spesso per motivi politici o economici la scelta risulta più limitata o estesa rispetto al bisogno riscontrato. Il successo della formazione

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1 INTRODUZIONE Con il termine formazione si intende quella leva della gestione delle Risorse Umane definibile come l insieme dei criteri che regolano i processi dello sviluppo e l adeguamento delle competenze professionali e manageriali degli operatori aziendali e dei loro comportamenti, garantendo e accrescendo la necessaria coerenza tra il modello di management e le esigenze impresse dall ambiente/mercato di riferimento 1. La formazione consiste nei processi di promozione e di aggiornamento ma anche in quelli di trasformazione e di sviluppo dei vari ambiti di sapere professionale e organizzativo. Questi processi coinvolgono diverse categorie di attori: i committenti, ai quali è riferibile l iniziativa formativa; i formatori, responsabili di organizzare gli eventi formativi; i clienti/utenti, che di questi interventi sono i destinatari. La formazione sta acquistando sempre più valore a livello strategico e gestionale, alla luce di repentini e continui cambiamenti ambientali che stravolgono i sistemi organizzativi. L impatto di tali cambiamenti, infatti, diviene sempre più critico soprattutto per quanto riguarda le persone che sono i veri protagonisti dei processi di cambiamento. L insieme di tali cambiamenti comporta modificazioni per quasi tutte le attività chiave dell organizzazione, soprattutto per la gestione e lo sviluppo delle Risorse Umane, e richiede sempre di più il bisogno di nuovi strumenti, di nuove metodologie di sviluppo e di gestione. Il termine formazione rappresenta un grande contenitore nel quale è possibile riversare attività e situazioni profondamente diverse 2. Etimologicamente il formatore è chi si interessa alle forme viventi per deformarle, riformarle, trasformarle e trovandosi di fronte ad una forma inadeguata (di conoscenze, tecniche, atteggiamenti) si assume il compito di sostituire a questa forma differente una buona forma, ideale 3. Nel processo di formazione le persone coinvolte sono principalmente raggruppabili in due categorie: i partecipanti e gli operatori della formazione. Per quanto riguarda la prima categoria si può affermare che l intervento formativo è tanto più efficace quanto minore è il numero dei partecipanti; tuttavia, per ovvie ragioni di economicità, il numero medio è di circa quindici persone. L individuazione dei criteri per la scelta dei destinatari non è semplice e immediata; infatti, tale scelta dovrebbe dipendere dall analisi dei bisogni e dagli specifici obiettivi dell iniziativa, ma 1 Paneforte S., La gestione delle persone nell impresa, CEDAM, Padova, Avvallone F., Evoluzione e prospettive della formazione nei contesti organizzativi, in Quaderni di Psicologia del Lavoro, ed. Psicologia, Francesconi R., Il mestiere del docente, in Job Training,

2 spesso per motivi politici o economici la scelta risulta più limitata o estesa rispetto al bisogno riscontrato. Il successo della formazione ovviamente dipende molto dalla disponibilità di uno staff di docenza che possieda oltre alle conoscenze teoriche anche una buona padronanza della struttura e della cultura aziendale. Solitamente questo staff è composto dal docente aziendale e dal docente esterno, il primo portatore della cultura aziendale, l altro portatore di una cultura di impresa in generale. E necessario individuare il giusto mix di docenza interna ed esterna al fine di permettere ai partecipanti di acquisire tutte le conoscenze oggetto della formazione. E evidente, quindi, che il team di docenza debba essere composto da una qualificata risorsa interna, con capacità didattiche e con adeguata esperienza operativa, e da una risorsa specialistica fornita di conoscenze che assicurano un legame tra il docente esterno e i partecipanti. Una volta fissati gli obiettivi, e quindi il perché si è deciso di effettuare la formazione e cosa si vuole ottenere, individuati i partecipanti e i vari operatori della formazione, si passa alla fase della progettazione dove si definisce cosa trattare in aula, in che modo farlo, quando e dove realizzare l interevento ed infine valutare e calcolare non solo i costi dell operazione, ma anche i ricavi. 2

3 CAPITOLO 1 I metodi didattici e le modalità di realizzazione Per massimizzare l efficacia dell interevento formativo si può operare sia con metodi didattici di tipo attivo sia di tipo espositivo. I primi sono basati su interazione, comunicazione, sperimentazione e simulazione, e prevedono il coinvolgimento dei partecipanti al fine di apportare modifiche di comportamento e di atteggiamento; i secondi, invece, si basano su una trasmissione di contenuti da apprendere che partono dal docente fino ad arrivare ai soggetti facenti parte dell apprendimento Tecniche espositive Il più tradizionale modello di formazione è la lezione, dove il docente dialoga con i partecipanti o dedica una buona parte del tempo al dibattito; in questo modo si avranno discussioni che potrebbero far emergere eventuali problematiche, andando a facilitare l apprendimento. L obiettivo della lezione è quello di informare o istruire. Questo modello presenta sia vantaggi che svantaggi; per quanto riguarda i primi: vantaggi di essere diretti; maggiore ordine; maggior controllo del formatore; tempificabile. Per quanto riguarda gli svantaggi: la lezione può essere noiosa e troppo teorica; la lezione può non stimolare la partecipazione degli utenti; la lezione esige accurata preparazione; è necessaria la capacità di parlare in pubblico. Un altro metodo utilizzato è il metodo dei casi dove vengono esaminati racconti di situazioni, problematiche inventate o accadute effettivamente in una certa realtà organizzativa, con soluzioni definite o aperte, e che spetta ai partecipanti trovare; il docente invita i vari partecipanti a discutere gli argomenti in base alle loro conoscenze ed esperienze, cercando di mettere in luce gli aspetti principali della trattazione e di arrivare a determinate conclusioni. 3

