I Fantasmi di Scano Boa

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3 I Fantasmi di Scano Boa Pubblicazione realizzata dal Comune di Por to Tolle - Assessorato alla Cultura, in collaborazione con: Accademia di Belle Arti di Firenze Gruppo Arte Sentimentale con il patrocinio di: Regione del Veneto Provincia di Rovigo Ente Parco Delta del Po Accademia dei Concordi di Rovigo Crediti fotografici: Deltagrafik, Luciano Scarpante, Alessandro Orlandin, Gruppo allievi Accademia di Belle Ar ti di Firenze. In copertina: Scano Boa 16 maggio Impaginazione grafica e stampa: Deltagrafik - Via Matteotti, Por to Tolle (Ro) 2009 Copyright by: Comune di Por to Tolle - P.zza Ciceruacchio, Por to Tolle (Ro) Arte Sentimentale - Via del Corso, Fir enze (Fi) Tutti i diritti riservati. 2

4 a cura di GIANNI CERIOLI testi di GIANNI CERIOLI SILVANA MANTOVANI RAFFAELE PERETTO Comune di Porto Tolle 2009

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6 Esistono i fantasmi? Sono esser e buoni o maligni? Quand è che li possiamo incontrare? La quotidianità che viviamo con sempre maggior ed intensa frenesia, ci ha disabituati a por ci queste domande: è l'era di inter net, della r ealtà vir tuale, della comunicazione globale che ci ha resi sudditi di noi stessi. Questa vorticosa frenesia virtuale non ci lascia più il tempo per pensar e a noi e porci come uomini al centro del mondo. Scano Boa, una delle tante isole del Delta del Po, rappr esenta il luogo più suggestivo dove il tempo si è fer mato, dove la natura che li r egna, dà modo a chi la visita di pensar e e rievocar e i sentimenti che da tempo si sono persi o forse trascurati. Sono questi i fantasmi di Scano Boa: nulla di paur oso, niente di terrificante ma solo il pensiero, solo la poesia ed il sentimento che è dentr o di noi e che ora ha la possibilità di cavalcar e le onde dell'adriatico e volar e sulla calda laguna per ritornare e farci sentire che siamo preziosi esseri di questo universo, con un cuore ed un'anima. E dover oso ringraziar e l Accademia di Belle Ar ti di Fir enze ed il Gruppo Ar te Sentimentale per questo pr ezioso lavoro che hanno saputo elaborar e e consegnarci. Il supporto che la Regione Veneto, la Provincia di Rovigo, l Ente Par co Delta del Po e l Accademia dei Concor di di Rovigo hanno dato col lor o patrocinio è testimonianza dell'importanza di questa opera e della qualità del suo contenuto. Fondamentale il sostegno che la Fondazione della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo ha voluto dare per la realizzazione di questa pubblicazione evidenziando ancora una volta quanto sia radicata e pr esente sul territorio, ma soprattutto attenta osservatrice ed accompagnatrice dei movimenti culturali che interessano e parlano di questa meravigliosa terra. Da ultimo mi è dover oso ringraziare l Assessore alla cultura Silvana Mantovani e tutti i colleghi amministratori che hanno creduto nel progetto, nonché tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di questo volume. Dott. Silvano Finotti Sindaco Comune di Porto Tolle

