Il Counselling* al donatore. di sangue. Blood. Donor. Counselling. Implementation. Guidelines. Linee guida. per l attuazione
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1 Blood Il Counselling* Donor al donatore Counselling di sangue Implementation Linee guida Guidelines per l attuazione *vedi definizione a pag. 4 Organizzazione Mondiale della Sanità Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa
2 Pubblicato dall Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2013 con il titolo Blood Donor Counselling World Health Organization 2013 L Organizzazione Mondiale della Sanità The World Health Organization ha concesso i diritti di traduzione e pubblicazione per l edizione in lingua Italiana a: Associazione Volontari Italiani del Sangue, AVIS Nazionale, che è l unico responsabile della qualità e della fedeltà della versione italiana. In caso di incongruenze tra la versione in lingua inglese e quella in lingua Italiana, è da considerarsi autentica e vincolante l edizione originale in lingua inglese Il Counselling al Donatore di Sangue linee guida per l attuazione Associazione Volontari Italiani del Sangue, AVIS Nazionale 2015 Si ringrazia per la traduzione Michael Cardarelli 1
3 INDICE Prefazione 5 1 Introduzione Consulenza al donatore di sangue Finalità e obiettivi Destinatari delle linee guida Metodologie 10 2 Gli ambiti di applicazione e le fasi della consulenza al donatore di sangue Ambito di applicazione e contenuto della consulenza Fasi della consulenza 13 3 Stabilire un sistema nazionale per la consulenza al donatore di sangue Politiche nazionali e linee guida per la consulenza Infrastrutture e servizi Risorse umane e finanziarie Sistema di Qualità Laboratori di riferimento Informazione al donatore e materiale illustrativo Media e pubbliche relazioni 27 4 Considerazioni etiche e legali nella consulenza al donatore di sangue Diritti e doveri dei Servizi Trasfusionali e dei donatori Riservatezza e Privacy Consenso informato Notifica volontaria al partner e consulenza su HIV e altre malattie trasmissibili per trasfusione - TTI Stigma e discriminazioni Considerazioni speciali per i donatori di sangue adolescenti 31 5 Requisiti per la formazione sulla consulenza al donatore di sangue Obiettivi formativi Metodologie formative Profili del personale Responsabilità del personale dei SIMT Conoscenze e competenze per la consulenza Competenza e supervisione del personale 36 2
4 6 Fornire servizi di consulenza ai donatori 6.1 Caratteristiche essenziali nella fornitura di consulenza 6.2 Responsabilità dei SIMT nella fornitura di consulenze 6.3 Modelli per la fornitura di consulenza post-donazione 6.4 Modalità di comunicazione con i donatori 6.5 Consulenza al donatore in strutture piccole o mobili 7 Monitoraggio e valutazione della consulenza donatore 7.1 Obiettivi di monitoraggio e valutazione 7.2 Metodi di monitoraggio e valutazione 7.3 Dati del monitoraggio e valutazione 7.4 Indicatori del monitoraggio e valutazione 7.5 Monitoraggio e parametri di valutazione 7.6 Ricerche sui donatori Glossario Bibliografia Ringraziamenti Allegati Allegato 1 Allegato 2 Allegato 3 Allegato 4 Allegato 5 Allegato 6 Allegato 7 Allegato 8 Allegato 9a Allegato 9b Allegato 10 Allegato 11 Allegato 12 Allegato 13 Allegato 14 Emoglobina e ferro: informazioni per i donatori Lividi: informazioni per i donatori Consigli post-donazione per i donatori Fasi della consulenza post-donazione per donatori con TTI confermata Infezioni da HIV: informazioni per i donatori Infezione dal virus dell Epatite B: informazioni per i donatori Infezione dal virus dell Epatite C: informazioni per i donatori Sifilide: informazioni per i donatori Malaria: informazioni per i donatori (Aree non-endemiche) Malaria: informazioni per i donatori (Aree endemiche) Malattia di Chagas: informazioni per i donatori Procedure per l ottenimento del consenso informato alla donazione Corsi di formazione per la consulenza al donatore Esempi di domande frequenti Prototipo di questionario per i donatori
