Relazione finale. Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea.

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1 REGIONE PIEMONTE Settore Tutela e Gestione della Fauna Selvatica e Acquatica Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea Relazione finale Settembre 2012 Università degli Studi di Torino Politecnico di Torino In collaborazione con Karlstad University Eaulogie s.r.l.

2 Responsabili scientifici: Prof. Gilberto Forneris (Università degli Studi di Torino) Ing. Claudio Comoglio (Politecnico di Torino) Gruppo di lavoro: Dott. Massimo Pascale Dott. Michele Spairani Dott. Stefano Forneris Dott. Olle Calles Dott. Matteo Barzan Dott. Alessandro Balestrieri Ing. Paolo Vezza Si ringraziano per la collaborazione l Ente di gestione delle Aree Protette del Po e della Collina Torinese, il Servizio Tutela della Fauna e della Flora della Provincia di Torino, il Servizio Valorizzazione e Protezione Flora e Fauna della Provincia di Vercelli, il Settore Tutela Quantitativa e Qualitativa delle Acque della Regione Piemonte, i proprietari e gestori delle tenute Baraccone e Pastore, i gestori delle riserve di pesca (FIPSAS, Pastore, Tenuta Duca-Arborea ss) e le associazioni dei pescatori e tutti coloro che hanno contribuito a vario titolo alla realizzazione del presente studio. 1

3 Indice 1. Premessa 3 2. Sito di studio 4 3. Inquadramento ambientale 7 4. Sintesi dati idrologici disponibili 9 5. Inquadramento ittiologico Campionamento dell ittiofauna Risultati del campionamento dell ittiofauna Monitoraggio mediante radiotracking Risultati del monitoraggio mediante radiotracking Considerazioni conclusive 86 2

4 1. Premessa Il presente documento costituisce la relazione finale relativa alle attività dal titolo Studio sugli spostamenti (migrazioni) delle principali specie ittiche del bacino della bassa Dora Baltea di cui alla Convenzione n del 11/05/2011 stipulata tra l Università di Torino, Dipartimento di Produzioni Animali, Epidemiologia ed Ecologia e la Regione Piemonte. Le attività illustrate nella presente relazione sono state svolte dal personale del Politecnico di Torino e dell Università degli Studi di Torino in collaborazione con la Karlstad University, Svezia (marcatura ed installazione stazioni fisse) ed Eaulogie s.r.l. (campionamenti ittiofauna). 3

5 2. Sito di studio Il sito di studio è costituito dal tratto terminale del Fiume Dora Baltea dalla traversa del Canale Farini in Comune di Saluggia (VC) sino alla confluenza con il Fiume Po (lunghezza pari a circa 7 km) e da un tratto di Fiume Po in corrispondenza della suddetta confluenza (lunghezza pari a circa 17,5 km) dalla traversa fluviale della Coutenza Canali Cavour in Comune di Chivasso (TO) sino al ponte della SP 107 tra il Comune di Crescentino (VC) e di Verrua Savoia (TO). Gli estremi di monte dei due tratti costituiscono un ostacolo per le migrazioni delle diverse specie ittiche. Figura 1. Area di studio (estratto da Google Earth, scale alterate) 4

6 Figura 2. Area di studio (estratto da Google Maps) Figura 3. Traversa Coutenza Canali Cavour sul Fiume Po (estratto da Google Maps) 5

7 Figura 4. Traversa Canale Farini sul Fiume Dora Baltea (estratto da Google Maps) 6

8 3. Inquadramento ambientale La porzione di reticolo idrografico piemontese indagata nella presente studio ed oggetto delle attività di monitoraggio presenta alcune peculiarità che la rendono, per certi versi, un sistema unico in Piemonte; i due fiumi che lo costituiscono hanno caratteristiche molto differenti, essendo l uno (il Po) caratterizzato da regime idrologico nivo-pluviale e caratteristiche potamali, proprie delle zone colonizzate da ciprinidi, l altro (la Dora Baltea), caratterizzato da regimi termici delle acque e tipi di substrato idonei per il mantenimento di popolazioni di salmonidi e timallidi fino alla sua confluenza con il Po. A valle della confluenza con la Dora il Po acquisisce inoltre molte della caratteristiche proprie del suo principale affluente piemontese, divenendo ambiente potenzialmente capace di ospitare tutti i pesci d acqua dolce tipici della porzione occidentale del distretto padano-veneto. All interno di questo sistema sono presenti quindi habitat idonei al mantenimento di un elevato numero di specie, da quelle d acqua fredda come le trote, i temoli e gli scazzoni, a quelle d acqua temperata come la tinca, il triotto e la scardola. Un altro aspetto molto importante e peculiare tra i sistemi di confluenza dei corsi d acqua più importanti a livello piemontese è la relativa apertura del sistema. In questo ambito i pesci hanno la possibilità di spostamenti consistenti, soprattutto lungo il Po, a seconda dei momenti dell anno ed in funzione delle rispettive esigenze ecologiche. Grossolanamente è possibile identificare il tratto terminale della Dora Baltea come la zona idonea per la riproduzione delle specie frigofile, il tratto di Po chivassese come l area di frega dei ciprinidi reofili, le lanche ed i rami laterali del Po della zona di Crescentino come le zone riproduttive dei pesci fitofili (triotto, scardola, tinca) e del luccio. La Dora Baltea è particolarmente importante per salmonidi, timallidi e cottidi ai fini riproduttivi, in quanto acque fredde, veloci e substrati ghiaioso costituiscono le condizioni necessarie per la deposizione ed è altrettanto importante durante il periodo estivo, quando la temperatura del Po, anche a causa degli ingenti prelievi ad uso irriguo, diviene elevata ed incompatibile con la sopravvivenza di trote, temoli e scazzoni. Dal punto di vista riproduttivo, ad esempio, la maggior parte dell attività di deposizione dei salmonidi, ed in particolare di Salmo (trutta) marmoratus, importante endemismo dell area padana e specie inserita dalla Comunità Europea tra quelle a rischio necessitanti di misure di tutela, è concentrata nel tratto di Dora Baltea a valle della presa del canale Farini a Saluggia (Pascale, rif. pers.), dove a gennaio sono state contati in un tratto favorevole di poco più di 100 m lineari oltre 120 nidi di deposizione. Dal punto di vista degli ostacoli allo spostamento dell ittiofauna il corso principale del Po risulta privo di elementi di rottura della continuità longitudinale da Casale Monferrato fino a Chivasso, per un tratto lungo quindi circa 30 km, mentre la Dora Baltea è percorribile senza particolari problemi dalla confluenza con il Po fino alla presa del canale Farini, in comune di Saluggia, per un tratto superiore ai 5 km. La presa del canale Farini, priva di scala di risalita, con rilascio di tutta la portata attraverso uno scaricatore, determina l impossibilità o, quantomeno, l oggettiva difficoltà nell accesso ai siti a monte, salvo che con condizioni 7

9 idrologiche particolari, per i pesci; la concentrazione dell attività riproduttiva dei salmonidi nel tratto a valle, come sopra citato, deriva dalla presenza di uno sbarramento difficilmente valicabile. Un ulteriore aspetto positivo è l inserimento di quasi tutta l area considerata all interno delle due aree protette facenti parte del Parco del Po Torinese e del Parco Fluviale del Po e dell Orba per quanto riguarda la parte di Po a valle di Crescentino. Ciò ha in qualche modo protetto i due corsi d acqua negli ultimi decenni da prelievi di materiale litoide e messa in opera di arginature con riprofilature e ricalibrature varie unite da asportazione e ricollocazione di materiali, mantenendo quindi inalterati i substrati riproduttivi e gli ambiti spondali. Dal punto di vista delle attività e delle pressioni antropiche va invece rilevata l alterazione idrologica dei due corsi d acqua in oggetto, entrambi soggetti a forti depauperamenti estivi determinati da un lato dall opera di presa del canale Cavour, dall altro dalla pletora di canali in gran parte gestiti dal sistema Ovest Sesia; tutti questi corpi idrici artificiali approvvigionano d acqua la zona risicola dell area casalese e vercellese ed in alcuni di essi sono state posizionate centrali idrolelettriche per lo sfruttamento delle portate un tempo destinate alla sola agricoltura. Per i tratti di Po e Dora Baltea in oggetto la Regione Piemonte ha previsto valori di Deflusso Minimo Vitale, obbligatorio dall anno 2008, ridotti ad un terzo del valore nominale nel periodo irriguo. Si tratta di portate che, se rispettate, costituiscono una porzione limitata delle portate naturali, con ricadute non trascurabili sugli ecosistemi fluviali, parzialmente mitigate dal fatto che limitati sono gli altri fattori di alterazione antropica (escavazioni ed interventi in alveo, immissioni di scarichi industriali), anche per la presenza delle succitate aree protette. Dal punto di vista del prelievo alieutico, altro fattore potenzialmente impattante su molti pesci e su alcuni gruppi in particolare, il fiume Po è, sostanzialmente, libero alla pesca su tutto il suo tratto chivassese ed a valle fino a Casale Monferrato. Nel tratto indagato non esistono limitazioni temporali all attività di pesca, ne zone di protezione della fauna ittica. La Dora Baltea, viceversa, alterna zone di pesca private (Riserva Pastore, Riserva del Duca ), tratti liberi alla pesca in provincia Vercelli e Torino, zone a gestione particolare (tratto no kill F.I.P.S.A.S. per la trota marmorata), zone di divieto di pesca integrale. L area di studio è stata oggetto di una serie di campagne di monitoraggio dell ittiofauna a cura degli ittiologi Spairani e Pascale i cui risultati sono riportati in una specifica relazione, che hanno confermato come specie degna di maggiore attenzione la trota marmorata (Salmo marmoratus) seppur con una presenza significativamente inferiore alle attese; le altre due specie per le quali si era inizialmente previsto di effettuare un analisi telemetrica, il temolo (Thymallus thymallus) ed il barbo (Barbus sp.) sono state rinvenute in numero esiguo e ciò non ha quindi consentito di procedere alla relativa marcatura; infine, come da attese, la presenza siluro (Silurus glanis) nel corso del Fiume Po è stata confermata in buon numero, il che ha permesso di includere nello studio telemetrico diversi esemplari di questa specie alloctona al fine di valutarne le dinamiche di spostamento a livello locale. Si è quindi proceduto ad individuare la trota marmorata (Salmo marmoratus) ed il siluro (Silurus glanis) come specie oggetto delle attività di monitoraggio mediante tecniche telemetriche (radiotracking) al 8