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8 La Direzione dell'accademia di Belle Arti di Firenze ringrazia dell'impegno e della passione con i quali l'assessor e alla Cultura del Comune di Por to Tolle, dott.ssa Silvana Mantovani, ha seguito e incoraggiato il pr ogetto artistico ideato e posto in esser e dal collega e docente pr of. Amedeo Lanci, in modo da concludersi felicemente ai più alti livelli espr essivi. Con grande soddisfazione la Dir ezione pr ende atto che i giovani studenti dell'accademia sono stati resi partecipi di una attività che ha avuto tra l'altr o per protagonisti professionisti facenti par te del gruppo dell'ar te Sentimentale per la realizzazione di oper e in xilografia e in pittura ispirate al magico quanto af fascinante territorio dell'estr emo Delta del Po, oasi non solo naturalistica ma di for te impatto creativo. In questo percorso culturale gli allievi impegnati nel pr ogetto hanno avuto modo di visitare l'isola di Scano Boa, nonché di visionar e il film Scano Boa tratto dal romanzo di Giannantonio Cibotto, dal quale il r egista Renato Dall'Ara, nel 1961, ha tratto l'omonima pr oduzione cinematografica con l'interpr etazione della nota famosa attrice Carla Gravina. La Direzione ringrazia sentitamente l'assessore alla Cultura di Porto Tolle per aver offerto un'occasione di crescita culturale ed artistica ai giovani allievi dell'accademia di Belle Ar ti di Firenze, guidati dal pr of. Lanci, nella convinzione che tali iniziative rappresentino momenti di confronto significativi per la ricerca e la produzione espressiva dei giovani che intendono fare dell'arte obiettivo di vita. Prof. Giuseppe Andreani Direttore Accademia di Belle Ar ti di Firenze

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10 Silvana Mantovani Scano Boa: solo il nome fa immaginare chissà quale luogo...

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12 Scano Boa: solo il nome fa immaginar e chissà quale luogo... Silvana Mantovani...Anche il tempo pare fermarsi, annullarsi in questi momenti di antico idillio, pare almeno rallentare il suo corso. La fretta perversa del mondo moder no che ci acceca è lontano, quasi un ricordo assurdo. Qui vigono altre leggi, altri ritmi ancestrali. Questi paesaggi sono esistiti da sempre e tutto pare avere un respiro, un messaggio segreto che non è mai urlato, ma solo sussurrato... Mario Stefani Ogni buon amministratore vorrebbe fare conoscere la propria terra d appartenenza, il luogo in cui vive e per il quale lavora. Si sono creati importanti nuovi settori come marketing territoriale, politiche per il turismo, termini questi molto tecnici, che indicano come primo obiettivo l aumento di economia grazie ad un sistema di lavor o basato sulla pubblicità, sull accoglienza strutturata questo è il metodo oggettivo con il quale si è impegnati quotidianamente Ma con il pr ogetto I fantasmi di Scano Boa mi sono staccata da questi rigidi parametri per far mi coinvolger e, o meglio travolger e da questa meravigliosa esperienza. La prima par te del pr ogetto è stata esplorativa : visitar e Scano Boa, che solo il nome per chi non lo conosce, fa immaginar e chissà quale luogo 1. Con una imbar cazione abbiamo raggiunto lo scan no insieme agli alliev i dell Accademia di Belle Ar ti di Firenze, gli ar tisti di Ar te Sentimentale, l associazione MagnaCharta e il musicista che si è incaricato di realizzare un dvd ispirato agli ambienti dell estr emo Delta. Nessuno degli studenti conosceva il Delta del Po e tantomeno i suoi paesaggi come le golene, le lagune e le diverse ramificazioni del grande fiume. Ed ecco Scano Boa che ci accoglie nella tipica casa dei pescatori di una volta. Lì tr oviamo il signor Ilido Zerbin e la signora Giuliana Tessarin che ci ospitano come se fossimo di famiglia. La magia del luogo inizia a fare effetto, ormai non eravamo più nel mondo reale, il pensiero della vita quotidiana era sparito dalle nostre menti. Pochi passi in una distesa di sabbia intercalata da bassa vegetazione e arriviamo sul lato della spiaggia dalla parte del mare. 11

