Esame di coscienza E ai dipendenti vaticani ricorda la necessità di curare le ferite e chiede perdono per le mancanze e gli scandali

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1 Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n Copia 1,00 Copia arretrata 2,00 L OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLIV n. 292 (46.834) Città del Vaticano lunedì-martedì dicembre Nell udienza per gli auguri natalizi il Papa paragona la Curia romana a un corpo complesso che cerca di essere più sano ma non è esente da malattie e tentazioni Esame di coscienza E ai dipendenti vaticani ricorda la necessità di curare le ferite e chiede perdono per le mancanze e gli scandali y(7ha3j1*qsskkm( +&!=!?!$!%! Un piccolo mo dello della Chiesa La Curia romana e il Corpo di Cristo: è forte ed esigente sin dal titolo originale il discorso che il Papa ha rivolto a tutti i cardinali e ai collaboratori più stretti, e che ha raccomandato poi di vedere anche ai dipendenti vaticani, incontrati subito dopo. Due discorsi dunque da leggere insieme, e alla luce del mistero cristiano dell incarnazione del Signore, che nella sua povertà insegna all uomo ha detto Francesco «la potenza dell umiltà». È quindi un unica meditazione quella che il successore di Pietro ha svolto per sostenere e stimolare «un vero esame di coscienza» in preparazione del Natale. Nel confronto con l immagine della Chiesa come corpo mistico di Cristo, radicata nella Scrittura e negli scritti patristici, come sottolineano la Mystici corporis di Pio XII e la costituzione conciliare Lumen gentium, esplicitamente citate dal Pontefice. In questo confronto impegnativo Francesco vede la Curia come «un piccolo modello della Chiesa», che quotidianamente deve rinnovarsi perché è un corpo complesso ma coordinato «per un funzionamento efficace, edificante, disciplinato ed esemplare». E torna in mente il discorso di Paolo VI alla Curia del 21 settembre 1963: «Da tutte le parti si guarda a Roma cattolica, al pontificato romano, alla Curia romana. Il dovere d essere autenticamente cristiani è qui sommamente impegnativo. Non ricorderemmo a voi questo dovere, se a noi stessi non lo ricordassimo ogni giorno. Tutto a Roma fa scuola: la lettera e lo spirito. Come si pensa, come si studia, come si parla, come si sente, come si agisce, come si soffre, come si prega, come si serve, come si ama; ogni momento, ogni aspetto della nostra vita ha intorno a noi un irradiazione, che può essere benefica, se fedele a ciò che Cristo vuole da noi; malefica, se infedele». Al discorso di Montini, che in Curia aveva servito per un trentennio, seguì quattro anni dopo la riforma disegnata nella Regimini ecclesiae universae e perseguita poi con paziente tenacia. Ma il rinnovamento deve essere continuo: ecclesia semper reformanda, antico principio richiamato all inizio della Pastor bonus. «La Curia è chiamata a migliorarsi, a migliorarsi sempre» ha quindi riassunto Francesco, che ha poi presentato richiamandosi alla più antica tradizione monastica un vero e proprio catalogo, a tratti sferzante, di quindici «malattie curiali», ma che naturalmente sono «un pericolo per ogni cristiano e per ogni curia, comunità, congregazione, parrocchia, movimento ecclesiale». Ancora una volta il Papa ha richiamato l anima della Chiesa, su cui insiste sin dalle prime ore del pontificato: lo Spirito santo, che dà la vita, che ha il potere di guarire ogni malattia e che promuove l armonia. Bisogna dunque pregare e operare perché Chiesa e Curia «siano sane e risanatrici; sante e santificatrici». Nella richiesta di perdono che il Pontefice ha rinnovato davanti ai dipendenti vaticani «per le mancanze, mie e dei collaboratori, e anche per alcuni scandali, che fanno tanto male». Perché la Curia romana ha di fronte a tutta la Chiesa un dovere speciale di esemplarità. g. m.v. Tratti in salvo settecento migranti abbandonati in mare aperto dagli scafisti Vite alla deriva nel Mediterraneo Dopo l uccisione di due agenti Rivolta della polizia a New York NEW YORK, 22. «Siamo davanti a un attacco a tutto ciò che abbiamo di caro: ci affidiamo alla nostra polizia per proteggerci contro le forze della criminalità». Parole pesanti, quelle del sindaco di New York, Bill De Blasio, pronunciate ieri a poche ore dall uccisione di due poliziotti a Brooklyn, freddati da una raffica di colpi di pistola alla testa da parte di un ragazzo nero che poi si è sparato. La polizia della Grande Mela ha pesantemente contestato le autorità, la cui retorica avrebbe a loro avviso infuocato lo scontro. Così, quando De Blasio si è recato in ospedale per onorare le vittime, i colleghi degli agenti gli hanno voltato le spalle in segno di protesta. Un richiamo alla calma è intanto giunto ieri dal cardinale Timothy Michael Dolan, arcivescovo di New York. «Preghiamo per la nostra città: possano prevalere la calma e La preghiera di Benedetto XV Un Natale di pace GUA LT I E R O BASSETTI A PA G I N A 7 ROMA, 22. Sono in salvo, grazie all intervento della Marina italiana, settecento migranti abbandonati sul mercantile Carolyn Assense alla deriva nel Mediterraneo. Si tratta in massima parte di profughi siriani, compresi numerosi nuclei familiari con bambini. Secondo quanto hanno riferito ieri al loro arrivo nel porto siciliano di Augusta, erano salpati una settimana fa da Mersin, in Turchia. Dopo alcuni giorni di navigazione, i quattro scafisti avevano abbandonato il mercantile, inserendo il pilota automatico, poiché nessuno dei passeggeri era in grado di manovrare la nave. Fortunatamente, il Carolyn Assense del quale non sono l unità, com è spesso accaduto in passato» ha detto Dolan. L omicidio è stato definito dagli inquirenti «un esecuzione in piena regola». I due agenti, Wenjian Liu e Rafael Ramos, sono stati immediatamente trasferiti in ospedale: uno è morto subito dopo il ricovero, l altro pochi minuti più tardi. «Non hanno nemmeno avuto il tempo di reagire» ha detto il capo della polizia di New York, William Bratton. L assassino è stato identificato: si chiamava Ishmael Brinsley, 28 anni, originario di Baltimora. Il gesto è stato compiuto probabilmente per vendicare l uccisione da parte di agenti bianchi di due afro-americani: il diciottenne nero Michael Brown, ucciso questa estate in Missouri, ed Eric Garner, morto a New York dopo essere stato soffocato da un poliziotto. In entrambi i casi, il Grand Jury ha deciso di non incriminare gli agenti coinvolti. Il procuratore generale, Eric Holder, ha condannato nel modo «più forte possibile», l uccisione dei due poliziotti. Il presidente Barack Obama, in vacanza alle Hawaii con la famiglia, ha rilasciato ieri una dichiarazione: «È un atto per cui non esiste giustificazione». state rese note bandiera e identità degli originari proprietari è stato avvistato sabato da un ricognitore aereo legato alla Frontex, la missione europea di controllo delle frontiere, mentre si trovava a circa cento miglia dalle coste siciliane, in acque internazionali. In poche ore le unità della Marina e della Guardia costiera italiane hanno raggiunto il mercantile. Nonostante le avverse condizioni del mare, i militari sono riusciti a salire a bordo del Carolyn Assense, che procedeva a sei nodi di velocità appunto con pilota automatico una situazione sempre pericolosa con mare mosso o, peggio, in caso di tempesta e a prenderne il controllo. Per la traversata stando alle prime ricostruzioni basate sulle testimonianze i migranti avrebbero mediamente pagato circa settemila dollari a testa, cifra molto più alta rispetto alla media, ma che troverebbe giustificazione nel fatto che in questo caso il viaggio sarebbe avvenuto su un mercantile sicuro e non su una delle famigerate carrette del m a re. Nella plancia di comando del Carolyn Assense, gli investigatori hanno anche recuperato la carta nautica con segnata la rotta che da Mersin conduceva a un punto in mare aperto, a circa centoventi miglia dalla costa di Siracusa, a conferma di un piano premeditato per abbandonare in mare settecento migranti. Al momento nessuna delle persone tratte in salvo ha accusato malori. Una ventina di loro, appena giunte al porto sono stati condotti all osp e- dale di Augusta, ma soltanto in via precauzionale, per effettuare accertamenti protocollari. Operazioni di soccorso a profughi siriani lo scorso 9 dicembre nel porto di Crotone (Afp) La Curia romana è come un «corpo complesso»: per vivere ha bisogno non soltanto di «nutrirsi» ma anche di «curarsi» da malattie e tentazioni che ne indeboliscono «il servizio al Signore». Papa Francesco ha scelto questa similitudine per il discorso pronunciato questa mattina, lunedì 22 dicembre, nella Sala Clementina, durante il tradizionale incontro con i membri della Curia per gli auguri natalizi. Una riflessione che il Pontefice ha voluto offrire ai presenti come «un sostegno e uno stimolo a un vero esame di coscienza per preparare il nostro cuore al santo Natale». Richiamando l immagine del «corpo mistico di Cristo», Francesco ha parlato dell organismo curiale come di «un piccolo modello di Chiesa», ossia di «un corpo che cerca seriamente e quotidianamente di essere più vivo, più sano, più armonioso e più unito in se stesso e con Cristo». Al tempo stesso, ha notato, esso è continuamente esposto «anche alle malattie, al malfunzionamento, alle infermità». Si tratta di quelle tipiche «malattie curiali» che, ha ammonito, costituiscono «un pericolo» per ogni cristiano e per ogni comunità, perché «possono colpire sia a livello individuale sia comunitario». Il Papa ne ha individuate ben quindici descrivendone con efficacia sintomi e conseguenze e ha invitato a intraprendere «un sincero sforzo di purificazione» e «di conversione» con il sostegno dello Spirito Santo. Senza dimenticare, ha aggiunto, che «la guarigione è anche frutto della consapevolezza della malattia e della decisione personale e comunitaria di curarsi sopportando pazientemente e con perseveranza la cura». E di «cura» Francesco ha parlato anche nel successivo incontro riservato ai dipendenti vaticani, riuniti con le loro famiglie nell Aula Paolo VI. Richiamando espressamente la riflessione affidata poco prima ai membri della Curia, il Pontefice ha ricordato che «curare significa manifestare interessamento solerte e premuroso, che impegna sia il nostro animo sia la nostra attività, verso qualcuno o qualcosa; significa guardare con attenzione a colui che ha bisogno di cura senza pensare ad altro; significa accettare di dare o di ricevere la cura». Da qui l invito a «trasformare questo santo Natale in una vera occasione per c u r a re ogni ferita e per curarsi da ogni mancanza», evitando soprattutto di dare spazio a invidie, rancori, critiche. In conclusione, insieme agli auguri, anche una richiesta di perdono: «per le mancanze, mie e dei collaboratori ha specificato e anche per alcuni scandali, che fanno tanto male». PAGINE 4-6 NOSTRE INFORMAZIONI Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell Arcidiocesi di Dakar (Senegal), presentata dall Eminentissimo Signor Cardinale Théodore-Adrien Sarr, in conformità al canone del Codice di Diritto Canonico. Il Santo Padre ha accettato la rinuncia all ufficio di Ausiliare della Diocesi di Basel (Svizzera), presentata da Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Martin Gächter, in conformità ai canoni e 411 del Codice di Diritto canonico. Erezione di Diocesi e relativa Provvista Il Santo Padre ha eretto la nuova Diocesi di Kuzhithurai (India), per dismembramento della Diocesi di Kottar, rendendola suffraganea della sede metropolitana di Madurai, e ha nominato primo Vescovo di Kuzhithurai il Reverendo Padre Jerome Dhas Varuvel, S.D.B., Maestro dei Novizi. Provviste di Chiese Il Santo Padre ha nominato Arcivescovo di Dakar (Senegal) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Benjamin Ndiaye, finora Vescovo di Kaolack (Senegal). Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Burlington (Stati Uniti d America) Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Christopher J. Coyne, finora Vescovo titolare di Mopta e Ausiliare dell Arcidio cesi di Indianapolis (Stati Uniti d America).

2 pagina 2 L OSSERVATORE ROMANO lunedì-martedì dicembre 2014 Il presidente bielorusso (a sinistra) con Poroshenko (Afp) Samaras offre l ingresso nella coalizione di Governo ai partiti indipendentisti C o m p ro m e s s o per sbloccare lo stallo in Grecia L ex leader scozzese Alex Salmond si candida a Westminster LONDRA, 22. Alex Salmond, l ex leader dello Scottish National Party (Snp) e protagonista della campagna per il referendum sull indip endenza scozzese, si candida a Westminster, accennando alla possibilità di sostenere un Esecutivo britannico di minoranza laburista. In questo modo, permetterebbe a Ed Miliband, leader del Labour Party, di governare contando su un appoggio esterno. Salmond tutt altro che ritiratosi dall arena politica dopo le dimissioni da first minister scozzese e da capo dell Snp seguite alla sconfitta della campagna indipendentista nella consultazione del 18 settembre scorso, in cui la Scozia ha scelto di rimanere sotto la Corona inglese p otrebb e così rivelarsi figura chiave per risolvere l eventuale rebus che rischia di scaturire dalle prossime elezioni del 7 maggio Tutti i sondaggi danno un testa a testa tra Labour e Tory, paventando così la possibilità di un nuovo Parlamento bloccato, con la conseguente necessità di arrivare a un ulteriore Governo di coalizione. A detta degli analisti, un possibile accordo tra Labour e Snp permetterebbe ai laburisti di recuperare il terreno perso in Scozia, bacino elettorale tradizionalmente sicuro e spesso decisivo, ma che non ha mancato di manifestare la sua delusione nel post-referendum, con una crescita di consensi per lo Scottish National Party. Tanto più che adesso Salmon e Miliband sembrano convergere anche sul futuro della Camera dei Lord: l ex first minister scozzese ha detto ieri di auspicare una «rivoluzione costituzionale» per la Gran Bretagna che porti all ab olizione della Camera dei Lord da sostituire con un «Senato del popolo». E per farlo pensa a un referendum. Il Parlamento greco ad Atene (Afp) PE C H I N O, 22. La Cina è al fianco degli Stati Uniti nella lotta contro il cyberterrorismo. A sottolinearlo, nel corso di una conversazione telefonica con il segretario di Stato americano, John Kerry, è stato ieri il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, il quale si legge sul sito del ministero «ha ribadito la posizione di Pechino» che è «contraria a ogni forma di attacco informatico». Il quotidiano «New York Times» aveva rivelato ieri, citando alti funzionari americani, che gli Stati Uniti hanno chiesto l aiuto delle autorità di Pechino per contrastare gli attacchi informatici attribuiti al regime comunista della Corea del Nord. Richiesta di aiuto, questa, sulla quale potrebbero tuttavia pesare le recenti tensioni tra Washington e Pechino in materia di sicurezza informatica dopo l incriminazione di cinque hacker che lavoravano per i militari cinesi accusati a maggio dal dipartimento della Giustizia di aver sottratto informazioni riservate ad alcune società americane. Gli Stati Uniti considerano la Corea del Nord responsabile del cyberattacco lanciato contro la Sony Pictures a causa del film The Interview, che racconta un piano della Cia per assassinare il leader nordcoreano Kim Jong Un. L uscita della pellicola è stata bloccata definitivamente dopo una serie di minacce informatiche. «Risponderemo in modo proporzionato, ma si è trattato di un atto di vandalismo cibernetico, non di un atto guerra» ha dichiarato ieri il presidente Barack Obama, cercando di moderare i toni in merito all'attacco alla Sony Pictures. Eppure, dopo averlo negato nei giorni scorsi, Obama ha avvertito che gli Stati Uniti stanno considerando l ipotesi di rimettere la Corea del Nord nella lista dei Paesi sostenitori del terrorismo. Pyongyang era stata tolta dalla lista sei anni fa. L Fbi ha puntato il dito contro il regime comunista nordcoreano, il quale però a sua volta nega ogni responsabilità e, dopo aver offerto di collaborare con Washington per «individuare i veri responsabili» dell'attacco alla Sony Pictures, ieri è tornato a minacciare rappresaglie ATENE, 22. Nel difficile tentativo di sbloccare l impasse politico-istituzionale che rischia di portare la Grecia a elezioni anticipate per il mancato accordo sull elezione del nuovo capo dello Stato, il premier Antonis Samaras ha offerto ieri una soluzione di compromesso. In un intervento in diretta televisiva, il primo ministro si è rivolto ai parlamentari a poche ore dal secondo dei tre scrutini per l elezione del presidente della Repubblica, sottolineando l importanza di raggiungere un consenso sul candidato della coalizione di Governo, Stavros Dimas. Per riuscire a eleggere entro il 29 dicembre il nuovo capo dello Stato ed evitare la crisi, Samaras ha proposto ai partiti indipendenti pro- Unione europea di entrare a fare parte del Governo di coalizione, ora formato da Nea Dimokratia, di centro-destra, e dal Pasok, di centro-sinistra. Samaras ha insistito soprattutto sull importanza di andare avanti con il processo di revisione costituzionale: non è escluso il ricorso alle elezioni politiche anticipate, ma questo avverrà solo dopo che saranno conclusi i negoziati con la troika (la squadra di esperti dell'unione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale) sul programma di risanamento dell'economia ellenica. È la prima volta che Samaras evoca esplicitamente la possibilità di un voto prima del giugno del 2016, data in cui scade il mandato di quattro anni del suo Esecutivo. «Completiamo i negoziati con i creditori internazionali e la riforma costituzionale e poi possiamo mettere a punto un calendario per nuove elezioni da tenersi anche prima della fine del 2015» ha dichiarato senza mezzi termini il premier. Dopo il fallimento del primo voto del 17 dicembre scorso, domani, martedì è atteso il secondo scrutinio per eleggere il presidente della Repubblica, mentre l ultima votazione è in programma il 29 dicembre. In caso di fallimento le elezioni saranno obbligatoriamente convocate già a febbraio del prossimo anno, mettendo a rischio ogni nuova trattativa con la troika. A Samaras, indicano gli analisti politici, mancano venti voti per eleggere Stavros Dimas, il suo candidato, a capo dello Stato e l area da cui potrebbero provenire è quella di Vassilis Economou, independente pro-unione europea. Un deciso no alla proposta di Samaras è giunto dall estrema sinistra di Syriza negli ultimi sondaggi il primo partito greco di Alexis Tsipras, che prima di sedersi a un eventuale tavolo delle trattative intende rinegoziare gli accordi con la troika. Colloquio tra il segretario di Stato americano e il ministro degli Esteri cinese Pechino con Washington nella lotta al cyberterrorismo contro la Casa Bianca se prenderà misure nei suoi confronti. Intanto, il sistema informatico della compagnia che gestisce le centrali nucleari in Corea del Sud ha subito un attacco da parte di ignoti hacker che, pu senza intaccare dati critici o mettendo a rischio la sicurezza, hanno lanciato minacce. Lo rende noto la società Khnp, che riporta oggi la Bbc ha annunciato un esercitazione di sicurezza e spiegato, senza nominare la Corea del Nord, che i pirati hanno messo in