo del modello R.I.P. si è articolato in due fasi distinte: la prima consiste nell individuazione dei Pool relativi al portafoglio in fase di erogazione; la seconda, nell individuazione dei Pool relativi al portafoglio in essere. Mediante tecniche statistiche sono stati individuati i pool sull intero portafoglio. In seguito a tale processo si è pervenuti alla definizione di strutture ad albero nelle quali le foglie finali corrispondono ai pool individuati. La PD associata a ciascun pool viene quindi stimata attraverso il tasso di default osservato sulle esposizioni ad esso ricondotte. I singoli pool sono stati successivamente aggregati, tramite Cluster Analysis, in classi di rating. Nel processo di assegnazione della probabilità di default la valutazione effettuata in sede di prima erogazione viene mantenuta nel primo semestre di vita del rapporto, salvo sia rilevato uno sconfino di durata superiore al mese, mentre a partire dal settimo mese viene ricalcolata l attribuzione dell operazione al pool corrispondente secondo l albero definito per il portafoglio in essere. All aumentare dell anzianità del mutuo acquisiscono maggiore rilevanza le variabili andamentali. Per le specificità legate alla diversa provenienza delle esposizioni costituenti il portafoglio di rischio di UBCasa, il modello di rating, per quanto allineato nelle logiche di sviluppo e nell impostazione complessiva di UniCredit Banca, presenta alcune personalizzazioni, soprattutto con riferimento al portafoglio acquisito mediante il canale Abbey National. Nell analisi del portafoglio complessivo di Banca per la Casa sono stati definiti tre alberi di segmentazione la cui variabile discriminante iniziale è la maturità del mutuo (numero di mesi dall erogazione maggiore o minore di 6) e, per i mutui con maggiore maturità, il perimetro di provenienza. In particolare: albero stimato per il portafoglio in fase di erogazione o application, utilizzato nell attribuzione della probabilità di default a tutti i mutui con anzianità inferiore a 6 mesi; albero per il portafoglio in essere ex-anbi da adottare per i mutui del perimetro ex-anbi con anzianità superiore a 6 mesi; albero per il portafoglio in essere ex-adalya -Kiron realizzato per la stima della PD dei mutui ex-adalya con anzianità superiore a 6 mesi. 73

74 Elemento comune alle tre segmentazioni è l assegnazione al pool di rischio maggiore delle pratiche che manifestino un ritardo di pagamento o delinquency superiore al mese. L unità di validazione ha verificato il disegno del modello e del sottostante score di erogazione, la loro capacità discriminante e la stabilità della popolazione nel tempo. Inoltre, particolare attenzione è stata rivolta all analisi dei sottomodelli identificati dall anzianità del mutuo e dal canale di provenienza. Infine sono state analizzate la copertura per rapporti ed esposizioni e la calibrazione sia a livello complessivo che di sottoportafoglio. LGD per i portafogli locali Italia I modelli di LGD sono specifici per Unicredit Corporate Banking, Unicredit Banca e Unicredit Banca per la Casa a seconda del perimetro di applicazione (prodotto e segmento), benché la metodologia di stima sia comune ossia di tipo regressivo. La modalità scelta dal Gruppo per la misurazione della LGD è di tipo workout, in cui il tasso di perdita viene calcolato sul recupero effettivo osservato sui dati storici, partendo dai flussi di cassa generati sullo specifico credito dall ingresso a default fino alla termine del processo di recupero. Per quanto attiene alla stima, sono stati adottati modelli regressivi distinti per le fasi di incaglio e sofferenza, mentre per la fase di past due è stata calcolata una variazione media delle esposizioni per segmento della controparte e per macrotipologia di prodotto (rateali, non rateali). L approccio a blocchi determina la necessità di definire una modalità di integrazione dei risultati dei diversi modelli per il calcolo della LGD complessiva. In particolare, è necessario definire due tipologie di parametri, i primi legati alla composizione del primo ingresso a default (probabilità che, dato il default, esso si verifichi sotto forma di past due, incaglio o sofferenza), i secondi legati alle probabilità di transizione tra i diversi stati di default (nella terminologia Unicredit questi ultimi vengono definiti Danger Rates). Oltre ad alcune variabili di tipo anagrafico delle controparti, alla tipologia e alle caratteristiche dei rapporti, assumono particolare rilevanza le garanzie a copertura delle esposizioni. Unicredit Corporate Banking, Unicredit Banca e Banca per la Casa hanno deciso di incorporare l effetto delle diverse tipologie di garanzie nella LGD, anche qualora la normativa prevedesse un alternativa, come nel caso delle fideiussioni, per le quali è prevista la possibilità di sostituire PD e LGD del cliente con i corrispondenti parametri del garante nella valutazione del rischio associata alla quota di esposizione garantita. Non si considera dunque la possibilità di trattare separatamente la quota di esposizione garantita e quella non garantita, ma viene calcolata una Loss Given Default a livello di rapporto, in funzione delle garanzie presenti e, ove significativo, del loro valore. Con particolare riferimento al segmento Privati si è scelto di sviluppare congiuntamente (Unicredit Banca e Banca per la Casa) il modello per i mutui ipotecari. Per quanto riguarda Corporate e Small Business, con riferimento ad alcune forme di rapporto si è optato per un modello sviluppato congiuntamente. Per il calcolo del valore di LGD, limitatamente alla fase di sofferenza, si è considerato il massimo livello di dettaglio possibile, ovvero il rapporto. Per quanto riguarda la fase di incaglio, invece, la banca ha sviluppato due modelli per ciascun segmento, differenziando esposizioni rateali e non rateali. Tale scelta è stata guidata dalla base dati utilizzata per il calcolo della LGD osservata, ovvero SISBA, in cui gli insoluti derivanti da anticipi diventano a tutti gli effetti esposizioni di cassa e non sono quindi distinguibili dalle esposizioni di conto corrente. Di conseguenza, l unità di misura per la stima dei modelli per la fase di incaglio è il rapporto solo con riferimento al modello per le esposizioni rateali, mentre è l esposizione per controparte per l insieme dei rapporti non rateali di uno stesso cliente. L unità di validazione ha esaminato la struttura del modello, la coerenza con la definizione di PD, l effetto del ciclo economico, la metodologia di sconto dei flussi di recupero, l allocazione dei costi e il trattamento degli attivi in default. Ha verificato la costruzione dei campioni di sviluppo, le migrazioni da uno stato all altro e il trattamento di assets specifici quali ad esempio derivati e crediti di firma. Ha infine effettuato test volti alla verifica dell accuratezza e della calibrazione dei modelli. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

