Informazioni legali. ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Via Vitaliano Brancati, Roma

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Informazioni legali. ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Via Vitaliano Brancati, 48 00144 Roma www.isprambiente.gov."

Transcript

1

2

3 Informazioni legali L istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e le persone che agiscono per conto dell Istituto non sono responsabili per l uso che può essere fatto delle informazioni contenute in questo rapporto. ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale Via Vitaliano Brancati, Roma ISPRA, Stato dell Ambiente 51/2014 ISBN Riproduzione autorizzata citando la fonte Elaborazione grafica ISPRA Grafica di copertina: Franco Iozzoli Foto di copertina: Franco Iozzoli Coordinamento editoriale: Daria Mazzella ISPRA - Settore Editoria Settembre

4 Autori Guido Fioravanti (ISPRA) Contributi e ringraziamenti Si ringraziano per le revisioni e i suggerimenti: Franco Desiato (ISPRA) Andrea Toreti (European Commission Joint Research Centre, Ispra, Italy) 3

5 Indice generale Sintesi...5 Introduzione...6 Metodi...9 Dati Risultati Conclusioni

6 SINTESI Nel presente rapporto si descrive dettagliatamente una metodologia standard per l analisi statistica degli eventi estremi di precipitazione in Italia. Lo studio qui proposto è stato applicato a una collezione di stazioni meteorologiche uniformemente distribuite sul territorio italiano e selezionate sulla base di criteri di qualità e completezza delle serie rilevanti per l'analisi degli eventi rari. I risultati principali sono illustrati mediante grafici e tabelle. Il documento è articolato come segue: l'introduzione propone una breve panoramica sul tema degli eventi estremi di precipitazione nel più ampio contesto dei cambiamenti climatici; il capitolo Metodi propone una panoramica generale dei risultati principali della teoria degli eventi estremi (EVT), rimandando a testi specializzati l'esposizione matematica rigorosa degli stessi; il capitolo Dati fornisce una descrizione delle serie utilizzate e dei criteri adottati per la loro individuazione. Chiude il rapporto un'analisi dei Risultati ottenuti applicando il modello GEV (approccio Block Maxima) e il modello GPD (approccio Peak Over Threshold) rispettivamente alle serie dei massimi annuali/stagionali di precipitazione e alle serie stagionali di precipitazione giornaliera. 5

7 1. Introduzione Lo studio degli eventi estremi di precipitazione è di grande interesse in ambito idrologico e climatologico avendo importanti ripercussioni sociali e concorrendo, insieme ad altre cause, a gravi perdite in termini di danni materiali e di vite umane. Ad esempio, le precipitazioni intense che hanno interessato la regione Liguria dal 25 Ottobre al 4 Novembre 2011 hanno dato origine a due eventi alluvionali di straordinaria entità provocando la morte di 19 persone e danni alle infrastrutture pari a 10 milioni di euro (Silvestro et al., 2012). Le forti piogge che hanno colpito la Sardegna il 18 Novembre 2013 hanno provocato ad Olbia e in diversi centri minori 17 vittime e danni materiali pari a circa 650 milioni di euro (Desiato et al., 2014). Diodato e Bellocchi (2010), a conclusione del loro studio sulle serie di precipitazione secolari per il Mediterraneo centrale, sottolineano la necessità di tener conto, a livello di pianificazione territoriale, non solo della precipitazione media su un determinato periodo, ma anche del rischio di eventi estremi di precipitazione in quanto accelerano il degrado del suolo sia in aree urbane che rurali. Lo studio degli eventi estremi di precipitazione va inquadrato nel più ampio contesto dei cambiamenti climatici indotti dall'aumento delle concentrazioni di gas serra nell'atmosfera. Secondo il rapporto speciale SREX (IPCC, 2012) i cambiamenti climatici in corso modificano l'intensità, la frequenza, la distribuzione spaziale e la durata degli eventi estremi. Comprenderne l'evoluzione in atto è fondamentale per fornire proiezioni affidabili dei loro cambiamenti futuri. Da un punto di vista statistico i cambiamenti nei valori estremi di una variabile climatica possono essere spiegati in termini di uno scostamento (shift) nel valore medio, di una variazione nella sua variabilità o in un cambiamento della forma della sua funzione di distribuzione. Il grafico di Figura 1.1 schematizza questi tre casi assumendo che la funzione di frequenza della variabile climatica sia approssimabile mediante una curva a campana. Per la precipitazione la situazione è ben più complessa di quella descritta in figura, non avendo una distribuzione normale: variazioni della precipitazione totale media possono essere accompagnati da altri cambiamenti inerenti alla frequenza degli eventi piovosi o alla forma della distribuzione (IPCC, 2001). Lo studio dei valori estremi assume una rilevanza particolare per il bacino del Mediterraneo, che risulta essere un "hot spot" rispetto ai cambiamenti climatici (Giorgi, 2006). Il ruolo cruciale che i valori estremi delle variabili idrologiche assumono per la valutazione delle variazioni climatiche nel bacino del Mediterraneo è riconosciuto da progetti di ricerca quali MedCLIVAR (Mediterranean CLImate VARiability and Predictability) e CIRCE (Climate Change and Impact Research: the Mediterranean Environment), di cui Garcia-Herrera et al. (2014) forniscono una rassegna dei principali risultati. A differenza di quanto accade per la temperatura, per gli eventi estremi di precipitazione risulta difficile riconoscere dei pattern omogenei di variabilità spaziale (Garcia-Herrera et al., 2014; Lionello, 2012). Tuttavia, dallo studio dei dati osservati così come dall'uso dei modelli a scala regionale (RCM) appare inequivocabile entro la fine del secolo un incremento nella frequenza e nell'intensità delle precipitazioni estreme, a seguito di un aumento dell'umidità atmosferica dovuta al riscaldamento globale (IPCC, 2013). In Italia, dove le precipitazioni presentano regimi e caratteristiche estremamente variabili nello spazio a causa di linee di costa e di un'orografia molto complesse, lo studio delle tendenze, in termini sia di frequenza che di intensità, richiede valutazioni specifiche a scala regionale e locale. Utilizzando un set di 59 stazioni sinottiche Toreti et al. (2009) hanno studiato il trend delle precipitazioni cumulate nel periodo per il Nord, Centro e Sud Italia. Se a livello annuale i risultati non hanno evidenziato alcun trend statisticamente significativo, su base stagionale un trend significativo di diminuzione della precipitazione media (1.47 mm/anno) è stato individuato per la serie invernale dell Italia settentrionale. Più di recente, Desiato et al. (2012) hanno calcolato le anomalie di precipitazione cumulata annuale per il Nord, il Centro e il Sud Italia, utilizzando il metodo dei poligoni di Thiessen (Li e Heap, 2008) in modo da ovviare alla disomogeneità del numero e della distribuzione spaziale delle stazioni con dati di precipitazione disponibili anno per anno. I risultati indicano tendenze negative non significative al Nord e al Sud, mentre un trend negativo statisticamente significativo è stato identificato per il Centro Italia (- 0.29%/anno). Il numero di giorni piovosi, l intensità delle precipitazioni e diverse categorie di eventi precipitativi sono stati analizzati da Brunetti et al. (2004) a partire da 39 serie di precipitazioni giornaliere della banca dati dell ex UCEA. I risultati indicano che nel corso del periodo l andamento delle precipitazioni in Italia risulta caratterizzato da una diminuzione significativa del numero di eventi di bassa intensità a esclusione di alcune regioni del Nord caratterizzate da un 6