10 fine di identificare eventuali pattern di spostamento tra i due corpi idrici in funzione del differente regime idrologico. 4. Sintesi dati idrologici disponibili I dati validati più recenti relativi al tratto in esame resi disponibili dalla Regione Piemonte con una serie storica continua risalente almeno al 2003 sono relativi a due stazioni idrometriche, che sono state quindi considerate per una caratterizzazione dell andamento idrologico su base mensile: l idrometro di S.Mauro- Castiglione sul Fiume Po (periodo ), ubicato a monte del sito oggetto di studio (e della traversa della Coutenza Canali Cavour), e l idrometro di Verolengo sul Fiume Dora Baltea (periodo ), ubicato all interno del tratto indagato, a monte della confluenza in Po. Figura 5. Idrometri regionali Di seguito si riporta l andamento delle portate medie mensili relative alle due stazioni idrometriche in esame. 9

11 Q medie Po a Castiglione [m 3 /s] ANNO Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic ANNO ,5 14,9 64,5 56,0 200,5 264,7 34,7 62,4 13,7 13,9 84,5 37,1 71, ,7 35,8 59,4 409,2 281,0 180,9 48,1 16,9 48,9 26,1 13,8 12,9 96, ,1 13,9 13,7 34,0 214,2 243,3 26,1 15,2 14,0 14,6 81,8 142,0 69, ,9 47,8 22,7 69,7 93,6 123,9 12,4 18,6 20,6 12,8 15,8 16,3 42, ,0 15,3 15,2 31,0 133,1 52,2 45,1 37,1 161,3 78,0 50,1 49,6 57, ,5 19,5 19,6 59,0 39,5 19,5 20,0 23,1 77,2 90,8 13,6 11,0 34, ,3 28,9 19,7 53,3 139,2 52,4 18,4 17,9 24,7 19,0 39,1 22,8 37, ,8 13,1 12,9 14,3 41,9 19,7 10,7 23,4 28,0 10,8 24,0 81,2 28,1 medie 26,8 23,6 28,5 90,8 142,9 119,6 26,9 26,8 48,5 33,2 40,3 46,6 54,6 Q medie - Dora Baltea a Verolengo [m 3 /s] ANNO Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic ANNO ,5 37,2 37,4 21,8 124,5 215,6 66,2 47,2 31,1 37,0 63,1 32,3 61, ,6 49,2 46,3 110,4 225,2 224,1 94,2 26,8 56,8 33,1 24,2 22,1 80, ,0 24,7 12,6 11,0 145,7 164,5 56,7 27,1 53,2 27,2 84,8 54,0 57, ,8 31,3 18,3 16,0 58,8 123,8 18,9 26,3 35,0 22,8 14,1 9,7 33, ,8 12,6 6,4 13,6 59,1 25,3 16,1 10,6 80,0 53,2 39,2 28,9 29, ,3 17,8 15,0 19,3 56,0 49,8 11,3 18,4 64,8 43,1 23,1 16,0 29, ,8 25,9 20,8 23,4 84,1 96,2 35,6 36,7 41,8 55,3 98,2 33,3 48, ,2 24,0 19,0 11,4 66,5 85,4 13,3 18,5 27,6 34,8 50,2 65,4 37, ,7 46,6 33,8 6,3 141,0 209,1 60,3 65,5 92,9 53,7 95,9 66,5 75,6 medie 29,1 29,9 23,3 25,9 106,8 132,6 41,4 30,8 53,7 40,0 54,8 36,5 50,4 Figura 6. Dati idrometrici (medie mensili ed annue) stazioni Po a Castiglione e Dora Baltea a Verolengo 10

12 Di seguito si riportano i dati relativi al Fiume Po rilevati alla stazione idrometrica di San Sebastiano da Po, ubicata nel tratto di interesse, a valle della traversa della Coutenza Canali Cavour, nel periodo Q medie - Po a San Sebastiano da Po [m 3 /s] ANNO Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic ANNO ,4 73, ,1 50, ,6 52, ,5 53, ,3 35,3 39,9 28, ,3 31,5 89,1 51, ND ND 44,6 29,0 111,7 190,4 11,3 22,5 39,5 20,2 24,2 19,3 ND medie 69,2 88,0 94,6 193,2 304,4 347,6 66,6 47,6 77,8 74,2 141,9 131,8 163,3 Figura 7. Dati idrometrici (medie mensili ed annue) stazione Po a S. Sebastiano Sono stati inoltre resi disponibili i dati (non validati) dei livelli idrometrici registrati ogni 30 sul Fiume Po presso le stazioni automatiche della Regione Piemonte che interessano l area in esame nel periodo in cui è stato svolto lo studio telemetrico: l idrometro di S. Sebastiano da Po e sul Fiume Dora Baltea a Verolengo. L andamento dei livelli registrati ai due idrometri è stato elaborato nei seguenti grafici relativamente al periodo dal 1/1/2012 al 1/9/

13 Figura 8. Andamento livelli idrometrici 2012 stazioni Po a S. Sebastiano e Dora Baltea a Verolengo 12

14 Di seguito si riporta invece l andamento delle portate medie elaborate dalla Regione Piemonte su base giornaliera con riferimento alle scale di deflusso delle due sezioni monitorate. Figura 9. Confronto andamento portate medie giornaliere 2012 stazioni Po a S. Sebastiano e Dora Baltea a Verolengo I picchi principali di portata media giornaliera per la Dora Baltea sono stati registrati nei giorni 1 e 2/5 (265,33 e 224,66 m 3 /s) ed il 4/6 (224,61 m 3 /s); anche per il Po i valori massimi sono stati registrati nei giorni 1 e 2/5 (575,4 e 669,5 m 3 /s) mentre un secondo picco è avvenuto il 21 e 22/5 (479 e 475,5 m 3 /s). I valori più bassi si sono manifestati per la Dora Baltea nel mese di agosto (10,05 m 3 /s il 16/8) mentre per il Po nel mese di luglio (6,22 m 3 /s il 15/7). 13

15 5. Inquadramento ittiologico In bibliografia sono presenti dati ittiologici sull area in oggetto risalenti alla prima realizzazione della Carta Ittica Regionale (Regione Piemonte, 1991). Le sezioni cui si fa riferimento sono la Po14 (Chivasso) e Po15 (Verrua Savoia) per l asta principale del Po, la 00/2116 (Crescentino) per la Dora Baltea. La check list delle specie del Po comprende 24 specie: anguilla, alborella, barbo, barbo canino, cavedano, gobione, lasca, sanguinerola, savetta, scardola, tinca, triotto, vairone, cobite, ghiozzo padano, luccio, persico reale; tra gli alloctoni: trota fario, trota iridea, carassio, carpa, pesce gatto, persico sole, persico trota. Nella Dora Baltea sono censite 20 specie: trota marmorata, temolo, anguilla, alborella, barbo, barbo canino, cavedano, lasca, sanguinerola, scardola, tinca, triotto, vairone, cobite, ghiozzo padano, persico reale, scazzone; tra gli alloctoni: trota fario, carpa, persico sole. La Carta Ittica descrive il Po come zona a ciprinidi reofili/limnofili, la Dora Baltea come zona a trota marmorata/temolo. Nel 2004, nell ambito del Monitoraggio della fauna ittica in Piemonte (Regione Piemonte, 2006), presso Lauriano Po la comunità ittica risulta formata da 17 specie, cinque delle quali alloctone; tra le forme autoctone sono presenti trota marmorata, alborella, barbo, cavedano, gobione, lasca, savetta, scardola, triotto, vairone, cobite, ghiozzo padano; tra gli alloctoni: trota iridea, carassio, carpa, persico sole, pseudorasbora. A Verrua Savoia sono presenti solo 10 specie: alborella, barbo, cavedano, gobione, lasca, vairone, persico reale; tra gli alloctoni: carassio, persico sole, pseudorasbora. Nella Dora Baltea a Saluggia sono censite 21 specie, delle quali due specie salmonicole (trota marmorata e fario), nove ciprinicole, oltre a temolo, cobite, ghiozzo padano, luccio e scazzone; tra gli alloctoni: la già citata trota fario, carassio, persico sole, persico trota, pseudorasbora e rodeo amaro. L applicazione dell indice ittico (Forneris et al., 2006) pone il Po in quinta e quarta classe (stati pessimo e scadente), in prima classe la Dora Baltea (stato ottimo). Nel 2009 viene realizzato il Monitoraggio della fauna ittica piemontese (Regione Piemonte, in stampa). Le stazioni censite sono la (fiume Po, Lauriano), la TO050 (fiume Po, Verrua Savoia), la TO910 (fiume Dora Baltea, Rondissone) e la (fiume Dora Baltea Saluggia). Nel Po, presso Lauriano, la comunità ittica è composta da 12 specie: alborella, barbo, cavedano, gobione, sanguinerola, vairone, cobite, ghiozzo padano; tra gli alloctoni: trota fario, carpa, pseudorasbora, siluro. L indice ittico pone la stazione in seconda classe (stato buono). Presso Verrua Savoia sono presenti alborella, barbo, cavedano, gobione, sanguinerola, vairone, cobite, ghiozzo padano, scazzone; tra gli alloctoni: carpa, pseudorasbora, siluro. L indice ittico pone la stazione in seconda classe (stato buono). Nella Dora Baltea presso Rondissone sono presenti 10 specie, otto delle quali autoctone: trota marmorata, temolo, scazzone, alborella, barbo canino, cavedano, vairone, ghiozzo padano, tra le specie alloctone sonio state rinvenute la trota fario e la trota iridea. La classe di qualità ittiologica è la seconda (stato buono). Presso 14