75 Modelli Locali, perimetro Germania Modello di rating Mid corporate Il modello Mittelstandsrating si occupa di fornire i rating delle esposizioni verso la classe imprese di HVB con sede in Germania e con fatturato compreso tra i 3 e i 500 milioni di Euro. Il modello è costituito da due componenti: un modulo quantitativo ed uno qualitativo. Il punteggio risultante dall analisi del bilancio, eventualmente corretto in funzione del suo livello qualitativo, determina il rating parziale relativo alle condizioni economiche. Il modulo qualitativo fornisce invece il rating parziale relativo alla situazione dell impresa. Il rating finale nasce dalla combinazione dei due rating parziali. Il modulo quantitativo è costituito da 12+1 sotto-moduli statistici chiamati Maschinelle Analyse von Jahresabschlüssen (= Analisi automatica del bilancio), in breve MAJA. L ambito di applicazione di ciascuno di questi sotto-moduli dipende dal settore di attività economica e dalla dimensione dell azienda. I fattori di rischio inclusi nel modulo quantitativo, selezionati con un processo che ha incluso sia analisi statistiche che interazioni con gli esperti, coprono in generale le seguenti aree di analisi: Struttura degli assets; Situazione finanziaria; Crescita produttiva / Margini. Il modulo qualitativo copre invece le aree di analisi relative a: situazione finanziaria (non direttamente coperte dal modulo quantitativo) nell ottica di valutare la capacità di rimborso e la sostenibilità futura del debito; settore / mercato / prodotto; assetto manageriale/imprenditoriale; fattori e comportamenti a rischio. 75

76 Il rating finale può infine essere corretto manualmente (override) nel caso in cui informazioni aggiuntive indichino che il rating calcolato non è adeguato. Tale pratica è soggetta a restrizioni e vincoli specifici ed è monitorata strettamente dalla funzione di convalida interna. La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello, la tenuta (performance e stabilità) dei diversi moduli che lo compongono (quantitativo, con i relativi sotto-moduli, e qualitativo) e la sua calibrazione. Ha inoltre analizzato il processo di assegnazione del rating, le regole di attribuzione delle esposizioni al modello in questione e il processo di override. Modello di rating Small Business Il modello di rating HVB smallcorp ha come ambito di applicazione le piccole o medie aziende tedesche (fino a 3 Milioni utili netti o in contabilità semplificata) e i privati, residenti in Germania, il cui reddito deriva principalmente dall esercizio di una libera professione, da lavoro indipendente o dai proventi di una SME di cui sono maggiori azionisti o proprietari. L applicazione del modello dipende da quanti soggetti collegati sono coinvolti nella pratica di fido: se non ci sono soggetti collegati si usa il modulo Scoring GK (small business) ; in presenza di soggetti collegati si usa il Rating GK (small business). Il modulo Scoring GK calcola uno score unico che è successivamente mappato ad una PD. Lo score è ottenuto attraverso due diverse scorecard a seconda che la controparte sia o no pienamente responsabile del passivo dell azienda/attività professionale. In entrambi i casi sono usate le stesse informazioni: I cosiddetti MAJA Values, veri e propri score di bilancio sviluppati statisticamente in analogia a quanto utilizzato per il mid-corp; Score settoriali interni; Score andamentali. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

77 Nel caso in cui si tratti di un privato, il livello di indebitamento è utilizzato come fattore di rischio aggiuntivo. Il modulo Rating GK è costituito da due moduli separati, uno per l impresa ed uno per la/le persone fisiche collegate (proprietari / maggiori azionisti). Lo score utilizzato per ciascuna persona fisica collegata segue le regole del modello utilizzato per i privati, combinando elementi tipici della fase di erogazione e aspetti comportamentali. I rating di ogni singola persona fisica collegata sono poi ricondotti ad un rating complessivo della parte privati sulla base delle partecipazioni azionarie di questi nell impresa/e. Lo score della SME è calcolato in passi successivi: 1. Prima viene calcolato, per ciascuna impresa, un rating quantitativo combinando: - MAJA Values ; - Score settoriali interni; - Durata del rapporto con la banca. Questo ad accezione del settore costruzioni, dove i MAJA values si combinano esclusivamente con il rating MORIX relativo al mercato immobiliare e all immobile oggetto del finanziamento. 2. Il rating finanziario viene combinato con il rating andamentale di ciascuna delle SME, creando un rating d impresa complessivo. 3. Un down-notching è previsto nel caso di informazioni finanziarie più vecchie di 18 mesi. 4. Il rating complessivo della parte privati viene combinato con il rating della parte impresa con differente ponderazione a seconda che il prestito sia concesso all impresa o a uno dei privati collegati. 5. Infine il rating può essere corretto al verificarsi di uno dei cosiddetti criteri di cancellazione (set di eventi predefiniti che richiedono un immediato downgrade della controparte) o sulla base di una valutazione esperta. In quest ultimo caso la correzione è ammessa in downgrade, mentre in upgrade è soggetta a specifica approvazione ed è monitorata strettamente dalla funzione di convalida interna. La funzione di convalida interna ha verificato il disegno del modello anche tramite verifica presso gli utenti. Ha inoltre analizzato la performance e la calibrazione del modello complessivo e dei diversi moduli (quantitativo, con i relativi sottomoduli, e qualitativo) e la stabilità della popolazione sottostante. Ha infine esaminato il processo di assegnazione del rating e il processo di override. Modello di rating Privati Il modello di rating HVB private individuals ha come ambito di applicazione tutti i privati, esclusi i liberi professionisti e i lavoratori indipendenti. Sono inoltre esclusi i privati che possiedono un elevato reddito riveniente dall affitto di immobili, che sono considerati parte del portafoglio Commercial Real Estate e valutati con il sistema di rating apposito. Il modello di rating privati è costituito da 12 scorecard: 8 di erogazione, una per tipo di prodotto e 4 comportamentali. In funzione della fase del ciclo di vita in cui si trova la transazione vengono combinati entrambi gli score o ne viene preso solo uno dei due. Una cosiddetta logica integrativa consente di combinare tra loro tutte le valutazioni disponibili su ciascun cliente (nel caso in cui abbia più di un rapporto con la banca) per ottenere una probabilità di default complessiva sul singolo cliente. 77

