VIII Congresso giuridico forense per l aggiornamento professionale promosso dal Consiglio Nazionale Forense Roma,

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1 VIII Congresso giuridico forense per l aggiornamento professionale promosso dal Consiglio Nazionale Forense Roma, Tavola rotonda sulle specializzazioni entro la sessione Deontologia e Riforma Forense Intervento dall avv. Fabio Rusconi per AGI Volendo parlare di specializzazione non si può fare a meno di collocare e valutare l odierno punto di approdo normativo nella storia e nel contesto dell evoluzione della professione legale, in rapporto ad altri importanti fattori di sviluppo e di sensibilità sociale che sono maturati in questi ultimi anni. Credo infatti che TUTTI i valori che hanno determinato i molti mutamenti subiti dalle professioni e non alludo solo alle discipline, ma anche alla percezione del relativo ruolo nella società - concorrano necessariamente a disegnare un quadro unitario e inscindibile, solo cogliendo il quale si comprende il senso vero della tessera che, del mosaico risultante, è costituita, o può essere costituita, dalla specializzazione. Anticipo che vedo nella specializzazione una delle sfide per le professioni circa un nuovo modo con cui porsi nel rapporto con la società, ancor prima che con il cliente. L Ordinamento professionale riposa per circa 80 anni sul RDL 1578/1933, che, tra l altro, all art. 91 escludeva espressamente che alla professione di avvocato si applicassero le norme che disciplinano la qualifica di specialista nei vari rami di esercizio professionale. Il regime del rapporto economico tra avvocato e cliente è disciplinato dalle note tariffe inderogabili (art. 24 L. 794/1942) e basato sulla tutela del decoro della professione (art cc). 1

2 Ne risulta un assetto assai chiuso ed autoreferenziale, un professionista poco o nulla sensibile al mercato e che si rapporta al cittadino / utente attraverso norme deontologiche, peraltro di matrice domestica, e senza possibilità, ma neanche bisogno effettivo, di svolgere pubblicità, infatti sostanzialmente ostracizzata dai canoni deontologici. Certo, il nucleo alto di valori per i quali ha ragion d essere l avvocatura come la professione medica, seguita a vivere ben a prescindere da quelle tematiche, ma il rapporto virtuoso tra società e professionista scricchiola, alla prova di esigenze nuove che veicolano la dialettica essenziale tra le parti; il cittadino, in particolare legge con diffidenza le chiusure o i difetti comunicativi, specie se provenienti da gruppi che vengono ben presto definiti caste o corporazioni. E così che verso la metà del decennio 2000 irrompe con prepotenza anche nel settore delle professioni e cogliendoci poco preparati - il tema della concorrenza, che si pone come valore virtuoso per la società. - Il TFUE, all art. 57, definisce le libere professioni come servizi e le inquadra entro la più ampia tematica della concorrenza ; - il primo decreto Bersani (DL 223/2006 conv in L. 248/2006: art. 2), proprio in nome del principio comunitario di libera concorrenza e per assicurare agli utenti un effettiva facoltà di scelta delle prestazioni offerte sul mercato, interviene abrogando le tariffe fisse o minime e i divieti di svolgere pubblicità informativa circa i titoli e le specializzazioni professionali, le caratteristiche del servizio offerto, nonché il prezzo delle prestazioni secondo criteri di trasparenza e veridicità del messaggio - Interviene poi il DL n. 138, conv. In L. 148/2011 (1 decreto sviluppo) che, al titolo II - Liberalizzazioni, privatizzazioni ed altre misure per favorire lo sviluppo prevede, nell art. 3, varie cose importanti: 2

