Provincia di Bergamo

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1 Provincia di Bergamo RAPPORTO AMBIENTALE NELL AMBITO DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO ITTICO PROVINCIALE BOZZA DELLA SINTESI NON TECNICA Coordinamento: Alberto Cigliano, dirigente del Settore Agricoltura, Caccia, Pesca e Polizia Provinciale Alberto Testa, Servizio Faunistico Ambientale Autori: Dr. Gaetano Gentili, Dr.ssa Silvia Porrini, Dr. Andrea Romanò Maggio 2008

2 INDICE 1 PREMESSA I CONTENUTI DEL RAPPORTO AMBIENTALE Premessa Quadro Normativo Quadro Programmatico: il Piano Ittico Pr ovinciale Obiettivi di protezione ambientale e coerenza del Piano Quadro Ambientale Potenziali effetti del Piano sull ambiente Misure di mitigazione o compensazione Monitoraggio Bibliografia

3 1 PREMESSA Il presente documento costituisce la Sintesi non Tecnica del Rapporto Ambientale relativo al Piano Ittico della Provincia di Bergamo, finalizzata a rendere facilmente comprensibili gli aspetti chiave del Rapporto Ambientale, sia ad un pubblico generico, sia ai responsabili delle decisioni. Il Rapporto Ambientale è un documento redatto nell ambito del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), disciplinata dalla Direttiva 2001/42/CE, comunemente nota anche come Direttiva VAS, e che si pone quale obiettivo fondamentale quello di garantire un elevato livello di protezione dell ambiente e di contribuire all integrazione di considerazioni ambientali all atto dell elaborazione e dell adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. La finalità della Valutazione Ambientale Strategica è dunque quella di contribuire al raggiungimento di soluzioni pianificatorie e programmatiche più sostenibili nell iter decisionale, grazie anche alla consultazione dei soggetti competenti in materia ambientale, chiamati ad esprimere la propria opinione sul Rapporto Ambientale e sulla proposta di Piano, e alla partecipazione del pubblico, invitato a presentare osservazioni o a fornire ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. In questo senso, il Rapporto Ambientale rappresenta lo strumento fondamentale per la valutazione e l integrazione degli aspetti ambientali concernenti il Piano, in quanto garantisce che gli effetti significativi sull ambiente vengano individuati, descritti e valutati nel corso del processo di elaborazione del Piano; esso rappresenta inoltre il documento base su cui l autorità competente per la VAS è tenuta ad esprimere un parere circa la validità del Rapporto Ambientale e della proposta di Piano, che deve tenere conto anche delle osservazioni e dei contributi ricevuti dai soggetti con competenze ambientali e dal pubblico coinvolti. 3

4 2 I CONTENUTI DEL RAPPORTO AMBIENTALE Secondo quanto stabilito dall Allegato I della Direttiva 2001/42/CE, le informazioni che devono essere riportate nel Rapporto Ambientale sono le seguenti: illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi; aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma; caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE; obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale; possibili effetti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori; misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o del programma; sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o mancanza di know-how) nella raccolta delle informazioni richieste; descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio; sintesi non tecnica delle informazioni. Sulla base di tali indicazioni, i contenuti del Rapporto Ambientale del Piano Ittico provinciale sono stati organizzati in modo tale da sviluppare tutti gli aspetti richiesti dalla normativa, approfondendo ulteriori elementi ritenuti utili ai fini delle valutazioni pertinenti alla pianificazione delle attività di gestione dell ittiofauna e della pesca. Nello specifico, il documento è stato strutturato come segue. 4

5 PREMESSA QUADRO NORMATIVO Piano Ittico Provinciale Valutazione Ambientale Strategica La VAS del Piano Ittico Provinciale di Bergamo QUADRO PROGRAMMATICO: IL PIANO ITTICO PROVINCIALE Obiettivi Contenuti Interventi Valutazione delle alternative OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE E COERENZA DEL PIANO Analisi della coerenza esterna Analisi della coerenza interna QUADRO AMBIENTALE Stato attuale degli ecosistemi acquatici Stato attuale della fauna ittica Elementi di particolare rilevanza ambientale e faunistica Evoluzione probabile dell ambiente in assenza di Piano POTENZIALI EFFETTI DEL PIANO SULL AMBIENTE Individuazione dei potenziali effetti significativi Descrizione degli effetti potenziali significativi MISURE DI MITIGAZIONE O COMPENSAZIONE MONITORAGGIO BIBLIOGRAFIA 2.1 Premessa Il Rapporto Ambientale si apre con una premessa iniziale, che introduce sinteticamente l argomento trattato, contestualizzandolo rispetto al suo specifico ambito di applicazione, ed esplicitando il principale obiettivo alla base dell intero procedimento di Valutazione Ambientale Strategica. 2.2 Quadro Normativo Questo capitolo illustra i principali riferimenti normativi in materia di pianificazione ittica e Valutazione Ambientale Strategica, evidenziando gli aspetti significativi che disciplinano la gestione delle acque, della pesca e della fauna ittica, e le procedure di VAS. Viene illustrato nel dettaglio la procedura di VAS, descrivendo le singole fasi del procedimento previste dalla normativa vigente. È infine illustrato il percorso metodologico della VAS applicato, nello specifico, per il Piano Ittico Provinciale di Bergamo, rappresentato dallo schema che segue. 5

