INCONTRI RAV DEL TE INATI ZO TIPO

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1 Settembre 2011 Periodico di informazione e partecipazione locale - Anno III - N. 12 INCONTRI RAVVICINATI DEL TERZO TIPO

2 Anno N. 12 La rivista sul web: Inviateci lettere, segnalazioni, commenti, fotografie... info@latheka.it Associazione Oltreconfine Via M. Vallorca, Fonzaso (BL) La Theka è realizzata da oltreconfine associazione culturale La Theka Periodico di informazione e partecipazione locale Num. R.G. 685/2009 del 21/08/2009 Num. reg. Stampa 9 Anno 3, N.12 - Settembre 2011 Proprietario ed editore: Walter Moretto Presidente Associazione culturale Oltreconfine. Direttore responsabile: Debora Nicoletto. Redazione: Luca Ferrari, Walter Moretto, Andrea Pasa, Christian Pasa, Diego Toigo. Hanno collaborato a questo numero: Simone Cassol, Elisa Dall Agnol, Stefano Gastaldi, Giuseppe Lira, Fermino Lira, Domenico Maddalozzo, Faustino Mores, Nadir Moretto, Nicolas Oppio, Maria Antonietta Vieceli Decet. Progetto grafico ed impaginazione: Punto e Linea. Sito e servizi WEB: Francesco Susin. Luogo di redazione: Via Monte Vallorca 5, Fonzaso (BL). Luogo di pubblicazione: Tipografia DBS, via Quattro Sassi, Seren del Grappa (BL). Tiratura copie Distribuzione gratuita. La riproduzione è libera, con qualsiasi mezzo effettuata compresa la fotocopia, salvo citare la fonte e l autore. Sommario L Editoriale 3 Incontri ravvicinati del terzo tipo 4 La bacheca di Fonzaso 8 La parola ai cittadini 10 La parola a La Theka 14 Spazio alle associazioni 15 Uno sguardo oltreconfine 16 Economia e lavoro 18 Lettere e parole 20 Cosa accadrà 22 Tema del mese: Incontri ravvicinati del terzo tipo Pag

3 Chi sei? La Theka Anno N. 12 di Debora Nicoletto Mi stai guardando in modo decisamente strano, dico tra me e me mentre vedo quel volto corrucciato e imbronciato che mi scruta in ogni dove. Quel sopracciglio alzato fa capire che mi stai studiando, che stai cercando di capire chi sono, da dove vengo, dove andrò. Abbasso lo sguardo ma sento ancora i tuoi occhi addosso che studiano ogni dettaglio del mio fare e del mio non fare. Rialzo lo sguardo decisa a capire chi tu sia, senza timori o tentennamenti, senza paura. E vedo occhi scuri che scavano dentro i miei, così io faccio lo stesso dentro i tuoi. Osservo la tua pelle per conoscere la tua vita, la tua età, la tua storia, la tua provenienza. Vedo rughe che solcano il viso, macchie della pelle che indicano che il sole ha fatto capolino spesso sulla tua faccia. Vedo un rossore; forse ti ho intimidito un pochino. Almeno spero. Quell ammasso di peli sulla testa così variegato e colorato ben si accompagna al circuito ovale che racchiude occhi, bocca e naso. Quella bocca, che sembra accennare ad un sorriso, mi incuriosisce e cerco di scoprire se è un sorriso ironico, cinico, divertito, irriverente. Ti faccio la linguaccia e mi rispondi a tono, così mi fai pure il verso quando provo a fare due pernacchie. Decisamente irriverente. Ma non mi arrendo e, anzi, determinata a capire chi ho di fronte, mi concentro ancora di più. Così noto che cerchi di sviare lo sguardo, ti metti di profilo con quel naso che certo non è francese e mi osservi di sottecchi per capire cosa cerco di carpirti. Indossi abiti stravaganti e oggetti che ornano il corpo molto vistosi, a dimostrazione di una patrimonio di conoscenze eccentriche o forse pacchiane. Le tue movenze sono eleganti quanto popolari, un mix di culture che rivendica l identità forte di più popoli. Le tue mani gesticolano ad ogni parola per cercare di farmi capire meglio le tue idee e sostenere pensieri e propositi. Penso che mi stai quasi simpatica, a pelle come si dice, anche se un po di diffidenza permane per il tempo in cui stiamo insieme. Da dove vieni? mi chiedo incessantemente mentre scruto l orizzonte. Dove stai andando? Tu lo sai qual è il tuo futuro, il tuo destino, la tua strada? Cosa cerchi? E cosa hai trovato? Questo mondo è diverso dal tuo? Quello che viviamo qui ora non è certo rassicurante o confortante ma il tuo deve essere decisamente più controverso ed enigmatico. Ad ognuno il suo insomma!!! Intuisco che comprendi i miei pensieri e cerchi di metterti in sintonia con me; sorridi e questa volta con un sorriso ampio che mi fa intendere che anche tu ti poni i miei stessi interrogativi. Mi accontento di osservare, perché capire se stessi non è cosa facile. Soprattutto davanti ad uno specchio. Là... Dietro la collina, se la vista non mi inganna... E proprio un alieno! L Editoriale 3

4 Qui o altrove? Intervista a Eugenio Finardi di Walter Moretto Incontri ravvicinati del terzo tipo Eugenio Finardi. Fonte: notelibere.net Extraterrestre portami via voglio una stella che sia tutta mia extraterrestre vienimi a cercare voglio un pianeta su cui ricominciare Non sapevo come immaginarmi Eugenio Finardi. Cantautore straordinario, ha attraversato tutte le epoche della musica, dalla rivoluzione beat in poi, sapendosi miscelare con la società dei tempi che attraversava, narrandone le contraddizioni, le debolezze e i conflitti. Dal rock al reggae passando per il jazz, dal blues al classico contemporaneo. Ascoltando le sue canzoni intravedo delle letture esperienziali oltre che sociali, come nella canzone Scimmia del 77 in cui racconta il suo rapporto con la droga o nell album Dal Blu del 1983, con canzoni fortemente influenzate dalla nascita della figlia. E c è di più: con il passare degli anni Finardi s addentra nella comprensione di se stesso, attingendo alla musica come un pittore intinge il colore con il pennello come l album spirituale Il silenzio è spirito. E per questo che non sapevo come immaginarmi l Uomo Finardi. Artista eclettico come forse nessuno in Italia, è completo in virtù della propria capacità di usare colori diversi ed aggiungere sfumature sempre nuove ai suoi lavori. Finardi con tavolozza rosso sociale, Eugenio con in mano il pennello gocciolante di verde esperienziale, Uomo che dipinge il bianco di se stesso. Ho deciso di affrontarlo a bocconate, come fosse un cielo pieno di cumuli bianchi, dal gusto assaporabile solo con l assaggio. Alcune domande tecniche, altre storiografiche, altre ancora trascendentali. Ho fatto la scelta giusta, solo che non immaginavo che il pittore m offrisse bocconi di pianeti dell universo piuttosto che piccole nuvole del cielo. Alla luce del suo eclettismo musicale, esistono categorie di buona musica e cattiva musica? La musica è linguaggio astratto, l unico non verbale assieme alla matematica. E un astratta forma di pensiero e, come tale, può essere molto semplice e banale. La cattiva musica è come la cattiva scrittura, banale nel linguaggio e povera nei contenuti. Evidentemente la buona musica è il contrario. Il panorama musicale attuale offre di tutto, dalla banalità della dance a delle composizioni straordinarie. Sta al singolo scegliere quel che vuole ascoltare. Alla fine qual è il genere da lei scritto che le piace di più? Rock, jazz, reagge, blues o classico contemporaneo? Il blues è la mia musica. Non perché sia la più bella, ma è quella in cui riesco ad esprimere le emozioni immediate. Cos è la musica? La musica è un linguaggio astratto. Noi pensiamo parole, sempre, anche quando cuciniamo. Anche nei ricordi raccontiamo un evento che abbiamo vissuto. Lo dicono i neurologi non io; gli unici esseri che pensano non verbalmente sono i matematici e i musicisti. Nel 2003 ha scritto Il silenzio è spirito, album religioso e spirituale. Qual è il suo rapporto con la religione e cosa vuole comunicare al pubblico in questo senso? La musica è un contatto con l assoluto universale, della fisica, della matematica; le leggi universali sono contenute nella musica. Io sono ateo, è un punto che voglio precisare. Credo tuttavia che la spiritualità sia un qualcosa di molto vicino alla musica. Non esiste liturgia che non preveda un canto, un suono. L uomo non ha simmetria e angoli retti, non è assoluto, è relativo e soggettivo. Eppure tutti noi abbiamo bisogno di angoli retti perché ci collegano con l universo, la danza del mondo. La possiamo chiamare anche l armonia delle sfere. La spiritualità va oltre ogni mente e ricerca dell uomo, è immateriale e la trascendenza, la ricerca della spiritualità, si può raggiungere con la musica, il suono, il canto. I sufi nell islam ad esempio trovano Dio nella danza. La musica è letteralmente un veicolo naturale di trascendenza. Come è nata l idea della sua canzone Extraterrestre? Extraterrestre è ispirata da due amici che volevano andare via da dove erano per andare altrove. L Extraterrestre rappresenta il deux ex machina, l impossibilità dell uomo di scappare da se stesso. Le risposte che cerchiamo sono sempre dentro di noi, non fuori. Lei crede nella presenza degli extraterrestri? Ahahah, c è sempre qualcuno che mi fa questa domanda. Finardi, come può immaginare, in ogni intervista deve esserci qualche domanda trucco per rilanciare il testo ed accattivare il lettore. Vieni a tentare la fortuna! di Gianantonio Campigotto Tel