5 ACRONIMI AIDS Sindrome da Immunodeficienza Acquisita SIMT Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale CDC Centro prevenzione e controllo malattie USA CUE Esclusione Confidenziale dell unità (di sangue) HBV Virus Epatite B HCV Virus Epatite C HIV Virus dell'immunodeficienza umana IFRC Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e mezzaluna Rossa SOP Procedure Operative Standard TTI Infezioni trasmissibili per trasfusione VNRBD Donazione volontaria e non remunerata del sangue OMS Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) La definizione di Counselling Il Counselling è un attività professionale disciplinata dalla Legge n. 4 del 14 gennaio 2013 (disposizioni in materia di professioni non organizzate). L esercizio della professione è libero e fondato sull autonomia, sulle competenze e sull indipendenza di giudizio intellettuale e tecnico, nel rispetto dei principi di buona fede, dell affidamento del pubblico e della clientela, della correttezza, dell ampliamento e della specializzazione dell offerta dei servizi, della responsabilità del professionista. Il Counselling in ambito sanitario, e nel caso specifico della donazione di sangue, si occupa principalmente dell accoglienza dei donatori, dell ascolto attivo dei loro bisogni, suggerisce stili di vita e abitudini sane; facilita la comprensione dei termini medici e dei motivi di un eventuale sospesione temporanea o definitiva; infine facilita l accettazione di eventuali trattamenti, cure e terapie. Il ruolo del Counsellor consiste nell agevolare i flussi comunicativi e la comprensione da parte dei donatori. È dunque un professionista nella gestione delle situazioni comunicative più impegnative e lavora per il miglioramento della qualità della comunicazione. La figura del Counsellor può essere presente nei punti di ascolto, nei centri informativi, di aiuto, di emergenza. La possibilità di ricorrere a un Counsellor, capace di utilizzare la comunicazione in modo consapevole e professionale, si dimostra estremamente utile sia nel rapporto tra medico e donatore, sia tra le altre figure sanitarie presenti nell unità di raccolta. Inoltre fornisce un supporto al medico e al donatore in quanto adatta gli aspetti tecnici della medicina ai bisogni e alle aspettative di quest ultimo. Il risultato di questa mediazione è quello di migliorare la qualità della prestazione medica intesa in senso globale e quindi la soddisfazione del donatore rispetto al trattamento ricevuto; il medico è avvantaggiato da un attività di ascolto e supporto al donatore mediata dal Counsellor, soprattutto laddove si trascurano alcuni aspetti clinicamente irrilevanti che non rappresentano un quadro patologico ma sollevano comunque dubbi nel donatore. Così facendo si rende più efficace la comunicazione con i donatori, si riducono le conflittualità e lo stress tra gli attori coinvolti nel processo di donazione (volontari, donatori, personale sanitario) migliorando sensibilmente le relazioni all interno del gruppo di lavoro. 4
6 PREFAZIONE Le trasfusioni di sangue servono a salvare milioni di vite ogni anno e a migliorare l'aspettativa e la qualità della vita dei pazienti affetti da patologie potenzialmente letali. La sicurezza e la disponibilità del sangue e dei suoi derivati per uso trasfusionale richiedono: il coinvolgimento di donatori che siano volontari, non remunerati e accuratamente selezionati 1 ; la somministrazione di test qualitativi sul sangue per la rilevazione dei marker per le infezioni trasmissibili con la trasfusione (TTI) e, infine, una lavorazione del sangue che permetta un uso sicuro e ponderato delle trasfusioni. Le persone che donano il sangue forniscono un bene unico e prezioso attraverso un atto che costituisce uno dei più bei gesti di solidarietà. Per donare il sangue, i potenziali donatori devono essere in buona salute e privi d infezioni trasmissibili con la trasfusione. La maggior parte dei donatori pensa di essere in buona salute ma alcuni di loro non sanno di non essere idonei alla donazione e che