6 FASE DEL PIANO PROCESSO DI PIANO ITTICO VAS FASE 1 Orientamento e impostazione Conferenza di verifica/valutazione FASE 2 Elaborazione e redazione Conferenza di valutazione DECISIONE Definizione degli obiettivi e dei contenuti del Piano Ittico Rilevamento e aggiornamento dei dati e delle informazioni disponibili sul territorio attraverso la redazione della Carta Provinciale delle Vocazioni Ittiche Acquisizione di proposte e pareri da parte delle Associazioni, degli Enti e degli Organismi presenti nella Consulta Pesca Provinciale Presentazione in Commissione Consiliare dello stato di avanzamento dei lavori Esame in Consulta Pesca allargata ai rappresentanti dell Associazionismo locale delle proposte pervenute Definizione della bozza del Piano Ittico Definizione schema operativo per la VAS e individuazione dei soggetti e delle autorità ambientali coinvolte Deliberazione della Giunta Provinciale di avvio del procedimento e comunicazione ai soggetti interessati con pubblicazione sul BURL e su un quotidiano Verifica della presenza di siti Rete Natura 2000 (SIC e ZPS) Definizione dell ambito di influenza (scoping) e definizione delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale Avvio del confronto esterno rivolto agli Enti territorialmente interessati e ai soggetti competenti in materia ambientale ed ai settori del pubblico interessati Indizione della 1 a Conferenza di presentazione e discussione della bozza del Piano Ittico come elaborata dal Servizio Faunistico Ambientale sentita la Consulta Pesca Provinciale Presentazione e approvazione del percorso metodologico Deliberazione della Giunta Provinciale di approvazione del percorso metodologico Pubblicazione della bozza del Piano Raccolta osservazioni Valutazione (motivata) delle osservazioni pervenute Redazione della proposta finale del Piano Ittico Analisi di coerenza esterna Stima degli effetti ambientali attesi anche con riferimento agli habitat ed alle specie di cui alla Direttiva 92/43 CEE e 74/409 CEE Confronto e selezione delle alternative Analisi di coerenza interna Progettazione del sistema di monitoraggio (costruzione e selezione degli indicatori) Studio di Incidenza SIC e ZPS Redazione della proposta del Rapporto Ambientale e della proposta della Sintesi non tecnica Illustrazione della proposta di Piano alla competente Commissione Consiliare Comunicazione alla Giunta Provinciale della proposta di Piano, della proposta del Rapporto Ambientale - incluso lo Studio di Incidenza - e della proposta della Sintesi non tecnica Deposito e pubblicazione della proposta di Piano, della proposta del Rapporto Ambientale - incluso lo Studio di Incidenza - corredato dalla proposta della Sintesi non tecnica Raccolta osservazioni Valutazione (motivata) delle osservazioni pervenute Acquisizione del parere obbligatorio e vincolante della Regione Lombardia sullo Studio di Incidenza su SIC e ZPS (Valutazione di Incidenza) Indizione della 2 a Conferenza di valutazione e discussione dei contenuti della proposta di Piano Ittico, della proposta del Rapporto Ambientale e dell esito dello Studio di Incidenza Redazione del verbale della conferenza Predisposizione del Parere motivato da parte dell autorità competente per la VAS, d intesa con l autorità procedente, sul documento di Piano, sul Rapporto Ambientale, e sullo Studio di Incidenza 6