13 Io, che conosco questi posti fantastici, guar davo i ragazzi pr ovenienti da tutta Italia che prendevano appunti sulle loro sensazioni, immortalavano immagini con disegni e con macchine fotografiche. Per poche ore hanno fatto parte anche loro di quel paesaggio incantato, caratterizzato dal profumo della salsedine, dai suoni di onde e gabbiani, abbracciati dai raggi del sole e accarezzati dalla brezza leggera proveniente dal mar e. Rapiti da quello stato di benesser e come er emiti in meditazione, siamo tornati sulla terra ferma e durante il rientro pochissime parole hanno interrotto quel silenzio riflessivo. Ed ecco la seconda parte del progetto: la visione del film Scano Boa, gli scritti di Mario Stefani e l incontr o con il pr of. Per etto. In poche or e il gruppo ha conosciuto miti, leggende e la dura vita dei pescatori che vivevano nella pr ecarietà aspettando un sogno. I maestri di Arte Sentimentale, insieme al prof. Peretto, hanno condotto i ragazzi alla scoper ta culturale del territorio, alla storia, alle cr e- denze, ai sogni, che lo hanno contraddistinto. Terza par te: la r ealizzazione sia degli studenti che dei maestri di Ar te Sentimentale di opere di pittura e matrici per xilografie ispirate dall incontro con il Delta del Po, non solo, ma anche un dvd che richiama i suoni e i rumori di questi luoghi che sarà utilizzato durante la mostra per dare un maggior effetto e coinvolgimento. 12

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15 Dalla fruizione, dalla esperienza al momento cr eativo, alla rielaborazione in espressioni artistiche del proprio vissuto emotivo e sentimentale. Ecco il risultato di chi si è lasciato rapir e da una terra senza tempo, che suggerisce dolci e pr o- fonde sensazioni a chi la vive e l ascolta con il cuor e. Qualcuno potrebbe dire che questo viaggio si è concluso con la visitazione di questa mostra a Porto Tolle. Ma non è così, è pr oprio da qui che inizia il viaggio, quello vero, quello che porterà Scano Boa ad essere conosciuto in paesi lontani. Grazie queste oper e il Delta del Po terra incantata tra cielo e acqua, viaggerà attraverso i lor o occhi, alle immagini e ai suoni da lor o interiorizzati e rigenerati attraverso l atto creativo. 1 In realtà scano non è altr o che il ter mine dialettale di scanno: lingua di sabbia tra mar e e fiume, o tra mar e e laguna, mentre boa è un galleggiante che un tempo indicava l esatta posizione dello stesso. 14

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18 Raffaele Peretto Lacrime d ambra per il figlio del sole

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20 Lacrime d'ambra per il figlio del sole Miti nell'antico Delta Raffaele Peretto Eventi antichi sfumano nel sipario di isole strappate all acqua per portare le Naiadi a cercare rifugio oltre il meandro Ancora storie recenti del fiume lievitano sensazioni remote quando appaiono affranti gli ultimi Argonauti come ombre sospese a rimuovere strati di nebbia Quando nell ora che anticipa il crepuscolo i salici e più oltre i pioppi della sponda rispecchiano tra le Elettridi tremori di gocce d ambra. Chi percorre l'argine del nostr o grande fiume o si por ta ad entrare nel suggestivo paesaggio di valli e lagune del suo Delta può facilmente trovarsi di fronte a tramonti di fuoco, con esplosioni di colori nelle intense tonalità delle gamme degli azzurri, dei blu, dei gialli, dei r ossi, sfumanti tra loro nel cielo e nelle nubi e di riflesso nell' acqua, dove il sole sembra spegnersi. Uno spettacolo che assume più forza ed emozione se avviene dopo un temporale e quando l' aria è tersa e fresca. Per la gente del luogo questi momenti sono usuali, quasi scontati, ma certamente lasciano impr esse più for ti sensazioni negli estranei, in chi per la prima volta visita questi spazi di terre ed acque che insieme si portano verso il mare sfumando attraverso il Delta. Portiamoci in un lontano passato, quando a par tire da 3000 anni fa per oltr e cinque secoli in questi luoghi giungevano dall'area egea navi cariche di vino e di olio con nelle stive anche raf finati vasi micenei e in seguito pr eziose ceramiche uscite da botteghe ateniesi, dipinte a figur e nere e r osse. Non poteva passar e inosservato a mer canti e marinai questo paesaggio, unico tra quelli incontrati durante il cabotaggio, sia lungo le coste italiane sia lungo quelle albanesi, dalmate e croate. E chissà in quante occasioni furono testimoni di quei suggestivi tramonti che un nostro caro poeta rodigino, Livio Rizzi ( ), così descrive: quando el sol se colga / par che se impissa un pajar o ( quando il sole si corica / sembra prendere fuoco un pagliaio). Se le navi giungevano cariche di merci ai lidi dell' antico Delta ed entravano anche in bocche lagunari per appr odare a scali fluviali, tornavano ai loro porti altrettanto cariche di prodotti che la fertile campagna dell'antico Polesine offriva, in particolare cereali e cavalli (erano rinomati quelli dei V eneti ed utilizzati anche nelle prime Olimpiadi), non mancavano inoltre altri prodotti e tra questi anche magiche e misteriose ambr e. 19