3 Art. 3 Abrogazione delle indebite restrizioni all'accesso e all'esercizio delle professioni e delle attività economiche l'iniziativa e l'attività economica privata sono libere ed è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge e ciò costituisce principio fondamentale per lo sviluppo economico e attua la piena tutela della concorrenza tra le imprese. Ed ancora: gli ordinamenti professionali devono garantire che l'esercizio dell'attività risponda senza eccezioni ai principi di libera concorrenza alla differenziazione e pluralità di offerta che garantisca l'effettiva possibilità di scelta degli utenti nell'ambito della più ampia informazione relativamente ai servizi offerti. E detta poi principi delega, che vorrebbe addirittura attuabili con normativa secondaria, tra cui: g) la pubblicità informativa, con ogni mezzo, avente ad oggetto l'attività professionale, le specializzazioni ed i titoli professionali posseduti, la struttura dello studio ed i compensi delle prestazioni, è libera. Le informazioni devono essere trasparenti, veritiere, corrette e non devono essere equivoche, ingannevoli, denigratorie Come è noto, la norma forza i tempi, prevedendo un abrogazione a data di tutte le norme ordinamentali in contrasto. - Interviene poi il DL n. 1 (Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività. ) conv. in L. 27/2012 che abroga le tariffe delle professioni regolamentate nel sistema ordinistico e autorizza, nei limitati casi che conosciamo, i parametri.. 3

4 - Ma non è fuor di luogo riferire del parere dell Antitrust che, entro l iter parlamentare della nostra legge professionale, l Antitrust rende dando il suo punto di vista su tre profili che ci interessano da vicino: o Il Titolo di specialista, che ritiene uno strumento utile per la scelta del servizio professionale da parte dell utente, ma a patto che sia correlato all effettiva esperienza professionale del professionista nel campo specifico e non fondato su soli corsi di specializzazione. Questi secondo l Antitrust sarebbero stati congrui solo come aggiunta facoltativa all esperienza sul campo; da rilevare attraverso parametri seri e pubblici; o La Pubblicità, vista come un importante leva concorrenziale, dovrebbe per l Antitrust essere libera e svincolata da filtri quali la qualificazione come informazioni sull esercizio della professione o Circa i compensi la riforma è criticata perché reintroduce, sostanzialmente, il sistema tariffario. * La legge 247/2012 a mio parere trova un buon punto di equilibrio tra le spinte e i valori che ho descritto, tutelando il nucleo che ho definito alto che connota la nostra professione, cui riconosce il ruolo essenziale nella società; ma anche resistendo alla parte più dirompente e secondo me sbagliata, che si stava affermando nel nome malinteso dell Europa, per cui concorrenza e pubblicità, senza limiti e regole ulteriori a quelle della domanda, dell offerta e del libero mercato, sarebbero di per sé valori di crescita sociale ed economica. Nella legge resta, secondo me, la forte tensione tra mercato e professione ; invero, filtrata nel quadro di valori ordinato dalla legge ed agganciato al rilievo costituzionale della difesa, mi pare più appropriato 4

5 definire quella tensione positiva, vigente tra società e ruolo dell avvocato. Ma la qualifica di specialista, entro il disegno, è proprio un elemento di nitidezza capace di orientare la scelta e, prima ancora, l esigenza del cittadino di avere assistenza in settori specifici e ad alta specializzazione. La società complessa che abbiamo creato, ricca di regole di base, ma anche assai specifiche e di riti processuali forgiati ad hoc per tutelare diritti articolati e tecnicamente ritagliati, ha bisogno di un avvocato non chiuso nel suo ordinamento autoreferenziale, ma di un professionista che, sia nella sua declinazione indefettibile di generalista (o avvocato di base, che ha irrinunziabili ragioni d essere), sia nella declinazione dello specialista di settore, sia capace di rendere al cittadino al mercato se si preferisce la parola servizi di qualità, che saranno offerti con regole trasparenti, corrette forme di pubblicità e saranno sempre più nitidamente valutati dall utente. Nello tsunami normativo indistinto, che faceva di ogni professione un fascio, che ormai aveva investito le professioni e la nostra, credo che non potessimo fare a meno della legge. Ma ora che l abbiamo dobbiamo esser fermi nel limitare talune criticità che potrebbero menomarne il valore. Mi limito, ovviamente al tema della specializzazione. Alludo, in particolare alla possibilità, secondo me giustamente criticata dall Antistrust, che lo specialista sia non già proprio colui che EFFETTIVAMENTE abbia una rilevante esperienza professionale specifica, nel settore specialistico, quanto anche chi abbia SOLO una formazione di tipo scolastico, sia pur post universitario e successiva ad un inizio di professione in ambito generico. 5