78 Tale logica prevede dapprima la determinazione, per ciascuna transazione, di una PD di Rapporto. Tutte le PD di rapporto relative alla medesima tipologia di prodotto vengono poi combinate (attraverso una media pesata per esposizione) in una PD di Prodotto. Tutte le PD di prodotto contribuiscono infine a determinare una PD cliente, sulla base dell esposizione, del peso informativo, che sintetizza come e con quale anticipo ciascun prodotto contribuisce a fornire informazioni sul futuro default del cliente, e del fattore di rischiosità nella combinazione dei prodotti, che specifica il diverso contributo di ciascuna combinazione dei prodotti sul tasso di default atteso. L unità di validazione ha verificato il disegno del modello e la sua tenuta in termini di performance e calibrazione. Inoltre, ha analizzato le performance dei diversi moduli sottostanti e la loro calibrazione anche considerando separatamente le diverse possibili combinazioni di prodotti in capo ad uno stesso cliente. Modello di rating per il Commercial Real Estate Finance Il modello di rating per il Commercial Real Estate Finance (CRE) di HVB è utilizzato in Germania per valutare le esposizioni verso: Operatori Immobiliari: aziende che presentano bilancio i cui utili provengono principalmente dalla costruzione (o acquisto) e dalla successiva vendita di stabili destinati ad abitazione o ad uso commerciale (uffici, negozi); Investitori Immobiliari con bilancio: aziende che presentano bilancio i cui utili provengono principalmente dall affitto di immobili di proprietà, siano essi immobili residenziali che commerciali; Investitori Immobiliari senza bilancio: aziende senza bilancio o clienti privati con utili / reddito proveniente principalmente dall affitto di immobili di proprietà. Tale modello prevede un modulo diverso per ciascuna delle tre categorie di controparti sopra indicate. Ogni modulo è composto da tre sotto-moduli: a) Un modulo qualitativo che si propone di valutare la qualità e l affidabilità del management, le competenze del team di gestione, la qualità della gestione organizzativa e l esperienza della banca nella gestione dei rapporti con l azienda. b) Un modulo qualitativo che si propone di valutare l oggetto / progetto da finanziare o finanziato (non solo dalla banca), ivi compresa la qualità e il rischio implicito nel portafoglio di immobili / progetti dell azienda, la sua capacità di pianificazione (dalla esperienza passata) e i flussi di cassa pianificati / previsti negli anni a venire. c) Un modulo quantitativo finanziario, basato sul bilancio dell azienda e completato da una valutazione qualitativa sulla qualità, affidabilità e completezza del bilancio. TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO

79 I moduli a) e b) sono sistemi esperti in cui i fattori e i loro pesi sono stati definiti da un team di esperti e affinati nel tempo alla luce dell esperienza fatta, mentre il modulo c) è stato sviluppato statisticamente. I risultati dei tre sotto-moduli sono poi combinati, sulla base dello score (Log-PD per il modulo quantitativo), con ponderazione definita su basi esperte e lo score finale è calibrato statisticamente. I tre moduli usano tutti gli stessi sotto-moduli; quello che cambia è la ponderazione con cui vengono combinati gli score parziali nello score complessivo. L unità di validazione ha valutato il disegno del modello anche tramite l analisi delle risposte a un questionario sottoposto agli utenti. Ha inoltre testato la tenuta del modello e dei moduli che lo compongono in termini di performance e calibrazione e la stabilità della popolazione anche tramite matrici di transizione. Ha infine analizzato la copertura del portafoglio, verificando in quanti casi esistono rating non validi a causa del mancato aggiornamento di alcune componenti del modello, e le regole di overruling. Modello di rating per le operazioni di Acquisition and Leveraged Finance Il modello di rating Acquisition and Leveraged Finance (ALF) è destinato alla valutazione delle iniziative di finanziamento / rifinanziamento delle operazioni di acquisizione societarie nelle quali passività bancarie addizionali vengono aggiunte al normale indebitamento operativo dell azienda acquistata allo scopo di finanziare l acquisizione stessa. Il debito risultante dall acquisizione viene rimborsato tramite i flussi di cassa futuri dell azienda acquisita e, in alcuni casi, (i.e. nel caso di acquisizioni che coinvolgono investitori strategici) anche dell azienda acquirente. Le operazioni di acquisizione e le loro implicazioni in tema societario e fiscale (spesso in diverse giurisdizioni) esigono una expertise specifica in fase sindacale, richiedendo: appropriate relazioni rischio/rendimento, oltre ad una struttura di finanziamento basata su un modello realistico di simulazione dei cash flow; l adattamento (structuring) della struttura finanziaria e di rimborso del debito dell azienda acquisita ai flussi di cassa futuri; l uso combinato di strumenti di finanziamento altamente differenziati (senior debt, junior debt, mezzanine, ecc). Per quanto riguarda gli aspetti metodologici, l ALF-Rating è sostanzialmente un rating finanziario che calcola la probabilità di default dell azienda acquisita sulla base dei ratio patrimoniali, finanziari ricavati dal bilancio e del conto economico previsionale. Un modulo qualitativo non è stato previsto in considerazione del fatto che nella predisposizione 79

III PILASTRO INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31/12/2014

III PILASTRO INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31/12/2014 III PILASTRO INFORMATIVA AL PUBBLICO AL 31/12/2014 1 Premessa Le disposizioni contenute nella Circolare della Banca d Italia n.216 del 5 agosto 1996 7 aggiornamento del 9 luglio 2007, Capitolo V - Vigilanza

Dettagli

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 - INFORMATIVA AL PUBBLICO al 31 dicembre 2011

TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 - INFORMATIVA AL PUBBLICO al 31 dicembre 2011 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 - INFORMATIVA AL PUBBLICO al 31 dicembre 2011 La disciplina prudenziale per gli intermediari finanziari iscritti nell elenco speciale di cui all art. 107 TUB (Intermediari ex

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 31 dicembre 2008

Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 31 dicembre 2008 Terzo Pilastro di Basilea 2 Informativa al pubblico 31 dicembre 2008 TERZO PILASTRO DI BASILEA 2 AL 30 GIUGNO 2008 Indice Tavola 1 Requisito informativo generale... 1 Tavola 2 Ambito di applicazione...17

Dettagli

NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013

NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013 NOTA AIFIRM Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers 23 luglio 2013 E stato introdotto nell ordinamento di vigilanza italiano il concetto di risk appetite framework (RAF). E contenuto nella

Dettagli

Funzionigramma delle Direzioni Regionali della Divisione Banca dei Territori

Funzionigramma delle Direzioni Regionali della Divisione Banca dei Territori gramma delle Direzioni Regionali della Divisione Banca dei Territori Luglio 2010 INDICE ORGANIGRAMMA...3 FUNZIONIGRAMMA...5 DIRETTORE REGIONALE...6 COORDINAMENTO MARKETING E STRATEGIE TERRITORIALI...6