4 Nasce quindi un dibattito con uno scambio di opinioni e pareri che è lo strumento attraverso cui avviene il processo di formazione. L obiettivo del metodo è quello di mettere il partecipante a contatto con differenti idee; infatti in qualunque discussione di gruppo una persona finisce per valutare e conoscere idee e opinioni diverse dalle proprie. Le principali caratteristiche del metodo sono: il caso: il materiale sottoposto ai partecipanti; tale materiale deve essere interessante al fine di coinvolgere i partecipanti e deve possedere problematiche aperte in modo tale da poter effettuare discussioni; l esistenza di un gruppo: con questo metodo la formazione avviene sempre all interno di un gruppo, infatti si impara molto di più difendendo le proprie idee davanti ad altre persone; la dimensione del gruppo: è importante tenere conto del numero dei partecipanti: un numero troppo piccolo diminuisce l ampiezza dell esperienza del gruppo e di conseguenza la probabilità che siano trattati tutti i punti di vista; con un numero troppo elevato si ha il rischio che la discussione diventi pesante e difficile da portare avanti. Si ritiene che il numero ottimale oscilli tra i dieci e i venti partecipanti; la composizione del gruppo: può essere omogenea o eterogenea; essa servirà, se opportunamente studiata, ad una più produttiva riuscita del lavoro. E opportuno evitare che fra i partecipanti sia presente una persona che si trovi in una posizione di rilievo rispetto alle altre. presenza di un direttore di discussione: esso dovrà trarre conclusioni e opinioni della discussione. Una variante del metodo dei casi è l incident; gli incidents sono fatti o episodi realmente accaduti ai vari partecipanti, da ricostruire e analizzare come casi. L incident è costituito da cinque fasi: studio dell incident: così come avviene per il metodo dei casi, si fornisce ai partecipanti la descrizione scritta di un incident; costruzione dei fatti: il materiale fornito ai partecipanti presenta alcune mancanze che essi dovranno cercare di individuare attraverso domande effettuate al moderatore e che lui dovrà fornire; 4

5 fare il punto del problema: una volta individuato il problema e i suoi principali aspetti un membro del gruppo dovrà riassumerli al fine di prendere le relative decisioni; stabilire la decisione da prendere: è una fase piuttosto complessa nella quale i partecipanti devono formulare le proprie decisioni per iscritto; cercare di apprendere dal caso nel suo insieme: il gruppo rifletterà sui fatti accaduti e cercherà di trovare le conseguenze più consone. Nell incident un problema importante è quello delle informazioni e dei dati che il moderatore possiede e di cui il gruppo necessita; le informazioni devono essere date senza parole inutili e senza dare valutazioni, devono essere date man mano che vengono chieste. È importante che il gruppo non riceva le informazioni senza alcuno sforzo e gratuitamente. Altre varianti del metodo dei casi sono: il case history, i casi dei decisione, i casi di identificazione dei problemi, gli autocasi. Esistono, inoltre, altre tecniche didattiche espositive oltre quelle già citate, lezione e metodo dei casi, ovvero lo studio individuale e il seminario Tecniche attive Le tecniche didattiche attive utilizzate si suddividono in varie categorie: tecniche di discussione, tecniche progettuali, tecniche di simulazione, tecniche di affiancamento Tecniche di discussione Le tecniche di discussione sono: il brainstorming, la discussione guidata, i training groups. Il brainstorming è una tecnica di creatività di gruppo per far emergere idee volte alla risoluzione di un problema. Il risultato principale di una sessione di brainstorming può essere una completa soluzione del problema, una lista di idee per un approccio a una soluzione successiva, o una lista di idee che si trasformano nella stesura di un programma di lavoro per trovare in seguito una soluzione. I protagonisti coinvolti nella discussione sono un tutor-moderatore e gli allievi/partecipanti. Tale tecnica si basa sulla discussione libera su un dato tema e la sua finalità è quella di aumentare la capacità di esprimere e di confrontare le opinioni. Il brainstorming è una tecnica molto comune e popolare usata in un gran numero di impostazioni aziendali. 5

6 La discussione guidata va condotta con un gruppo ristretto di persone, circa quindici, per permettere a tutti una partecipazione attiva. Il formatore ha il compito di stimolare e coordinare la discussione ed, eventualmente, di chiarire i vari dubbi e i conflitti che possono sorgere all interno del gruppo. I partecipanti discutono il problema sollevato dal docente e nelle fasi successive cercano di arrivare ad una soluzione. Il formatore deve produrre e promuovere lo sviluppo delle idee e regolare, coordinare e strutturare la discussione. I modi di conduzione che egli può adoperare sono: direttiva: si concentra sui fenomeni operativi e interviene per facilitare la produttività del gruppo (leadership centrata sul compito da realizzare); non direttiva: si preoccupa delle relazioni e integrazioni del gruppo (leadership centrata sulle persone); cooperativa: collabora al lavoro comune come un membro del gruppo e svolge una leadership (direttiva o non direttiva). Il modo di conduzione è scelto anche in funzione dell obiettivo da perseguire. Un altro metodo di formazione sono i T-groups. La prima fase di tale metodo consiste nella composizione dei gruppi, solitamente formati da quindici membri al massimo. Il gruppo deve essere autogestito, cioè deve sviluppare autonomamente le attività che ritiene più opportune in base ai problemi assegnati. I partecipanti sono invitati a immergersi personalmente nella situazione, vivere e simultaneamente analizzare ciò che avviene nel gruppo, nel cosiddetto "qui ed ora". E prevista le presenza di un trainer che abbia un ruolo di coordinazione e di portavoce del gruppo, di stimolo e di interpretazione, ma in nessun caso pedagogico: non è suo compito dire al gruppo ciò che deve o non deve fare. Le ricerche hanno dimostrato che la partecipazione ad uno o più T-group è indispensabile per chi voglia aumentare le proprie skills personali di osservazione, comunicazione, leadership e lavoro di gruppo/équipe/team. In particolare il T-group dovrebbe essere una tappa obbligata per ogni tipo di operatore che lavora con le risorse umane. Per la conduzione di gruppi di lavoro o di apprendimento o per il comando di gruppi, specie se temporanei, o task forces, il T-group mostra una grande utilità. 6