8 aumento della frequenza degli eventi di forte intensità. Questo risultato trova riscontro anche in Alpert et al. (2002) dove si stima per l Italia, nel periodo , un aumento delle precipitazioni intense (>64mm) e una corrispondente diminuzione della precipitazioni deboli e moderate (4-32 mm). Figura I cambiamenti negli estremi possono dipendere da una variazione del valore medio della distribuzione (diminuzione degli estremi di minimo (1 e 2) e corrispondente aumento degli estremi di massimo (3 e 4)), nella varianza (aumento degli estremi di minimo (1 e 2) e di massimo (3 e 4)) o in una variazione strutturale della forma della distribuzione (variazione degli estremi di minimo (2) e di massimo (3 e 4)). Lo studio degli estremi climatici necessita anzitutto di un'esatta definizione degli eventi oggetto di analisi. La definizione adottata dallo IPCC per caratterizzare un evento climatico estremo è di tipo statistico; vale a dire, un evento risulta "estremo" quando si discosta nettamente dal valore centrale della distribuzione della variabile climatica in esame o, più esattamente, quando tale evento supera una soglia prossima ai valori più estremi tra quelli osservati per la variabile stessa. Quella dello IPCC è solo una delle possibili definizioni con cui caratterizzare gli eventi estremi. Un evento infatti può essere considerato estremo in base alla probabilità con cui può verificarsi (rare events), in base all'intensità con cui si manifesta (intense events), oppure in base agli impatti esercitati sulla società e sull'ambiente (Beniston e Stephenson, 2004; Stephenson et al., 2008). Sul concetto di soglia e superamento di soglia si basa il core set di 27 indici definito dallo ETCCDI (Joint CCI/CLIVAR/JCOMM Expert Team on Climate Change Detection and Indices; per lo studio degli eventi estremi di temperatura e precipitazione e il cui utilizzo è ben documentato in molti lavori a livello internazionale (Klein Tank e Können, 2003; Alexander et al., 2006; Kostopoulou e Jones, 2005; Toreti e Desiato, 2008). Sebbene alcuni di questi indici siano definiti in relazione a una soglia fissata a priori (fixed threshold), gran parte di essi sono calcolati rispetto a soglie definite in termini di percentili (percentile-based indices) al fine di facilitarne il confronto su larga scala. Sulla base di tali indici, diversi studi (ad esempio: Klein Tank and Können, 2003; Moberg et al., 2006; Alexander et al., 2006) hanno individuato in Europa la presenza di trend positivi significativi negli estremi di precipitazione nel corso delle ultime decadi. Una descrizione dettagliata degli indici dello ETCCDI e una loro stima aggiornata per l Italia è fornita dal rapporto ISPRA "Variazioni e tendenze degli estremi di temperatura e precipitazione in Italia" (Fioravanti et al., 2013). In particolare l'analisi degli indici ETCCDI di precipitazione, condotta su un set di 41 stazioni, ha confermato la presenza di trend statisticamente significativi per un numero limitato di serie e una debole coerenza spaziale degli stessi trend. Vale la pena sottolineare che gli indici dello ETCCDI, per come sono definiti, prendono in esame eventi moderatamente estremi (moderate extremes) cioè eventi che tipicamente si verificano una o più volte l'anno (Zhang et al., 2011). Trattandosi di eventi relativamente frequenti, l'analisi delle tendenze in atto ha il vantaggio di risultare alquanto robusta potendo contare su un numero sufficientemente consistente di osservazioni. Lo studio dell'intensità e della frequenza degli eventi più rari (di fondamentale importanza, ad esempio, per la progettazione in campo ingegneristico) richiede invece uno schema teorico di tipo statistico basato sulla teoria degli eventi estremi (EVT). Con questo tipo di approccio la modellizzazione degli eventi estremi e lo studio delle tendenze in atto risulta ovviamente più difficile poichè basato su un numero limitato di osservazioni all'interno di ciascuna serie storica di dati. Tuttavia, è proprio ricorrendo ai risultati della teoria EVT che van de Besselaar et al. (2012) hanno 7

9 identificato per il periodo diversi trend in Europa per i massimi di precipitazione, seppure con caratteristiche che variano di stagione in stagione. Parimenti Toreti et al. (2010), analizzando gli estremi di precipitazione giornaliera per il periodo invernale esteso (Ottobre-Marzo) su 20 siti costieri del Mediterraneo, hanno evidenziato come nel periodo per il 60% delle serie gli estremi di precipitazione forniscano un contributo importante ai totali stagionali di precipitazione. 8

10 2. Metodi Le basi della teoria degli eventi estremi (EVT) risalgono alla prima metà del secolo scorso. Tuttavia è solo alla fine degli anni '50, con la pubblicazione del testo di Gumbel "Statistics of Extremes" (1958), che la teoria degli eventi estremi vede le sue prime applicazioni pratiche in campo ingegneristico. Oggigiorno i risultati della teoria degli eventi estremi vengono applicati nei contesti più vari (economico, assicurativo, finanziario, ambientale) per valutare l'intensità e la frequenza di eventi poco probabili, ovvero riconducibili alle code della distribuzione di una variabile aleatoria. La teoria EVT rappresenta uno strumento analitico complementare al classico Teorema del Limite Centrale per cui la somma di N variabili aleatorie X i indipendenti e identicamente distribuite (i.i.d.) converge, al crescere di N, alla distribuzione normale. Va sottolineato che la distribuzione limite normale emerge indipendentemente dalla funzione di probabilità f(x) originaria delle variabili aleatorie X i che concorrono alla somma X 1 +X 2 + +X n. In maniera analoga la teoria EVT fornisce un risultato limite per la distribuzione degli eventi estremi di variabili aleatorie X i i.i.d. prescindendo dalla loro funzione di densità f(x). In particolare, la teoria degli eventi estremi riconosce tre possibili distribuzioni limite per i valori massimi (o minimi) di una sequenza di variabili casuali X 1,,...,X n e altrettante distribuzioni limite per gli eventi che appartengono alle code della distribuzione delle variabili stesse. Da un punto di vista matematico, questi due risultati corrispondono rispettivamente alla distribuzione GEV (Generalized Extreme Value distribution) e alla distribuzione GPD (Generalized Pareto Distribution) e identificano due possibili approcci alternativi allo studio degli eventi estremi: l'approccio Block Maxima e l'approccio Peak Over Threshold. I risultati principali di questi due metodi vengono qui riassunti senza entrare nei dettagli tecnici per i quali si rimanda al testo di Coles (2001). 9

11 2.1 Metodo Block Maxima Il metodo Block Maxima riguarda la modellizzazione mediante distribuzione GEV dei valori massimi (i risultati qui esposti sono immediatamente estendibili ai valori minimi) M n ={X 1,,...,X n } dove X 1,,...,X n è una sequenza di variabili casuali i.i.d.. Dal punto di vista pratico l'idea dell'approccio Block Maxima consiste nel prendere un dataset di n osservazioni, suddividerlo in L sottoinsiemi disgiunti ed individuare per ciascuno di essi il valore massimo M j. I risultati teorici di Fisher-Tippett (1928) e Gnedenko (1943) permettono di affermare che se esiste una distribuzione limite di questi massimi, questa deve essere una delle tre seguenti distribuzioni dei valori estremi: (1) distribuzione di Fréchet: G1, α 0 (x)= exp[ x ] x 0 x 0, 0 (2) distribuzione di Weibull: G2, α 1 (x)= exp[ ( x) ] x 0 x 0, 0 (3) distribuzione di Gumbel: G 3, α ( x)= exp[ e x ] <x< Ciò che contraddistingue queste tre distribuzioni è il comportamento della loro coda destra (uppertail). Mentre la distribuzione Weibull ha un limite superiore finito che i valori massimi non possono eccedere, sia la Fréchet che la Gumbel sono distribuzioni illimitate superiormente. Con la distribuzione Gumbel i massimi possono assumere valori infinitamente grandi con probabilità che decrescono in maniera esponenziale. Con la distribuzione di Fréchet, invece, ai valori massimi sono associate probabilità che decrescono in maniera polinomiale ovvero probabilità più alte di quella associate con la distribuzione di Gumbel. Le tre distribuzioni estreme possono essere combinate in un unico modello del tipo: (4) distribuzione GEV : G(x; e μ;σ;ξ) = x (1 ) e e x 0 0 definita su x x μ :1+ ξ > 0 σ dove μ,σ > 0,- ξ. Nel modello GEV il parametro di locazione µ specifica dove la distribuzione è centrata, il parametro di scala σ ne specifica la dispersione, mentre il parametro di forma ξ identifica quale delle tre distribuzioni estreme meglio descrive i dati (i valori massimi) in esame. Per ξ>0la GEV coincide con una distribuzione di Fréchet (heavy-tailed distribution), per ξ<0con una distribuzione di Weibull (bounded distribution), mentre il caso ξ=0 (ξ 0)corrisponde a una distribuzione di tipo Gumbel (light-tailed distribution). Dal punto di vista dell'inferenza statistica è preferibile utilizzare il modello generale GEV piuttosto che specificare a priori una delle tre distribuzioni estreme, lasciando che siano i dati stessi a guidare la forma della distribuzione (Coles, 2001). Nella pratica statistica è prassi ricorrere a un modello ridotto di tipo Gumbel quando il parametro ξ non risulta significativo, se non a una distribuzione totalmente alternativa alla GEV (ad esempio, la log Pearson type III) qualora dimostri un miglior adattamento ai dati. Una strategia di questo tipo è tuttavia sconsigliabile (Coles et al., 2003; Helsel e Hirsh, 2002) e non verrà adottata in questo lavoro: il rischio infatti è quello di utilizzare un modello eccessivamente adattato ai dati in esame (overadjusted), sottostimando l incertezza insita in un tale tipo di analisi. 10