Dettagli

ING Lease (Italia) S.p.A. Informativa al pubblico Pillar III 31/12/2013

ING Lease (Italia) S.p.A. Informativa al pubblico Pillar III 31/12/2013 ING Lease (Italia) S.p.A. Informativa al pubblico Pillar III INTRODUZIONE La disciplina di Basilea II è una iniziativa internazionale in base alla quale gli istituti finanziari dei Paesi aderenti vengono

Dettagli

INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31/12/2014. Sintesi del documento pubblicato ai sensi della normativa di vigilanza prudenziale

INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31/12/2014. Sintesi del documento pubblicato ai sensi della normativa di vigilanza prudenziale INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31/12/2014 Sintesi del documento pubblicato ai sensi della normativa di vigilanza prudenziale La nuova normativa di vigilanza prudenziale si basa, in linea con

Dettagli

Finanziamento Immobiliare Finanziamenti strutturati, leasing, mezzanine e NPL

Finanziamento Immobiliare Finanziamenti strutturati, leasing, mezzanine e NPL Finanziamento Immobiliare Finanziamenti strutturati, leasing, mezzanine e NPL Giacomo Morri Antonio Mazza Capitolo 6 GLI ACCORDI DI BASILEA E I FINANZIAMENTI IMMOBILIARI STRUTTURATI Il Nuovo Accordo Obiettivi

Dettagli

Lezione 1. Uniformità sistema creditizio. Basilea 1. Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating

Lezione 1. Uniformità sistema creditizio. Basilea 1. Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating Lezione 1 Basilea 2, fattori di ponderazione, il concetto di rating Uniformità sistema creditizio Il Comitato di Basilea fu istituito nel 1974 tra i governatori delle Banche Centrali del G10. Obiettivo

Dettagli

*(67,21(,03$77,25*$1,==$7,9,(

*(67,21(,03$77,25*$1,==$7,9,( 3,1,),=,21((21752//2, *(67,21(,0377,25*1,==7,9,( 68//(5,6256(801( 7HVWLPRQLDQ]DGHO*UXSSR%DQFD/RPEDUGD *=DQRQL 0LODQRJLXJQR Struttura del Gruppo Banca Lombarda 6WUXWWXUDGHO*UXSSR%DQFD/RPEDUGDH3LHPRQWHVH

Dettagli

Policy di gestione delle operazioni con soggetti collegati. Allegato 1 Sistema dei limiti alle attività di rischio verso soggetti collegati

Policy di gestione delle operazioni con soggetti collegati. Allegato 1 Sistema dei limiti alle attività di rischio verso soggetti collegati Policy di gestione delle operazioni con soggetti collegati Allegato 1 Sistema dei limiti alle attività di rischio verso soggetti collegati Aggiornamento del 24 luglio 2014 INDICE 1. Obiettivi del documento...

Dettagli

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO http://www.sinedi.com ARTICOLO 27 OTTOBRE 2008 IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO PRODUZIONE DI VALORE E RISCHIO D IMPRESA Nel corso del tempo, ogni azienda deve gestire un adeguato portafoglio di strumenti

Dettagli

Tavola 1 Requisito informativo generale

Tavola 1 Requisito informativo generale Tavola 1 Requisito informativo generale (a) Il Consiglio di Amministrazione di Finlabo SIM. (di seguito anche la SIM o la Società ), ha definito le politiche di gestione dei rischi all interno delle quali

Dettagli

Il controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali

Il controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali La gestione dei rischi operativi e degli altri rischi Il controllo dei rischi operativi in concreto: profili di criticità e relazione con gli altri rischi aziendali Mario Seghelini 26 giugno 2012 - Milano

Dettagli

Modello dei controlli di secondo e terzo livello

Modello dei controlli di secondo e terzo livello Modello dei controlli di secondo e terzo livello Vers def 24/4/2012_CLEN INDICE PREMESSA... 2 STRUTTURA DEL DOCUMENTO... 3 DEFINIZIONE DEI LIVELLI DI CONTROLLO... 3 RUOLI E RESPONSABILITA DELLE FUNZIONI

Dettagli

MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO

MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO MANDATO DI AUDIT DI GRUPPO Data: Ottobre, 2013 UniCredit Group - Public MISSION E AMBITO DI COMPETENZA L Internal Audit è una funzione indipendente nominata dagli Organi di Governo della Società ed è parte

Dettagli

Basilea 2: Vincere insieme la sfida del RATING

Basilea 2: Vincere insieme la sfida del RATING Basilea 2: Vincere insieme la sfida del RATING Il Comitato di Basilea viene istituito nel 1974 dai Governatori delle Banche Centrali dei 10 paesi più industrializzati. Il Comitato non legifera, formula

Dettagli

RISK MANAGEMENT E CREAZIONE DEL VALORE NELLE BANCHE a.a. 2015/16

RISK MANAGEMENT E CREAZIONE DEL VALORE NELLE BANCHE a.a. 2015/16 PRESENTAZIONE DEL CORSO RISK MANAGEMENT E CREAZIONE DEL VALORE NELLE BANCHE a.a. 2015/16 Informazioni generali LAUREA MAGISTRALE IN FINANZA E RISK MANAGEMENT Prof. Paola Schwizer Ufficio: Via J.K. Kennedy,

Dettagli

Nuove funzioni e responsabilità del Risk Management. Presentazione alla Conferenza Il governo dei rischi in banca: nuove tendenze e sfide

Nuove funzioni e responsabilità del Risk Management. Presentazione alla Conferenza Il governo dei rischi in banca: nuove tendenze e sfide Nuove funzioni e responsabilità del Risk Management Presentazione alla Conferenza Il governo dei rischi in banca: nuove tendenze e sfide 9 Aprile 2015 Agenda 1. Premessa: Il ruolo della Corporate Governance

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO AMBITO DI APPLICAZIONE TITOLO I PRINCIPI GENERALI Finalità del processo di gestione del patrimonio Fondo stabilizzazione

Dettagli

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Città di Montalto Uffugo (Provincia di Cosenza) SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Allegato Delibera Giunta Comunale n. 110 del 19 maggio 2014 1) Caratteristiche generali del sistema

Dettagli

*** Terzo pilastro dell accordo di Basilea II / Basilea III

*** Terzo pilastro dell accordo di Basilea II / Basilea III Informativa al pubblico in materia di adeguatezza patrimoniale, l esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti all identificazione, alla misurazione e alla gestione di tali