guardia la popolazione di stare alla «larga» da tre impianti Il vicepresidente statunitense rilancia il processo di Minsk Vertice a Kiev tra Ucraina e Bielorussia Sette civili morti per l esplosione di una bomba nella provincia di Kunar Nuove vittime innocenti in Afghanistan KABUL, 22. Il contingente delle forze internazionali si appresta a lasciare l Afghanistan dopo 13 anni: si addensano così nubi minacciose sul futuro del Paese asiatico che deve fare i conti con l offensiva scatenata nelle ultime settimane dagli insorti talebani. E nel conflitto non muoiono soltanto i combattenti, ma anche i civili afghani, che pagano a caro prezzo questa tragedia. Altri sette civili, tra cui due bambine, sono morti ieri per l esplosione di una bomba. Come riferiscono fonti ufficiali, l ordigno ha colpito un veicolo partito da Asadabad, capoluogo della provincia orientale di Kunar, e diretto nel distretto di Nari, prossimo al confine con il Pakistan. Nel pulmino saltato in aria due bambine sono rimaste uccise e tre donne sono state ferite. Una bambina nella città vecchia di Herat (Ansa) che forniscono il trenta per cento dell energia elettrica del Paese se questi non saranno chiusi per Natale. Il regime comunista di Pyongyang in passato è stato accusato di attacchi informatici contro banche, emittenti televisive e siti governativi di Seoul. Il numero di vittime civili delle violenze in corso in Afghanistan ha raggiunto un picco nel 2014, con un incremento del 19 per cento rispetto all anno scorso. Secondo quanto emerge dal rapporto annuale della Missione di assistenza dell Onu in Afghanistan, civili sono stati uccisi da gennaio a novembre e sono stati feriti. «Il numero di civili uccisi e feriti quest anno afferma il rapporto è il più alto che sia mai stato registrato dalle Nazioni Unite». Scontri di terra che coinvolgono le truppe regolari con gli insorti talebani e lo scoppio di ordigni improvvisati «sono le cause principali di queste vittime». Tra i feriti, il numero delle donne è cresciuto del 14 per cento e quello dei bambini del 33 per cento. KI E V, 22. Fitte consultazioni tra i leader internazionali per trovare una soluzione diplomatica al conflitto nell est dell Ucraina, dove peraltro continua a reggere l ultimo accordo per un cessate il fuoco. Il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha incontrato ieri a Kiev il suo omologo bielorusso, Alexander Lukashenko, mentre oggi riceve Nursultan Kazarbaiev, presidente del Kazakistan, in quella che ormai appare una sempre più marcata presa di distanza dalla Russia di Putin da parte dei suoi alleati tradizionali. Parallelamente, un nuovo round di negoziati tra Kiev e i ribelli separatisti filo-russi era atteso ieri a Minsk per rilanciare il processo di pace, ma i protagonisti non si sono incontrati né è stata annunciata un altra data. Secondo fonti governative ucraine, Lukashenko avversario dei Paesi occidentali e alleato di lunga data di Mosca, si è però ben guardato dal sostenere i separatisti filorussi del Donbass e ha sollecitato l aiuto di Kiev per riavvicinarsi all Europa. Il presidente bielorusso si è dichiarato pronto a fare tutto il possibile per aiutare l Ucraina a risolvere il conflitto armato al suo interno che ha causato dallo scorso aprile più di morti. Dal canto suo, la Germania, principale mediatore europeo nella crisi ucraina, ha ribadito l imp ortanza di un incontro diretto tra i ribelli e il Gruppo di contatto, composto da rappresentanti dell Ucraina, della Russia e dell O rganizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Su questo argomento ieri il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha avuto un colloquio con Poroshenko. Anche il vice presidente statunitense, Joe Biden, ha avuto un colloquio sabato con il capo di Stato ucraino per discutere della situazione finanziaria del Paese. Poroshenko ha ringraziato Biden per il sostegno degli Stati Uniti per uscire dalla crisi. Rinviata a giudizio l Infanta Cristina di Spagna MADRID, 22. La principessa Cristina de Borbón y Grecia, sorella del re di Spagna Filippo VI, secondogenita del monarca emerito Juan Carlos e sesta nella linea di successione al trono, è stata rinviata a giudizio nell ambito dell inchiesta per corruzione che coinvolge il marito. Lo ha deciso oggi il pubblico ministero José Castro. Il rinvio a giudizio è definitivo e inappellabile. È la prima volta nella storia di una monarchia regnante che un suo membro finisce davanti a un tribunale. I reati riguardano la gestione di Noós, una società no profit che secondo gli inquirenti si sarebbe appropriata, organizzando eventi sportivi e report, di circa 22 milioni di euro pubblici e privati. I suoi fondatori sono il marito di Cristina, Iñaki Urdangarin, e un suo socio. Una parte dei denari estorti sono finiti in una società, Aizóon, i cui unici azionisti, al cinquanta per cento ognuno, sono appunto la sorella del sovrano e il suo consorte. Nel dettaglio come riferisce la stampa spagnola le accuse, per i principali imputati, sono di malversazione, prevaricazione, frode nei confronti dell amministrazione, falso in documenti, reati fiscali e riciclaggio. L OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum Città del Vaticano o r n e o s s ro m.v a w w w. o s s e r v a t o re ro m a n o.v a POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt GI O VA N N I MARIA VIAN direttore responsabile Giuseppe Fiorentino v i c e d i re t t o re Piero Di Domenicantonio cap oredattore Gaetano Vallini segretario di redazione Servizio vaticano: vaticano@ossrom.va Servizio internazionale: internazionale@ossrom.va Servizio culturale: cultura@ossrom.va Servizio religioso: religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono , fax photo@ossrom.va w w w. p h o t o.v a Segreteria di redazione telefono , fax s e g re t e r i o s s ro m.v a Tipografia Vaticana Editrice L Osservatore Romano don Sergio Pellini S.D.B. direttore generale Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale 99; annuale 198 Europa: 410; $ 605 Africa, Asia, America Latina: 450; $ 665 America Nord, Oceania: 500; $ 740 Abbonamenti e diffusione (dalle 8 alle 15.30): telefono , fax , , info@ossrom.va d i f f u s i o n o s s ro m.v a Necrologie: telefono , fax Concessionaria di pubblicità Il Sole 24 Ore S.p.A. 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3 lunedì-martedì dicembre 2014 L OSSERVATORE ROMANO pagina 3 Giovane tunisina all uscita da un seggio elettorale a Tunisi (Reuters) Svolta nelle relazioni bilaterali Pieno sostegno del Qatar all Egitto IL CA I R O, 22. Svolta nelle relazioni tra Qatar ed Egitto. Dopo aver appoggiato i Fratelli musulmani e l ex presidente Mohammed Mursi, deposto il 3 luglio 2013, l emiro Al Thani ha espresso ieri il suo «pieno sostegno» al presidente Abdel Fattah El Sissi: «La sicurezza dell Egitto è importante per la sicurezza del Qatar; i due Paesi sono uniti da legami profondi e fraterni» si legge in una dichiarazione dell e m i ro. Nel testo Al Thani ringrazia anche esplicitamente la vicina Arabia Saudita, da sempre ostile ai Fratelli musulmani e in prima linea nel sostenere El Sissi, per l op era di mediazione svolta e che ha posto fine alla crisi che aveva visto molte monarchie del Golfo persico (oltre all Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein) ritirare i propri ambasciatori da Doha, la capitale qatariota, e rompere le relazioni diplomatiche. Secondo il quotidiano «Asharq Al Awsat», il presidente El Sissi e l emiro Al Thani si incontreranno presto a Riad, ospiti del re saudita Abdullah. L Arabia Saudita ha espresso soddisfazione per la riconciliazione tra Egitto e Qatar, suggellata ieri anche dall i n c o n t ro tra il presidente Abdel Fattah El Sissi, il segretario personale del re saudita Abdullah e l inviato dell emiro del Qatar. «È una nuova pagina», recita un comunicato della corte reale di Riad citato dai media. Nel frattempo, il presidente egiziano ha nominato il generale Khaled Mahmud Fuad Fawzy nuovo capo dell intelligence del Cairo, carica ricoperta in precedenza dallo stesso El Sissi. È quanto si legge in un decreto presidenziale ripreso dai media di Stato. Fawzy prende il posto del generale Mohamed Fareed Tohamy che per l aggravarsi delle sue condizioni di salute è stato costretto ad abbandonare l incarico ricevuto nel luglio Ieri, intanto, i servizi di sicurezza del Cairo hanno annunciato l arresto di un esponente di spicco del Fronte Al Nusra, gruppo legato ad Al Qaeda che ha un ruolo chiave fra i ribelli anti-assad in Siria. Mohamed Ibrahim Dassouki, 34 anni, è stato intercettato dalla polizia di Dakhalia appena rientrato in Egitto dalla Siria, come si legge in una nota della prefettura locale. L uomo viene indicato dall intelligence egiziana come «uno degli elementi più pericolosi» fra i reduci qaedisti del conflitto siriano. Nel 2014 sono state oltre le persone arrestate in Egitto per violenza politica e terrorismo, come reso noto dal vice ministro degli Interni. La gran parte degli arrestati sono collegati al gruppo dei Fratelli musulmani e ai sostenitori dell ex presidente Mursi. Ma il presidente uscente Marzouki non riconosce il risultato Essebsi verso la vittoria in Tunisia TUNISI, 22. Béji Caïd Essebsi, anziano leader del primo partito del Paese, il laico Nidaa Tounes, si avvia a diventare il nuovo presidente della Tunisia. Rispettando i pronostici della vigilia, Essebsi ha battuto l attuale presidente ad interim, Moncef Marzouki, sostenuto dagli islamici, con un rassicurante margine di vantaggio secondo i primi exit poll (53.8 per cento secondo la società 3C études citata dalla televisione pubblica, 55.5 per cento secondo un altro istituto). La sua elezione segnata da una giornata di relativa calma alle urne malgrado i timori della vigilia che avevano suggerito imponenti misure di sicurezza chiude il processo di transizione in Tunisia. Essebsi ha annunciato ieri la vittoria, scatenando la gioia dei suoi sostenitori che hanno invaso le vie delle principali città del Paese. «Dedico la mia vittoria ai martiri della Tunisia», ha affermato Essebsi, riferendosi alle vittime della rivoluzione dei gelsomini, che alla fine del 2010 ha fatto crollare il regime dell ex presidente Zine El Abidine Ben Ali. «Ringrazio Marzouki ha aggiunto in un discorso alla televisione Ora dobbiamo lavorare uniti senza escludere nessuno». Nuova strage di civili nel nord della Nigeria Le dichiarazioni del leader di Nidaa Tounes, tuttavia, hanno trovato l opposizione del presidente uscente, che ha spiegato di attendere i risultati ufficiali. «Oggi ha vinto la Tunisia, ha vinto la democrazia, dobbiamo restare uniti», ha affermato Marzouki, rivolgendosi ai suoi sostenitori nella sede del suo comitato elettorale. «Nonostante le affermazioni del nostro avversario, tutti i segnali sono per noi positivi, guardiamo avanti», ha aggiunto. Successivamente Marzouki ha rincarato la dose, sostenendo che le dichiarazioni di Essebsi sono state «non democratiche». Avvocato e veterano della politica tunisina, Essebsi giungerà a 88 anni alla più alta carica dello Stato al termine di una lunga carriera. Ha ricoperto infatti ruoli istituzionali di spicco sotto Habib Bourguiba, il padre dell indipendenza tunisina, con il quale è stato più volte ministro assumendo la direzione degli (dell Interno, degli Esteri e della Difesa). Strenuo difensore dello Stato di diritto, Essebsi si dichiara non a caso erede di Bourguiba e dei suoi valori. Il 20 aprile 2012 ha fondato il partito di centro Nidaa Tounes per contrapporsi alla troika di Governo formata dall islamico Ennhadha, dal Cpr (Congresso per la Repubblica) e da Ettakattol. I tunisini con il voto di ieri hanno dunque confermato l orientamento già espresso alle elezioni politiche di ottobre con la sconfitta dell islamico Ennhadha e la vittoria del laico Nidaa Tounes. Ennhadha in quell occasione pagò il prezzo di tre anni di Governo, caratterizzati dall aumento dei prezzi, dalla corruzione e dall instabilità. Alcuni osservatori intravedono nell annunciata vittoria di Essebsi un rischio di monopolio istituzionale, con l accumulo da parte del suo Nidaa Tounes delle cariche di presidente della Repubblica, capo del Governo e presidenza del Parlamento. Ma lo stesso leader di Ennhadha, Rachid Ghannouchi, gli riconosce una certa continuità politica con il rinnovamento del Paese, una garanzia anche per il futuro degli islamisti. Ora la Tunisia sembra governabile fino in fondo. L ultima tornata elettorale ha infatti consegnato al Paese un Parlamento segnato da un marcato bipolarismo, restituendo l immagine di una Tunisia desiderosa di giungere quanto prima a una normalizzazione della vita politica. Violenti scontri in Libia TRIPOLI, 22. La Libia rischia di essere dilaniata dalla guerra civile se gli sforzi dall inviato speciale dell Onu, Bernardino León, per trovare una soluzione politica alla crisi non avranno effetto. Il Paese è sempre più diviso e segnato dalle violenze: non si fermano infatti gli scontri armati tra esercito e milizie islamiste che controllano buona parte del Paese. I combattimenti sono concentrati nelle principali città controllate dai miliziani jihadisti, quali la capitale Tripoli e i due centri cirenaici di Derna e Bengasi, dove negli ultimi mesi si sono registrati oltre settecento morti. Dal canto suo, il ministro degli Esteri libico, Mohammed Al Dairi, ha chiesto alla comunità internazionale di rifornire di armi l esercito di Tripoli, in modo da poter respingere meglio gli assalti dei gruppi armati. Intervistato dall emittente televisiva Sky Arabia, Al Dairi, che fa parte del Governo del premier Abdullah Al Thani riconosciuto a livello internazionale, ha chiesto di «elevare le capacità militari dell esercito impegnato dallo scorso giugno in una lotta con le milizie islamiche che controllano buona parte del Paese». Le sconfitte non frenano l offensiva dell Is BAGHDAD, 22. Nonostante le sconfitte subite nell area del monte Sinjar e nell omonima città a opera dei peshmerga curdi e delle forze governative irachene, le milizie del cosiddetto Stato islamico (Is) resistono. Lo conferma la nuova offensiva che hanno lanciato ieri per riconquistare la raffineria di Baiji, la più grande dell Iraq, da novembre nuovamente sotto il controllo dell esercito. Attacchi sono stati sferrati anche in diversi punti della strada principale che attraversa il centro cittadino di Baiji e poi prosegue per Tikrit, quaranta chilometri a est. Secondo fonti della polizia irachena, i miliziani jihadisti controllerebbero cinque chilometri dell imp ortante arteria, dalla moschea di Fatah fino alla stazione di Al Kuzban Al Ramlia. Sempre ieri, nella zona del monte Sinjar si è recato il presidente del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani. In questo modo ha voluto rivendicare il successo dell operazione condotta da ottomila combattenti peshmerga, sostenuti dai raid aerei della coalizione internazionale, che hanno liberato dalla morsa jihadista centinaia di civili, compresi quelli della minoranza yazida. Il leader curdo ha aggiunto che i peshmerga potrebbero partecipare anche a una prossima operazione per riconquistare Mosul, la seconda città del Paese, nelle mani dell Is da giugno, ma solo «se il Governo iracheno ce lo chiederà». Sui fronti siriani, intanto, le forze governative hanno respinto un attacco di miliziani dell Is che tentavano per la seconda volta d impadronirsi della base aerea di Dayr az-zawr, uccidendo almeno venti assalitori, secondo quanto riferito dall Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus), l o rg a n i z - zazione con sede a Londra espressione dell opposizione in esilio. L Ondus aggiunge che i combattenti jihadisti uccisi sarebbero tutti siriani, escluso un marocchino, e che i superstiti si sarebbero impadroniti di alcuni missili prima della fuga. Quest oggi, inoltre, le forze siriane hanno rivendicato l abbattimento di un drone israeliano nella zona di Quneitra, a ridosso del confine fra la Siria e il Golan occupato da Israele. Secondo alcuni siti d informazione israeliani, siriani e libanesi, l aereo senza pilota sarebbe stato colpito mentre era in volo sul villaggio druso di Hadar. L esercito israeliano non ha voluto commentare, limitandosi a dire che al momento non risultano perdite di velivoli. Liberata dalle mine la provincia mozambicana di Tete MA P U T O, 22. La provincia nordoccidentale mozambicana di Tete è completamente libera dalle mine, tragica eredità della guerra civile conclusa da oltre due decenni. Lo ha annunciato ieri il direttore dell Istituto nazionale per lo sminamento (Ind), Alberto Augusto. Nella provincia sono state rimosse poco meno di settantacinquemila mine e la superficie totale liberata dagli ordigni è di cinque milioni di metri quadrati di terra che ora saranno disponibili per uso agricolo. La notizia è di particolare rilievo dicono gli analisti dato che proprio nella provincia di Tete, secondo l Ind, si trova l 85 per cento di tutte le mine distrutte dopo la fine della guerra civile in Mozambico. Soldati nigeriani di pattuglia nella capitale del Borno (Afp) ABUJA, 22. Non meno di venti civili nigeriani sono stati uccisi e una cinquantina sono rimasti feriti oggi nell esplosione di un ordigno in una stazione di autobus a Gombe, capitale dell omonimo Stato settentrionale già teatro di recente di analoghi attacchi attribuiti a Boko Haram, il gruppo fondamentalista islamico che da cinque anni devasta il Pa e s e. Proprio ieri, l esercito nigeriano aveva rivendicato l uccisione di alcuni miliziani il cui numero sarebbe ancora in fase di accertamento di Boko Haram caduti in una trappola tesa loro nella notte tra sabato e domenica mentre si accingevano ad attaccare squadre di tecnici al lavoro per rispristinare l e n e rg i a elettrica nell area tra Damboa e Maiduguri, la capitale dello Stato del Borno, considerato la principale base operativa del gruppo islamista. Questo agisce peraltro anche in altre aree del Paese e oltre confine, in particolare nel Camerun, dove ancora nelle ultime ore ha sferrato attacchi coordinati a convogli militari, caserme e posti di polizia. MA J U R O, 22. Le barriere coralline del Pacifico settentrionale stanno perdendo il loro caratteristico colore fenomeno inedito per la sua ampiezza a causa dell innalzamento della temperatura degli oceani. Lo affermano gli esperti oceanografi dell università delle Hawaii. La situazione sarebbe particolarmente evidente alle Isole Marshall, dove lo sbiancamento dei coralli sarebbe il peggiore mai registrato. Secondo l Agenzia nazionale americana oceanica e atmosferica (Noaa), il fenomeno interesserebbe tutto il Pacifico settentrionale. Lo sbiancamento corallino è un fenomeno naturale che avviene nei luoghi con poca circolazione d acqua, in periodi di maree di bassa intensità e di A causa dell effetto serra nel Pacifico settentrionale Coralli scoloriti forti calure, a piccole profondità. Tuttavia, l ampiezza del fenomeno in esame hanno spiegato i ricercatori universitari sembra potere essere spiegato solo con le emissioni di gas a effetto serra, che stanno facendo aumentare sempre più la temperatura degli oceani. Una temperatura dell acqua di superficie, di circa mezzo grado superiore al normale. L Organizzazione meteorologica mondiale ha indicato nel 2014 l anno più caldo dal 1880.