7 FASE DEL PIANO PROCESSO DI PIANO ITTICO VAS FASE 3 Approvazione Presentazione in Giunta Provinciale della proposta di delibera di approvazione Piano, del Rapporto Ambientale e della sintesi non tecnica Presentazione in Commissione Consiliare Verifica della corretta applicazione della VAS FASE 4 Attuazione, gestione e monitoraggio Approvazione del Piano in Consiglio Provinciale Monitoraggio attuazione Monitoraggio indicatori Azioni correttive ed eventuali retroazioni Rapporti di monitoraggio e valutazione periodica Tabella 2-1. Percorso metodologico della Valutazione Ambientale Strategica VAS del Piano Ittico Provinciale di Bergamo. 2.3 Quadro Programmatico: il Piano Ittico Provinciale Il Piano Ittico costituisce lo strumento con il quale la Provincia si propone di perseguire le finalità di tutela della fauna ittica, in particolare di quella autoctona, per salvaguardare la qualità ambientale nel suo complesso. Tale documento illustra pertanto una serie di provvedimenti e di attività di carattere gestionale, nonché i criteri e i principi che stanno alla base di una corretta e adeguata gestione dei popolamenti ittici e dell attività alieutica, proprio con il preciso intento di rendere concretizzabili le finalità di tutela di cui sopra. In questo capitolo sono pertanto esplicitati gli obiettivi del Piano Ittico, descritti i suoi principali contenuti e illustrati i vari interventi previsti dalla pianificazione ittica, così come riportato in Tabella 2-2. OBIETTIVI GENERALI CONTENUTI TIPOLOGIE DI INTERVENTO Mantenimento e incremento delle popolazioni ittiche di pregio soggette a maggior pressione di pesca Tutela delle specie ittiche di interesse conservazionistico Sviluppo dell attività di pesca dilettantistica Valorizzazione e razionalizzazione della pesca professionale Gestione delle acque correnti e dei bacini idrici che privilegi la tutela della riproduzione naturale e la sopravvivenza della fauna ittica Classificazione e categorizzazione delle acque ai fini della pesca Diritti esclusivi di pesca, i diritti demaniali esclusivi di pesca e gli usi civici Zone di protezione, ripopolamento e tutela ittica Gare e le manifestazioni di pesca, con indicazione dei tratti di acque dove si possono svolgere Pesca a mosca, con indicazione dei tratti di acque dove si può svolgere e delle relative modalità Regolamentazione dell attività di pesca professionale Ripopolamenti di fauna ittica Andamento dei pescatori in Provincia di Bergamo Obblighi ittiogenici Specie esotiche Strumenti per una migliore gestione della pesca (misure minime, periodi di divieto, limiti di cattura, specie oggetto di particolare tutela) Alterazioni ambientali e gli interventi di mitigazione Interventi di regolamentazione dell attività alieutica, attraverso disposizioni che stabiliscono limiti sulle specie pescabili e sui quantitativi prelevabili, periodi di divieto della pesca, misure minime dei soggetti catturati Interventi gestionali sulla fauna ittica, attraverso attività di sostegno diretto dei popolamenti ittici (ripopolamenti) Interventi ambientali a sostegno indiretto della comunità ittica, mediante miglioramenti ambientali Tabella 2-2. Obiettivi, contenuti e tipologie di intervento del Piano Ittico. 7

8 Il paragrafo conclusivo di questo capitolo, infine, è dedicato alla valutazione delle possibili alternative, da cui si può concludere che le scelte effettuate nell ambito del Piano Ittico (riguardanti la definizione delle misure di salvaguardia delle specie ittiche e la regolamentazione dell attività di pesca, l individuazione di specifici istituti, la definizione di interventi di gestione della fauna ittica e di miglioramento ambientale) sono quelle più adeguate per conciliare le esigenze di tutela del patrimonio ittico indigeno e di incremento dei popolamenti ittici, con quelle dei fruitori della risorsa ittica in qualità di pescatori dilettanti e professionisti. 2.4 Obiettivi di protezione ambientale e coerenza del Piano In questo capitolo viene valutata la congruità complessiva del Piano, sia rispetto al contesto normativo, pianificatorio e territoriale nel quale si inserisce, sia nella sua struttura interna, mediante la cosiddetta analisi della coerenza, che permette di: verificare che gli obiettivi e le linee d azione di Piano siano compatibili con gli obiettivi di sostenibilità e protezione ambientale previsti a tutti i livelli di pianificazione/programmazione (internazionalecomunitario, nazionale, regionale, provinciale, locale), in modo da escludere l esistenza di eventuali conflittualità (questo tipo di analisi è definito analisi di coerenza esterna ); verificare la corrispondenza tra gli obiettivi di Piano dichiarati e gli interventi proposti per il loro conseguimento, affinché siano individuati eventuali contraddizioni o aspetti non considerati o non trattati in modo approfondito, all interno del Piano (questo tipo di analisi è definito analisi di coerenza interna ). Dalle valutazioni effettuate è emersa la completa congruità degli obiettivi e degli indirizzi del Piano Ittico con quanto previsto da norme e altri piani e programmi attualmente in vigore e che trattano, almeno in parte, il tema delle acque, della fauna ittica e dell attività alieutica; è stata inoltre verificata la corrispondenza tra obiettivi e azioni di Piano, definendo un adeguato sistema di indicatori in grado di valutare l adeguatezza e l efficacia delle strategie, degli interventi e delle scelte adottate dal Piano per il raggiungimento delle finalità esplicitate dal Piano stesso. 2.5 Quadro Ambientale In questo capitolo è illustrato il quadro ambientale relativo agli aspetti pertinenti al Piano Ittico, rappresentati dagli ambienti acquatici e dalla fauna ittica, sulla base delle informazioni disponibili. A questo proposito occorre evidenziare come il Piano Ittico, a differenza di altri strumenti pianificatori, sia un documento che la normativa di settore prevede sia sempre accompagnato dalla Carta delle Vocazioni Ittiche, che pertanto costituisce il quadro conoscitivo di riferimento ambientale e faunistico a supporto dell attività pianificatoria, e al quale il Rapporto Ambientale rimanda per eventuali approfondimenti, limitandosi a descrivere in modo sintetico le caratteristiche ecologiche degli habitat, lo stato complessivo della qualità delle acque e dei popolamenti ittici dei principali corpi idrici della Provincia di Bergamo. 8