Dettagli

MODELLO TEORICO DEI REQUISITI DI PROFESSIONALITA DEGLI AMMINISTRATORI

MODELLO TEORICO DEI REQUISITI DI PROFESSIONALITA DEGLI AMMINISTRATORI MODELLO TEORICO DEI REQUISITI DI PROFESSIONALITA DEGLI AMMINISTRATORI Approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 3 marzo 202 OBIETTIVI Ai fini del corretto assolvimento delle funzioni

Dettagli

IL RUOLO DEL RISK MANAGEMENT NEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

IL RUOLO DEL RISK MANAGEMENT NEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI IL RUOLO DEL RISK MANAGEMENT NEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI Andrea Piazzetta Risk Manager Gruppo Banca Popolare di Vicenza Vicenza, 18 settembre 2009 Gruppo Banca Popolare di Vicenza Contesto regolamentare

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FANO 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI GENERALI Art. 1 Finalità del processo di gestione del patrimonio

Dettagli

Dott. Antonio Renzi. Banca d Italia Servizio Vigilanza sugli Enti Creditizi Vigilanza Creditizia e Finanziaria

Dott. Antonio Renzi. Banca d Italia Servizio Vigilanza sugli Enti Creditizi Vigilanza Creditizia e Finanziaria Il quadro di riferimento per l entrata in vigore delle nuove disposizioni di Vigilanza per le Banche e per gli Intermediari Finanziari iscritti nell Assilea, Assifact, Assofin Le nuove

Dettagli

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE ai sensi dell art. 5 del Regolamento Consob n. 17221 del 12 marzo 2010 e successivamente modificato con delibera n.17389

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO APPROVATO DAL CONSIGLIO GENERALE NELL ADUNANZA DEL 28/06/2013 Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI

Dettagli

BCC BARLASSINA. Policy di Valutazione e Pricing delle obbligazioni emesse da

BCC BARLASSINA. Policy di Valutazione e Pricing delle obbligazioni emesse da Policy di Valutazione e Pricing delle obbligazioni emesse da BCC BARLASSINA (ai sensi delle Linee-Guida interassociative ABI-Assosim-Federcasse per l applicazione delle misure di attuazione della Direttiva

Dettagli

Progetto DAP Database delle Abitudini di Pagamento

Progetto DAP Database delle Abitudini di Pagamento Progetto DAP Database delle Abitudini di Pagamento Antonio De Martini Presidente Associazione Italiana per il Factoring (Assifact) Milano, 23 giugno 2009 Indice Le informazioni sulle abitudini di pagamento

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare febbraio 2013 1 1 PREMESSA... 3 1.1 Oggetto... 3 1.2 Perimetro di applicazione e modalità di recepimento...

Dettagli

Informativa al Pubblico

Informativa al Pubblico 1 Informativa al Pubblico Pillar 3 Informazioni al 31 Dicembre 2010 2 MPS Gestione Crediti Banca S.p.A. Sede Sociale in Siena, Piazza Salimbeni 3, www.mpsgestionecreditibanca.it Iscritta al Registro Imprese

Dettagli

Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi

Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi 3 Linee di indirizzo per il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi 1. Premessa Il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi di Fiat S.p.A. (la Società ) costituisce elemento

Dettagli

Le regole di Basilea II per il credito immobiliare

Le regole di Basilea II per il credito immobiliare Le regole di Basilea II per il credito immobiliare Convegno ABI Credito alle Famiglie 2008 Mario Marangoni Banca d Italia Roma, 10 giugno 2008 1 Le regole di Basilea II per il credito immobiliare L impatto

Dettagli

SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI ( BY INTERNAL AUDITING FACTORIT SPA ) SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI L azienda Factorit ha da qualche anno costituito una funzione di presidio del monitoraggio dei rischi aziendali strettamente connessi

Dettagli

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE

SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE SISTEMI DI MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Dicembre, 2014 Il Sistema di misurazione e valutazione della performance... 3 Il Ciclo di gestione della performance... 5 Il Sistema di misurazione e valutazione

Dettagli

MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE

MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE Istituto Nazionale Previdenza Sociale MONITORAGGIO SULL AVVIO DEL CICLO DI GESTIONE DELLA PERFORMANCE 2013 DELL ISTITUTO NAZIONALE DELLA PREVIDENZA SOCIALE ORGANISMO INDIPENDENTE DI VALUTAZIONE 1 INDICE

Dettagli

La gestione della garanzia immobiliare e Basilea II. Paolo Merati - Qualità del Processo Creditizio Credit Policies and Credit Risk Management

La gestione della garanzia immobiliare e Basilea II. Paolo Merati - Qualità del Processo Creditizio Credit Policies and Credit Risk Management La gestione della garanzia immobiliare e Basilea II Paolo Merati - Qualità del Processo Creditizio Credit Policies and Credit Risk Management Modena, 4 ottobre 2008 La gestione della garanzia immobiliare

Dettagli

INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31 DICEMBRE 2013

INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31 DICEMBRE 2013 INFORMATIVA AL PUBBLICO SULLA SITUAZIONE AL 31 DICEMBRE 2013 Sintesi del documento pubblicato ai sensi del Titolo IV della Circolare 263/06 della Banca d Italia L Informativa al pubblico adempie all obbligo

Dettagli

HYPO ALPE-ADRIA-BANK

HYPO ALPE-ADRIA-BANK HYPO ALPE-ADRIA-BANK INFORMATIVA AL PUBBLICO Terzo pilastro di Basilea 3 Al 31 dicembre 2014 (Circ. n. 285 del 17 dicembre 2013) 1 Informativa al pubblico Dal 1 gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

MANDATO DELLA FUNZIONE AUDIT. (Approvato dal Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power il 12 marzo 2015)

MANDATO DELLA FUNZIONE AUDIT. (Approvato dal Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power il 12 marzo 2015) MANDATO DELLA FUNZIONE AUDIT (Approvato dal Consiglio di Amministrazione di Enel Green Power il 12 marzo 2015) 1 INDICE DEI CONTENUTI 1. INTRODUZIONE E FINALITA DEL DOCUMENTO 2. MISSIONE 3. AMBITO 4. PROFESSIONALITA

Dettagli

Codice di Corporate Governance

Codice di Corporate Governance Approvato con deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 1 del 3 maggio 200 Indice 1 Introduzione 2 Organizzazione della Società 2.1 Assemblea dei Soci 2.2 Consiglio di Amministrazione 2.3 Presidente