7 Tecniche progettuali Con le tecniche progettuali si cerca di trasformare il gruppo di discussione in un gruppo di lavoro. Esse si dividono in metodo per progetti e action learning. Il metodo per progetti si caratterizza per la reale partecipazione dei formandi ad un team di progetto. Il gruppo viene creato dal committente formativo; il formatore assumerà il solo ruolo di project manager in quanto non potrà scegliere autonomamente la squadra di progetto. Si possono individuare quattro fasi di realizzazione del progetto: il concepimento dell attività progettuale, la definizione ed articolazione del piano di lavoro, la concretizzazione operativa e la chiusura. Un aspetto importante è l esistenza di un tutor-committente che è incaricato di effettuare osservazioni e rilievi sullo stato di avanzamento dei lavori, il quale differisce dal tutor-project manager, e con il quale tutto il gruppo dovrà relazionarsi. Il risultato dell intervento formativo è in questo caso il prodotto progettato e realizzato che dovrà essere conforme alle esigenze dell azienda e dei suoi clienti. Anche l action learning è fondato sulla partecipazione dei formandi ad esperienze concrete. Lo scopo dell action learning è sostanzialmente quello di dar vita ad un complesso programma di cambiamento gestionale e organizzativo. Uno degli aspetti positivi dell action learning è lo sviluppo di una sensibilità al cambiamento da parte dei soggetti coinvolti. Il coinvolgimento operativo-emotivo dei soggetti partecipanti all action learning può essere distinto in tre livelli di apprendimento esperienziale: un livello dipendente dal fatto che gli individui operano in team e ciascuno sviluppa le proprie conoscenze tecniche per affiancamento, ovvero in virtù dell attività che svolge insieme a individui che possiedono competenze diverse dalle proprie (learning by doing); un livello determinato dalla situazione operativa in cui si svolge il programma di cambiamento, il quale induce i soggetti che vi partecipano ad utilizzare le proprie conoscenze, al fine di risolvere problemi inattesi (learning by contingency); un livello risultante dal carattere che per i vari membri assume la partecipazione al programma di cambiamento che costituisce un occasione unica, eccezionale e non ripetibile di operare con individui di elevato livello professionale svolgendo un progetto che rompe con le logiche precedenti, introducendo consistenti elementi di novità (learning by unique experience). 7

8 Tecniche di simulazione Le tecniche di simulazione differiscono dalle tecniche di discussione (caso e incident) soprattutto per ciò che riguarda l elemento tempo: mentre nel caso o nell incident la discussione trae avvio da avvenimenti accaduti, qui il lavoro di gruppo si sofferma su tematiche che gli stessi partecipanti sono chiamati a sviluppare. Inoltre la simulazione permette di coinvolgere direttamente gli addestrandi, assegnando loro particolari ruoli e stimolandoli a partecipare attivamente in prima persona. Le tecniche di simulazione sono: role playing, in basket, business game. Il role playing è sostanzialmente una rappresentazione scenica che sfrutta il rapporto inter-personale fornito da un comportamento reale in una situazione immaginaria. La tecnica si svolge secondo alcune fasi: 1. Il direttore di discussione introduce il problema con pochi cenni di carattere generale; 2. I partecipanti interpretano la parte loro assegnata ( venditore e cliente, capo e dipendente,...) sull indicazione di materiale loro fornito e atto a descrivere ruoli e il contesto nel quale il problema va inquadrato; 3. Finita l interpretazione delle parti, avviene una discussine generale con la partecipazione di tutto il gruppo. Tale tecnica presenta molte similitudini con la tecnica del caso, ma il materiale da discutere viene qui rappresentato attraverso l azione anziché la descrizione; nel role playing si agisce sulla base di sole indicazioni, senza avere un copione o aver imparato una parte, potendo sempre disporre di una notevole dose di improvvisazione e di spontaneità. In base a tale aspetto possiamo distingure due tipi di role playing: strutturati e non strutturati. Nei primi esistono regole predefinite circa i ruoli, i contenuti e lo svolgimento delle discussioni; in quelli non strutturati tutto si basa sulla spontaneità, sull osservazione e sul feed-back. Al fine di rendere più fruttuoso il role playing si possono usare numerose tecniche, tra le quali: inversione di ruoli: essa consiste nella pura e semplice inversione delle parti fra gli attori; ciò aiuta a comprendere i punti di vista altrui e a conferire maggior flessibilità ai partecipanti; soliloquio: si ha quando il direttore di discussione può interrompere uno degli attori ed attraverso un intervista spingerlo ad esprimere ad alta voce pensieri ed impressioni sino allora non emersi; tecnica dello specchio: uno dei partecipanti interpreta la parte di un altro membro del gruppo particolarmente esitante a svolgere il suo ruolo; la persona di cui si vuole 8

9 incoraggiare la partecipazione vede cosi se stesso riflesso come in uno specchio e ritrae un utile feed-back del suo comportamento, role playing multiplo: il gruppo viene suddiviso in una serie di sotto gruppi ciascuno dei quali sperimenta separatamente i ruoli assegnati; successivamente viene analizzato il comportamento di ogni sottogruppo; rotazione dei ruoli: esso è particolarmente utile quando si vuole sottoporre tutti i partecipanti ad un determinato ruolo, uno dopo l altro. Condizione indispensabile è quella di sollevare problematiche e conflitti tali da suscitare discussioni e porre alternative di comportamenti. Il role playing presenta sia vantaggi che svantaggi. I vantaggi sono: la tecnica tende al miglioramento dei rapporti interpersonali; la tecnica tende ai partecipanti a comprendere e valutare i sentimenti altrui; la tecnica permette di addestrarsi al controllo delle proprie emozioni; il role playing aiuta i partecipanti a percepire il proprio comportamento in maniera più realistica e può, quindi aiutare ad individuare i propri difetti; il role playing prevede che il processo di apprendimento si sviluppi su più vie: partecipazione attiva ai ruoli imposti e osservazione dei ruoli e discussione finale. I principali svantaggi sono: la rappresentazione può diventare più importante del tema; persone di modesto livello culturale hanno notevoli difficoltà ad astrarsi dai propri ruoli abituali; il metodo è difficile da controllare e in particolar modo il role playing non strutturato richiede un moderatore particolarmente addestrato e capace. Un altra tecnica di simulazione è l in-basket; con tale tecnica si pongono di fronte ai vari partecipanti documenti che si possono trovare normalmente nella corrispondenza in arrivo. Lo scopo dell in-basket è di addestrare i partecipanti alla delega di autorità attraverso un esame delle decisioni. L in-basket si articola in una serie di fasi: 1. viene attribuita ai partecipanti una cartella contenente alcuni documenti (lettere, memorandum, relazioni) in merito ai quali deve essere presa una rapida decisione; 9