potrebbero compromettere o peggiorare la propria salute e rischiare di trasmettere infezioni ai pazienti che hanno bisogno di trasfusioni. I Servizi Immunotrasfusionali (SIMT) hanno il dovere di assistere sia i donatori, sia i destinatari delle trasfusioni. Quest obbligo si estende anche ai futuri donatori ovvero, sia chi è stato sospeso dalla donazione in modo temporaneo o definitivo, sia chi, pur essendo stato ammesso alla donazione, in una fase successiva riporta dei risultati anomali o alterati nei test sul sangue. I SIT hanno la responsabilità di confermare i risultati dei test e fornire informazioni, consulenza e assistenza per consentire a queste persone di comprendere al meglio lo stato della propria salute e i rischi che si corrono. La consulenza fa parte dell ambito di competenze che un SIT dovrebbe essere in grado di fornire ai propri donatori di sangue, avvalendosi anche dell ausilio di medici e di servizi clinici specialistici. Fino a poco tempo fa, la consulenza al donatore non era una prassi molto comune. Inizialmente, alcuni SIT fornivano informazioni ai donatori che riportavano infezioni nei test TTI. Inizialmente era considerata come malattia trasmissibile, solamente la Sifilide; solo più avanti, quando furono disponibili i primi test anche l'epatite B e solo negli anni 80, con il diffondersi dell'hiv/aids e con l'introduzione dei test per la rilevazione dell'hiv, che i SIT iniziarono a comprendere l'importanza della consulenza al donatore, soprattutto per non compromettere la sicurezza dell'approvvigionamento di sangue. La consulenza pre-donazione era vista come un elemento strategico per ridurre e, se possibile, prevenire la donazione di sangue da parte d individui che potevano essere a rischio di HIV e altre TTI, inclusi i virus di Epatite B e C. Inoltre era utile informare i donatori sul processo di donazione e permettere loro di sottoporsi il test HIV. La consulenza post-donazione era altresì considerata come un elemento necessario per la gestione del donatore da abbinare alla comunicazione dei risultati anomali. La consulenza, fatta da personale specializzato, è oggi vista come un elemento chiave nella donazione di sangue, soprattutto in molte nazioni, che la utilizzano grazie ad una rete di servizi trasfusionali avanzati. La consulenza può avvenire in ognuna delle diverse fasi del processo di donazione e anche dopo gli screening sul sangue che, a loro volta, dovrebbero essere disponibili nel momento in cui il SIT si approccia ai donatori. In molte nazioni, tuttavia, la consulenza al donatore di sangue, non avviene in maniera strutturata. Il presente manuale, è stato dunque pensato per essere uno strumento di riferimento per quei centri che ancora non hanno attuato programmi di consulenza per i donatori. 1 Il termine donatori di sangue include: i donatori di sangue intero, di globuli rossi, di piastrine, di plasma e altri componenti del sangue, donati per intero o in aferesi 5
7 Le presenti linee guida sulla consulenza andrebbero usate unitamente alle risorse messe a disposizione dall OMS, in particolare si vedano i testi: Towards 100% voluntary blood donation: a global framework for action (1), The Melbourne Declaration on 100% voluntary non-remunerated donation of blood and blood components (2), Blood donor selection: recommendations on assessing donor suitability for blood donation (3) and Screening donated blood for transfusiontransmissible infections (4). Dr. Neelam Dhingra Coordinatore del Dipartimento di Sicurezza sulle Trasfusioni di Sangue Organizzazione Mondiale della Sanità Dr. Christie Reed Ufficiale Sanitario Reparto Prevenzione HIV Settore Generale HIV/AIDS Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie Dr. Lin Che Kit Amministratore Delegato e Direttore Sanitario Centro Trasfusionale - Croce Rossa di Hong Kong 6