5 Certo, lo capisco. Bene. Sì, da qualche parte sì, ci sono. Che arrivino da noi no, l universo è talmente vasto. Le stelle che vediamo sono irrilevanti nei confronti dell inimmaginalmente enorme. Da qualche parte sicuramente ci sono, il problema è la contemporaneità: noi viviamo pochissimo, l universo dura tantissimo. Non solo devono trovarsi qui come luogo, ma anche nello stesso nostro tempo. Cerca ancora il suo extraterrestre Eugenio Finardi? Se uno cerca il deux ex machina sì. In altre parole, se qualche donatore mi lascia una casa in campagna, sì. Ma quel che cerchiamo è tutto dentro di noi. Non fuori. Dentro di noi. Ci sarebbe bisogno di un pianeta nuovo su cui ricominciare oggi? Visto come abbiamo conciato questo pianeta credo di sì. Chernobil, Fukushima in due secoli ci siamo presi delle responsabilità enormi. E cosa dovremmo fare in Italia? Oggi io azzererei tutta la classe dirigente. Non so, mi sembra tutto un inciucio e non ho mai avuto una grande fiducia nella nostra classe dirigente. Manca la società civile e la borghesia dirigente morale ed etica. C è denaro senza cultura, anime senza responsabilità civica e solo un valore. Dovremo forse richiamare l extraterrestre perché ci riporti indietro a valori politici, economici, alla fine umani che forse abbiamo smarrito? In una società sana c è un patto di fondo tra i cittadini che implica delle regole e valori condivisi. Questo patto dipende dalle classi dirigenti. Per esempio oggi la finanza ha schiacciato la produzione industriale: i soldi hanno dimenticato la responsabilità dell industria. E cosa pensa degli uomini? Siamo un animale giovane. Abbiamo centottanta mila anni. Siamo nell infanzia della nostra specie. L umanità è fatta di singoli uomini che cercano la pace alla fine di molte altre cose e ci dimentichiamo che il valore vero è l Uomo, non quello che l essere umano produce o possiede. Cosa pensa degli uomini politici? Di politici ne ho conosciuti molti. E veramente un mestiere ignobile e difficile da fare. E come essere famosi: ti mette nelle stesse condizioni di un grande artista senza che tu sia capace di fare niente se non quello di stringere accordi. Vendono se stessi per costrizione. Ci sono molti politici che conosco e stimo, ma il loro giogo è vivere nel contesto della politica che è fuffa, aria fritta. Nella pratica ci vorrebbe una classe di tecnici, nel generale la politica dovrebbe fare molto per l uguaglianza e molto meno per i fatti della gente. Da chi l uomo dovrebbe imparare? Dall esperienza, dalla storia, dall onestà intellettuale, da se stesso. Dovremo studiare l uomo da lontano, finora abbiamo seguito un archetipo ideale, invece dovremo studiarci per quello che siamo, un animale evoluto. Ad esempio a tutti noi viene la pelle d oca e succede perché siamo influenzati da istinto e pensieri. Altro esempio che forse calza meglio: fra uomini e donne si pensa diversamente in base agli ormoni. Nei prossimi duecento anni forse dovremo pensare a questo. Io resto qui Finardi, osservando i pittori e mangiando le nuvole. Extraterrestre portami via voglio tornare indietro a casa mia extraterrestre non mi abbandonare voglio tornare per ricominciare! Weddy party! I signori degli anelli Intervista a Cinzia Fonso e Paolo Maffei di Walter Moretto Agognato matrimonio! Milioni di persone giungono un giorno a viverne la magia (mamme in primis) ed ognuna di loro vorrebbe fosse la celebrazione per antonomasia, perfetta, colorata, dolce e conviviale. Eppure talvolta, operati sforzi sovrumani per organizzare la migliore delle feste, qualcosa va storto. Sposi che arrivano al giorno fatale distrutti dalle scelte organizzative, famiglie dei fidanzati stravolte dalle preparazioni dei rinfreschi pre e post cerimonia, spose disperate degli involontari tentativi delle mamme di rovinar la festa. Composizioni floreali imperfette, aperitivi troppo lunghi, pranzi biblici in cui gli invitati arrivan sazi di pane e grissini senza veder cibo prima delle quattro di pomeriggio, nonché troppo allegri dei troppi prosecchi bevuti a stomaco vuoto. Quanto si avrebbe voluto qualcuno che organizzasse il tutto, con ordine, competenza e garanzia di successo qualcuno che facesse questo benedetto (per una volta non in senso lato) mestiere dell organizzare il più ingestibile degli eventi Siamo a Rovereto al matrimonio di un amica. Nel relax dell antipasto sotto i tigli circondati da viti secolari, la sposa ci presenta la sua wedding planner, Cinzia Fonso, ed il suo floral designer, Paolo Maffei, i costruttori del loro matrimonio. Estasiato vado a conoscere questi immaginifici personaggi, cultori di un mestiere mai esistito eppure tanto agognato. In epoca di crisi economiche ed aumento della disoccupazione ci sono Cinzia Fonso e Paolo Maffei, beffardi delle politiche di prima estate straparlanti fra il dover far allentare i cordoni della borsa del ministro del tesoro e quelle agostane delle lacrime e sangue. Se nei palazzi si uccide il lavoro, Cinzia e Paolo il mercato se lo inventano. Cinzia Fonso di Progetto di matrimonio Cinzia, tu sei una wedding planner. Ora che lo so, posso chiederti che cosa fai nella vita? Certamente! Io organizzo matrimoni ed eventi in generale. Eventi aziendali per esempio. Comunque la mia specialità sono i matrimoni e la sfida maggiore è rivolta alle cerimonie civili, poiché è molto più difficile rendere emotivo un rito in luoghi impersonali come le sale comunali. In quei casi la mia mano e le composizioni floreali di Paolo sono molto richieste ed apprezzate. Incontri ravvicinati del terzo tipo 5

6 Incontri ravvicinati del terzo tipo Pochette di ribes di Paolo Maffei In cosa consiste e cosa significa organizzare matrimoni? Alla coppia (o alle famiglie degli sposi) noi offriamo consulenza per l individuazione, la scelta e la gestione dei fornitori di servizi: la location per il ricevimento nuziale, l allestimento dei luoghi di rito e di festeggiamento, il catering o il menù più azzeccato, il servizio fotografico, la scelta degli abiti. Se possibile seguendo un fil rounge tematico che si traspone in ogni scelta; dall abito, alla tipologia di inviti, alla scelta del cibo e vino, all allestimento dei tavoli oltre all aspetto decorativo di cui si occupa Paolo. Il nostro ruolo è quello di sollevare la coppia dalle preoccupazioni dell organizzazione del matrimonio ed evitare quindi situazioni impreviste o gestendo l imprevisto come non fosse tale agli occhi degli invitati. Nel mio caso sono anche una sorta di consulente psicologia della coppia. I ragazzi devono sentirsi a proprio agio, protetti e sicuri che tutto andrà per il meglio, senza la preoccupazione che qualcosa non funzioni. In più sono una consulente d immagine: hai mai visto quante spose bellissime si presentano alle cerimonie con abiti bianco ghiaccio essendo diafane in volto? Stanno malissimo solo che nessuno glielo dice. Eppoi seguire gli sposi in ogni momento della cerimonia, ad esempio per controllare che nel momento delle foto il trucco della sposa sia ancora perfetto oppure da rinfrescare. Il mio compito è anche questo. E devo dire che i miei clienti sono soddisfatti. Nel vostro lavoro quindi organizzate il matrimonio dalla A alla Z. Non necessariamente. Alle volte subentriamo a lavori in corso, quando alcune scelte organizzative sono già state fatte degli sposi, oppure la coppia stessa ci propone delle soluzioni da loro scelte. Ad esempio in questo matrimonio questa bellissima location del ricevimento è stata scelta da loro. Le parole chiave sono collaborazione e coordinamento? Esatto, ma non solo con i festeggiati. La sinergia della squadra organizzativa è la cosa più importante. Lavorare e coordinarsi con fotografi, catering o ristoranti, con un occhiata di comprensione delle richieste o delle problematiche sopraggiunte, è fondamentale. I collaboratori li scegli tu? Tendenzialmente sì, ma non sono dogmatica in questo. Se la sposa propone, ad esempio, un suo amico fotografo non lo rifiuto e lavoro con lui esattamente come un mio collaboratore abituale. Paolo, noto che qui tutto è perfetto e calcolato, ma senza sembrar sia così. La fontana dei confetti, i colori coordinati con il tema dell Africa scelto dagli sposi, le composizioni floreali, la scelta del servizio al tavolo. Comprendere il gusto degli sposi e standardizzarlo al gusto comune mantenendo originalità e perfezione dev essere un impresa. Da tanti anni svolgo questo lavoro con passione e studio. Ogni evento è una nuova sfida e una nuova ricerca cercando di capire pienamente i desideri dei clienti o a guidarli in strade percorribili e vantaggiose. Talvolta gli sposi non conoscono le possibilità che ci sono; ad esempio esistono fiori di stagione stupendi che gli sposi non conoscono. Compreso il tema che si vuol realizzare, io compongo gli allestimenti proponendo diverse soluzioni, giocando con i colori e le sfumature. Essendo docente di floral designer e collaborando con molti miei colleghi a livello nazionale nelle composizioni degli eventi, mi metto sempre in discussione e alla ricerca di novità da offrire con professionalità. Il bouquet della sposa è eccezionale. Pensa che quel bouquet non muore mai. Tutti i petali che vedi sono trattati in maniera che non appassiscano e sono incollati ad uno ad uno. Una volta ho fatto una pochette come bouquet con i ribes rossi; quando lo dissi alla sposa non puoi immaginarti che scena. La pochette con i ribes dentro? Ahahah (vedi foto) Capitolo costi. La domanda è obbligata quanto costa organizzare un matrimonio con voi? Meno di quel che costerebbe se una coppia decidesse di organizzarselo da sola. Ti facciamo degli esempi. (Cinzia) Tutti vogliono organizzare la festa il sabato, ma pochi sanno che i ristoranti costano molto meno la domenica! (Paolo) Oppure la coppia non conosce i fiori di stagione e di facile reperibilità, si butta magari su composizioni che costano una follia ottenendo un risultato magari peggiore di quello che avrebbero raggiunto con la mia consulenza. Ci sono diverse opzioni nella spesa. Ci può essere proposto un budget, oppure lo proponiamo noi. Dipende dalle circostanze. Grazie davvero Cinzia e Paolo, al prossimo matrimonio. E grazie a Tiziana e Guido per averci fatto conoscere due persone così appassionate! Info: e Paolo Maffei di L idea fioreria 6...sci alpinismo, free-ride, trekking, arrampicata, alpinismo, boulder, corsa in montagna, tempo libero, ciaspe, lavoro in quota/disgaggi... Via Dante Alighieri, 14, a Feltre - Tel. e fax:

7 La Fenadora-Anzù e la sua banda Intervista a Matteo Melchiorre di Luca Ferrari La Theka Anno N. 12 Incontri ravvicinati del terzo tipo: ho deciso, mi butto sul lato criminale del tema ed incontro il cofondatore di una banda di terroristi nonché colui che l ha resa famosa, svelandone molti segreti. Parlo di Matteo Melchiorre, feltrino, classe 81, ricercatore all Università di Venezia. Parlo della sua ultima fatica: La banda della superstrada Fenadora Anzù (con vaneggiamenti sovversivi). Una bella chiacchierata seduti davanti al caffè. Quando ci salutiamo risalgo in macchina con un pensiero fisso in testa: il Leviatano è un gran figlio di P. Con la p maiuscola, senza dubbio. Lentamente riesco a distogliere la mente da questo tarlo fastidioso, pensando alla Tiziana. Proprio su di lei è cominciata l intervista all autore. Non hai scuse - dico - voglio subito numero di telefono e indirizzo della Tiziana. Ridiamo insieme. Lo ammetto, è stato un atto terroristico: inizialmente questo personaggio non era previsto, poi, su richiesta dei vari possibili editori, ho cercato un soggetto che rendesse più frizzante il racconto. E cosa di meglio dico in mezzo ad una combriccola di uomini, di una bella ragazza, di origine spagnola, benestante ma disordinata il giusto, che piace a tutti ma non è di nessuno? Proprio cosi, ma la Tiziana non è solo questo: il personaggio infatti coniuga più aspetti, incarnando il dissenso di moda, quel falso alternativismo di chi segue e sventola ideali e principi presi in prestito dalla società senza pesarli con senso critico. Allo stesso tempo la Tiziana è prigioniera della mondanità. E l Ilaria condizionata cantata da Caparezza?! Esatto, proprio cosi. Certo la storia non è solo questo personaggio. Ho voluto un testo corale dove se vi è un Io che conduce, altrettanto forte è il convergere di più voci/elementi che ritornano: la Tiziana, Torresino da Ronc, la casa colonica, i teoremi dei bar. Ecco l idea del basso continuo, dato da queste voci, che diviene struttura portante. Bene, persa la possibilità di conoscere la Tiziana, parliamo della Banda: leggendo il titolo ho subito pensato alla banda della Magliana o ancora alla banda della Uno bianca, al limite, per restare in zona, alla mala del Brenta. Oggi lo standard editoriale è quello di fare scandalo: solo così si crea interesse. Ho voluto ironizzare su questo aspetto con un titolo che suscitasse aspettativa: la rivelazione dei perché di anni di tempo per realizzare 9 km di strada. In realtà il libro è tutt altro che incentrato sullo scandalo. Due le linee guida. La prima è stato voler fare un inchiesta quanto più neutrale sulla costruzione della superstrada chiedendomi cosa succeda di un territorio coinvolto, delle genti che lo abitano, che cosa sia un cantiere. Da questo voler osservare e capire si palesa una nuova evidenza: la nascita dei non luoghi. Pensa ora alla striscia di terra che si trova tra la superstrada e le grave dello Stizzon: un tempo coltivi frequentati dove se vea a corer, a pausar soto n albero o a imboscarse. Oggi, chiusi in un nuovo limite, come saranno? ancora vissuti, abitati? I non luoghi allora non sono tanto i centri commerciali dove si rifugia la società moderna, quanto quelle terre abbandonate, non più vissute. Luoghi sospesi. A causa di un progresso inarrestabile: rimozione di memorie, di radici, sconvolgimento di un orizzonte noto. La seconda: la banda e l aspetto sovversivo. Il nemico della Banda in realtà non è la superstrada ma il contesto della società in cui si vive dove è quasi impossibile esprimere il dissenso. Da qui come espressione di disagio nascono i comitati. La Banda, partendo da questa considerazione, vuole andare oltre ma trova un nemico invincibile. Il Leviatano. Mano invisibile che mischia le carte. Se risolvi un problema ne crea subito un altro. Possibilmente più grande. Per questo la banda fallisce: sono persone disperate perché terribilmente coscienti di ciò che non possono fare. Si può al massimo tirar dritte le siepi, nulla di più. Così la maggior parte delle persone, per comodità e per la felicità che ciò offre, si rassegna al brodo in cui è immersa la nostra società tutta. E necessario invece recuperare la vista, ricominciare a guardare. E necessaria una presa d atto: solo così si impara a prendere decisioni proprie. La domanda cruciale: a che punto è la superstrada? Come sai siamo arrivati ad Anzù. Ma il progetto iniziale era ben altro: la Grande H. Così era stata pensata, dove nella H la fenadoranzù rappresentava il trattino mediano che univa l autostrada del Brennero da Trento alla Venezia-Longarone. In destra Piave, mentre oggi si lavora per rendere scorrevole la Sinistra. Oltre a ciò si è aggiunto il progetto della Pedemontana che attraverserà l alta pianura veneta eliminando così di fatto lo scopo iniziale della superstrada. È sempre il Leviatano che ci mette del suo: ma come combatterlo? Forse l unico modo è diventare degli eretici moderni, passare casa per casa, fare rete. E poi formare, educare, scrivere per fare riflettere. Consigli per gli acquisti: per saperne di più comprate il libro e.leggetelo!! 7

8 La Bacheca del Comune a cura della Redazione La bacheca di Fonzaso Verbale della commissione consiliare permanente commissione sociale del 4 agosto 2011 Il giorno quattro del mese di agosto duemilaundici, alle ore presso il Municipio - SALA GIUNTA - si è riunita la Commissione. Sono presenti i Sigg. CORSO GIANANGELO - Presidente D ANGELO SERGIO - Membro maggioranza DE MARCHI DANIELE - Membro minoranza FERRARI LUCA - Membro minoranza delegato dal consigliere Dal Pan Virgilio FURLIN GIANLUIGI - Sindaco CORSO MASSIMO - Vicesindaco LUCAORA GIANVITTORIO - Assessore Servizi Sociali Esplica le funzioni di Segretario SLONGO Tania, dipendente comunale, designata dal Sindaco con nota prot del Ordine del giorno: Regolamento disciplinante l utilizzo dell eredità del Sig. Bazzocco Luigi. Il Segretario verbalizzante ricorda brevemente come il Sig. Bazzocco Luigi, deceduto in data , abbia, con disposizioni testamentarie, devoluto parte della propria eredità, quantificabile presumibilmente in ,00, ai poveri di Arten. Parte del generoso lascito ( ,47) si trova già nelle casse comunali, mentre ulteriori ,00 dovrebbero essere introitati con la vendita dei due appartamenti di proprietà del de cuius (ndr Persona defunta dalla quale proviene un eredità). Il Presidente Corso Gianangelo specifica che compito dell Amministrazione sarà quello di stabilire chi siano i poveri di Arten ai quali spetti l eredità. Secondo il Presidente non vi è dubbio che rientrino in tale categoria, in primis, gli anziani di Arten ricoverati in Casa di Riposo per i quali il Comune deve provvedere mensilmente al pagamento di una quota parte della retta di ricovero. Il consigliere Ferrari si dichiara d accordo con il Presidente. Considerata poi la quasi inesistenza di famiglie indigenti nella frazione di Arten, propone, qualora questo fosse possibile, di utilizzare parte del lascito per prevenire futuri stati di povertà, con un occhio di riguardo ai nuclei famigliari con situazioni sociali precarie. Il consigliere D Angelo Sergio ritiene opportuno, al fine di evitare contestazioni sull utilizzo dell eredità, verificare il significato giuridico del termine povero ed in particolare le condizioni economiche sotto le quali, per Legge, un individuo viene considerato indigente. Secondo il Sindaco, il Sig. Bazzocco conosceva perfettamente la realtà socio-economica attuale della frazione di Arten e con il termine poveri aveva inteso aiutare non solo le persone prive di reddito ma soprattutto coloro che dalla vita avevano ricevuto ben poco. Il consigliere De Marchi propone di coinvolgere nella questione i cittadini di Arten, formando un apposito comitato ai sensi dell art. 34 del Regolamento comunale per lo svolgimento dei referendum e delle consultazioni elettorali approvato con Delibera C.C. n. 4 del Propone inoltre di utilizzare per la popolazione di Arten anche gli interessi attivi maturati annualmente sul conto di Tesoreria comunale presso il quale risulta depositato il lascito. Il Presidente e il consigliere De Marchi sottolineano inoltre la necessità di specificare dettagliatamente, all interno del Regolamento, chi possa essere considerato cittadino di Arten prevedendo appositi criteri. La commissione all unanimità decide di porre in essere, entro breve, le tre elencate azioni che si ritengono necessarie per la stesura definitiva del Regolamento sull utilizzo dell eredità del Sig. Bazzocco: 1 - Richiesta all assistente sociale di un elenco delle situazioni famigliari più critiche presenti nella frazione di Arten 2 - Richiesta di un parere legale su chi, per Legge, possa essere ritenuto povero 3 - Istituzione di un comitato di supporto, con poteri consultivi, formato da alcuni cittadini di Arten. Al fine dell attuazione del punto 3) la Commissione propone di inserire all ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale, la convocazione di un Assemblea pubblica, prevista dagli artt. 34 e 35 del Regolamento comunale sui referendum e sulle consultazioni, a cui verranno invitati gli abitanti della frazione di Arten. SOLARIUM - SAUNA - TRATTAMENTO VISO/CORPO RIFLESSOLOGIA PLANTARE Via Mengotti, 17 - Tel Fonzaso (BL) 8

9 La Bacheca del Comune La Theka Anno N. 12 a cura della Redazione VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE n 32 del Approvazione progetto esecutivo dei lavori di rimozione e rifacimento della pavimentazione sportiva della palestra delle scuole elementari di Fonzaso e acquisto attrezzatura sportiva. La giunta comunale (omissis ) delibera DI APPROVARE il progetto esecutivo della rimozione e sostituzione della pavimentazione sportiva della palestre delle scuole elementari di di Fonzaso per un importo complessivo di ,00 così ripartito: Importo lavori compresi oneri sicurezza: 5.889,00 Totale Lavori: 5.889,00 Somme a disposizione dell Amministrazione IVA sui lavori: 1.177,80 Incentivo RUP: 294,45 Fornitura attrezzatura sportiva IVA inclusa: 7.638,75 Totale somme a disposizione: 9.111,00 TOT.: ,00 DI DARE ATTO che questa Amministrazione comunale concorda con tutti i contenuti, le finalità, le modalità di intervento previsti dalla medesima progettazione; DI DARE ATTO che tutte le premesse su indicate costituiscono parte integrante e sostanziale del presente deliberato VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE n 33 del Intervento di restauro conservativo dell ex latteria sociale denominata Casel di Arten - 2 stralcio. Riapprovazione progetto esecutivo. La giunta comunale (omissis...)vista la nota del 20/04/2010 prot. n /E di assegnazione del contributo medesimo da parte della Regione Veneto per un importo di ,00 a fronte di una spesa complessiva dell intervento di ,00 pervenuta al protocollo comunale con n il 36/04/2010; VISTA richiesta di finanziamento del prot in cui l Amministrazione comunale di Fonzaso ha richiesto al Consorzio dei Comuni del bacino imbrifero montano del Piave un finanziamento dell opera pubblica in oggetto; CONSIDERATO che il Consorzio BIM Piave con proprio atto pervenuto al protocollo comunale il 30 dicembre 2010 al n cofinanziarà l opera in oggetto ha erogato un contributo di ,00; CONSIDERATO che è stata raggiunta la copertura economica dell opera; omissis DELIBERA di riapprovare il progetto esecutivo relativo all intervento di restauro conservativo dell ex latteria sociale denominata Casel di Arten 2 stralcio, a firma dell Arch. Nadia Dalla Corte per un importo complessivo di spesa pari ad ,00 così ripartito: A) LAVORI Importo lavori: ,08 Oneri ex art. 31 comma 1-bis L. 109/94: ,36 TOT. LAVORI: ,44: B) SOMME A DISP. AMMINISTRAZIONE a) Allacciamenti a pubblici servizi predisposizione impianto elettrico: 1.500,00 b) Imprevisti e arrotondamenti: 6.037,58 c) Spese tecniche rilievi cassa previdenziale inclusa: 1.500,00 d) Spese tecniche progettazione, DL, contabilità e sicurezza, cassa previdenziale IVA incluse: ,66 e) Incentivo art.92 D.lgs 163/06-0,5%: 832,78 f) Economie: 2.000,00 g) Spese per attività di consulenza o di supporto collaudo statico: 1.000,00 h) Iva sui lavori (A) e sulle spese tecniche (b2, b4, b7): ,54 TOT. SOMME A DISPOSIZIONE: , ,56 SOMMANO: ,00 La bacheca di Fonzaso di dare atto che la spesa complessiva dell intervento è di ,00 e sarà finanziato con ,00 sul cap (contributo regionale L.R. 30), ,00 sul cap (contributo consorzio BIM Piave competenze), e con ,00 sul cap (contributo consorzio BIM Piave residui); di dare mandato ai competenti uffici comunali di espletare gli atti connessi e conseguenti alla presente deliberazione. 9

