Senza autorizzazione dell'autore ogni riproduzione totale o parziale è vietata GIMPA PAROLINI MAURIZIO GIANNI CONFUSIONE
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- Tommasa Fabiani
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1 Senza autorizzazione dell'autore ogni riproduzione totale o parziale è vietata GIMPA PAROLINI MAURIZIO GIANNI CONFUSIONE
2 SPAZIO Sono o vorrei esserlo, esprimo senza condividere eppure dovrei esistere. Sono una scheggia, un granello di polvere, un piccolo nulla dal grande potere. Non conto e nessuno sembra contare su di me; mi muovo, urto e spintono regalandomi costernati sguardi altrui. Quindi ho una forma, un ingombro, anche un peso. Persino una veste, un immagine, un riflesso negli occhi di chi non crede di vedermi. Non lo crede e ne è convinto fino a superarmi, sfiorandomi, penetrandomi. Per voi non ho massa, mi girate attorno come fossi un semplice ostacolo, aiuola o sacco di spazzatura non importa. Se fosse possibile mi passereste attraverso, come una banco di nebbia o il lieve fumo di una sigaretta. Sono niente, un niente. Un individuo della massa, uno dei tanti o dei troppi. Spersonalizzato. Sono come voi ma non sapete di esserlo, e vi credete diversi fino a convincervi. Siete coloro che io non sono, e nemmeno potrei esserlo. Per voi. Ma il vento non ha padroni e quando vuole cambia, come i pensieri e le azioni. In genere le sopiamo, lasciandole decantare negli angoli della mente. Si accumulano come i ricordi ed insieme agli oggetti inutili si accatastano fino al culmine. Qui cominciano a stringersi, a riempire ogni piccolo spazio, ogni minima fessura. Il limite è però vicino, e se non lasciamo fuggire qualche nemico l affollamento innescherà una ribellione interna, insana e incontrollabile. Prima di rendersene conto siamo in balìa degli eventi, complici e fautori di mille battaglie. Ci combattiamo sapendo di non poter vincere ma nemmeno fuggire, e l indifferenza altrui ne è il naturale innesco. Guardandoci senza vederci, toccandoci senza accorgersi - senza mai chiamarci, senza segue
3 mai allungare una mano, senza un piccolo segno di comune appartenenza siamo senza esserlo. Allora tocca a noi lasciare una traccia, una scia, quell impronta che gli altri non vedono. Ma quale? Che simbolo possiamo mostrare alla società che ci ha sempre lasciato ai margini? Combattuti e confusi cerchiamo di rientrarvi, ma non vivendola non sappiamo muoverci. Non sappiamo se scegliere l arma o il fioretto, la parola o i fatti, il bene o il male. Nel dubbio e nella necessità di far rifiorire noi stessi al mondo, scegliamo la via più breve, più semplice, più efficace: il male. Perché il male l abbiamo già dentro ed è il primo a risvegliarsi, il più veloce a farsi trovare pronto, il più deciso nelle azioni da intraprendere. Nell attimo immisurabile, nel momento stesso dell azione la ragione si sveglia per riassopirsi subito. Ma ormai siamo vivi, siamo tornati vivi. Come zombie ci nutriamo degli altri per gli altri, cancellando una vita per riscrivere la nostra. Assorbiamo quella che gli non sanno di possedere perché è già nei nostri pensieri, nelle nostre mani, nelle nostre azioni. Diventiamo protagonisti nostro malgrado, vogliamo solo occupare uno spazio ma per farlo dobbiamo liberarne altro, prendendolo ad altri. Però non è ammesso e questo ci trascina nel vortice della comunicazione, additati e screditati. Togliere non si può e di conseguenza finiamo in prima pagina, nella gogna mediatica, sbattuti fra tristi mura intrise di sguardi persi. Reclusi e processati, soli fra lettere di inutili fans, fra commenti sadici e amori improbabili, ci sentiamo finalmente appartenenti, siamo qualcuno fra milioni di vagabondi. Siamo ma non possiamo, varcata la soglia del nulla siamo ora reclusi famosi, desiderabili senza poter ricambiare. Ci tocchiamo e sentiamo il nostro corpo rioccupare lo spazio vitale, ma quello cui l abbiamo tolto se lo è ripreso rinchiudendoci,
4 relegandoci, nascondendoci al mondo cui vorremmo appartenere. Siamo tornati vivi ma senza vita, abbiamo tolto una vita per non riuscire a riprendere la nostra. Due vite spezzate ma nessun piacere.