9 Nella tabella che segue è riportato l elenco completo di tutte le specie ittiche autoctone ed esotiche presenti nelle acque bergamasche, con un indicazione sommaria circa la relativa abbondanza a livello provinciale. NOME COMUNE NOME SCIENTIFICO ABBONDANZA AUTOCTONE Agone Alosa fallax Molto abbondante nel Lago di Iseo Alborella Alburnus alburnus alborella Scarsa, presente nel Lago d Iseo e nei fiumi Serio e Oglio sublacuale Anguilla Anguilla anguilla Diffusa nei laghi e nel Fiume Oglio (ripopolamenti) Barbo canino Barbus meridionalis Sporadico Barbo comune Barbus plebejus Comune e molto diffusa nei principali corsi d acqua di fondovalle Bottatrice Lota lota Presente solo nel Lago d Iseo, dove risulta comune Cavedano Leuciscus cephalus Diffusa Cobite comune Cobitis taenia Diffusa Ghiozzo padano Padogobius martensii Diffusa Gobione Gobio gobio Diffusa nei corsi d acqua di pianura Lampreda padana Lethenteron zanandreai Sporadica Lasca Chondrostoma genei Sporadica Luccio Esox lucius Presente nei laghi d Iseo, Endine e Gaiano e nell Oglio sublacuale Panzarolo Knipowitschia punctatissima Molto rara Persico reale Perca fluviatilis Presente nei laghi d Iseo, Endine e Gaiano e nell Oglio sublacuale Pigo Rutilus pigus Sporadica Salmerino alpino Salvelinus alpinus Presente nei laghi alpini e nel Lago d Iseo (sporadica) Sanguinerola Phoxinus phoxinus Presente nei laghi alpini e nei corsi d acqua pedemontani Savetta Chondrostoma soetta Sporadica nei fiumi Adda e Oglio Scardola Scardinius erythrophthalmus Diffusa Scazzone Cottus gobio Comune in ambito montano Spinarello Gasterosteus aculeatus Presente in alcuni fontanili Storione cobice Acipenser naccarii Molto rara Temolo Thymallus thymallus Comune nei fiumi Brembo, Serio e Oglio prelacuale Tinca Tinca tinca Comune nei laghi e nei corsi d acqua di pianura Triotto Rutilus erythophthalmus Scarsa Trota fario Salmo (trutta) trutta Diffusa nelle acque vocazionali Trota marmorata Salmo (trutta) marmoratus Vairone Leuciscus souffia Molto Diffusa nelle acque vocazionali diffusa ALLOCTONE Carassio Carassius carassius Diffusa (abbondante soprattutto nel Lago d Endine) Carpa Cyprinus carpio Diffusa Coregone Coregonus lavaretus Abbondante nel Lago d Iseo Gambusia Gambusia holbrooki Sporadica Gardon Rutilus rutilus Presente nell Oglio sublacuale (scarso) Lucioperca Stizostedion lucioperca Presente nel Lago d Endine Persico sole Lepomis gibbosus Diffusa Persico trota Micropetus salmoides Presente nel Lago d Endine Pesce gatto Ictalurus melas Sporadica Pseudorasbora Pseudorasbora parva Sporadica Rodeo amaro Rhodeus amarus Sporadica Salmerino di fonte Salvelinus fontinalis Presente nei laghi alpini 9

