Il testamento di Maria. Carlo Fulgheri

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3 3 Il testamento di Maria di Carlo Fulgheri

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5 5 Maria Maria si era portata in prossimità della fontana e afferrata la fune, aveva lasciato che il secchio precipitasse fino a immergersi in acqua, per poi issarlo lentamente verso la superficie, provocando un acuto cigolio della carrucola, logorata dall intensa attività e dalla mancanza di manutenzione, in modo analogo al resto del manufatto che presentava segni evidenti d instabilità. La malta era stata consumata quasi del tutto dai travasi dal secchio, quando nella risalita impetuosa dal fondo del pozzo, subiva poi un drastico arresto nel momento in cui arrivava in superficie. Aveva contemplato quello stato di decadenza e ripensato ai tempi in cui il pozzo era stato edificato dalla base. Il ricordo era vivido, forse perché a quei tempi era ancora bambina e l opera era stata causa di un grande clamore e d intensa attività collettiva. Quella era stata una delle rare occasioni in cui i suoi compaesani avevano trovato un accordo e in poco tempo avevano realizzato quell oasi quasi dal nulla, trascinando dalla collina i blocchi di calcare da utilizzare come sedili e mettendo a dimora le acacie che li ombreggiavano al momento, essendo cresciute a dismisura, ma la costruzione del pozzo, era stata senz altro l impresa più impegnativa. Le circostanze avrebbero preteso altre iniziative simili a quelle dei suoi ricordi, aveva pensato, senza farsi illusioni di sorta. Era sera e una lieve brezza aveva rinfrescato l aria, alla fine di una giornata in cui l afa e la calura avevano imperversato, inducendo gran parte dei suoi compaesani a indugiare all ombra di quelle piante e a prelevare quasi tutta la portata della sorgente che alimentava la fontana. Lei, com era sua abitudine, aspettava quell ora per rinfrescarsi e dopo essersi lavata e profumata, se non incontrava qualcuno con cui socializzare faceva rientro alla sua dimora, intrattenendosi fino a che la luce fiocca della lanterna le permetteva di dedicarsi alle sue

6 faccende senza infastidirle troppo gli occhi. Sì, perché lei era molto meticolosa e pretendeva quasi la perfezione, per i piccoli oggetti che creava utilizzando esclusivamente i materiali che nascevano liberi nella natura. Era seduta in quel posto da qualche minuto, dopo che si era rassettata, ma non aveva ancora voglia di rientrare. Avrebbe voluto incontrare qualcuno con cui poter almeno dialogare, poiché era ben conscia che una volta fatto rientro in casa, la giornata poteva considerarsi conclusa; stranamente però, quella sera sembrava che tutti volessero disertare quel luogo. Di fronte, sulla collina che digradava dolcemente a ovest, inerpicandosi a est in un torrione inaccessibile, sorgeva il villaggio. Sul versante occidentale era stato costruito uno spesso muraglione per la difesa che lei aveva sempre conosciuto con un ampia breccia, a dimostrazione che non bastano le fortificazioni da sole, a proteggere l incolumità delle persone. La muraglia era stata costruita con grossi blocchi di calcare e si poteva scorgere da grandi distanze, in conseguenza del bagliore che emanava nelle giornate assolate, consuete in quel luogo per gran parte dell anno. Era stata innalzata in epoche in cui il villaggio aveva conosciuto tempi più propizi; al momento i capperi ne avevano colonizzato tutte le crepe, per la gioia degli uccelli che se ne cibavano, o che usavano per nidificare, o come trampolino di lancio per le loro evoluzioni. Maria si era alzata e aveva legato i lunghi capelli neri in una grossa treccia, lasciando poi che le scivolasse sul petto prosperoso. I suoi lineamenti piacevoli e regolari erano in piena luce che evidenziava una piccola fossetta sul mento e al pari della bocca sensuale e dei grandi occhi scuri, rimarcavano i suoi tratti salienti. La sua figura snella e slanciata era visibile in tutta la sua grazia, anche se la tunica rosso porpora, lisa fin quasi ad essere trasparente, rivelava le sue modeste condizioni economiche, ma senza sminuirne il portamento. La tunica era stretta ai fianchi da una cintola in fibra intrecciata e dalle spalle le scendeva uno scialle nero ricamato con motivi floreali che le arrivava fino ai glutei. Aveva raccolto la sua borsa di giunchi intessuti, nella quale riponeva le sue cose ogni volta che si recava alla fontana e