16 Oltre ai dati relativi a studi effettuati per conto della Regione Piemonte sono disponibili risultati relativi a campionamenti effettuati nel corso del 2004 nell ambito dello studio Fiume Po: miglioramento della fruibilità delle sponde e della capacità biogenica, commissionato dalla Provincia di Torino. Nell area considerata, presso Chivasso, la fauna ittica è costituita da ciprinidi reofili, limnofili, dalla trota marmorata ed iridea, dal cobite dal ghiozzo padano e dal persico sole. Di rilievo il rinvenimento della lampreda padana. Le specie numericamente più rappresentate sono il cavedano ed il gobione, che formano comunità abbondanti e ben strutturate, con stadi giovanili ben rappresentati. Tra gli altri ciprinidi reofili, lasca e vairone sono discretamente rappresentati, con popolazioni in cui giovani ed adulti appaiono bilanciati. Di rilievo la presenza del barbo canino, seppur sporadico. In negativo, viceversa, si evidenzia la scarsa presenza del barbo comune, per lo più con individui adulti e della savetta. Sono presenti numerosi ciprinidi limnofili, alcuni d immissione: alborella, carassio, carpa, pseudorasbora, scardola e triotto; nessuna di queste specie è abbondante, ma tutte hanno stadi giovanili ben rappresentati. I salmonidi sono rappresentati dalla trota marmorata e dalla trota iridea, entrambe sporadiche. Il ghiozzo padano è poco comune, il cobite ed il persico sole più frequenti e con comunità strutturate. Il giudizio ittiologico complessivo è moderatamente positivo. Sono assenti alcune importanti specie tipiche quali pigo, sanguinerola, anguilla, e luccio e le specie caratteristiche più importanti costituiscono popolazioni articolate ma non abbondanti. Significativamente scarsa la presenza del barbo e della savetta. L applicazione dell indice ittico indica qualche elemento di preoccupazione: il valore ottenuto corrisponde ad una seconda classe di qualità, non elevata per un ambiente di tali potenzialità. Informazioni ittiologiche relative alla Dora Baltea presso Saluggia sono desumibili da alcuni campionamenti effettuati nel giugno 2009 (Pascale e Merati, 2009) in uno studio condotto per verificare gli effetti dello svaso di un bacino idroelettrico ubicato più a monte. La stazione di campionamento è ubicata a Saluggia, presso lo scarico dello stabilimento ENEA, a valle della traversa di presa del canale Farini. La comunità ittica è costituita da un 11 specie, con presenza importante di specie alloctone (45%). Specie codominanti sono sanguinerola, vairone, scazzone e trota marmorata; tutte sono caratterizzate da popolazioni strutturate in più classi di età. Appena meno rappresentato è il ghiozzo padano. Il barbo è sporadico, con soli stadi giovanili. Tutte le specie alloctone rinvenute, ad eccezione della trota fario, sono sporadiche e con comunità sostenute da rari adulti. Di rilievo, in negativo, il rinvenimento di Misgurnus anguillicaudatus. L applicazione dell Indice Ittico porta ad un valore dell indice pari a 30, corrispondente ad una terza classe di qualità. Si rileva la scarsa frequenza di forme caratteristiche della comunità di riferimento, l assenza dei ciprinidi reofili caratteristici, cavedano e lasca, l assenza del temolo. Il quadro complessivo derivante dall analisi dei dati bibliografici del ventennio scorso evidenzia in modo univoco le due differenti vocazioni del Po e della Dora nel contesto considerato: zone ciprinicole nel Po, con una ridotta presenza di specie d acqua fredda nel tratto a valle della confluenza Po-Dora, zona a salmonidi/timallidi nella Dora Baltea, con presenza di ciprinidi reofili nel tratto di confluenza. 15

17 6. Campionamento dell ittiofauna Nel periodo compreso tra ottobre 2011 e luglio 2012 sono stati condotti una serie di campionamenti in tratti dei fiumi Po e Dora compresi tra la presa del canale Cavour a monte ed il confine provinciale Torino- Alessandria a valle (fiume Po) e la confluenza con il Po ed il ponte dell alta velocità Torino Milano (Dora Baltea); alcuni dei campionamenti sono stati ripetuti più volte ai fini della cattura e marcatura di individui appartenenti alle fam. Salmonidae e Siluridae, così come previsto dal progetto. La scelta di campionare e catturare i soggetti da destinare alla marcatura a partire dal mese di aprile, per quanto concerne i salmonidi, deriva dall esigente di intervenire con un operazione di marcatura su animali fisicamente integri, al di fuori del periodo riproduttivo e post riproduttivo quando gli animali sono defedati dopo le fatiche accumulate nello svolgimento della frega. Scopo dei campionamenti è stato, oltre a prelevare individui destinati alla marcatura, caratterizzare su tratti significativamente lunghi e senza soluzione di continuità l ittiofauna presente e verificare le alterazioni nella composizione, struttura delle popolazioni di pesci presenti, anche in funzione dell impedimento agli spostamenti dell ittiofauna in presenza di ostacoli alle migrazioni longitudinali. Tutti i campionamenti sono stati condotti con elettrostorditore. Per l indagine sono stati utilizzati elettrostorditori spalleggiabili ed a barella, a batteria ed a scoppio; in gran parte dei campionamenti è stato fatto uso di natante a motore. Per ogni stazione di campionamento sono state compilate schede di campo in cui sono state annotate le coordinate geografiche e le specie ittiche rinvenute. Per la stima della situazione ittiofaunistica rinvenuta è stato utilizzato l Indice Ittico proposto da Forneris et al (2006, 2007). L Indice Ittico è in grado di esprimere una valutazione della qualità naturalistica relativa alla comunità ittica che popola un corso d acqua. Un alto livello di differenziazione, in termini di ricchezza di specie (biodiversità), con particolare riferimento a quelle rare e/o endemiche e/o che destano preoccupazione per il loro stato di conservazione, comporta un elevato livello di attenzione per la tutela. Il riscontro di evidenti alterazioni della composizione della fauna ittica, per esempio per scomparsa di una o più specie e/o presenza di forme alloctone, quindi di un basso livello di qualità, comporta l adozione di strategie di recupero ambientale, volte a ristabilire migliori condizioni di qualità delle acque e di rinaturalizzazione degli alvei fluviali ed a prevedere forme più corrette di gestione per fini alieutici. Vi sono però situazioni con ittiofauna scarsamente rappresentata (alte zone dei salmonidi) o assente per cause naturali (torrenti montani alimentati direttamente dall ablazione di ghiacciai o corsi d acqua con portate eccessivamente ridotte), per cui risulta una scarsa qualità senza alterazioni ambientali. In questi casi l Indice Ittico esprime una valutazione esclusivamente in termini di valori assoluti della ricchezza naturalistica. In altri casi, soprattutto nei corsi d acqua principali, l indice fornisce anche indicazioni sullo stato ambientale. L Indice Ittico. non ha quindi la pretesa di fornire espressamente indicazioni sulla qualità delle acque o sul livello di alterazione fisica, rispetto a cui vi sono altri strumenti quali l Indice biotico Esteso (I.B.E.), anche se risultano più o meno evidenti connessioni tra lo stato dell ambiente acquatico e quello delle comunità ittiche: l utilità dell I.I. risiede 16

18 nella sua capacità di quantificare l importanza naturalistica di una comunità ittica con un valore numerico di riferimento, ad esempio ai fini di monitoraggi successivi. L Indice Ittico si applica nelle seguenti tipologie ambientali: Z.U. (zone umide) acque correnti naturali a regime glaciale permanenti (alpino); presenza d acqua per tutto l anno; zone ittiche a salmonidi, spesso poco adatte alle cenosi acquatiche e poco produttive per i forti limiti dovuti alle basse temperature ed alla torbidità estiva; Z.U acque correnti naturali a regime pluvionivale permanenti (prealpino); presenza d acqua per tutto l anno, tra le zone umide più frequenti del bacino occidentale del Po; zone ittiche a salmonidi, nei fondovalle dei principali bacini e nella maggior parte dei loro tributari, fino allo sbocco in pianura, talora fino alla confluenza con il Po; Z.U acque correnti naturali a regime pluviale permanenti (di pianura e/o collinari); presenza d acqua per tutto l anno; zone ittiche a ciprinidi, prevalentemente reofili, con cenosi acquatiche ricche e diversificate. Dall applicazione dell I.I. risultano esclusi laghi, stagni e paludi, naturali ed artificiali. Descrizioni dei fattori AD (Areale di Distribuzione originario della specie) ed ST (Stato della Specie nel suo areale di distribuzione originario). AD = 1 Ampia distribuzione in tutta o gran parte dell Europa. AD = 2 AD = 3 ST = 1 ST = 2 ST = 3 Porzione ristretta dell Europa e/o fascia mediterranea e/o tutta o buona parte della penisola italiana. Fascia mediterranea e/o tutta o buona parte della penisola italiana, ma con popolazioni frammentate ed incerte e/o tributari dell alto Adriatico (bacino del Po in epoche glaciali). Buona consistenza delle popolazioni. Non si segnalano decrementi significativi. Non sono necessarie particolari misure di cautela. Rischio nullo o basso. Buona consistenza delle popolazioni in alcune porzioni degli areali di distribuzione originari. Si segnalano decrementi. Necessaria una certa attenzione per la tutela. Rischio moderato. Forte decremento delle popolazioni in tutti o quasi gli areali di distribuzione originari. Presenze sporadiche e/o occasionali. Necessità di misure di tutela straordinarie. Forte rischio. Il calcolo dell Indice Ittico prevede l attribuzione ad ogni specie potenzialmente presente di un valore intrinseco -V - dato dal prodotto di due fattori: Fattore AD - areale di distribuzione della specie; esso è tanto più elevato quanto meno esteso è l areale; le alterazioni ambientali riducono la consistenza delle popolazioni in aree ridotte con gravi rischi di estinzione; la loro tutela è strategica ai fini del mantenimento della biodiversità. I valori AD attribuiti alle singole specie sono stati ottenuti sulla base di quanto indicato da diversi Autori. Fattore ST - stato della specie; considera la consistenza delle popolazioni delle specie nei loro areali di distribuzioni originari. 17