12 La dimensione dei blocchi su cui individuare i valori massimi da utilizzare per la stima del modello è un aspetto critico dell approccio Block Maxima. Affinchè sia valida, almeno approssimativamente, la convergenza alla distribuzione GEV, è necessario che ciascun sottoinsieme di dati sia sufficientemente grande, in modo da evitare un'eccessiva distorsione dei parametri del modello. D'altra parte, l'utilizzo di blocchi di dati troppo grandi comporta un numero minore di osservazioni, aumentando l incertezza nella stima dei parametri (bias/variance trade-off). In campo ambientale è prassi ricorrere alla distribuzione GEV per modellizzare i valori massimi di un processo senza tener conto del processo sottostante da cui essi derivano. In questo lavoro i valori massimi annuali di precipitazione giornaliera vanno intesi come massimi di blocchi di dati di dimensione pari a 365 unità, mentre i valori massimi stagionali ricavati dalle serie di precipitazione giornaliera corrispondono a blocchi di dati di circa 90 unità. La stima dei livelli di ritorno è l aspetto pratico di maggior interesse della teoria degli eventi estremi. Invertendo la funzione di distribuzione GEV è possibile ottenere l espressione del quantile: (5) x = G 1 ( 1 (1 [ ln(1 p)] p; μ;σ;ξ)= ln[ ln(1 p)] ) 0 0 Nelle applicazioni pratiche tali quantili vengono comunemente indicati con il termine di livelli di ritorno, che va di pari passo con il concetto di "tempo di ritorno". Un livello di ritorno x (ad esempio una precipitazione massima) ha un tempo di ritorno di T anni quando la probabilità che si verifichi in un dato anno è pari a p=1/t. In altri termini un evento x ha un tempo di ritorno T quando mediamente viene osservato una volta ogni T anni. Esistono diversi metodi per la stima dei parametri del modello e quindi dei livelli di ritorno; in questo lavoro si è adottato il metodo della massima verosimiglianza (Coles, 2001), basato su tecniche di ottimizzazione numerica. Il vantaggio del metodo del massima verosimiglianza è quello di poter essere facilmente esteso al caso di un modello GEV non stazionario, assumendo la presenza di un trend nel parametro di locazione µ e/o nel parametro di scala σ. In questo studio sui valori massimi annuali e stagionali, l ipotesi di non stazionarietà degli estremi di precipitazione è stata vagliata utilizzando un modello GEV in cui il parametro di locazione varia nel tempo secondo la relazione lineare: (6) = μ(t) = μ + μ t t = 1,2,,n μ 0 1 La scelta tra un modello stazionario (M 0 ) e un modello non stazionario (M 1 ) è stata condotta ricorrendo al log-likelihood ratio test (Coles, 2001), il cui utilizzo è giustificato dal fatto che il modello stazionario M 0 è un sotto-modello (μ 1 = 0) del modello non-stazionario M 1. I risultati del loglikelihood ratio test sono stati inoltre confrontati con quelli forniti dal test non parametrico di Mann- Kendall (Mann, 1945; Kendall, 1976), comunemente utilizzato in ambito ambientale per valutare la significatività dei trend in alternativa al classico modello di regressione lineare. Poiché la presenza di autocorrelazione può minare l abilità del test di Mann-Kendall nell individuare la significatività, il test è stato utilizzato dopo aver decorrelato ciascuna serie secondo la tecnica descritta da Yue et al. (1995) (pre-whitening). L'incertezza insita nel processo di stima dei parametri viene espressa in termini di intervalli di confidenza. Il delta method produce intervalli di confidenza simmetrici e poggia sull ipotesi che per n (la dimensione dei blocchi) sufficientemente grande gli stimatori di massima verosimiglianza siano normalmente distribuiti. Un metodo alternativo è quello del profile likelihood i cui intervalli asimmetrici riflettono l'incertezza delle stime per livelli di ritorno molto grandi (Coles, 2001), superiori alla lunghezza delle serie osservate. Lo svantaggio del profile likelihood è quello di non essere facilmente automatizzabile in quanto può presentare problemi di stabilità numerica. Un altro approccio possibile per la stima degli intervalli di confidenza consiste nel percentile bootstrap. Questo può essere così sinteticamente schematizzato: i dati campionari concorrono alla stima dei parametri del modello. Il modello così individuato viene utilizzato per generare un ensemble di B (in questo lavoro, B=1000) campioni di dimensione pari alla numerosità del campione originario mediante un operazione di ricampionamento casuale con reimmissione. I parametri stimati per ciascun membro 11

13 dell ensemble forniscono un informazione sulla distribuzione dei parametri stessi, informazione utilizzata per il calcolo degli intervalli di confidenza. 12

14 2.2 Metodo Peak Over Threshold Il limite del metodo Block Maxima descritto nel paragrafo precedente consiste nel prendere in esame i soli valori massimi quando invece il processo di stima del modello potrebbe utilizzare un numero di dati ben più ampio, come nel caso delle serie giornaliere di precipitazione. Un approccio alternativo, denominato Peak Over Threshold (POT), consiste nel modellizzare tutti i valori (eccedenze) che superano una soglia prestabilita u (threshold). Quando tale soglia è sufficientemente alta la teoria EVT (Balkema e de Hann, 1974; Picklands, 1975) dimostra che le eccedenze X i -u possono essere approssimate mediante una distribuzione di probabilità del tipo Generalized Pareto Distribution: (7) distribuzione GPD: G(x; μ;σ;ξ) = x 1 (1 ) ( x ) / 1 e 1/ 0 0 Come per la distribuzione GEV, anche per la distribuzione GPD è il parametro ξ che guida la forma del modello: per ξ < 0 la distribuzione è limitata superiormente, mentre per ξ > 0 e ξ =0 (ξ 0) la distribuzione non ha limite superiore finito. Osserviamo che, teoricamente, i due parametri di forma dei modelli GEV e GPD coincidono. Il pedice che accompagna il parametro di scala σ nella formula (7) ne sottolinea la dipendenza dalla soglia u prescelta. Se u è una soglia per cui è valida l approssimazione al modello limite GPD, allora per qualsiasi soglia v > u le eccedenze seguono ancora una distribuzione GPD con parametro di forma ξ invariato e con parametro di scala: (8) σ v =σ u +ξ ( v u) Un altra proprietà del modello GPD utile ai fini del processo di inferenza è la relazione lineare: (9) E(X v X σ u + ξv > v)= 1- ξ che lega il valor medio delle eccedenze E(X i -u) ai valori soglia v > u, essendo u un valore ragionevole per cui è valida l'approssimazione delle eccedenze al modello GPD. Il problema dell individuazione della soglia u consiste nella scelta di un valore che garantisca un giusto equilibrio tra bias e varianza (bias/variance trade-off): utilizzando una soglia troppo bassa il rischio è di basare il processo di stima su dati non necessariamente estremi con conseguente distorsione dei parametri; con una soglia troppo alta il rischio è di ottenere invece un numero esiguo di eccedenze con cui stimare il modello, determinando stime inefficienti dei parametri con intervalli di confidenza molto grandi. Non esiste una regola oggettiva con cui individuare la soglia per ciascun set di dati. Nella sezione dedicata alla presentazione dei risultati mediante metodo POT verranno illustrati alcuni strumenti grafici (quali il mean residual life plot) che si basano sulle Formule 8 e 9. Tuttavia l'interpretazione di tali strumenti è spesso molto soggettiva (Acero et al, 2011; Toreti et al., 2010) e comunque il loro utilizzo risulta poco pratico quando il processo di analisi riguarda un numero elevato di serie. Una soluzione comunemente adottata consiste nel fissare la soglia al 90 /95 percentile della distribuzione della variabile in esame. In questo lavoro si è adottato un valore soglia pari al 90 percentile dei valori di precipitazione non nulli. Uno dei presupposti teorici della teoria EVT riguarda l'indipendenza delle osservazioni. I risultati teorici di Leadbetter (Leadbetter s D(u n ) condition) ci permettono di trascurare il problema della dipendenza nel caso del modello GEV, dove i valori massimi sono rappresentativi di blocchi di dati sufficientemente ampi. Il problema dell'indipendenza delle osservazioni richiede invece un attenta analisi nel caso del metodo POT in quanto le eccedenze di precipitazione potrebbero presentarsi a gruppi (clusters) (Acero et al., 2011). Una misura della dipendenza delle osservazioni è fornita dall'extremal index, θ. In caso di completa indipendenza tale indice assume un valore pari a 1; per θ<1 13