7 mosso i primi passi verso il borgo, distante alcune centinaia di metri. Il Sole stava calando e le costruzioni, prevalentemente in pietra, avevano assunto un colore rossastro. Camminava a passi lesti e in breve aveva raggiunto il villaggio, percorrendone le stradine strette e dissestate ma ben animate dai ragazzini che praticamente le vivevano a tutte le ore del giorno, non avendo altre opportunità per impiegare meglio il tempo. Al suo passaggio tutti la salutavano, come faceva sempre lei, del resto, non negando la sua considerazione né a grandi, né a piccini. Ancora pochi passi, poi dietro l angolo c era la sua dimora. L aveva quasi raggiunta, quando un uomo, dal volto quasi completamente divorato da una folta barba nera, l aveva scansata per un pelo, continuando poi per la sua strada senza degnarla di un saluto. Si era voltata nella direzione dell uomo, il quale indossava un mantello a righe chiare e scure che lasciava intravedere a malapena la tunica color ocra, ed anche se si erano incrociati per un solo attimo, le era parso di riconoscerlo. Giuda! L aveva chiamato. Che fai, non mi saluti? L uomo aveva arrestato quella che era quasi una corsa e si era voltato. Maria Maddalena! Scusami, non ti avevo riconosciuta. Ero così di fretta. Le aveva detto scotendo il capo per la sbadataggine con cui si faceva contraddistinguere, quindi si erano andati incontro e afferrati per l avambraccio vicendevolmente in segno di saluto. É da tanto che non ti si vede. Gli aveva detto Maria quasi in tono di rimprovero. E a quanto mi è dato di sapere, hai diradato la tua frequenza anche al seguito del Maestro. Cara Maria, ci sono cose che tu non puoi sapere e anche se te le dicessi in questo momento, rischieresti di fraintendermi e credimi, sarebbe l ultima cosa che vorrei! A volte le apparenze possono ingannare anche i più scaltri, persino me, che sicuramente non mi considero uno stupido. Chi di noi potrebbe dire di essere esente da sbagli? Gli aveva risposto Maria, ben consapevole della banalità, ma decisa ad attenuare l amarezza che sentiva nelle parole

8 dell interlocutore. Vedi; è proprio qui, in queste parole, il nocciolo della questione. Se noi applicassimo a tutti i ragionamenti questa tua frase, allora ci porremmo nella prospettiva di migliorare la nostra condizione, o almeno di essere consapevoli dei nostri errori. I guai ci sovrastano quando noi riconosciamo a qualcuno la capacità di non sbagliare mai, perché in questo caso, qualunque cosa egli possa proferire dobbiamo accettarlo per vero e di conseguenza rinunciamo persino ad approfondire con la nostra mente possibili alternative. Che senso avrebbe mettere in discussione concetti che tutti considerano certi? E tu ti angusti per ragioni simili? Gli aveva risposto Maria sorpresa. Maria, quelle ragioni sono la causa della nostra condizione attuale! Ti avevo detto che forse non era il caso che ti rivelassi i miei crucci, però, visto che ci siamo, voglio darti da pensare per i prossimi giorni, in modo tale che una volta che ci avrai ragionato, almeno un po di luce potrai scorgerla e poi potremmo proseguire il discorso. Di cosa si tratta? Gli aveva chiesto lei guardandolo negli occhi. Giuda aveva esitato per qualche attimo nel tentativo di trovare le parole appropriate e nel frattempo lei gli aveva sorriso, proponendosi di ricondurre il discorso a un carattere più ludico. Niente di drammatico. Le aveva risposto lui, sforzandosi di imprimere alle parole il carico necessario a evidenziarle, vanificando in tal modo il tentativo dell interlocutrice. Volevo solo che riflettessi su un concetto: e se le nostre certezze fossero il muro oltre il quale ci viene impedito di allungare lo sguardo? Oggi sei veramente enigmatico. Gli aveva risposto Maria posandogli la mano sul petto. Perché non entri in casa? Ci siamo quasi. Giuda aveva scosso la testa e le aveva porto nuovamente la mano, ricordando in quel momento le ragioni che pochi attimi prima, per poco non l avevano fatto scontrare con la ragazza. Sono veramente costernato, ma vado troppo di fretta.