19 Per ogni specie autoctona (AU) si ottiene quindi il valore intrinseco (V) dato dal prodotto dei precedenti fattori (V = AD ST). La seguente tabella riporta i valori (V) per le singole specie ittiche. Per quelle alloctone (AL), presenti fuori dei loro areali di distribuzione originari, il valore è negativo (V = -1). Per le specie rispetto alle quali si nutrono dubbi (A0), in quanto ai margini dei loro areali di distribuzione originari, soprattutto nelle situazioni di incertezza, oppure caratteristiche dell ambito geografico in esame, ma in tipologie (zone ittiche) adiacenti a quelle più specificatamente adatte, vale V = 0. Elenchi delle specie ittiche rinvenibili nel territorio piemontese. Vengono distinte quelle autoctone (AU; con valore intrinseco V positivo), quelle alloctone (AL; con V = -1) e quelle incerte o presenti in una tipologia ambientale non idonea (A0; con V = 0). Le specie particolarmente significative ai fini della determinazione delle comunità ittiche di riferimento (AUr; sotto-insieme delle AU) sono evidenziate con celle colorate in verde. Gli elenchi sono riportati per le diverse tipologie alpina A, salmonicola S, mista M e ciprinicola C ) delle sub-aree Z1.1, Z1.2, caratteristiche del reticolo idrografico della porzione occidentale del bacino del Po, comprendente la regione piemontese. Genere specie sottospecie Nome volgare Z1.1 Z1.2 A S M C A S M C Acipenser naccarii storione cobice Acipenser sturio storione comune Acipenser trasmontanus storione bianco Huso huso storione ladano Anguilla anguilla anguilla Alosa fallax agone/cheppia/alosa Abramis brama abramide Alburnus albidus alborella meridionale Alburnus alburnus alborella alborella Aspius aspius aspio Barbus barbus barbo d oltralpe Barbus meridionalis barbo canino Barbus plebejus barbo Carassius sp pesce rosso/carassio Chondrostoma genei lasca Chondrostoma soetta savetta Ctenopharyngodon idellus carpa erbivora Cyprinus carpio carpa Gobio gobio gobione Hypophthalmichthys molitrix carpa argentata Hypophthalmichthys nobilis carpa testa grossa Leuciscus cephalus cavedano Leuciscus souffia vairone Pachychilon pictum moranec Phoxinus phoxinus sanguinerola Pseudorasbora parva pseudorasbora Rhodeus sericeus rodeo amaro Rutilus erythrophthalmus triotto Rutilus pigus pigo Rutilus rubilio rovella Rutilus rutilus gardon Scardinius erythrophthalmus scardola Tinca tinca tinca Cobitis taenia bilineata cobite Misgurnus angullicaudatus misgurno Sabanejewia larvata cobite mascherato Orthrias barbatulus cobite barbatello

20 Gambusia holbrooki gambusia Lota lota bottatrice Gasterosteus aculeatus spinarello Salaria fluviatilis cagnetta Lepomis gibbosus persico sole Micropterus salmoides persico trota Gobius nigricans ghiozzo di ruscello Orsinigobius punctatissimus panzarolo Padogobius martensii ghiozzo padano Gimnocephalus cernuus acerina Perca fluviatilis persico reale Stizostedion lucioperca lucioperca Coregonus lavaretus lavarello/coregone Coregonus 0xyrhynchus bondella Esox lucius luccio Oncorhynchus mykiss trota iridea Salmo carpio carpione del Garda Salmo fibreni carpione del Fibreno Salmo [trutta] macrostigma trota macrostigma (*) Salmo [trutta] marmoratus trota marmorata (*) Salmo [trutta] trutta trota fario Salvelinus alpinus salmerino alpino Salvelinus fontinalis salmerino di fonte Thymallus thymallus temolo Cottus gobio scazzone Ictalurus sp pesci gatto Silurus glanis siluro Oltre al valore intrinseco, predeterminato, ai fini della determinazione dell Indice Ittico, è indispensabile attribuire alle specie presenti l Indice di rappresentatività Ir, che viene determinato sperimentalmente durante il campionamento. Ir è un fattore moltiplicativo pari a 1, 1,5 e 2 ed è funzione dello stato (indice) di abbondanza della singola specie e della sua struttura di popolazione. L indice di abbondanza Ia è composto da un numero (1 4) e da una lettera (A,B,C). Con Ia pari ad 1 la specie è sporadica, con pochi individui presenti, con Ia pari ad 2 la specie è presente, con popolazione numericamente al di sotto della norma, con Ia pari ad 3 la specie è abbondante, con popolazione sostenuta da un buon numero di individui, con Ia pari ad 4 la specie è molto abbondante, numericamente molto significativa, talora dominante. A, B e C descrivono la struttura di popolazione, indicando rispettivamente una comunità strutturata, con adulti e stadi giovanili ben rappresentati, una comunità non strutturata per forte carenza od assenza di individui adulti ed una non strutturata per forte carenza od assenza di individui giovani. Per il passaggio dall indice di abbondanza all indice di rappresentatività Ir, fondamentale ai fini del calcolo dell Indice Ittico vengono adottati i seguenti criteri: Ir = 1,0 per Ia = 1 (indipendentemente dalla struttura di popolazione); Ir = 1,5 per Ia = 2/3 (con struttura di popolazione b o c ); Ir = 2,0 per Ia = 2/3 (con struttura di popolazione a ); Ir = 2,0 per Ia = 4 (indipendentemente dalla struttura di popolazione). 19

21 Mentre Ia fornisce indicazioni di carattere molto generale sulla consistenza delle popolazioni ittiche, il valore Ir permette una valutazione di tipo semiquantitativo. Importante risulta individuare i criteri per il passaggio, su base numerica, dell indice Ir dal valore 1,0 al valore 1,5 e 2,0 Popolazione almeno presente, a prescindere dal giudizio di struttura di popolazione), con l avvertenza di utilizzare il valore intermedio (Ir = 1,5) per le popolazioni relative alle specie che, in fase di campionamento, risultano destrutturate ( b e c ). Numero minimo di individui (N) affinché una specie possa considerarsi almeno presente (Ir 1,5). Specie (denominazione volgare) N Barbo, lasca, cavedano, alborella, rovella, vairone, ghiozzo padano, rovella e alborella 20 meridion. Barbo canino, scardola, sanguinerola, triotto, gobione, savetta e ghiozzo di ruscello. 15 Agone/cheppia/alosa, temolo, panzarolo, lavarello, bondella e gambusia. 10 Anguilla, pigo, tinca, cobite, cobite barbatello, persico reale, trote (marmorata e suoi ibridi, macrostigma e suoi ibridi, del Garda, del Fibreno, iridea e fario), salmerini alpino e di fonte, persico sole, persico trota, Ictalurus sp.*, cagnetta, scazzone, carpa, carpa erbivora, Carassius 5 sp.**, pseudorasbora, aspio, gardon, rodeo amaro, abramide e barbo d oltralpe. Cobite mascherato, spinarello, acerina e misgurno. 3 Storioni (comune, cobice e ladano), bottatrice, luccio, siluro e lucioperca. 2 Per le specie con N 5 vale Ir = 1 per Ia = 1 e Ir = 2 per Ia > 1, indipendentemente dalla struttura di popolazione (si esclude il valore V = 1,5). *Comprende Ictalurus melas (pesce gatto), Ictalurus punctatus (pesce gatto punteggiato) e Ictalurus nebulosus (pesce gatto nebuloso) **Comprende Carassius carassius (carassio) e Carassius auratus (pesce rosso). Dal prodotto V X Ir si ottiene il punteggio P attribuito ad ogni singola specie catturata. P è sempre positivo per le specie alloctone e sempre negativo per quelle alloctone. La somma dei punteggi P permette la determinazione dell Indice Ittico. Per passare dall Indice Ittico alla Classe di qualità Cl occorre inquadrare il tratto di corso d acqua campionato all interno delle tipologie omogenee riportate nella tabella seguente. Zone ittiche ai fini della determinazione della Classe di qualità dell Indice Ittico aree zone Z1.1 Z2 A S M C S M C zona salmonicola superiore (alpina) zona salmonicola inferiore zona mista zona ciprinicola zona salmonicola zona mista zona ciprinicola 20

22 Queste zone fanno parte delle due macroaree Z1 e Z2 indicate nella tabella seguente Macro aree del bacino occidentale del Po ai fini dell attribuzione delle zone ittiche Z1.1 (area di pertinenza alpina - sublitoranea alpina e/o occidentale) Z2 (area di pertinenza appenninica - sublitoranea appenninica e/o padana) Fiume Po. Tributari di sinistra del fiume Po ad esclusione di quelli con regime pluviale sublitoraneo padano e/o con portata specifica di magra normale estiva (o di durata di 355 giorni) inferiore a 2 l/s/km 2. Tributari di destra del Po a monte della confluenza con il Ricchiardo. Fiume Tanaro a monte della confluenza con il Borbore/Triversa e suoi tributari di sinistra a monte di detta confluenza e suoi tributari di destra per altitudini superiori a 600 m s.l.m. Fiume Tanaro a valle della confluenza con il Borbore/Triversa, suoi tributari di sinistra a valle di detta confluenza e tutti i tributari di destra per altitudini inferiori a 600 m s.l.m. Tributari di sinistra del Po con regime pluviale sublitoraneo padano e/o con portata specifica di magra normale estiva (o di durata di 355 giorni) inferiore a 2 l/s/km 2. Tutti i tributari di destra del fiume Po a Est del Tanaro Una volta inquadrato il tratto campionato ed attribuita la zona ittica, si applica la tabella successiva per ricavare la Classe di qualità, che analogamente a quanto avviene per l Indice Biotico Esteso, decresce passando dalla prima alla quinta classe. Classi di qualità (CL = I V) in funzione dell Indice Ittico I.I. nelle aree e sub-aree (Z) presenti nella regione piemontese in funzione delle tipologie (Tp: zone Alpina A, Salmonicola S, Mista M e Ciprinicola C ). Sub-aree del Piemonte Z1 (area di pertinenza alpina) Z2 (area di pertinenza appenninica) Z1.1 (sub-area di pertinenza alpina occidentale sul versante padano) Z1.2 (sub-area di pertinenza alpina centrale sul versante padano) Z2.1 (sub-area di pertinenza appenninica sul versante padano) Tp I elevato II buono Stati III sufficiente IV scadent e V pessim o A S M C A S M C S M C Stato ecologico della comunità ittica ELEVATO Stato ecologico della comunità ittica BUONO Stato ecologico della comunità ittica SUFFICIENTE Stato ecologico della comunità ittica SCADENTE Stato ecologico della comunità ittica PESSIMO 21