10 2. ogni partecipante ha a sua disposizione un periodo di tempo limitato, circa 30/45 minuti, durante il quale deve svolgere il suo lavoro, potendo disporre di scarso aiuto dall esterno; 3. al termine vengono raccolte le cartelle con le decisioni individuali; 4. il direttore di discussione provvede a questo punto a raggruppare le varie risposte classificandole secondo questi tipi di decisione: a) ha delegato b) non ha delegato c) ha delegato con riserva d) ha rimandato la decisione 5. il moderatore illustra e riporta graficamente su una lavagna la tabulazione effettuata e chiede al gruppo come è possibile giustificare un certo tipo di decisione piuttosto che un altra; inizia quindi la fase di discussione generale. Anche nel business game, come nel role playing e nell in-basket, i partecipanti devono impersonificare un ruolo a fini addestrativi. Esistono diverse versioni della tecnica e alcune molto elaborate, ma lo schema tipo prevede che: 1. il corso inizia con una introduzione a cura del direttore del game, il quale deve descrivere ai partecipanti il tipo di azienda in cui dovranno operare, i tipi di prodotti da fornire al mercato e ogni altro dato di base; 2. il gruppo, composto da 40/50 partecipanti, viene suddiviso in sotto gruppi formati da circa 7/8 persone. Ciascun gruppo costituisce una società a se stante, che può anche essere in concorrenza col le altre. Ogni azienda deve puntare a realizzare il massimo utile, diminuendo i proprio costi e mantenendo un volume sufficiente di scorte per venire in contro alle richieste del mercato. Ciascuna azienda deve fornire quattro tipi di prodotti che devono essere diversi l uno dall altro: il primo ad alto volume di vendite e a bassi costi; il secondo deve essere una specialità che deve avere una richiesta di mercato piuttosto costante; il terzo un prodotto a domanda stabile; il quarto una specialità con un mercato notevolmente instabile; 3. questi gruppi-società si dovranno isolare e dovranno prendere decisioni che alla fine di ogni seduta del gioco dovranno essere consegnate ai supervisori del game. Le decisioni da prendere saranno in merito all acquisto di materie prime, al controllo della produzione, agli organici, alla distribuzione dei prodotti e all amministrazione del personale e degli stabilimenti; 10

11 4. queste decisioni vengono immagazzinate in un computer che le traduce in risultati concreti, i quali ritornano ai gruppi-società sotto forma di bilancio con il risultato di utili e perdite. Dopo ogni giocata le aziende ricevono un prospetto circa l andamento degli affari e quindi, in sostanza, ricevono risultati che le loro decisioni e quelle degli altri gruppi hanno avuto nel periodo ipotizzato; 5. le conclusioni avvengono attraverso una discussione collettiva nella quale si analizzano le decisioni prese. I principali vantaggi di questa tecnica sono: tale metodo è particolarmente attivo e stimolante; il business game inserisce i partecipanti in una realtà dinamica dove è possibile prendere una serie di decisioni senza che queste causino rischi per essi e per l azienda. Simulando operazioni di vita reale questo metodo mette i partecipanti di fronte agli stessi problemi che l alta direzione di una società deve affrontare; un altro aspetto positivo è l immediatezza del feed-back da cui si possono avere utili indicazioni per quanto riguarda il comportamento seguito e di conseguenza si possono avere decisioni immediate. I principali svantaggi sono: elevato costo della tecnica che consente l utilizzo ad un numero limitato di aziende; bisogna considerare che le capacità e le conoscenze dei partecipanti incidono sul livello delle discussioni e sui risultati delle sessioni; può esistere la possibilità che i partecipanti non siano tanto motivati all apprendimento dei concetti che stanno alla base del game, ma finiscano con l essere maggiormente coinvolti dall aspetto competitivo e più superficiale della tecnica. Come per le altre tecniche di simulazione, anche per il business game si può suggerire che esso non vada mai impiegato da solo, ma piuttosto inserito in programmi di una certa ampiezza Tecniche di affiancamento Le tecniche fin qui analizzate si basano su un rapporto fra un formatore ed un gruppo di individui da formare. Si sviluppa quindi una modalità di trasmissione one to many, nella quale una persona 11

12 espone una serie di contenuti teorici o pratici andando a suscitare nei partecipanti reazioni coerenti con un processo di apprendimento. Si possono avere anche tecniche del tipo one to one, nelle quali il partecipante viene preso in considerazione come individuo, separatamente dagli altri, tanto che al fine di fargli esprimere tutto il suo potenziale, si decide di affiancargli un interlocutore che è incaricato di seguirne il percorso formativo-evolutivo. Una delle più note tecniche di affiancamento è il mentoring che si basa sulla scelta, all interno della struttura aziendale, della persona cui attribuire il compito di mentor di uno o più mentee. Il mentor non è semplicemente un docente che insegna all allievo una serie di nozioni, ma è anche una guida che condivide con l allievo le ansie, i dubbi e le difficoltà di un processo di apprendimento. Il mentee è, quindi, un neoassunto o, comunque, un giovane presente in azienda da poco tempo, sul quale l organizzazione ritiene importante investire. Gli effetti attesi sull apprendimento da tale tecnica sono l integrazione dei talenti nell impresa e lo sviluppo delle loro potenzialità. Diversa dal mentoring e l altra tecnica di affiancamento ovvero il coaching. Essa si caratterizza per un rapporto di collaborazione sviluppato da un superiore gerarchico o da un professionista esterno nei confronti di manager di livello inferiore o di uno o più talenti, al fine di migliorarne le competenze e le performance. Compito del coach e quindi quello di analizzare le capacità degli allievi e di studiare con essi le modalità e gli strumenti più adatti per realizzare un loro pieno sfruttamento. Il coach deve inoltre possedere le conoscenze professionali che è opportuno trasmettere agli allievi. L azione del coach può essere alternativamente rivolta: a seguire ed incoraggiare il processo di apprendimento specialistico di giovani talenti destinati ad occupare posizioni dirigenziali all interno della struttura aziendale; a rimuovere situazioni di stress psicologico subite da manager operativi, per effetto di vicende negative vissute in azienda o al di fuori di essa; a combinare ed indirizzare opportunamente le competenze mobilitate all interno di team impegnati in specifici progetti. Al coach non deve mai mancare la fiducia nelle capacità degli allievi, considerando che la gran parte degli insuccessi può essere dovuta a scarsa esperienza o ad avverse e casuali vicende che si possono sempre manifestare. L effetto che si attende da tale tecnica è l incremento delle professionalità dei talenti. 12