9 Aveva aggiunto, evidenziando quanto gli costasse quella rinuncia. Ci sono amici, anzi, oserei proprio dire compagni, che mi aspettano e verso i quali sto mancando al mio dovere di puntualità. In altre circostanze sarei stato ben felice di accettare il tuo invito, a causa della stima che ti porto. Quindi tenendole le mani nelle sue, si era congedato. Ti saluto. Devo proprio salutarti. A presto! Ciò detto si era allontanato a un andatura ancora più sostenuta di prima, nel tentativo di rimediare al suo ritardo, lasciando Maria a riflettere sul loro incontro. 9

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11 11 Il confronto con Giuda Era passato del tempo, Maria aveva ripreso le sue abitudini quotidiane senza riuscire a sciogliere il mistero che le aveva proposto il suo interlocutore quella sera, né tanto meno avere l opportunità di riallacciare quel dialogo, col quale avrebbe potuto acquisire elementi di approfondimento. Il tempo trascorreva lento e uguale, finché un giorno aveva deciso di recarsi a Gerico in compagnia di un nutrito gruppo di compaesani che le mettevano a disposizione un mulo per il tragitto. Il viaggio era stato lungo e faticoso, ma anche l occasione per consolidare i rapporti con i vicini, che aveva dovuto blandire dando fondo a tutta la sua diplomazia, quando si erano spinti in iniziative reiterate al fine di maritarla, poiché per loro non era concepibile che una ragazza dall aspetto così gradevole fosse ancora nubile. Arrivati a destinazione, ognuno aveva preso per la sua strada, dopo una serie infinita di raccomandazioni alla puntualità, indispensabile, se volevano rientrare senza mettere a repentaglio la loro esistenza. Maria era stata in quel luogo solo in un altra occasione e per giunta a quei tempi era ancora bambina, tuttavia si era fatta spiegare il tragitto minuziosamente e procedeva in quella direzione a passi decisi, prima nella periferia e poi per le vie del centro, divincolandosi quasi, dalle continue proposte dei mercanti che le offrivano le loro merci, cogliendo l occasione per intrecciare un dialogo con una ragazza così appetibile. Si era sentita al centro dell attenzione e anche turbata da quelle iniziative che in alcuni casi avevano rasentato la sfrontatezza. Non poteva negare che le sarebbe piaciuto intrattenersi e socializzare, considerato che al villaggio mancavano completamente tali occasioni, quasi sempre banali e ripetitive, tuttavia aveva ben in mente il suo obiettivo, quello che l aveva spinta in quel luogo in conseguenza delle sue necessità impellenti e che non si

12 potevano procrastinare oltre. Teneva la mano destra nella tasca, a difesa di risparmi che le erano costati gravi rinunce e che intendeva utilizzare per l acquisto di un paio di sandali nuovi e le stoffe con cui cucirsi abiti più decenti di quelli ormai logori che indossava. Le avevano indicato dettagliatamente persino la bottega dove recarsi, garantendole l onestà dell esercente, l unico che poteva fornirle ciò di cui aveva bisogno in cambio della modesta cifra che aveva racimolato, quindi era rivolta imperterrita in quella direzione. A un certo punto, in prossimità di un incrocio adiacente ad una piazza; davanti a lei aveva scorto un capannello di persone che non era possibile evitare, se voleva raggiungere la sua meta. Si era avvicinata nel tentativo di farsi largo tra di loro e in quel momento si era resa conto che quella gente era raggruppata intorno a Giuda e ad alcuni suoi amici che tenevano una specie di comizio. Si era fatta avanti. Voleva capire cosa avesse di tanto importante da comunicare a quella gente, ma proprio in quel momento aveva avuto inizio un fuggi fuggi che aveva frantumato l assembramento, scagliando le persone nei dintorni. Tutti avevano cercato di dileguarsi nelle stradine laterali, con l intento di porsi in salvo dalle guardie che venivano in quella direzione. Lei era stata travolta e in breve si era trovata stesa per terra come un cencio. Pochi attimi, poi qualcuno l aveva raccolta e portata via letteralmente di peso, in una corsa forsennata che aveva avuto fine solo alcuni isolati più in là, all interno di una costruzione che probabilmente veniva adoperata come magazzino, nel periodo della raccolta delle granaglie. Era così stordita Lentamente si era ripresa e si era resa conto di condividere quel luogo con Giuda e i suoi due amici. Come stai? Le avevano chiesto i tre uomini all unisono, senza nascondere affatto la loro preoccupazione per un suo eventuale infortunio. Stavo meglio prima, però non ho niente di rotto. Aveva risposto Maria mentre cercava di spolverarsi gli abiti e di ricomporsi nel migliore dei modi. Sono una pelle dura! Aveva continuato poi, tastandosi nelle parti doloranti, meravigliata di essere uscita quasi illesa da