10 Andavo con il Gamelin dai soldati Intervista a Elena Centeleghe di Nicolas Oppio Esistono persone, custodi di ricordi che le giovani generazioni possono solo leggere sui libri, pagine di vita consegnate alla storia. Elena Centeleghe, classe 1915, fa parte di queste persone. Signora Elena, lei ha attraversato ben due guerre. Avevo tre anni, dietro casa mia c erano i tedeschi (austroungarici ndr) con i loro accampamenti, racconta lei ricordando le baracche collocate a Rasai. Avevamo fame, molta fame, ed io con il gamelìn andavo dai soldati per domandare qualcosa da mangiare. Mi davano sempre qualcosa, latte, minestra o caffè. Se sono sopravvissuta lo devo anche a loro. La fame era il più grande nemico della popolazione. Una volta andai dai soldati con il mio pentolino, ma con mia sorpresa non mi diedero nulla; mio cugino rideva sempre quando pensava alla mia imprecazione mentre tornavo a casa delusa: che i se ciàve anca i todeschi. Probabilmente non avevano più nulla da mangiare neanche loro. Mia madre ci cucinava la minestra con dentro i maggiolini, le scarpanthe, alle quali toglieva le ali per renderle tenere. In casa erano rimaste mia mamma, mio nonno, le mie due sorelline ed io. Avevamo anche la mucca, ma ce la mungevano i soldati. Ma oltre la fame, esisteva un altro grande nemico: la febbre spagnola. La febbre spagnola si portò via le mie due sorelline, ci racconta Elena. Io stessa fui colpita da questa terribile malattia. Un giorno mia mamma mi trovò piena di sangue e mi portò dai soldati tedeschi. Lì c era un ufficiale medico che rassicurò mia madre, dicendole che sarei guarita. Era come se con il sangue avessi espulso anche la malattia. Infatti sono guarita. Dicono che chi supera la febbre spagnola vive a lungo, credo che i miei novantasei anni ne siano la testimonianza, dice poi Elena sorridendo. Il padre di Elena era al fronte nel Dopo la partenza di mio padre, venne a vivere con noi una mia cuginetta, che un giorno ricevette la visita di un vecchio, un uomo sciupato e con la barba lunga. Quest uomo diede lei un biglietto riservato a mia madre, dove c era scritto che mio padre, fuggito dai campi di prigionia tedeschi, si trovava a Rasai, nascosto in un prato: quell uomo sciupato e barbuto, con i piedi piagati e insanguinati, era mio papà. Il padre di Elena, tornato a casa a piedi dalla Germania, poté così riabbracciare la famiglia e rimase nascosto fino alla fine della guerra. Elena nella seconda guerra mondiale riprovò però la pena e la disperazione vissuta con l esperienza del 1918: Con il ritorno di mio padre ebbi un fratello e una sorella e, se lei è ancora viva, mio fratello però scomparve al fronte nel Durante la guerra ebbi un figlio, lo allattavo ancora quando mio marito, operaio in un impresa, venne fatto prigioniero dai tedeschi mentre si trovava ad Arsiè. Questa disavventura si concluse per fortuna bene, ma dallo spavento persi il latte, e mio figlio venne svezzato con il latte di capra. Rimarrei ore ad ascoltare i racconti di Elena, consapevole della fortuna che ho avuto nell incontrarla, perché queste testimonianze ormai sono rare più di un incontro ravvicinato del terzo tipo. La parola ai cittadini Incontri al Bar Incontro Intervista a Riccardo Lambri, titolare del Bar Incontro di Fonzaso di Nadir Moretto Dove andiamo stasera? All Incontro!. Quante volte noi ragazzi abbiamo pronunciato queste frasi all inizio di una lunga serata! Ma perché all Incontro? E la domanda che mi sono posto nella stesura di questo articolo. Parlando con Riccardo, il titolare del locale, ho trovato la risposta. Il Bar Incontro non è solo un posto dove ritrovarsi, ma è un vero e proprio luogo di incontro, nel quale dei ragazzi giovani trovano momenti di svago e di sfogo dopo il lavoro o nel weekend. Incontri che si sviluppano sorseggiando qualche birra, in una zona franca, nella quale si escludono i problemi dalla vita quotidiana, o si prova a risolverli cercando un consiglio da un amico. Che tipo di persone vengono al tuo locale? Vengono più che altro giovani dai 20 ai 30 anni della zona di Fonzaso. Sono quasi tutti operai di primo livello. E bello lavorare con i giovani: basta saperli educare. Infatti se già da giovanissimi vengono ripresi, capiscono il rispetto del vivere civile. Ci sono state tante discussioni, tante volte si litiga, ma poi ci si chiede scusa e ci si rispetta. Qual è la bevanda che va per la maggiore? La birra. Vengono consumati 3 fusti e casse la settimana. Qual è l argomento maggiormente trattato? Gli uomini parlano soprattutto di donne, politica e soldi. Le donne invece di vestiti e di uomini: si lamentano del fatto che non sono capaci di trovarne uno decente. Quali sono i giornali più letti? La Gazzetta dello sport e il Corriere delle Alpi. Qual è il tuo cliente tipo preferito? La persona che entra, consuma, parla, scherza, e dopo mezz ora se va via! (ride). Chi vorresti entrasse nel tuo locale? Mi piacerebbe entrasse Enrico Lucci delle Iene. E una persona intelligente che riesce a fare informazione e allo stesso tempo prendere in giro l interlocutore. Mi divertirei un mondo, lo terrei qui il più possibile, senza lasciarlo respirare un attimo e i clienti ne sarebbero entusiasti. All opposto: chi non vorresti entrasse nel tuo locale? Berlusconi, perché è una persona intelligente, ma allo stesso tempo molto furba. Da parte dei miei clienti ci sarebbe una reazione molto fredda e distaccata. Io non gli chiederei niente, solo di pagare il conto. Che clima d incontro si trova al Bar Incontro? E un clima cordiale, di confidenza, anche perché dopo un po di birre se ne sentono di tutti i colori (ride). Io so tutto dei miei clienti, cosa fanno, dove vanno, come va la scuola, chi sono i morosi Si confidano, ti parlano volentieri dei loro problemi e per quello che posso io provo a dare dei consigli. 10

11 Mondi (s)conosciuti La Theka Anno N. 12 di Stefano Gastaldi Tempo fa, durante una sosta per riprendere fiato lungo un sentiero di montagna, mi sedetti ad ascoltare la natura con i suoi rumori in una radura. Chiusi gli occhi per riflettere in silenzio... d un tratto dal bosco poco distante uscì un uomo anziano, con un passo da montanaro, il quale seguendo il sentiero mi raggiunse invitandomi a camminare con lui. Lo seguii e, superata una curva, spuntò un bel gruppo di casette, ognuna rifinita in modo personale e ben curata, al centro una piccola piazza con una fontana che mi affrettai a raggiungere per dissetarmi. Il mio compagno mi disse di lasciar perdere e di seguirlo nell osteria, che oltre all acqua avrei trovato da mangiare. Entrati nel locale si respirava un aria familiare, che trasmetteva tranquillità all anima e gli avventori erano per lo più persone del piccolo borgo che si ritrovavano per fare due chiacchiere. Salutai tutti e loro sorridendo ricambiarono; c erano uomini di tutte le età, donne e qualche bambino che si divertiva guardando i giocatori di carte che comunicavano a gesti. Poche parole di presentazione ed ero già immerso nei discorsi di quella gente che sapeva ascoltare e soprattutto parlava con saggezza. C era Luigi, un calzolaio padre di due figli, che consigliava di riparare un po tutto, non soltanto le scarpe...buttare via è brutto, sminuisce il lavoro di chi costruisce le cose che usiamo. Al suo fianco Bastiano, un casaro di mezza età, da anni lavorava il latte, orgoglioso di non aver mai messo robacce nei suoi formaggi che erano buoni. Di fronte a loro Giorgio, mentre mescolava le carte, si lamentava del tempo che metteva in difficoltà la cura del suo vigneto, dicendo che il vino è il risultato di tante fatiche, anche quello può essere truccato, ma lui la pensava come Bastiano. Il fabbro era al bancone, il calore sopportato davanti alla forgia si vedeva nel colore della sua pelle, a lui interessava un macchinario che alleviasse le sue fatiche, stanco di usare le braccia per fare tutto... Ci vuole il progresso diceva. Diana, la barista, rispondeva che anche il suo lavoro stancava, ma intanto con l aiuto del marito in cucina entrambi riuscivano a vivere degnamente con il loro locale. Morena, che si trovava nel salone per consegnare a Diana alcuni vestiti da lei confezionati, disse al fabbro che il progresso allevia le fatiche però non è indolore per la società. Il vecchio che mi aveva portato lì interruppe tutti questi discorsi dicendomi che nella sua malga si stava benone, che anche gli animali erano contenti di essere liberi invece che stare ammassati come succede da altre parti. Fuori sembrava che il tempo stesse cambiando, a momenti il sole spariva dietro a dei nuvoloni grigi ed anche l aria era diventata pungente. Le parole del malgaro lasciarono i giocatori di carte alla loro partita e le due comari alle loro confidenze, il fabbro salutò tutti ed io uscii all esterno dopo di lui per godermi il panorama. Dopo pochi passi si girò verso di me e mi disse: Guarda questa valle, i paesi, la gente. Vuoi che non abbia bisogno di progresso?... avremmo tutti più tempo libero, potremmo muoverci di più e chissà quant altro. Arrivederci. Io feci un cenno e non parlai; vidi un ragazzo che stava seduto al limite della piazza, su un prato, con uno stelo d erba in bocca. Mentre lo muoveva con le labbra in alto ed in basso scrutava le nubi che passavano veloci e pareva assorto in pensieri profondi. Mi sedetti anch io sull erba, il ragazzo emise un fischio e si sentì un cane abbaiare, veniva nella nostra direzione ed i latrati si fecero quasi fastidiosi... strabuzzai gli occhi... avevo sognato, ero solo sul prato e dal bosco stava sopraggiungendo gente che parlava ad alta voce, il cane era il loro e faceva troppo rumore come i padroni. Mi alzai e mi incamminai verso il ritorno. Incrociando questi personaggi, che nemmeno salutarono, inciampai in una lattina vuota e non potei fare a meno di notare alcune cartacce qua e là. Un uomo stava urlando al cellulare, mentre quello che doveva essere suo figlio si sparava musica nelle orecchie ad alto volume. La madre e la sorella sembrava fossero due dive che passavano di lì per sbaglio. Più in basso il macchinone SUV di due tonnellate dal design aggressivo testimoniava la presenza di certe forme di vita su questo pianeta. Ripensai al sogno di pochi istanti prima e dentro di me dissi : Il progresso cose da fantascienza!. P.S. - Gli incontri del terzo tipo fanno immaginare mondi diversi dal nostro: lontani e difficilmente raggiungibili, abitati da esseri particolari con chissà quali strane abitudini. Io ho pensato al mondo dei sogni: parallelo alla realtà e così distante da essa, dove tutti possono entrare con una parte da protagonista o come comparsa. Un incontro in questo mondo è definibile del terzo tipo o no? Ai lettori il verdetto finale. La parola ai cittadini DISGAGGI - BONIFICHE DI PARETI ROCCIOSE - PARAMASSI CONSOLIDAMENTI - ANCORAGGI PARAVALANGHE - POSA RETI ZONA INDUSTRIALE TEL FONZASO (BL) 11