8 1 - INTRODUZIONE 1.1 LA CONSULENZA AL DONATORE Il servizio trasfusionale è un elemento essenziale del sistema sanitario e coloro i quali donano il sangue contribuiscono a salvare vite e a migliorare la salute dei pazienti. Per avere un apporto di sangue sufficiente e sicuro, i SIMT dovrebbero istituire e mantenere un bacino di donatori volontari e non remunerati. I donatori andrebbero, quindi, seguiti attentamente e nel massimo rispetto della loro salute e degli standard di sicurezza. La consulenza è, infatti, parte integrante dei doveri d assistenza del SIMT, sia per chi si presenta a donare la prima volta, sia per chi è già donatore di sangue (1,5). La consulenza deve essere intesa come un dialogo riservato tra il donatore e il consulente esperto sui temi riguardanti la salute e il processo di donazione. Questa può avvenire sia prima, sia durante e sia dopo la donazione di sangue. Prestare consulenze ai donatori apporta diversi vantaggi al SIMT e, di riflesso, anche al sistema sanitario. Così facendo, infatti, si riduce al minimo la perdita inutile di donatori idonei e si massimizza invece la fidelizzazione, anche di quelli che sono stati temporaneamente sospesi. La consulenza prevede, inoltre, la possibilità per il SIMT di agevolare i donatori sul consenso informato alla donazione ed escludere, quindi, quelli potenzialmente a rischio aiutandoli ad auto-escludersi anticipatamente, se consapevoli di poter essere stati esposti a qualche rischio d infezione trasmissibile o a qualche condizione clinica nota o anche se sottoposti a qualche cura che possa aver compromesso l idoneità a donare il sangue (6). Riducendo i prelievi dai donatori non idonei, che sarebbero comunque scartati in seguito, si riduce anche lo spreco di risorse come ad esempio: il tempo impiegato dal personale e dai donatori, il materiale sanitario e i test di screening; inoltre si evitano così anche inutili disagi ai donatori (7). La consulenza contribuisce, quindi, a una maggiore sicurezza del sangue riducendo la gran parte delle TTI nel sangue raccolto, ma contribuisce anche a mantenere un bacino di donatori volontari, sani, affidabili e non remunerati (8). La consulenza è anche un importante strumento per lo sviluppo di stili di vita sani e dà un importante contributo alla salute dell individuo e della comunità (9,10). Inoltre, la consulenza, contribuisce a una diagnosi precoce per la cura di condizioni quali l anemia e le infezioni del sangue. Ciò rappresenta un valido punto di partenza per la cura e il trattamento di donatori risultati infetti e può inoltre contribuire a ritardare o a impedire lo sviluppo e il manifestarsi di malattie e complicazioni (11,12). Quest obbligo di cura si estende, oltre ai donatori, anche alle rispettive famiglie e alla popolazione in generale, poiché chiunque può infettare il prossimo se non è consapevole del proprio stato. La consulenza al donatore contribuisce così alla continuità delle cure nel sistema sanitario e svolge un ruolo importante nel prevenire una nuova trasmissione d infezioni e al contenimento delle epidemie riducendo così le spese a carico del sistema sanitario nazionale. La consulenza può anche ridurre gli effetti indesiderati nei donatori (13) perché migliora la percezione che i donatori hanno del SIMT, li incoraggia a invogliare amici e parenti a donare e, soprattutto, aumenta la probabilità di tornare in futuro (5). Ciò è particolarmente importante per il SIT nel processo di transizione da donatore alla prima esperienza (o in sostituzione di un familiare) a donatore regolare volontario e non remunerato (VNRBD) (14). Le informazioni che 164 nazioni hanno inserito nel database dell OMS sulla sicurezza del sangue indicano che nel mondo si portano a termine più di 92 milioni di donazioni ogni anno. Di queste, circa 1,6 milioni di sacche si scartano per via della presenza di marker infettivi TTI, comprendenti HIV, Epatite B (HBV), Epatite C (HCV) e Sifilide. Inoltre, almeno 13 milioni di potenziali donatori vengono ogni anno sospesi dalle donazioni per cause dovute all anemia, alle condizioni cliniche 7