13 un simile trambusto. Più che altro sono spaventata; non ho fatto nemmeno in tempo a rendermi conto di cosa è successo. A proposito, cosa è successo? Aveva chiesto a quel punto, rivolgendo il suo sguardo indagatore nella direzione dei tre uomini in condizione di imbarazzo evidente. A quel punto Giuda aveva preso la parola. Maria, ricordi l argomento dell ultimo nostro incontro? Eccome, se lo ricordo Gli aveva risposto lei, con un espressione che manifestava tutto il suo sconcerto. Credevo che in conseguenza di un simile approccio ci sarebbe stato anche un proseguo del discorso, in modo da non tenermi sulle spine. Non ci ho capito niente, buio totale! Però tu non ti sei fatto più vivo. Giuda le si era avvicinato e le aveva porto la mano cingendole l avambraccio con la medesima e guardandola diritto negli occhi per manifestarle quanto fossero vere le sue parole. Devi perdonarmi, però ultimamente sono molto impegnato e quindi ho dovuto rinunciare a quello che per me sarebbe stato un autentico piacere. Come vedi non ero al villaggio e questa è la ragione per cui non ho potuto privilegiarmi della tua amicizia e della tua considerazione. Poi rivolgendo una mano verso gli altri due componenti della momentanea comitiva, aveva aggiunto. Loro sono i miei amici e compagni. Sono persone veramente affidabili e altruiste e siamo accomunati dal medesimo ideale. Pensa che per il riscatto del nostro popolo sacrificano tutto il loro tempo e mettono continuamente a repentaglio la loro libertà, se non addirittura la vita. Un impresa che rasenta l impossibile, trattandosi della nostra gente aveva aggiunto giuda accarezzandosi la barba e sottolineando le parole con un espressione strana degli occhi ma, cosa non si farebbe per un ideale? Fatte le presentazioni, Maria non aveva saputo trattenersi. Possibile che per un ideale, la gente scappi a quel modo all arrivo delle guardie? Ti ho detto che si tratta del riscatto, quindi dell emancipazione dalla condizione di schiavitù in cui ci tengono coloro che occupano la nostra terra, di conseguenza è lecito aspettarsi che chi la occupa non gradisca che