10 NOME COMUNE NOME SCIENTIFICO ABBONDANZA Siluro Silurus glanis Presente nel Lago d Endine Trota iridea Oncorhynchus mykiss Sporadica nelle acque vocazionali ai Salmonidi Tabella 2-3. Le specie ittiche presenti nelle acque della Provincia di Bergamo. Il quadro che ne risulta è rappresentato da un totale di 43 specie, di cui 29 autoctone e 14 alloctone; tra le specie autoctone è compresa anche la lampreda padana, che non costituisce un pesce nel senso stretto del termine bensì un Ciclostomo Petromizonte, convenzionalmente trattato nell ambito della fauna ittica; occorre infine considerare anche la presenza, nel territorio bergamasco, dell ibrido trota fario x trota marmorata, non riportato in tabella. La caratterizzazione del quadro ambientale deve comprendere anche l individuazione di eventuali aspetti dell ambiente di cui il Piano deve tenere conto durante la definizione degli indirizzi e delle strategie di Piano. In questo caso, sono stati individuati nell ambito di pertinenza del Piano i seguenti elementi di particolare rilevanza naturalistico-ambientale e faunistica: siti della Rete Natura 2000: nel territorio provinciale sono presenti 23 siti istituiti ai sensi della Direttiva 92/43/CEE (Siti di Interesse Comunitario SIC) e della Direttiva 79/409/CEE (Zone di Protezione Speciale ZPS); in particolare vi sono 17 SIC, 4 ZPS e 2 SIC-ZPS e per tali siti sono state valutate, mediante Studio di Incidenza, le possibili ricadute del Piano sugli habitat e sulle specie di interesse comunitario per i quali tali siti sono stati designati; dallo studio è emerso come le previsioni di Piano comportino per i siti della Rete Natura 2000 effetti nel complesso poco significativi o nulli; aree protette: in Provincia di Bergamo, il sistema delle aree protette è costituito da 5 Parchi Regionali, 6 Riserve Naturali Regionali, 12 Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS), e un Monumento Naturale; le finalità individuate dagli Enti Parco relativamente alla tutela e alla conservazione degli ambienti acquatici e della fauna autoctona, in particolare di quella ittica, risultano pienamente condivise dal Piano Ittico, che recepisce e integra alcune disposizioni previste dai Piani Territoriali di Coordinamento (PTC) dei Parchi in tale ambito; specie ittiche di interesse comunitario e conservazionistico: sono le specie inserite negli allegati II, IV o V della Direttiva 92/43/CEE oppure inserite nelle liste rosse internazionali e nazionali sulla base del loro rischio di estinzione, per le quali è richiesta una particolare protezione; relativamente alle specie presenti nelle acque provinciali, il Piano Ittico definisce una serie di azioni, strategie e misure di salvaguardia di tipo sia diretto (divieto di pesca, limitazioni all attività alieutica, attività di ripopolamento) sia indiretto (interventi di miglioramento e riqualificazione ambientale per il mantenimento e/o il ripristino della qualità degli ecosistemi acquatici e a sostegno della riproduzione naturale), aventi lo scopo di garantire la conservazione e la tutela delle specie ittiche di interesse comunitario e conservazionistico, che costituisce peraltro uno degli obiettivi principali del Piano. Per quanto riguarda l evoluzione probabile dell ambiente in assenza di Piano, si ritiene che la mancata applicazione delle misure dirette e indirette di tutela e incremento delle specie ittiche, possa nel tempo influire negativamente sullo stato dei popolamenti ittici, in termini sia quantitativi (minori abbondanze) sia 10