Dettagli

MANDATO INTERNAL AUDIT

MANDATO INTERNAL AUDIT INTERNAL AUDIT MANDATO INTERNAL AUDIT Il presente Mandato Internal Audit di Società, previo parere favorevole del Comitato Controllo e Rischi in data 30 ottobre 2012 e sentito il Collegio Sindacale e l

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

REGOLE REGOLE. Comunicazione. Economia reale e monetaria. Competenze. Concorrenza. Mercati creditizi e finanziari. Tecnologia BANCA IMPRESA

REGOLE REGOLE. Comunicazione. Economia reale e monetaria. Competenze. Concorrenza. Mercati creditizi e finanziari. Tecnologia BANCA IMPRESA 0 Economia reale e monetaria REGOLE REGOLE BANCA Concorrenza IMPRESA Comunicazione Competenze Mercati creditizi e finanziari Tecnologia 1 REGOLE.. IAS/IFRS BASILEA 2 2.. ASPETTI Autonomia Interdipendenza

Dettagli

INFORMATIVA AL PUBBLICO ANNO 2014

INFORMATIVA AL PUBBLICO ANNO 2014 INFORMATIVA AL PUBBLICO ANNO 214 Finanziaria Senese di Sviluppo S.P.A. Sede Legale Piazza Matteotti 3 531 Siena Capitale Sociale 16.572.177 i.v. Codice Fiscale e Partita Iva 721528 Società iscritta nell

Dettagli

PROCESSO FINANZA POLITICA DI VALUTAZIONE E PRICING IN RIFERIMENTO AI PRESTITI OBBLIGAZIONARI DI PROPRIA EMISSIONE

PROCESSO FINANZA POLITICA DI VALUTAZIONE E PRICING IN RIFERIMENTO AI PRESTITI OBBLIGAZIONARI DI PROPRIA EMISSIONE PROCESSO FINANZA POLITICA DI VALUTAZIONE E PRICING IN RIFERIMENTO AI PRESTITI OBBLIGAZIONARI DI PROPRIA EMISSIONE Delibera del Consiglio di Amministrazione del 13/06/2014 pagina 1 di 8 Indice Premessa...3

Dettagli

FORTINVESTIMENTI SIM S.P.A. BASILEA 2 III PILASTRO - INFORMATIVA AL PUBBLICO. In ottemperanza al Regolamento Banca d Italia del 24 ottobre 2007

FORTINVESTIMENTI SIM S.P.A. BASILEA 2 III PILASTRO - INFORMATIVA AL PUBBLICO. In ottemperanza al Regolamento Banca d Italia del 24 ottobre 2007 FORTINVESTIMENTI SIM S.P.A. BASILEA 2 III PILASTRO - INFORMATIVA AL PUBBLICO In ottemperanza al Regolamento Banca d Italia del 24 ottobre 2007 Al 31 dicembre 2008 INTRODUZIONE 3 TAVOLA 1 - REQUISITO INFORMATIVO

Dettagli

L auto-valutazione dell ICAAP alla prova dei fatti: dalla teoria alla pratica

L auto-valutazione dell ICAAP alla prova dei fatti: dalla teoria alla pratica L auto-valutazione dell ICAAP alla prova dei fatti: dalla teoria alla pratica Fabio Salis Roma, 4 Giugno 2009 Agenda Cosa vi avevamo raccontato... Le funzioni aziendali coinvolte nel processo ICAAP Il

Dettagli

Direzione Centrale Sistemi Informativi

Direzione Centrale Sistemi Informativi Direzione Centrale Sistemi Informativi Missione Contribuire, in coerenza con le strategie e gli obiettivi aziendali, alla definizione della strategia ICT del Gruppo, con proposta al Chief Operating Officer

Dettagli

Politica di Valutazione Pricing per le obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo di Cernusco Sul Naviglio s.c.

Politica di Valutazione Pricing per le obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo di Cernusco Sul Naviglio s.c. Politica di Valutazione Pricing per le obbligazioni emesse dalla Banca di Credito Cooperativo di Cernusco Sul Naviglio s.c. (Adottata ai sensi delle Linee guida interassociative per l applicazione delle

Dettagli

Rischi operativi e ruolo dell operational risk manager negli intermediari finanziari

Rischi operativi e ruolo dell operational risk manager negli intermediari finanziari S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO L operational risk management in ottica regolamentare, di vigilanza ed organizzativa Rischi operativi e ruolo dell operational risk manager negli intermediari

Dettagli

Approvazione CDA del 25 giugno 2009. Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A.

Approvazione CDA del 25 giugno 2009. Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A. Approvazione CDA del 25 giugno 2009 Limiti al cumulo di incarichi ricoperti dagli amministratori di Unipol Gruppo Finanziario S.p.A. Regolamento U n i p o l G r u p p o F i n a n z i a r i o S. p. A. Sede

Dettagli

L esperienza del Credito Italiano nelle gestione del rischio con metodi statistici - focus sul portafoglio small business -

L esperienza del Credito Italiano nelle gestione del rischio con metodi statistici - focus sul portafoglio small business - L esperienza del Credito Italiano nelle gestione del rischio con metodi statistici - focus sul portafoglio small business - Claudio Queirolo - Responsabile Studi ed Attività Creditizia - Credito Italiano

Dettagli

ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito

ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito ISA 610 e ISA 620 L'utilizzo durante la revisione dei revisori interni e degli esperti. Corso di revisione legale dei conti progredito 1 ISA 610 USING THE WORK OF INTERNAL AUDITORS Questo principio tratta

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

Metodologie per l identificazione e la qualificazione del rischio nell attività del Collegio Sindacale

Metodologie per l identificazione e la qualificazione del rischio nell attività del Collegio Sindacale Metodologie per l identificazione e la qualificazione del rischio nell attività del Collegio Sindacale Prof. Valter Cantino Università degli Studi di Torino 1 IL RIFERIMENTO ALLA GESTIONE DEL RISCHIO NELLE

Dettagli

SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA Capitolo 4

SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITA Capitolo 4 1. REQUISITI GENERALI L Azienda DSU Toscana si è dotata di un Sistema di gestione per la qualità disegnato in accordo con la normativa UNI EN ISO 9001:2008. Tutto il personale del DSU Toscana è impegnato

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

PRYSMIAN S.P.A. COMITATO CONTROLLO E RISCHI. Regolamento. Regolamento del Comitato Controllo e Rischi

PRYSMIAN S.P.A. COMITATO CONTROLLO E RISCHI. Regolamento. Regolamento del Comitato Controllo e Rischi PRYSMIAN S.P.A. COMITATO CONTROLLO E RISCHI Regolamento Regolamento del Comitato Controllo e Rischi Data approvazione: 16/01/2007 Ultima modifica: 08/11/2012 Regolamento del Comitato Controllo e Rischi