6 Credo che, proprio per dare il corretto senso al titolo specialistico, come valore di qualità e di orientamento per le esigenze del cittadino e lo dico anche pensando al rovescio della medaglia, per cui è giusto e fa parte del corretto rapporto tra me e l utenza che si comprenda che non sono competente in materia locativa, penale o familiare perché sono un giuslavorista proprio perciò, dicevo, occorre che il Regolamento in gestazione ex art. 9 LP affidi il percorso formativo, che costituisce uno dei due canali di accesso al titolo, alla collaborazione tra Università e Scuole di Alta Formazione, ormai da molti anni affermate e sperimentate, gestite dalle associazioni specialistiche, prevedendo l essenzialità dell apporto di esperienza sul campo degli avvocati. Le associazioni specialistiche attuali, consolidate da una storia consistente, costituiscono Koinè di coloro che si riconoscono a vicenda come specialisti effettivi e sarebbe assurdo che il giudizio sul titolo venisse dato a prescindere dal patrimonio che già le associazioni custodiscono. In questo ambito, anche per interpretare rettamente l art. 9 della L. 247/2012, mi pare da valorizzare l art. 29, co. 1, lett. e) della legge stessa, che affida al CNF la promozione dell organizzazione dei corsi per l acquisizione del titolo di specialista all intesa con le associazioni specialistiche riconosciute come maggiormente rappresentative. E infatti solo a seguito e per effetto di tale iniziativa che il Regolamento ministeriale stabilirà (solo) le modalità di svolgimento dei corsi, che si dovranno tenere in rapporto ( presso ) i dipartimenti competenti delle Università, attraverso vari tipi di convenzione e senza possibilità di aggravio di spesa per le Università stesse. Il CNF, in sostanza, deve prendere quanto prima l iniziativa che spetta solo a lui e cercare l intesa basilare con le nostre associazioni; poi 6

7 seguiranno le altre convenzioni ed i passaggi successivi, fino al Regolamento sulle modalità operative. Del resto, non riuscirei a ritenere un buon risultato se invece il percorso formativo fosse semplicemente alternativo alla comprovata esperienza nel settore di specializzazione, gestito dall Accademia in modo avulso dall esperienza effettiva e tale, così, da creare degli specialisti di pura etichetta o di sola competenza teorica. Insomma: dei bravi post studenti. Per fare un esempio: lo specialista in settori della medicina non può prescindere dalla clinica e, se può accedere al titolo anche con un percorso formativo, deve averlo fatto con forte impronta clinica. Altrimenti il cittadino deve sapere che gli si offre, dietro l etichetta dello specialista, un erudito teorico che può non aver mai visto un caso clinico. Credo anche che il Regolamento debba dare un altra prova essenziale di effettività, ovvero prevedere obblighi di formazione continua nel settore specialistico anche per chi abbia già conseguito il titolo e poi verifiche periodiche dell effettività professionale e della svolgimento della formazione nel settore. Al riguardo, occorre valorizzare ed estendere anche alla specializzazione gli artt. 11 e 21 della L. 247/2012, per evitare l assurdo di una specializzazione che, una volta conseguita, diventi un etichetta che prescinde dall effettività e dall aggiornamento, che anzi deve essere disciplinato nel rispetto della prevalenza formativa sul settore di specialità. Ecco, questi passaggi, ancora da mettere a punto, ma essenziali, possono costituire il tratto finale che coniughi alle esigenze della moderna società l avvocato specialista, come un soggetto competente, esperto, che si propone al mercato con un affidabilità assicurata da norme pubbliche e organismi credibili, che spenda una pubblicità informativa capace di dare tutte le notizie che sono utili e niente di banalmente fuorviante. 7

8 Credo anche che questo impegno di realtà e di valore ricucia alcune fratture che vi sono indubbiamente state in questi anni di furore di mercato e concorrenza, ma anche di spinte alla chiusura che avrebbero portato, se condivise dalla categoria tutta e non fossero state isolate, alla percezione di un atteggiamento corporativo inaccettabile. Anche dalla via della specializzazione possiamo così contribuire al rapporto costruttivo ed essenziale che deve esserci tra professione e società. 8

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