11 qualitativi (strutture di popolazione non equilibrate e maggiore diffusione di specie esotiche dannose), con conseguenti ripercussioni anche sull attività alieutica, che vedrà diminuire i quantitativi prelevabili. 2.6 Potenziali effetti del Piano sull ambiente In questo capitolo sono individuati, descritti e valutati i potenziali effetti significativi sull ambiente determinati dall attuazione degli interventi proposti dal Piano. N ella tabella che segue è illustrata una sintesi delle valutazioni riportate nel Rapporto Ambientale. AZIONI, INTERVENTI, STRATEGIE GESTIONALI DI PIANO EFFETTI POTENZIALI SIGNIFICATIVI TIPOLOGIA Riqualificazione ambientale Gestione faunistica e alieutica DESCRIZIONE Rilascio di Deflusso Minimo Vitale (DMV) a valle di ogni captazione Realizzazione di passaggi artificiali per pesci nel reticolo idrografico prioritario per le migrazioni Interventi di manutenzione della vegetazione riparia lungo gli alvei fluviali Miglioramento e manutenzione delle aree di riproduzione ittica presso i litorali lacustri Istituzione di zone di salvaguardia (zone di protezione e ripopolamento, zone di tutela) Divieto di pesca di specie ittiche di pregio Ripopolamenti ittici nelle acque vocazionali Azioni di salvaguardia del temolo Controllo delle specie ittiche alloctone dannose Il rilascio di un adeguata portata minima a valle di una derivazione, secondo le indicazioni fornite dal Piano nel pieno rispetto della normativa vigente, consente di mantenere vitale l intero ecosistema fluviale, con conseguenti benefici per tutte le biocenosi acquatiche e riparie, e in particolare per la fauna ittica, per la qualità delle acque, per la biodiversità, per la popolazione e per il paesaggio. Il Piano individua le derivazioni che comportano i maggiori effetti negativi sulle popolazioni ittiche provinciali, per le quali ritiene prioritaria la realizzazione di idonei passaggi artificiali per pesci. Queste opere avranno effetti positivi sulla fauna ittica, che potrà continuare a spostarsi liberamente lungo il corso d acqua alla ricerca di fonti alimentari e di idonei siti riproduttivi. Il ripristino della continuità fluviale consentirà dunque di garantire la sopravvivenza e il successo riproduttivo delle specie migratrici con conseguente beneficio per la biodiversità complessiva dell ambiente acquatico e per l attività alieutica. Questo tipo di intervento comporta effetti positivi per la fauna ittica grazie ad una maggiore disponibilità di rifugi in prossimità delle sponde. Il miglioramento e l estensione della fascia vegetazionale riparia comporta inoltre notevoli benefici per l ambiente acquatico nel suo complesso e per l intera biocenosi fluviale. Questo tipo di intervento favorisce il successo della riproduzione naturale della comunità ittica lacustre, grazie alla disponibilità di habitat idonei alla deposizione delle uova e allo sviluppo degli stadi giovanili, garantendo l instaurarsi di popolazioni abbondanti, con beneficio indiretto anche per la pesca dilettantistica e professionale. La presenza di queste zone, nelle quali è totalmente vietata la pesca e dove si possono effettuare catture unicamente a fini di ripopolamento, favorisce la conservazione del patrimonio ittico autoctono e l incremento delle consistenze delle popolazioni ittiche, in particolare delle specie di pregio. I benefici sono anche per l attività alieutica praticata al di fuori di queste zone, in seguito all irradiamento naturale o artificiale dei soggetti. Il Piano stabilisce il divieto di pesca di alcune specie ittiche di particolare pregio (barbo canino, lasca, scazzone, cobite comune e lampreda padana), favorendone quindi la tutela e l incremento delle consistenze, con conseguente beneficio per l intero patrimonio ittico autoctono e per la biodiversità complessiva degli ambienti acquatici. Queste operazioni, rivolte alle specie di interesse conservazionistico e alieutico, caratterizzate da popolazioni in calo demografico, favoriscono l incremento delle consistenze dei popolamenti, con un conseguente beneficio per il patrimonio ittico e la biodiversità degli ambienti acquatici, e naturalmente anche per la pesca. Il principale rischio associato a queste attività è l introduzione involontaria di specie esotiche oppure di materiale da ripopolamento scadente in termini di caratteristiche genetiche e di capacità di adattamento all ambiente naturale. Un ulteriore criticità legata ai ripopolamenti è rappresentata dal possibile impatto negativo sugli anfibi, soprattutto in quei siti particolarmente idonei alla loro riproduzione, legato all attività predatoria dei pesci su uova e girini. L attuazione di specifiche misure di tutela del temolo, consente di salvaguardare una specie di interesse conservazionistico e alieutico, a tutto vantaggio della biodiversità delle biocenosi acquatiche e anche di una fruizione alieutica sostenibile. Contrastare la diffusione delle specie esotiche dannose rappresenta un importante azione a favore della tutela e conservazione del patrimonio ittico autoctono, con conseguenti benefici per la biodiversità degli ecosistemi acquatici. Le azioni di pesca selettiva (elettropesca, pesca con reti, pesca subacquea) effettuate per contenere le specie ittiche invasive, possono comportare un disturbo per altri animali presenti nell area interessata, (pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi 11

