LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA PIANIFICAZIONE INTEGRATA DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI NATURA

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1 Workshop LA VALUTAZIONE AMBIENTALE E LA PIANIFICAZIONE INTEGRATA DELLE AREE PROTETTE E DEI SITI NATURA luglio Palermo IL PIANO TERRITORIALE DEL PARCO DEI NEBRODI Massimo Geraci

2 La Politica dei Parchi Naturali in Sicilia: la Legge Regionale 6 maggio 1981, n. 98 Legge 6 dicembre 1991, n. 394 LEGGE QUADRO SULLE AREE PROTETTE Vengono individuati 3 parchi: Parco dell Etna istituito il con Ha Parco delle Madonie istituito il con Ha Parco dei Nebrodi Istituito il con Ha Successivamente viene individuato il 4 Parco Fluviale dell Alcantara Istituito il con Ha Da ultimo Il Parco dei Monti Sicani istituito definitivamente il 19 dicembre 2014 dopo l'annullamento del primo decreto istitutivo nel 2010 e del secondo nel 2013; comprende 12 comuni delle province diagrigento e Palermo in Sicilia.

3 Il Parco dei Nebrodi, istituito nel 1993, è l area protetta più grande della Sicilia. I Monti Nebrodi, assieme alle Madonie ad ovest ed ai Peloritani ad est, costituiscono l Appennino Siculo.

4 Il Parco dei Nebrodi Inquadramento geografico

5

6 I Nebrodi si affacciano a nord, direttamente sul Mar Tirreno e sulle Isole Eolie

7 Il loro limite meridionale è segnato dall Etna, in particolare dal fiume Alcantara e dall alto corso del Simeto.

8 Queste montagne da poche decine di metri sul livello del mare raggiungono la quota massima di 1847 metri di Monte Soro, anch esso immerso in una fitta faggeta.

9 L area protetta, si estende per circa ettari, dei quali circa sono protetti da formazioni boschive pregiatissime.

10 E la zona della Sicilia più ricca d acqua

11 Il Parco in atto è suddiviso in 4 Zone nelle quali, a seconda dell'interesse naturalistico, operano particolari divieti e limitazioni, funzionali alla conservazione e, quindi, alla valorizzazione delle risorse che costituiscono il patrimonio dell'area protetta Ha di cui Ha in zona A (riserva integrale) Ha in zona B (riserva generale) 569 Ha in zona C (protezione) Ha in zona D (controllo)

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13 LA COMUNITA DEI NEBRODI Sono 24 i Comuni del Parco, divisi su 3 province 19 in provincia di Messina 3 in provincia di Catania 2 in provincia di Enna

14 Inizialmente, dall anno di istituzione del Parco (1993), i comuni che avevano aderito erano 21. Successivamente 2 comunità, Acquedolci (ME) e Troina (EN), hanno richiesto ed ottenuto di entrare a far parte dell area protetta, con parte del loro territorio. Da ultimo anche la comunità di Raccuia (ME) ha chiesto ed ottenuto l inserimento di parte del proprio territorio nel Parco. INVERSIONE DI TENDENZA: Il parco non viene più considerato una realtà di vincolo e divieti; Entrare nel Parco vuol dire un concreto e sostenibile sviluppo economico delle comunità.

15 Di recente altri 20 Comuni hanno richiesto l inserimento nel Parco dei Nebrodi. 15

16 L Ente Parco dei Nebrodi Ente di diritto pubblico Dipende dall Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente Compiti e finalità Amministrazione e gestione dell area protetta Tutela e conservazione della natura Promozione e Fruizione Pianificazione territoriale Sviluppo economico

17 Il Piano Territoriale del Parco rappresenta lo strumento tecnico-amministrativo principale per la gestione del territorio protetto. La legge regionale quadro in materia di aree protette individua un ulteriore strumento per la gestione del parco: il Regolamento, previsto all art. 10, finalizzato a normare lo svolgimento delle attività di uso, fruizione e gestione delle risorse consentite dal Piano.

18 In data 24 settembre 2004 il Consiglio del Parco con deliberazione n. 05 ha adottato, con voto unanime, il Piano Territoriale ed il Regolamento. Con Deliberazione n. 223 del il C.E. ha approvato l istruttoria sulle osservazioni e le ha sottoposte al Consiglio del Parco che, nella seduta del , con Deliberazione n. 13, le ha approvate con voto unanime.

19 Il Piano Territoriale completo di elaborati ed atti, è stato trasmesso all A.R.T.A. in data

20 La realtà del Parco dei Nebrodi è stata analizzata attraverso una serie di studi di settore, sviluppati nell ambito di due fasi A1 Informazioni di base e A2 Analisi territoriale. Le analisi specialistiche hanno riguardato le seguenti tematiche: Aspetti geologici, geomorfologici e idrogeologici; Aspetti botanico-vegetazionali; Aspetti faunistici; Aspetti forestali; Aspetti agricoli e zootecnici; Aspetti territoriali e urbanistici; Pianificazione e vincoli; Aspetti socio-economici.