23 7. Risultati del campionamento dell ittiofauna FIUME PO Il fiume Po è stato oggetto di campionamenti con natante per tratti significativamente lunghi e rappresentativi. I tratti indagati si estendono dal ponte di Crescentino, a valle, fino alla traversa di derivazione del canale Cavour, nell abitato di Chivasso. Alcune stazioni, come quella a monte del ponte di S. Sebastiano da Po, sono state indagate più volte. Complessivamente il corso d acqua ha caratteristiche di zona a ciprinidi. Sono presenti, mai con popolazioni abbondanti, molte delle specie caratteristiche, alcune delle quali con comunità alterate e non ben strutturate. Le specie più rappresentate numericamente sono risultate l alborella, il vairone, il gobione ed il ghiozzo padano. I salmonidi sono poco comuni e localizzati a valle della confluenza con la Dora Baltea. Barbo e cavedano, specie in passato molto comuni, possono essere considerati come sporadici, così come la lasca. In linea generale la situazione ittiofaunistica riscontrata appare migliore a valle della confluenza con la Dora Baltea, dove l applicazione dell indice ittico restituisce III classi di qualità ittiologica (stato sufficiente). In tutte le stazioni campionate sono presenti specie alloctone che arrivano a costituire, come nel caso della stazione di Chivasso, il 50% delle specie presenti. Il siluro è presente in tutte le sezioni campionate, così come la carpa, la pseudorasbora, il barbo europeo e la trota fario. Il tratto con situazione più compromessa appare quello immediatamente a monte della confluenza con la Dora Baltea, dove sono state rinvenute pochissime specie, nonostante condizioni idromorfologiche poco alterate. Si segnala inoltre come particolarmente preoccupante la situazione rinvenuta presso Chivasso, dove in un tratto di prismata di circa 400 m sono stati catturati oltre 60 siluri, di taglia compresa tra i 70 ed i 140 cm. 22

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29 FIUME DORA BALTEA Il fiume Dora Baltea è stato oggetto del maggior numero di campionamenti. Il tratto compreso tra la confluenza con il Po ed il ponte del canale Cavour è stato indagato in modo continuativo, con natante, in più occasioni. Complessivamente la situazione ittiologica della Dora Baltea appare migliore di quella del Po. Il corso d acqua, che presenta caratteristiche idromorfologiche intermedie tra un corso d acqua planiziale, con vocazione ciprinicola ed un corso d acqua montano, con vocazione salmonicola, ha una comunità ittica non particolarmente ricca numericamente, ma costituita da importanti specie del distretto padano-veneto. I salmonidi, rappresentati dalla trota marmorata, dalla trota fario e dall ibrido tra le due semispecie, sono presenti in tutte le sezioni indagate. Il temolo è viceversa sporadico ed è stato catturato in una sola occasione immediatamente a valle del ponte del canale Cavour. Lo scazzone, cottide di accompagnamento tipico delle zone a salmonidi è stato catturato in tutto il tratto di Dora indagato, con popolazione non abbondante ma articolata in più classi di età. Analogamente allo scazzone, anche vairone e sanguinerola formano comunità strutturate, seppur non particolarmente ricche in numero di individui. Tra le altre specie, cavedano, gobione e barbo comune sono sporadici. Il solo ghiozzo padano è stato rinvenuto, presso la confluenza con il Po, in popolazione strutturata. Tra le specie esotiche, oltre alla trota fario, ubiquitaria, sono presenti il barbo europeo e la trota iridea, rinvenuti, peraltro, in un unica occasione nel tratto subito a valle del ponte del canale Cavour. L applicazione dell indice ittico sulla Dora Baltea restituisce un valore oscillante tra una terza ed una seconda classe di qualità ittiologica (stato sufficiente e buono). 28

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35 LE SPECIE ITTICHE DELL AREA D INDAGINE CIPRINIDI Alborella - Alburnus alburnus alborella. Piccolo pesce gregario, indigeno dell'italia settentrionale, diffuso in tutti gli ambienti acquatici ricchi di vegetazione, sia in acque moderatamente correnti, sia in acque ferme. Al genere Alburnus appartiene un'altra specie, Alburnus albidus o Alborella meridionale, endemica di alcuni corsi d'acqua dell'italia meridionale. I due ciprinidi sono riconoscibili per alcuni caratteri morfometrici e meristici, essendo difficilmente distinguibili ad un esame visivo. Entrambi presentano corpo fusiforme, più accentuato nell'alborella meridionale, con bocca supera nell'alborella e supero - mediana nell'alborella meridionale. La livrea varia dal blu con riflessi metallici al verde scuro sul dorso; i fianchi e l'addome sono di colore bianco - argenteo. Le due specie possiedono una notevole resistenza ed adattabilità. Anche nel caso dell'alborella meridionale, così come per la rovella, sono soprattutto le massicce transfaunazioni di ciprinidi a costituire un reale pericolo per la sopravvivenza della specie. Nell area indagata l alborella è stata censita in tutte le sezioni campionate sul fiume Po, mentre non è stata rinvenuta nella Dora Baltea. Barbo - Barbus plebejus E' diffuso in tutti i corsi d'acqua pedemontani e di fondovalle della penisola, nelle zone denominate "a ciprinidi reofili", dove risulta molto spesso la specie più abbondante. Il corpo è fusiforme, con capo allungato. La bocca è infera ed è munita di due paia di barbagli. La colorazione è piuttosto variabile, tendenzialmente grigio - verdastra sul dorso, con addome chiaro. Negli esemplari più giovani è presente una punteggiatura scura diffusa sul dorso e sui fianchi, mantenuta in fase adulta anche in alcune popolazioni dell'italia centro - meridionale. Nonostante le notevoli capacità di adattamento e l'ampio spettro trofico che gli consentono un'ampia diffusione, anche il barbo, così come altre specie meno tolleranti, ha visto restringere il suo areale di distribuzione, a causa delle diminuzioni delle portate, delle alterazioni degli alvei e della costruzione di dighe e sbarramenti che impedendo le migrazioni e l'accesso alle aree di frega limitandone l'elevato potenziale riproduttivo. Nell area indagata il barbo è stato censito in quattro delle cinque sezioni campionate sul fiume Po, ed in tre delle cinque sezioni campionate nella Dora Baltea. Cavedano - Leuciscus cephalus E' una specie ad ampia distribuzione, presente in laghi, stagni, fiumi e torrenti di fondovalle e collinari. A volte si spinge nei tratti superiori dei corsi d'acqua, fino al limite delle zone a salmonidi. Il cavedano ha un'ampia valenza ecologica e di conseguenza una notevole adattabilità alle differenti condizioni ambientali. E' tipicamente gregario, caratteristica questa tipica di tutti i ciprinidi, soprattutto in fase giovanile. La forma del pesce è fusiforme e slanciata, con scaglie grandi. La colorazione è generalmente grigia, con addome 34

36 biancastro o giallastro. La bocca, mediana, è priva di barbigli. E' onnivoro, benché gli esemplari di grossa taglia si nutrano in prevalenza di piccoli pesci. Nell area indagata il cavedano è stato censito in tutte le sezioni campionate sul fiume Po ed in quattro delle cinque sezioni campionate nella Dora Baltea. Gobione - Gobio gobio Specie indigena dell'italia settentrionale, colonizza i corsi d'acqua di fondovalle con fondale ghiaioso o sabbioso, nelle zone "a ciprinidi reofili" e in alcuni tratti di quelle "a ciprinidi limnofili". Molto spesso viene confuso dai pescatori con il barbo canino per la colorazione simile e per la presenza dei barbigli, benché le due specie occupino nicchie ecologiche ben distinte. Il gobione possiede però, a differenza del barbo canino, un solo paio di barbigli. Anche il gobione è in diminuzione in tutto il suo areale di distribuzione, in quanto molto sensibile agli inquinamenti ed alle minime alterazioni ambientali. Nell area indagata il cavedano è stato censito in tutte le sezioni campionate sul fiume Po ed in tre delle cinque sezioni campionate nella Dora Baltea. Lasca - Chondrostoma genei La lasca è un ciprinide reofilo, indigeno dell'italia centro - settentrionale. Il limite meridionale del suo areale di distribuzione coincide con i corsi d'acqua adriatici dell'abruzzo. Condivide i tratti pedemontani e di fondovalle di fiumi e torrenti con il barbo, con il quale spesso forma sciami misti. La bocca, infera, ha la mascella prominente ed un caratteristico rivestimento corneo mandibolare. La livrea è scura sul dorso, con fianchi ed addome argentei ed un'evidente banda scura longitudinale. L'attaccatura delle pinne pettorali, ventrali ed anale è di colore rosso - arancione, particolarmente acceso durante il periodo riproduttivo. La dieta è onnivora. La specie è piuttosto esigente dal punto di vista della qualità ambientale; a causa degli impatti antropici sui corsi d'acqua la lasca è dovunque in netta diminuzione. Nell area indagata la lasca è stata censita in un unica sezione sul fiume Po ed in un unica sezione campionata nella Dora Baltea. Sanguinerola - Phoxinus phoxinus Piccolo ciprinide reofilo, legato ai corsi d'acqua ed ai bacini limpidi e ben ossigenati dell'italia settentrionale, è in grado di colonizzare sia ambienti planiziali, sia ambienti d'alta quota, purché di buona qualità. In questo senso la sanguinerola può essere considerata un ottimo indicatore di qualità ambientale, essendo una delle specie più sensibili alle più piccole modificazioni dell'habitat. Durante il periodo riproduttivo si evidenzia un notevole dimorfismo sessuale nella livrea: i maschi hanno colorazione con tonalità di rosso molto accese, soprattutto nella zona ventrale, le femmine una colorazione più tenue, bruno - verdastra con una banda scura decorrente lungo i fianchi. Tale differenza scompare al di fuori del periodo nuziale, quando la colorazione è uniformemente tenue e sfumata. La sanguinerola è il ciprinide che più ha risentito dell'espansione dell'areale della trota fario, operato artificialmente dall'uomo con i ripopolamenti. E' infatti scomparsa in molte acque, marcatamente in quelle di risorgiva e nei piccoli laghi alpini, ambienti di difficile e delicato equilibrio dove l'introduzione di un forte predatore come la trota ha provocato una riduzione delle specie presenti. 35