13 Di minore efficacia rispetto ai metodi attivi, ma d importanza crescente in una valutazione costi/benefici, risultano i programmi in autoistruzione (generalmente supportati da strumenti telematici) altrimenti definiti come formazione a distanza. 13

14 CAPITOLO 2 - L e-learning La storia della formazione a distanza, dalla I alla III generazione: I prodotti di formazione a distanza (FAD) sono realizzati, indipendentemente dalla tecnologia utilizzata, per soddisfare l esigenza di svincolare l intervento formativo dallo spazio e dal tempo. Sciogliere il vincolo spaziale significa poter fruire del materiale didattico in un luogo differente da quello in cui viene realizzato; superare il condizionamento temporale consente invece di non essere costretti alla simultaneità dei momenti di erogazione e di fruizione. Possiamo parlare quindi di FAD quando il materiale trasmesso non ha finalità semplicemente comunicative ma pedagogiche ed educative. Un corso di FAD è progettato affinché più individui acquisiscano nuove, specifiche, competenze. Anche nel caso della nascita della formazione a distanza, come per la diffusione della cultura in generale, le modalità attraverso cui si diffonde la conoscenza sono dipendenti dalle tecnologie utilizzate per la stessa trasmissione. La storia della FAD è quindi condizionata dallo sviluppo tecnologico ma è soprattutto l espressione delle esigenze culturali, storiche, economiche della società in cui si colloca La FAD di prima generazione La FAD di prima generazione, che risale alla metà dell Ottocento era rappresentata dalla didattica per corrispondenza e utilizzava, come tecnologia di supporto, il servizio postale. La trasmissione del sapere avveniva tramite la rete degli uffici postali che garantiva una diffusione capillare della corrispondenza utilizzando anche il trasporto urbano e ferroviario e permettendo così in tempi rapidi il recapito del materiale. Nel 1840, a Londra, Isaac Pitman, l inventore della stenografia, utilizza il servizio di posta per dar vita al Penny Post, un corso per trasmettere e insegnare a distanza il proprio corso di scrittura. La risposta del pubblico è entusiasta, tanto che nel 1843 è fondata la Phonographic Correspondence Society, con lo scopo di organizzare e diffondere per corrispondenza e gratuitamente l insegnamento della stenografia. Nei paesi a maggiore industrializzazione, come Inghilterra e Svezia, si iniziano a diffondere alcuni esperimenti didattici per corrispondenza che avevano un carattere tecnico-commerciale ed erano rivolte a quelle fasce sociali che potevano permettersi di avere una formazione al di fuori del 14

15 contesto scolastico. Questo tipo di formazione era generalmente erogata da privati, non orientata esclusivamente al mercato del lavoro e rivolta in prevalenza ad una utenza adulta. I corsi per corrispondenza erano composti da materiale cartaceo correlato di informazioni e istruzioni di come studiare e di test che poi venivano rispediti al mittente così da avere una valutazione. Lo studio delle dispense cartacee avveniva individualmente ed era del tutto assente la possibilità di condividere le risorse informative o di praticare alcune forme di apprendimento collaborativo con altri studenti. Nel 1873 negli Stati Uniti l Illinois Wesleyan University eroga il primo corso universitario a distanza, mentre l International Correspondence School nel 1890 inizia a fornire corsi per autoformazione per la sicurezza agli operai di circa centocinquanta società addette alla costruzione di linee ferroviarie. Agli inizi del ventesimo secolo la didattica per corrispondenza, in Europa come nel resto del mondo, inizia ad interessare i giovani e viene utilizzata come strumento di istruzione e di formazione nell ambito scolastico e professionale. Con l avvento della radio, negli anni venti, la formazione si propaga nell etere senza l utilizzo di supporti fisici, inoltre chiunque possieda un apparecchio di ricezione può captare le informazioni. Questo è un passaggio molto importante per la FAD, in quanto si passa da una modalità di comunicazione interpersonale one to one, ad una one to many; comunque l utilizzo della radio non accresce la possibilità per gli studenti di interagire tra loro o con l erogatore del corso. Nel 1927 la BBC lancia un corso educativo tramite radio come integrazione alla didattica scolastica, qui avviene anche l inizio della FAD per i minori. Dagli anni quaranta anche il telefono verrà spesso utilizzato come supporto e integrazione per la realizzazione di questi corsi a distanza di prima generazione. In Italia è la radio il primo mezzo di comunicazione utilizzato come forma di trasmissione di informazioni in modo capillare, ad essa va attribuito il merito di avere diffuso, innanzitutto la lingua italiana, e poi i vari contenuti informativi e culturali specifici della formazione. Per il nostro paese l esperienza più importante nel secondo dopoguerra è costituita dalla torinese Scuola Radio Elettra 4, un istituto privato che a partire dal 1951, eroga corsi di formazione professionale su tutto il territorio nazionale. Alla fine degli anni Sessanta a Londra la British Open University è la prima università a riconoscere l importanza della FAD per l istruzione superiore, iniziando ad erogare corsi per corrispondenza ai propri studenti