5 IL SENSO DI UNA VITA Con quale diritto ci avete fatto nascere senza chiederci il permesso, regalandoci un mondo allo sbando, con un presente difficile e un futuro terribilmente incerto. Se decidete di rifarlo fermatevi!!! Contate fino a mille e se non vi basta usate il preservativo o meglio ancora la pillola, dimenticate i dogmi religiosi e limitatevi a godere visto che il mondo che avete costruito fa schifo. Solo quando riuscirete a raddrizzare le sorti della vostra vita potrete crearne di nuove, altrimenti sopportate da soli le sofferenze che vi siete creati. Ci ritroviamo nostro malgrado in un mondo che altri hanno costruito pensando al proprio futuro, proprio e quindi non di tutti. Un futuro che ora rappresenta il nostro presente, inesorabilmente subìto finché non lo capiremo. E solo allora, forse, potremo intervenire modificandolo, raddrizzandolo. Ma il tempo scorre e noi, vittime di un triste copulare religioso, ci affacciamo alla vita degli altri, i quali, convinti di clonarsi, generano in realtà dei mostri. Che stupidi, creano e procreano vinti e convinti. Lo fanno perché devono credere di doverlo fare: i ricchi per dare seguito alla loro casta e i poveri per condividere le loro fatiche quotidiane. Ma non siamo cloni o semplici copie, abbiamo, purtroppo per loro, un cervello che sembra funzionare. Ci vogliono istruire per instradarci verso la vita ma poi ci pilotano, si impongono, cercano di fotocopiarsi sostenendo di pensare alla nostra autonomia. Generano la vita che nessuno ha chiesto loro e poi si incazzano se usciamo dal seminato, dal loro orticello, dalla loro guida, dalla strada che dovremmo percorrere e che loro ci hanno costruito davanti. E se sbandiamo o ne usciamo volontariamente non segue
6 ci soccorrono come dovrebbero fare, ma ci additano come ingrati. Eppure chi più genera nuove vite viene ammirato, portato ad esempio. Fieri in pubblico. Ma in fin dei conti chi mai vi ha chiesto di condividere ricchezze e povertà, di procreare senza chiedere permesso, di crearci sapendo che non strisceremo, ne mai ci prostreremo per ringraziarvi. Plasmate nuovi esseri per appagare le vostre volontà imposte, convinti di dare un senso alla vostra banale vita, alla vostra spesso inutile esistenza. Ma non solo: c'è chi lo fa per garantirsi la pensione che si è giocato, per avere un supporto per la vecchiaia, per continuare una stirpe, per accontentare i parenti oppure un inesistente dio, per tacere le chiacchiere altrui, per dovere coniugale, per salvare un matrimonio già morto, per avere un nuovo giocattolo, perché la maggioranza lo fa e quindi è giusto così, perché si deve. Se invece non ci riuscite non cadete in depressione, la scienza è a vostra totale disposizione con mille aiuti e mille risorse. Ma se nemmeno così il clone si sviluppa dentro di voi allora vi sentirete additati, sfregiati, chiacchierati, estromessi dalla casta. Vi sentirete ai margini della società, inutili perché impossibilitati a procreare. Se così fosse e così pensate potete tranquillamente deprimervi perché non meritate altro, siete veramente e terribilmente inutili.