4 pagina 4 lunedì-martedì dicembre 2014 L OSSERVATORE ROMANO lunedì-martedì dicembre 2014 pagina 5 Nell udienza per gli auguri natalizi il Papa paragona la Curia romana a un corpo complesso che cerca di essere più vivo, più sano, più armonioso e più unito Esame di coscienza La Curia romana è come un «corpo stra vita di Curia. Sono malattie e tentazioni che indeboliscono il nostro servizio Ed elenca il catalogo delle malattie e delle tentazioni che indeboliscono il servizio al Signore soltanto di «nutrirsi» ma anche di «curarsi» al Signore. Credo che ci aiuterà il catalo- complesso»: per vivere ha bisogno non da malattie e tentazioni che ne indeboliscono go delle malattie sulla strada dei Padri «il servizio al Signore». È questa l immagine del deserto, che facevano quei cataloghi scelta da Papa Francesco per il discorso di cui parliamo oggi: ci aiuterà a prepararci al Sacramento della Riconciliazione, che Gv 3, 8). Si cade in questa malattia perché stanza. È una malattia grave, che inizia infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo sui giornali e sulle riviste. Naturalmente pronunciato questa mattina, lunedì 22 dicembre, nella Sala Clementina, durante il sarà un bel passo di tutti noi per prepararci al Natale. nelle proprie posizioni statiche e immutate. chiacchiere e si impadronisce della persona 19). L accumulo appesantisce solamente e altri. Anche questa malattia fa molto male «è sempre più facile e comodo adagiarsi semplicemente, magari solo per fare due... Sii dunque zelante e convertiti» (Ap 3, 17- per esibirsi e dimostrarsi più capaci degli tradizionale incontro con i membri della Curia per gli auguri natalizi. Una riflessione In realtà, la Chiesa si mostra fedele allo facendola diventare seminatrice di zizzania rallenta il cammino inesorabilmente! E al Corpo perché porta le persone a giustificare l uso di qualsiasi mezzo pur di rag- che il Pontefice ha proposto ai presenti come 1. La malattia del sentirsi immortale, Spirito Santo nella misura in cui non ha la (come satana), e in tanti casi omicida a penso a un aneddoto: un tempo, i gesuiti «un sostegno e uno stimolo a un vero esame immune o addirittura indispensabile trascurando i necessari e abituali controlli. pretesa di regolarlo e di addomesticarlo... sangue freddo della fama dei propri colleghi e confratelli. È la malattia delle perso- Gesù come la cavalleria leggera della Chie- giustizia e della trasparenza! E qui mi vie- spagnoli descrivevano la Compagnia di giungere tale scopo, spesso in nome della di coscienza per preparare il nostro cuore al addomesticare lo Spirito Santo!... santo Natale». Una Curia che non si autocritica, che non Egli è freschezza, fantasia, novità» si aggiorna, che non cerca di migliorarsi è 10. ne vigliacche che non avendo il coraggio sa. Ricordo il trasloco di un giovane gesuita che, mentre caricava su di un camion chiamava i giornalisti per raccontare loro ne in mente il ricordo di un sacerdote che di parlare direttamente parlano dietro le un corpo infermo. Un ordinaria visita ai cimiteri ci potrebbe aiutare a vedere i nomi Quando i membri perdono la comunione senza mormorare e senza esitare, per essere ir- regali, si sentì dire, con un saggio sorriso, dei suoi confratelli e parrocchiani. Per lui 5. La malattia del cattivo coordinamento. spalle. San Paolo ci ammonisce: «Fate tutto i suoi tanti averi: bagagli, libri, oggetti e e inventare delle cose private e riservate La Curia Romana di tante persone, delle quale alcuni forse e il Corpo di Cristo tra di loro e il corpo smarrisce la sua armoniosa funzionalità e la sua temperanza, reprensibili e puri» (Fil 2, 14-18). Fratelli, da un vecchio gesuita che lo stava ad osservare: questa sarebbe la cavalleria leggera perché così si sentiva potente e avvincente, contava solo vedersi sulle prime pagine, pensavano di essere immortali, immuni e guardiamoci dal terrorismo delle chiacc h i e re! della Chiesa?. I nostri traslochi sono un se- «Tu sei sopra i cherubini, tu che hai indispensabili! È la malattia del ricco stolto del Vangelo che pensava di vivere etergno di questa malattia. sa. Poverino! diventando un orchestra che produce causando tanto male agli altri e alla Chie- cambiato la miserabile condizione del chiasso, perché le sue membra non collaborano e non vivono lo spirito di comu- mondo quando ti sei fatto come noi» namente (cfr. Lc 12, 13-21) e anche di coloro che si trasformano in padroni e si sento- malattia di coloro che corteggiano i Supe- 14. La malattia dei circoli chiusi, dove 10. La malattia di divinizzare i capi: è la (Sant Atanasio) Fratelli, tali malattie e tali tentazioni sono naturalmente un pericolo per ogni crino superiori a tutti e non al servizio di tutti. Essa deriva spesso dalla patologia del al braccio: «non ho bisogno di te», o la lenza. Sono vittime del carrierismo e forte di quella al Corpo e, in alcune situanione e di squadra. Quando il piede dice riori, sperando di ottenere la loro benevo- l appartenenza al gruppetto diventa più Cari fratelli, stiano e per ogni curia, comunità, congregazione, parrocchia, movimento ecclesiale, potere, dal complesso degli Eletti, dal narcisismo che guarda appassionatamente la sia comunitario. e possono colpire sia a livello individuale Al termine dell Avvento ci incontriamo per i tradizionali saluti. Tra qualche giorno propria immagine e non vede l immagine avremo la gioia di celebrare il Natale del Occorre chiarire che è solo lo Spirito di Dio impressa sul volto degli altri, specialmente dei più deboli e bisognosi 8 Santo l anima del Corpo Mistico di Cri- Signore; l evento di Dio che si fa uomo. per salvare gli uomini; la manifestazione sto, come afferma il Credo Niceno-Costantinopolitano: «Credo... nello Spirito Santo, L antidoto a questa epidemia è la grazia di dell amore di Dio che non si limita a darci sentirci peccatori e di dire con tutto il cuore: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto qualcosa o a inviarci qualche messaggio o Signore e v i v i f i c a t o re» a guarire ogni infermità. È lo Spirito Santo che sostiene taluni messaggeri ma dona a noi se stesso; quanto dovevamo fare» (Lc 17, 10). il mistero di Dio che prende su di sé la nostra condizione umana e i nostri peccati 2. Un altra: La malattia del martalismo buona volontà di conversione. È Lui a far- ogni sincero sforzo di purificazione e ogni Anonimo, «La visita» (XV secolo) per rivelarci la sua Vita divina, la sua grazia immensa e il suo perdono gratuito. È ossia di coloro che si immergono nel lavo- santificazione del corpo e al suo indeboli- (che viene da Marta), dell eccessiva operosità: ci capire che ogni membro partecipa alla l appuntamento con Dio che nasce nella e uno stimolo a un vero esame di coscienza per preparare il nostro cuore al Santo disciplinato ed esemplare, nonostante le m i g l i o re : il sedersi sotto i piedi di Gesù «Ipse harmonia est», dice san Basilio. per un funzionamento efficace, edificante, ro, trascurando, inevitabilmente, la parte mento. È Lui il promotore dell armonia 18 : povertà della grotta di Betlemme per insegnarci la potenza dell umiltà. Infatti, il Natale. diversità culturali, linguistiche e nazionali (cfr. Lc 10, 38-42). Per questo Gesù ha Sant Agostino ci dice: «Finché una parte Natale è anche la festa della luce che non Pensando a questo nostro incontro mi è dei suoi membri 5. chiamato i suoi discepoli a riposarsi un aderisce al corpo, la sua guarigione non è viene accolta dalla gente eletta ma dalla venuta in mente l immagine della Chiesa Comunque, essendo la Curia un corpo po (cfr. Mc 6, 31) perché trascurare il necessario riposo porta allo stress e all agita- può né curarsi né guarirsi» 19. disperata; ciò che invece fu reciso, non gente povera e semplice che aspettava la come il Corpo mistico di Gesù Cristo. È dinamico, essa non può vivere senza nutrirsi e senza curarsi. Difatti, la Curia zione. Il tempo del riposo, per chi ha por- La guarigione è anche frutto della con- salvezza del Signore. un espressione che, come ebbe a spiegare il Innanzitutto, vorrei augurare a tutti voi Papa Pio XII, «scaturisce e quasi germoglia come la Chiesa non può vivere senza tato a termine la propria missione, è necessario, doveroso e va vissuto seriamente: nel personale e comunitaria di curarsi sopporsapevolezza della malattia e della decisione collaboratori, fratelli e sorelle, Rappresentanti pontifici sparsi per il mondo e a nella Sacra Scrittura e nei Santi Padri» 1. Al tico e saldo con Cristo 6. Un membro della trascorrere un po di tempo con i famigliatando pazientemente e con perseveranza la da ciò che viene frequentemente esposto avere un rapporto vitale, personale, auten- tutti i vostri cari un santo Natale e un felice Anno Nuovo. Desidero ringraziarvi cor- corpo, pur essendo uno, ha molte membra con quel Cibo diventerà un burocrate (un ricarica spirituale e fisica; occorre imparare Dunque, siamo chiamati in questo riguardo san Paolo scrisse: «Come infatti il Curia che non si alimenta quotidianamente ri e nel rispettare le ferie come momenti di cura 20. dialmente, per il vostro impegno quotidiano al servizio della Santa Sede, della Chieno un corpo solo, così anche Cristo» (1 piegato): un tralcio che si secca e pian pia- per ogni cosa» (3, 1-15). nostro servizio e della nostra esistenza a e tutte le membra, pur essendo molte, so- formalista, un funzionalista, un mero im- ciò che insegna il Qoèlet che «c è un tempo tempo di Natale e per tutto il tempo del sa Cattolica, delle Chiese particolari e del Cor 12, 12) 2. no muore e viene gettato lontano. La preghiera quotidiana, la partecipazione assi- 3. C è anche la malattia dell impietrimen- vivere «secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è Successore di Pietro. In questo senso il Concilio Vaticano II ci dua ai Sacramenti, in modo particolare to mentale e spirituale: ossia di coloro che Essendo noi persone e non numeri o ricorda che «nella struttura del corpo mistico di Cristo vige una diversità di mem- compaginato e connesso, mediante la collabo- il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben all Eucaristia e alla riconciliazione, il contatto quotidiano con la parola di Dio e la collo (At 7, 51-60); di coloro che, strada posseggono un cuore di pietra e un d u ro soltanto denominazioni, ricordo in maniera particolare coloro che, durante questo anno, hanno terminato il loro servizio per per l utilità della Chiesa distribuisce la va- propria di ogni membro, riceve forza per crebri e di uffici. Uno è lo Spirito, il quale razione di ogni giuntura, secondo l e n e rg i a spiritualità tradotta in carità vissuta sono facendo, perdono la serenità interiore, la l alimento vitale per ciascuno di noi. Che vivacità e l audacia e si nascondono sotto raggiunti limiti di età o per aver assunto rietà dei suoi doni con magnificenza proporzionata alla sua ricchezza e alle necessi- mano alla testa: «comando io», causando dell opportunismo, onorano le persone e zioni, a Cristo stesso. Anche questa malattà» (Ef 4, 15-16). scere in modo da edificare se stesso nella cari- sia chiaro a tutti noi che senza di Lui non le carte diventando macchine di pratiche e altri ruoli oppure perché sono stati chiamati alla Casa del Padre. Anche a tutti lotà dei ministeri (cfr. 1 Cor 12, 1-11)» 3. Perciò così disagio e scandalo. non Dio (cfr. Mt 23, 8-12). Sono persone tia inizia sempre da buone intenzioni ma potremo fare nulla (cfr. Gv 15, 8). non uomini di Dio (cfr. Eb 3, 12). È pericoloso perdere la sensibilità umana neces- Cari fratelli! Di conseguenza, il rapporto vivo con ro e ai loro famigliari va il mio pensiero e «Cristo e la Chiesa formano il Cristo totale Christus totus. La Chiesa è una te a ciò che devono ottenere e non a quelbri diventando un cancro che minaccia che vivono il servizio pensando unicamen- con il passare del tempo schiavizza i mem- Dio alimenta e rafforza anche la comunione con gli altri, cioè tanto più siamo inti- piangono e gioire con coloro che gioisco- spirituale : ossia la dimenticanza della stosaria per farci piangere con coloro che 6. C è anche la malattia dell alzheimer gratitudine. Una volta ho letto che i sacerdoti sono Desidero insieme a voi elevare al Signore un vivo e sentito ringraziamento per È bello pensare alla Curia Romana co- uniti tra di noi perché lo Spirito di Dio uni- sentimenti di Gesù (cfr. Fil 2, 5-11) perché il con il Signore, del «primo amore» (Ap 2, smo (cfr. Gal 5, 16-25). Questa malattia po- più piccoli. L autodistruzione o il fuoco con Cristo» 4. lo che devono dare. Persone meschine, infelici e ispirate solo dal proprio fatale egoi- scandali specialmente ai nostri fratelli l armonia del Corpo e causa tanto male come gli aerei: fanno notizia solo quando mamente congiunti a Dio tanto più siamo no! È la malattia di coloro che perdono i ria della salvezza, della storia personale cadono, ma ce ne sono tanti che volano. Molti criticano e pochi pregano per loro. l anno che ci sta lasciando, per gli eventi me a un piccolo modello della Chiesa, cioè sce e lo spirito del maligno divide. loro cuore, con il passare del tempo, si indurisce e diventa incapace di amare incon- facoltà spirituali che in un più o meno corteggiano alcuni loro collaboratori per sub dolo 4). Si tratta di un declino progressivo delle trebbe colpire anche i Superiori quando amico dei commilitoni è il pericolo più È una frase molto simpatica ma anche vissuti e per tutto il bene che Egli ha voluto generosamente compiere attraverso il quotidianamente di essere più vivo, più sa- 15. È il male che colpisce dal di molto vera, perché delinea l importanza e come a un corp o che cerca seriamente e La Curia è chiamata a migliorarsi, a migliorarsi sempre e a crescere in comunione, dizionatamente il Padre e il prossimo (cfr. lungo intervallo di tempo causa gravi handicap alla persona facendola diventare inca- ottenere la loro sottomissione, lealtà e dipendenza psicologica, ma il risultato finale diviso in se stesso va in rovina» (Lc 11, 17). le e quanto male potrebbe causare un solo d e n t ro servizio della Santa Sede, chiedendogli no, più armonioso e più unito in se stesso 16 ; e, come dice Cristo, «ogni regno la delicatezza del nostro servizio sacerdota- santità e sapienza per realizzare pienamente Mt 22, 34-40). Essere cristiano, infatti, significa «avere gli stessi sentimenti che furono pace di svolgere alcuna attività autonoma, umilmente perdono per le mancanze commesse «in pensieri, parole, opere e omissioni». In realtà, la Curia Romana è un corpo corpo, come ogni corpo umano, è esposta in Cristo Gesù» (Fil 2, 5), sentimenti di vivendo uno stato di assoluta dipendenza 15. E l ultima: la malattia del profitto Chiesa. e con Cristo. la sua missione 7. Eppure essa, come ogni è una vera complicità. sacerdote che cade a tutto il corpo della E partendo proprio da questa richiesta complesso, composto da tanti Dicasteri, anche alle malattie, al malfunzionamento, umiltà e di donazione, di distacco e di gen e ro s i t à 9. vediamo in coloro che hanno perso la me- altri. Quando ognuno pensa solo a se stes- stolo trasforma il suo servizio in potere, e in cui ci prepariamo alla Confessione, chie- dalle sue vedute spesso immaginarie. Lo 11. La malattia dell indifferenza verso gli mondano, degli esibizionismi 17, quando l ap o- Dunque, per non cadere in questi giorni di perdono, vorrei che questo nostro incontro e le riflessioni che condividerò con da numerosi elementi che non hanno tutti ne di queste probabili malattie, malattie moria del loro incontro con il Signore; in so e perde la sincerità e il calore dei rap- il suo potere in merce per ottenere profitti Consigli, Uffici, Tribunali, Commissioni e all infermità. E qui vorrei menzionare alcu- voi diventassero, per tutti noi, un sostegno il medesimo compito, ma sono coordinati curiali. Sono malattie più abituali nella no- 4. La malattia dell eccessiva pianificazione coloro che non fanno il senso deuteronomico della vita; in coloro che dipendono mette la sua conoscenza al servizio dei col- delle persone che cercano porti umani. Quando il più esperto non mondani o più poteri. È la malattia e del funzionalismo. Quando l apostolo pianifica tutto minuziosamente e crede che facendo una perfetta pianificazione le cose passioni, capricci e manie; in coloro che noscenza di qualcosa e la si tiene per sé in- moltiplicare poteri e completamente dal loro presente, dalle loro leghi meno esperti. Quando si viene a co- insaziabilmente di effettivamente progrediscano, diventando costruiscono intorno a sé dei muri e delle vece di condividerla positivamente con gli per tale scopo sono capaci di così un contabile o un commercialista. Preparare tutto bene è necessario, ma senza vi degli idoli che hanno scolpito con le lo- si prova gioia nel vedere l altro cadere in- calunniare, di abitudini diventando, sempre di più, schia- altri. Quando, per gelosia o per scaltrezza, Il saluto del cardinale decano mai cadere nella tentazione di voler rinchiudere e pilotare la libertà dello Spirito screditare gli ro stesse mani. vece di rialzarlo e incoraggiarlo. diffamare e di Cenacolo permanente Santo, che rimane sempre più grande, più 7. La malattia della rivalità e della vanagloria 11. Quando l apparenza, i colori delle delle persone burbere e arcigne, le quali ri- 12. La malattia della faccia funerea. O ssia altri, perfino generosa di ogni umana pianificazione (cfr. vesti e le insegne di onorificenza diventano tengono che per essere seri occorra dipingere il volto di malinconia, di severità e l obiettivo primario della vita, dimenticando le parole di San Paolo: «Non fate nulla trattare gli altri soprattutto quelli ritenuti inferiori con rigidità, durezza e arro- Pubblichiamo di seguito il testo del saluto rivolto a Papa Francesco dal decano del Colle- di costituire con lei un peculiare collegio con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a Giovanni XXIII, i padri cardinali sentono per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, ganza. In realtà, la severità teatrale e il pessimismo sterile 12 sono spesso sintomi di paugio cardinalizio, Angelo Sodano, all inizio episcopale, che forma come un cenacolo se stesso. Ciascuno non cerchi l interesse proprio, ma anche quello degli altri» (Fil 2, 1-4). dell udienza. p ermanente intorno al successore di ra e di insicurezza di sé. L apostolo deve P i e t ro. È la malattia che ci porta a essere uomini e sforzarsi di essere una persona cortese, serena, entusiasta e allegra che trasmette Santo Padre, all inizio dell Avvento l inno Certo, noi cardinali veniamo da esperienze diverse ed abbiamo differenti tem- e un falso quietismo. Lo stesso San Pao- donne falsi e a vivere un falso misticismo delle lodi mattutine ci invitava a sentire la gioia ovunque si trova. Un cuore pieno di «chiara voce» dell angelo annunziante la peramenti. Tutti però, dopo aver ricevuto lo li definisce «nemici della Croce di Cristo» Dio è un cuore felice che irradia e contagia venuta del Salvatore: vox clara ecce intonat, lo Spirito Santo, ci impegniamo ad operare ben uniti nello svolgere la nostra misro vergognarsi e non pensano che alle cose perché «si vantano di ciò di cui dovrebbe- con la gioia tutti coloro che sono intorno a ab aethre Christus promicat! sé: lo si vede subito! Non perdiamo dunque quello spirito gioioso, pieno di h u m o r, Anch io oggi vorrei avere una «voce sione, «ognuno secondo la multiforme della terra» (Fil 3, 19). chiara» per esprimere a lei, venerato successore di Pietro, tutto il gaudio interiore grazia ricevuta da Dio» (I P i e t ro, 4, 10). 8. La malattia della schizofrenia esistenziale. È la malattia di coloro che vivono una amabili, anche nelle situazioni difficili 13. e persino autoironico, che ci rende persone Questo è il nostro impegno! dei suoi collaboratori nel poter celebrare Santo Padre, al termine di quest anno doppia vita, frutto dell ipocrisia tipica del Quanto bene ci fa una buona dose di sano con lei la festa del Natale del Redentore. di grazia noi desideriamo pure esprimerle mediocre e del progressivo vuoto spirituale umorismo! Ci farà molto bene recitare Oggi sono qui presenti i responsabili tutta la nostra gratitudine per il suo generoso servizio apostolico per la diffusione che lauree o titoli accademici non possono spesso la preghiera di san Thomas More 14 : dei vari uffici della Curia romana e del colmare. Una malattia che colpisce spesso io la prego tutti i giorni, mi fa bene. Governatorato, Essi vogliono dimostrarle coloro che, abbandonando il servizio pastorale, si limitano alle faccende burocrati- tutta la loro vicinanza in questo secondo del messaggio cristiano nel mondo, come 13. La malattia dell a c c u m u l a re : quando Natale del suo pontificato. per la promozione dell unità della Chiesa, che, perdendo così il contatto con la realtà, l apostolo cerca di colmare un vuoto esistenziale nel suo cuore accumulando beni In questo incontro familiare, noi vorremmo rappresentare anche tutti i nostri fra i popoli, portando così avanti con per il dialogo interreligioso e per la pace con le persone concrete. Creano così un loro mondo parallelo, dove mettono da materiali, non per necessità, ma solo per collaboratori, sacerdoti e laici, uomini e nuovo vigore l opera dei suoi venerati predecessori. parte tutto ciò che insegnano severamente sentirsi al sicuro. In realtà, nulla di materiale potremo portare con noi perché il donne, che ogni giorno si impegnano a agli altri e iniziano a vivere una vita nascosta e sovente dissoluta. La conversione è sudario non ha tasche e tutti i nostri tesori prestare la loro opera al servizio del Papa. Sappia, Santo Padre, che noi la sosterremo sempre nella sua alta missione, sia In primo luogo si stringono intorno a alquanto urgente e indispensabile per questa gravissima malattia (cfr. Lc 15, 11-32). tranno mai riempire quel vuoto, anzi lo terreni anche se sono regali non po- lei i cardinali residenti in Curia, che l assistono nel governo quotidiano della Chie- nostra preghiera. renderanno sempre più esigente e più pro- con la nostra collaborazione che con la sa. In forza di quel carisma episcopale che A nome di tutti i presenti non mi resta 9. La malattia delle chiacchiere, delle mormorazioni e dei pettegolezzi. Di questa malat- «Tu dici: sono ricco, mi sono arricchito, non fondo. A queste persone il Signore ripete: oggi è proprio di ogni cardinale, in base che dirle: buon Natale e un felice anno alla norma stabilita dal santo Pontefice nuovo benedetto dal Signore! tia ho già parlato tante volte ma mai abba- ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un Hans Holbein il Giovane, «Thomas More» (1527) diamo alla Vergine Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, di sanare le ferite del peccato che ognuno di noi porta nel suo cuore e di sostenere la Chiesa e la Curia affinché siano sane e risanatrici; sante e santificatrici, a gloria del suo Figlio e per la salvezza nostra e del mondo intero. Chiediamo a Lei di farci amare la Chiesa come l ha amata Cristo, suo figlio e nostro Signore, e di avere il coraggio di riconoscerci peccatori e bisognosi della sua Misericordia e di non aver paura di abbandonare la nostra mano tra le sue mani materne. Tanti auguri di un santo Natale a tutti voi, alle vostre famiglie e ai vostri collaboratori. E, per favore, non dimenticate di pregare per me! Grazie di cuore! 