16 La FAD è comunque, ormai, una realtà consolidata che ha rilevato un indubbia efficacia per lo sviluppo di un piano formativo in momenti di crisi e di riorganizzazione sociale, come nei periodi postbellici, in relazione alla formazione tecnico-professionale, o laddove esistano territori troppo vasti o difficili da raggiungere La FAD di seconda generazione La seconda generazione della FAD matura negli anni sessanta, periodo in cui vengono introdotti i supporti audiovisivi come strumento per l apprendimento. L innovazione tecnologica che caratterizza la FAD di seconda generazione è la televisione. Le televisioni prima in America, e in seguito anche in Europa, si assumono, in forme e modi differenti, il compito di diffondere e divulgare la cultura nei propri paesi. Istruire, informare, intrattenere è lo slogan della BBC, la TV pubblica inglese, negli anni cinquanta. In Italia nel 1954, anno di inizio delle trasmissioni televisive, il nuovo mezzo di comunicazione si configura come uno strumento pedagogico per la diffusione della cultura. L economicità delle trasmissioni televisive consente (a partire dalla fruizione collettiva in sale pubbliche) la penetrazione della TV anche nelle fasce sociali a più basso reddito e, quindi, con maggiore fabbisogno formativo. La TV grazie all uso delle immagini è in grado di esercitare un impatto e una fascinazione inediti, anche grazie a questo la formazione si può avvalere di esemplificazioni visive, di gran lunga più efficaci rispetto alla staticità della carta e alla intangibilità della voce alla radio. Nel 1976 la giapponese JVC introduce un nuovo supporto audiovisivo per uso domestico, il VHS (video home system), che dà la possibilità di registrare e rivedere una trasmissione in differita, dando la possibilità di personalizzare i tempi di fruizione del corso. In Italia nel 1991 nasce il Consorzio Nettuno (network teledidattico per l università ovunque), che crea un partnership tra Università e aziende per la realizzazione di corsi universitari a distanza mediante l utilizzazione di trasmissioni televisive, supporti multimediali e reti telematiche informatiche. A metà degli anni novanta si sviluppa la teleconferenza, ulteriore strumento utilizzato dalle Università per la risoluzione di problemi logistici, come il collegamento delle sedi periferiche con quelle centrali. Come per gli strumenti di prima generazione anche quelli di seconda rappresentano dei metodi didattici prevalentemente unidirezionali che consentono limitate interazioni tra la fonte erogatrice di contenuti e il destinatario. 16

17 La FAD di terza generazione L avvento del digitale segna il passaggio alla terza generazione della formazione a distanza l utilizzo del personal computer in ambito familiare rende possibile la formulazione di un paradigma educativo senza precedenti nella storia della FAD. L interattività e la multimedialità facilitano e rinforzano il ruolo attivo dell utente nel proprio percorso di formazione. Nell ambito della FAD di terza generazione possono essere individuate due fasi: nella prima, offline, si utilizzano supporti che non si avvalgono delle reti telematiche; la seconda, quella dell online, è caratterizzata invece dalla diffusione dell uso delle reti, internet, e sancisce la definitiva affermazione di e-learning. In un primo tempo, quindi, vengono utilizzati floppy disk, videodischi e CD-Rom, i quali contengono lezioni per autoistruzione. Si tratta, in sostanza, di una poco efficace trasposizione elettronica dei testi cartacei utilizzata per lo più in funzione tutoriale, ossia per l acquisizione di competenze specifiche. Con l avvento della formazione on-line, la rete, apporta un mutamento radicale nei paradigmi pedagogici, e ha una evoluzione della modalità della FAD senza precedenti. L apprendimento, la modalità individuale passiva di self-learning, diventa un processo complesso e dinamico che si rifonda su due importanti postulati: innanzi tutto il ruolo attivo dello studente, basato su un approccio induttivo e sul learning by doing; in secondo luogo, si afferma l importanza dell apprendimento cooperativo e collaborativo, che porta all interazione collettiva. La rete è il primo strumento in grado di consentire una interazione tra lo studente e il docente, e tra gli studenti, inoltre in tempi più recenti, a seguito del pieno sviluppo dell editoria multimediale, l elearning riesce a utilizzare appieno le nuove tecnologie. Oggi l e-learning è diventato un territorio su cui si confrontano e a cui affidano il proprio sviluppo interi settori aziendali e istituzionali, con un eclatante ritardo, in Italia, della pubblica amministrazione. Gi esempi di applicazione dell e-learning, sia nazionali che internazionali, sono ormai numerosissimi e di buon livello. 17

18 2.2 - E-learning, autoapprendimento e teledidattica: Il learning realizzato per mezzo delle tecnologie che connettono alla rete e permettono di accedere alle risorse della stessa è la modalità attraverso la quale soggetti connessi alla rete producono, socializzano e condividono conoscenze 5. In questo capitolo vogliamo approfondire se c è, e qual è, la differenza tra le forme di FAD (formazione a distanza) e l e-learning in senso stretto. Se si pensa all e-learning enfatizzandone la e iniziale, probabilmente siamo portati a leggere questa nuova forma di attività formativa come solo attraverso il mezzo che ne consente l erogazione, appunto la rete, e quindi a considerarla una sottocategoria, al pari dell autoapprendimento e della teledidattica. In realtà la componente più importante è learning, apprendimento che, svolto attraverso la rete, si affranca da una serie di caratteristiche negative tipiche della FAD: autoapprendimento in solitudine senza feedback e formazione a distanza come surrogato della formazione in presenza. Quando parliamo di autoapprendimento infatti intendiamo: gestire in modo autonomo la propria formazione, utilizzando materiali che sono preconfezionati per essere fruiti in posti e tempi diversi dal luogo e dal momento di produzione 6. L autoapprendimento, secondo questa definizione, si configura come un processo formativo di cui si è protagonisti senza subire interferenze o vincoli esterni. L elemento dinamico di questo progetto individuale è la modalità attraverso cui avviene l apprendimento, che dipende da tre fattori: il contesto sociale (formazione aziendale versus formazione universitaria); il medium utilizzato, cioè il supporto attraverso cui viene veicolata la formazione (libri, cassette, CD-Rom, internet); la scelta metodologica che sta a monte del processo, cioè in fase di progettazione. Anzitutto il contesto condiziona le aspettative, gli obiettivi, i destinatari del processo formativo, nonché le strategie didattiche impiegate. Per un azienda, formazione può significare soprattutto far acquisire nuove competenze (saper fare) ai propri dipendenti, o garantire il continuo aggiornamento sulle tecniche già acquisite; per l università, invece, può significare mettere a disposizione degli studenti una serie di materiali per acquisire delle conoscenze (sapere) o semplicemente delle informazioni. 5 Varanini F., E-learning come luogo di convergenza, Sistemi e Impresa, aprile Eletti V. (a cura di), che cos è l e-learning, Carocci editore, Roma,