14 qualcuno inciti gli occupati a riprenderne possesso! Giuda aveva terminato la frase quasi con un grido, ma immediatamente dopo, guardando in volto Maria si era addolcito e le aveva rivolto la domanda che gli era sorta fin dal primo momento del loro incontro rocambolesco. E tu, cosa sei venuta a fare in questo luogo? Giuda non aveva nemmeno finito di porle la domanda che Maria si era resa conto di essere in ritardo con i suoi impegni, che non poteva far aspettare i suoi compagni di viaggio, né tanto meno metterli in condizione di preoccuparsi per la sua sorte. Io ero venuta per comprare delle stoffe e un paio di sandali nuovi, ma ormai devo rientrare a mani vuote. Sono venuta qui con dei conoscenti tanto gentili e generosi che mi hanno persino messo a disposizione un loro mulo per non farmi fare il viaggio a piedi e adesso non posso farli preoccupare; devo rientrare assolutamente. Ti accompagno! Le aveva risposto Giuda, nel tentativo di calmare l ansia che aveva percepito in quelle parole e proponendosi quale rimedio al disguido di cui era stato causa involontaria. Vista la situazione, per un po di tempo è meglio che mi allontani da Gerico. Lascia che mi accomiati dai miei cari amici per i quali al momento posso rappresentare solo un pericolo, considerato che loro sono del luogo e quindi, facilmente individuabili dalla guardia romana, poi sarò a tua completa disposizione. Così dicendo Giuda si era appartato alcuni istanti con gli amici e dopo aver confabulato brevemente si erano salutati, quindi avevano abbandonato l improvvisato rifugio per allontanarsi in direzioni diverse. Maria e Giuda erano rimasti soli e quest ultimo si era subito prodigato per rendere operativa la sua promessa. Era ancora molto distante, il luogo verso cui eri diretta per i tuoi acquisti? C ero quasi, non fosse stato per quel subbuglio, a quest ora sarei già sulla via del ritorno. Aveva risposto Maria con un evidente timbro d'apprensione nella voce. Posso assicurarti che conosco Gerico meglio delle mie

15 tasche, in conseguenza di ciò, mi impegno a farti recuperare tutto il tempo che hai perduto. Le aveva detto Giuda perentorio, offrendole pure la mano per guidarla. Dai, andiamo nella bottega in cui eri diretta e fai pure i tuoi acquisti, poi raggiungeremo i tuoi compagni di viaggio. Saremo talmente veloci che non si renderanno nemmeno conto dell avventura che ti è capitata tuo malgrado! Ciò detto si erano avviati decisamente nella direzione indicata da Maria. Quando li avevano raggiunti, però, i compagni di viaggio di Maria erano alquanto contrariati, in quanto anche una sola ora di ritardo significava far rientro al villaggio dopo l imbrunire, con tutti i pericoli che questo comportava. Per fortuna erano abbastanza numerosi e questa era una ragione sufficiente di per sé, a scoraggiare eventuali malintenzionati. Per tale ragione, per il fatto che un uomo in più, in quelle circostanze poteva essere prezioso, nessuno aveva avuto da obiettare e la presenza di Giuda era stata bene accolta. Giuda aveva preso alla corda il mulo sul quale cavalcava Maria e procedeva ad andatura sostenuta. Non voleva assolutamente che la sua presenza potesse essere considerata un intralcio per la piccola carovana, per cui in breve ne erano alla testa. Era uno di quei soliti pomeriggi assolati e una brezza calda e umida accentuava ancora di più il disagio di quella marcia. Per chi non era temprato da quell ambiente, un andatura simile sarebbe stata insostenibile, ma Giuda aveva innescato la sua marcia ed il motore era la sua determinazione, quella volontà che una volta intrapresa un impresa, solo la disfatta poteva fermare. Con quest animo avevano percorso un buon tratto del tragitto che si dipanava ora in mezzo ad aspre rocce, nelle quali gli zoccoli del mulo riecheggiavano per la durezza della massicciata, ora in mezzo a dune sabbiose che mettevano a dura prova la resistenza di uomini e bestie. Giuda era imperterrito nel suo obiettivo e in quell intento andava diritto, senza rivolgere nemmeno una parola alla sua compagna di viaggio, attento a non sprecare energie preziose per il lungo cammino. Guarda quella nuvola all orizzonte! Aveva esclamato ad un