21 Possiamo immaginar e che nella via del ritor no mer canti e marinai, rivedendo dalla nave le coste e le spiagge per corse nell'andata, pensassero intensamente alle suggestive ed uniche atmosfer e offerte dai variegati paesaggi del Po e del suo Delta. «Nelle isole Elettridi, che sono situate nell'intimo golfo dell'adriatico, dicono che ci siano due statue con dedica, una di stagno e una di bronzo, lavorate secondo lo stile arcaico. Si dice che siano opera di Dedalo, ricordato dagli antichi tempi in cui, sfuggendo a Minosse dalla Sicilia e da Cr eta, si avventurò in questi luoghi. Dicono che sia il fiume Eridano ad aver for mato con i suoi depositi alluvionali queste isole...c'è anche un lago Le genti del luogo raccontano di Fetonte che cadde in questo lago colpito dal fulmine, e che ci sono intor no molti pioppi dai quali stilla il cosiddetto elettro. Dicono che sia simile alla gomma arabica, e che si indurisca come una pietra, e che venga raccolto dalla gente del luogo per essere portato ai Greci». Così un passo del De mirabilibus auscultatianibus (I racconti mirabili, err oneamente attribuiti ad Aristotele) richiama l'ambiente lagunare dell'antico Delta padano, con isole emergenti da quelle aree vallive che qualche secolo più tardi Plinio il Vecchio chiamerà Septem Maria (Sette Mari). Il suggestivo appellativo di isole Elettridi trae origine dall'ambra, in quanto i Greci chiamavano questa resina di pino fossilizzata con il ter mine élektron, che significa frammento di sole. Se il Po non è cer tamente il fiume presso cui si raccoglieva l'ambra, il suo Delta era una zona nevralgica nei traf fici commerciali della r esina fossile, pr oveniente dalle coste del Baltico, e qui i Gr eci venivano a prelevarla, come é ben attestato alla luce dei materiali pr ovenienti da Frattesina. Questo è il nome dato dagli archeologi ad un villaggio dell' età del Bronzo finale (XII-IX sec.a.c.) presso Fratta Polesine. La fior ente attività ar tigianale, documentata dai materiali ar cheologici recuperati nelle ricerche, permette di definire l' insediamento come uno dei maggiori crocevia della protostoria europea, in una posizione strategica nei collegamenti commerciali tra l' Oltralpe e l'ar ea mediterranea. 20

22 Qualche secolo dopo l' er edità di Frattesina passa ad Adria che fu, come pur e Spina, impor tante centr o por tuale etrusco nell' ambito dei commer ci con la Grecia, tanto da passare il suo nome al mare su cui si affacciava, l'adriatico. Il luogo dell'ambra si riflette ed entra anche nella trama di storie e leggende legate all`esteso apparato deltizio del grande fiume. Secondo la mitologia classica all'eridano (nome con il quale i Gr eci identificavano il Po) è legata, come già detto, la tragica avventura di Fetonte e lo stesso fiume, con il suo ambiente, è richiamato in altre narrazioni fantastiche che vedono partecipi eroi e ninfe. Nella descrizione di vicende mitologiche gli antichi autori, spesso ripor tano elaborazioni e varianti, in par te contraddittorie e non ben chiar e, soprattutto in riferimento alla collocazione geografica dei luoghi. Inoltre le interpretazioni date dagli studiosi il più delle volte sono tra lor o discordi. Un dato comunque è cer to; l'ambra veniva prelevata nell'alto Adriatico e l'apparato deltizio padano, con le sue distese di acqua, indefinite, in simbiosi tra lidi e terre, rappr esentava uno scenario tanto singolar e che non poteva passar e inosservato agli occhi di mer canti, viaggiatori, cr onisti, e quanto gli stessi in seguito raccontavano, rinvigorito magari dalla fantasia, destava ulteriori inter essi ed anche ispirazioni per la trama di avventure, che venivano collocate nel mondo inaccessibile ai mortali. Il Delta era molto lontano per i Gr eci e già per questo fatto poteva esser e immaginato avvolto nel mister o, dif ficilmente identificabile e confr ontabile con altr e realtà ambientali. Il Delta era una zona lontana dell'italia, che i Greci chiamavano Esperia, cioè terra del tramonto. E proprio all'estremità occidentale della Terra era ubicato il giar dino delle ninfe Esperidi, dove cr escevano meli con frutti d'or o. In questo luogo, dopo aver sostato pr esso l'eridano, giunse anche Er cole in occasione della sua penultima impresa. 21