Dettagli

Servizi di revisione contabile e verifica delle informazioni finanziarie nel processo di listing e post listing

Servizi di revisione contabile e verifica delle informazioni finanziarie nel processo di listing e post listing Servizi di revisione contabile e verifica delle informazioni finanziarie nel processo di listing e post listing Nel seguito sono presentati i servizi di revisione contabile e verifica delle informazioni

Dettagli

GLI ELEMENTI ANDAMENTALI DEL RATING AZIENDALE

GLI ELEMENTI ANDAMENTALI DEL RATING AZIENDALE in collaborazione con: Promem Sud Est S.p.A. Società per la Promozione dei Mercati Mobiliari Sud Est S.p.A. GLI ELEMENTI ANDAMENTALI DEL RATING AZIENDALE a cura del Dott. Aurelio Valente Amministratore

Dettagli

REGOLAMENTO DEL COMITATO PER IL CONTROLLO INTERNO

REGOLAMENTO DEL COMITATO PER IL CONTROLLO INTERNO REGOLAMENTO DEL COMITATO PER IL CONTROLLO INTERNO Articolo 1 Premessa Il presente Regolamento disciplina la costituzione, il funzionamento ed i compiti del comitato per il Controllo Interno (il Comitato

Dettagli

Informativa al pubblico

Informativa al pubblico Informativa al pubblico Terzo pilastro di Basilea 2 al 31 dicembre 2009 Le disposizioni emanate dalla Banca d Italia in applicazione della normativa europea in materia di Convergenza internazionale della

Dettagli

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea,

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea, 17.11.2012 IT Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 320/3 REGOLAMENTO (UE) N. 1077/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per la supervisione da parte delle

Dettagli

POTERE SANZIONATORIO DELLA BCE: PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE VIGILANZA BANCARIA E RISCHIO DI CREDITO: IL COMITATO DI BASILEA AVVIA UNA

POTERE SANZIONATORIO DELLA BCE: PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE VIGILANZA BANCARIA E RISCHIO DI CREDITO: IL COMITATO DI BASILEA AVVIA UNA POTERE SANZIONATORIO DELLA BCE: PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE DELL UNIONE EUROPEA IL REGOLAMENTO 0/9 VIGILANZA BANCARIA E RISCHIO DI CREDITO: IL COMITATO DI BASILEA AVVIA UNA CONSULTAZIONE SULLA

Dettagli

RICHIESTE INSERITE NELLA SCHEDA DI CONTROLLO CON RIFERIMENTO AL CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA

RICHIESTE INSERITE NELLA SCHEDA DI CONTROLLO CON RIFERIMENTO AL CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA ALLEGATO RICHIESTE INSERITE NELLA SCHEDA DI CONTROLLO CON RIFERIMENTO AL CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA CONTROLLO INTERNO SULL INFORMATIVA FINANZIARIA Premessa. Le risposte alle domande

Dettagli

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa

PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA. UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA DI GESTIONE QUALITA IN CONFORMITÀ ALLA NORMA UNI EN ISO 9001 (ed. 2008) Revisione Approvazione n. 03 del 31/01/09 Salvatore Ragusa PROGETTO TECNICO SISTEMA QUALITA Il nostro progetto

Dettagli

ISVAP Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo. Via del Quirinale, 21 00187 Roma. Roma, 15 giugno 2012

ISVAP Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo. Via del Quirinale, 21 00187 Roma. Roma, 15 giugno 2012 ISVAP Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo Via del Quirinale, 21 00187 Roma Roma, 15 giugno 2012 Commenti dell associazione Chief Risk Officer Forum Italia (CROFI)

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ

MANUALE DELLA QUALITÀ SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA QUALITÀ MANUALE GESTIONE QUALITÀ SEZ. 5.1 REV. 02 pagina 1/5 MANUALE DELLA QUALITÀ Rif.to: UNI EN ISO 9001:2008 PARTE 5: RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE SEZIONE 5.1: FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA

Dettagli

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE ai sensi dell art. 5 del Regolamento Consob n. 17221 del 12 marzo 2010 e successivamente modificato con delibera n.17389

Dettagli

Policy strumenti illiquidi (Prestiti Obbligazionari)

Policy strumenti illiquidi (Prestiti Obbligazionari) Policy strumenti illiquidi (Prestiti Obbligazionari) Parma, 4 settembre 2012 Sommario 1 ASPETTI GENERALI... 2 1.1 Premessa... 2 1.2 Responsabilità del documento... 2 1.3 Destinatari... 3 1.4 Validità...

Dettagli

Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Comune di OLGIATE OLONA SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE 1. INTRODUZIONE La legge-delega 4 marzo 2009, n. 15, ed il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, di seguito Decreto,

Dettagli

REALIZZAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI IN AGOS ITAFINCO SPA

REALIZZAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI IN AGOS ITAFINCO SPA REALIZZAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI IN AGOS ITAFINCO SPA PREMESSA SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI ORGANI E FUNZIONI DI VALUTAZIONE DEL SISTEMA DEI CONTROLLI IN AGOS AUDITING: OBIETTIVI, MODELLO

Dettagli

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE

Manuale del Sistema di Gestione Integrato per la Qualità e l Ambiente INDICE Pag. 1 di 5 RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE INDICE 1. Scopo... 2 2. Principi guida... 2 3. Politica per la qualità e l Ambiente... 2 4. Pianificazione... 2 5. Responsabilità, autorità e comunicazione...