16 tratto Maria. Giuda aveva sollevato lo sguardo per puntarlo in quella direzione e asciugato il sudore che gli colava si era fermato, voltandosi poi all indietro nell intento di individuare i compagni di viaggio, che erano dei minuscoli puntini in lontananza. Questa non ci voleva, quella è una nuvola di sabbia ed il vento la spinge proprio nella nostra direzione! Aveva esclamato Giuda seriamente contrariato. Dobbiamo cercare riparo, altrimenti corriamo il rischio di perderci, una volta che ci avrà raggiunto. Adesso il problema è stabilire se è il caso di aspettare gli altri, o proseguire per raggiungere il passo nel più breve tempo possibile. Lì ci sono parecchie insenature nella montagna e potremmo fermarci senza pericolo fino a quando sarà cessata la tempesta. E evidente che dobbiamo aspettarli! Aveva risposto Maria senza il minimo tentennamento. Umanamente sono d accordo con te, però, se la tempesta ci raggiunge prima che riguadagnino il distacco, corriamo il rischio di non incontrarci nemmeno se siamo a pochi passi, quindi di perderci nonostante tutto! Giuda aveva risposto mentre con la mano aperta sulla fronte scrutava verso il piccolo drappello che sembrava essersi fermato; evidentemente si erano resi conto del pericolo e stavano decidendo in quale modo affrontarlo. Cosa facciamo? Aveva chiesto ancora Maria, senza nascondere la sua preoccupazione. Io al loro posto cercherei di raggiungere le rocce che abbiamo attraversato un ora fa, lì potranno legare le bestie e se hanno dei teli cercare di ripararsi alla meno peggio, almeno non rischiano di perdersi e poi potranno proseguire quando tutto sarà finito. Magari ci sentissero! Aveva detto Maria senza smettere mai di scrutare le mosse dei suoi compagni che intanto avevano ripreso la marcia; tentando persino di comunicare con loro, gridando con tutto il fiato che aveva. Sì, è gente abituata a questi fenomeni; credo che abbiano deciso di fare la stessa cosa che avrei fatto io. Adesso tocca a noi darci da fare e raggiungere il passo al più presto. Ciò detto, Giuda aveva ripreso le redini del mulo e si era

17 avviato più lesto che mai. Un ora dopo avevano già trovato riparo in una fenditura del canale roccioso, quando mancavano ormai poche miglia dal villaggio, purtroppo però, proseguire era troppo rischioso. Perché hai scelto proprio questa nicchia? Lì, di fronte a noi ne ho intravista una molto più comoda e ampia! Aveva esclamato Maria rivolta al suo compagno d avventura. Vedi? Per noi quel che conta è che l imboccatura del riparo non sia controvento. Queste tempeste sono di una veemenza inaudita e probabilmente quando tutto sarà cessato, le spaccature nelle quali il vento potrà infierire saranno colme di sabbia! Ho cercato quella più riparata perché ormai la partenza è rimandata a domani e noi dobbiamo solo aspettare pazientemente che la furia della natura si plachi. Senti, è già qui! Senti come ulula il vento tra le rocce! E i miei amici, cosa sarà di loro? Non sarà sicuramente la prima volta che gli capita, purtroppo erano in un punto troppo lontano da qualsiasi riparo decente e mangeranno tanta sabbia, comunque ci vuole ben altro; sanno reagire meglio agli elementi della natura che alle astuzie dei potenti! A proposito gli aveva detto Maria a quel punto, ricordando l episodio che in qualche modo li aveva accomunati in quell avventura non abbiamo ancora avuto modo di parlare delle ragioni che ti hanno spinto a fare il rivoluzionario. E che ragioni possono esserci, se non il desiderio di riscatto da coloro che ci occupano? Siamo nati tutti dal ventre di una donna, liberi; è inaccettabile che un uomo si erga a padrone di un altro uomo! Sì, però il Maestro ha detto che bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare! Con quelle parole ha legittimato lo sfruttamento dell uomo sull uomo, per questa ed altre ragioni ho smesso di seguirlo. Credevo anch io che fosse un elemento di rottura col passato e per questo l ho seguito con entusiasmo, ma poi ho capito che è uno strumento di continuità, che non rinnega, ma se è possibile inasprisce, con le sue affermazioni, le regole già