1 Egli afferma che la Chiesa, essendo mysticum Corpus Christi, «richiede anche una moltitudine di membri, i quali siano talmente tra loro connessi da aiutarsi a vicenda. E come nel nostro mortale organismo, quando un membro soffre, gli altri risentono del suo dolore e vengono in suo aiuto, così nella Chiesa i singoli membri non vivono ciascuno per sé, ma porgono anche aiuto agli altri, offrendosi scambievolmente collaborazione, sia per mutuo conforto sia per un sempre maggiore sviluppo di tutto il Corpo... un Corpo costituito non da una qualsiasi congerie di membra, ma deve essere fornito di organi, ossia di membra che non abbiano tutte il medesimo compito, ma siano debitamente coordinate; così la Chiesa, per questo specialmente deve chiamarsi corpo, perché risulta da una retta disposizione e coerente unione di membra fra loro diverse» (Enc. Mystici Corporis, Parte Prima: AAS 35 [1943], 200). 2 Cfr. Rm 12, 5: «Così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri». 3 Cost. dogm. Lumen gentium, 7. 4 Da ricordare che «il paragone della Chiesa con il corpo illumina l intimo legame tra la Chiesa e Cristo. Essa non è soltanto radunata attorno a Lui; è unificata in Lui, nel suo Corpo. Tre aspetti della Chiesa- Corpo di Cristo vanno sottolineati in modo particolare: l unità di tutte le membra tra di loro in forza della loro unione a Cristo; Cristo Capo del corpo; la Chiesa, Sposa di Cristo», cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, N. 789 e Cfr. Evangelii Gaudium, Gesù più volte aveva fatto conoscere l unione che i fedeli debbono avere con Lui: «Come il tralcio non può portar frutto da sé stesso se non rimane unito alla vite, così neanche voi, se non rimarrete uniti in Me. Io sono la vite, voi i tralci» (Gv 15, 4-5). 7 Cfr. Pastor Bonus Art. 1 e CIC can Cfr. Evangelii Gaudium, Benedetto XVI Udienza Generale, 1 Giugno Francesco, Omelia Santa Messa in Turchia, 30 novembre Cfr. Evangelii Gaudium, Ibid, Ibid, Signore, donami una buona digestione e anche qualcosa da digerire. Donami la salute del corpo e il buon umore necessario per mantenerla. Donami, Signore, un anima semplice che sappia far tesoro di tutto ciò che è buono e non si spaventi alla vista del male ma piuttosto trovi sempre il modo di rimetter le cose a posto. Dammi un anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri, i lamenti, e non permettere che mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo ingombrante che si chiama «io». Dammi, Signore, il senso del buon umore. Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo per scoprire nella vita un po di gioia e farne parte anche agli altri. Amen. 15 Evangelii Gaudium, Il Beato Paolo VI riferendosi alla situazione della Chiesa affermò di avere la sensazione che «da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio», OME- LIA DI PAOLO VI, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Giovedì, 29 giugno Cfr. Evangelii Gaudium, Cfr. Evangelii Gaudium: No alla mondanità spirituale, N «Lo Spirito Santo è l anima della Chiesa. Egli dà la vita, suscita i differenti carismi che arricchiscono il Popolo di Dio e, soprattutto, crea l unità tra i credenti: di molti fa un corpo solo, il Corpo di Cristo... Lo Spirito Santo fa l unità della Chiesa: unità nella fede, unità nella carità, unità nella coesione interiore» (Francesco, Omelia Santa Messa in Turchia, 30 novembre 2014). 19 August. Serm., CXXXVII, 1; Migne, P. L., XXXVIII, Cfr. Evangelii Gaudium, Pastorale in conversione, n

5 pagina 6 L OSSERVATORE ROMANO lunedì-martedì dicembre 2014 «Immaginiamo come cambierebbe il nostro mondo se ognuno di noi iniziasse subito, e qui, a curarsi seriamente e a curare generosamente il proprio rapporto con Dio e con il prossimo»: lo ha detto il Papa ai dipendenti vaticani e ai loro familiari, incontrati lunedì 22 dicembre nell Au l a Paolo VI. Ringraziando tutti per il lavoro svolto durante l anno, Francesco ha esortato a «un fruttuoso esame di coscienza, in preparazione al santo Natale e all anno nuovo». È stato l orgoglio che ha trasformato gli angeli in diavoli; è l umiltà che rende gli uomini uguali agli angeli (Sant Agostino) Carissimi collaboratori e collaboratrici, buongiorno! Carissimi dipendenti della Curia non disobbedienti della Curia, come qualcuno vi ha involontariamente definito commettendo un errore di stampa! Poco fa ho incontrato i Capi dei Dicasteri e i Superiori della Curia Romana per i tradizionali auguri natalizi, e ora incontro voi, per esprimere a ciascuno il mio sentito ringraziamento e i miei più sinceri auguri per un vero Natale del Signore. È un dato di fatto che la stragrande maggioranza di voi è di nazionalità italiana, perciò permettetemi di esprimere anche un particolare, e direi doveroso, ringraziamento agli italiani che lungo la storia della Chiesa e della Curia Romana hanno operato costantemente con animo generoso e fedele, mettendo al servizio della Santa Sede e del Successore di Pietro la propria singolare laboriosità e la loro filiale dedizione, offrendo alla Chiesa grandi Santi, Papi, martiri, missionari, artisti che nessuna ombra passeggera della storia potrà offuscare. Grazie tante! Ringrazio anche le persone che provengono da altri Paesi e che lavorano generosamente in Curia, lontani dalle loro Patrie e dalle loro famiglie, rappresentando per la Curia il volto della cattolicità della Chiesa. Avendo rivolto un discorso ai Superiori della Curia Romana, paragonandola a un Corpo che cerca sempre di essere più unito e più armonioso per rispecchiare, in un certo senso, il mistico Corpo di Cristo, ossia la Chiesa, vi esorto paternamente a meditare quel testo facendone spunto di riflessione per un fruttuoso esame di coscienza, in preparazione al Santo Natale e all Anno Nuovo. Vi esorto anche ad accostarvi al Sacramento della Confessione con animo docile, a ricevere la misericordia del Signore che bussa alla porta del nostro cuore, nella gioia della famiglia! Non ho voluto far passare questo mio secondo Natale a Roma senza incontrare le persone che lavorano nella Curia; senza incontrare le persone che lavorano senza farsi vedere e che si definiscono ironicamente gli ignoti, gli invisibili : i giardinieri, gli operai della pulizia, gli uscieri, i capiufficio, gli ascensoristi, i minutanti... e tanti, tanti altri. Grazie al vostro impegno quotidiano e alla vostra premurosa fatica, la Curia si esprime come un corpo vivo e in cammino: un vero mosaico ricco di frammenti diversi, necessari e complementari. Dice san Paolo, parlando del Corpo di Cristo, che «non può l o cchio dire alla mano: Non ho bisogno di te ; né la testa ai piedi: Non ho bisogno di voi. Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie pensiamo agli occhi ; e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto... Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre» (1 Cor 12, 21-25). Carissimi collaboratori e collaboratrici della Curia, pensando alle parole di san Paolo e a voi, cioè alle persone che fanno parte della Curia e che la rendono un Corpo vivo, dinamico e ben curato, ho voluto scegliere la parola c u ra come riferimento di questo nostro incontro. Curare significa manifestare interessamento solerte e premuroso, che impegna sia il nostro animo sia la nostra attività, verso qualcuno o qualcosa; significa guardare con attenzione a colui che ha bisogno di cura senza pensare ad altro; significa accettare di dare o di ricevere la cura. Mi viene in mente l immagine della mamma che cura il suo figlio malato, con totale dedizione, considerando come proprio il dolore di suo figlio. Lei non guarda mai l o ro - logio, non si lamenta mai di non aver dormito tutta la notte, non desidera altro che vederlo guarito, costi quello che costi. In questo tempo trascorso in mezzo a voi ho potuto notare la cura che riservate al vostro lavoro, e per questo vi ringrazio tanto. Tuttavia, permettetemi di esortarvi a trasformare questo Santo Natale in una vera occasione per c u r a re ogni ferita e per curarsi da ogni mancanza. Per questo vi esorto a: curare la vostra vita spirituale, il vostro rapporto con Dio, perché questa è la colonna vertebrale di tutto ciò che facciamo e di tutto ciò che siamo. Un cristiano che non si nutre con la preghiera, i Sacramenti e la Parola di Dio, inevitabilmente appassisce e si secca. Curare la vita spirituale; Il Papa ai dipendenti vaticani Abbiamo bisogno di cura «Quante volte Gesù passa nella nostra vita» ha detto Papa Francesco all Angelus di domenica 21 dicembre, quarta d Avvento, «e quante volte non ce ne rendiamo conto», immersi come siamo «nei nostri pensieri, nei nostri affari e addirittura, in questi giorni, nei nostri preparativi del Natale». Il Pontefice ha proposto il sì «umile e coraggioso» di Maria come modello per tutti. Cari fratelli e sorelle, buongiorno! curare la vostra vita famigliare, dando ai vostri figli e ai vostri cari non solo denaro, ma soprattutto tempo, attenzione e amore; curare i vostri rapporti con gli altri, trasformando la fede in vita e le parole in opere buone, specialmente verso i più bisognosi; curare il vostro parlare, purificando la lingua dalle parole offensive, dalle volgarità e dal frasario di decadenza mondana; curare le ferite del cuore con l olio del perdono, perdonando le persone che ci hanno ferito e medicando le ferite che abbiamo procurato agli altri; curare il vostro lavoro, compiendolo con entusiasmo, con umiltà, con competenza, con passione, con animo che sa ringraziare il Signore; curarsi dall invidia, dalla concupiscenza, dall odio e dai sentimenti negativi che divorano la nostra pace interiore e ci trasformano in persone distrutte e distruttive; curarsi dal rancore che ci porta alla vendetta, e dalla pigrizia che ci porta all eutanasia esistenziale, dal puntare il dito che ci porta alla superbia, e dal lamentarsi continuamente che ci porta alla disperazione. Io so che alcune volte, per conservare il lavoro, si sparla di qualcuno, per difendersi. Io capisco queste situazioni, ma la strada non finisce bene. Alla fine saremo tutti distrutti tra noi, e questo no, non serve. Piuttosto, chiedere al Signore la saggezza di saper mordersi la lingua a tempo, per non dire parole ingiuriose, che dopo ti lasciano la bocca amara; curare i fratelli deboli: ho visto tanti begli esempi tra di voi, in questo, e vi ringrazio, complimenti! Cioè, curare gli anziani, i malati, gli affamati, i senzatetto e gli stranieri perché su questo saremo giudicati; curare che il Santo Natale non sia mai una festa del consumismo commerciale, dell apparenza o dei regali inutili, oppure degli sprechi superflui, ma che sia la festa della gioia di accogliere il Signore nel presepe e nel cuore. Curare. Curare tante cose. Ognuno di noi può pensare: Qual è la cosa che io devo curare di più?. Pensare questo: Oggi curo questo. Ma soprattutto curare la famiglia! La famiglia è un tesoro, i figli sono un tesoro. Una domanda che i genitori giovani possono farsi: Io ho tempo per giocare con i miei figli, o sono sempre impegnato, impegnata, e non ho tempo per i figli?. Vi lascio la domanda. Giocare con i figli: è tanto bello. E questo è seminare f u t u ro. Carissimi collaboratori e collaboratrici, immaginiamo come cambierebbe il nostro mondo se ognuno di noi iniziasse subito, e qui, a curarsi seriamente e a curare generosamente il proprio rapporto con Dio e con il All Angelus Francesco ha parlato del sì umile e coraggioso di Maria come modello per tutti È lui che bussa Immersi in mille pensieri rischiamo di non accorgerci di Gesù che passa Oggi, quarta e ultima Domenica di Avvento, la liturgia vuole prepararci al Natale ormai alle porte invitandoci a meditare il racconto dell annuncio dell Angelo a Maria. L arcangelo Gabriele rivela alla Vergine la volontà del Signore che lei diventi la madre del suo Figlio unigenito: «Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell Altissimo» (Lc 1, 31-32). Fissiamo lo sguardo su questa semplice fanciulla di Nazaret, nel momento in cui si rende disponibile al messaggio divino con il suo sì ; cogliamo due aspetti essenziali del suo atteggiamento, che è per noi modello di come prepararsi al Natale. Anzitutto la sua fede, il suo atteggiamento di fede, che consiste nell ascoltare la Parola di Dio per abbandonarsi a questa Parola con piena disponibilità di mente e di cuore. Rispondendo all Angelo, Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (v. 38). Nel suo eccomi pieno di fede, Maria non sa per quali strade si dovrà avventurare, quali dolori dovrà patire, quali rischi affrontare. Ma è consapevole che è il Signore a chiedere e lei si fida totalmente di Lui, si abbandona al suo amore. Questa è la fede di Maria! Un altro aspetto è la capacità della Madre di Cristo di riconoscere il tempo di Dio. Maria è colei che ha reso possibile l incarnazione del Figlio di Dio, «la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni» (Rm 16, 25). Ha reso possibile l incarnazione del Verbo grazie proprio al suo sì umile e coraggioso. Maria ci insegna a cogliere il momento favorevole in cui Gesù passa nella nostra vita e chiede una risposta pronta e generosa. E Gesù passa. Infatti, il mistero della nascita di Gesù a Betlemme, avvenuto storicamente più di duemila anni or sono, si attua, come evento spirituale, nell oggi della Liturgia. Il Verbo, che trovò dimora nel grembo verginale di Maria, nella celebrazione del Natale viene a bussare nuovamente al cuore di ogni cristiano: passa e bussa. Ognuno di noi è chiamato a rispondere, come Maria, con un sì personale e sincero, mettendosi pienamente a disposizione di Dio e della sua misericordia, del suo amore. Quante volte Gesù passa nella nostra vita, e quante volte ci manda un angelo, e quante volte non ce ne rendiamo conto, perché siamo tanto presi, immersi nei nostri pensieri, nei nostri affari e addirittura, in questi giorni, nei nostri preparativi del Natale, da non accorgerci di Lui che passa e bussa alla porta del nostro cuore, chiedendo accoglienza, chiedendo un sì, come quello di Maria. Un Santo diceva: Ho timore che il Signore passi. Sapete perché aveva timore? Timore di non accorgersi e lasciarlo passare. Quando noi sentiamo nel nostro cuore: Vorrei essere più buono, più buona... Sono pentito di questo che ho fatto.... È proprio il Signore che bussa. Ti fa sentire questo: la voglia di essere migliore, la voglia di rimanere più vicino agli altri, a Dio. Se tu senti questo, fermati. È il Signore lì! E vai alla preghiera, e forse alla confessione, a pulire un po...: questo fa bene. Ma ricordati bene: se senti questa voglia di migliorare, è Lui che bussa: non lasciarlo passare! Nel mistero del Natale, accanto a Maria c è la silenziosa presenza di san Giuseppe, come viene raffigurata in ogni presepe anche in quello che potete ammirare qui in Piazza San Pietro. L esempio di Maria e di Giuseppe è per tutti noi un invito ad accogliere con totale apertura d animo Gesù, che per amore si è fatto nostro fratello. Egli viene a portare al mondo il dono della pace: «Sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2, 14), come annunciarono in coro gli angeli ai pastori. Il dono prezioso del Natale è la pace, e Cristo è la nostra vera pace. E Cristo bussa ai nostri cuori per donarci la pace, la pace dell anima. Apriamo le porte a Cristo! Ci affidiamo all intercessione della nostra Madre e di san Giuseppe, per vivere un Natale veramente cristiano, liberi da ogni mondanità, pronti ad accogliere il Salvatore, il Dio-con-noi. Al termine della preghiera mariana il Pontefice ha augurato a tutti «un Natale di speranza con le porte aperte al Signore, un Natale di gioia e di f ra t e r n i t à». prossimo; se mettessimo in pratica la regola d oro del Vangelo, proposta da Gesù nel Discorso della montagna: «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti» (Mt 7, 12); se guardassimo all altro, specialmente al più bisognoso, con gli occhi della bontà e della tenerezza, come Dio ci guarda, ci aspetta e ci perdona; se trovassimo nell umiltà la nostra forza e il nostro tesoro! E tante volte abbiamo paura della tenerezza, abbiamo paura dell umiltà! Questo è il vero Natale: la festa della povertà di Dio che annientò se stesso prendendo la natura di schiavo (cfr. Fil 2, 6); di Dio che si mette a servire a tavola (cfr. Mt 22, 27); di Dio che si nasconde agli intelligenti e ai sapienti e che si rivela ai piccoli, ai semplici e ai poveri (cfr. Mt 11, 25); del «Figlio dell uomo che non è venuto per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti» (Mc 10, 45). Ma è soprattutto la festa della Pace portata sulla terra dal bambino Gesù: «Pace fra cielo e terra, pace fra tutti i popoli, pace nei nostri cuori» (Inno liturgico); la pace cantata dagli Angeli: «Gloria a Dio nell alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà» (Lc 2, 14). La pace che ha bisogno del nostro entusiasmo, della nostra cura, per riscaldare i cuori gelidi, per incoraggiare le anime sfiduciate e per illuminare gli occhi spenti con la luce del volto di Gesù! Con questa pace nel cuore vorrei salutare voi e tutti i vostri famigliari. Anche a loro desidero dire grazie e dare un abbraccio, soprattutto ai vostri figli e specialmente a quelli più piccoli! Non voglio finire queste parole di augurio senza chiedervi perdono per le mancanze, mie e dei collaboratori, e anche per alcuni scandali, che fanno tanto male. Perdonatemi. Buon Natale e, per favore, pregate per me! Preghiamo la Madonna: Ave o Maria,... Donatello, «Annunciazione Cavalcanti» (1435, particolare) Cari fratelli e sorelle, vi saluto tutti, fedeli romani e pellegrini venuti da vari Paesi; le famiglie, i gruppi parrocchiali, le associazioni. In particolare, saluto i giovani del Movimento dei Focolari, la Comunità Papa Giovanni XXIII, e gli scout AGESCI di Tor Sapienza (Roma). Non dimenticare: il Signore passa, e se tu senti la voglia di migliorare, di essere più buono, è il Signore che bussa alla tua porta. In questo Natale, il Signore passa. Auguro a tutti una buona domenica e un Natale di speranza, con le porte aperte al Signore, un Natale di gioia e di fraternità. Non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo! Arrivederci! Nomine episcopali Le nomine di oggi riguardano la Chiesa in Senegal, in India e negli Stati Uniti d America. Benjamin Ndiaye vescovo di Dakar (Senegal) Nato il 28 ottobre 1948 a Fadiouth, è stato ordinato sacerdote il 21 agosto È stato cooperatore parrocchiale della cattedrale e membro del consiglio presbiterale ( ) e professore al seminario maggiore ( ). Quindi è stato parroco del Sacro Cuore incaricato della formazione permanente del clero. Per alcuni anni è stato animatore delle trasmissioni Le Jour du Seigneur alla televisione senegalese. Dal 2000 al 2001 è stato vicario generale dell arcidio cesi di Dakar. Il 15 giugno 2001 è stato nominato vescovo di Kaolack e il 24 novembre successivo ha ricevuto l ordinazione episcopale. Jerome Dhas Varuvel vescovo di Kuzhithurai (India) Nato il 21 ottobre 1951 a Paduvoor, in diocesi di Kottar, nel 1976 è entrato tra i salesiani di don Bosco. Dopo aver completato il prenoviziato ( ) e il noviziato ( ), ha emesso la professione religiosa temporanea il 24 maggio Il 24 maggio 1981 ha emesso i voti perpetui. È stato ordinato sacerdote da Giovanni Paolo II il 2 giugno Appartiene alla provincia salesiana di Chennai, nel Tamil Nadu. Dopo l o rd i - nazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: vice rettore del noviziato in Vellakinar ( ); rettore del pre-noviziato in Tirupattur ( ); rettore del pre-noviziato in Maiyam ( ); decano dello studentato salesiano di Trichy ( ); parroco-rettore della concattedrale di Madras-Mylapore ( ); consigliere provinciale ( ); direttore di Kalvi Solai di Tirupattur ( ); direttore di Kalvi Solai di Ennore ( ); direttore del Mount Don Bosco in Thalavadi ( ); maestro dei novizi in Yeallagiri Hills, diocesi di Vellore (dal 2010). Christopher J. Coyne vescovo di Burlington (Stati Uniti d America) Nato il 17 giugno 1958 a Woburn (Massachusetts), è stato ordinato sacerdote il 7 giugno 1986 per l arcidiocesi di Boston. Dopo l ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: vice parroco della Saint Mary of the Hills parish a Milton ( ); professore presso il Saint John seminary ( ); direttore diocesano dell ufficio liturgico ( ); cabinet secretary for public relations and spokesperson dell arcidiocesi di Boston ( ); parroco della Our Lady Help of Christians parish a Newton ( ); parroco della Saint Margaret Mary parish a Westwood ( ). Nominato vescovo titolare di Mopta e ausiliare di Indianapolis il 14 gennaio 2011, ha ricevuto l ordinazione episcopale il 2 marzo successivo. È stato amministratore apostolico dell a rc i d i o - cesi di Indianapolis dal 2011 al In seno alla Conferenza episcopale è stato recentemente eletto presidente del Committee on communications ed è membro del Committee on evangelization and catechesis e del Subcommittee on certification for ecclesial ministry and service.