Dettagli

La strategia finanziaria adottata in relazione al profilo di rischio/rendimento. Il sistema di controllo e valutazione della gestione finanziaria

La strategia finanziaria adottata in relazione al profilo di rischio/rendimento. Il sistema di controllo e valutazione della gestione finanziaria Controllo della gestione finanziaria e disposizioni COVIP sul processo di attuazione della politica di investimento Giampaolo Crenca Presidente del Consiglio Nazionale degli Attuari Roma, 19 giugno 2012

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 12

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 12 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 12 INDICE RESPONSABILITÀ DELLA DIREZIONE Impegno della Direzione Attenzione focalizzata al cliente Politica della Qualità Obiettivi della Qualità Soddisfazione del cliente

Dettagli

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000

Norme per l organizzazione - ISO serie 9000 Norme per l organizzazione - ISO serie 9000 Le norme cosiddette organizzative definiscono le caratteristiche ed i requisiti che sono stati definiti come necessari e qualificanti per le organizzazioni al

Dettagli

1- Corso di IT Strategy

1- Corso di IT Strategy Descrizione dei Corsi del Master Universitario di 1 livello in IT Governance & Compliance INPDAP Certificated III Edizione A. A. 2011/12 1- Corso di IT Strategy Gli analisti di settore riportano spesso

Dettagli

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE

DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE DOCUMENTO INFORMATIVO RELATIVO AD OPERAZIONI DI MAGGIORE RILEVANZA CON PARTI CORRELATE ai sensi dell art.5 del Regolamento Consob n.17221 del 12 marzo 2010 e successivamente modificato con delibera n.17389

Dettagli

IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE IL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Come indicato nel Piano Annuale della Performance (P.A.P.), predisposto a partire dall anno 2015, l Azienda annualmente esplicita gli obiettivi,

Dettagli

II.11 LA BANCA D ITALIA

II.11 LA BANCA D ITALIA Provvedimento del 24 marzo 2010. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di contenuto generale della Banca d Italia nell esercizio delle funzioni di vigilanza bancaria

Dettagli

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO

CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO CAPITOLO 20 AGGIORNAMENTO DEL CODICE DI STOCCAGGIO 20.1 PREMESSA... 255 20.2 COMITATO DI CONSULTAZIONE... 255 20.3 SOGGETTI TITOLATI A PRESENTARE RICHIESTE DI MODIFICA... 255 20.4 REQUISITI DI RICEVIBILITA

Dettagli

Esternalizzazione della Funzione Compliance

Esternalizzazione della Funzione Compliance Esternalizzazione della Funzione Compliance Supporto professionale agli intermediari oggetto della normativa di Banca d Italia in materia di rischio di non conformità Maggio 2012 Labet S.r.l. Confidenziale

Dettagli

POLICY DI VALUTAZIONE E PRICING DEI PRESTITI OBBLIGAZIONARI

POLICY DI VALUTAZIONE E PRICING DEI PRESTITI OBBLIGAZIONARI POLICY DI VALUTAZIONE E PRICING DEI PRESTITI OBBLIGAZIONARI Versione 0.0 delibera del Consiglio di Amministrazione del 05/05/2011 Versione 1.0 delibera del Consiglio di Amministrazione del 04/08/2011 Versione

Dettagli

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di

Dettagli

Stefano Leofreddi Senior Vice President Risk Management Integrato. 1 Ottobre 2014, Roma

Stefano Leofreddi Senior Vice President Risk Management Integrato. 1 Ottobre 2014, Roma Il Risk Management Integrato in eni Stefano Leofreddi Senior Vice President Risk Management Integrato 1 Ottobre 2014, Roma Indice - Sviluppo del Modello RMI - Governance e Policy - Processo e Strumenti

Dettagli

REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE

REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE COMUNE DI CORMANO PROVINCIA DI MILANO REGOLAMENTO INTERNO DEL CONTROLLO DI GESTIONE (approvato con deliberazione C.C. n. 58 del 01/12/2003) 1 INDICE ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART. 6 AMBITO DI

Dettagli

Politica di valutazione e pricing per la negoziazione/emissione dei prestiti obbligazionari emessi dalla

Politica di valutazione e pricing per la negoziazione/emissione dei prestiti obbligazionari emessi dalla Politica di valutazione e pricing per la negoziazione/emissione dei prestiti obbligazionari emessi dalla Banca di Credito Cooperativo San Giuseppe di Petralia Sottana Adottata con delibera del C.d.A. del

Dettagli

ALLEGATO 1 FIGURE PROFESSIONALI DI FILIALE

ALLEGATO 1 FIGURE PROFESSIONALI DI FILIALE ALLEGATO 1 FIGURE PROFESSIONALI DI FILIALE INDICE Direttore di Filiale... 3 Modulo Famiglie... 4 Coordinatore Famiglie... 4 Assistente alla Clientela... 5 Gestore Famiglie... 6 Ausiliario... 7 Modulo Personal

Dettagli

Modello Interno di Rating del Segmento Retail

Modello Interno di Rating del Segmento Retail Modello Interno di Rating del Segmento Retail Ricerca Newfin FITD Università Bocconi Milano, Framework Piano di lavoro Introduzione Cenni normativi Definizione del segmento Retail Trattamento del segmento

Dettagli

Banche e Sicurezza 2015

Banche e Sicurezza 2015 Banche e Sicurezza 2015 Sicurezza informatica: Compliance normativa e presidio del rischio post circolare 263 Leonardo Maria Rosa Responsabile Ufficio Sicurezza Informatica 5 giugno 2015 Premessa Il percorso

Dettagli

Disciplinare del Controllo di gestione

Disciplinare del Controllo di gestione Disciplinare del Controllo di gestione INDICE CAPO I - PRINCIPI E FINALITA ART. 1 Oggetto del Disciplinare pag. 3 ART. 2 Il controllo di gestione pag. 3 CAPO II - CONTABILITA ANALITICA ART. 3- Organizzazione

Dettagli

I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001

I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001 I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001 Percorsi di ampliamento dei campi di applicazione gestiti in modo

Dettagli

Elenco Intermediari operanti nel settore finanziario n. 27193. RELAZIONE SULLA GESTIONE AL BILANCIO AL 31.12.2012

Elenco Intermediari operanti nel settore finanziario n. 27193. RELAZIONE SULLA GESTIONE AL BILANCIO AL 31.12.2012 CITHEF S.C. a R.L. Sede Legale: Via Santa Lucia, 81 80132 Napoli Capitale Sociale:euro 610.330 i.v. R.E.A. Napoli n.507434 Registro Imprese di Napoli e C.F. 06629110633 Elenco Intermediari operanti nel

Dettagli

Criteri di pricing per i prestiti obbligazionari emessi dalla Banca

Criteri di pricing per i prestiti obbligazionari emessi dalla Banca Criteri di pricing per i prestiti obbligazionari emessi dalla Banca Redatto da: Responsabile Servizio Finanza e Tesoreria / Responsabile Servizio Controlli Interni Verificato da: Responsabile Compliance

Dettagli

Policy di valutazione e pricing dei prestiti obbligazionari di propria emissione

Policy di valutazione e pricing dei prestiti obbligazionari di propria emissione Policy di valutazione e pricing dei prestiti obbligazionari di propria emissione Tipo: Regolamento Redazione: Ufficio Organizzazione Approvazione: CdA Data rilascio: 27/04/2015 Revisione Data 1 2 3 27/04/2015

Dettagli