7 IO BANDIERA DESTRA (individualisti): non sono di destra perché al mondo non esistono solo quelli che ce la fanno, se uno su mille ce la fa, gli altri che sono, pezze da piedi? Non siamo tutti uguali ed è giusto rispettare le singole predisposizioni, nonché le occasioni che la vita può offrire anche se spesso nel momento sbagliato. E tutto questo senza dividere il mondo in individui di serie A (pochi) e di serie B (massa). SINISTRA (parassiti): non sono di sinistra perché non si può solo chiedere e pretendere, dare ma soprattutto avere. Bisogna anche darsi da fare senza l inutile buonismo statale. Tutti devono avere una vita decente all interno di un corretto equilibrio fra diritti e doveri. Chi può e vuole deve poter fare, ma senza che ciò avvenga alle spalle di chi non può. CENTRO (compromessi): non sono di centro perché la mediocrità paga ma non appaga. L abilità nel compromesso ci annega nella bambagia ma è solo un ingannevole apparenza (effimera e fugace) tipicamente centrista. Amano trasmettere una finta sicurezza che non possono garantire a lungo, e per scoprirlo basta semplicemente uscire di casa e aprire bene sia gli occhi che il cervello. ESTREMI (idealisti): non sono estremista perché non si può raggiungere un fine con qualsiasi mezzo, schiacciando o eliminando gli ostacoli qualunque forma o colore essi abbiano. Perseguire ciecamente un ideale o combattere gli opposti non porta mai a nulla di concreto ed efficace, ma solo a forme di inutile e sterile violenza che ricadono solo su chi non ha alcuna colpa. Morale: non sono, quindi sono.
8 LA TELEFONATA Ne sento parlare da sempre e allora un bel giorno mi sono deciso, ho cercato il numero sulla guida telefonica ed ho chiamato il sig. Dio. Purtroppo non era in casa e mi ha risposto la solita segreteria telefonica, dove una voce dolce ma decisa spiegava che si era trasferito in India a meditare in assoluta solitudine, dove espiare la sua unica grande colpa di aver creato l uomo. Davvero un bel tipo
9 ANGOLI DI VITA Mi volto di scatto e vedo un cesso! Sì, proprio un cesso che si avvicina sospettoso con chiazze scure che ricoprono ovunque il suo abito incernierato. E' solo, si sente solo e abbandonato da tutti, nessuno lo copre più e nemmeno si ricordano dello sciacquone. Lo sento soffrire, stanco di una vita fatta di persone senza pietà e senza mira, inesorabilmente sporco e maleodorante. Una colpa che tutti gli imputano fino a renderlo schivo e schivato, vittima del tutto innocente. Ora è a due passi da me, il cigolìo delle cerniere rinsecchite mi appare un lamento, quasi uno sfogo. Eppure sa che non posso nulla, che non ho tempo da dedicargli non avendo ora alcuno stimolo. Lui però continua a lamentarsi ma è di origine turca e quindi non lo capisco, quindi faccio finta di nulla e cerco di allontanarmi dileguandomi nella folla. Il suo alito puzzolente continuo però a sentirlo anche se non lo vedo, ma passano le ore e le necessità s impongono fino a desiderarlo, facendomi raggiungere. Terminati i bisogni tiro la catenella ed una cascata frusciante porta via tutto il mio e parte dell'altrui, sentendomi finalmente leggero e libero. Che fatica fare lo stronzo tutti i giorni!
10 L UFFICIO IN CITTA Abito a Milano da tempo e mi sento attaccato alla mia città anche se fa di tutto per cacciarmi, per farmela odiare. Per i miei bisnonni era un grande paesone, per i miei nonni era una città da rifare, per i miei genitori era un opportunità di lavoro, per me è solo un gran casino dove tutti corrono non si sa dove. Ma soprattutto si sta trasformando, incrementando qualsiasi cosa: dal traffico allo smog, dalla grande scelta ai prezzi sempre più alti. Ma non posso andarmene, lavoro e affetti sono tutti qui; potrei cambiare il primo ma non posso certo abbandonare i secondi. Quindi cerco di resistere ai mille cambiamenti spesso incomprensibili, tutti a voler trasformare Milano quale rappresentante unica degli affari italiani; un enorme vetrina del business. Una grigia distesa di palazzi animati ma senza cuore. E così le persone che possono fuggono, vivendola solo di giorno. Casa in periferia ma lavoro in città. Avanti di questo passo vivremo immersi nel traffico di giorno e impauriti di notte, quando non ci sarà nessuno in giro tranne nelle aree dove si concentrano i rumorosi locali di tendenza o gli ipermercati. Per il resto buio e solitudine. Questa grande città sempre più dedita agli affari - non sempre puliti - sembra quindi destinata a trasformarsi in una sorta di immenso ufficio, e non mi stupirei se un bel giorno decidessero di installare i tornelli per l accesso e la timbratura direttamente in periferia oppure ai capolinea della metropolitana; e una volta entrati in città sembrerà di trovarsi in mezzo al lavoro, sempre al lavoro, un unica e immensa distesa di uffici chiamata Milano.