6 lunedì-martedì dicembre 2014 L OSSERVATORE ROMANO pagina 7 Cadano al suolo le armi fratricide troppo macchiate di sangue E le mani di coloro che hanno dovuto impugnarle tornino ai lavori e alle opere di civiltà La preghiera di Benedetto XV Un Natale di pace di C GUA LT I E R O BASSETTI ento anni fa, alla vigilia di Natale del 1914, in occasione del primo incontro con il collegio cardinalizio, Benedetto XV tenne uno storico discorso sull efferatezza di una guerra che era ormai scoppiata da cinque mesi e che stava distruggendo l Europa. «Cadano al suolo le armi fratricide! Cadano alfine queste armi, ormai troppo macchiate di sangue disse il Papa e le mani di coloro che han dovuto impugnarle tornino ai lavori L auspicio è che nel nome del bambino disarmato e docile si arrestino i feroci Caronte che traghettano sul mar Mediterraneo i disperati in fuga da povertà o dispotismo di MANUEL NIN dell industria e del commercio, tornino alle opere della civiltà e della pace». I governanti e i popoli tutti «sentano, almeno oggi», nel giorno di Natale, continuò Benedetto X V, «l angelica voce di Gesù che gli annuncia il dono della pace». Quel discorso, com è noto, non smosse gli equilibri di una guerra sanguinosa che si sarebbe protratta per altri quattro anni, ma coincise con un evento grandioso che Negli inni di Efrem il Siro Brace ardente sull a l t a re La collezione di inni di sant E f re m il Siro sulla Natività del Signore contiene ventotto poemi. Due di essi, il X e XI, sono dei testi assai brevi con dodici strofe il primo e otto il secondo, che snodano in modo particolare e con delle immagini simboliche specialmente ricercate il tema dell incarnazione del Verbo di Dio. Il primo dei due inni, il decimo della collezione, canta il mistero della redenzione adoperata da Cristo dalla sua incarnazione alla sua risurrezione, e lo fa a partire dal parallelo tra il grembo verginale, custodito, di Maria, e la tomba di Cristo sigillata, custodita, anch essa. Efrem inizia il canto con un argomento a lui caro, e che troviamo presente in diversi degli inni di questa collezione sul Natale: le nenie cantate da Maria a suo Figlio, messe in parallelo a quelle cantate dalle madri dei patriarchi dell Antico Testamento: «Lia e Rachele, Zilpa e Bila, quando cantavano nenie ai desiderati, ai dodici che avevano partorito, cosa di uomini erano le loro nenie. Cosa della divina signoria sono le tue nenie, o Signore dei tuoi fratelli». Dalla seconda strofa in poi Efrem introduce e sviluppa l immagine del sepolcro sigillato da coloro che seppellirono Cristo. «Sigillato essi ti posero: sigillarono la pietra e posero la guardia. Fu a tuo vantaggio che sigillarono il tuo sepolcro, o Figlio del Vivente». Il sepolcro sigillato diventa una testimonianza del fatto che non ci fu nessun furto del corpo di Gesù. Daniele il profeta e Lazzaro l amico di Cristo vengono messi in parallelo da Efrem, a partire dalla loro permanenza nella fossa dei leoni sigillata il primo e nella tomba suggellata il secondo, e così diventano tipo di Cristo stesso chiuso anche lui nel grembo di Maria e nel sepolcro. Inoltre Daniele nella fossa dei leoni è tipo di Cristo nel grembo di Maria. Il grembo e il sepolcro di Cristo testimoniano sia la sua Annunciazione miniata in un Evangeliario siriaco dal XIII secolo (particolare) vera incarnazione che la sua risurrezione: «Con la tua risurrezione tu li hai convinti della tua nascita, perché sigillata era la fossa e suggellato era il sepolcro; tuoi testimoni furono la fossa e il sepolcro sigillati». Il ruolo del grembo e del sepolcro, quindi, è simile in quanto ambedue hanno generato Cristo alla vita. Ambedue hanno come ruolo quello di concepire e partorire: «Il grembo ti ha concepito, lui che era sigillato; lo sheol ti ha partorito, lui che era suggellato. Fuori dall o rd i - ne naturale il grembo concepì e lo sheol ridiede. Sigillato era il sepolcro che custodiva il morto. Vergine era il grembo, che nessun uomo aveva conosciuto». Attraverso l incarnazione e la nascita verginale di Cristo, e la sua risurrezione dai morti, Efrem sottolinea ancora la vera natura divina di Cristo: «Il grembo sigillato e la pietra suggellata hanno confutato e persuaso che tu sei celeste». Nascita e risurrezione di Cristo, quindi sono segno di contraddizione e allo stesso tempo ne testimoniano la sua vera divinità: «Il popolo stava tra la tua nascita e la tua risurrezione. Calunniava la tua nascita? La tua morte lo biasimava. Scioglieva la tua risurrezione? La tua nascita lo confutava. Due atleti colpivano la bocca calunniatrice». Il secondo degli inni, undecimo della collezione, è più breve del precedente, soltanto otto strofe, e sviluppa parallelamente il tema dell incarnazione del Verbo di Dio e quello della divina maternità di Maria, che serve a Efrem per mettere chiaramente in luce la vera incarnazione del Verbo di Dio: «Se lei ti ha potuto dare cibo, era perché tu avevi fame. Se ha potuto darti da bere, era perché avevi voluto aver sete. Se lei ti ha potuto abbracciare, era perché il carbone ardente d amore custodiva il suo grembo». Notiamo che la tradizione liturgica siriaca chiamerà il corpo di Cristo sull altare col titolo di «brace o carbone ardente». si registrò in alcune zone del fronte occidentale. In quelle zone di guerra, tra i reticolati delle trincee, soffiò lo spirito di Dio che pareva aver ascoltato la preghiera di Benedetto XV e, spontaneamente, senza l accordo dei generali e dei governanti, fu dichiarata una tregua dai combattimenti che durò alcuni giorni. Giorni in cui i soldati poterono abbracciarsi, scambiarsi i doni, seppellire i propri caduti, celebrare una messa comune e persino giocare una partita di calcio. Questi fatti, accaduti cento anni fa, sono per tutti noi, oggi, di grande insegnamento. Non bisogna aver paura di cercare la pace. Anzi, occorre volere la pace con tutte le nostre forze perché, come ha detto Papa Francesco, «vogliamo che in questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace». Questo desiderio di pace e questi straordinari avvenimenti del 1914 mi spingono a un duplice sogno che si converte in umile preghiera: che almeno nel giorno di Natale, nel nome di questo disarmato e docile bambino nato nella grotta di Betlemme, si fermino le violenze in ogni parte del mondo, cessino le sopraffazioni dell uomo sull uomo sui luoghi di lavoro, si arrestino sulle rive del mare i feroci Caronte che traghettano sul mar Mediterraneo i disperati in fuga dalla povertà o da regimi dispotici. E magari si faccia come ad Haifa dove i bambini israeliani e quelli palestinesi, qualche giorno fa, hanno giocato una partita di calcio in memoria della tregua di Natale del Mi hanno colpito le parole dell ambasciatore britannico in Israele, Matthew Gould, che ha dichiarato: «Di solito i bambini di diverse comunità non parlano tra loro, non giocano insieme. Il calcio invece è un modo per unire e costruire amicizie e legami. Non riesco a pensare a un modo migliore per commemorare la tregua di Natale». Facciamo poi in modo che quella tregua straordinaria di cento anni fa, mossa da una comune anima religiosa che caratterizzava gli eserciti in guerra, si concretizzi anche oggi nella riscoperta dell anima profonda dell E u ro p a. La storica visita a Strasburgo di Francesco un Papa «preso dalla fine del mondo» che si è rivolto in modo così intenso e convincente a un continente invecchiato che è diventato «una nuova periferia» non può rimanere racchiusa soltanto nei giornali o nei libri di storia, ma va concretizzata e attualizzata. Per questo motivo, sulla scia degli interventi di Francesco, i vescovi dell Umbria stanno promuovendo ad Assisi un luogo stabile di incontro e di studio, di preghiera e di riflessione, che possa allargare i suoi orizzonti a tutta l Europa, nella ricerca di quell anima profonda e di quelle radici che il vecchio continente ha l assoluta necessità di riscoprire. Infine nelle ultime tre strofe Efrem riprenderà delle belle immagini cristologiche proposte per via di contrasto: «Egli è entrato in lei Signore ed è divenuto servo. È entrato eloquente, è entrato in lei tuono e la sua voce si è fatta silente. È entrato in lei pastore dell universo, ed è diventato in lei agnello, è entrato ricco ed è uscito povero, è entrato eccelso ed è uscito umile. Nudo e spoglio è uscito da lì, colui che veste tutti». Padre Horn racconta il professor Ratzinger «Lì è venuta la vera gioia di essere teologo»: padre Stephan Otto Horn, veterano dello Schülerkreis, il circolo degli ex allievi, riassume in una frase tutta la gratitudine per gli anni in cui è stato studente e poi assistente universitario di Joseph Ratzinger in un intervista di Luca Caruso pubblicata sul sito della Fondazione Ratzinger. «Quando ero suo assistente continua Horn, oggi incaricato di custodire l opera e il pensiero del Papa emerito mediante l imp egno nelle diverse istituzioni che portano il suo nome mi occupavo anche della cura degli studenti stranieri. Una volta uno studente non voleva accettare un aiuto finanziario e Ratzinger gli disse: Colui che non vuole accettare, non deve dare. Se io sono pronto a ricevere dall altro un dono, allora in questa umiltà del ricevere posso anche dare. Lo studente che mi ha raccontato questa storia non ha mai dimenticato la lezione». Quando a fine dicembre del 1914 scoppiò una tregua improvvisa Gio cando con il nemico di fronte più toccante, arriva a scrivere I ANDREA POSSIERI che «il Natale aveva trasformato in l risultato della recente partita di calcio, giocata la sera Anche se queste lettere non rap- amici gli acerrimi nemici». dello scorso 17 dicembre, nel presentano dei documenti storici piccolo stadio della cittadina totalmente attendibili è probabile, infatti, che, in alcuni casi, ci fu di Aldershot, nella contea l intervento creativo dei giornalisti dell Hampshire in Inghilterra, non sono ugualmente estremamente ha occupato le prime pagine di alcun giornale. E non poteva essere importanti perché rimandano, da un lato, al grande tema della memoria della Grande guerra e, che così. A sfidarsi sono state due rappresentative di dilettanti, una comporito di ribadire che quel primo con- dall altro lato, perché hanno il mesta da militari dell esercito britannico e l altra da commilitoni tedeschi, scritto Ernesto Galli della Loggia, flitto mondiale fu anche, come ha con lo scopo di commemorare la un «gigantesco fatto culturale». Un leggendaria partita di calcio del Natale del 1914 quando nel corso della celebre e improvvisa tregua dei combattimenti i soldati degli eserciti in guerra si affrontarono in una partita nei pressi della località di Saint-Yvon, a Ploegsteert, in Belgio, vicino al confine francese. La tradizione vuole che la partita del 1914 venisse vinta per 3 a 2 dai militi tedeschi. A cento anni di distanza, invece, hanno vinto per 1 a 0 i soldati britannici. Una rivincita? Neanche per idea. Il risultato sportivo, come detto, non conta nulla. D altra parte anche il resoconto della partita del 1914 è, come minimo, controverso. Secondo alcune ricostruzioni, ad esempio, la partita fu giocata con un barattolo di latta. Secondo altre, invece, con un vero pallone di cuoio. Non è ben chiaro, inoltre, dove si giocò, né quanti furono i giocatori a solcare l i m p ro v v i s a t o campo sportivo. D altronde, in questa ridda di ipotesi, c è anche chi, come Antonio Besana, nell intro duzione a un volume appena uscito (La tregua di Natale. Lettere dal f ro n t e, a cura di Alberto del Bono, Torino, Lindau, 2014, pagine 186, euro 14) che raccoglie le lettere inviate dalle trincee britanniche, pubblicate da alcuni giornali inglesi, in cui si raccontano gli incredibili eventi del Natale del 1914 manifesta dei «seri dubbi sul fatto che la partita si sia svolta davvero». Al di là di ogni ragionevole dubbio, comunque, quella leggendaria partita di calcio, sia per chi ne esalta il racconto e sia per chi, invece, ne minimizza la portata, esprime alla perfezione l eccezionalità della tregua del Una tregua in cui l orrore della guerra viene spezzato da una pace improvvisa e spontanea; l immobilismo putrescente della vita in trincea viene ribaltato dal dinamismo del gesto sportivo; la grigia stagnazione del conflitto, infine, viene di colpo cancellata da uno stupefacente giorno di festa. L ufficiale della Honourable Artillery Company, Oswald Blunden, in una lettera pubblicata su «The Newcastle Daily Journal» del 6 gennaio 1915, descrive quegli avvenimenti, quando aveva potuto «mescolarsi e intrattenere lunghe conversazioni con il nemico», come «la cosa più incredibile del mondo». Il soldato Frederick H. Heat, in quella che è probabilmente la lettera dal In una pausa dei combattimenti soldati britannici e tedeschi si affrontarono in una partita di calcio nella località belga di Saint-Yvon «condensato di modernità» che innescò «un autentica esplosione di antimodernità» che fece riaffiorare anche una sorta di ideale «agonistic o - c a v a l l e re s c o». Un ideale efficacemente raccontato dallo storico Paul Fussell in un famoso episodio che ebbe come protagonista un capitano dell esercito britannico durante l attacco della Somme. Quest ufficiale, dopo aver acquistato quattro palloni da calcio, uno per ciascun plotone, aveva offerto un premio a quel reparto che al momento dell attacco fosse riuscito a scaraventare il pallone nelle linee tedesche. Un superstite raccontò che il capitano si lanciò per primo nella terra di nessuno e contemp oraneamente calciò in avanti il pallone verso la linea tedesca. Il plotone passò all attacco ma il capitano Nevill cadde all istante. La tregua di Natale si inserisce, dunque, in questo contesto ambientale che Fussell non ha esitato a definire «paradossale» e in un contesto politico-culturale difficilissimo. La proposta di Benedetto XV di sottoscrivere una tregua natalizia era stata respinta. Così come il discorso rivolto al collegio cardinalizio la vigilia di Natale, con cui invitava i governi a far tacere «le armi fratricide», non aveva avuto seguito. Nonostante tutto, però, senza che nessun generale o capo di Stato avesse preso una decisione nella direzione auspicata dal Papa, le armi tacquero in alcune zone del fronte occidentale, soprattutto a Ypres, proprio il giorno di Natale. Per alcuni combattenti, come il sergente Bernard Joseph Brookes, il motivo era semplice e andava rintracciato nelle comuni radici cristiane di entrambi gli eserciti contrapposti. «È stato davvero un Natale ideale scrive nel suo diario e lo spirito di pace e buona volontà era stridente, in confronto con l odio e la morte dei mesi precedenti. Uno apprezza davvero in una nuova luce lo spirito della cristianità. Per questo è stato certamente meraviglioso che un simile cambiamento nel comportamento dei due eserciti opposti possa essere stato generato da un evento che è accaduto una notte di duemila anni fa». La tregua di Natale fu un fatto miracoloso. E nonostante non sia durata a lungo e sia immersa in un intricata selva di leggende, rappresenta, ancora oggi, come si legge nel libro Christmas Truce di Malcolm Brown e Shirley Seaton, «la migliore e la più commovente storia di Natale dei nostri tempi».