21 Tabella Elaborati costitutivi del Piano Territoriale: la Relazione generale; le Norme Tecniche di Attuazione; la Cartografia di Piano, secondo la numerazione e i titoli che seguono: Tav. 0 Inquadramento territoriale del Parco nel sistema delle aree protette (1: ) Tav. 1 Articolazione in zone del Parco (1:10.000) n.11 subtavole Tav. 1 bis - Articolazione in zone del Parco: quadro di sintesi (1:25.000) n.3 subtavole Tav. 2 Viabilità, infrastrutture e servizi piano della fruizione (1:10.000) n. 11 subtavole, legenda in fascicolo allegato Tav. 2 bis Piano della fruizione quadro di sintesi (1:50.000) Tav. 3 Conservazione e restauro aree di inedificabilità e di recupero ambientale (1:10.000) n. 11 subtavole Tav. 4 Aree forestali ed agricole (1:10.000) n. 11 subtavole Tav. 5 Zone C (1:10.000) Tav.6 Proposte di ampliamento del Parco e di direttrici di connessione ecologica (1:50.000)

22 Obiettivo generale del Piano: rendere il Parco risorsa e stimolo per il territorio locale. Tale obiettivo generale si specifica in obiettivi più articolati: 1. conservazione e riqualificazione dei principali ambienti ad elevata e buona naturalità; 2. conservazione e restauro del patrimonio culturale, dei paesaggi e della diversità paesistica; 3. indirizzo e promozione di modelli di gestione delle attività economiche volti a perseguire maggiori livelli di sostenibilità (ambientale, economica e sociale); 4. organizzazione e valorizzazione della fruizione del parco aperta al coinvolgimento del territorio di contesto; 5. sviluppo della conoscenza, della ricerca e del monitoraggio per un progressivo adeguamento della gestione; 6. costruzione di legami ecologici, paesistici, fruitivi ed economici tra parco e territorio vasto esterno; 7. coinvolgimento delle istituzioni, della popolazione e degli operatori nella formazione e nella gestione del Piano.

23 Valori da tutelare, recuperare e gestire con visione unitaria e prospettica: le aree a più elevata naturalità, fondamentali per la conservazione degli ecosistemi e della biodiversità; il patrimonio culturale e il paesaggio, con particolare riferimento alle foreste, alla pastorizia e all agricoltura; la presenza umana e le attività economiche che svolgono un ruolo significativo nell economia locale.

24 Il Piano propone una disciplina generale per le zone A e B che trova, per specifiche e limitate parti comprese nelle stesse zone (definite come sottozone A1 e B1), alcune precise limitazioni volte a garantire la conservazione dinamica degli ecosistemi e delle componenti ambientali individuati come di particolare interesse e valore per il Parco. Non si è invece ritenuto necessario introdurre variazioni nelle delimitazioni delle zone C e D, individuando per ciascuna zona C una specifica disciplina adeguata al particolare ambiente e per le zone D le direttive e i criteri da osservarsi nella redazione degli strumenti urbanistici locali.

25 PROPOSTA DI ZONIZZAZIONE zona A :orientata alla conservazione dell ambiente. Si prevede l adozione di un ampio ventaglio di misure che vanno dalla protezione dell integrità di habitat naturali, a interventi che favoriscono la crescita della naturalità, alla definizione di modalità di svolgimento delle attività zootecniche e forestali che risultino compatibili con la finalità primaria della conservazione dei valori naturali. zona B :orientata alla conservazione dei caratteri dei sistemi ecologico-paesistici presenti, attraverso il mantenimento degli ambienti naturali e la gestione sostenibile delle superfici produttive interessate da attività tradizionali. zona C : orientata a favorire la tutela del paesaggio, la fruizione ricreativa e culturale e l'uso sociale dei beni. zona D :orientata a consentire migliori condizioni di abitabilità, nell'ambito dello sviluppo dell'economia e di un corretto assetto del territorio.

26 PIANO DELLA FRUIZIONE

27 Visione d insieme del territorio tra i Parchi dei Nebrodi e dell Etna con relative altre aree protette limitrofe (SIC) e corridoi ecologici.

28 Carta della naturalita dell area di contatto tra i Parchi dei Nebrodi e dell Etna utilizzata per la localizzazione dei corridoi ecologici della Rete Natura 2000.

29 Il Regolamento del Parco disciplina le modalità per la gestione delle attività fruitive, edilizie, agro-silvo-pastorali consentite anche allo scopo di valorizzare le attività tradizionali e le consuetudini locali (ai sensi di quanto previsto all art.10 della L.R. 98/81 e s.m.i.) Tabella Struttura del Regolamento del Parco dei Nebrodi Capo 1. Finalità e contenuti del Regolamento Capo 2. Tutela delle risorse naturali Capo Suolo e acqua Capo Flora e fauna Capo 3. Gestione del territorio e del paesaggio Capo 4. Attività sostenibili Capo Attività economiche Capo Attività di ricerca, culturali e ricreative Capo Utilizzo e fruizione del Parco Capo 5. Valutazione di impatto ambientale dei progetti di opere e manufatti Capo 6. Norme generali finali Appendice 1. - Specie endemiche e/o rare delle quali è vietata la raccolta

30 Il Piano Territoriale è stato trasmesso all A.R.T.A. in data In data è stata trasmessa all A.R.T.A. la Relazione d Incidenza sui siti Natura Con D.A. 297 del è stata approvata la Valutazione d Incidenza. Nel 2011 il Comitato Regionale Urbanistica ha espresso parere favorevole. In atto il P.T. è sottoposto a parere del CRPPN.

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