37 Nell area indagata la sanguinerola è stata censita in un unica sezione sul fiume Po ed in tutte le sezioni campionate sulla Dora Baltea Vairone - Leuciscus souffia. Il vairone è un piccolo ciprinide reofilo, indigeno dell'italia settentrionale e di parte dell'italia peninsulare, ampiamente diffuso in tutti i corsi d'acqua con fondali ciottolosi ed acque limpide e ben ossigenate. Ha corpo fusiforme, bocca piccola e mediana, priva di barbigli; l'attaccatura delle pinne pettorali, ventrali ed anale spesso mostra un colore rosso - aranciato molto acceso. Sui fianchi è presente una banda scura longitudinale, molto evidente sulla colorazione di fondo grigiastra. La specie è gregaria. Nonostante una diffusione ancora piuttosto ampia, l'entità dei popolamenti di questo ciprinide ha subito un notevole ridimensionamento, a causa del generale deterioramento degli ambienti fluviali e delle immissioni massicce di altre specie competitive o predatrici. Nell area indagata il vairone è stato censito in quattro sezioni campionate sul fiume Po ed in quattro delle cinque sezioni campionate nella Dora Baltea. COBITIDI Cobite - Cobitis taenia. I cobiti sono piccoli pesci, con forma allungata e bocca munita di tre paia di barbigli. La livrea è variabile, con due fenotipi estremi, definiti "puta", con macchie regolari lungo i fianchi, e "bilineata", con due evidenti fasce scure lungo i fianchi ed un numero variabile di fenotipi intermedi. Sul capo è presente una piccola plica cutanea retrattile, definita spina suborbitale. Vivono in acque limpide e poco veloci, con fondale sabbioso o melmoso in cui tendono a sotterrarsi durante le ore diurne. L'areale di distribuzione originario, limitato all'italia settentrionale e ad alcuni corsi d'acqua tirrenici, si è diffuso a tutta la penisola ad opera dell'uomo. Nell area indagata il cobite è stato censito in una sola delle sezioni campionate sul fiume Po; nella Dora Balte è risultato assente. COTTIDI Scazzone - Cottus gobio. Specie bentonica di taglia modesta, è legata strettamente a corsi d'acqua alpini ed appenninici settentrionali; coabita con la trota fario nei tratti montani superiori e con la trota marmorata, il temolo ed i ciprinidi reofili nelle zone di fondovalle. Lo si può indicare, più ancora della trota, come indicatore biologico. E' infatti una specie che risente delle più piccole alterazioni ambientali e di conseguenza il suo areale di distribuzione è in progressiva restrizione. Ha risentito, così come altre specie, delle massicce immissioni di trote fario a scopo di ripopolamento; è infatti una delle prede preferite del salmonide. In alcune risorgive delle prealpi venete intere popolazioni sono state cancellate per questa ragione. Lo scazzone è un tipico Scorpaeniforme, con capo largo e depresso, bocca larga e pronunciata, corpo fusiforme con pinne molto sviluppate ed epidermide priva di scaglie, a volte con appendici spiniformi. Nell area indagata lo scazzone è stato censito tutte e cinque le sezioni campionate nella Dora Baltea. Nel Po è assente. 36

38 GOBIDI Ghiozzo padano - Padogobius martensii La famiglia dei Gobidi è rappresentata in Italia da un elevato numero di specie, abitanti sia le acque litoranee e salmastre, sia le acque dolci. Caratteristica comune a tutti gli appartenenti a questa famiglia è la taglia ridotta, la forma allungata con capo depresso ed appiattito, la bocca ampia con labbra pronunciate. Le pinne ventrali sono unite a formare una struttura adesiva denominata disco pelvico. I gobidi sono animali bentonici, la cui dieta è costituita prevalentemente da larve di insetti ed anellidi. La biologia riproduttiva prevede cure parentali dopo la schiusa delle uova. Il ghiozzo padano è diffuso nei corsi d'acqua pedemontani e di fondovalle dell'italia settentrionale, di cui è endemico. Il suo areale di distribuzione si sovrappone parzialmente a quello del ghiozzo puntato o panzarolo, anch'esso endemico della porzione centro - orientale della pianura padana, più comune nelle risorgive. Nell area indagata il ghiozzo padano è stato censito in due sezioni campionate sul fiume Po ed in quattro delle cinque sezioni campionate nella Dora Baltea. PERCIDI Pesce persico - Perca fluviatilis Specie di taglia media, con corpo lateralmente compresso, dal profilo superiore marcatamente arcuato, coperto da squame ctenoidi profondamente inserite nel derma. La testa è grande, con bocca molto ampia, situata in posizione terminale, estesa fino a raggiungere il margine anteriore dell'occhio. Sul dorso sono presenti due pinne contigue: la prima pinna dorsale è formata da raggi spiniformi, mentre la seconda presenta da uno a tre raggi spiniformi e i restanti molli Il colore di fondo della livrea è verde oliva o verde azzurro, con bande scure trasversali. Le pinne pettorali sono di colore giallo scuro, mentre le ventrali e la pinna anale sono rosso arancio; le pinne dorsali sono grigiastre come la caudale. Il persico reale raggiunge la lunghezza massima di circa 50 cm. La specie ha ampia distribuzione euro-asiatica. In Italia la specie è considerata da alcuni autori autoctona dell Italia centro-settentrionale, sicuramente introdotta in Italia meridionale e nelle isole. Altri autori mettono in dubbio la sua autoctonia per la penisola italiana. Nell area indagata il pesce persico è stato censito in una sola delle sezioni campionate, sulla Dora Baltea. SALMONIDI Trota marmorata - Salmo [trutta] marmoratus E' il salmonide endemico della pianura padana, inconfondibile per la tipica marmoreggiatura sul dorso e sui fianchi e per l'assenza della puntinatura rossa e nera. E' una delle specie che più ha risentito delle massicce semine con trote fario di allevamento nei corsi d'acqua della porzione settentrionale della penisola. Il suo areale di distribuzione originario, comprendente gli affluenti di sinistra del Po, quelli di destra fino al fiume Tanaro ed alcuni bacini diretti tributari dell'alto Adriatico (fino al bacino dell'isonzo) è in lenta, costante contrazione. I tratti montani inferiori e di fondovalle dei grossi fiumi e torrenti alpini, tipici ambienti della trota 37

39 marmorata, ospitano oggi rari esemplari di questo salmonide, un tempo sovrano incontrastato di quegli ambienti. Le cause della rarefazione della trota marmorata vanno ricercate nelle già citate ripetute semine con trote fario; tali ripopolamenti hanno provocato un aumento delle popolazioni di ibridi che costituiscono spesso il 100% delle popolazioni di alcuni corsi d'acqua e sono comunque sempre presenti nelle zone "a trota marmorata". Sono però soprattutto le alterazioni ambientali quali i prelievi idrici, i disalvei, gli inquinamenti a costituire il rischio maggiore per la sopravvivenza per questo salmonide dalle esigenze ecologiche così delicate e peculiari. Nell area indagata la trota marmorata è stata censita in un unica sezione sul fiume Po ed in tutte le sezioni campionate sulla Dora Baltea. TIMALLIDI Temolo - Thymallus thymallus Ha corpo fusiforme, allungato, con capo piccolo e appuntito, pinna dorsale ampia e sviluppata in altezza ed in lunghezza, pinna caudale biloba, scaglie di media grandezza. La colorazione è argentea, con il dorso tendente al verde pallido. I fianchi possono presentare dei piccoli punti neri, più o meno fitti. Il colore della pinna dorsale tende al blu nelle popolazioni autoctone, al viola nelle popolazioni introdotte. Durante il periodo riproduttivo la livrea dei maschi vira su tonalità più accese e la pinna dorsale assume riflessi violacei e blu molto intensi. Il genere Thymallus è ad ampia distribuzione olartica, ed è diffuso in molti corsi d'acqua ed ambienti lacustri europei. In Italia risulta indigeno nella pianura padana, in particolare negli affluenti di sinistra del fiume Po, in quelli di destra fino al bacino del Tanaro e nei diretti tributari triveneti dell'alto Adriatico. Il suo areale di distribuzione originario coincide sostanzialmente con quello di Salmo (trutta) marmoratus. In Piemonte il temolo era presente con popolazioni abbondanti negli affluenti di sinistra del Po con maggiore portata, nel Maira, nel Varaita e nel bacino del Tanaro. Nell area indagata il temolo è stato censito in un unica sezione sulla Dora Baltea SPECIE ALLOCTONE CIPRINIDI Barbo europeo - Barbus barbus Ha corpo slanciato con bocca ventrale e, come tutti gli appartenenti al gen. Barbus, due paia di barbigli sul labbro superiore. I raggi più lunghi della pinna dorsale e della pinna anale sono ossificati con l'orlo posteriore dentellato. La colorazione del dorso è scura, da bruno-verde a verde-nerastro, più chiara sui fianchi, il ventre bianco, spesso con riflessi rossastri. Le pinne sono grigio-verdastre con leggera tonalità rossastra che aumenta verso il margine esterno. L areale di distribuzione originale comprende l Europa centro-orientale. La specie è stata recentemente introdotta, con acclimatazione, in acque dolci dell'italia settentrionale e centrale. 38