15 le eccedenze tendono invece a presentarsi in cluster. La quantità nθ (con n numero dei dati) rappresenta allora il numero di clusters e il rapporto 1/θ può essere interpretato come la dimensione media degli stessi. Una possibile soluzione al problema della persistenza consiste nell'adottare tecniche di declustering, ad esempio considerando nel processo di stima solo il valor massimo di ciascun cluster. In questo lavoro il declustering è stato affrontato mediante una procedura automatica (ovvero che varia con la soglia u) sviluppata da Ferro-Segers e che dipende proprio dall'extremal index (Acero et al., 2011; Toreti et al., 2010). Come per il modello GEV, la stima dei parametri del modello può essere effettuata mediante il metodo della massima verosimiglianza. Parimenti, gli intervalli di confidenza possono essere calcolati ricorrendo al metodo del delta, al profile likelihood o al metodo del percentile bootstrap. Per quanto riguarda la valutazione della bontà dell'adattamento del modello ai dati nella sezione metodi verranno introdotti alcuni strumenti diagnostici (quali il quantile plot) impiegati anche per la valutazione del modello nel caso del metodo Block Maxima. Per concludere questa breve esposizione del metodo POT si riporta la formula per il calcolo del quantile x ("livello di ritorno"): (10) x = G 1 ( 1 p; μ; σ; ξ) = u ( Nn ) 1 dove n è il numero di osservazioni in ciascuna stagione, N è il tempo di ritorno, ς è la probabilità di superamento della soglia u. 14

16 3. Dati 3.1 Criteri di selezione L'analisi degli estremi di precipitazione richiede lunghe serie di dati che soddisfano rigorosi criteri in termini di qualità e completezza (Klein Tank et al., 2009). Per questo lavoro sono state prese in esame due diversi tipologie di dati: serie di dati di precipitazione giornaliera e serie di dati di precipitazione massima annuale. I record che compongono entrambi i set di dati sono il risultato di un processo di selezione volto all'individuazione di serie di precipitazione sufficientemente lunghe (almeno 50 anni), complete e con una distribuzione spaziale alquanto omogenea sul territorio italiano in modo di rappresentare i diversi regimi di precipitazione del paese. Per quanto riguarda la completezza, le serie selezionate rispondono ai tre seguenti criteri: 1. hanno almeno l'85% degli anni validi; per i dati di precipitazione giornaliera sono considerati validi solo gli anni che contengono al più 30 dati mancanti (circa l'8% dei giorni in un anno) e con tutte e quattro le stagioni valide (una stagione è ritenuta valida quando contiene al più 9 dati mancanti di cui al massimo 5 consecutivi); 2. non contengono al loro interno blocchi consecutivi di dati mancanti più lunghi di tre anni; 3. hanno il triennio più recente ( ) completo. Poiché un metodo avanzato per la correzione delle disomogeneità delle serie giornaliere di precipitazione non è ancora consolidato (Toreti et al., 2010) e data la mancanza di metadati con cui ricostruire la storia di ogni singola stazione, le serie qui analizzate non sono state omogeneizzate. La qualità dei dati è invece assicurata da due tipologie di controlli volti all'identificazione di possibili valori anomali o fisicamente impossibili e alla verifica della consistenza dei valori di precipitazione nello spazio e su base stagionale (Desiato et al., 2007; Desiato et al., 2012). 3.2 Serie annuali di precipitazione massima giornaliera I dati di precipitazione massima giornaliera sono comunemente indicati mediante la sigla RX1 e sono rappresentativi di precipitazioni estreme legate a eventi improvvisi a scala locale (van den Besselaar et al., 2012). Le serie annuali di precipitazione massima giornaliera qui analizzate sono state estratte dal database del sistema SCIA (Desiato et al., 2007 e 2011; per un totale di 5296 stazioni i cui dati coprono un intervallo temporale molto variabile. Circa l 1% delle stazioni (39) copre un periodo lungo almeno 90 anni fino al Il 22% delle serie (1182) copre invece un periodo non più lungo di 10 anni. Infine, l'11% circa delle serie (579) copre un intervallo temporale di almeno 50 anni, di cui poco meno della metà (280) non arriva al Come detto, sono state prese in esame solo le serie lunghe almeno 50 anni; applicando i criteri di completezza e continuità precedentemente descritti si è arrivati a individuare un insieme iniziale di 58 stazioni. Di queste, 33 partono esattamente dal 1951, mentre le restanti 25 hanno una data di inizio che varia tra il 1916 e il Poiché molte di queste stazioni sono concentrate nel Sud Italia (principalmente in Calabria), è stata effettuata un ulteriore selezione in modo da ottenere una densità di stazioni più omogenea su tutto il territorio nazionale. Il risultato finale è un insieme di 33 stazioni, di cui 24 del servizio Meteorologico dell'aeronautica Militare e le restanti 9 delle reti regionali del Piemonte e della Calabria. L'elenco delle stazioni è riportato in Tabella 3.1 e loro rappresentazione spaziale è visibile in Figura 3.1. A titolo di esempio la distribuzione dei massimi annuali di precipitazione giornaliera è illustrata in Figura 3.2 per 4 stazioni: Cariati Marina, Torino/Bric della Croce, Verona/Villafranca e Trevico. Il grafico utilizza una rappresentazione di tipo boxplot in cui l'altezza di ciascuna "scatola" rappresenta l'ampiezza del range interquartile (IQR) ovvero dei valori compresi tra primo e il terzo quartile. Per definizione il 50% dei dati è contenuto all'interno della scatola, il cui aspetto dà un'idea della simmetria della distribuzione rispetto al valore mediano (la linea nera al centro di ciascuna scatola). I valori agli estremi di ciascuna scatola (i "baffi") rappresentano rispettivamente il valore minimo e 15

17 massimo all'interno dell intervallo di valori tra -1.5*IQR e +1.5*IQR; i valori che escono da tale intervallo rappresentano i valori anomali o outliers (i pallini neri). In Tabella 3.2 sono riportati i valori identificativi dei boxplot di Figura 3.2. Dall'analisi del grafico è evidente come le tre serie siano caratterizzate da un differente valore medio, con la serie di Cariati Marina che presenta un range interquartile tra 72.1 e mm contro il range interquartile della stazione Verona/Villafranca compreso tra 29.6 e 49.9 mm. 16

18 Figura Distribuzione spaziale delle 33 stazioni che forniscono le serie dei massimi annuali di precipitazione giornaliera (RX1). 17

19 Tabella Stazioni che forniscono le serie dei massimi annuali di precipitazione giornaliera (RX1). Nome Stazione Rete di appartenenza Longitudine Latitudine Quota Anno Inizio Casale Monferrato Regionale - ARPA Piemonte Luserna s. Giovanni Regionale - ARPA Piemonte Varallo Regionale - ARPA Piemonte Oropa Regionale - ARPA Piemonte San Sosti Regionale - ARPA Calabria Cariati Marina Regionale - ARPA Calabria Rocella Ionica Regionale - ARPA Calabria Scilla Regionale - ARPA Calabria Sant'Agata del Bianco Regionale - ARPA Calabria Tarvisio Rete Sinottica Torino/Bric Della Croce Rete Sinottica Piacenza Rete Sinottica Brescia/Ghedi Rete Sinottica Verona/Villafranca Rete Sinottica Treviso/Istrana Rete Sinottica Trieste Rete Sinottica Rimini Rete Sinottica Pisa/S. Giusto Rete Sinottica Grosseto Rete Sinottica Termoli Rete Sinottica Roma/Ciampino Rete Sinottica Monte s. Angelo Rete Sinottica Trevico Rete Sinottica Ponza Rete Sinottica Capo Palinuro Rete Sinottica Brindisi Rete Sinottica Lecce Rete Sinottica S. Maria di Luca Rete Sinottica

20 Tabella Stazioni che forniscono le serie dei massimi annuali di precipitazione giornaliera (RX1). Ustica Rete Sinottica Enna Rete Sinottica Pantelleria Rete Sinottica Cozzo Spadaro Rete Sinottica Cagliari/Elmas Rete Sinottica Figura Distribuzione dei valori massimi annuali di precipitazione giornaliera (mm). Stazione di Cariati Marina, Campobasso, Torino/Bric della Croce, Verona/Villafranca. 19

ALLEGATO 1 Analisi delle serie storiche pluviometriche delle stazioni di Torre del Lago e di Viareggio.