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8 donne chiesa mondo tutte L OSSERVATORE ROMANO gennaio 2015 numero 31 Sua madre confrontava queste cose nel suo cuore Alfonso De Lara Gallardo, «Donne in cammino» (1970) In cammino Formano quasi un unica figura le due donne in cammino verso Betlemme ritratte in questo delicato acquarello e tempera su carta dall artista spagnolo Alfonso De Lara Gallardo. Le braccia parrebbero disegnare una stella, raggi di fuoco che lambiscono il cielo ma che sono, al contempo, proiettati verso la terra. È il nostro saluto al nuovo anno, nel passo lieve ma ben radicato di un confronto che prosegue, facendosi sempre più denso. Un cammino che vorrebbe scandire il dialogo come una preghiera che domanda, loda, esige e ringrazia. Un cammino in cui, come ha scritto Adriana Zarri, «il senso felice dell arrivo non si oppone al senso del cammino perché ogni arrivo è una tappa di un ulteriore progressione, ma anche ogni tappa è un arrivo nel già raggiunto infinito. Allora il protendersi non è più insofferenza fuga da ma speranza: corsa verso. E l indugiare non è un perditempo, una pigrizia, una pantofola calda: è il riposare nel nido di Dio». Purché il cammino sia insieme. Nel racconto pubblicato in queste pagine, suor Megumi, missionaria saveriana giapponese che ha vissuto per decenni in Brasile prima di tornare nel suo Paese natale, ci fa sapere che ogni anno in Giappone si suicidano quasi ventottomila persone. Una cifra spaventosa che rivela la tragedia di una crisi profonda, figlia della disperazione per la mancanza di veri legami. Inizia un nuovo anno dunque, nella speranza che il cammino insieme nel dialogo e nel dibattito ci trovi ben consapevoli di ogni passo. Un cammino che da questo numero e per tutto il 2015 sarà scandito da una nuova pagina teologica dedicata alla famiglia, realtà così centrale e così misteriosa, «un bellissimo azzardo» come la definisce monsignor Vincenzo Paglia, il presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, che avvia la riflessione. «Gli affari ricorda un personaggio di Philip Roth andavano a rotoli, ma la famiglia no». Siamo pronte a fornirgli elementi che lo suffraghino. (g.g.) aveva persuaso gli Stati Uniti a unirsi alla guerra contro Hitler. Erano una delle poche coppie non ebree sulla lista di quanti dovevano essere immediatamente uccisi se ci fosse stata un invasione da parte della Germania. Nel 1940, caduta la Francia, tutti credevano che l invasione sarebbe avvenuta al massimo entro tre mesi. I miei genitori volevano rimanere in Gran Bretagna, ma volevano anche proteggere i loro figli. Così mio fratello, che aveva dodici anni, e io, che ne avevo nove, fummo mandati presso alcuni loro amici nel Minnesota, dove rimanemmo per tre anni. Per tornare a casa, presi una nave neutrale che subì gravi danni durante una tempesta, così approdammo in Portogallo. L a e re o che avrebbe dovuto portarci a casa aveva a bordo il famoso attore Leslie Howard. Venne abbattuto e tutti morirono. Fummo quindi detenuti per due mesi in Portogallo. donne chiesa mondo di LUCETTE VERBOVEN Pur essendo baronessa e avendo diritto a essere chiamata Lady, non ama i titoli: «Faccio parte della Camera dei Lord per svolgere un lavoro, non per l o n o re». Inoltre è cattolica in un Paese anglicano e non ha paura di dirlo: «Vado a messa ogni domenica perché credo negli obiettivi del cristianesimo. L opera di Cristo è diventata sempre più importante nella mia vita». La politica dovrebbe essere la messa in atto di alcuni precetti del cristianesimo Se credo nell uguaglianza assoluta delle razze è grazie alla visione cristiana Suo padre le leggeva brani della «Summa theologica» di Tommaso d Aquino quando era solo una bambina di otto anni. Come vede oggi la sua educazione? Storia di miracoli A colloquio con Shirley Williams, una dei politici più amati in Gran Bretagna Ero una bambina vivace. Mi arrampicavo su tutto ciò su cui ci si poteva arrampicare, dagli scaffali con i libri di mio padre alle tende o ai ponti! Non ho mai accettato di essere seconda a mio fratello. E nella mia famiglia non si è mai pensato che lui avrebbe frequentato una scuola migliore rispetto a me, o che io dovessi dedicarmi a lavori manuali. Prima dei tredici anni non mi ero mai resa conto che la maggior parte delle persone riteneva che le donne fossero meno intelligenti, meno coraggiose, meno capaci degli uomini. Mi piacevano molto i dibattiti a casa, dove si riunivano tanti ospiti internazionali. Sin da giovane ho provato interesse per la politica. Si potrebbe dire che mia madre ha fatto di me una cristiana, mio padre una cattolica. Era un uomo molto intellettuale, un professore di scienze politiche. Divenne cattolico da giovane perché convinto dall opera di John Henry Newman. Perché è diventata cattolica e non anglicana come sua madre? Per via di mio padre. Era convinto che la sola Chiesa che potesse giustificare il suo essere una fonte permanente di pensiero e di dogma cristiano fosse quella cattolica. Inoltre era internazionale, mentre una Chiesa meramente nazionale, quale era inizialmente la Chiesa d Inghilterra, era contraria alla missione della Chiesa. Questo non significa che mio padre non fosse critico. Discuteva a lungo con me di teologia e sono diventata cattolica a diciott anni. Parlandomi di san Tommaso, egli metteva insieme la sua religione e la sua politica. Qual è la combinazione tra le due? La politica dovrebbe essere la messa in atto di alcuni precetti del cristianesimo. Questioni come l educazione dei bambini provenienti da famiglie disagiate o le buone relazioni tra le diverse razze scaturiscono da principi cristiani. Ma questi non si attivano se non si trova un modo per trasformarli in legge. Se credo nell uguaglianza assoluta delle razze è grazie alla visione cristiana che ogni essere umano, uomo o donna, nero o bianco, ha nel proprio cuore la divinità di Dio. Sono tutti creazioni divine. La politica mette in pratica la teoria; senza di essa il cristianesimo diventa ipocrita. La sua consapevolezza politica è stata influenzata dal cattolicesimo. E la sua consapevolezza sociale? L elemento del cattolicesimo che mi ha sempre molto attratta è la dottrina sociale della Chiesa. Negli anni Settanta dello scorso secolo sono stata in America latina: pensai che la teologia della liberazione fosse il cristianesimo messo in pratica. La cosa triste della teologia della liberazione è che in alcuni casi si è inclinata verso il marxismo, che ha sfornato una propria nuova élite. Poi ho compreso il pericolo della teologia della liberazione: il singolo essere umano ha perso la sua divinità, la qualità infinita di essere creato da Dio. A ogni modo, alcuni dei leader politici recenti più interessanti sono venuti dall America latina: Lula da Silva in Brasile o Michelle Bachelet in Cile. Sono impegnati nella guerra contro la povertà, talvolta correndo loro stessi grandi rischi. Si identificano con la gente semplice, i lavoratori comuni. E da questo emerge una forma più ricca di cattolicesimo, che non dipende dal potere. È incoraggiante per la Chiesa che il Papa sembri andare al cuore stesso della struttura del Vaticano e porre domande difficili sulla Chiesa: riguarda il potere o riguarda l a m o re? La Chiesa deve essere coinvolta nella politica? È assolutamente necessario, ma nel senso di perseguire i principi secondo i quali i cristiani dovrebbero vivere. Per fare un esempio: l arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ha insistito sul fatto di far parte del comitato parlamentare per le banche, dove pone domande fondamentali sulla bussola morale del settore bancario. Così, di fatto, un importante figura ecclesiastica porta le regole e i principi propri Shirley Williams (Londra, 1930) è tra i politici più popolari del Regno Unito. Tra le prime donne a diventare ministro nel Governo laburista del 1974, nella autobiografia Climbing the Bookshelves (2009) e in God and Caesar (2003) racconta la fondazione di un nuovo partito politico, i Democratici Liberali. Professore emerito della Kennedy School of Government dell università di Harvard, è membro attivo della Camera dei Lord del Parlamento del Regno Unito. Mia madre che era anglicana ha fatto di me una cristiana Mio padre invece mi ha resa una cattolica delle Chiese cristiane nel mondo della politica e dice: «Dovete vivere anche secondo standard morali!». Quali sono i racconti della Bibbia che preferisce? Stranamente i racconti della Bibbia non mi attirano tanto, ma ciò che ha avuto un forte impatto su di me è stato un libro sul Dio appassionato che mi ha dato un amico. La tesi di questo libro fa riferimento ai racconti biblici del Nuovo Testamento che coinvolgono le donne, dove gli apostoli dicono a Cristo: «Perché perdi il tuo tempo a parlare con quella donna?». Vediamo ripetutamente Cristo trattare uomini e donne con pari dignità. Una volta che ci si allontana dal cammino di Cristo, si osserva che le donne vengono spinte in secondo piano. E questo è vero oggi: nella stessa Chiesa le donne non sono rappresentate nelle posizioni importanti. Nella sua autobiografia, lei racconta la sua esperienza durante la guerra. È stata dura! Fui mandata in America perché i miei genitori erano entrambi sulla lista nera della Gestapo. Mia madre, Vera Brittain, era una scrittrice famosa, ma anche una pacifista. Il presidente americano Franklin Roosevelt e sua moglie erano suoi grandi amici. Mio padre era un accademico che Fu allora che comprese che il mondo non era del tutto bello? Per molto tempo pensai semplicemente che era terribilmente bello. Avevo sempre pensato che la creazione fosse una cosa stupenda. Dopo la guerra, il governo laburista britannico di allora mandò diversi giovani in Germania per vedere se potevano costruire una nuova relazione per il mondo post-bellico. Fui una di loro e attraversai in macchina tutta la Germania in macerie per recarmi alla prima conferenza socialdemocratica della Germania post-bellica, nel 1948, fino alla città di Hof, che si trovava nel settore americano del Paese. Fu la prima volta che vidi la rovina totale della Germania, persone che vivevano in buche, chiese e abitazioni in rovina. Iniziai a sentire che il primo obiettivo deve sempre essere la fine della guerra. Non sono una pacifista, ma credo molto nella riconciliazione. Può fare qualche esempio? Nella mia vita ho visto quattro miracoli politici fondamentali. Il primo è stato Gorbaciov, che permise il crollo dell Unione Sovietica senza che nessuno venisse ucciso. Poi c è stato l abbattimento del muro di Berlino. Quindi il sorprendente rilascio di Nelson Mandela in Sud Africa e, più di recente, le misure per permettere agli europei dell Est di entrare a far parte dell Unione europea. E, fino al dramma dell Ucraina, tutto è avvenuto in un contesto completamente pacifico. Lo dico perché le persone sono molto ciniche riguardo alla politica, ma di fatto nella politica c è una straordinaria storia di miracoli che si susseguono. Chi è Dio per lei? Fondamentalmente vedo Dio in termini di creatore, come nel dipinto di Michelangelo nella Cappella Sistina: il tocco che dà la vita agli esseri umani. Vedo anche Dio come strettamente collegato alle immense forze della natura. In termini più personali, la vita di Cristo è per me il cammino verso una qualche comprensione di Dio. Penso che la Chiesa in qualche modo sia stata una delusione tropp o materialista, troppo consapevole del potere ma la vita di Cristo è il centro persistente della mia fede religiosa. Spero che la Chiesa istituzionale si avvicini di più alla vita di Cristo e ponga al centro non il potere ma l amore, e ritengo che ci sono segnali che ciò sta iniziando ad accadere adesso. È tra i politici più amati nel suo Paese: quale il suo segreto? Una delle cose che bisogna imparare come politico è l umiltà quando si ascoltano le storie di tante persone comuni. Non ho un segreto. La cosa importante da fare è ascoltare e non respingere gli altri esseri umani, poiché Cristo può abitare in ciascuno di loro.

9 donne chiesa mondo women church world mujeres iglesia mundo femmes église monde donne chiesa mondo women church world mujeres iglesia mundo femmes église monde donne chiesa mondo di TERESA CAFFI monia del tè, nello sport tradizionale. Non erano solo arti o discipline sportive: chi li praticava acquisiva anche una spiritualità che aiutava a ben vivere. Il contatto con la natura era meditativo e, nel mondo shintoista, si percepiva la presenza del soprannaturale. Questa spiritualità sosteneva la nostra vita, ci dava gioia e senso, anche se questo senso non era ancora giunto a pienezza». Con la globalizzazione prosegue «queste arti si sono svuotate progressivamente della loro anima, rimanendo pure arti. I giovani non vi danno importanza, interessano più gli stranieri. Nella frenesia della società moderna non c è più tempo di fermarsi a contemplare la natura, mentre la competizione si acuisce, creando, in tutti gli ambiti, l arrivismo perfino fra i bambini. La carenza di spiritualità ha come conseguenza un cambiamento anche nel carattere delle persone: c è più nervosismo e chi non è fra i primi soffre terribilmente». Non solo la globalizzazione: anche l impatto delle catastrofi ambientali di questi ultimi anni ha destabilizzato la vita di tante persone. «Con il terremoto continua suor Megumi e il conseguente tsunami di quattro anni fa, molti hanno perso in un momento tutto ciò che pensavano sostenesse la loro vita. Questo ha portato non poche persone a interrogarsi. Dando e ricevendo solidarietà, hanno cominciato a riscoprire l importanza delle relazioni personali, l importanza della vita». La candela di suor Megumi L annuncio del Vangelo in Giappone dopo lo tsunami della globalizzazione Megumi Kawano Maria Maddalena è una missionaria saveriana giapponese. Dopo alcuni anni di servizio missionario in Brasile, vive oggi nel suo Paese. «Anticamente dice Megumi parlando del profondo senso religioso del Giappone il nostro popolo aveva una forte spiritualità, che si esprimeva nell arte dei fiori, nella cerimina in una generazione e i germogli possono spuntare nella successiva. Così, la mia testimonianza di Gesù può non portare frutti visibili, ma forse a distanza di molti anni qualcosa fiorirà. È la speranza». Come ha incontrato Gesù, Megumi Kawano? «La mia famiglia era buddhista ma non molto praticante: solo in qualche anniversario di morte con la mia famiglia andavamo al di CRISTIAN MARTINI GRIMALDI Aquasi duemila metri sul livello del mare, Nuwara Eliya è la città più elevata dello Sri Lanka. Fu fondata dai britannici nell O ttocento e oggi a rievocare quel passato vittoriano resta un campo da golf, un grazioso laghetto per le gite in barca e degli splendidi hotel. È proprio in questa cittadina che un gruppo di suore ha da poco avviato un laboratorio dove si fabbricano borse di diverse taglie e stili. Il tessuto che utilizzano è la juta. Vi lavorano sedici giovani ragazze. Dietro il progetto non c è solo una ragione ecologista eradicare nel loro piccolo le irriciclabili borse di plastica ma soprattutto occupazionale: «Se non lavorassi qui non saprei cos altro fare!», esclama una delle giovani madri impiegate. Siamo all interno del grande convento costruito più di cento anni fa dalle suore del Buon Pastore, che comprende anche una scuola, un dormitorio e una mensa. A guidarmi è la superiora suor John, una donna dalla corporatura robusta, lunghi capelli grigi e, dietro un paio di solidi occhiali da vista, uno sguardo autorevole. L idea di un centro per il cucito è venuta a lei. Ma l officina delle borse di juta è solo uno dei progetti della congregazione che vanno nella direzione di favorire lo sviluppo della comunità locale. Il più ambizioso è quello di realizzare case per i poveri. «Dopo aver visitato i poveri nella p eriferia di Nuwara Eliya, ho capito che molti dei problemi psico-sociali che affliggono tante famiglie indigenti sono associati proprio al fatto di vivere in alloggi inadeguati» racconta suor John, mentre tira fuori da una scatola di cartone delle fotografie di qualche anno fa. Mi mostra i siti su cui hanno lavorato: l idea da cui il progetto è partito era quella di riconvertire in vere e proprie abitazioni quegli alloggi improvvisati, che poi altro non sono che quattro tavole di legno tenute assieme da chiodi battuti di traverso. Questi alloggi costituiscono una buona parte delle dimore alla periferia di Nuwara Eliya. «ll padre di una sorella della nostra congregazione è venuto a parlarmi di Habitat Humanity, organizzazione che lavora per costruire case per i poveri. Mi disse, perché non li inviti a darti una mano? E io seguii il consiglio. Vennero e ci spiegarono nei dettagli il piano di lavoro. Ero soddisfatta. Così abbiamo cominciato subito» dice suor John, che all inizio aveva provato da sola a costruire una casa con dei fondi messi assieme dalla sorella in Germania. Ma ben presto in quella women church world mujeres iglesia mundo femmes église monde donne chiesa mondo women church world mujeres iglesia mundo femmes église monde donne chiesa mondo women A CA L C U T TA SUORE NEI POSTRIBOLI PER S A LVA R E LE PROSTITUTE S C H I AV E Non solo un forte ritorno alla dimensione contemplativa, ma anche un rinnovato impegno all azione: è questo per le religiose indiane il senso dell Anno della vita consacrata. Esattamente con questa consapevolezza, di notte a Calcutta quattro suore della Congregazione di Maria Immacolata, lasciati i loro abiti consueti, si recano nei postriboli della città, dove molte ragazze sono costrette alla prostituzione o sono ridotte in schiavitù da trafficanti senza scrupoli. La loro opera ha permesso di salvare numerose donne. Questo impegno a favore delle donne sfruttate e indifese ha spiegato suor Sharmi Souza «è anche una risposta positiva al messaggio di Papa Francesco per la prossima Giornata mondiale della pace, che esorta a combattere le moderne forme di schiavitù». In una sola notte, prosegue, «abbiamo salvato trentasette ragazze, dieci delle quali minorenni». Le suore offrono sostegno e assistenza alle giovani donne, che poi forniscono informazioni utili alla polizia per fermare i trafficanti. Non che sia sempre facile: a volte gli agenti si rifiutano di recarsi nei postriboli, perché anch essi sono stati corrotti dai trafficanti, e allora le religiose passano oltre e si rivolgono direttamente ai loro superiori. Giappone terra di missione, dunque? «Spesso si fa consistere la missione nell aiuto ai poveri. Questo è un aspetto importante e il cristiano lo vive come espressione della sua fede in Gesù e con il desiderio di farlo conoscere. Anche i buddhisti, gli shintoisti e gli atei aiutano i poveri, in nome dell umana solidarietà. Quando però una persona perde il senso della vita, sente il vuoto di una perdita di spiritualità e soffre di una solitudine angosciosa. È una grande povertà, anche se non materiale: sta a noi cristiani condividere con queste persone la speranza e la luce che ci fa vivere. È il nostro specifico di cristiani e di missionari: far risuonare la parola di Dio, parlare della sua presenza di padre, far sentire che siamo amati. Quando sono povero, se ho la fede, posso vivere e conoscere la gioia. Quando, poco dopo essere stata battezzata, sono andata nelle Filippine per partecipare alla Giornata mondiale della gioventù, ho incontrato un popolo molto povero, con molti bambini. Ho visto che i loro occhi brillavano, sprizzavano vita, cosa che non posso vedere in Giappone. La stessa cosa ho sentito negli anni di missione in Brasile: ci sono poveri che vivono in strada, che vengono a chiedere da mangiare, che sanno cogliere la presenza di Dio, di Gesù nella loro situazione. Dio c è perché ascolta la mia voce, mi diceva uno di loro. In Giappone c è tutto ma manca la cosa più importante. Ogni anno si suicidano quasi ventottomila persone». Dio però già lavora nel cuore di ciascuno. «Quanti ancora non conoscono Cristo continua suor Megumi non sono lontani da lui, perché dalla nascita c è nel loro cuore una semente divina, perché noi crediamo che tutti gli esseri umani sono creati dallo stesso Dio. Penso però che per accogliere in pieno questo valore, per conoscere il volto di questa presenza, occorre un aiuto: per noi missionari, il primo servizio al Regno è offrire questo aiuto ai nostri fratelli e sorelle. Così ha fatto Filippo con l eunuco, che viaggiava leggendo una parola che non comprendeva (cfr. Atti degli apostoli, 8, 26-40); così ha fatto Paolo quando ha annunciato agli Ateniesi il nome del Dio ignoto che onoravano (cfr. Atti degli apostoli, 17, 22-34)». C è una profonda differenza tra le fedi tradizionali giapponesi e l aderire a Gesù e al suo Vangelo, che non può essere ignorata. «La cultura di noi giapponesi spiega suor Megumi Kawano è basata sullo shintoismo e sul buddhismo. Per il buddhismo giapponese, Dio non c è; per lo shintoismo, ci sono tanti dei: il dio della montagna, il dio delle acque e così via. Rispettiamo, invochiamo, preghiamo questi dei ma sono lontani da noi. Il Dio di Gesù viene da noi, abita dentro di noi, cammina con noi, conosce la nostra vita, la nostra sofferenza, perché in Gesù ne ha fatto esperienza. Incontrando il messaggio cristiano, ho capito che Dio è venuto da noi. Nella sua onnipotenza non aveva bisogno di Secondo dati del Governo indiano, nel 2007 oltre tre milioni di donne lavoravano nel mercato del sesso, il 35,47 per cento di queste sotto i diciotto anni. L ong Human Rights Watch fa rientrare nella categoria di prostituta almeno venti milioni di persone in India, con la metropoli di Mumbai che, da sola, contiene oltre duecentomila prostitute. Vincendo così il triste primato di più grande centro dell industria del sesso di tutta l Asia. CORSO DI TRUCCO PER D ONNE NON VEDENTI Colori dal buio. Grazie a un corso organizzato dall Unione italiana ciechi e ipovedenti di Torino, le donne non vedenti imparano l arte del trucco. L idea è venuta a Nunziata Panzarea, responsabile del comitato per le pari opportunità dell associazione: pur essendo cieca dalla nascita, la donna riesce a truccarsi contrassegnando i cosmetici con etichette in braille per distinguere i colori. Spesso ha spiegato le persone non vedenti tendono a trascurare il proprio aspetto esteriore, eppure il modo in cui ci presentiamo è il fondamentale biglietto da visita nella vita di relazione. Il punto di partenza per il rispetto di sé, e degli altri. ricevere aiuto, ma è diventato un bambino, si è lasciato aiutare da noi esseri umani che abbiamo così tanti limiti. Questa è stata per me una grande scoperta». E prosegue: «Quando arriva un momento difficile nella vita, la solitudine, crediamo a questa presenza e non siamo mai veramente soli. Vedendo la sofferenza di Gesù, possiamo capire anche la sofferenza di cui non facciamo esperienza, possiamo comprendere la sofferenza degli altri e come possiamo aiutarli». Forse per chi è cristiano da sempre, ed è stato battezzato dalla nascita, non è facile comprendere la differenza. «È vero. Chi nasce in una famiglia cristiana, difficilmente può immaginare come vive chi non conosce la presenza di Dio perché non ne suppone neanche l esistenza, quale solitudine, sofferenza, difficoltà incontri. Se credi alla presenza di Gesù al tuo fianco, anche se nessuno ti capisce, tu sai che lui sa tutto e puoi sempre avere una speranza, una luce che illumina il buio della tua vita. Immaginiamo un luogo tenebroso in cui non ci sia neanche una candela accesa: non ci è possibile accenderne una. Però, se c è anche solo una piccola candela, con quella «Ciliegio in fiore» (paravento a due ante, fine XVII secolo, Giappone) fiamma può accendersi un altra candela e poi un altra. E così le candele accese possono diventare tantissime! Per questo dico che ci vogliono ancora missionari e missionarie che accendano nel cuore delle persone una candela che non è mai stata accesa. Ricordiamo il gesto della liturgia pasquale, quando accendiamo la nostra candela all unica candela accesa che simboleggia Gesù. Senza Gesù non c è speranza di risorgere dalla morte: si pensa che la vita finisca con la morte. La risurrezione è ben diversa dall idea buddhista della rinascita. In Giappone, ai funerali cristiani partecipano tante persone che non sono mai entrate in chiesa e nell omelia si può annunciare loro il senso cristiano della morte e della risurrezione». Non dev essere facile annunciare il Vangelo in un Paese come il Giappone. «Il cammino del Vangelo qui è molto lento, è silenzioso, a volte invisibile all esterno. Il popolo giapponese guarda alla vita quotidiana dei cristiani. Quando un cristiano vive nella gioia e nella speranza anche nelle difficoltà, il suo modo di vivere interroga: Che cosa c è? Perché è così?. Questo è già il primo passo per l incontro con il Vangelo. Da lì può cominciare un cammino che può prendere anche molto tempo e richiede pazienza. La persona stessa si mette in ricerca, a volte spinta dalla sofferenza che sta vivendo e comincia un dialogo, in cui si possono proporre frasi o episodi del Vangelo adatti alla sua situazione, che possano darle sp eranza». Un esempio? «Una delle nostre comunità era composta di sorelle giapponesi, messicane e italiane. La nostra vicina ci sentiva ridere fra noi e, dopo tanto tempo, venne a dirci: Che cosa c è in casa vostra? Sento che c è sempre allegria!. Da lì è cominciato un dialogo. Non è detto che la persona arrivi a ricevere il battesimo, però può vivere dei cambiamenti importanti nella sua vita. Nella nostra scuola materna la quasi totalità dei bambini è di famiglia non cristiana. Attraverso la maestra dell asilo, imparano a conoscere Gesù. Forse non arriveranno mai al battesimo, ma quando in futuro manderanno i loro figli alla scuola materna cattolica, a quel punto qualche mamma sentirà la voglia di studiare la Bibbia. Talvolta si se- LA V O L O N TA R I A DELL ANNO La Focsiv (Federazione organismi cristiani servizio internazionale volontario) ha premiato Maria Luisa Cortinovis per il suo impegno con i bambini dell Ecuador. Grazie alla fondazione del Colegio San Gabriel a La Troncal, aperto con il marito oltre quarant anni fa, Cortinovis segue la formazione scolastica ed educativa dei giovani, provenienti soprattutto da famiglie povere e indigenti. «Con il suo collegio scommette sui giovani, attraverso la formazione integrale della persona: essi sono il futuro di un popolo e anche la speranza di una società più fraterna e più giusta», si legge