23 Era il luogo dove il dio Sole (detto anche Elio) concludeva quotidianamente la corsa del suo carro di fuoco trainato da irr equieti cavalli. Qui trovò il suo tragico epilogo l'impresa del figlio, che riportiamo nella descrizione tratta da antichi commenti ai passi dell'odissea di Omer o. «Il Sole, dall'unione con Roda, figlia di Asopo, generò i figli Fetonte, Lampetia, Egle e Faetusa. Divenuto adulto Fetonte chiese a sua madre chi fosse suo padre e, saputo di esser e figlio del dio Sole, si r ecò dove questi si leva. Fattosi riconoscere, pregò il padre di cedergli per un gior no il carro e le redini, in modo da poter osservar e il mondo; il Sole lo ascoltò e al momento si oppose, ben sapendo quello che sarebbe accaduto, ma poi, alle sue insistenze, acconsentì e gli insegnò il percorso. Salito sul carro, egli lo guidava in modo scombinato, tanto da incendiare ogni cosa ci fosse sulla terra e così Zeus, con un fulmine, pose fine al suo gesto folle. Fetonte, con una divina fiammata, cadde nel fiume Eridano e morì, e le sorelle, recatesi presso questa località del mare celtico, lo piangevano incessantemente giorno e notte. Zeus misericordioso le trasformò in pioppi, facendone il ricordo perpetuo di quella sventura. A quanto si dice, proprio da essi scaturisce l'ambra, il frutto di questo antico pianto che stilla dall'alber o». Dove era stata posta la lapide sepolcrale con la scritta: «Qui giace Fetonte, auriga del carro paterno. Male egli lo resse, ma fallì in una grande impresa» giunse anche la nave Argo con gli eroi guidati da Giasone, durante il tormentato viaggio per la conquista del vello d'oro. L'impresa degli Argonauti, a cui parteciparono, tra gli altri, Or feo, Er cole (non si sa se prima o dopo la penultima impr esa!), Castore con l'inseparabile Polluce è descritta da Apollonio Rodio. Riportiamo i brani che ci riguardano. 22

24 «La nave era trascinata avanti, lontano, dalle vele e gli Argonauti penetrar ono ben addentro nell'alveo dell'eridano; qui una volta, colpito al cuore da ardenti fulmini, semiarso, Fetonte era caduto dal carro del Sole, proprio all'entrata di questo ampio fiume, il quale ancora adesso esala dalla ferita bruciante un tr emendo vapore: nessun uccello può sorvolar e quelle acque dispiegando le sue ali leggere; ma spezza il suo volo e piomba in mezzo alle fiamme. Intor no, le giovani Eliadi, infelici, mutate negli alti pioppi, ef fondano tristi lamenti, e dai lor o occhi versano al suolo le gocce d'ambra splendente. Le gocce si asciugano sopra la sabbia ai raggi del sole e quando le acque della nera palude trascinano a riva, sotto il soffio sonoro del vento, rotolano tutte insieme verso l'eridano e i suoi flutti agitati... Gli eroi non avevano voglia di ber e nè di mangiare; la loro mente non andava ai piaceri. Durante il gior no giacevano af franti, sfiniti dall'odor e cattivo che mandavano le corr enti dell'eridano dal corpo riarso di Fetonte, intollerabile; e poi la notte sentivano i gemiti acuti, il triste lamento delle Eliadi». dai rami novelli stillano, rassodandosi al sole, gocce di ambra, che il pur fiume accoglie (Ovidio) o Anche il giovane Cigno, figlio del r e dei Liguri e par ente di Fetonte, si por tò nel luogo della tragedia. Pianse amaramente e riempì di profondi, cupi suoni le rive del fiume. La compassione degli dei riservò per lui un trattamento diverso da quello adottato per le Eliadi: fu trasformato in candido e maestoso uccello palmipede dal lungo collo, che da allora abitò i fiumi e le valli del Delta. Rivivendo oggi i miti cari agli antichi, potremmo ancora incontrarlo, con più fr equenza oggi rispetto agli ultimi cinquant'anni, specialmente d'inverno. 23