ALLEGATO 1 Analisi delle serie storiche pluviometriche delle stazioni di Torre del Lago e di Viareggio. ALLEGATO 1 Analisi delle serie storiche pluviometriche delle stazioni di Torre del Lago e di Viareggio. Per una migliore caratterizzazione del bacino idrologico dell area di studio, sono state acquisite

Dettagli

DI IDROLOGIA TECNICA PARTE III

DI IDROLOGIA TECNICA PARTE III FACOLTA DI INGEGNERIA Laurea Specialistica in Ingegneria Civile N.O. Giuseppe T. Aronica CORSO DI IDROLOGIA TECNICA PARTE III Idrologia delle piene Lezione XII: I metodi diretti per la valutazione delle

Dettagli

1. Distribuzioni campionarie

1. Distribuzioni campionarie Università degli Studi di Basilicata Facoltà di Economia Corso di Laurea in Economia Aziendale - a.a. 2012/2013 lezioni di statistica del 3 e 6 giugno 2013 - di Massimo Cristallo - 1. Distribuzioni campionarie

Dettagli

11. Analisi statistica degli eventi idrologici estremi

11. Analisi statistica degli eventi idrologici estremi . Analisi statistica degli eventi idrologici estremi I processi idrologici evolvono, nello spazio e nel tempo, secondo modalità che sono in parte predicibili (deterministiche) ed in parte casuali (stocastiche

Dettagli

Abbiamo costruito il grafico delle sst in funzione del tempo (dal 1880 al 1995).

Abbiamo costruito il grafico delle sst in funzione del tempo (dal 1880 al 1995). ANALISI DI UNA SERIE TEMPORALE Analisi statistica elementare Abbiamo costruito il grafico delle sst in funzione del tempo (dal 1880 al 1995). Si puo' osservare una media di circa 26 C e una deviazione

Dettagli

Analisi della performance temporale della rete

Analisi della performance temporale della rete Analisi della performance temporale della rete In questo documento viene analizzato l andamento nel tempo della performance della rete di promotori. Alcune indicazioni per la lettura di questo documento:

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

La distribuzione Normale. La distribuzione Normale

La distribuzione Normale. La distribuzione Normale La Distribuzione Normale o Gaussiana è la distribuzione più importante ed utilizzata in tutta la statistica La curva delle frequenze della distribuzione Normale ha una forma caratteristica, simile ad una

Dettagli

Indici di dispersione

Indici di dispersione Indici di dispersione 1 Supponiamo di disporre di un insieme di misure e di cercare un solo valore che, meglio di ciascun altro, sia in grado di catturare le caratteristiche della distribuzione nel suo

Dettagli

Capitolo 12 La regressione lineare semplice

Capitolo 12 La regressione lineare semplice Levine, Krehbiel, Berenson Statistica II ed. 2006 Apogeo Capitolo 12 La regressione lineare semplice Insegnamento: Statistica Corso di Laurea Triennale in Economia Facoltà di Economia, Università di Ferrara

Dettagli

Regressione Mario Guarracino Data Mining a.a. 2010/2011

Regressione Mario Guarracino Data Mining a.a. 2010/2011 Regressione Esempio Un azienda manifatturiera vuole analizzare il legame che intercorre tra il volume produttivo X per uno dei propri stabilimenti e il corrispondente costo mensile Y di produzione. Volume

Dettagli

I ESERCITAZIONE. Gruppo I 100 individui. Trattamento I Nuovo Farmaco. Osservazione degli effetti sul raffreddore. Assegnazione casuale

I ESERCITAZIONE. Gruppo I 100 individui. Trattamento I Nuovo Farmaco. Osservazione degli effetti sul raffreddore. Assegnazione casuale I ESERCITAZIONE ESERCIZIO 1 Si vuole testare un nuovo farmaco contro il raffreddore. Allo studio partecipano 200 soggetti sani della stessa età e dello stesso sesso e con caratteristiche simili. i) Che

Dettagli

Un po di statistica. Christian Ferrari. Laboratorio di Matematica

Un po di statistica. Christian Ferrari. Laboratorio di Matematica Un po di statistica Christian Ferrari Laboratorio di Matematica 1 Introduzione La statistica è una parte della matematica applicata che si occupa della raccolta, dell analisi e dell interpretazione di

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

SOLUZIONE DEL PROBLEMA 1 TEMA DI MATEMATICA ESAME DI STATO 2015

SOLUZIONE DEL PROBLEMA 1 TEMA DI MATEMATICA ESAME DI STATO 2015 SOLUZIONE DEL PROBLEMA 1 TEMA DI MATEMATICA ESAME DI STATO 015 1. Indicando con i minuti di conversazione effettuati nel mese considerato, la spesa totale mensile in euro è espressa dalla funzione f()

Dettagli

STATISTICA IX lezione

STATISTICA IX lezione Anno Accademico 013-014 STATISTICA IX lezione 1 Il problema della verifica di un ipotesi statistica In termini generali, si studia la distribuzione T(X) di un opportuna grandezza X legata ai parametri

Dettagli

Statistica descrittiva

Statistica descrittiva Statistica descrittiva La statistica descrittiva mette a disposizione il calcolo di indicatori sintetici che individuano, con un singolo valore, proprieta` statistiche di un campione/popolazione rispetto

Dettagli

1) Si consideri un esperimento che consiste nel lancio di 5 dadi. Lo spazio campionario:

1) Si consideri un esperimento che consiste nel lancio di 5 dadi. Lo spazio campionario: Esempi di domande risposta multipla (Modulo II) 1) Si consideri un esperimento che consiste nel lancio di 5 dadi. Lo spazio campionario: 1) ha un numero di elementi pari a 5; 2) ha un numero di elementi

Dettagli

Appendice III. Criteri per l utilizzo dei metodi di valutazione diversi dalle misurazioni in siti fissi

Appendice III. Criteri per l utilizzo dei metodi di valutazione diversi dalle misurazioni in siti fissi Appendice III (articolo 5, comma 1 e art. 22 commi 5 e 7) Criteri per l utilizzo dei metodi di valutazione diversi dalle misurazioni in siti fissi 1. Tecniche di modellizzazione 1.1 Introduzione. In generale,

Dettagli

ESAME DI STATISTICA Nome: Cognome: Matricola:

ESAME DI STATISTICA Nome: Cognome: Matricola: ESAME DI STATISTICA Nome: Cognome: Matricola: ISTRUZIONI: Per la prova è consentito esclusivamente l uso di una calcolatrice tascabile, delle tavole della normale e della t di Student. I risultati degli

Dettagli

Statistica descrittiva

Statistica descrittiva Corso di Laurea in Ingegneria per l Ambiente ed il Territorio Corso di Costruzioni Idrauliche A.A. 2004-05 www.dica.unict.it/users/costruzioni Statistica descrittiva Ing. Antonino Cancelliere Dipartimento

Dettagli

Esercitazione #5 di Statistica. Test ed Intervalli di Confidenza (per una popolazione)

Esercitazione #5 di Statistica. Test ed Intervalli di Confidenza (per una popolazione) Esercitazione #5 di Statistica Test ed Intervalli di Confidenza (per una popolazione) Dicembre 00 1 Esercizi 1.1 Test su media (con varianza nota) Esercizio n. 1 Il calore (in calorie per grammo) emesso

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

AND NON CAP WEIGHTED PORTFOLIO

AND NON CAP WEIGHTED PORTFOLIO SOCIALLY RESPONSIBLE INVESTMENT AND NON CAP WEIGHTED PORTFOLIO Forum per la Finanza Sostenibile Milano 30 giugno 2009 Giulio Casuccio Head of Quantitatives Strategies and Research Principi ed obiettivi:

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Relazioni statistiche: regressione e correlazione

Relazioni statistiche: regressione e correlazione Relazioni statistiche: regressione e correlazione È detto studio della connessione lo studio si occupa della ricerca di relazioni fra due variabili statistiche o fra una mutabile e una variabile statistica

Dettagli

Stima per intervalli Nei metodi di stima puntuale è sempre presente un ^ errore θ θ dovuto al fatto che la stima di θ in genere non coincide con il parametro θ. Sorge quindi l esigenza di determinare una

Dettagli

Corso di. Dott.ssa Donatella Cocca

Corso di. Dott.ssa Donatella Cocca Corso di Statistica medica e applicata Dott.ssa Donatella Cocca 1 a Lezione Cos'è la statistica? Come in tutta la ricerca scientifica sperimentale, anche nelle scienze mediche e biologiche è indispensabile