nella motivazione del premio. Per Cortinovis, settantaquattrenne originaria di Bergamo, istruzione e formazione servono per «rompere con quella dipendenza che ci fa abbassare la testa. Dobbiamo dare a chi non ha le opportunità, la possibilità di guardare negli occhi le persone per far le scelte coerenti, giuste, individuali, e non quelle degli altri». Il progetto formativo Colegio San Gabriel è composto da una scuola primaria e da una tecnica con diverse specializzazioni in campo artigianale e industriale. Alla scuola sono annessi un convitto e un unità produttiva, il cui fine è quello di procurare risorse economiche per la scuola con la collaborazione di La mia famiglia mi lasciò libera di chiedere il battesimo Ero diventata più serena e gioiosa Ma mia madre mi disse: «Però non diventare suora!» tempo dove ascoltavamo l omelia del bonzo. Avevo otto anni quando passai il mio primo Natale cristiano, presso una mia amica, figlia di un pastore. Leggendo la preghiera del Padre nostro su un cartoncino che m avevano dato, mi chiedevo chi fosse quel padre nostro che sta nei cieli. Sempre mi ponevo domande sulla vita: vivere o morire, mi dicevo, non siamo noi a deciderlo. Durante un mio ricovero in ospedale mi colpì il fatto che una signora della mia stanza, che non sembrava grave, s aggravò e una notte morì, mentre un altra, che era molto grave, guarì. Mi chiedevo: perché esisto? Perché ho ricevuto questa vita? Uscita dall ospedale, cercai una chiesa cattolica e cominciai a frequentarla. Non conoscevo quasi nulla della fede cristiana, avevo soltanto un libretto sull Antico Testamento, comprato per curiosità. Da bambina avevo sentito raccontare le storie di Adamo ed Eva e della torre di Babele, ma non sapevo che si trovassero nella Bibbia. Nel mio ambiente quotidiano non trovavo le risposte che cercavo: le trovai nel cristianesimo, grazie a un missionario. A ventidue anni ricevetti il battesimo». Come è arrivata la decisione di consacrarsi per la missione? «Scoprendo la presenza di Gesù, la sua parola, ho trovato la speranza ed è stato normale pensare a quanti non l avevano ancora incontrato. In Giappone quando uno diventa cristiano non è raro che sul lavoro, a scuola o in casa sia l unico a credere in Gesù. Il cristiano è anche missionario, testimoniando la differenza della vita cristiana. Quando avevo ventisei anni mio padre morì: davanti alla sua bara percepii in modo più forte la grazia di credere in Gesù, che ci apre alla speranza della vita eterna. Capii di più la sofferenza di quanti non conoscono Gesù e sentii la chiamata a spendere tutta la mia vita per annunciare lui e il suo Vangelo. È una grazia del Signore: da sola non avrei avuto il coraggio di lasciare la mia casa e il mio mondo». Ha incontrato difficoltà in questa scelta? «La mia famiglia mi lasciò libera di chiedere il battesimo, forse anche perché notava che ero diventata più serena, gioiosa e positiva. Fu in quell occasione che scoprii che anche mio padre aveva frequentato la scuola materna cristiana. Mia madre mi disse: Però non diventare suora!. Soffrì perciò tanto quando scelsi di entrare in una famiglia religiosa e per me le sue lacrime e la sua sofferenza furono una grande difficoltà. Ci vollero dieci anni perché riuscisse a rasserenarsi, e ad accettare la mia scelta: ha anche partecipato alla mia professione perpetua. Penso che lo Spirito Santo stia lavorando nel suo cuore. Altre difficoltà sono le mie fragilità e limiti, ma passando il tempo m accorgo sempre più che diventano occasioni per conoscere meglio la grandezza dell amore di Dio. Mi basterà l eternità per dirgli grazie?». Una ragazza kenyota si oppone al matrimonio combinato per lei dalla sua famiglia (foto Reuters) L OSSERVATORE ROMANO gennaio 2015 numero 31 Inserto mensile a cura di RI TA N N A ARMENI elu C E T TA SCARAFFIA, in redazione GIULIA GALEOTTI - per abbonamenti: ufficiodiffusione@ossrom.v a Costruire case per i poveri nuova abitazione cominciò a pioverci dentro: suor John comprese che da sola non ce l avrebbe mai fatta. Bisognava inventarsi qualcosa. Così è partito l housing project. «I risultati sono stati straordinari. Centosessanta case in soli cinque anni» afferma la religiosa, mentre punta il dito con fierezza sulle foto che ritraggono le nuove abitazioni. Se a finanziare l opera era la ong, è stato però introdotto un sistema per coinvolgere le famiglie direttamente. Sono stati creati dei gruppi composti da dodici nuclei familiari. Ogni gruppo doveva risparmiare una cifra prestabilita ogni mese per contribuire con Ogni famiglia partecipa attivamente alla costruzione I risultati sono stati straordinari con centosessanta abitazioni in soli cinque anni quella alla costruzione di una casa fino al completamento delle dodici abitazioni. «Noi diciamo sempre: lavora duro per la tua casa e sarai sempre orgoglioso di averla costruita con i tuoi sforzi e il tuo sudore. Per questo è importante che le famiglie partecipino alla costruzione. Abbiamo iniziato con le case che si trovavano nello stato peggiore. La prima fase riguardava la costruzione di due camere; finite queste, le strutture erano già abitabili, e solo poi si costruivano le ultime due camere, in modo da consentire a tutti di avere un primo alloggio essenziale nel minor tempo possibile». Dallo Sri Lanka in attesa di Papa Francesco insegnanti e studenti. Un contributo alla giustizia e alla pace sociale, in un Paese che non è ancora uscito del tutto dalla logica della separazione di classe. «Il riconoscimento non è mio ha precisato ma di tanti: volontari, persone che camminano per costruire un mondo migliore, che vivono e danno un senso alla loro vita per la solidarietà e soprattutto per tutte le persone che sono rimaste in Ecuador. La nostra comunità educativa è fatta di bambini, ragazzi, giovani, insegnanti e genitori che camminiamo insieme per creare una visione diversa dei paesi in via di sviluppo». CARMEN IGLESIAS E L ACCADEMIA La Real Academia de la Historia di Spagna, prestigiosissima istituzione incaricata dello studio della storia politica, religiosa, militare, scientifica, letteraria, artistica e culturale spagnola, per la prima volta nei suoi 278 anni di vita sarà diretta da una donna. Eletta con quasi l ottanta per cento dei voti (23 favorevoli su 30 votanti), infatti, Carmen Iglesias (Madrid, 1942), modernista che insegna Storia delle idee morali e politiche all università Juan Carlos I, sarà per quattro anni, a partire da marzo, a capo dell istituzione. Suor John fa l esempio della casa costruita per Rita, trent anni e tre figlie. Il marito lavora in una fabbrica di riparazioni di elettrodomestici mentre lei tiene la cassa per l officina delle borse di juta. Prima dell intervento di re - s t y l i n g sulla sua dimora, Rita con la sua famiglia viveva in una baracca di fortuna, con un telo di plastica per tetto; durante la stagione delle piogge si trasformava in una pozza invivibile di acqua e fango. Ora abitano in una casa vera, fatta di mattoni e di un solido tetto di tegola. L acqua non penetra più e Maria può sognare all asciutto. Ma ci sono famiglie in condizioni peggiori. Come quella di Riccardo, che non può più lavorare perché per anni ha fatto il facchino o meglio lo scaricatore, un lavoro molto comune da queste parti p ortando enormi pesi sulle spalle e ora si ritrova con le ginocchia distrutte. La moglie lavorava saltuariamente come babysitter e prima di incontrare suor John vivevano in un tugurio di legno, sempre fradicio. «Qui piove metà giorni dell anno» sottolinea la suora. Adesso Riccardo e la famiglia vivono in una casa modesta ma confortevole e in più grazie a un sistema di prestiti agevolati, sempre organizzati dalla congregazione del Buon Pastore, possono coltivare ortaggi nel proprio giardino che soddisfano gran parte del loro fabbisogno alimentare giornaliero. «È un esperienza che cambia la vita quella di abitare in una casa nuova dopo che per anni si è vissuto in un tugurio» commenta suor John che ha inaugurato lei stessa l inizio del progetto innalzando, spatola alla mano, la prima fila di mattoni. «Una volta terminata la costruzione vengono celebrati dei riti locali, riso e cocco vengono sparsi sul terreno come da tradizione. Ma per i cattolici ci sono io che porto l acqua benedetta» mi dice la sorella che però ci tiene ad aggiungere che il progetto non è orientato ai soli nuclei cattolici. Sono curioso di visitare una di queste nuove abitazioni. Fuori piove a dirotto. Saliamo su un furgoncino. Risaliamo un terreno ripido e strettissimo mentre l acqua scorre in pendenza prendendo la consistenza di un piccolo torrente. Alla nostra sinistra compare la bella e nuova abitazione. Entriamo in casa «Una volta terminati i lavori racconta suor John riso e cocco vengono sparsi sul terreno come da tradizione Ai cattolici però io porto l acqua benedetta» e noto immediatamente che dal soffitto pende un piccolo vaso. Mi spiegano che si tratta di un simbolo di prosperità: il vaso è riempito di riso, curry e altre spezie: ogni famiglia ne appende uno simile nel soggiorno. Per questa gente, al limite della povertà assoluta, possedere una casa è sempre stato un lusso, ma che non manchi il cibo è una preoccupazione costante. Non è un caso che le famiglie a cui il progetto housing è dedicato non abbiano mai avuto la proprietà della terra sulla quale hanno risieduto per tanti anni. «Solo ora abbiamo avuto la garanzia dal sindaco che quelle terre non verranno richieste indietro dal comune» mi dice suor John, che aggiunge: «È una grande vittoria. Ora potremo costruire su quei terreni senza la paura che un giorno chi andrà a viverci verrà sfrattato». UN AT T R I C E DIVERSA Il mese scorso è morta a Roma Virna Lisi, attrice molto amata dal pubblico, anche per le sue scelte per nulla scontate. Dopo aver firmato un contratto di sette anni con la Paramount, decise di pagare una penale e lasciare il cinema americano che voleva piegarla a un immagine che non sentiva sua. È stata una di quelle attrici che hanno imparato il mestiere con l esperienza: se è pur vero che all inizio della sua lunga carriera era la straordinaria bellezza a prevalere sul talento, poi nel tempo Virna Lisi ha dato prova di una naturale autorevolezza. Una delle poche italiane a non essere quasi mai doppiata, fin da subito ricoprì ruoli piuttosto importanti, ottenendo diversi premi. Intervistata da Oriana Fallaci nel giugno del 1964, al culmine del suo splendore, alla giornalista che le chiedeva se fosse contenta di essere così bella, rispose: «Attendo con impazienza le rughe, la vecchiaia: la gente mi prenderà più sul serio». Ed è stata di parola: caso assolutamente eccezionale nel mondo dello spettacolo di oggi, infatti, non ha avuto paura degli anni, lasciando che il suo viso raccontasse la sua età. Anche per questo, è morta a 78 anni senza aver smesso di lavorare. E di essere meravigliosa. Il romanzo Il viaggiatore notturno In un momento storico in cui i conflitti endemici tra popoli, religioni ed etnie si stanno nuovamente incarnando nella ripetuta violenza sui corpi delle donne come forma di punizione, umiliazione e sottomissione, a dieci anni dall uscita, ci torna in mente quella misteriosa figura femminile che attraversa il romanzo di Maurizio Maggiani, Il viaggiatore notturno (Feltrinelli, 2005). È «la Perfetta», la ragazza che dal Caucaso si dirige a piedi verso occidente, con una sporta di plastica in mano. Attraversata mezza Europa, arriverà alle porte di Tuzla dove incontrerà in una situazione drammatica il protagonista, specialista di migrazioni animali. Cammina sul ciglio «la Perfetta», donna raminga, violentata e seviziata in quanto femmina straniera, che ha in sé la forza di resistere a ciò che gli uomini le impongono. Ripetendo una frase misteriosa che il protagonista interpreta come un «non mi toccare», simile a quello che Charles de Foucauld scrisse riferendosi alla morte vedendola all orizzonte la donna scandisce il suo «no». In apparenza inutile, nella sostanza così sostanziale. (@GiuliGaleotti) Il saggio Carmina Il genio poetico e musicale di Ildegarda di Bingen, autentica magistra della comunità femminile di Disibodenberg, è pari alla sua speculazione teologica e alla sua intensa esperienza mistica. I 77 componimenti Carmina. Symphonia armonie celestium revelationum (Gabrielli Editore, 2014) sono l eco delle musiche celesti che Ildegarda udì, e del canto stesso degli angeli. La monaca non trattiene per sé il dono ma lo rende tale porgendolo a tutti perché tutti possano percepire l armonia del firmamento, e la stessa Trinità. L amore percorre tutti i canti come un filo che unisce, collega e sospinge a guardare Maria. L armonia diventa la cifra con cui leggere la viva esperienza della monaca che vuole contagiare e unificare Dio e l uomo, il corpo e l anima, la natura e l umanità. Nei carmina si gioca sempre su corde diverse che vibrano e richiamano voci che si congiungono, sollecitando quel fondo di nostalgia che dimora nell animo di ogni persona, commossa nel ricordo e nell anelito del paradiso. La persona inizia a sentirsi affine all angelo e si allieta, perché scopre la via che la conduce verso la Trinità. La densità del pensiero sotteso si esprime nella pienezza del canto, nella sua fluidità: il Verbo che diviene carne si espande con piena fioritura di linguaggio e di slancio musicale, perché l atto d amore divino è grande e dona la vita vera. (cristiana dobner) Il film Marsella Due madri una biologica, Sara, e l altra affidataria, Virginia per Claire, una bimba di nove anni. I problemi di alcol e droga avevano tolto a Sara la figlia quando la piccola aveva solo quattro anni, ma ora disintossicata e con un lavoro stabile il giudice la ritiene di nuovo in grado di prendersi cura della bambina. Per Claire il passaggio dalla vita borghese e benestante con la coppia affidataria al quotidiano un po squinternato di Sara, non è per nulla facile, ma riavvicinarsi alla madre naturale significa l avverarsi di un sogno: le due, infatti, partono alla volta di Marsiglia, dove vive il padre che la piccola non ha mai conosciuto. A sorpresa, il viaggio vedrà, però, anche la partecipazione di Virginia. Non mancano i colpi di scena, e scene di delicata poesia, in Ma rs e l l a, film spagnolo di Belén Macías (2014), che ha al centro la complessa crescita, innanzitutto emotiva, di una bambina. Niente retorica nella pellicola, ma solo adulti capaci anche nella sofferenza di imparare il segreto per essere davvero genitori: porre al centro delle scelte non il proprio ego, ma il futuro dei figli. (@GiuliGaleotti)

10 donne chiesa mondo women church world mujeres iglesia mundo femmes église monde donne Catturasti anche me Marcella, santa del mese, raccontata da Sandra Isetta Le infermiere Quella tripla dose di antibiotico di SI LV I A GUIDI «P ensiamo alle suore che vivono negli ospedali: loro vivono nelle frontiere» ha detto Papa Francesco nell intervista a «La Civiltà Cattolica» nel 2013: «Io sono vivo grazie a una di loro. Quando ho avuto il problema al polmone in ospedale, il medico mi diede penicillina e strectomicina in certe dosi. La suora che stava in corsia le triplicò perché aveva fiuto, sapeva cosa fare perché stava con i malati tutto il giorno. Il medico, che era davvero bravo, viveva nel suo laboratorio, la suora viveva nella frontiera e dialogava con la frontiera tutti i giorni. Addomesticare le frontiere significa limitarsi a parlare da una posizione distante, chiudersi nei laboratori. Sono cose utili ma la riflessione per noi deve sempre partire dall esp erienza». Papa Bergoglio ha riassunto con un aneddoto personale e con la consueta, efficace sintesi quella che per Cecilia Sironi, presidente della Consociazione italiana delle Associazioni infermiere/i è stata e continua a essere la battaglia di una vita: far capire l importanza di un lavoro troppo spesso sottovalutato o addirittura ignorato quando si tratta di prendere decisioni che riguardano i sistemi sanitari nazionali. «L idea di studiare per tanti anni, minimo sei, a cui sommare una specialità medica e di vedere dopo troppo tempo i malati racconta Sironi mi portò a informarmi sulla scuola per infermieri. Negli anni successivi più volte ho pensato a quell inizio, ho avuto tanti momenti in cui mi sono detta: Ma chi te l ha fatto fare? Hai scelto un lavoro faticoso, che chiede davvero tutto, un lavoro che non è né stimato né retribuito adeguatamente». La tentazione di fare marcia indietro c è stata, ammette: «Sinceramente ho pensato diverse volte di lasciare tutto, ma non perché pensassi di aver sbagliato strada. Il motivo è sempre stato l opposto: per un eccesso di passione. Mi domandavo: perché una professione così bella, così importante per la vita degli altri deve portare chi ne è innamorata a non essere messa nelle condizioni di esercitarla come vorrebbe e dovrebbe? Una donna può dare davvero molto come infermiera. E non lo dico per nostalgia romantica, ma perché collaboro alla formazione dal In percentuale, le infermiere sono più brave, anche se, quando si trovano ragazzi tagliati per questa professione, sono davvero estremamente capaci. Proprio per questo grande amore alla professione ho scelto di dedicarmi alla formazione dei futuri infermieri. Sarò soddisfatta quando spero accadrà prima che io vada in pensione la professione dell infermiere sarà vissuta e percepita dalla gente con pari dignità a quella del medico o del fisioterapista». Ma sembra un traguardo ancora lontano. «Raggiunto da tempo in Paesi con problemi igienico sanitari enormi, non ancora in Italia continua Cecilia Sironi gli infermieri possono salvare la vita di intere popolazioni a costi contenuti. In gran parte dei servizi sanitari e assistenziali di tutto il mondo si può fare spesso a meno del medico, ma non dell infermiere, la cui preparazione è ampia, abbraccia tutti gli aspetti clinici e assistenziali, include la famiglia, tiene presente il contesto e considera la persona con tutte le sue componenti, non solo gli aspetti bio-fisiologici». E prosegue: «Ciò che mi colpì iniziando a lavorare in un ospedale londinese nel lontano 1980 fu la presenza di una chiara gerarchia infermieristica. Chi mi fece il colloquio per l assunzione era una capo infermiera (senior nursing officer) dalla quale dipendeva direttamente tutto il personale infermieristico e di assistenza. Il fondamentale assunto che un numero adeguato d infermieri per ciascun malato porta a un concreto risparmio, oltre a una qualità dell assistenza non solo percepita dai malati ma oggettivamente valutabile, è qualcosa di ancora poco noto. Autorevoli enti (si pensi all Institute of Medicine) hanno ben compreso questo e si stanno muovendo di conseguenza, utilizzando i risultati dei numerosi studi, svolti anche in Europa, fra cui quelli di Linda Aiken». E i libri di Jean Watson, che dagli anni Ottanta a oggi restano un classico delle scienze infermieristiche. Un anno fa Cecilia Sironi ha curato la traduzione italiana di Philosophy and Science of Caring (Assistenza infermieristica. Filosofia e scienza del caring, Milano, Casa Editrice Ambrosiana, 2013). «Della Watson p ro s e - gue Sironi mi ha sempre colpito il fatto che sia una donna alla ricerca di senso. Del senso della sua vita, di come viverla in modo profondo e di come aiutare ciascuno ad andare al fondo di quel che vive nell esperienza di sofferenza, malattia e dolore. La sua sincerità l ha portata a condividere il suo cammino personale con altri e a usare quanto appreso personalmente per aiutare altri a guarire. Non proviene da una tradizione cristiana, ma ha fatto, per esempio, il camino di Compostela. Ho visto nella sua elaborazione filosofica, mediata dalla sua grande umanità, un modo per recuperare quei valori che abbiamo perso o stiamo perdendo. Dopo aver gettato via tutto quello che era legato alla Chiesa, all imponente opera di monaci, religiosi e congregazioni femminili dei secoli scorsi, dove un giovane può recuperare le energie per scegliere e rimanere in una professione così faticosa? L a m o re all uomo, alla propria e altrui umanità non può che avere una sorgente». Ecco conclude Cecilia Sironi «penso che Jean Watson possa accompagnare in questo cammino di ricerca tanti infermieri». Della celebre corrispondenza tra Girolamo e Marcella sono conservate importanti lettere del primo all autorevole discepola, talora raccontata come maestra e con insolita soggezione. Qui è immaginato un testo del padre della Chiesa in morte della sua interlocutrice. I o, imbarazzato, evitavo gli sguardi di quelle nobili donne, ma tu ci sapesti così fare opportune importune come dice l apostolo da vincere, con la tua abilità, il mio rite- Una volta mi sentii in dovere di giustificarmi con te se il mio latino era un po arrugginito Io, Girolamo, autore della Vulgata! gno. Sì, proprio io, l altezzoso Girolamo, mi son trovato a mal partito quando ti ho conosciuto, Marcella. Come ricordi, giunsi a Roma nel 382 e venni nella tua sontuosa domus sull Aventino. Qui, tempo addietro, erano stati tuoi ospiti i vescovi di Alessandria, il grande Atanasio e Pietro, rifugiati a Roma per sfuggire la persecuzione dell eresia ariana. Dalla viva voce di questi due vescovi tu hai appreso la vita del beato Antonio, allora ancora in vita, l esistenza dei monasteri di Pacomio nella Tebaide, e la regola delle vergini e delle vedove. Il monachesimo era un fenomeno del tutto nuovo: tu non ti sei vergognata di professarlo perché sapevi che era gradito a Cristo. Quel giorno, ebbi la sorpresa di scoprire come la tua casa fosse trasformata in una sorta di comunità di vergini e vedove, che liberamente seguivano Dio. Avevi dato vita a un circolo di donne, frequentato da alcune nobili romane ma anche da uomini, preti e monaci che si riunivano per leggere e commentare la Bibbia. Tutto mi sarei aspettato, ma non che una donna facesse ruotare intorno a sé una simile cerchia di santità! Alla fine, con il tuo stile intelligente e discreto, catturasti anche me. Mi convinsero la serietà della tua preparazione conoscevi perfettamente il greco e l ebraico e l acume delle tue interpretazioni bibliche. Allora godevo d una certa reputazione come esegeta della Scrittura e tu non venivi mai da me senza interrogarmi su qualche passo scritturistico, mi ponevi sempre nuove questioni, non per il gusto di discutere ma per imparare proprio attraverso le domande. Ho capito in seguito, quando iniziò la nostra corrispondenza dopo che mi trasferii a Betlemme, che il tuo era un modo per stimolarmi, eri tu a insegnare a me. Quando ti ho conosciuto eri vedova da molto tempo. Discendevi dalla insigne famiglia dei Marcelli, ma non voglio ricordarti per il nobile casato, ti ricorderò per doti ben più grandi, per la povertà e l umiltà con cui hai manifestato al mondo il valore della vedovanza cristiana. Eri ancora tanto giovane, di una bellezza fuori dal comune e per giunta di purezza di costumi. Come prevedibile, si fecero avanti pretendenti, che tu rifiutasti. Certo, il tuo era un carattere risoluto. Non riuscivi mai a tacere il tuo disappunto, anche perché ti si leggeva in viso, in quel tuo tenero vezzo di corrugare la fronte. Anche da Betlemme ti immaginavo corrucciata nell atto di scuotere la testa, mentre leggevi le mie polemiche, forse un p o troppo veementi, contro chi mi accusava di avere modificato i vangeli! Ti scrivevo: «Sono certo che mentre leggi queste cose corrughi la fronte in segno di disapprovazione: temi che questa franchezza sia motivo di nuove dispute, è vero? E so che, se fossi qui, mi metteresti le dita sulle labbra per farmi chiudere la bocca e non farmi dire queste cose». Eh sì! Mettevi soggezione, Marcella! Occupato com ero nelle letture delle opere ebraiche, una volta mi sentii in dovere di giustificarmi con te se il mio latino era un po arrugginito, io, che lo conoscevo bene, se ho tradotto la Scrittura! D altronde, dopo la mia partenza da Roma, se sorgeva qualche disputa a proposito di un passo biblico, si ricorreva al tuo giudizio, tanto tu ti eri impadronita, quasi abbeverandoti, di tutto quel sapere che ho potuto accumulare e che ho trasformato quasi in una seconda natura grazie a una incessante meditazione. Hai scelto la castità. Più tardi molte altre hanno imitato il tuo stile di vita. Della tua amicizia ha beneficiato la venerabile Paola e nella tua stanza è stata allevata Eustochio, gemma delle vergini: è facile giudicare le qualità della maestra, quando tali sono le discepole! Praticavi l ascesi, ma con equilibrio, una delle tue doti che più ho amato. Di rado uscivi in pubblico e comunque cercavi di evitare le case delle nobili romane, per non ritrovarti nella vita che avevi disprezzato. Le tue mete preferite erano le basiliche degli apostoli e dei martiri, dove pregavi in segreto, lo so, lontano dalla gente. Avresti voluto donare i tuoi beni ai poveri, che amavi, ma per non scontentare tua madre Albina, lasciasti che fossero trasferiti ai figli di tuo fratello. Eri molto prudente, attenta a quello che i filosofi chiamano tò prépon, ossia la convenienza delle azioni. Ti ho ancora davanti agli occhi: mentre venivi interrogata rispondevi in modo da non presentare una tua opinione come personale, ma come mia o di qualcun altro, per professarti discepola anche mentre insegnavi. Conoscevi bene le parole dell apostolo: «Alle donne non permetto d insegnare», e non volevi dare l impressione di umiliare gli uomini talvolta anche i sacerdoti che t interpellavano su punti oscuri e ambigui. Hai trascorso gli ultimi anni nel tuo podere, alla periferia di Roma, dove vivevi come in un monastero, o in un deserto, con la giovane vergine Principia. Fino a quando il vincitore assetato di sangue ha invaso il tuo palazzo. Non sei crollata di fronte alle aggressioni, non hai tremato. Ti hanno percossa, Marcella, ti hanno fustigata, tu volevi proteggere Principia e il Signore ha esaudito la sua serva, suscitando la pietà nell animo dei barbari. Eravate in salvo, alla basilica dell apostolo Paolo. Dopo pochi mesi ti sei addormentata nel S i g n o re. Francisco de Zurbarán, «Paola con la figlia Eustochio a colloquio con Girolamo» (XVII secolo) Sandra Isetta insegna letteratura cristiana antica all università di Genova. Autrice di molti studi, tra cui Il mito delle origini in La grande meretrice. Un decalogo di luoghi comuni sulla storia della Chiesa (2013), ha curato di recente L eleganza delle donne (2010) di Tertulliano e per «donne chiesa mondo» ha scritto santa Clotilde (giugno 2013).