11 MONDI PARALLELI Sono al mondo e lo vivo, ne faccio parte e vi sopravvivo. Sono una molecola in movimento, un atomo impazzito. Mi muovo e con me si spostano milioni di anime disperse che fluttuano intorno a me senza fine, senza meta. Come me. Mi specchio nelle vetrine e mi sento da loro osservato, mi scrutano e mi circondano con pensieri vuoti. Nemmeno loro capiscono quello che io non riesco a comprendere. Mi faccio spazio tra le loro braccia tese per riguadagnare lo spazio che mi stanno togliendo, che mi sto togliendo. Nelle grandi città l aria non è inquinata dallo smog, ma da queste anime che saturano l aria con le loro vite spezzate, con le loro antiche emozioni, con il loro respiro affannoso. Il loro fiato riempie le metropoli, aleggia sulle strade e nelle case, ovunque si sparge e ci confonde. Si mescola coi nostri pensieri e con i nostri incostanti umori. Bisogna quindi evadere, raccogliersi e scegliere luoghi tranquilli dove l aria è solo nostra, riempita solo dai nostri pensieri. Dove ti puoi muovere senza sforzo, liberamente. Come liberi saranno i pensieri, liberi di uscire allo scoperto per poi rientrare senza confondersi con gli altri. E così potrai seguirli e loro ti aiuteranno quando ti servirà, senza farti sbandare, senza farti compiere gesti inutili e dannosi. Come accade invece ai pensieri di oggi i quali, respirando e inspirando, getti confusamente al mondo e dentro il mondo, nell aria di tutti e contro tutti. Soffocandoli e soffocandoti fino a confonderli. Confondendoti.
12 FUTURO? NO GRAZIE Il futuro è cambiato, evolvendosi fino a modificarsi radicalmente. Si è trasformato da lontana certezza su cui pianificare a puro miraggio, così incerto da scomparire alla nostra debole vista. Ha perso significato, sovrapponendosi al presente confondendolo e confondendoci, fino a pensarlo un infinito tutt uno. Così ci convincono e ci convinciamo, lasciamo nel cassetto i progetti e i sogni, vivendo alla giornata. I valori e gli ideali cambiano identità e noi con loro. Il futuro non è più lui, e noi pure.
13 DA ZERO A CENTO IN POCHE RIGHE Da piccoli si cresce guidati in tutto e per tutto per evitare sorprese amare, negli anni successivi prendiamo coscienza ma siamo sempre al guinzaglio. Crescendo il guinzaglio si allenta ma invece di liberarci chiediamo sempre di più, senza mai restituire. Da grandicelli, dopo aver superato l ostacolo diploma, ci sentiamo coscienti e padroni di noi stessi, vorremmo spaccare il mondo e invece spacchiamo solo i coglioni! Dopo anni di fancazzismo dove chiediamo senza ancora dare, veniamo trascinati nel girone dell inferno chiamato lavoro e con la disponibilità economica accresce anche la voglia di fare, e di disfare. E quando ci sentiamo all apice della forma il profumo della gnocca assorbe tutto e ci ritroviamo prima fidanzati e poi sposati, con il nostro potere che invece di raddoppiare viene risucchiato nel vortice della vita quotidiana. Ma appena si dirada la nebbia cominciamo a comprare tutto il superfluo, compreso quello che ci è sfuggito vent anni prima. E così, confusi tra quello che abbiamo e quello che il fisico ci permette, continuiamo a timbrare il cartellino trascinandoci verso il miraggio della pensione, dove ci immaginiamo abbastanza borghesi da fare quello che vogliamo per poi rinunciarvi su consiglio dei malanni. Così, in prossimità dei 100 anni ai quali presto arriveremo - e dopo una vita unica e uguale a tante altre - chiuderemo gli occhi per svegliarci in un mondo tutto nuovo. Forse.