19 In secondo luogo, il canale o supporto dedicato alla trasmissione delle informazioni produce su chi lo usa, indipendentemente dal messaggio che vuole trasmettere, effetti psicologici e sociali diversi, sia in base al livello di percezione su cui si agisce (solo la vista nel caso di un libro, o più sensi contemporaneamente come nel caso di un CD-Rom multimediale), che al tipo di coinvolgimento richiesto. Infine la scelta metodologica influisce sulle strategie formative (più gioco e meno nozionismo per esempio), sulle modalità di organizzazione del contenuto, sulla qualità dell interazione richiesta all utente. Quando parliamo di teledidattica ci riferiamo a: forma di comunicazione, mediata dal computer o dalla televisione, fra due o più persone, messa in atto per superare una distanza geografica 7. La teledidattica implica contemporaneamente interazione a distanza e accesso a risorse lontane; entrambe possono avvenire attraverso: Scambio testuale (posta elettronica e chat); Scambio in audio-video (per esempio videoconferenza); Scambio in audio-video conferenza più condivisione dello schermo, di applicazioni software, o di file (computer referencing e aula virtuale). Mentre la prima modalità può avvenire sia in modalità sincrona che differita, le altre due avvengono sempre in modalità sincrona. In tutti i casi si tratta di situazioni in cui la comunicazione fra uno o più persone è facilitata dalla presenza di un ambiente condiviso, il cui utilizzo è piuttosto vario: in alcuni casi vengono replicate forme di comunicazione tradizionali (come la posta elettronica o le lezioni universitarie in videoconferenza), in altri, invece, si realizzano strumenti di condivisione della conoscenza e quindi di apprendimento innovativi (vedi le mailing list o i forum o la condivisione di documenti). 2.3 Gli strumenti a disposizione per l e-learning: Per classificare gli strumenti di e-learning può essere utili classificarli in due grandi categorie: strumenti di comunicazione sincrona e strumenti di comunicazione asincrona. 7 Eletti V. (a cura di), che cos è l e-learning, Carocci editore, Roma,

20 Strumenti di comunicazione sincrona: Prevedono uno scambio simultaneo informativo tra due o più persone. Questi strumenti permettono di ricreare, in ambiente virtuale il livello di interazione tra discente e tutor/docente tipico delle relazioni tradizionali, con il vantaggio dell annullamento delle distanze e con costi decisamente inferiori rispetto alle modalità tradizionali. La massima espressione di questa prima forma comunicativa sono le chat e le videoconferenze. La conversazione, tramite chat favorisce la comunicazione in tempo reale tra persone dislocate nei punti più disparati nel mondo. Il suo successo è manifesto per dimensioni ludiche e sociali, l applicazione su contesti formativi, seppur possibile da un punto di vista teorico, è prevalentemente destinata alla trasmissione di messaggi brevi e urgenti. Alcune recenti applicazioni prevedono l integrazione delle chat con i sistemi di messaggistica che permettono lo scambio di file, la condivisione di risorse e l attivazione di videoconferenze, oltre a dare la segnalazione della presenza in rete dei partecipanti alla conversazione. Alcune piattaforme di e-learning prevedono l utilizzo di strumenti per lo svolgimento di videoconferenze. Sono evidenti alcuni vantaggi immediati dall utilizzo della videoconferenza, quali vedere tutti gli interlocutori connessi in quel momento, poter esprimere oralmente i propri concetti, senza avere costrizioni di tempo e testuali, l investimento tecnologico richiesto all utente è basso (si tratta infatti di collegare un pc a una webcam e di installare un software dedicato). Anche in questo caso il grande limite è rappresentato dal fato che la videoconferenza è utile per momenti di confronto e di trasferimento di informazioni, solo per sessioni brevi e focalizzate. Evoluzioni interessanti, con applicazioni prevalenti in grandi aziende con rete aziendale interna, sono le chat con supporto all utente. Si tratta di un sistema che mette in comunicazione diretta un utente con un esperto che può attivare risposte, documenti aggiuntivi e profilazione dei processi di discussione attivati, che possono risultare da archivio. Il sistema si presta ad integrazioni di Faq (Frequent Asked Question 8 ) documenti che possono completare la piattaforma di apprendimento. La sigla indica la serie delle domande che vengono poste più frequentemente nell ambito di un corso in rete o in qualsiasi altra esperienza in cui è prevista interazione in rete. Alle domande più frequenti si cerca di solito di rispondere in modo strutturato per guadagnare tempo. Si creano quindi archivi di domande e risposte relative, e si suggerisce a chi partecipa a un corso on-line o a chi ha richieste da porre ad un interlocutore di 8 Magli F., E-learning in economia aziendale, Giuffrè Editore, Milano,