25 Immaginiamo anche che l' equipaggio di navi gr eche giungesse nel Delta in autunno o in primavera (escludiamo per nostra convinzione viaggi poco confortevoli durante l' inverno) e, cosa piuttosto frequente, si trovasse nel bel mezzo di una nebbia (anche se non di quelle toste di qualche anno fa). Uno scenario certamente dell' altro mondo. Non si vedono che for me indefinite di oggetti vicini; sfumano, anzi sono ombr e, tutte le figur e; sei disorientato ; devi aspettar e spiragli di luce ; le voci e i richiami ti consolano ma sembrano tanto lontani ; una schiarita e ti appaiono, quasi minacciosi, vapori che salgono dalle acque In quell' intimo golfo dell'adriatico oltre alle isole Elettridi ci sono anche i luoghi del Tartaro, gli inferi dei Greci. Forse c'è un motivato riscontro se un altro fiume polesano, terzo per impor tanza dopo il Po e l'adige, por tava lo stesso nome del mondo delle anime greche fino a qualche secolo fa, in seguito nel tratto terminale mutato in Canalbianco. Sono anche queste atmosfere a fare lievitare i gemiti delle figlie del sole tra canneti accar ezzati dal vento e a lasciar ci intraveder e ombr e indefinite di velieri approdare agli esili scani per far scendere e lasciare vagare tra fruscii di acque immortali eroi assieme ai nostri sogni. ERA APPREZZATA PER LA BELLEZZA E PER IL PROFUMO La magica resina del Nord L'ambra fu molto apprezzata nell'antichità, era considerata simbolo solar e, che possiamo motivare in quanto i suoi colori caldi e la sua trasparenza opaca richiama il nostro grande astro. Inoltre, era ricercata, oltre che per la sua bellezza e il suo fasc ino, anche quale medicamento per le malattie della gola e per le sue supposte pr oprietà magiche in quanto, se str ofinata o riscaldata, emanava un gradevole sapore aromatico e assumeva le capacità di attrarre piccole particelle. Questo fenomeno incuriosì molto i Gr eci che senza r endersene conto, compir ono i primor diali esperimenti che por teranno Coulomb, nel 1785, alla definizione delle leggi sulle attrazioni tra corpi elettrizzati (parole come elettroni, elettricità derivano appunto da élektron) In Europa la maggior fonte dell'ambra si trova lungo le coste sud-orientali del Baltico e nel Mar e del Nord. Può presentarsi con superficie liscia e traspar ente quando, dagli strati in cui si tr ova sotto il livello del mar e, viene strappata dalla onde e ge ttata sulla riva; può essere in altri casi inglobata in terra o sabbia, oppur e rivestita di incrostazioni. La distribuzione dei rinvenimenti conferma che già nel Mesolitico e dal Neolitico ci fosse un impor tante commercio dell'ambra attraverso l'europa fino al Passo del Brennero. Nodo nevralgico del flusso commer ciale fu il Delta del Po. Da qui la via pr oseguiva lungo le coste dell'adriatico fino alla Grecia e ai centri dell' area egea. La via dell'ambra deve intendersi come un grande flusso economico e commer ciale, lungo il quale viaggiavano molti altri manufatti, materie prime e soprattutto idee e cultur e. Ciò rappresentò un importante fattore per l'europa preistorica. Il commercio continuò nell'età del Bronzo, potenziandosi sensibilmente per gli interessi dei Micenei. Successivamente l'ambra fu molto ricercata tra le popolazioni dell'età del Ferro e durante l'epoca romana. Al riguardo Plinio dice: «... ancor oggi le donne traspadane di campagna portano ambre come monili, soprattutto per or namento ma pure quale medicamento...». 24