9 preesistenti o ai rischi d infezioni che potrebbero trasmettersi per trasfusione (15). La dimensione di queste sospensioni ed esclusioni, rileva tra le altre cose, l importanza della necessità d informazione, l educazione del donatore e il bisogno di una consulenza tale da permettere ai potenziali donatori di auto-sospendersi in ogni fase del processo di donazione. Inoltre, evidenzia la necessità di stabilire un sistema di consulenza personalizzato per coloro i quali non sono stati ammessi alla donazione per diversi motivi o anche per chi ha riportato risultati anomali nei test. Tuttavia, molti servizi trasfusionali nazionali non riconoscono la consulenza come un elemento essenziale nella fornitura di un servizio di qualità e di attenzione al donatore e non hanno ancora ben chiare le politiche di consulenza, le infrastrutture e le risorse adatte. 1.2 FINALITÀ E OBIETTIVI Nel 1994, sono state pubblicate le linee guida per gestire la consulenza al donatore nel caso in cui quest ultimo presentasse un infezione da virus dell'immunodeficienza umana, grazie a un lavoro svolto in collaborazione con la Federazione Internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (IFRC), il programma globale dell'organizzazione Mondiale della Sanità sull'aids e i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie degli Stati Uniti (CDC) (16). Le presenti linee guida sono state pensate per dare una risposta all'esigenza di poter avere approvvigionamenti di sangue privi di HIV e per fornire assistenza ai donatori risultati positivi ai test. Ci sono state delle remore a riguardo, dovute all'esiguità dei luoghi in cui era possibile eseguire il test e dovute anche al potenziale stigma che ne sarebbe derivato. È emerso che, alcuni donatori, non erano consapevoli dei rischi di trasmissione del virus e avevano donato il sangue solo per confermare il proprio status di positività all'hiv. Molte preoccupazioni permangono ancora oggi. Nel frattempo in tutti questi anni, la diagnostica, le tecnologie e le metodologie di cura hanno fatto progressi nella lotta all'hiv e ad altre infezioni come HBV, HCV, Malaria e il morbo di Chagas. È risaputo che lo scopo della consulenza al donatore dovrebbe focalizzarsi non solo sull'hiv ma anche su altre TTI e condizioni cliniche che possano compromettere la salute del donatore. Il Programma di Sicurezza sulle Trasfusioni di Sangue dell'oms, in collaborazione con i CDC e l'ifrc, ha iniziato un processo di revisione e aggiornamento delle linee guida con lo scopo di estendere l'ambito d interesse non solo all'hiv ma anche ad altre TTI e altre questioni riguardanti la salute e la sicurezza del donatore. Finalità Lo scopo di questo manuale è di favorire l'istituzione di sistemi nazionali di consulenza al donatore in quei Paesi che ancora non ne sono provvisti. Obiettivi Gli obiettivi specifici intendono fornire: 1 Una guida alle politiche di somministrazione della consulenza al donatore, considerato come parte essenziale di un servizio d assistenza di qualità per un approvvigionamento sicuro del sangue. 2 Informazioni e orientamento tecnico sulle misure e le azioni specifiche necessarie per promuovere la tutela e la sicurezza di chi dona e di chi beneficia delle trasfusioni. Tutto ciò può avvenire attraverso l attuazione di consulenze mirate per: Potenziali donatori che possono essere stati sospesi per salvaguardare la salute stessa del donatore e dei destinatari della trasfusione. Donatori con una sierologia particolare di globuli rossi o con gruppi sanguigni rari Donatori con risultati anomali ai test HIV, HBV, HCV, Sifilide, Malattia di Chagas e altre TTI. 8