14 L EVOLUZIONE TECNOLOGICA E ENTUSIASMANTE: INVENTA QUELLO CHE NON CI SERVE
15 PRIMA & DOPO Siamo giovani quando nulla ci può fermare e le conseguenze sono solo uno spiacevole imprevisto. Siamo anziani quando non ci sentiamo più in grado di fare quello che non siamo mai stati capaci di fare. Siamo vecchi quando al risveglio non sappiamo se esserne contenti.
16 TUTTI UGUALI? Perché incazzarsi delle frequenti cene nei ristoranti più rinomati e costosi, per i gioielli d ogni forma e design, per le auto di lusso, per tanti armadi quanti sono gli stilisti, per un attico in centro ed uno sul mare vietato della Sardegna, per i misteriosi conti nei paradisi fiscali ed un week-end in barca quando se ne ha voglia? Ragazzi miei, se non esistessero le cose costose, i ricchi come potrebbero distinguersi dalla massa? Il problema, casomai, è quando la massa si indebita per somigliare ai ricchi...
17 BEATA GIOVENTU Mi alzo la mattina e cerco di passarmi una mano fra i capelli, in bagno l immagine allo specchio mi appare confusa anche se lo pulisco, e non ho più bisogno di forzare il pisello in basso per centrare il water. Ho i brividi ovunque senza avere la febbre e il riscaldamento costa sempre di più. Prendo l ascensore per uscire di casa e raggiungo l auto già col fiatone, una volta giunto in ufficio saluto i colleghi tra uno starnuto e un colpo di tosse e a metà mattina sono già in compagnia del mal di testa. Dopo pranzo combatto con le acidità di stomaco e mi trascino fino alle 18 con sforzi sovrumani. Rientro collerico a casa per l immancabile coda e dopo essermi riassettato ceno con cibo di fortuna adagiandomi sul divano fra i telecomandi, ma dopo una breve noia televisiva sono già nel mondo dei sogni. Sul più bello vengo svegliato dalla solita pubblicità invadente e con la schiena dolorante mi trascino in bagno barcollando. Dopo la solita breve abluzione indosso il pigiama di flanella per poi infilarmi fra le gelide lenzuola. Terminati i consueti brividi comincio a rigirarmi nel letto in attesa che ritorni il sonno in parte già sprecato, e quando i sogni finalmente mi avvolgono devo forzatamente riprendermi con l odioso suono della sveglia. Altro giorno, stesse cose, stessi faticosi riti, nessuna novità. Ma un giorno in meno.
18 ANIME INUTILI Anime disperse: entità astratte in un corpo reale su cui non hanno potere. Tacciono e subiscono, ogni tanto sembrano reagire per poi tornare subito nell oblìo. Insieme alla coscienza sono ospiti di un corpo che si muove loro malgrado. Lo seguono ovunque come un peso morto, ma senza peso. Leggére quanto inutili, non occupano né lo spazio né la mente. Eppur ci sono, non le ascoltiamo ma esistono. Ci accompagnano silenziose in ogni nostra azione, ad ogni nostro passo. Agiamo senza rendere loro conto, evitando di coinvolgerle. Volontariamente o meno partecipano alla nostra vita ma raramente la influenzano, e se lo fanno l effetto dura poco, troppo poco, a volte solo un attimo. Forse dovremmo ascoltarle, prima di agire.
19 DOMANDEPICHE Una partita fra due cerniere può finire in patta? La polenta è l'unico contorno sempre in ritardo? Le penne al ragù sono delle biro con inchiostro di carne? La carne ai ferri la mangiano solo i carcerati? Una minestra abbondante diventa un minestrone? Se tagliamo un bricco di latte scremato è ancora intero? La pancetta è un salume per obesi? Gli equilibri sono libri che non cadono mai? La turca è il collegamento fra l'uomo e la terra? La bistecca è il doppio di una stecca? Il culturismo è il turismo anale? Se i gitanti sono solo in due, diventano gipochi? Gli afrocubani e gli afrodisiaci sono due gruppi etnici?