11 Ben Crowder, «Family art» (2012) di VINCENZO PAGLIA LA CELEBRAZIONE del sinodo sulla famiglia è un opp ortunità straordinaria per approfondire la recezione della rivelazione e arricchire la trasmissione della dottrina. Non potremo farlo, però, con la cura che ci è richiesta, senza porci una domanda di fondo: la nostra comprensione delle trasformazioni culturali avvenute, nel campo della cultura della sessualità e della famiglia è realmente all altezza del discernimento richiesto della sapienza cristiana che la Chiesa può e deve offrire? Molti credenti lamentano di non sentirsi compresi, essi stessi, nelle parole e nei toni della predicazione cristiana. Molti lamentano un difetto di comprensione, e quasi una mancanza di amore, per la comune condizione umana. L immagine evangelica dell insegnamento e l azione del Signore, che pure hanno conosciuto attraverso la Chiesa, appare oscurata. Questa percezione di lontananza va seriamente analizzata, con l intelligenza e l affetto del buon pastore, capace di ascoltare e di comprendere, per farsi ascoltare e seguire l indicazione evangelica. C è bisogno di trovare parole e azioni che portino la verità del vangelo nella condizione umana di questo tempo. Parole e azioni che siano all altezza delle forme effettive della vita e dell esperienza in cui gli uomini e le donne del nostro tempo si trovano a fare le loro scelte, nell ambito degli affetti, dei legami, della famiglia. Lo scarto, infatti, ha qualcosa di paradossale. Nella sua realtà vissuta e condivisa la Chiesa non è certo estranea all esperienza umana più comune. Potremmo anzi dire che la sua prossimità alla condizione familiare degli affetti e dei legami è oggi pressoché unica, fra le istituzioni di riferimento per le comunità umane. Si tratta del resto di una realtà riconosciuta: che appare ancora più diffusamente percepita in questo momento di crisi. È vero però che il linguaggio ecclesiastico corrente appare talora troppo schematico e comunque insufficiente a dare il senso del suo rapporto con la realtà. La Chiesa, in altri termini, sul piano dei fondamentali della vita comune, fa di più e di meglio di quanto le sue stesse parole e formule non sappiano attualmente comunicare. Mettiamo pure in conto le deformazioni dei media e i pregiudizi dell opinione secolarizzata, che non aiutano la trasparenza della recezione. La necessità di sviluppare un intelligenza più ampia della parola di Dio sulla vita dell uomo, però, rimane fuori discussione. Ed è preciso compito nostro non accontentarci della pigra ripetizione di formule teologiche convenzionali e astratte, che incoraggia poi l arbitrio di soluzioni pastorali improvvisate e arbitrarie. L elaborazione della dottrina e della prassi va condotta nel solco della loro limpida armonizzazione. Il k a i ro s attuale stimola a porre deciso rimedio a questo scarto, nella convinzione che nella Chiesa non manchino né la sapienza né la generosità donne chiesa mondo gennaio 2015 necessaria per un nuovo slancio di evangelizzazione e di azione pastorale. La parola del Signore è chiara e ci sostiene: «Per questo, ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche» (Ma t t e o, 13, 52). L urgenza è dunque obiettiva, non ideologica: rispetto alle epoche precedenti, il fatto nuovo è che la famiglia non va più da sé. La cultura del mondo non le è favorevole. Nello stesso tempo, con ogni evidenza, l assetto della condizione familiare appare come il punto di snodo cruciale per gli assetti futuri della stessa società umana. Tralasciando di ripetere gli elementi fondamentali della dottrina cristiana del sacramento, mi fermo solamente a esporre alcuni nuclei di elaborazione della sua originalità antropologica strettamente connessi alla forma cristiana. È ovvio che si tratterà poi di approfondire ed esplicitare tutte le necessarie implicazioni, di fatto molto trascurate, di questo rapporto assolutamente tradizionale, nella dottrina fra l aspetto creaturale del legame e quello cristiano del sacramento. Una certa separazione dei registri in cui la Chiesa stessa ha operato discernimenti e precisazioni (teologia, canonistica, pastorale), chiede di essere, come minimo, organicamente chiarita e ricomposta. In quanto destinatario ed erede dell alleanza creaturale di Dio, il legame coniugale e generativo dell uomo e della donna è confermato nel suo rigore, e riconsegnato nella sua purezza da un esplicita parola del Signore. «L uomo non separi ciò che Dio ha unito» (Matteo, 19, 6 e paralleli). Nella consegna di questa parola ai discepoli, il vincolo dell alleanza coniugale-generativa è per ciò stesso assunto nell economia evangelica-cristologica definitiva dell alleanza creaturale dell uomo e della donna con Dio. La compiuta esplicitazione di questa potenza di purificazione e di riscatto appare nella celebre formula di Efesini, 5, 32, che enfatizza la rilevanza di questo mistero creaturale dell uomo e della donna «per riguardo a Cristo e alla Chiesa». La tradizione apostolica ha pienamente riconosciuto la portata antignostica antropologica e teologica di questo pronunciamento, che apre la strada alla sua interpretazione e attuazione come vero sacramento ecclesiale della grazia, e non come semplice premessa naturale o simbolo esteriore della nuova alleanza. Questo legame, dunque, è sacro fin dalla sua origine creaturale: ed è ciò che Gesù stesso ribadisce autorevolmente. In più, la dottrina della creazione è in grado di illustrare, con tutta la precisione e l ampiezza desiderabili, che la coppia umana dell uomo e della donna è il Un bellissimo azzardo principio di ogni umanesimo della storia e di ogni umanizzazione del mondo. Dunque, il suo riconoscimento e la sua protezione, in ogni popolo e tribù, in ogni nazione e religione, è un compito sacrosanto. La fede cristiana in questa alleanza primordiale (e fondante) deve sentirsi impegnata nella riabilitazione intelligente del suo umanesimo e della sua benedizione. Essa non è ancora il sacramento della testimonianza ecclesiale della fede, ma è certamente una testimonianza essenziale del bene che in quel sacramento è custodito. La storia del mondo, e la storia della sua salvezza, camminano sulle gambe di questa alleanza di Dio con l uomo e la donna. Dove essa è attiva e feconda, l umanesimo cresce e la promessa custodita dalla fede viene sostenuta e onorata. Dove quell alleanza si sfalda, l umanesimo si arresta, e la promessa della fede viene mortificata. La consegna dell amore umano dell uomo e della donna alla fede nel Figlio redentore e nello Spirito dell agape di Dio che rinnova tutte le cose, attesta il carattere irrevocabile dell alleanza creaturale. E la rende capace di irradiare la concreta evidenza della grazia che ci salva: anche quando ci scopriamo deboli e l a u t o re L arcivescovo Vincenzo Paglia (1945) è presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia. Laureato in teologia e in pedagogia, ordinato sacerdote il 15 marzo 1970, nel 2002 è stato nominato dalla Santa Sede presidente della Federazione biblica cattolica internazionale. Primo prete ad aver avuto il permesso di entrare in Albania prima ancora delle prime elezioni libere del marzo 1991, è postulatore della causa di beatificazione dell'arcivescovo di San Salvador Óscar Arnulfo Romero. Il suo libro più recente è «Storia della povertà». vulnerabili, peccatori e incapaci, sopraffatti dalla nostra debolezza e traditi dalla nostra stessa infedeltà. La dottrina rivelata della creazione non è dunque una semplice deduzione razionale, che attiene alla natura umana così come la concepiscono le scienze biologiche o l astrazione filosofica, nella cornice di una pregiudiziale separazione della verità della creazione dall economia della grazia (difetto dal quale, del resto, neppure la teologia è rimasta sempre immune). Una più approfondita teologia del matrimonio, in questa luce, dovrebbe riconoscere più chiaramente che l unione coniugale-generativa dell uomo e della donna entra comunque nella sfera dell originaria benedizione di Dio. In altri termini, questa benedizione creaturale non è in se stessa estranea, né tanto meno alternativa, rispetto alla grazia della (sua) radicale redenzione cristologica e della (sua) compiuta integrazione ecclesiale. La serietà di questa obiettiva approssimazione al sacramento andrebbe forse più coerentemente riconosciuta. Ma al tempo stesso, non dovrebbe neppure essere astrattamente iscritta in una sorta di automatismo giuridico del sacramento. L alleanza creaturale dell uomo e della donna, nella serietà del suo impegno generativo e familiare, non ha motivo di essere cristianamente disprezzata e ripudiata: anche là dove essa rimanga soggettivamente e/o congiunturalmente in una condizione di distanza temporale, o in uno stato di virtuale approssimazione, rispetto alla celebrazione cristiana del sacramento. In tale prospettiva si muove la relazione finale del sinodo straordinario. Si potrebbe dire che Dio non fa eccezione di famiglia: lo Spirito raccoglie i vagiti della creatura e la Chiesa deve essere generosa nel confermare la grazia ricevuta e la salvezza destinata, pur annunciando l app ello alla fede che deve indirizzarla al suo compimento nella riconoscenza e nella testimonianza della fede. La garanzia istituzionale di una seria forma civile, o di una collaudata forma consuetudinaria, dovrebbe poter essere apprezzata come oggettivamente convergente con la bontà del sacramento primordiale consegnato con la creazione (e confermato anche nella condizione decaduta). Oggi poi, nel momento in cui la coppia uomo-donna configura una vera e propria questione antropologica, sembra profilarsi una specifica opportunità di riconoscere e sostenere comunque la bontà della forma coniugale-familiare dell uomo e della donna, quando essa sia orientata secondo il comandamento di Dio. Nel momento in cui l uomo e la donna volessero riscoprire la loro fede personale, e fossero pronti a farlo, la Chiesa ha naturalmente la facoltà e l obbligo di accertarne le condizioni e di sostenerne il compimento. Non c è dubbio che una migliore trasparenza di questa articolazione fra alleanza creaturale e sacramento ecclesiale, sarebbe in grado di dissolvere molti pregiudizi e molti ostacoli che oscurano l appello alla qualità della fede cristiana, che chiama al pieno compimento e alla generosa testimonianza del sacramento ecclesiale. Si deve pur comprendere che la decisione personale e di coppia, circa il grado di coinvolgimento testimoniale-ecclesiale con la fede cristiana, è tema più profondo e più ampio, che non si può risolvere con pochi incontri prematrimoniali, magari stipati di istruzioni sulla regolazione delle nascite e di commenti poetici al Cantico dei cantici. Proviamo ad allargare l orizzonte, dunque. E facciamo qualche esempio. «Il seme di lei ti schiaccerà il capo» (Genesi, 3, 15). Pensiamo però a quale bellezza e a quale forza potrebbe arrivare, nel frattempo, una parola cristiana della fede che rilanciasse il nesso fra l alleanza creaturale di Dio e il mistero del seme, della donna, della generazione, della trasmissione dell umano e del senso del divino che sono iscritti nell universale esperienza dell e s s e re figlio. Questo tema è stato molto esplorato riguardo all eredità del peccato, ma totalmente disatteso riguardo all eredità della salvezza. Incominciando proprio da quel nato «da donna» ridotto alla nascita «nel peccato», invece che predicato come il modo in cui Dio ha deciso di «dare la vita» umana al Figlio che vince il male per «ogni uomo che viene in questo mondo». Se dovessimo svolgere questa implicazione dovremmo incominciare proprio di qui: dalla rivelazione del maltrattato capitolo 3 del libro della Genesi. La grazia e la salvezza passano di lì, dal grembo della donna. Abbiamo una teologia e un antropologia della grazia all altezza di questa rivelazione? Se l avessimo, un grosso e bellissimo capitolo di teologia del matrimonio, dove il nesso della salvezza e del nascere da donna sarebbero centrali, sarebbe a disposizione. Ma a questo punto, non sarebbe più soltanto una teologia del matrimonio: sarebbe anche una cristologia e un ecclesiologia, in cui il grembo della donna tanto per cominciare sarebbe un luogo teologico. E ancora. «Non separare ciò che Dio ha unito». La parola del Signore si riferisce direttamente al vincolo dell uomo e della donna, nel contesto di una discussione sull interpretazione della tradizione a proposito del ripudio. Nondimeno, soprattutto se si tiene conto del contesto della rivelazione genesiaca evocata da Gesù («all inizio»), non sembra affatto improprio estendere e approfondire la pertinenza di questa parola nei confronti dell intera trama dei rapporti implicati nell atto creatore di Dio. Non solo uomo e donna non vanno separati, ma anche differenza sessuale e socializzazione umana, unione familiare e lavoro della vita, governo del mondo e custodia del creato. Dio ha pensato questi elementi nella bellezza della loro unione, e li ha affidati all alleanza dell uomo e della donna. Dove l intima profondità di questi nessi che sono biologici e psichici, come anche spirituali e sociali si perde o viene violata, l intera ricchezza dell atto di «dare la vita», nell armonia delle sue molte componenti, è destinata a vanificarsi nella coscienza collettiva. E come potremo sostenere l intero ordine degli affetti umani, che proprio dalla potenza di questa alleanza generativa trae forme e forze, linguaggi e conoscenza? L unione dell uomo e della donna è una grammatica elementare dell umano, la cui decifrazione è alla portata di tutti. Ma è anche sintassi complessa, piena di incanti e di enigmi che ci superano, e che vanno esplorati e riconosciuti con delicatezza e rispetto. Il richiamo al rigore dell impianto personalistico, che chiede unicità e fedeltà del rapporto, insieme con la sua irrevocabilità di evento che cambia la vita per sempre, ha impressionato gli stessi discepoli di Gesù. «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra» (Genesi, 1, 28). L alleanza coniugale e generativa fisica e spirituale andrà restituita alla sua alta vo cazione, non surrogabile da nessun altra alleanza d amore, della quale una nuova cultura dovrà sviluppare la potenza e la Henry Moore, «Family Group» (1949) fecondità. La nostra infatti è diventata sterile, non per caso, sui due fronti del legame sociale: quello generativo e quello simbolico. La complicità di uomo e donna è discriminante per la riuscita dell intera storia del legame umano con il mondo creato: la signoria delle cose, lo sviluppo del sapere, la cultura del lavoro, l istituzione della giustizia, la riparazione della terra, l armonia dell habitat, dipendono dalla loro complicità. L uomo viene a sapere troppo poco dell umano, senza la donna. E la donna viene a sapere troppo poco dell umano, senza l uomo. Il mistero dell umano si trasmette solo nell alleanza dei due. È in questo orizzonte che si gioca la nuova vocazione e missione della famiglia, oggi: sia nella Chiesa, sia nel mondo. Come la fede, il sacramento non è cosa che si possa imporre. Il comandamento divino dell amore, infatti, è altra cosa: è l autorizzazione di un azzardo, del quale nessuno si sentirebbe all altezza, confidando solo nelle sue forze. La grazia del sacramento non è una benedizione ornamentale, è una forza efficace. L uomo e la donna che si dispongono ad accogliere la sfida di una durevole alleanza coniugale e familiare sono perciò degni di ogni ammirazione e di ogni onore. La stessa Chiesa, come del resto l intera comunità civile, dovranno restituire molto di più, per quello che ogni giorno, da sempre, ne ricevono.

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