10 1.3 DESTINATARI DELLE LINEE GUIDA Il presente manuale è rivolto soprattutto alle seguenti organizzazioni e istituzioni: Ai programmi nazionali dei vari ministeri della sanità per l'autosufficienza del sangue. Agli organismi consultivi nazionali responsabili delle politiche sulla sicurezza del sangue, consulenza compresa, come ad esempio le commissioni e i consigli nazionali sangue. Alle Banche del Sangue e i SIT, compresi: i direttori, gli ufficiali sanitari, i gestori di donatori, i responsabili della qualità, i reclutatori, gli assistenti ai donatori e i consulenti, i responsabili di laboratorio e personale altro. Ai laboratori di riferimento per i test di conferma delle TTI Alle istituzioni di Sanità Pubblica. Alle organizzazioni di donatori di sangue e altre organizzazioni non governative coinvolte nelle attività di formazione e reclutamento dei donatori. Alle associazioni di categoria (professionisti e pazienti). Queste linee guida però, possono essere utili anche per altre tipologie di soggetti quali gli istituti di formazione, i centri trapianto, i centri di raccolta plasma e i programmi di prevenzione delle malattie infettive, in particolare quelle come l'hiv, l'epatite, la Malaria e la Malattia di Chagas. 1.4 METODOLOGIE Nel 2008, il programma OMS sulla sicurezza nelle trasfusioni ha convocato un tavolo di concertazione tra alcuni degli esperti sulla consulenza ai donatori. Gli obiettivi della consultazione consistevano nel rivedere le linee guida sulla consulenza al donatore affetto da HIV e definire il margine di attuazione delle linee guida nel settore Sanità Pubblica in generale. La consultazione ha visto la partecipazione di un gruppo tecnico di lavoro che comprendeva alcuni esperti nazionali in materia di donazione di sangue e di consulenze ai donatori, provenienti sia da Paesi sviluppati sia da quelli in via di sviluppo; tutti riconducibili agli ambiti di competenza dell'oms (vedi Ringraziamenti) Il gruppo tecnico di lavoro ha rivelato che l aggiornamento delle linee guida sulla consulenza, prevedeva che quest ultime non dovevano essere circoscritte esclusivamente all HIV ma che dovevano estendersi anche alle situazioni di pre e post donazione e a tutte le altre principali TTI comprese HBV, HCV, Sifilide e altre cause cliniche, determinanti nella sospensione del donatore e nella richiesta di assistenza. Il campo di applicazione e i contenuti del presente documento, già ripreso e ampliato, sono stati concordati e programmati dal gruppo tecnico di lavoro. Il gruppo in questione, si è riunito per preparare, riesaminare e rivedere le bozze delle linee guida. Il programma OMS sulla sicurezza nelle trasfusioni ha istituito un gruppo di revisione esterna composto da membri del Comitato Consultivo, da esperti in medicina trasfusionale dell'oms e da alcuni Direttori di centri trasfusionali e altri servizi immunotrasfusionali responsabili dei programmi nazionali di approvvigionamento sangue, per conto di ciascuna delle regioni OMS (vedi Ringraziamenti). La composizione del gruppo di revisione esterna è stata studiata in modo tale da offrire una vasta gamma di esperienze e competenze specialistiche da professionalità provenienti da tutte le regioni coinvolte nelle diverse fasi dello sviluppo. Il compito di questo gruppo era quello di rivedere le bozze delle linee guida e consigliare l'oms sulla pertinenza e l'applicabilità delle suddette linee nelle rispettive nazioni. Un team editoriale ha inoltre curato le varie bozze del documento. Nel 2011, la revisione esterna di una bozza più completa ha valutato la fattibilità della realizzazione di queste linee guida attraverso un seminario sulla selezione e consulenza dei donatori, con priorità per i Paesi delle regioni mediterranee e dell'africa (17) (vedi Ringraziamenti). 9
11 Ricerca Bibliografica I membri del gruppo tecnico di lavoro hanno compiuto ricerche in merito alla letteratura di riferimento usando PubMed, MedLine, il Database WHOLIS della Biblioteca dell'oms e altri database regionali. Sono stati fatti non pochi sforzi nell'identificare le edizioni aggiornate della letteratura scientifica in materia di consulenza ai donatori, nei Paesi sviluppati. Alcuni elementi della consulenza non trattano esclusivamente la donazione del sangue; e per questo motivo che i principi generali della consulenza al donatore si avvalgono anche della consulenza psico-sociale e di quella valida anche per l'hiv, e di tutte quelle metodologie più avanzate che rientrano nella letteratura di settore e nelle linee guida sulla formazione e la supervisione dei consulenti sanitari. Revisione e aggiornamento delle linee guida Si stima che queste linee guida andranno nuovamente riprese e riviste nel 2017, per quanto riguardano i nuovi sviluppi e i riscontri sulle attuazioni delle stesse. Il programma OMS sulla sicurezza nelle trasfusioni sarà responsabile, inoltre, dell'avvio del riesame per valutare l ipotesi di un aggiornamento. 10