40 Vive nel corso medio inferiore di fiumi aventi acque limpide e corrente veloce, dove occupa preferenzialmente i fondali ghiaiosi. La specie è gregaria. Il barbo europeo occupa in gran parte la nicchia ecologica del barbo italico (Barbus plebejus), rispetto al quale mostra una maggiore adattabilità alle modificazioni idromorfologiche e migliori performance nell accrescimento. Nelle zone dove è stato immesso, come nel corso principale del Po, ha in breve tempo determinato la scomparsa della specie autoctona italiana e la comparsa di ibridi. Nell area indagata il barbo europeo è stato censito in quattro sezioni campionate sul fiume Po ed in un unica sezione nella Dora Baltea. Carpa - Cyprinus carpio Ha corpo piuttosto tozzo, sviluppato in altezza, bocca piccola, mediana, con due paia di barbigli sulla mascella superiore; le scaglie sono generalmente molto grandi. In alcune razze ridotte in numero, in altre totalmente assenti. La livrea è bruno-verdastra sul dorso, con fianchi color bronzo o giallastri ed addome bianco o giallastro; le pinne sono bruno-grigie, spesso con sfumature rossastre nelle pinne pettorali, ventrali ed anali. Sono note varietà differenti che si distinguono per la presenza di scaglie su tutto il corpo (carpa regina), su parte dei fianchi (carpa a specchi) o per l assenza totale di scaglie (carpa nuda, carpa cuoio). La carpa può raggiungere una lunghezza massima di 130 cm per oltre 30 kg di peso. Cyprinus carpio ed ha distribuzione originaria euro-asiatica limitata, per quanto riguarda l Europa, al solo bacino del Danubio ed alle aree circostanti il Mar Nero. Nel resto dell Europa ed in Italia è stato introdotto in epoche remote e si è diffuso con rapidità e facilità in molti corsi d acqua, laghi, stagni e canali. E specie facilmente allevabile. Nell area indagata la carpa è stata censita in tre delle sezioni campionate sul fiume Po ed è assente nella Dora Baltea. Pseudorasbora Pseudorasbora parva Specie originaria dell Asia orientale; verso il 1960 è stata introdotta nei bacini danubiana e di qui è stata importata in Italia con i ripopolamenti di pesce bianco. Ha corpo fusiforme, compresso lateralmente, capo appuntito, livrea con dorso grigio, fianchi più chiari, con riflessi argentati, addome biancastro. Lungo i fianchi decorre una banda scura, dall occhio fino al peduncolo caudale. La bocca è piccola, aperta verso l alto. La taglia massima raggiungibile è di 10 cm. Il suo habitat è costituito da laghi, stagni e corsi d acqua a lento decorso, con fondali sabbiosi e fangosi. La riproduzione è primaverile. Durante il periodo riproduttivo i maschi presentano vistosi tubercoli nuziali. La dieta, come per la maggior parte dei ciprinidi, è onnivora. La pseudorasbora occupa una nicchia ecologica in parte coincidente con quella dei ciprinidi reofili, in parte con quella dei ciprinidi limnofili, con i quali entra inevitabilmente in competizione. Attualmente la specie appare in forte espansione nelle acque italiane. Nell area indagata la pseudorasbora è stata censita in quattro sezioni delle cinque sezioni campionate sul fiume Po; nella Dora Baltea è risultata assente. 39

41 Rodeo amaro - Rhodeus sericeus Ha corpo tozzo, compresso, sviluppato in altezza, bocca piccola, denti faringei su un' unica fila, linea laterale incompleta, composta da 5-6 scaglie. I maschi hanno livrea molto sgargiante, con tonalità molto accese. Al di fuori del periodo riproduttivo non c'è dimorfismo. Il rodeo amaro vive in corsi d'acqua a corrente moderata ed in laghi, con fondo fangoso e presenza di ricca vegetazione acquatica. La presenza di molluschi bivalvi (Anodonta ed Unio) è indispensabile per la biologia della specie. Rhodeus sericeus è una specie a distribuzione europea ed asiatica, presente in Europa dalla Francia nord orientale (bacino del Rodano) alla regione baltica (bacino della Neva), ed in alcuni bacini balcanici. Attualmente la specie è in contrazione in molti bacini europei. In Italia la specie è alloctona; segnalata per la prima volta nel 1990, è oggi una presenza costante in tutto il bacino padano e nell Italia centrale, dove ha costituito popolazioni talora abbondanti. Nell area indagata il rodeo amaro è stato censito in un unica sezione sul Po. SALMONIDI Trota fario - Salmo [trutta] trutta E' il salmonide attualmente più diffuso; esso colonizza gli ambienti iposorgentizi ad alta quota, le risorgive di fondovalle e gli ambienti lacustri, a condizione che temperatura dell'acqua ed ossigeno disciolto si mantengano su valori compatibili con la sua sopravvivenza. la sua ubiquitarietà è dovuta al suo utilizzo massiccio per i ripopolamenti ai fini alieutici. Recenti studi morfometrici e genetici hanno messo in luce l'esistenza di due ceppi ben distinti di trota fario, uno autoctono dei corsi d'acqua mediterranei europei, l'altro di derivazione atlantica. I due ceppi, distinguibili per alcune differenze morfologiche quali numero e dimensioni delle tipiche macchie nere e rosse, presenza o assenza delle macchie "parr" in fase adulta sono in grado di riprodursi dando origine ad ibridi (o, più propriamente, ad incroci) che stanno sostituendo le popolazioni locali di trota fario nelle zone originarie. In Italia l'autoctonia della forma mediterranea è oggi messa in discussione, e comunque è data per scontata da molti autori l'alloctonia di Salmo [trutta] trutta, di qualunque ceppo, nei torrenti alpini. Alcune pubbliche amministrazioni hanno intrapreso programmi di tutela e recupero delle presunte residue popolazioni locali di trota fario, impedendo o limitando l'immissione di trote di ripopolamento ed incrementando la produzione annua di avannotti in ambienti controllati (Incubatoi di Valle o simili;). Alla luce delle nuove perplessità espresse circa l'autoctonia della trota fario è divenuto indispensabile chiarire definitivamente lo status della specie a livello italiano, per evitare di intraprendere programmi di recupero tanto impegnativi quanto inutili dal punto di vista naturalistico. Nell area indagata la trota fario è stata censita in un unica sezione sul fiume Po ed in tutte le sezioni campionate sulla Dora Baltea. Trota Iridea - Oncorhynchus mykiss Originaria dell'america Nord - occidentale, fu introdotta in Italia nel 1900; nelle nostre acque la riproduzione, seppure documentata, è un fenomeno raro. La specie sfrutta una nicchia ecologica coincidente in parte con quella della trota fario, rispetto alla quale possiede però una minore adattabilità. Le immissioni di trota iridea 40

42 hanno comunque condizionato le popolazioni autoctone di salmonidi originariamente presenti nei corsi d'acqua, in quanto le disponibilità alimentari degli ambienti oligotrofici di montagna non sono del tutto sufficienti per la coesistenza di specie con caratteristiche ed esigenze molto simili. Nell area indagata la trota iridea è stato censita in un unica sezione sulla Dora Baltea. SILURIDI Siluro - Silurus glanis Ha corpo allungato a sezione conica, ma schiacciato lateralmente, dall orifizio anale fino alla pinna caudale. La testa è appiattita e massiccia e termina con una bocca larghissima, praticamente ampia come la circonferenza del corpo; sulle mascelle e sul vomere sono presenti numerosi piccoli denti di forma conica; gli occhi sono piccolissimi, di colore giallastro; due lunghi barbigli sono posizionati tra la mascella superiore e gli occhi; altre due paia di barbigli, molto più sottili e piccoli, sono inseriti sulla mascella inferiore. La pinna dorsale è piccola, poco sviluppata e non è dotata di raggi spinosi, come pure è piccola la pinna caudale, di forma arrotondata. Le pinne pettorali sono provviste di un robusto primo raggio spinoso, le ventrali sono piccole e si congiungono con la pinna anale che è assai lunga e si estende per circa la metà del corpo. La pelle è completamente priva di scaglie ed è ricoperta da abbondante muco, prodotto da un elevato numero di ghiandole mucipare. La colorazione è variabile: il dorso ed il capo hanno toni nero-bluastri, lateralmente è presente una marmoreggiatura di colore biancastro, giallo, grigio o anche verde, il ventre è chiaro. L areale originario di S. glanis è piuttosto ampio, estendendosi dall Asia Occidentale fino al bacino del fiume Reno. Il siluro europeo è presente dall Elba e dal corso superiore del Reno fino al bacino dell Ural, escluse Finlandia e Scandinavia: in Danimarca e Svezia risulta essere raro. Il siluro è stato invece certamente introdotto in gran parte dell Europa mediterranea. In Italia la specie ha ampia diffusione, in continua espansione. Sono attualmente interessati dalla sua presenza tutto il distretto padano veneto ed i corsi d acqua maggiori del distretto tosco laziale. Nell area indagata il siluro è stato censito in quattro sezioni delle cinque sezioni campionate sul fiume Po; nella Dora Baltea è risultato assente. 41