12 AZIONI, INTERVENTI, STRATEGIE GESTIONALI DI PIANO EFFETTI POTENZIALI SIGNIFICATIVI TIPOLOGIA Formazione e divulgazione DESCRIZIONE Prescrizione degli obblighi ittiogenici ai soggetti derivatori Istituzione di zone a fruizione di pesca differenziata (pesca invernale, pesca a mosca, gare e manifestazioni di pesca, pesca subacquea, pesca a riva con reti professionali) Mitigazione dell attività predatoria degli uccelli ittiofagi Misure di salvaguardia del patrimonio ittico in caso di asciutte, interruzioni e interventi in alveo Regolamentazione dell attività alieutica Regolamentazione della pesca professionale Attività di riproduzione artificiale utilizzando individui selvatici di popolazioni locali Interventi formativi Divulgazione della programmazione e pianificazione annuale della pesca Divulgazione delle attività di tutela e incremento delle specie ittiche acquatici). È inoltre possibile che si verifichi il ferimento di alcuni individui appartenenti a specie ittiche autoctone coinvolti durante le azioni di contenimento. Gli obblighi ittiogenici rappresentano un valido strumento a supporto della tutela e del mantenimento delle popolazioni ittiche autoctone, finalizzati a compensare gli effetti negativi causati da una derivazione. La presenza di zone a fruizione di pesca differenziata consente di conciliare le esigenze di salvaguardia dei popolamenti ittici con quelle di valorizzazione e sviluppo di un attività alieutica, sia dilettantistica che professionale, eco-sostenibile. Tra le criticità rilevate vi sono: il possibile disturbo per i pesci e per altre specie animali, durante lo svolgimento di gare e manifestazioni di pesca, comunque di natura locale e temporanea; i potenziali effetti negativi associati all immissione di pesci adulti pronta-pesca sulle popolazioni ittiche naturali; il prelievo accidentale e quindi il possibile ferimento di soggetti appartenenti a specie autoctone nelle zone per la pesca invernale, indirizzate unicamente alla trota iridea. La riduzione del prelievo diretto di pesci comporta notevoli benefici per la tutela e la conservazione dell intero patrimonio ittico, consentendo di limitare anche i numerosi effetti indiretti associati alla predazione (ferimento dei soggetti sfuggiti alla cattura, alterazione del comportamento dei pesci), con effetti positivi per la biodiversità degli ambienti acquatici, e anche per la fruizione alieutica della risorsa ittica. A seconda dei metodi adottati, i possibili effetti negativi sono rappresentati dal disturbo sulle altre specie, in particolare di altri uccelli, o, nel caso di veri e propri abbattimenti selettivi, dal ferimento accidentale di altre specie ornitiche acquatiche. Questi tipi di rischi sono valutati nell ambito di studi specifici che accompagnano la definizione del programma degli interventi dissuasivi. Le misure stabilite dalla Provincia per mitigare l impatto di interventi sui corsi d acqua e laghi alpini che causano interruzioni o che, per intero o in parte, modificano la portata sino all asciutta, consentono di tutelare il patrimonio ittico e di mantenere popolazioni vitali e stabili, con effetti positivi sullo stato di conservazione della biodiversità generale degli ambienti acquatici. La definizione di periodi di divieto, misure minime e limiti al catturato, costituisce il presupposto fondamentale ai fini di una gestione alieutica sostenibile e della tutela del patrimonio ittico e, in generale, degli equilibri e della biodiversità degli ecosistemi acquatici. L insieme delle misure di salvaguardia e dei vincoli al prelievo, garantendo la possibilità di sviluppare popolazioni ittiche stabili e abbondanti, favoriscono pertanto anche lo sviluppo di un attività alieutica soddisfacente e, al tempo stesso, sostenibile in termini ecologici. Il Piano, stabilendo limiti nelle tipologie e nelle modalità di utilizzo dei differenti attrezzi consentiti ai pescatori di professione, garantisce lo svolgimento di un attività di prelievo eco-sostenibile, nel rispetto della tutela e salvaguardia del patrimonio ittico. Questo tipo di attività, direttamente finalizzato all incremento delle popolazioni ittiche autoctone, consente di disporre di materiale da semina qualitativamente migliore (in termini sia genetici che di adattabilità all ambiente) rispetto a quello proveniente da grandi allevamenti e comunemente impiegato nelle campagne di ripopolamento, con conseguenti benefici sullo stato di conservazione del patrimonio ittico autoctono, e, in generale, della biodiversità, a tutto vantaggio anche dell attività alieutica. Si tratta di iniziative didattiche e formative, quali corsi di formazione e aggiornamento per Agenti di vigilanza volontari e per operatori, che costituiscono un valido supporto operativo fra il personale volontario in grado di coadiuvare le iniziative provinciali nell ambito della gestione ittica e della vigilanza, con benefici per la comunità ittica ma anche per i pescatori, che possono contare su un valido sostegno a favore di un attività alieutica corretta e sostenibile. La diffusione all utenza delle informazioni relative alla programmazione e alla pianificazione annuale dell attività alieutica, è fondamentale per rendere operativi gli strumenti e i provvedimenti adottati dal Piano, e quindi per garantire il raggiungimento degli obiettivi di tutela e incremento della fauna ittica autoctona. Portare a conoscenza del pubblico le iniziative predisposte dal Piano Ittico nell ambito della salvaguardia e dell incremento delle specie ittiche, significa sensibilizzare l opinione pubblica sull importanza della conservazione del patrimonio ittico autoctono e della biodiversità degli ecosistemi acquatici, responsabilizzando i comuni cittadini nei confronti dell ambiente e delle sue risorse naturali che devono costituire un bene comune non soltanto da poter fruire, ma anche e soprattutto da preservare e tutelare. Tabella 2-4. Descrizione degli effetti potenziali significativi delle azioni di Piano sull ambiente. 12