12 Incontro ravvicinato con la storia Intervista a Domenico Maddalozzo di Nadir Moretto E stata una singolare esperienza incontrare il signor Domenico, uomo dotato di ironia, saggezza, intelligenza, loquacità e non solo. Ha vissuto una vita piena e incredibile: uomo politico per 20 anni nel Comune di Arsiè, componente partigiano del Battaglione Gherlenda, nel quale militava un suo amico: l eroe di guerra Dorino Giacomin. Precedentemente era stato Caporal maggiore degli Alpini, per 20 anni è stato presidente della cooperativa di Arsiè. Il padre fu insignito della medaglia d oro dopo la conquista del monte Cauriol del Esaltante è stata la sua amicizia con il fu Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Una sua frase emblematica è stata: Sono stato fortunato perché ho conosciuto persone intelligenti. È per questo che sono ancora qua. Incontri politici Durante la mia carriera politica ho avuto il piacere di conoscere Sandro Pertini, che è venuto ad Arsiè varie volte. L ho incontrato perché un carabiniere, che faceva parte della sua scorta ed era mio padrino, gli ha parlato di me e della mia passione socialista. È venuto ad Arsiè nel periodo in cui ero vice-sindaco e gli piaceva pranzare al ristorante Flaminio. Era un uomo di mondo, molto disponibile ed alla buona. Diceva che la grappa della provincia di Belluno era la più buona, tanto che lo ha dichiarato in un occasione pubblica a Vittorio Veneto. E stata un esperienza incredibile di cui vado orgoglioso. La parola ai cittadini Domenico Maddalozzo da giovane con Sandro Pertini Incontri di guerra Nel 1945, ho anche fatto la conoscenza dell eroe di guerra Dorino Giacomin. Facevamo parte del Battaglione Gherlenda, una formazione partigiana che lottò sui nostri monti per otto mesi. Io e lui eravamo amici, come ero amico di sua sorella Milena. E stato mio tenente quando ero ad Agordo ed era una persona splendida. E venuto più volte ad Arsiè. E stato tradito da uno dei suoi compagni: lo hanno invitato con una scusa e lo hanno ammazzato. Prima dell armistizio, da Agordo mi mandarono a Vicenza con una squadra di Alpini a sorvegliare il prefetto. La situazione in città era caotica, alla stazione i tedeschi caricavano su treni blindati tutti coloro che riuscivano a catturare per deportarli in Germania. Ebbi la fortuna di essere avvisato da patrioti che mi salvarono la vita, gente straordinaria che pur non conoscendomi, teneva a me e ai miei amici. Incontro ravvicinato con la morte Su in montagna, negli ultimi mesi di guerra, ci attaccarono i bolzanini. Essi riuscirono a conquistare più gallerie, che noi chiamavamo tohl, tunnel costruiti per facilitare il passaggio di cose e persone. Quel giorno una raffica di proiettili mi ferì gravemente a una gamba. Mi venne in soccorso mio fratello che costrinse un noleggiatore di automobili fascista a portarmi in ospedale a Bassano. Guarii dopo un po di mesi. Quel giorno vidi morire 5-6 persone. Alla fine i bolzanini si ritirarono. Per informazioni sul Battaglione Gherlenda : Giuseppe Sittoni (2005), Uomini e fatti del Gherlenda. La resistenza nella Valsugana Orientale e nel Bellunese. Edito Croxarie e Mosaico. Bar COMMERCIO di Rattin Manuela 12 Piazza I Novembre, 3 - Fonzaso (BL)

13 Chiesa di Fonzaso Giubileo per i 400 anni di Consacrazione di Maria Antonietta Vieceli Decet La Theka Anno N. 12 Il 19 giugno 2011 è una data importante per la comunità di Fonzaso, in quanto segna la ricorrenza dei 400 anni di consacrazione della chiesa matrice. Il Giubileo del 2011, anniversario così significativo tra gli eventi che hanno segnato la vita del nostro paese, è cristallizzato nella mia mente, ma soprattutto al cuore, con il quadro Scienza e Carità (1897) di Pablo Ruiz Picasso, esposto nel Museo di Barcellona (Spagna). Questa opera, altamente significativa dal punto di vista artistico, ben rappresenta il dramma dell uomo di oggi, ma anche dell uomo di ogni tempo: la solitudine ed il terrore della morte. Essa infatti può essere preparata ed affrontata in due modi: credere e sperare nell aiuto della scienza o nella speranza della fede e della carità. Sicuramente ci si può chiedere cosa ha a che fare quanto scrivo con il nostro anniversario. È solo una riflessione sul dramma dell uomo di oggi, dell uomo del mio tempo con la sua scienza esatta, senza amore e senza Cristo, che sente questo tema in modo più forte e vivo, perché vive in solitudine più che nei tempi passati. Ora sono gli psicologi, gli psicoterapeuti a risolvere i problemi, non più l amico, la famiglia, il vicino o la fede come un tempo. La Chiesa è un punto di riferimento fondamentale per chi resta, ma forse di più per chi si è allontanato da casa per problemi di lavoro il ricordo del Paese natio è ricorrente nell immagine del campanile, della chiesa, cuore della comunità che racchiude in sé spazio e tempo in una prospettiva di eternità, di memoria, di ricordo, di legame comune. Infatti, quando in luoghi sparsi nel mondo incontri chi se ne è andato lontano, in lui ravvisi un ricordo struggente del ripetersi uguale dei ritmi di vita tra consuetudini amate e realtà familiari rassicuranti, diverse dal mondo vasto e doloroso della storia. Costruire allora una Chiesa così bella, grande e maestosa, rispetto alla vastità del luogo, in momenti di grandi ristrettezze economiche quali La chiesa Arcipretale di Fonzaso erano nel lontano anno 1611, ha significato realizzare un bene comune, la Casa di Dio, la Casa di tutti, da dove l animo era tornato tante volte sereno, cantando le lodi del Signore. Chi ci ha preceduto viveva ben lontano dal relativismo morale di oggi, ma nutriva una forte convinzione sulla Provvidenza in cui tutto si spiega e si spiana, perché qualcuno lassù vede e provvede, che sa quello che fa e ama tutti, specialmente i poveri. Tanti anni sono passati attraverso la storia delle nostre contrade, arricchite di tanti capitelli: è la storia di ognuno di noi, di chi ci ha preceduto, che dentro questo luogo santo della chiesa ha vissuto e continua a vivere i momenti più importanti della sua esistenza dal battesimo, alla comunione, alla cresima alla sepoltura. Costruita in un epoca in cui la Fede era la forza per affrontare gli elementi negativi del vivere, è da auspicare che anche l uomo della nostra società venga ad essa non solo per osservare gli aspetti storico-artistici molto validi dell edificio, ma anche per trovare conforto alle sue pene e soprattutto per dare spazio alle sue speranze, al suo desiderio di infinito, per cercare quell entusiasmo nella vita, affinché l uomo vecchio si trovi d accordo con l uomo nuovo ed abbia fiducia nell avvenire. L anno giubilare per i 400 anni della chiesa matrice di Fonzaso, quindi, non può essere solo una sequenza di eventi celebrativi che si effettua con solenni riti sacri, quale l affollata processione per le vie del paese, ma veramente deve diventare un occasione di giubilo, come nell etimo della parola, una gioia, un momento di unione tra noi, che richiama ciò che oggi siamo in virtù di ciò che è accaduto nei tempi passati. Info storiche della chiesa di Fonzaso: MINIMARKET di Rech Rossella Alimentari... e non solo! Seren del Grappa (BL) - Via Giardino, 23 - Tel La parola ai cittadini

14 Notizie da Marte di Debora Nicoletto La parola a La Theka A settembre La Theka festeggia il suo secondo compleanno e per l occasione intende offrire un resoconto dell avventura che ha investito molte persone e che ci sembra corretto far conoscere a tutti i nostri lettori, ai nostri sponsor e a chi contribuisce in termini economici e di pensiero. Inoltre vogliamo raccontare come in ogni numero la rivista cerca di reinventarsi per creare un prodotto utile, interessante, curioso e ricercato dai nostri lettori. La Theka si riunisce una volta alla settimana per delineare il numero in uscita o le iniziative da realizzare. Il gruppo di persone che partecipa all incontro è costituito da una Redazione e da chiunque voglia presenziare e portare il proprio contributo oppure abbia solo voglia di partecipare. Il numero nasce con un idea condivisa sul titolo del numero da realizzare. In ogni incontro il numero lentamente prende corpo lungo la traccia di un filo rosso che unisce tutti gli articoli prescelti. Tutti possono partecipare: chi ha voglia di dire qualcosa ha la possibilità di avere una vetrina pubblica, senza filtri né veti. Naturalmente la Redazione, che è responsabile del prodotto distribuito, ha il compito di scegliere e vigilare su ciò che viene scritto. La Theka può essere contattata tramite il suo sito web realizzato gratuitamente da Francesco Susin che ci sostiene e lo aggiorna (quando si ricorda!). Il sito contiene tutti i numeri arretrati realizzati, i sondaggi, gli eventi, i collaboratori e le modalità per contattarci. In particolare l indirizzo principale è: info@latheka.it. La grafica è realizzata da un noto ed esperto grafico quale Alessandro Paleari che oltre che a realizzare la vignetta satirica di apertura rivista ci aiuta anche nella scelta di immagini e foto. La produzione tipografica della rivista è curata dalla DBS di Rasai di Seren del Grappa che ci sostiene in tutti i nostri capricci temporali, i nostri ritardi e le nostre strampalate esigenze. A Silvio De Boni il nostro ringraziamento anche per l aiuto nella realizzazione di locandine, forex e altro materiale divulgativo. La distribuzione della rivista casa per casa nel comune di Fonzaso e nei centri nevralgici di Arsiè, Seren, Feltre è assegnata a Luca Pederiva che è sempre disponibile e veloce nel lavoro da svolgere. La Redazione della Theka consegna altri numeri a chi li richieda nelle zone del Primiero, Lamon, Sovramonte. Gli sponsor sono la linfa vitale dal punto di vista economico. Grazie a loro La Theka può esistere, può essere stampata in 2500 copie e può essere distribuita casa per casa. Ringraziamo ogni sponsor e un plauso particolare agli sponsor fissi che sono presenti in ogni numero della rivista quali il Bar Centrale di Fonzaso, l azienda Consorzio Rocciatori della Zona Industriale di Arten di Fonzaso, il negozio di abbigliamento sportivo Linea Verticale di Feltre e la Cassa Rurale della Bassa Valsugana. I proventi ricavati dalla raccolta delle pubblicità, dai contributi dei singoli cittadini, dagli eventi realizzati sono interamente destinati a sopperire alle spese necessarie per la realizzazione grafica, la stampa e la distribuzione che hanno costi sostenuti. Infatti la rivista, pur godendo di buona salute in termini di partecipazione di collaboratori, fatica a coprire i costi di realizzazione e purtroppo, se nei mesi futuri la situazione non dovesse migliorare, saremo costretti a rivedere il profilo di questa bella iniziativa, nel caso peggiore a chiudere. Ci preme infatti comunicare che in due anni di attività le persone che hanno collaborato gratuitamente alla stesura degli articoli della rivista sono stati ben 99 in 11 numeri realizzati. Questo dato la dice lunga sulla voglia di partecipare della gente, sull importanza di dire e raccontare. L associazione culturale Oltreconfine produce La Theka e in questi anni sono stati organizzate molte iniziative che riportiamo qui di seguito. Eventi culturali Quattro incontri di presentazione: racconto di viaggio in Ladakh di Toni Mondin; racconto di viaggio in Siria di Ivo Toigo; la presentazione del libro Transumanze sul viaggio dei pastori del Triveneto di Adolfo Malacarne e la presentazione del libro Il Cristo Pensante delle Dolomiti di Pino Dellasega. Inoltre in occasione de Il Feston del 2010 è stata organizzata una visita guidata a Villa Tonello e alla chiesetta di San Nicolò seguita dal giro per le campagne con letture sull acqua in prossimità del torrente Levica. Presenza agli eventi comunitari La festa di San Gottardo ha visto La Theka impegnata nell organizzazione dell EnoTheka durante la sagra e la realizzazione di due concerti con aperitivo e letture all interno della Villa Tonello, sempre gentilmente concessa dalla proprietaria Lori Zampiero a cui va il nostro ringraziamento, e di un evento dedicato ai bambini con intrattenimento di giocoleria. La Theka è stata presente in modo più o meno diretto ad alcuni eventi della Pro Loco quali Il Feston, il Settembre fonzasino, la Festa dell uva: vogliamo ringraziare la Pro Loco per la fiducia accordataci, certi che la collaborazione tra associazioni non può che portare reciproci benefici. Per conoscerci La Theka ha realizzato due cene tematiche (Sapori Andalusi e Sapori Africani) le quali hanno impegnato molti componenti della rivista e tanti amici che ci hanno aiutato. L occasione di questi eventi è stata quella di condividere insieme un momento ludico e altresì poter raccogliere delle offerte a favore del progetto della rivista. In particolare per la cena 2011 organizzata in Piazza ad Arten il 6 agosto vogliamo ringraziare pubblicamente: il cuoco africano Taifour, Barbara Zucco, Diego Toigo, Walter Moretto, Luca Ferrari, Nadir Moretto, Federico Trimeri, Dolores Andrighetti, Riccardo Toigo, Simone Zucco, Massimo Bettin, Ivo Toigo, le super Pina e Nadia, il parroco di Arten, la Pro Loco di Fonzaso e tutte le persone sedute ai tavoli! Vogliamo ringraziare tutti i collaboratori che lavorano assiduamente in ogni numero e sopportano le nostre continue richieste. Vogliamo ringraziare i nostri lettori a cui rivolgiamo la rivista sperando di fare cosa gradita portando nelle case pensieri, momenti di riflessione, discussioni e idee. Vogliamo ringraziare tutti gli sponsor che ci sostengono, il Comune di Fonzaso che sostiene la rivista con un contributo annuale, gli sponsor fissi che ogni numero ci sostengono e le persone che lasciano il loro contributo alla Theka attraverso il conto corrente o persone di nostra fiducia. Vogliamo ringraziare chi, tramite o fermandoci per strada, ci offre suggerimenti, critiche costruttive, idee, proposte; chi ci invia lettere, poesie, foto e articoli. Grazie a tutti voi questo progetto può andare avanti. 14