20 VERSO IL LAVORO Prendo il treno? No, troppo pesante e lontano. Prendo l auto? Nemmeno, devo prima scaldarla per poi impazzire alla ricerca di un parcheggio, quindi altrettanto inutile. Provo allora col caffè macchiato caldo ma nonostante il gusto pieno e cremoso sono ancora confuso tra le mura di casa; l unico prigioniero con le chiavi. Senza valide alternative mi butto in strada, ma ormai stanco di schivare auto in coda mi catapulto sul marciapiede schivando i pensionati coi loro piccoli cani, che cagano e pisciano forse per ricordare loro la strada di casa, come un puzzolente filo di Arianna per rimbambiti. Arrivo trafelato alla fermata del bus che immancabilmente è appena passato, quindi salgo sul prossimo per poi scenderne come fossi uscito dallo spogliatoio di una palestra gremita di assatanati, e dopo pochi ma sudati passi timbro il cartellino, cazzo, alle 8 e 31.!!!!
21 QUANDO USCITE LA MATTINA NON DIMENTICATE IL CERVELLO SUL COMODINO
22 AMARE IL CAPO FA BENE? Il capo ci guida, ci esorta, ci spinge e ci vuole pronti ed efficienti. Spalleggia le nostre scelte affidandoci precisi compiti di rara responsabilità. Si fa trovare sempre disponibile e non si nega a nessuno, corre al nostro fianco e ci allunga un'amichevole pacca quando, seduti, riprendiamo fiato. Riporta i nostri desideri e li assolve quando può, o quantomeno ci rende più dolci le lunghe ore lavorative lontane dalla famiglia. Ci riprende con sano vigore quando sbagliamo ma ci fornisce gli strumenti necessari quando occorrono. E' severo e deciso ma non ci nega il caffè del mattino o i commenti del lunedì, partecipandovi magari con veloci e dotti pareri. Sublima le direttive dell'azienda facendole proprie mentre i suoi desideri prendono forma. Sembra incredibile ma le giornate scorrono attive e ghiotte, senza mai amareggiarsi o cadere in depressione. Ma poi suonò la sveglia.
23 ETA' CORPOREA Da giovani si vuole far colpo sembrando più vecchi di un corpo che non lo è ancora. Da vecchi cerchiamo di sembrare più giovani nascondendo un corpo che non lo è più.
24 INDISPENSABILI Correte pure in ufficio; vi aspettano telefoni che squillano insieme al cellulare, pratiche da terminare e nuove da visionare, colleghi che chiedono e voi pure, lavori che si accavallano e sembrano non risolversi mai, cose semplici che si complicano e infine l immancabile urgenza. Vi prendete la giusta pausa caffè ma poi il pranzo lo dovete ingurgitare per non tardare troppo. Sembrate al centro del mondo fino a credervi il perno su cui ruota l azienda stessa, che senza di voi andrebbe allo sbando chissà dove. Ma poi improvvisamente vi ammalate di una banale influenza e al vostro rientro è tutto normale, è tutto come prima. L azienda ha retto tranquillamente la vostra assenza e non ci sono stati né crolli in borsa né licenziamenti. Insomma, non è successo assolutamente nulla anche senza di voi. A questo punto non rimane altro che riprendere il vostro solito ritmo continuando a pensare, sbagliando, di ritenervi indispensabili.
25 CALCIATORE Sinistro di dio Destro della madonna In testa. un cazzo!
26 ITALIANI MASSA L italiano è morboso e gossipparo, inneggia la pace ma è sempre in lotta con tutto e tutti. Lavora perché deve, ma appena può scansa. Piange miseria ma possiede tutto il superfluo. Fa l istruito leggendo solo i titoli dei giornali, e si crede sportivo solo perché sa tutto della sua squadra. Vuole la cultura in TV ma poi cambia canale. In politica si crede libero, libero di votare solo chi promette meglio. Non è razzista finché gli stanno lontani. Dice di amare il proprio paese ma poi basta guardarlo per capire quanto lo ama veramente. Adora le istituzioni ma non le rispetta.