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28 Gianni Cerioli Presenze fantasmatiche dell arte a Scano Boa

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30 Presenze fantasmatiche dell'arte a Scano Boa Gianni Cerioli Alla foce dei grandi fiumi si vede in embrione come si raccolgano le acque ed apparisca l' asciutto: il che è una buona cosa, pur ché la signoria dell'uomo su di esso si mantenga nell'or dine della divina somiglianza. Il Po, che porta via dalla montagna e dalla pianura, prima di farsi mare restituisce, più di quanto non rubi, in terra da paradiso terrestre. Don Primo Mazzolari, O' visto il Delta Hanno una memoria sottile l'acqua e la terra e l'aria e il fuoco e tutti gli elementi che fondano delle cosmogonie. Pure lontani, nella separazione della differenza, vivono sempre il ricordo dell'atto creativo che li ha generati. Negli elementi primari ricerchiamo le cose che danno ragione della vita, nostra, degli altri e del mondo. Eppure, a osservarli, essi non si trovano mai nettamente divisi, perché il fuoco sta sotto la terra e i vulcani sono lì a dimostrarlo, l'aria è fin dentro le montagne e la terra leggera si fa por tare dalla corrente del fiume più impalpabile di una tela di ragno. Colti nella r ealtà del lor o essere, questi áitia evidenziano dei punti di tensione, delle fratture e degli improvvisi cedimenti. Si organizzano spesso in non luoghi ; si dispongono in giochi di porosità che confondono ogni volta le struttur e delle cose. Non ancora altro, niente o nessuno resta completamente se stesso. La terra è nella memoria dell'acqua, ma l'acqua non cede. Attimo per attimo si unisce ad altre acque. La sinfonia deltizia può, come a Scano Boa, costruire infinite serie di nuovi universi di acque e di terr e. Ha un senso compiuto allora por tare dei giovani artisti fuori dalle r egioni della realtà univoca, massiccia, pervasiva e invadente della civiltà di massa, per cogliere il sapore e l'anima di un luogo che sta perennemente in bilico tra il mare e la terra, in tempi e spazi che non sono per nulla allineati ai nostri. Non vi sono qui rituali obbligati e quotidiani. Lo stesso senso ha per i pittori del gruppo <<Arte sentimentale>> che affiancano gli allievi dell'accademia di Belle Arti di Firenze in questa ricerca sui misteri di un luogo in cui tutti i significati stabiliti si spogliano delle parvenze del r eale per acquistare uno statuto nuovo, fantasmagorico, quasi onirico. In questa esperienza non si ricer ca tanto la rivelazione di un senso nascosto, totalmente segreto ai più, quanto il gusto dell'esplorazione in comune, insistita, ripetuta dei costituenti segnici letterari, ipotetico - deduttivi, filmici, ar chetipici, geologici, antropici, affabulatori, tanto per ricordarne qualcuno, di cui Scano Boa si ammanta. 29

31 Anche il tempo si fa liquido a Scano Boa nel senso che assume le for me più strane. Certamente scorre come sempre ma secondo le modalità di un contenitore semanticamente differente ogni volta. Tutto è in movimento: nel vento dell'aria, nelle onde del mar e, nel lento depositarsi delle sabbie. Eppur e tutto è soggetto ad un assordante silenzio creativo. Le categorie dello spazio e del tempo sono qui del tutto specifiche ed in continua variazione. L'ordine del mondo che vi si incontra è di volta in volta satur o e deserto, dilatato e coeso, semplice e complesso. Da un estr emo all'altro gli elementi raccolti tendono ora alla ragione ora al sogno. Sono sempr e comunque riferibili ad una modalità di intervento che è una sor ta di de-r ealizzazione del soggetto e dei suoi referenti abituali. 30