43 8. Monitoraggio mediante radiotracking A seguito di specifici sopralluoghi lungo l area di studio, in collaborazione con il personale dell Ente di gestione delle Aree Protette del Po e della Collina Torinese si è potuto definire un assetto ottimale per l installazione delle stazione riceventi automatiche per il monitoraggio in continuo degli spostamenti dei pesci marcati lungo il tratto oggetto di studio. Al fine di poter controllare adeguatamente la confluenza Po-Dora Baltea sono stati individuati n.3 siti idonei, localizzati nella figura seguente, di cui uno lungo la Dora Baltea, in sponda orografica destra, e due lungo il Po, a monte della confluenza con la Dora in sponda orografica sinistra ed a valle della confluenza in sponda destra. La scelta dei siti è stata principalmente basata sulla possibilità di avere una buona copertura del tratto alveo per la detezione dei passaggi dei pesci marcati ed al contempo una buona esposizione alla radiazione solare (per i pannelli fotovoltaici atti ad alimentare le stazioni), sulla buona accessibilità dei siti con una limitata esposizione ai rischi di danni da atti vandalici ed in caso di esondazioni. DORA PO-MONTE PO-VALLE Figura 10. Localizzazione stazioni automatiche radiotracking (da Google Maps) L installazione delle stazioni è avvenuta nei giorni febbraio Ogni stazione è stata realizzata mediante una struttura portante in tubazione metallica immorsata nel terreno lungo la quale sono stati installati un box con chiusura di sicurezza contenente n. 2 stazioni riceventi automatiche (ATS R4500S a tecnologia DSP - Digital Signal Processing) ed il relativo sistema di alimentazione (batterie tubolari a rilascio graduale 12V, 100Ah e regolatori di carica), n.2 antenne Yagi a 4 elementi da 110 cm, di cui una orientata a monte ed una a valle della stazione al fine di garantire la massima copertura in termini di ricezione del segnale radio nell intorno del sito esame, e n.1 pannello fotovoltaico da 100W. 42

44 Figura 11. Stazione automatica Dora Baltea (stazione Dora) Figura 12. Stazione automatica Po valle (stazione Po-valle) 43

45 Figura 13. Stazione automatica Po monte (stazione Po-monte) Figura 14. Stazione automatica Dora durante scarico dati su laptop In corrispondenza di ciascuna stazione sono stati inoltre installati datalogger HOBO per il rilievo in continuo della temperatura dell acqua. Nello studio sono state altresì impiegate n.2 riceventi manuali modello ATS R2000 ed ATS R410 per consentire la localizzazione degli individui al di fuori della copertura delle stazioni riceventi automatiche, mediante sopralluoghi periodici da sponda con localizzazione delle rilevazioni su supporto cartografico. In contemporanea con le campagne di monitoraggio mediante elettrostorditore sono state effettuate n.7 campagne di taggaggio (1, 2, 3, 5 e 14 marzo, 26 e 27 aprile 2012) procedendo alla classificazione degli esemplari catturati ed all impianto, previa sedazione, di trasmittenti ATS modello F1835 e pit-tags da 32 mm della Oregon RFId. 44

46 Di seguito si riportano le principali informazioni relative agli esemplari marcati: TROTE N Specie Salmo marmoratus Salmo marmoratus Salmo trutta (ibrido) Salmo marmoratus Salmo marmoratus Salmo marmoratus (ibrido) Salmo marmoratus Salmo marmoratus Salmo marmoratus (ibrido) Frequenza trasmittente Pit-tag Peso [kg] Lunghezza [mm] Data cattura/marcatura A9328D6 3, /03/ E820CE 2, /03/2012 Fiume Dora Baltea Dora Baltea A9328D0 1, /03/2012 Po A9328CA 2, /04/ A9328C8 3, /04/ A9328C6 1, /04/ A9328C7 3, /04/ A9328C4 1, /04/ A9328C5 3, /04/2012 Dora Baltea Dora Baltea Dora Baltea Dora Baltea Dora Baltea Dora Baltea Luogo cattura Valle stazione Dora Valle ponte canale Cavour Fontanetto Po Valle ponte canale Cavour Valle ponte canale Cavour Valle ponte canale Cavour Valle ponte canale Cavour Valle ponte canale Cavour Stazione Dora Luogo rilascio Monte stazione Dora Monte stazione Dora Fontanetto Po Monte stazione Dora Monte ponte Verolengo Monte stazione Dora Monte stazione Dora Monte stazione Dora Monte stazione Dora SILURI N Specie Silurus glanis Silurus glanis Silurus glanis Silurus glanis Silurus glanis Silurus glanis Silurus glanis Silurus glanis Silurus glanis Silurus glanis Frequenza trasmittente Pit-tag Lunghezza [mm] Data cattura/marcatura Fiume A9328D /03/2012 Po A9328D /03/2012 Po A9328D /03/2012 Po A9328D /03/2012 Po A9328CF /03/2012 Po A9328CD /03/2012 Po A9328D /03/2012 Po A9328CC /03/2012 Po A9328CD /03/2012 Po A9328CE /03/2012 Po Luogo cattura Monte stazione Po valle Monte stazione Po valle Monte stazione Po valle Monte stazione Po valle Monte ponte FFSS S.Sebastiano Monte ponte Crescentino Monte ponte Crescentino Monte ponte Crescentino Monte ponte Crescentino Monte ponte Crescentino Luogo rilascio Valle stazione Po valle Valle stazione Po valle Valle stazione Po valle Valle stazione Po valle Monte ponte FFSS S.Sebastiano Valle stazione Po valle Valle stazione Po valle Valle stazione Po valle Valle stazione Po valle Valle stazione Po valle Nelle pagine seguenti si riportano alcune riprese fotografiche degli esemplari marcati. 45

47 Figura 15. Classificazione esemplare di marmorata Figura 16. Esemplare di marmorata marcato con trasmittente 46

48 Figura 17. Esemplare di marmorata marcato con trasmittente Figura 18. Esemplare di marmorata marcato con trasmittente 47

49 Figura 19. Esemplare di marmorata in sedazione Figura 20. Esemplare di marmorata marcato con trasmittente 48

50 Figura 21. Esemplare di siluro marcato con trasmittente Figura 22. Esemplare di siluro marcato con trasmittente 49

51 Figura 23. Esemplare di siluro marcato con trasmittente Figura 24. Esemplare di siluro marcato con trasmittente 50

52 9. Risultati del monitoraggio mediante radiotracking Di seguito si riportano sinteticamente, per ogni esemplare, le principali evidenze derivanti dalle acquisizioni effettuate dalle stazioni automatiche ubicate presso la confluenza Po-Dora Baltea, corredate da grafici che, evidenziando l intensità del segnale rilevata dalle antenne (monte/valle) di ciascuna stazione nel periodo esaminato, consentono di visualizzare la mobilità degli esemplari all interno della zona monitorata. I risultati sono suddivisi in due gruppi, considerando separatamente le trote ed i siluri. I grafici rappresentano l intensità del segnale radio rilevata nel tempo presso ciascuna delle 6 stazioni automatiche (Dora-UP e Dora-DOWN: a monte ed a valle della stazione sulla Dora Baltea valle; Po-valle-UP e PO-valle-DOWN: a monte ed a valle della stazione sul Po a valle della confluenza; Po-monte-UP e POmonte-DOWN: a monte ed a valle della stazione sul Po a monte della confluenza). Ogni punto del grafico corrisponde ad una detezione della presenza della frequenza associata al singolo esemplare nelle vicinanze della stazione; un aumento dell intensità del segnale significa un avvicinamento del pesce alla stazione e viceversa, una riduzione dell intensità rappresenta un allontanamento dalla stessa). Il passaggio in prossimità di una stazione di monitoraggio è evidenziato dall incremento progressivo di intensità di entrambe i segnali dell antenna di monte e di valle, seguito da un inversione dei valori in corrispondenza del passaggio da monte a valle (o viceversa) della sezione in cui è installata la stazione; si veda ad esempio il passaggio da monte verso valle della trota marmorata marcata con la frequenza rappresentato nel seguente grafico: l esemplare si avvicina da monte alla stazione (incremento dell intensità del segnale rilevato dall antenna di monte (triangoli verdi) e contestuale incremento dell intensità del segnale dell antenna di valle (crocette viola) che comunque si mantiene inferiore alla precedente), per poi passare a valle (i valori di intensità del segnale si invertono, evidenziando una prevalenza di quelli rilevati dall antenna di valle), per poi stazionare in un sito poco a valle della stazione (intensità pressoché costante con prevalenza del segnale rilevato dall antenna di valle). 51

53 Grazie all effettuazione di periodici rilievi manuali da sponda è stato possibile verificare con buona approssimazione le rilevazioni effettuate dalle stazioni automatiche ed individuare, in alcuni casi, l allontanamento dal tratto monitorato di alcuni esemplari marcati. Inoltre in occasione dei periodici download dei dati delle stazioni si è proceduto al rilievo dell eventuale presenza degli esemplari marcati in prossimità delle stazioni. Gli esiti dei rilievi specifici sono stati riportati su mappa in modo da poter costituire una base di riscontro per l interpretazione dei dati rilevati dalle stazioni automatiche. Figura 25. Effettuazione di rilievo radiotracking manuale a monte della stazione Po-valle 52

54 Figura 26. Esempio di mappa di riscontro derivante da rilievo manuale Di seguito si riportano i primi dati rilevati dai datalogger di temperatura installati presso le stazioni. Quelli sul Po sono risultati danneggiati da eventi idrologici (piena 1/5) e, presumibilmente, da impatto con materiali trasportati a valle della corrente, e quindi le serie risultano parziali. Si evidenzia inoltre che la validità di tali dati è da considerare con estrema cautela a causa della difficoltà di ubicare i datalogger in sezioni appropriate che garantissero la continuità e l affidabilità delle rilevazioni. Si ritiene pertanto opportuno, per eventuali attività future, prevedere la realizzazione di sezioni di misura attrezzate ad hoc. 53

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