27 IL LOSCO Affari Sporchi entrò in famiglia ed iniziò a promettere auto di lusso, oro, gioielli, fama, rispetto, denaro a volontà e volontà di farlo. E così iniziò un lavoro senza vincoli e senza orari; una carriera, un nuovo giro di amicizie diverso ogni giorno, anche multirazziale. Lavoro ovunque e dovunque: fabbriche, case, banche e negozi, ma anche le scuole dove un tempo faceva finta di studiare. E così smise di cazzeggiare nel bar in piazza, divenuto ora base per incontri di lavoro o di vanto. Fughe dalla noia e non solo da quella, notti brave e tante cattive. Incontri cattivi con i buoni che ogni tanto diventano per fortuna altrettanto cattivi. Giorno dopo giorno, anno dopo anno, fece qualunque cosa con chiunque, senza remore e senza scrupoli. Fughe, nascondigli, amicizie ambigue, azioni riprovevoli, abbandoni e vendette. E dopo una vita ai margini con un occhio sempre rivolto alle proprie spalle, per un breve attimo sembrò rendersi conto di quanto sarebbe stato piacevole un semplice e noioso lavoro in ufficio. Ma fu tardi, troppo tardi, una banale distrazione e non fu più lui. Disponibilità di denaro e di falsi amici ne aveva ormai in abbondanza; ma non fece in tempo a ritirare l'auto nuova, il collier per la donna ed il saluto in piazza. Il rispetto quello sì, ai morti è d'obbligo, chiunque essi fossero. Ma solo per un attimo.
28 CON LE MANI IN MANO NON CI SI MASTURBA NEMMENO
29 PIRLATE Solo un uomo demotivato può preparare l'abbacchio al forno? Un sollevatore di pesi usa solo camicie di forza? Il vento ricco forma l'aria viziata? L'esame del sangue di un alcolizzato lo fa il sommellier? L'unico pesce con la carie è il dentice? La cintura di sicurezza la usa chi porta i pantaloni senza mutande? Ventilare un ipotesi significa pensare sottovento? I lenti sono balli vegetariani? Cos'è il glande per un cinese? Il salmone affumicato rischia il cancro ai polmoni? L'albero maestro si trova solo nelle navi scuola? L'albero maestro può dare buoni frutti? La pesca d'alto mare è un frutto per soli navigatori?
30 DA GIOVANE GODEVO COME UN MAIALE, OGGI DEL MAIALE HO SOLO LA FORMA
31 NORMALITA' 1 Mi masturbo, si mi masturbo. E lo faccio con gusto e senza sensi di colpa. E godo perché lo faccio per i cazzi miei, quando voglio e quando posso. E se uso una videocassetta non devo nemmeno faticare in attesa dell'erezione, senza la quale non potrei arrivare a nessuna conclusione. Che poi è quello che uno cerca. Certo che campare di sole seghe diventerebbe monotono come del resto avviene a chi ciula tanto ed in continuazione, quindi cerco di resistere alla tentazione per poterlo fare all'infinito. Ma poi arriva l'estate e le ragazze escono quasi nude, ed è impossibile non guardarle pensando di possederle ovunque; a letto, sulle scale o nel mezzanino del metrò. E più scorre l'estate, più se ne vedono, più mi masturbo. Ma poi ritorna l'inverno e si spengono gli sguardi, ma i ricordi per un poco resistono e quindi continuo a masturbarmi. Sempre meno, ma sempre. Il pensiero dell'estate ormai latita e ogni tanto fa capolino fra la mente e la mano ormai callosa, quindi controvoglia mi masturbo ancora. Ma dopo una lunga e grigia attesa l'estate ritorna e a ogni sguardo io ricomincio quando posso, senza problemi ma anche con meno soddisfazione. E chi ciula tanto? Stessi problemi; esaurito il missionario si passa alla pecorina per poi terminare con un esaltante smorzacandela che prelude alla movimentata carriola. Il giorno dopo si bissa e i successivi ancora, ma a furia di ripetersi il missionario ritrova il piacere della preghiera, le pecorine diventano così tante che a contarle ci si addormenta e lo smorzacandela non serve più perché ci dimentichiamo persino di accenderla. E la carriola, compresa di cazzuola, se la riprendono giustamente i muratori! Stanchi ormai di tutto ecco allora rispolverare il mitico kamasutra; le posizioni sono davvero tante come i segue
