LYBRA ASSOCIAZIONE GIURIDICO CULTURALE

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Michela Valeri
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1 LYBRA ASSOCIAZIONE GIURIDICO CULTURALE

2 Cass. pen. Sez. Unite, Ord., (ud ) , n Svolgimento del processo - Motivi della decisione 1. Con richiesta depositata in data 18 maggio 2015 presso la Cancelleria delle Sezioni Unite penali, l'avv. Gian Mario Ramondini, quale difensore di Medicina Democratica - Movimento di Lotta per la Salute O.N.L.U.S. parte civile costituita nel procedimento R.G. n. 9434/2015, sollecita la correzione ex art. 130 c.p.p. dell'errore materiale in cui è incorsa la sentenza in epigrafe laddove ha ritenuto la tardività della memoria presentata da Medicina Democratica, per mancato rispetto del termine di cinque giorni previsto dall'art. 127 c.p.p.. 2. Rileva in proposito il Collegio che la memoria in questione, spedita per raccomandata con corriere, è pervenuta a questa Corte il 20 marzo 2015, come risulta dal timbro apposto in tale data dall'ufficio Protocollo e nella stessa data è stata protocollata. Soltanto il 23 marzo 2015 detta memoria è pervenuta alla Cancelleria delle Sezioni Unite, come da timbro apposto sulla prima pagina della memoria stessa, e in relazione a tale ultima data ne è stata erroneamente ritenuta la tardività. L'art. 585 c.p.p., comma 4, stabilisce infatti che i motivi nuovi e le memorie devono essere presentati nella cancelleria del giudice della impugnazione, e per valutarne la tempestività deve aversi riguardo alla data di ricezione del plico, eventualmente, come nella specie, inviato per posta. 3. La richiesta di correzione di errore materiale è tuttavia inammissibile.

Gian Mario Ramondini, quale difensore di Medicina Democratica - Movimento di Lotta per la Salute O.N.L.U.S. parte civile costituita nel procedimento R.G. n. 9434/2015, sollecita la correzione ex art.

3 Come noto coesistono nell'ordinamento gli istituti della correzione dell'errore materiale di cui all'art. 130 c.p.p. e della correzione dell'errore di fatto, oggetto specifico della disposizione di cui all'art. 625 bis c.p.p., introdotto con L. 26 marzo 2001, n. 128, costituenti evenienze processuali eterogenee, aventi presupposti e conseguenze ben differenziate. 3 I rigorosi, tassativi, limiti di esperibilità della procedura di correzione dell'errore materiale prevista dall'art. 130 c.p.p., sono stati ribaditi dalle Sezioni Unite con le sentenze deliberate nella camera di consiglio del 27 marzo 2002 nei procedimenti promossi da B. (sent. n ) e da D.L. (sent. n ), con le quali è stato rilevato che questo tipo di errore rappresenta il "frutto di una svista, di un lapsus espressivo, da cui deriva il divario tra volontà del giudice e materiale rappresentazione grafica della stessa, e la difformità tra il pensiero del decidente e l'estrinsecazione formale dello stesso, senza alcuna incidenza sul processo cognitivo e valutativo da cui scaturisce la decisione". Laddove invece l'errore di fatto "consiste in un errore percettivo causato da una svista o da un equivoco, nel quale la Corte di cassazione è incorsa nella lettura degli atti del giudizio di legittimità, ed è connotato dall'influenza esercitata sul processo formativo della volontà, viziato dall'inesatta percezione delle risultanze processuali, il cui svisamento conduce ad una decisione diversa da quella che sarebbe adottata senza l'errore di fatto". Essendosi altresì precisato con la coeva sentenza Sez. U, n , Chiatellino, che il rigore e la coerenza dell'indirizzo limitativo dell'ambito di operatività dell'istituto della correzione degli errori materiali risultano tanto più giustificati alla luce della disciplina dell'art. 625 bis c.p.p., che, prevedendo un apposito rimedio per l'eliminazione delle conseguenze degli errori di fatto, ha rimosso la premessa della necessità di salvaguardia delle esigenze di giustizia sostanziale in

128, costituenti evenienze processuali eterogenee, aventi presupposti e conseguenze ben differenziate.

4 nome delle quali la giurisprudenza di legittimità ha forzato, in non poche occasioni, i precisi confini apposti dall'art. 130 alla giuridica possibilità di correzione degli errori materiali Nella specie l'errore denunziato dall'istante è riconducibile alla categoria dell'errore di fatto sia in quanto la valutazione di tardività del deposito è frutto di un ragionamento basato ad un tempo su dati di fatto e di diritto, sia in quanto si porrebbe il problema della valutazione della memoria ingiustamente pretermessa, pur nella precisazione contenuta nell'istanza stessa secondo cui la vicenda non comporta modificazioni dell'atto in considerazione della discussione orale svolta dalla parte stessa in udienza. Alla deduzione di un tale errore non è però legittimata la parte civile, che peraltro ha espressamente invocato soltanto la disposizione di cui all'art. 130 c.p.p., e nemmeno è consentito il ricorso alla procedura di correzione dell'errore materiale, prevista dall'art. 130 c.p.p., per porre rimedio ad errori di fatto contenuti in provvedimenti della Corte di cassazione, emendabili soltanto a norma dell'art. 625 bis che disciplina l'unico rimedio esperibile per l'eliminazione di quest'ultimo tipo di errori (Sez. U, n del 27/03/2002, Rv ). 5. La richiesta deve pertanto essere dichiarata inammissibile. P.Q.M. Dichiara inammissibile la richiesta. Così deciso in Roma, il 16 luglio Depositato in Cancelleria il 29 luglio 2015

su dati di fatto e di diritto, sia in quanto si porrebbe il problema della valutazione della memoria ingiustamente pretermessa, pur nella precisazione contenuta nell'istanza stessa secondo cui la

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