21 consultare l archivio per verificare se esiste già una risposta al problema che si intendeva porre altrimenti si potranno utilizzare i mezzi ossia e forum/newsgroup Strumenti di comunicazione asincrona: Si tratta di strumenti che consentono una forma di comunicazione non simultanea. La differenza fondamentale, quindi, è il fatto che il legame fra i nodi della rete (docente-discente / discentediscente) avviene in un tempo differito. Rispetto agli strumenti di comunicazione sincrona, quelli asincroni permettono di gestire con maggiore autonomia ed elasticità il tempo dedicato alla interazione, nonché l organizzazione personale dello studio. Attualmente gli strumenti di comunicazione asincrona, fra i quali possiamo classificare Cd-Rom e ipertesti, e mailing list, newsgroup e web forum, sono gli strumenti più diffusi e quelli su cui si stanno prevalentemente sviluppando i sistemi di FAD. Il Cd-Rom è una struttura che trasporta fisicamente immagini digitali e dati fissati per un intervallo di tempo. Generalmente i testi contenuti in un cd-rom sono fruibili in una navigazione ipertestuale. Con il termine ipertesto si indica un insieme di documenti di varia natura, collegati in una struttura logica, tale da consentire l accesso a ciascuno di essi come se si trattasse di parti diverse di uno stesso oggetto. I nodi (cioè le unità informative) possono essere organizzati in maniera lineare (un indice collega ad una sequenza di pagine), gerarchico (una sequenza di pagine raggiungibile da un indice di contenuti organizzato su più livelli), oppure in maniera libera cioè con una strutturata a grafo orientato. I vantaggi principali dell ipertesto sono: Possibilità, da parte del discente, all interno di un percorso di progettazione guidato, di scegliere le parti di contenuto da privilegiare; Apprendimento sequenziale e incrementale; Possibilità di deposito dell informazione e di recupero di parti da approfondire. Ovviamente il Cd-Rom e l ipertesto scontano i limiti tradizionali di un processo formativo mediato dalla tecnologia, con riferimento al sovraccarico cognitivo dato da una struttura in ogni caso complessa dalla non sempre felice sintesi nella integrazione nei processi di apprendimento fra testo, immagini e suoni; in generale dalla pesantezza del processo di apprendimento dipende da una sequenza logica non sempre riconosciuta e riconoscibile da tutti. Di contro l ipertesto risulta, ad oggi, il sistema più economico e friendly di distance learning e quello che consente il massimo sistema di diffusione. Le più recenti tecnologie che integrano gli 21

22 ipertesti con la connessione ne limitano il rischio di obsolescenza e lo arricchiscono di tutte le funzioni di interazione, fondamentali nei processi di apprendimento. Oggi lo strumento più usato in assoluto nei sistemi di interazione virtuale è l che dà la possibilità di avere una comunicazione personalizzata, stimolante il dialogo e lo scambio di idee. Viene utilizzata per lo scambio di messaggi fra tutor e membri del gruppo di studio, per ricevere e inviare testi, file inerenti il corso e verifiche periodiche. Dal meccanismo semplice delle mail, è possibile creare delle vere e proprie liste di indirizzi mail, (le mailing list). Le mailing list fanno parte di sistemi di comunicazione one to many. Il loro utilizzo, generalmente, è di complemento all attività formativa. Gli ultimi sistemi di comunicazione studiati sono i newsgroup e web forum. Il forum è un gruppo di discussione on-line su un argomento specifico, sono luoghi di consultazione e il loro utilizzo non è stimolato da una mail, ma dall interesse dell argomento del forum. I messaggi sono a disposizione di tutti gli aderenti al forum e diventano dei veri e propri depositi di conoscenza. Sono molto sviluppati negli ambienti didattici e scientifici per facilitare lo scambio e la condivisione di informazioni, così da divenire dei veri e propri punti di ritrovo delle comunità di apprendimento sul tema specifico. I forum, sono spesso denominati newsgroup o conference e sono uno strumento molto presente nelle piattaforme di e-learning. 22

23 CAPITOLO 3 E-learning: luci e ombre Scelta tra FAD e formazione tradizionale: La FAD ha avuto inizialmente un ruolo secondario nella formazione e nell educazione soprattutto, venendo considerata da molti come un nuovo passa-perditempo, soprattutto in ambito universitario. L evoluzione della tecnologia, della domanda e dell offerta hanno però reso assolutamente evidente, anche agli occhi dei più scettici, l individualizzazione, l internazionalizzazione e la flessibilità nel rispondere ai bisogni degli utenti, la FAD è in grado di raggiungere risultati di qualità superiore all insegnamento convenzionale, in cui normalmente queste tre caratteristiche non sono presenti. Vediamo ora sinteticamente quali sono i vantaggi anche in termini di costi della FAD rispetto ai metodi tradizionali utilizzando due semplici grafici 9 : GRAFICO 1: Il rapporto tra i costi per singolo utente e numero di utenti tra formazione in aula e on-line 9 Magli F., E-learning in economia aziendale, Giuffrè Editore, Milano,

24 Grafico 2: Il rapporto tra i costi totali e il numero di utenti tra formazione in aula e formazione on-line: Nel primo grafico viene analizzato il rapporto tra costi totali e numero di utenti e soprattutto l influsso che questi hanno nei confronti della formazione e-learning e in aula. Come possiamo vedere i costi totali sono elevati inizialmente con l introduzione della FAD, in quanto è necessario sostenere costi relativi all acquisizione della piattaforma, degli strumenti e/o all affitto del sito elevati. Con l aumentare del numero di utenti vediamo, però, che mentre la formazione in aula prevede un aumento proporzionale di costi (dovuto ad esempio al numero maggiore dispense/guide da distribuire), i costi relativi alla formazione in e-learning aumentano ma in maniera meno che proporzionale fino ad arrivare ad una situazione di asintoticità con l asse delle ascisse, ciò è dovuto fondamentalmente al vantaggio dell economia di scala (i costi fissi vengono ripartiti su più utenti). Vediamo, quindi, la convenienza nell utilizzo della formazione in e-learning nel caso di numeri elevati di discenti, viceversa per un numero basso. Nel secondo grafico si analizzano invece i rapporti tra costi per singolo utente e numero di utenti sempre per quanto riguarda entrambe le formazioni. Come possiamo evincere dal grafico i costi per utente sono elevati quando siamo in presenza di corsi con pochi discenti, si abbassano invece notevolmente in presenza di elevata numerosità nell ambito della formazione in e-learning. Viceversa, per quanto riguarda la formazione in aula, 24

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