13 LEGENDA: Effetto positivo significativo Effetto negativo significativo 2.7 Misure di mitigazione o compensazione Sulla base delle potenziali criticità individuate nel precedente capitolo, e riportate in Tabella 2-4, sono state definite le iniziative finalizzate a limitare i possibili effetti negativi connessi all attuazione di alcuni interventi e misure previsti dal Piano Ittico, sinteticamente descritte nella tabella che segue. AZIONE DI PIANO POTENZIALE CRITICITÀ MISURE DI MITIGAZIONE/COMPENSAZIONE PREVISTA Ripopolamenti ittici nelle acque vocazionali Controllo delle specie ittiche alloctone dannose Istituzione di zone per la pesca invernale nelle acque di tipo B (acque vocazionali ai Salmonidi) Istituzione di zone per gare e manifestazioni di pesca Mitigazione dell attività predatoria degli uccelli ittiofagi Immissione accidentale di specie esotiche e di materiale da ripopolamento di scarsa qualità genetica e ridotta capacità di adattamento all ambiente naturale Impatto sugli anfibi Programma di riproduzione artificiale di soggetti selvatici attraverso l utilizzo di una rete di incubatoi ittici. Iniziative di miglioramento delle strutture produttive in modo tale da incrementarne l efficienza. Predisposizione di un adeguato Piano di ripopolamento nel quale sono fornite specifiche indicazioni in merito alle specie, ai quantitativi da immettere (compatibili con la capacità portante dei corsi d acqua), agli ambienti acquatici interessati, nonché alle modalità di immissione. Divieto di immissione di ittiofauna in tutti i bacini naturali o artificiali con caratteristiche ottimali per la riproduzione degli anfibi (estensione e profondità ridotte, assenza di immissari/emissari). Eventuali interventi di eradicazione/traslocazione di ittiofauna introdotta in passato in bacini di particolare interesse per la fauna anfibia. Potenziale disturbo e ferimento di Scelta di metodi di tipo selettivo, che consentano la altre specie non oggetto di liberazione dei soggetti non oggetto di intervento. intervento Esclusione di metodi di cattura che possano comportare effetti negativi prolungati nel tempo sui pesci rilasciati (reti, trappole) Immissione di pesci adulti prontapesca Prelievo accidentale e ferimento di soggetti appartenenti a specie diverse dalla trota iridea Disturbo dei pesci e di altri animali Immissione di pesci adulti prontapesca Disturbo di altre specie animali Ferimento accidentale di altri uccelli non oggetto di intervento Tabella 2-5. Descrizione delle misure di mitigazione/compensazione previste. Collocazione delle zone per la pesca invernale in tratti di ridotto pregio faunistico, dove i popolamenti ittici naturali sono scarsi o assenti, e dove è già prevista l immissione di pesci pronta-pesca per lo svolgimento di gare di pesca. Limitazione allo svolgimento di questo tipo di attività prevalentemente in appositi e limitati tratti. Limitazione, sul resto del territorio, del numero massimo degli eventi di pesca a 2 all anno per ogni Comune. Divieto di istituire campi temporanei in zone già destinate ai campi fissi. Definizione di un piano di attività che preveda l impiego di metodi di dissuasione di tipo selettivo. 13

14 2.8 Monitoraggio Il Rapporto Ambientale si conclude con la definizione del piano di monitoraggio finalizzato alla verifica dei reali effetti conseguenti all applicazione delle misure previste dal Piano, consentendo dunque di valutare l effettivo raggiungimento dei risultati attesi e il perseguimento degli obiettivi prefissati. A tale scopo sono state pertanto individuate e descritte delle specifiche attività di monitoraggio associate ad ogni azione di piano, che utilizzano il sistema degli indicatori precedentemente definito. Nel complesso, l obiettivo principale del piano monitoraggio consiste nella verifica dei seguenti aspetti: la distribuzione e l abbondanza delle specie ittiche, con particolare riferimento a quelle di interesse comunitario e conservazionistico e di rilevanza alieutica; l efficacia dei ripopolamenti messi in atto annualmente con il Piano di Ripopolamento Provinciale; l efficacia delle zone di tutela o dei tratti a pesca differenziata rispetto agli obiettivi di istituzione; l adeguatezza delle misure di protezione (periodi, misure minime, entità del prelievo) e degli strumenti dell attività di pesca; l effettiva realizzazione, e la relativa efficacia, degli interventi di miglioramento ambientale autorizzati e/o promossi; i quantitativi del pescato dilettantistico e professionale. 2.9 Bibliografia In questa sezione terminale sono elencate le principali fonti informative consultate nel corso della stesura del Rapporto Ambientale. 14

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