15 Gli amici del Casel de Melame La Theka Anno N. 12 di Faustino Mores El Casel di Mellame L associazione di promozione sociale Amici Casel de Melam si è costituita nel novembre del Prima di questa data era un gruppetto di poche persone, ora si contano un centinaio di iscritti. Il progetto di recupero della struttura ebbe inizio nel 2001, quando i soci della ex latteria donarono lo stabile al Comune con l impegno di redigere un progetto per poter accedere ai contributi del piano di sviluppo rurale nella misura 15 e anche alla Cariverona, grazie a cui sono stati finanziati gli arredi e la parte museale. Il 17 aprile del 2004 il Casel è stato inaugurato e da qui è iniziato l impegno, prima da parte di un gruppo e ora in forma associata. Numerose sono state le iniziative allestite a favore della collettività con incontri informativi, serate con proposte culinarie, partecipazioni anche all esterno, come alla Festa di primavera a Sedico, alla Fiera delle anime, un pic nic nei pressi del Forte Leone. Di conseguenza, dopo un bel rodaggio fatto di tante esperienze, è arrivato il momento di costruire intorno al Casel una manifestazione che, da tutto il Veneto, potesse richiamare tanta gente. E così nel mese di luglio, con inizio il 16, abbiamo invitato la banda di Arsiè e il 17 il coro Veci Voci di Feltre. Il 23 si è tenuta la cena alla contrada e il 24 la giornata finale, durante la quale è stato festeggiato S. Lucio, protettore dei casari e dei formaggiai. Va ricordato che S. Lucio ricorre il 12 luglio e credo che quella di Arsié sia la prima manifestazione in suo onore, non solo in provincia ma anche in tutto il Veneto. Nell occasione è stato inaugurato il dipinto con l immagine del Santo che dona il formaggio ai poveri. Il quadro è posizionato nella sala museale sopra la cappa dove ci sono le antiche calliere. Fin dal mattino, grazie al casaro Dario Maoret e alla presenza di alcuni giovani, è stata eseguita la trasformazione del latte in formaggio, burro, ricotte, cosi da riassaporare i gusti di una volta. L immagine di S. Lucio sarà proposta anche agli altri casei, alle malghe e a tutti coloro che hanno a che fare con il formaggio. E stato prodotto anche il santino e una preghiera è stata eseguita da don Leopoldo, nostro parroco. E un nostro obiettivo l idea che l immagine giri in tutta la provincia. L artista che l ha creata è originaria di Mellame ma abita a Borgo Valsugana, si chiama Alice Battistel e ha dipinto il quadro che rappresenta la Fiera delle anime in Sala consiliare. Per conoscere meglio la figura del Santo abbiamo programmato dal 9 all 11 settembre una gita pellegrinaggio a S. Lucio di Cavargna in provincia di Como con lo scopo di instaurare con il Comune di S.Nazzareno un possibile gemellaggio. La giornata del 24 è stata caratterizzata anche dalla presenza di una quindicina di artisti, che hanno girato le vie del paese dipingendo alcuni scorci delle contrade. A mezzodì menù con prodotti tipici, polenta, salsiccia arrotolata e, naturalmente, el formai. All interno del Casel, nella sala dedicata a Martina, scomparsa 2 anni fa di leucemia, è stata allestita una mostra di quadri a cura dell artista Michela Tosatto. Inoltre abbiamo avuto come ospite l azienda agricola di Marsiai di Cesio di Arduino Zanolla con la rinomata patata, che ci permette in tante occasioni di riscoprire el pendolon, tipico piatto di Mellame. Lo proporremo in una serata, il 17 settembre, e alla Fiera delle anime, sabato 15, nello stand del Casel all inzio della fiera. Stiamo anche pensando di far nascere all interno del casel la Confraternita del pendolon, così da collegarci con le altre confraternite presenti nel Triveneto. Far formai al casel è un progetto che intendiamo portare avanti ottenendo i necessari permessi Ulss al fine di soddisfare le nostre esigenze. Di grande rilievo è la lotteria che stiamo organizzando a favore di Mano amica, con estrazione il 24 settembre ore in sala S. Barbara, con la partecipazione del coro Convivium e la proposta gastronomica con polenta e assaggi dei formai delle malghe arsedesi. Aspetto importante: noi siamo uno degli oltre 200 soggetti iscritti alla Strada dei formaggi e dei sapori delle dolomiti bellunesi e il nostro obiettivo è proprio quello di valorizzare i prodotti locali, in particolare el formai e la patata per el pendolon. Infine abbiamo nel cassetto un sogno che non è ancora il momento di rendere pubblico ma si tratta di un progetto ambizioso e sarebbe il primo in provincia e uno dei pochi in tutta la regione Veneto. La sua realizzazione è naturalmente legata al reperimento di fondi. Spazio alle associazioni STRUTTURE ED INFISSI METALLICI dei F.lli Menegaz Nunzio & Marino snc Via Monte Vallorca, 6 - Z. I. FONZASO (BL) Tel Fax idealfersnc@gmail.it 15

16 Dalla Cina con furore Intervista ai Chensiyun di Andrea Pasa Uno sguardo oltreconfine Sicuramente li avrete visti percorrere le nostre vie in bici, lui alla guida e lei seduta sul telaio come due innamorati d altri tempi. Da alcuni mesi infatti, verso sera, si vede una coppia di cinesi che percorre la strada che dalla Fenadora va verso Arten. Segno questo che anche il nostro piccolo mondo cambia e sempre più i visi dei contadini di un tempo lasciano spazio a volti più esotici. Molti si saranno chiesti chi siano e cosa facciano qui. Ebbene, loro sono il Sig. Chensiyun di 40 anni e sua moglie di 36 anni e da circa sei mesi gestiscono il negozio che sta sopra il Kanguro in zona industriale. Chensiyun è arrivato in Italia a Milano una decina d anni fa per lavorare nel mondo della ristorazione. Ha svolto l attività di aiuto cuoco fintantoché non ha deciso di trasferirsi qui a Fonzaso. Chensiyng racconta che ha lasciato il suo paese essenzialmente per ragioni economiche, dice che dieci anni fa la Cina era un paese molto diverso rispetto ad oggi, che c era molta più povertà. Sostiene che gli italiani si sono sempre dimostrati amichevoli e gentili ma che Milano non è vivibile. Denuncia a tal proposito i continui soprusi perpetrati da altri immigrati, furti, scassinamenti ecc. che rendono la vita nella città particolarmente dura. L idea di venire a Fonzaso a svolgere l attività di commerciante è dovuta a questioni familiari. Infatti sua moglie, quando lui lavorava a Milano, era occupata a Brescia e quindi si vedevano di rado. Ora, cambiando lavoro e città, sembrano aver raggiunto la giusta quiete nell attesa di poter vivere assieme ai loro due figli, che attualmente stanno ancora in Cina con i nonni. Fa sorridere pensare che i figli della futura super-potenza planetaria debbano venire in Italia a lavorare, quando si vede nei Tg e nei giornali che la Cina possiede nella sostanza gli Stati Uniti che per generazioni sono stati sinonimo di grandi imprese e indiscussa prosperità. Di fronte alla mia perplessità Chensiyng sorridendo esclama che è vero, l Italia non è più ricca come quando è arrivato ma tuttavia in Cina, pur essendoci ora stipendi più elevati, almeno nelle città, il costo della vita ha subito un rincaro spaventoso. Pertanto non vi è un oggettivo vantaggio in termini economici nel tornare in Cina. OGM: incontro ravvicinato del terzo tipo? di Elisa Dall Agnol O.G.M. Ne sentiamo parlare spesso, ma cosa sono questi O.G.M.? Sono organismi viventi il cui patrimonio genetico è stato modificato stabilmente mediante l inserzione di geni (porzioni di DNA) provenienti da altri organismi, allo scopo di sviluppare in essi nuove funzioni o far produrre sostanze diverse. (ARPAV) I primi animali transgenici furono dei topi e, successivamente, le biotecnologie vennero applicate in campo bio medico e agro alimentare, fino ad arrivare nel 1994 alla commercializzazione del primo prodotto di una pianta transgenica: il pomodoro Flavr Savr che si mantiene compatto anche a maturazione avanzata. Grazie all ingegneria genetica è possibile superare il limite della riproduzione naturale, che non permette lo scambio di geni fra individui appartenenti al regno animale e vegetale, consentendo così la creazione di nuovi individui decisamente diversi da quelli riscontrabili in natura, un individuo del terzo tipo a tutti gli effetti insomma. Grazie a questa scoperta è stato possibile produrre a bassi costi farmaci importantissimi per la salute umana (l insulina per esempio) e sarà possibile intervenire su malattie genetiche. Su questo punto Gianni Tamino, biologo dell Università di Padova, in un intervista al Corriere della sera argomenta: Abbiamo sempre rifiutato di intervenire sui geni di cellule che possono dare origine permanente ad una modificazione genetica, perché [ ] in natura esistono numerosi casi di geni apparentemente sfavorevoli. Questo è l esempio delle farfalle nere che vivono sulle betulle, la cui corteccia è bianca. Solitamente queste farfalle sono bianche per non venir individuate dai predatori, ma nel 700 a causa dell inquinamento avuto dallo sviluppo industriale, la corteccia delle betulle si è annerita, e solo le farfalle nere hanno così goduto di una buona mimetizzazione. Questo significa che la definizione di gene utile e di gene dannoso varia al variare dell ambiente. Altra questione controversa riguarda gli OGM nel settore agroalimentare. La crescita della popolazione mondiale appare inarrestabile e le nuove tecnologie agricole potrebbero rappresentare un modo per sfuggire alla fame, permettere una produzione di cibo più costante e prevedibile, evitando altri interventi di deforestazione. Non da meno è la possibilità di evitare l impiego di pesticidi e concimi chimici. Ci si domanda però se, in questo momento in cui in agricoltura si parla di sviluppo sostenibile e di salubrità degli alimenti, l adozione di individui biotecnologici sia in controtendenza. Lo sviluppo sostenibile in agricoltura significa impostare processi produttivi durevoli, che si possano replicare all infinito, al fine di offrire alle generazioni future le medesime opportunità di sviluppo delle generazioni che le hanno precedute. Un conto è pensare all utilità di questi organismi in una agricoltura intensiva, un altro è la loro introduzione nel nostro Paese, in cui agricoltura significa presidio, conservazione del paesaggio e degli aspetti culturali tradizionali del territorio rurale. 16