12 2 - GLI AMBITI DI APPLICAZIONE E LE FASI DELLA CONSULENZA AL DONATORE DI SANGUE 2.1 AMBITO DI APPLICAZIONE E CONTENUTO DELLA CONSULENZA Le informazioni e la consulenza pre-donazione sono strettamente collegate al processo di selezione del donatore perché è qui che si valuta l'idoneità del singolo a donare secondo una serie di criteri (2,18) relativi all anamnesi medica e al rischio di TTI. Tutto ciò è seguito da un controllo medico di base per: Accertare che i donatori siano sani, idonei a donare e tutelati da ipotetici incidenti dovuti alla donazione. Evitare la raccolta di sangue da individui che possono essere inadatti alla donazione, per via del rischio di TTI e altri fattori clinici potenzialmente dannosi per i pazienti. L'efficacia del processo di selezione dei donatori aumenta se vengono fornite loro informazioni e consulenze pertinenti che li rendano consapevoli e capaci di autoescludersi da soli nel caso in cui si riconoscano come inadatti. I donatori possono essere sospesi, temporaneamente o del tutto, sulla base del loro stato di salute, per cause dovute all'anamnesi medica; a viaggi effettuati in passato o ad altre TTI. La consulenza pre-donazione è particolarmente importante per coloro i quali sono stati esclusi, temporaneamente o definitivamente, dalla donazione, poiché fornisce risposte chiare riguardo ai motivi della sospensione e informazioni su come mantenere uno stile di vita sano; inoltre indirizza verso altri test, terapie, trattamenti e cure appropriate. I donatori che sono stati temporaneamente sospesi devono essere incoraggiati a tornare, una volta terminato il periodo di sospensione. Tuttavia, alcuni di questi, possono decidere di non tornare perché percepiscono la sospensione come un'esperienza negativa e hanno paura di essere respinti di nuovo. Una consulenza condiscendente può alleviare la sensazione di essere stati rifutati e incoraggiare il donatore a ripresentarsi dopo il periodo di sospensione. Una consulenza efficace può ridurre al minimo una perdita inutile di donatori e motivare quelli idonei a diventare volontari del Centro di Raccolta (19,20,21,22,23,24). La fidelizzazione o la perdita dei donatori è correlata alla capacità del centro di raccolta di far sentire a proprio agio i donatori; infatti, quelli che hanno avuto un'esperienza positiva, sono più propensi a invogliare gli altri a donare il sangue (25). In seguito ai test di laboratorio possono essere riscontrati i marcatori d infezioni trasmissibili per trasfusione, i gruppi rari di sangue e le sierologie particolari di globuli rossi. Il SIMT ha la responsabilità di assicurare la conferma dei risultati dei test reattivi, la notifica e la consulenza ai propri donatori e gli opportuni rimandi ad altre istituzioni sanitarie per accertamenti (4). La consulenza dovrebbe essere tempestiva, accurata, confidenziale e, in qualche modo, dovrebbe riuscire ad alleviare l'ansia e a rendere facilmente comprensibili le informazioni. I donatori con risultati positivi o in attesa degli esiti dei test TTI, dovrebbero essere reindirizzati a strutture sanitarie per ulteriori accertamenti, cure e terapie. L'obiettivo e il contenuto della consulenza fornita a ciascun donatore dipendono dalle condizioni e dalle situazioni che si vanno ad affrontare. Ad esempio, la consulenza indirizzata ai donatori con gruppi sanguigni rari, intende ascrivere questi ultimi a un gruppo di donatori speciali. Questo susciterà molto probabilmente un emozione positiva. La comunicazione della positività a un test TTI, avrà l'effetto contrario. È quindi molto importante che il personale addetto comprenda gli elementi chiave di una consulenza che tenga conto dei diversi contesti al fine di rendere più idoneo l'approccio e consentire così una consulenza di successo a beneficio del donatore e del SIMT. Una consulenza gestita male può portare a un inutile stress psicologico per il donatore e può anche creare danni alla reputazione del SIMT influenzando, di conseguenza, il reclutamento dei donatori in futuro. 11