32 giorni, tante ma non infinite e quindi prima o poi si ricomincia ancora e ancora fino a ripetersi, al punto da conoscere a memoria sia le posizioni che le pagine in cui si trovano. Via l ormai konsumato kamasutra ecco apparire affascinanti giocattoli di ogni forma e colore, mille funzioni da far invidia al robot da cucina di vostra madre. Ma dopo averli usati fino a consumarli li trasformate prima in soprammobili da vanto e poi in soprammobili da cantina. Nemmeno le prostitute fanno godere perché lo fanno solo per soldi e non per gioco, mentre i più affascinanti trans rappresentano una bella novità, ma dopo il primo sgomento la noia si riappropria del sesso. Che fare? Come uscire dalla routine? Me lo ripeto all infinito ma un bel giorno, uscendo stanco di noia e ubriaco dall ennesimo bar, non mi vado mica a trovare a tu per tu con una biondina niente male. Senza apparenti pensieri la seguo per qualche via fino a sentirmi spingere da un incontrollabile forza interiore, e nell angolo più buio e nascosto, complice il buio, l abbraccio con inaspettato vigore catapultandola a terra nell'angolo più nascosto e appartato. La cosa strana è che urla e si dimena come una bestia, ma invece di spaventarmi, la situazione mi eccita ancora di più e la blocco con forza tappandogli la bocca con una mano mentre con l altra le strappo i vestiti. Alla fine ho il totale sopravvento e me la faccio fino all'apice dei sensi (miei). La lascio lì a terra sconvolta a piangere chiedendomi il perché di tanto casino, in fondo ho anch'io diritto al sesso e poi, alla fine, si tratta solo di una sveltina. Va bene che non me l'hai chiesta e magari non sono il tuo tipo. Ma se è tutto qui, che vuoi che sia! E poi parlano di solidarietà e altruismo.
33 L'AMANTE Famosa chiesa decide di sostituire l'organo, si dà via al trapianto. Tutti i fedeli fuori e gli infedeli lontano, dentro solo la fede perché il matrimonio è una cosa seria. Decidere il luogo - la data - il ristorante - la chiesa è molto difficile perché devono piacere a tutti, siano comodi per tutti, non costino troppo e facciano fare bella figura. E io pago. E gli altri mi regalano, badando bene a farsi belli bilanciando i costi. Minima spesa massima resa. E io lavoro. Non so dirvi quanto però mi pagano e quindi qualcosa devo fare, bene o male non importa, siamo in tanti e tutti nel calderone. Ma poi arriva Natale e tutti devono essere per forza buoni. E se non c è buonismo sbattetelo in prima pagina urlandolo al mondo. E se non bastasse richiamate i cosiddetti valori della famiglia e della bontà: ovvero i regali incipienti, il cane con le pulci, l'auto che va a super, le rate del mutuo, l'affitto, il caviale finito, il figlio dal dentista e la moglie dall'amante. Perché l'amante è comodo; non sporca, non ruba, non puzza e non lascia il segno. Dice sempre di sì perché non fa quadrare i conti, non fa i mestieri, non ti riempie di lavoro ma di regali, arriva prima del marito stanco ma prima della stanchezza della moglie. Lavora in anticipo sui problemi e quindi li lascia agli altri i quali, presi a risolverli, non hanno tempo per gli altri e per se stessi. Comodo vero?
34 AL LAVORO Mi sveglio oltre l orario e quindi torno subito a letto perché ormai è tardi e domani devo andare al lavoro.
35 COSTRUITEVI UNA VITA FELICE E ANDATE AL LAVORO CONSAPEVOLI CHE IL BELLO VIENE DOPO
36 MEZZ ETA 50 anni sono un età critica per il maschio latino, lasciando tutti di stucco comincia a fare cose che trent anni prima era troppo intelligente per farle.
37 SE L UNICA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE FOSSE L UOMO, IL MONDO INTERO RINGRAZIEREBBE
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