17 Venerdì e Festus al Sant Antonio I profughi a Fonzaso di Giuseppe Lira La Theka Anno N. 12 Li avrete notati ormai quasi tutti quei due ragazzi che vi guardano passare e spesso vi salutano fuori dall Albergo Sant Antonio. Proprio due ragazzi, Festus 27 anni e Friday 33 anni, entrambi nigeriani. Festus è stato costretto un anno fa a scappare dalla Nigeria dopo aver visto uccidere il padre per dei possedimenti terrieri da parte di alcune bande locali; essendo il primogenito di tre figli, sarebbe diventato il proprietario legittimo secondo la legge locale e quindi è dovuto scappare per non essere assassinato lui stesso. Diventa prima venditore di sigarette e poi muratore a Misurata, in Libia. Anche Friday va in Libia, a Saba, nel 2009 in cerca di lavoro e diventa falegname. Tutto procede bene, entrambi lavorano per delle aziende cinesi, vengono ben pagati e conducono una vita normale fatta prevalentemente di lavoro. In Libia si trovano bene, con Gheddafi basta seguire il suo pensiero e vivi tranquillamente, vengono solamente esclusi in qualche situazione perché sono di pelle nera, ma sento che questo non li preoccupa. Se tutto fosse continuato così sarebbero rimasti oltre Mediterraneo per molto altro tempo, ma così non è stato. Pochi mesi fa tutto cambia; in pochissimi giorni la vita quotidiana si blocca. Le aziende cinesi per cui lavoravano si fermano ed iniziano i bombardamenti sia da parte della Nato che delle truppe libiche. Molti lavoratori vengono rimpatriati grazie a dei voli organizzati dai governi, ma la Nigeria non è in grado di coordinare l aiuto ai loro concittadini. Per questo si devono arrangiare. Appuntamento con il Mazzarol a cura della Redazione Fu proprio durante un bel mattino estivo del lontano 1907 che Tita Sacchet, recandosi come era solito ogni mattino ai piedi della Perina per cavare la pietra rossa incontrò il Mazzarol. E necessaria un breve parentesi per chi non fosse a conoscenza della personalità de delle gesta di questa legendaria creatura Il Mazzarol è un ometto piccolo e rosso che vive in montagna nascosto in luoghi impervi e solitari. Non è chiaro se quello che si incontrava sulle cime del Cimonega e sulle Vette Feltrine fosse lo stesso che Tita Sacchet incontrò quel giorno sulla Perina o se tutti facciano parte di una particolare famiglia dei Mazzaroi. La cosa certa è che, se disgraziatamente lo incontri o anche se casualmente calpesti le sue tracce (peche), aimè sei spacciato: ti costringe a seguirlo nonostante la tua contraria volontà. La sua perfidia è tale che, dopo averti farti girare per ore e ore attraverso boschi e montagne, le sue tracce conducono sempre verso un burrone sul fondo del quale ti aspetta la morte. Tita conosceva da sempre le leggende del Mazzarol ma non se ne era mai preoccupato: sono soltanto storie diceva non bisogna darvi peso: il vin clinto fa anche questi effetti. Ma quel mattino verso le 6,30, ( ) Tita improvvisamente impallidì: il Mazzarol stava comodamente seduto sulla cima della Perina e non c era alcun dubbio che lo stesse aspettando. ( ) Non aveva nemmeno la forza di indietreggiare, e così abbassò il capo rassegnandosi al peggio. Il Mazzarol gli chiese nuovamente se avesse paura. Questa volta Tita ci pensò un attimo prima di rispondere, cercando di capire bene il senso della domanda. Friday cerca di tornare in Nigeria attraverso il deserto ma viene aggredito e derubato di tutto da parte di alcuni ribelli ed è così costretto a ritornare indietro e rifugiarsi a Tripoli. E qui che si incontrano Friday e Festus, e si sentono in pericolo: non sanno cosa fare, dove andare, vorrebbero scappare dalla Libia. Così si imbarcano senza sapere dove il viaggio li porterà (potrebbe essere in Marocco, in Tunisia o qualsiasi altra parte) ma nel frattempo sono in salvo. Restano sulla barca per 4 lunghissimi giorni, senza mangiare, bere e dormire, pregando Dio. Sono in mezzo al mare in 700 persone, prevalentemente uomini ma anche bambini e donne incinta. Dopo 4 giorni iniziano a vedere qualche nave di pescatori e un elicottero, poco dopo sbarcano a Lampedusa senza sapere di essere in Italia. Qualche giorno a seguire affrontano un altro lungo viaggio in nave senza conoscere la destinazione, ma in cuccetta ritrovano una doccia ed un letto dopo molti giorni. Sono stati per qualche giorno a Santo Stefano di Cadore prima di trasferirsi da Valentina e Cristiano (che li trattano come dei figli e li fanno sentire a casa). Ringraziano per l ospitalità e la gentilezza che i Fonzasini gli stanno rivolgendo. L 8 agosto hanno avuto l incontro con il prefetto per la richiesta di asilo come rifugiati politici. La loro speranza è quella di poter restare in Italia per lavorare e pregano Dio di non soffrire e di non rischiare più la vita come hanno fatto negli ultimi mesi. Forse li rivedremo ancora seduti davanti al Sant Antonio, in cerca di un nostro saluto e di un nostro sorriso. Convinto, anche se tremante di paura, che fosse preferibile a questo punto sostenere la parte di chi non si scompone nemmeno davanti al diavolo in persona (e tale poteva proprio essere quell ometto rosso), rispose: Io, paura? Sai, ne ho visto di peggio! Allora, girando la testa a destra e sinistra e torcendo naso e bocca in una diabolica espressione Il Mazzarol cominciò a parlare: più volte ti ho chiesto se avevi paura, più volte hai risposto di non avere alcun timore. Chi non ha paura in punto di morte, spesso non ha avuto paura nemmeno nei casi più difficili della vita. Quanti ne ho visti supplicare aiuto e misericordia davanti alla morte, offrire in cambio la loro anima, cercando di mercificare la loro vita da quattro soldi, basata su un esistenza superficiale, senza la minima elevazione Tu hai sempre risposto di non aver paura pur morendo dal terrore: questo è il vero coraggio e merita di essere premiato. Sei libero, dunque: torna al tuo paese racconta quanto ti è capitato, affinché pochi siano gli stupidi che si arrendono alla paura con l illusione di vivere a lungo A questo punto il Mazzarol scomparve senza lasciare la minima traccia. Tratto da El Campanon, anno XX, nn di Teddy Soppelsa L orma del Mazzarol, Uno sguardo oltreconfine 17

18 Tayfour, il cuoco della solidarietà di Luca Ferrari Tayfour e la Pina Una macchia colorata, sgargiante, movenze calme. Una cascata di treccine rasta sotto cui risaltano ancora di più due occhi azzurri. Ecco Tayfour, bolognese, originario dell Africa centrale, madre sudanese, padre eritreo. Il nostro cuoco per la cena africana è proprio un personaggio, non c è che dire, pacifico e tranquillo anche nell organizzare e gestire una cena per cento persone. Non si scompone ma anzi sorride quando la sera, in giro per Feltre, qualche ragazzo in festa per il Palio, lo chiama Bob Marley e brinda alzando il bicchiere di birra. A ripensarlo tra le pentole, tra noi che facciamo forse più confusione del necessario chiedendogli i perché degli ingredienti, vedendolo lì impassibile e sereno, vien proprio da chiedersi chi sia Tayfour in realtà, o meglio fuori dalla nostra cucina! Semplice, basta chiederlo al cuoco! Un fiume in piena ci travolge con uno strano accento che mischia l Africa a Bologna a non so cosa. Tayfour arriva in Italia nel 1994 come rifugiato politico perché nel suo Paese, il Sudan, prende il potere un governo dittatoriale di stampo religioso che soffoca ogni speranza democratica. Tayfour, studente di filosofia ed attivista politico, è costretto a cambiare aria. Dice che nel 94 il problema dei rifugiati non era rilevante come oggi, che allora riuscì ad integrarsi in tempi brevi. Oggi a Bologna svolge l attività di mediatore interculturale con ruolo di delegato sociale per la CGIL. Inoltre ha una propria attività di catering etnico, Tay4, con la quale coniuga la passione per la cucina all ambito del volontariato e del sociale. Ci racconta come ogni anno venga realizzato un progetto per sostenere il volontariato sociale: quest anno sarà la volta della cooperativa Libera Terra che lavora contro la mafia. Altri eventi sono stati organizzati per Emergency, per Amnesty ed altri ancora. Inoltre, e lo dice con una punta di orgoglio, viene chiamato anche per feste di laurea e matrimoni. Per Tayfour comunque il primo obiettivo resta aiutare chi si trovi in difficoltà: solidarietà è per me una parola magica. Ecco l ingrediente segreto che usa sempre in cucina e nella vita quotidiana. Allora torna sulla situazione dei rifugiati: oggi ci sono molti conflitti, la gente perde ogni possibilità e speranza nel futuro del Paese nativo, scappa per tanti motivi, per la guerra, per la povertà, per le dittature. E necessario in primis intervenire nei Paesi di provenienza, andando a prevenire conflitti e guerre; poi, per quanto possibile, aiutare chi è arrivato fin qui. A tal proposito si parla molto dei soldi per i rifugiati: penso che 40 euro a persona siano una bella cifra ma è importante che venga utilizzata bene, per creare integrazione e offrire una possibilità reale. Altrimenti saranno buttate risorse e la situazione non cambierà. Lo ringrazio ancora per il suo impegno, per essere arrivato ad Arten a portarci l Africa nei piatti, consapevole che la nostra causa non è certo importante quanto quelle sopra citate. Tayfour mi smentisce: l ho fatto volentieri ed ho trovato il clima giusto, di persone che si impegnano e creano comunità: sono pronto a tornare quando volete! E quando volete venite a trovarmi a Bologna, vi aspetto!. Questo è Tayfour, uno di quelli che deve sempre e comunque dare agli altri, molto di più di quanto riceva. Da La Theka un grazie infinito!! La cena Sapori Africani de La Theka 18