Dettagli

Misurare il rischio finanziario con l Extreme Value Theory

Misurare il rischio finanziario con l Extreme Value Theory Misurare il rischio finanziario con l Extreme Value Theory M. Bee Dipartimento di Economia, Università di Trento MatFinTN 2012, Trento, 24 gennaio 2012 Outline Introduzione Extreme Value Theory EVT e rischio

Dettagli

Rapporto dal Questionari Insegnanti

Rapporto dal Questionari Insegnanti Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la

Dettagli

PROBABILITÀ - SCHEDA N. 2 LE VARIABILI ALEATORIE

PROBABILITÀ - SCHEDA N. 2 LE VARIABILI ALEATORIE Matematica e statistica: dai dati ai modelli alle scelte www.dima.unige/pls_statistica Responsabili scientifici M.P. Rogantin e E. Sasso (Dipartimento di Matematica Università di Genova) PROBABILITÀ -

Dettagli

Analisi e diagramma di Pareto

Analisi e diagramma di Pareto Analisi e diagramma di Pareto L'analisi di Pareto è una metodologia statistica utilizzata per individuare i problemi più rilevanti nella situazione in esame e quindi le priorità di intervento. L'obiettivo

Dettagli

Politecnico di Torino. Esercitazioni di Protezione idraulica del territorio

Politecnico di Torino. Esercitazioni di Protezione idraulica del territorio Politecnico di Torino Esercitazioni di Protezione idraulica del territorio a.a. 2012-2013 ESERCITAZIONE 1 VALUTAZIONE DELLA RARITÀ DI UN EVENTO PLUVIOMETRICO ECCEZIONALE 1. Determinazione del periodo di

Dettagli

VALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE

VALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE La contraffazione in cifre: NUOVA METODOLOGIA PER LA STIMA DEL VALORE DELLE MERCI SEQUESTRATE Roma, Giugno 2013 Giugno 2013-1 Il valore economico dei sequestri In questo Focus si approfondiscono alcune

Dettagli

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel

Dettagli

Pro e contro delle RNA

Pro e contro delle RNA Pro e contro delle RNA Pro: - flessibilità: le RNA sono approssimatori universali; - aggiornabilità sequenziale: la stima dei pesi della rete può essere aggiornata man mano che arriva nuova informazione;

Dettagli

CAPITOLO 8 LA VERIFICA D IPOTESI. I FONDAMENTI

CAPITOLO 8 LA VERIFICA D IPOTESI. I FONDAMENTI VERO FALSO CAPITOLO 8 LA VERIFICA D IPOTESI. I FONDAMENTI 1. V F Un ipotesi statistica è un assunzione sulle caratteristiche di una o più variabili in una o più popolazioni 2. V F L ipotesi nulla unita

Dettagli

Metodi statistici per le ricerche di mercato

Metodi statistici per le ricerche di mercato Metodi statistici per le ricerche di mercato Prof.ssa Isabella Mingo A.A. 2014-2015 Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione Corso di laurea Magistrale in «Organizzazione e marketing per

Dettagli

Statistica. Lezione 6

Statistica. Lezione 6 Università degli Studi del Piemonte Orientale Corso di Laurea in Infermieristica Corso integrato in Scienze della Prevenzione e dei Servizi sanitari Statistica Lezione 6 a.a 011-01 Dott.ssa Daniela Ferrante

Dettagli

Corso di Psicometria Progredito

Corso di Psicometria Progredito Corso di Psicometria Progredito 3.1 Introduzione all inferenza statistica Prima Parte Gianmarco Altoè Dipartimento di Pedagogia, Psicologia e Filosofia Università di Cagliari, Anno Accademico 2013-2014

Dettagli

Indici (Statistiche) che esprimono le caratteristiche di simmetria e

Indici (Statistiche) che esprimono le caratteristiche di simmetria e Indici di sintesi Indici (Statistiche) Gran parte della analisi statistica consiste nel condensare complessi pattern di osservazioni in un indicatore che sia capace di riassumere una specifica caratteristica

Dettagli

matematica probabilmente

matematica probabilmente IS science centre immaginario scientifico Laboratorio dell'immaginario Scientifico - Trieste tel. 040224424 - fax 040224439 - e-mail: lis@lis.trieste.it - www.immaginarioscientifico.it indice Altezze e

Dettagli

Slide Cerbara parte1 5. Le distribuzioni teoriche

Slide Cerbara parte1 5. Le distribuzioni teoriche Slide Cerbara parte1 5 Le distribuzioni teoriche I fenomeni biologici, demografici, sociali ed economici, che sono il principale oggetto della statistica, non sono retti da leggi matematiche. Però dalle

Dettagli

Analisi di scenario File Nr. 10

Analisi di scenario File Nr. 10 1 Analisi di scenario File Nr. 10 Giorgio Calcagnini Università di Urbino Dip. Economia, Società, Politica giorgio.calcagnini@uniurb.it http://www.econ.uniurb.it/calcagnini/ http://www.econ.uniurb.it/calcagnini/forecasting.html

Dettagli

Lineamenti di econometria 2

Lineamenti di econometria 2 Lineamenti di econometria 2 Camilla Mastromarco Università di Lecce Master II Livello "Analisi dei Mercati e Sviluppo Locale" (PIT 9.4) Aspetti Statistici della Regressione Aspetti Statistici della Regressione

Dettagli

Introduzione allo studio sulla pericolosità meteorologica a scala nazionale: la sensibilità del mercato assicurativo ai

Introduzione allo studio sulla pericolosità meteorologica a scala nazionale: la sensibilità del mercato assicurativo ai Introduzione allo studio sulla pericolosità meteorologica a scala nazionale: la sensibilità del mercato assicurativo ai danni da eventi atmosferici Ronchi Romina Milano, 1 Giugno 2011 CONTENUTI Lo studio

Dettagli

Soluzioni degli Esercizi del Parziale del 30/06/201 (Ippoliti-Fontanella-Valentini)

Soluzioni degli Esercizi del Parziale del 30/06/201 (Ippoliti-Fontanella-Valentini) Soluzioni degli Esercizi del Parziale del 30/06/201 (Ippoliti-Fontanella-Valentini) Esercizio 1 In uno studio sugli affitti mensili, condotto su un campione casuale di 14 monolocali nella città nella città

Dettagli

Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1

Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1 Elementi di Psicometria con Laboratorio di SPSS 1 5-Indici di variabilità (vers. 1.0c, 20 ottobre 2015) Germano Rossi 1 germano.rossi@unimib.it 1 Dipartimento di Psicologia, Università di Milano-Bicocca

Dettagli

Introduzione Metodo POT

Introduzione Metodo POT Introduzione Metodo POT 1 Un recente metodo di analisi dei valori estremi è un metodo detto POT ( Peak over thresholds ), inizialmente sviluppato per l analisi dei dati idrogeologici a partire dalla seconda

Dettagli

INDICE PREFAZIONE VII

INDICE PREFAZIONE VII INDICE PREFAZIONE VII CAPITOLO 1. LA STATISTICA E I CONCETTI FONDAMENTALI 1 1.1. Un po di storia 3 1.2. Fenomeno collettivo, popolazione, unità statistica 4 1.3. Caratteri e modalità 6 1.4. Classificazione

Dettagli

E naturale chiedersi alcune cose sulla media campionaria x n

E naturale chiedersi alcune cose sulla media campionaria x n Supponiamo che un fabbricante stia introducendo un nuovo tipo di batteria per un automobile elettrica. La durata osservata x i delle i-esima batteria è la realizzazione (valore assunto) di una variabile

Dettagli

Grafici delle distribuzioni di frequenza

Grafici delle distribuzioni di frequenza Grafici delle distribuzioni di frequenza L osservazione del grafico può far notare irregolarità o comportamenti anomali non direttamente osservabili sui dati; ad esempio errori di misurazione 1) Diagramma

Dettagli

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro ISTAT 17 gennaio 2002 Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro Nell ambito dell iniziativa di monitoraggio, avviata dall Istat per analizzare le modalità di conversione

Dettagli

Università del Piemonte Orientale. Corsi di Laurea Triennale di area tecnica. Corso di Statistica Medica

Università del Piemonte Orientale. Corsi di Laurea Triennale di area tecnica. Corso di Statistica Medica Università del Piemonte Orientale Corsi di Laurea Triennale di area tecnica Corso di Statistica Medica Campionamento e distribuzione campionaria della media Corsi di laurea triennale di area tecnica -

Dettagli

ALLEGATO D ANALISI STATISTICA DEI DATI METEOROLOGICI

ALLEGATO D ANALISI STATISTICA DEI DATI METEOROLOGICI PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO AGENZIA PROVINCIALE PER LA PROTEZIONE DELL'AMBIENTE U.O. Tutela dell aria ed agenti fisici PIANO PROVINCIALE DI TUTELA DELLA QUALITÀ DELL ARIA ALLEGATO D ANALISI STATISTICA