13 La consulenza al donatore, assume un significato particolarmente importante quando ci si trova di fronte a queste condizioni e circostanze: Prime - donazioni e giovani donatori: occorre che sia spiegato loro il processo di donazione per alleggerire l'ansia e l'apprensione (28) Coloro che non soddisfano i criteri di selezione dei donatori per via dell'anamnesi medica e del rischio di TTI e che quindi sono stati sospesi temporaneamente o del tutto: occorre spiegare loro i motivi della sospensione [es. casi di cancro in passato, rapporti occasionali (29)] ed eventualmente dare le informazioni circa la gestione di questi aspetti. Coloro che, in seguito alla visita medica, rivelano condizioni cliniche che ne decretano la sospensione temporanea o definitiva: occorre sostenerli affinché comprendano al meglio i motivi della sospensione (es. bassi livelli di emoglobina) (30) ed eventualmente siano date loro le informazioni su come gestire al meglio questi aspetti e ulteriori trattamenti. Coloro che si presentano a donare per scoprire se sono positivi ai test HIV: occorre capire le motivazioni che li spingono a donare e fornire loro informazioni sui servizi di volontariato e consulenza che vengono offerti e le analisi del sangue (31) Coloro che hanno avuto in passato effetti indesiderati durante o dopo la donazione affinché allentino la tensione e l'ansia (32) Donatori che in seguito a una donazione, hanno richiesto l'esclusione Confidenziale dell'unità raccolta (CUE) avvertendo il SIMT di non trasfondere la sacca: affinché si sappia dei motivi che hanno portato alla scelta dell'esclusione confidenziale e per ulteriori trattamenti (33,34) Donatori che dopo aver donato, hanno riferito informazioni che porterebbero all'esclusione temporanea o definitiva (es. seri problemi di salute sviluppati in seguito alla donazione) affinché gli sia spiegato il motivo della sospensione e gli siano fornite informazioni su un eventuale trattamento in futuro, se previsto (35,36) Ai donatori con particolari sierologie di globuli rossi, gruppi sanguigni rari o con risultati dei test TTI anomali: affinché gli venga spiegata l'importanza di questi risultati e gli vengano date le informazioni su eventuali trattamenti da fare in futuro (37,38). 2.2 LE FASI DELLA CONSULENZA La consulenza al donatore può avvenire nelle quattro fasi di cui si compone il processo di donazione, come mostrato in figura 1: 1 Prima della donazione: dare informazioni pre-donazione prima di registrarsi per la donazione. 2 Al colloquio con il medico; durante la valutazione medica e dei rischi TTI e, infine, durante la visita di controllo. 3 Durante la donazione: ovvero durante mentre si sta donando. 4 Dopo la donazione: subito dopo aver terminato la donazione o in seguito all'analisi del sangue raccolto per la sierologia del gruppo e dei marcatori d infezioni. Fase 1: informazioni pre-donazione Le informazioni pre-donazione costituiscono un importante primo passo nella sensibilizzazione sul processo di donazione e riguardano: i criteri di selezione, di sospensione e auto-esclusione dei donatori, lo screening TTI del sangue, la conoscenza del gruppo sanguigno e la consulenza per eventuali trattamenti. Le informazioni pre-donazione possono essere fornite sia verbalmente sia in forma scritta, attraverso materiali informativi illustrati, audio-visivi e materiale on-line, purché il tutto sia presentato in modo semplice e chiaro. Solitamente si mette a disposizione dei potenziali donatori anche un questionario simile a quello somministrato prima della donazione. 12
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