18 disumane delle sacre scritture. Con le sue asserzioni vuole creare un esercito di servi al servizio dei prepotenti. Non ti rendi conto della portata della sua dottrina; lui è venuto a portarci una parola di speranza, per stimolarci alla misericordia e al perdono verso il prossimo. Cosa può esserci di più rivoluzionario? Sotto questo aspetto non posso darti torto. Aveva proferito Giuda prendendo fiato per una breve pausa. Maria aveva manifestato un gesto di sollievo. Non posso darti torto, però è una rivoluzione che va contro gli interessi delle persone che si vogliono difendere. Vedi; ci sono azioni che pur non facendo l interesse dell animale uomo nell immediato, alla lunga possono rivelarsi tali da garantirgli fortuna per il futuro, altre sono evidentemente contro di lui sin dal concepimento dell idea stessa. Prova ad immaginare cosa succederebbe se un allevatore per pietismo facesse sopravvivere tutti i nuovi nati storpi e mandasse al macello quelli sani. In breve tempo si troverebbe un gregge incapace di sostentarsi, ma soprattutto inutile a soddisfare i suoi bisogni. I rapporti tra noi e questo mulo sono resi possibili in virtù di un tornaconto reciproco, lui ci fornisce un servizio e noi gli garantiamo cibo e protezione. Noi esistiamo perché nel corso dei secoli i nostri antenati hanno agito in modo tale da consentire anche la nostra sopravvivenza, nonostante i tanti errori commessi; però ci sono azioni che se dovessero divenire oggettive porterebbero alla nostra estinzione, o quantomeno, ci metterebbero nella condizione di vivere una avita che non varrebbe la pena di essere vissuta. La pietà, il perdono, sono auspicabili nei confronti di un conoscente, di un amico, di un fratello; sono indispensabili nel rapporto tra due sposi che nella convivenza sono soggetti a sbagliare e allora sono necessari tolleranza e indulgenza per superare l ostacolo temporaneo, in modo da permettere a colui che commette l errore di riconquistarsi l affetto e la stima. Ma, con quale animo posso avere pietà, come posso perdonare colui che vuole sottomettermi e rendermi suo schiavo? Quali propositi devo nutrire verso chi vuole togliermi la libertà e i diritti più elementari? No, mi dispiace ma questo va contro ogni logica,

19 la più basilare; equivale al disprezzo della dignità umana! Io non vado certo in giro a cercarmi nemici, amo la pace e mi piacerebbe vivere una vita gioiosa e serena, però sono consapevole, non solo di non poter amare il mio nemico come me stesso, ma che devo agire in modo tale da porgli qualche deterrente sul piatto della bilancia prima che decida di attaccarmi; che forse perirò, ma lui subirà gravi perdite. Il punto è che abbiamo una visione diametralmente opposta di quella che può essere la giustizia, che diamo significati e valori diversi alle parole. Un giorno gli chiedemmo per quale motivo si rivolgesse con parabole a coloro che ci seguivano. Ci rispose che a noi che eravamo prediletti si rivolgeva in modo chiaro, agli altri non era dato di capire. Ascolteranno e non sentiranno, guarderanno senza vedere. Ebbene, io mi rifiuto di portare rispetto ad un entità che discrimina, che non mette nelle stesse condizioni ognuno di noi, che non da a tutti le medesime opportunità! Maria era sconcertata, aveva l impressione che il suo interlocutore fosse un estraneo, un ingrato; e con quale inaudita violenza si scagliava contro quell uomo giusto Stento a riconoscerti. Come puoi affermare simili concetti? Con me è stato tanto buono; mi ha posato le mani sul capo e mi ha ridato la mia dignità! Giuda non aveva saputo trattenere uno scatto; evidentemente Maria non aveva riflettuto affatto sul quesito che le aveva posto quella sera e ciò l aveva spinto a rimarcare i suoi concetti quasi con veemenza. E quando l avevi persa la tua dignità? Quando con gli unici mezzi disponibili cercavi di sopravvivere nella miseria in cui ti aveva relegata questa società e i dogmi intolleranti che lui si guarda bene dal contestare? Visto che voleva salvarti e darti una nuova dignità, perché non ha deplorato i principi stabiliti che ti hanno resa serva ancora prima che tu nascessi? A cosa ti riferisci? Gli aveva chiesto Maria, con un espressione del volto che lasciava intuire lo sforzo che le era necessario per capire le ragioni che permettevano al suo novello antagonista affermazioni così perentorie. Alle parole del nostro presunto creatore, quando scacciò i