Dettagli

Probabilità condizionata: p(a/b) che avvenga A, una volta accaduto B. Evento prodotto: Evento in cui si verifica sia A che B ; p(a&b) = p(a) x p(b/a)

Probabilità condizionata: p(a/b) che avvenga A, una volta accaduto B. Evento prodotto: Evento in cui si verifica sia A che B ; p(a&b) = p(a) x p(b/a) Probabilità condizionata: p(a/b) che avvenga A, una volta accaduto B Eventi indipendenti: un evento non influenza l altro Eventi disgiunti: il verificarsi di un evento esclude l altro Evento prodotto:

Dettagli

Documento di accompagnamento: mediane dei settori bibliometrici

Documento di accompagnamento: mediane dei settori bibliometrici Documento di accompagnamento: mediane dei settori bibliometrici 1. Introduzione Vengono oggi pubblicate sul sito dell ANVUR e del MIUR 3 tabelle, deliberate nel CD dell ANVUR del 13 agosto 2012, relative

Dettagli

Misure della dispersione o della variabilità

Misure della dispersione o della variabilità QUARTA UNITA Misure della dispersione o della variabilità Abbiamo visto che un punteggio di per sé non ha alcun significato e lo acquista solo quando è posto a confronto con altri punteggi o con una statistica.

Dettagli

RISK MANAGEMENT: MAPPATURA E VALUTAZIONE DEI RISCHI AZIENDALI. UN COSTO O UN OPPORTUNITA?

RISK MANAGEMENT: MAPPATURA E VALUTAZIONE DEI RISCHI AZIENDALI. UN COSTO O UN OPPORTUNITA? Crenca & Associati CORPORATE CONSULTING SERVICES RISK MANAGEMENT: MAPPATURA E VALUTAZIONE DEI RISCHI AZIENDALI. UN COSTO O UN OPPORTUNITA? Ufficio Studi Milano, 3 aprile 2008 Introduzione al Risk Management

Dettagli

Statistiche campionarie

Statistiche campionarie Statistiche campionarie Sul campione si possono calcolare le statistiche campionarie (come media campionaria, mediana campionaria, varianza campionaria,.) Le statistiche campionarie sono stimatori delle

Dettagli

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R Studio di funzione Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R : allo scopo di determinarne le caratteristiche principali.

Dettagli

Statistica inferenziale

Statistica inferenziale Statistica inferenziale Popolazione e campione Molto spesso siamo interessati a trarre delle conclusioni su persone che hanno determinate caratteristiche (pazienti, atleti, bambini, gestanti, ) Osserveremo

Dettagli

Nota interpretativa. La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali

Nota interpretativa. La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali Nota interpretativa La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali Febbraio 2012 1 Mandato 2008-2012 Area di delega Consigliere Delegato

Dettagli

1 Serie di Taylor di una funzione

1 Serie di Taylor di una funzione Analisi Matematica 2 CORSO DI STUDI IN SMID CORSO DI ANALISI MATEMATICA 2 CAPITOLO 7 SERIE E POLINOMI DI TAYLOR Serie di Taylor di una funzione. Definizione di serie di Taylor Sia f(x) una funzione definita

Dettagli

VARIABILI METEROROLOGICHE E CONCENTRAZIONI DI PM10. 5.1 Introduzione

VARIABILI METEROROLOGICHE E CONCENTRAZIONI DI PM10. 5.1 Introduzione VARIABILI METEROROLOGICHE E CONCENTRAZIONI DI PM10 5.1 Introduzione Tra gli interventi finanziati dalla Regione Emilia Romagna per il 2004, ai fini della messa a punto di strumenti conoscitivi utili per

Dettagli

6.1. Risultati simulazioni termovalorizzatore Osmannoro2000

6.1. Risultati simulazioni termovalorizzatore Osmannoro2000 pag. 217 6. Risultati Di seguito si riportano i risultati relativi alle diverse simulazioni di diffusione atmosferica degli inquinanti effettuate. In particolare sono riportati i risultati sotto forma

Dettagli

Temi di Esame a.a. 2012-2013. Statistica - CLEF

Temi di Esame a.a. 2012-2013. Statistica - CLEF Temi di Esame a.a. 2012-2013 Statistica - CLEF I Prova Parziale di Statistica (CLEF) 11 aprile 2013 Esercizio 1 Un computer è collegato a due stampanti, A e B. La stampante A è difettosa ed il 25% dei

Dettagli

Progettaz. e sviluppo Data Base

Progettaz. e sviluppo Data Base Progettaz. e sviluppo Data Base! Progettazione Basi Dati: Metodologie e modelli!modello Entita -Relazione Progettazione Base Dati Introduzione alla Progettazione: Il ciclo di vita di un Sist. Informativo

Dettagli

Capitolo 2 - Teoria della manutenzione: classificazione ABC e analisi di Pareto

Capitolo 2 - Teoria della manutenzione: classificazione ABC e analisi di Pareto Capitolo 2 - Teoria della manutenzione: classificazione ABC e analisi di Pareto Il presente capitolo continua nell esposizione di alcune basi teoriche della manutenzione. In particolare si tratteranno

Dettagli

Dossier 7 Il possesso e l acquisto di beni durevoli (1997-2004)

Dossier 7 Il possesso e l acquisto di beni durevoli (1997-2004) Dossier 7 Il possesso e l acquisto di beni durevoli (1997-2004) Audizione del Presidente dell Istituto nazionale di statistica, Luigi Biggeri presso le Commissioni congiunte V del Senato della Repubblica

Dettagli

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese Nel corso degli ultimi anni diversi studiosi e responsabili di importanti istituzioni hanno sostenuto che le cooperative hanno reagito alla crisi in corso meglio delle altre forme di impresa. La maggior

Dettagli

UN ANNO DI MONITORAGGIO CLIMATICO A PERUGIA IN 100 ANNI DI CONFRONTO

UN ANNO DI MONITORAGGIO CLIMATICO A PERUGIA IN 100 ANNI DI CONFRONTO Con il patrocinio di energia UN ANNO DI MONITORAGGIO CLIMATICO A PERUGIA IN 100 ANNI DI CONFRONTO Dopo un anno di monitoraggio climatico nella città di Perugia, effettuato grazie alla rete meteo installata

Dettagli

Librerie digitali. Video. Gestione di video. Caratteristiche dei video. Video. Metadati associati ai video. Metadati associati ai video

Librerie digitali. Video. Gestione di video. Caratteristiche dei video. Video. Metadati associati ai video. Metadati associati ai video Video Librerie digitali Gestione di video Ogni filmato è composto da più parti Video Audio Gestito come visto in precedenza Trascrizione del testo, identificazione di informazioni di interesse Testo Utile

Dettagli

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE La sequenza costituisce un esempio di SUCCESSIONE. Ecco un altro esempio di successione: Una successione è dunque una sequenza infinita di numeri reali (ma potrebbe

Dettagli

UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI SIENA - Nucleo di valutazione di Ateneo

UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI SIENA - Nucleo di valutazione di Ateneo Questa parte del rapporto del Nucleo di valutazione analizza alcuni indicatori bibliometrici calcolati a partire dai dati contenuti nel database Scopus (interrogato nel periodo ottobre-dicembre 2009).