19 Incontri con la Compagnia Bambabambin di Simone Cassol Nelle ultime settimane, nel Feltrino, si sono verificati fenomeni paranormali. E capitato ogni volta con il calare del buio. A un certo punto si accendevano delle luci. Oggetti apparentemente inanimati iniziavano a prendere vita ed emettere suoni strani. Ci sono parecchi umani pronti a testimoniare, quasi tutti sotto il metro e cinquanta, non ancora maggiorenni. Dicono di aver visto con i loro occhi e di essersi anche divertiti durante questi incontri ravvicinati. La questione mi ha incuriosito, ho fatto delle indagini ed ho scoperto che non c è trucco né inganno, ma solo un po di magia. A orchestrare tutto è stato Paolo Rech, di Alano, che è direttore della rassegna...figuriamoci! ma prima ancora è il capobanda della compagnia Bambabambìn, specializzata in spettacoli di burattini per piccoli spettatori. Burattini, ecco spiegato l X file. Già, perché come ci racconta Paolo: se nel teatro di prosa l attore, sceso dal palco, ha una sua vita, il burattino nasce come personaggio: lui non recita. È. Prima di tutto:...figuriamoci! è una rassegna itinerante di teatro delle figure animate inaugurata nel 2006 e realizzata con la collaborazione della Comunità Montana Feltrina ed il contributo del Consorzio Bim Piave e della Provincia di Belluno, oltre che dei Comuni che partecipano all iniziativa. Mentre la rivista è in lavorazione, le piazze feltrine stanno ospitando gli ultimi appuntamenti. Poi: Bambabambin è precisamente un associazione di promozione sociale, nata ad Alano nel 2004 e cresciuta nell ambito del teatro di figura fino a varcare i confini regionali, nazionali e continentali. Esiste un sito che spiega diverse cose sull attività del gruppo e sugli artisti che ne fanno parte ( il resto ce lo ha spiegato Paolo: Dall anno di fondazione abbiamo tenuto spettacoli e laboratori di costruzione. Con la prima esibizione Don Cristobal pazzo d amore abbiamo partecipato a diversi festival, vincendo tra l altro il 1 premio Vetrina Figura d Italia al Sangiacomo puppet del Parallelamente l associazione è impegnata in progetti di solidarietà oltreconfine. Nel Figuriamoci! è stata collegata a un progetto con Clown senza frontiere per portare una carovana del sorriso nel Sahara occidentale e dal 2009 ha preso il via anche la collaborazione tra Bambabambin e l Ong Insieme si può, che ci ha portati a un intervento in Uganda, dove si sono tenuti una decina di spettacoli per bambini e un corso di formazione per insegnanti nelle scuole supportate dal sodalizio bellunese. E non è tutto, perché Paolo e i burattini di Bambabambin sono stati nel capitale eritrea di Asmara (2008) e, più vicino, a Madrid, che ha rappresentato forse il cuore e l origine dell esperienza teatrale del gruppo. Ho conosciuto i burattini all università di Feltre, racconta Paolo, a un corso spagnolo sul teatro di Lorca e Valle Inclàn e sono rimasto folgorato dalla profondità e liricità dei testi, poi a uno spettacolo di un amico, Alberto De Bastiani, ho capito cosa avrei voluto fare da grande. Mi ha colpito il lato realistico del genere, molto superiore rispetto al teatro di prosa. L occasione per iniziare è stata l esperienza di 6 mesi in Spagna con Carmen De Riz, dove ho approfondito gli studi al Consejo superior de investigacion scientifica. A Barcellona ho poi conosciuto Alfred Casas, direttore dell Institut del Teatr, che mi ha indirizzato alla scuola italiana di Cervia dove in seguito ho studiato. Grazie a quest esperienza ho potuto incontrare i maggiori esponenti del teatro di figura a livello mondiale, partecipare ad importanti festival e corsi di formazione in tutta Europa. Finito il soggiorno spagnolo siamo tornati a casa e con Carmen abbiamo fondato la compagnia. Il nostro primo spettacolo è stato proprio un rifacimento del Don Cristobal lorchiano, poi un lavoro per le scuole e biblioteche (Lupus in fabula). Da lì ho intrapreso la carriera solista con Arlecchinate, spettacolo di burattini tradizionali con accompagnamento musicale dal vivo in collaborazione con il Gruppo emiliano di Bologna. Da allora la passione per i burattini si è trasformata in professione; ho conosciuto e intrapreso una collaborazione con Gigio Brunello ed Alberto De Bastiani, da cui è nato Arlecchino e la torta del destino. E siamo all ultima fatica Festa di compleanno di Brunello, con l accompagnamento musicale di Nelso Salton al contrabbasso. Economia e lavoro Paolo Rech di spalle 19

20 Lettere Lettera firmata Questo testo è tratto dal mio vero diario. Può sembrare sciocco possederne uno, ma quando, a soli 13 anni la tua vita è stata rovinata da delle persone senza cuore, scrivere qualche pensiero su un pezzo di carta non è poi così male. Premetto che, rivivere le miriadi di emozioni vissute in questi due anni, per me è un avventura diciamo difficile, ma vorrei finalmente porre la parola fine a questo capitolo della mia vita. Lettere e parole Caro Diario, per l ultima volta oggi vorrei raccontare gli ultimi due anni della mia vita trascorsi a scuola. Non sono stati eccezionali e, per la maggior parte delle giornate, il mio umore era pessimo. Certo, la mia famiglia faceva e fa tutt ora il possibile per rendermi felice, e di questo sono davvero grata a tutti loro, ma il mio cuore deve ancora riprendersi e cicatrizzare ogni ferita. Se dovessi scegliere l anno migliore tra i due, sceglierei quello della prima media. Era tutto nuovo, tutto da rifare. Nuova scuola, nuovi professori, nuove abitudini di studio. Ciò che non cambiava però, erano le persone che conobbi all inizio della mia avventura scolastica. Infatti, tutti i miei compagni di classe mi conoscevano bene e io conoscevo loro. Il mio primo pensiero fu che questo non-cambiamento fosse davvero una fortuna per me, dato che sono molto timida e fare amicizia non è il mio forte. Piano piano però, mentre i giorni trascorrevano lenti, mi resi conto che forse era meglio se avessi conosciuto altre persone, avrei preferito cambiare classe. Ma non potevo, perciò mi abituai alla situazione che non era poi così orrenda. La cosa terribile, più che altro, erano le mie insegnanti. Non vorrei offenderle, però secondo me, il loro insegnamento non mi è servito a nulla. La professoressa di italiano, storia e geografia faceva lezioni che.. non possono essere chiamate tali. Io non capivo niente e, da quanto notavo dalle verifiche, neanche i miei compagni riuscivano a capire qualcosa. Infatti durante i compiti in classe suggeriva le risposte alle persone meno brave o addirittura, ricordo che una volta nella verifica di storia fece aprire il libro ad un mio compagno di classe per guardare le risposte perché non poteva bocciare nessuno, dato che eravamo soltanto 11 persone. L altra professoressa invece insegnava scienze e matematica. Ciò che imparavo di geometria lo capivo perché me lo spiegava mio fratello, che in questa materia è un asso. Questa insegnante non suggeriva le risposte o faceva aprire i libri, ma se, per esempio, la maggior parte della classe prendeva insufficiente (vale a dire, quasi sempre), faceva fare la verifica di recupero più semplice di quella precedente solo a coloro che non erano andati bene, mentre gli altri giocavano a carte, perdendo quindi un ora di spiegazione. Oltre a questo, che per me era un disagio visto che non imparavo niente, i miei compagni di classe non mi facevano sentire molto meglio. Tutti si credevano superiori e mi trattavano come una pezza usata. Comunque, superai la prima media in qualche modo, senza poi così tante ferite al cuore. La situazione però, peggiorò moltissimo durante il secondo anno. L unica cosa positiva della seconda media era la nuova professoressa d italiano. Per me è stata una manna dal cielo, mi ha aiutata in tutte le difficoltà possibili, mi ha incoraggiata nello scrivere e mi faceva i complimenti quando li meritavo, senza però regalarmi voti. Il prossimo anno non sarà più con me, non mi insegnerà più. Le sarò comunque grata per tutto ciò che ha fatto per me, non la scorderò mai. Per me è una grande persona e da lei ho imparato tante cose. Comunque, se lei mi portava felicità, i miei compagni mi portavano tristezza e delusione. Dire che escogitavano di tutto pur di farmi perdere le poche amicizie che avevo è dire poco. La cosa più interessante, è che ci sono riuscite alla grande! Sono rimasta sola per alcuni mesi, poi un giorno, accadde un fatto, anzi il fatto, la goccia che fece traboccare il vaso. Sabato 16 aprile 2011 è un giorno che non scorderò mai, visto che proprio quel giorno distrusse tutto ciò che ero riuscita a crearmi: una specie di rapporto con due mie compagne di classe. Quella maledetta giornata, la scuola aveva organizzato dei giochi. Senza tanti giri di parole, tutta la classe mi abbandonò. Sì, mi lasciarono tutti totalmente sola. Avrei preferito morire quel giorno, ma ero in vita e ho dovuto sopportare tutto questo. Non avrei mai creduto che quelle due ragazze che dicevano di volermi bene, mi avrebbero lasciato sola, senza nessuno. Alla richiesta di spiegazioni nessuno ha saputo rispondere. Comunque, da quel giorno, ho smesso di andare a scuola. Non volevo sentirmi ancora peggio e sapevo che ritornare in quella scuola mi avrebbe fatto star male. Tanto, non mancava molto alla fine dell anno, perciò mio padre acconsentì alla mia decisone. Presi la dura decisione di cambiare scuola e ora, che manca solo un mese all inizio della mia terza media, sono più che convinta di aver fatto la scelta giusta. Nuova scuola, nuove amicizie, nuovi insegnanti, nuova vita. Spero davvero di trovare un ambiente un po più confortevole lì. Spero di essere apprezzata per la ragazza che sono, senza dover per forza sembrarne un altra. Ammetto di aver provato a cambiare, non avendo via d uscita. Il preside, i miei compagni, i professori, le mamme, nessuno si è interessato a me, dentro di loro viveva il menefreghismo totale, è questo che mi fa più male. Fine. 20

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