32 Le opere che sono state pr odotte per questa esposizione mettono alla pr ova la dimensione spazio-temporale, culturale e generazionale dei singoli pittori. La letteratura e la scienza possono costituir e un corr elativo alla figurazione con la quale tutti i nostri ar tisti realizzano il lor o percorso visivo. Anzi esso diventa più ricco e complesso pr oprio per le fascinazioni delle narrazioni di G. A. Cibotto e delle evocative geologie di Raf faele Peretto. La pittura, è evidente, adopera altri codici rispetto alla parola per la rappresentazione di un fatto, di un avvenimento, di una percezione. È proprio la messa in atto di mezzi grafici, pittorici, plastici a rendere sensibile alla vista la creazione di un mondo che supera la mimesi e genera intrusioni continue con la r ealtà. In questo <<far e mondi>> l'artista impone spesso statuti perturbatori ai dati per cettivi, fa sussultar e le categorizzazioni tradizionali, mette in discussione i codici della rappr esentazione o li confer ma, sviando appena di quel tanto che serve per uscire dal codice e subito ritor narvi. L'occhio dell'artista realizza il mondo, il <<suo>> mondo. Lo ripor ta alle origini, ne esplora per cezioni e segni. Li rifor mula anzi attraverso i segni della tecnica dell'arte grafico-pittorica. In questo modo il linguaggio visivo entra in circolazione dialogica con la parola, la narrazione, il discorso argomentativo. Mi sembra che con giusta ragione sia stato proposto per tutti gli artisti di confrontarsi con l'uso della xilografia. La più antica tra le tecniche incisorie si dimostra anche la più adatta a riportare allo sguardo le condizioni della produzione tecnica e, in un qualche modo, ad assicurar e le primizie stesse della figurazione. Alla xilografia dobbiamo la grande diffusione dell'immagine stampata e la cir colazione di infinite figure sacre e profane, umoristiche o satiriche, archeologiche e monumentali. La storia dell'immagine accompagna l'umanità fin dagli inizi e la xilografia è stato un motor e impor tante per la cr eazione del nostr o modo di vedere. Nella sua Grammaire des Art du Dessin, M. Charles Blanc sintetizza con questa massima la specificità dell'incisione su legno: <<la gravur e en bois, n'étant pas susceptible de produire les nouances délicates de la taille-douce, doit s'attacher de préfèrence à des travaux sobr es, qui, par le laconisme de leur expr ession, prêtent de la grandeur même aux plus petits ouvrages>> 1. Tra tutte le tecniche incisorie la xilografia è quella appunto che per mette un rapporto ravvicinato tra l'operatività dell'intagliator e e il linguaggio espr essivo dell'artista. Dopo aver conosciuto fortune alterne, ritorna oggi negli studi degli artisti a garantirne le intenzioni poetiche attraverso le scelte di molti materiali disponibili ben oltre al legno di filo o al legno di testa della tradizione. Tutto si gioca insomma tra la pr esenza della linea nera, lasciata sul foglio dalla matrice inchiostrata in corrispondenza del disegno iniziale rispar miato dal taglio e contro taglio delle lame, e quella della linea bianca, là dove l'incisor e segue con punta metallica il filo del disegno e crea un vuoto tra gli spazi inchiostrati. In quest'ultimo caso l'immagine <<non è più la risultante dell'accostamento di segni neri sulla superficie bianca del foglio, bensì, al contrario, è frutto degli squarci di luce (corrispondenti ai segni tracciati dall'incisor e) che illuminano una superficie nera>> 2. 1 M. Charles Blanc, Grammaire des Arts du Dessein, Paris, V e Jules Renouard, Libreraire-Editeur, 1867; p G. Zacchè, La Xilografia, in La Xilografia a Mantova nel '900, Quistello (Mantova), Stampa Officina grafica Ceschi, 2001; p. 4 31

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