Dettagli

GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10. Angelo Bonomi

GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10. Angelo Bonomi GESTIONE DELLE TECNOLOGIE AMBIENTALI PER SCARICHI INDUSTRIALI ED EMISSIONI NOCIVE LEZIONE 10 Angelo Bonomi CONSIDERAZIONI SUL MONITORAGGIO Un monitoraggio ottimale dipende dalle considerazioni seguenti:

Dettagli

CORSO DI STATISTICA (parte 2) - ESERCITAZIONE 8

CORSO DI STATISTICA (parte 2) - ESERCITAZIONE 8 CORSO DI STATISTICA (parte 2) - ESERCITAZIONE 8 Dott.ssa Antonella Costanzo a.costanzo@unicas.it Esercizio 1. Test delle ipotesi sulla varianza In un azienda che produce componenti meccaniche, è stato

Dettagli

Leasing secondo lo IAS 17

Leasing secondo lo IAS 17 Leasing secondo lo IAS 17 Leasing: Ias 17 Lo Ias 17 prevede modalità diverse di rappresentazione contabile a seconda si tratti di leasing finanziario o di leasing operativo. Il leasing è un contratto per

Dettagli

LA STATISTICA NEI TEST INVALSI

LA STATISTICA NEI TEST INVALSI LA STATISTICA NEI TEST INVALSI 1 Prova Nazionale 2011 Osserva il grafico seguente che rappresenta la distribuzione percentuale di famiglie per numero di componenti, in base al censimento 2001. Qual è la

Dettagli

SCELTA DELL APPROCCIO. A corredo delle linee guida per l autovalutazione e il miglioramento

SCELTA DELL APPROCCIO. A corredo delle linee guida per l autovalutazione e il miglioramento SCELTA DELL APPROCCIO A corredo delle linee guida per l autovalutazione e il miglioramento 1 SCELTA DELL APPROCCIO l approccio all autovalutazione diffusa può essere normale o semplificato, a seconda delle

Dettagli

LA PARTECIPAZIONE ALLE ATTIVITA DI FORMAZIONE IN MATERIA DI SAFETY IN BANCA D ITALIA

LA PARTECIPAZIONE ALLE ATTIVITA DI FORMAZIONE IN MATERIA DI SAFETY IN BANCA D ITALIA ALLEGATO 4 LA PARTECIPAZIONE ALLE ATTIVITA DI FORMAZIONE IN MATERIA DI SAFETY IN BANCA D ITALIA I dati sui quali si basa la presente elaborazione statistica fanno riferimento al numero di partecipazioni

Dettagli

COMUNICATO STAMPA PUBBLICAZIONE DELLE NUOVE STATISTICHE SUI TASSI DI INTERESSE BANCARI PER L AREA DELL EURO 1

COMUNICATO STAMPA PUBBLICAZIONE DELLE NUOVE STATISTICHE SUI TASSI DI INTERESSE BANCARI PER L AREA DELL EURO 1 10 dicembre COMUNICATO STAMPA PUBBLICAZIONE DELLE NUOVE STATISTICHE SUI TASSI DI INTERESSE BANCARI PER L AREA DELL EURO 1 In data odierna la Banca centrale europea (BCE) pubblica per la prima volta un

Dettagli

Metodi Matematici e Informatici per la Biologia----31 Maggio 2010

Metodi Matematici e Informatici per la Biologia----31 Maggio 2010 Metodi Matematici e Informatici per la Biologia----31 Maggio 2010 COMPITO 4 (3 CREDITI) Nome: Cognome: Matricola: ISTRUZIONI Gli esercizi che seguono sono di tre tipi: Domande Vero/Falso: cerchiate V o

Dettagli

Corrispondenze e funzioni

Corrispondenze e funzioni Corrispondenze e funzioni L attività fondamentale della mente umana consiste nello stabilire corrispondenze e relazioni tra oggetti; è anche per questo motivo che il concetto di corrispondenza è uno dei

Dettagli

Sintesi dei risultati

Sintesi dei risultati Sintesi dei risultati La ricerca commissionata dal Dipartimento della Funzione pubblica e realizzata da Datamedia si compone di due sezioni: a una prima parte indirizzata, tramite questionario postale,

Dettagli

Analisi Statistica per le Imprese (6 CFU) - a.a. 2010-2011 Prof. L. Neri RICHIAMI DI STATISTICA DESCRITTIVA UNIVARIATA

Analisi Statistica per le Imprese (6 CFU) - a.a. 2010-2011 Prof. L. Neri RICHIAMI DI STATISTICA DESCRITTIVA UNIVARIATA Analisi Statistica per le Imprese (6 CFU) - a.a. 2010-2011 Prof. L. Neri RICHIAMI DI STATISTICA DESCRITTIVA UNIVARIATA 1 Distribuzione di frequenza Punto vendita e numero di addetti PUNTO VENDITA 1 2 3

Dettagli

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel

Dettagli

MODELLO DI DICHIARAZIONE INFORMAZIONI RELATIVE ALLA QUALIFICA DI PMI

MODELLO DI DICHIARAZIONE INFORMAZIONI RELATIVE ALLA QUALIFICA DI PMI MODELLO DI DICHIARAZIONE INFORMAZIONI RELATIVE ALLA QUALIFICA DI PMI Nome o ragione sociale Indirizzo della sede legale... Indirizzo della sede operativa... N. di registro o di partita IVA ( 1 )... Nome

Dettagli

La dispersione dei prezzi al consumo. I risultati di un indagine empirica sui prodotti alimentari.

La dispersione dei prezzi al consumo. I risultati di un indagine empirica sui prodotti alimentari. La dispersione dei prezzi al consumo. I risultati di un indagine empirica sui prodotti alimentari. Giovanni Anania e Rosanna Nisticò EMAA 14/15 X / 1 Il problema Un ottimo uso del vostro tempo! questa

Dettagli

Dimensione di uno Spazio vettoriale

Dimensione di uno Spazio vettoriale Capitolo 4 Dimensione di uno Spazio vettoriale 4.1 Introduzione Dedichiamo questo capitolo ad un concetto fondamentale in algebra lineare: la dimensione di uno spazio vettoriale. Daremo una definizione

Dettagli

L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO

L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO È noto che la gestione del magazzino è uno dei costi nascosti più difficili da analizzare e, soprattutto, da contenere. Le nuove tecniche hanno, però, permesso

Dettagli

CONCETTO DI LIMITE DI UNA FUNZIONE REALE

CONCETTO DI LIMITE DI UNA FUNZIONE REALE CONCETTO DI LIMITE DI UNA FUNZIONE REALE Il limite di una funzione è uno dei concetti fondamentali dell'analisi matematica. Tramite questo concetto viene formalizzata la nozione di funzione continua e

Dettagli

STATISTICA 1, metodi matematici e statistici Introduzione al linguaggio R Esercitazione2: 04-03-2005

STATISTICA 1, metodi matematici e statistici Introduzione al linguaggio R Esercitazione2: 04-03-2005 esercitazione 2 p. 1/12 STATISTICA 1, metodi matematici e statistici Introduzione al linguaggio R Esercitazione2: 04-03-2005 Luca Monno Università degli studi di Pavia luca.monno@unipv.it http://www.lucamonno.it

Dettagli

Le funzioni continue. A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. 2002-03. A. Pisani, appunti di Matematica 1

Le funzioni continue. A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. 2002-03. A. Pisani, appunti di Matematica 1 Le funzioni continue A. Pisani Liceo Classico Dante Alighieri A.S. -3 A. Pisani, appunti di Matematica 1 Nota bene Questi appunti sono da intendere come guida allo studio e come riassunto di quanto illustrato

Dettagli

LA CORRELAZIONE LINEARE

LA CORRELAZIONE LINEARE LA CORRELAZIONE LINEARE La correlazione indica la tendenza che hanno due variabili (X e Y) a variare insieme, ovvero, a covariare. Ad esempio, si può supporre che vi sia una relazione tra l insoddisfazione

Dettagli

Statistica. Alfonso Iodice D Enza iodicede@unina.it

Statistica. Alfonso Iodice D Enza iodicede@unina.it Statistica Alfonso Iodice D Enza iodicede@unina.it Università degli studi di Cassino () Statistica 1 / 16 Outline 1 () Statistica 2 / 16 Outline 1 2 () Statistica 2 / 16 Outline 1 2 () Statistica 2 / 16

Dettagli

Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13)

Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13) Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13) Soluzione Esame (11 gennaio 2013) Prima Parte 1. (9 p.) (a) Ipotizzate che in un mondo a due paesi, Brasile e Germania, e due prodotti, farina

Dettagli

Corso di Automazione Industriale 1. Capitolo 4

Corso di Automazione Industriale 1. Capitolo 4 Simona Sacone - DIST 1 Corso di Automazione Corso Industriale di 1 Automazione Industriale 1 Capitolo 4 Analisi delle prestazioni tramite l approccio simulativo Aspetti statistici della simulazione: analisi

Dettagli

Consideriamo due polinomi

Consideriamo due polinomi Capitolo 3 Il luogo delle radici Consideriamo due polinomi N(z) = (z z 1 )(z z 2 )... (z z m ) D(z) = (z p 1 )(z p 2 )... (z p n ) della variabile complessa z con m < n. Nelle problematiche connesse al

Dettagli

ANALISI CLIMATICA DELL ESTATE 2015

ANALISI CLIMATICA DELL ESTATE 2015 Provincia Autonoma di Trento METEOTRENTINO REPORT ANALISI CLIMATICA DELL ESTATE 2015 Ottobre 2015 Dipartimento Protezione Civile Servizio Prevenzione Rischi Ufficio Previsioni e Pianificazione Via Vannetti,

Dettagli