20 nostri primi antenati solo perché volevano sapere: Tu sarai sottomessa all uomo e gli dovrai obbedienza! Con questa premessa, quando potrai riacquistare dignità, nella nostra società? Lui vuole salvarci l anima in prospettiva di un mondo che è di là da venire, ma in questo mondo dobbiamo fare i servi, non perdere occasione per umiliarci, per privarci di qualunque dignità, per andare incontro alla sofferenza con gioia e trepidazione. Sinceramente, a me questi sembrano i vaneggiamenti di una persona malata! Perché dobbiamo porgere l altra guancia? Io voglio fare in modo che un altro mio simile rifletta bene prima di prendermi a ceffoni; voglio che sia consapevole che potrebbe costargli molto ed io del resto devo riflettere sul fatto che non devo fare ad altri ciò che non voglio sia fatto a me stesso! Maria si era sentita sollevata in qualche modo. In definitiva, anche se in perfetta collisione col maestro, Giuda era spinto comunque da ragioni di giustizia e di equità e per le medesime era pronto a spendersi nella pratica, a prendere le difese dei più deboli e degli emarginati, anche se inconsapevoli di essere tali e ciò l aveva addolcita. Giuda, tu pensi troppo! Non ricordi? Beati i poveri di spirito perché di loro sarà il regno dei cieli. Giuda aveva preso a tormentarsi la folta barba. Era evidente che il ragionamento non poteva bastare a disancorare concetti acquisiti e accettati senza la minima valutazione, ma lui non poteva lasciarsi scoraggiare dallo stato di fato; ben altri confronti lo attendevano se voleva portare avanti il progetto che aveva in serbo, ma la strategia doveva essere la medesima in tutte le circostanze: la disamina schietta e leale delle contraddizioni che li assoggettavano alla loro condizione. Ancora una volta viene rimandato tutto a un futuro evanescente che ci viene promesso a condizione che in questa vita siamo degli strumenti nelle mani dei più furbi. Loro, quelli che hanno capito come funziona il mondo, preferiscono viverle nel presente le gioie e le beatitudini che a noi verrebbero elargite nell aldilà! Noi abbiamo un diritto, o forse sarebbe meglio chiamarlo dovere; quello di costruirci

21 un futuro con le nostre mani; adatto alle nostre esigenze, al nostro anelito alla gioia. Maria si era battuta una mano sulla fronte, in quel momento aveva capito cosa era successo. Giuda, adesso mi rendo conto, tu hai perso la fede! Non ricordi le parole del Maestro? Non angustiarti per il domani; gli uccelli non seminano, non mietono, non raccolgono, eppure volano liberi e liberamente si cibano senza inibizioni. I fiori dei campi non tessono, non cercano fibre, né colori, eppure vestono abiti che farebbero invidia alla grandezza di Salomone; come può il signore dimenticarsi di noi che siamo le sue creature predilette? Giuda aveva scosso la testa, cominciava a chiedersi se valesse la pena di continuare a controbattere simili affermazioni, ma poi aveva deciso che non bisogna mai perdere l occasione di far valere la ragione. Ho perso la fede il termine giusto sarebbe: mi sono liberato della fede. Ho permesso alla mia ragione di riflettere sulla mia, sulla nostra condizione. Ho preso coscienza ed ho capito che dobbiamo essere noi a costruire il nostro destino su questo pianeta. Di regni ce ne sono già troppi in questo mondo, se dovesse esserci qualcosa nell aldilà; sono sicuro che quell entità li avrà aboliti tutti e tutti saremo considerati alla stessa stregua! In quanto al fatto che non dobbiamo occuparci dei nostri bisogni, voglio farti una domanda: per quale motivo ti sei recata a Gerico, stamane? Maria lo aveva guardato in volto; sapeva benissimo del motivo che l aveva spinta verso quella località, dove voleva arrivare quell uomo? Mi hai accompagnata tu, conosci benissimo il motivo che mi ha spinta! Ecco, non hai aspettato che qualche angelo venisse a vestirti allo stesso modo dei gigli dei campi. Hai determinato che era necessario il tuo impegno, se volevi soddisfare la tua necessità. Tuttavia questa decisione non è scaturita da un motto improvviso, già da tempo eri consapevole della tua condizione di bisogno e in considerazione di questo bisogno ti sei organizzata per raggiungere lo scopo. Hai lesinato sulle tue già scarse risorse fino a raggiungere la somma

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