Carbomark: un nuovo strumento per lo scambio di crediti di carbonio

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1 Carbomark: un nuovo strumento per lo scambio di crediti di carbonio

2 Regione del Veneto Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Università degli Studi di Padova Università degli Studi di Udine Unità di progetto foreste e parchi Direzione centrale risorse rurali, agroalimentari e forestali Servizio gestione forestale e produzione legnosa Dipartimento territorio e sistemi agroforestali (TESAF) Dipartimento di scienze agrarie e ambientali (DISA) Coordinatore del progetto Life+ Maurizio Dissegna - Unità di Progetto Foreste e Parchi (Regione del Veneto) Assistenza alla gestione del progetto Life+ Giovanni Carraro - Unità di Progetto Foreste e Parchi (Regione del Veneto Lisa Causin - Unità di Progetto Foreste e Parchi (Regione del Veneto) Rinaldo Comino - Servizio gestione forestale e produzione legnosa (Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia) Giuseppe Vanone - Servizio gestione forestale e produzione legnosa (Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia) Silvia Stefanelli - Servizio energia (Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia) Tommaso Anfodillo - TESAF (Università degli Studi di Padova) Francesca Pierobon - TESAF (Università degli Studi di Padova) Alessandro Peressotti - DISA (Università degli Studi di Udine) Giorgio Alberti - DISA (Università degli Studi di Udine) Coordinamento editoriale e traduzioni - Padova Assistenza tecnica e rapporti con le imprese - Venezia Marghera Editing, grafica e stampa Chinchio Industria Grafica S.p.A. - Padova Venezia, 2011 Non è consentita la riproduzione del testo o delle figure senza il consenso dell Unita di Progetto Foreste e Parchi della Regione del Veneto. Questo documento fa parte dei materiali prodotti con il cofinanziamento del programma comunitario LIFE+ nell ambito del progetto CARBOMARK - Improvement of policies towards local voluntary carbon markets for climate change mitigation (LIFE07 ENV/IT/000388)

3 Carbomark: un nuovo strumento per lo scambio di crediti di carbonio

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5 Indice Introduzione (Dissegna M., Carraro G.) p. 9 Capitolo 1 I mercati del carbonio come strumenti per ridurre le emissioni: efficacia e prospettive future (Stefanelli S.) 1.1 Cosa sono i mercati del carbonio p Il mercato europeo Emission Trading System: prospettive di evoluzione al 2020 p I mercati volontari p Gli attori internazionali nel mercato dei crediti di carbonio p Prospettive future dei mercati p. 19 Capitolo 2 Il ruolo delle attività agroforestali nella riduzione delle emissioni 2.1 Opportunità dai crediti di gestione forestale e prodotti legnosi nel mercato Carbomark (Anfodillo T., Pierobon F.) 2.2 La forestazione urbana: sequestro di carbonio e servizi ambientali (Alberti G., Peressotti A.) 2.3 Una nuova strategia per il sequestro del carbonio nei sistemi agricoli: il biochar (Zavalloni C., Peressotti A.) p. 23 p. 26 p. 32 5

6 Capitolo 3 Potenzialità dei crediti di carbonio agro-forestali Carbomark in Veneto e Friuli Venezia Giulia 3.1 Potenzialità della gestione forestale per il sequestro di carbonio nel Friuli Venezia Giulia (Alberti G., Stefanelli S.) p Potenzialità della gestione forestale per il sequestro di carbonio nel Veneto (Pierobon F., Anfodillo T., Carraro G., p. 47 Causin L.) 3.3 Potenzialità dei prodotti legnosi per il sequestro di carbonio nel Veneto e Friuli Venezia Giulia (Alberti G., Stefanelli S., p. 55 Pierobon F., Anfodillo T.) 3.4 Potenzialità del biochar (Zavalloni C., Peressotti A.) p. 62 Capitolo 4 Il ruolo delle aziende e dei piani di gestione del carbonio: oltre il carbon offsetting 4.1 La filosofia aziendale nei mercati volontari: dal carbon offsetting al carbon in-setting aziendale (Stefanelli S.) 4.2 Il Piano di gestione del carbonio secondo la metodologia LCA (Balzan F., Pierobon F.) p. 71 p. 79 Capitolo 5 Attività realizzate dal progetto (Carraro G., Dissegna M., Volpi G.) 5. Studi preliminari p Lo studio economico p Lo studio legislativo p La definizione del modello di mercato p La prima fase del monitoraggio ambientale p Conclusioni p. 121 Capitolo 6 Conclusioni (Carraro G., Dissegna M., Causin L., Volpi G.) p

7 Introduzione

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9 Introduzione Dissegna M., Carraro G. La scelta strategica del Protocollo di Kyoto di considerare alcune misure di mitigazione forestale ha fortemente incrementato l interesse per i crediti di carbonio forestali su scala globale e la nascita di mercati del carbonio paralleli ed indipendenti che vengono comunemente definiti come Mercati Volontari del Carbonio (MVC) (Hamilton et al 2009). Tali mercati prevedono che industrie, governi, organizzazioni o singoli cittadini possano acquistare volontariamente dei crediti per compensare emissioni generate da attività diverse (un viaggio, l organizzazione di un congresso o di un evento musicale ecc); essi sono, infatti, volutamente flessibili, ma sono spesso anche privi di regole chiare e trasparenti in grado di garantirne l efficacia in termini compensativi. Un problema rilevante nell organizzazione di mercati volontari, in particolare per gli aspetti legati agli interventi di compensazione, riguarda infatti il regime di garanzie relativo alla reale capacità di fissazione di carbonio generata dagli investimenti (Pettenella 2007). Negli standard proposti devono quindi essere prese in considerazione e comunicate in modo trasparente sia le criticità tipiche dei mercati dei crediti di carbonio, sia quelle specifiche del settore forestale. Tra quest ultime, è possibile ricordare le seguenti criticità principali: addizionalità: gli investimenti effettuati per migliorare le condizioni climatiche devono essere addizionali rispetto ad uno scenario di normale gestione (il cosiddetto business as usual); tali attività devono quindi essere esplicitamente finalizzate all assorbimento di CO 2 e non rappresentare investimenti che si sarebbero comunque realizzati (per es. piantagioni realizzate con contribuzione pubblica); permanenza: in particolare per i crediti di origine forestale è necessario considerare la possibilità che si verifichino fenomeni che portino alla riemissione, totale o parziale, del carbonio fissato in atmosfera (es. incendi, attacchi parassitari, schianti da vento); double-accounting: ovvero non destinare alla vendita crediti di carbonio già contabilizzati nei report nazionali. 9

10 Dissegna M., Carraro G. La discussione sul dopo Kyoto, ovvero sul secondo periodo di impegno che inizierà dopo il 2012, è attualmente in corso ed è opinione diffusa che in futuro saranno incentivate tutte le forme possibili di assorbimento del carbonio, in attesa dello sviluppo di nuove tecnologie che limitino le emissioni. Di conseguenza anche il coinvolgimento dei proprietari dei terreni agro-forestali e il loro orientamento verso forme di gestione indirizzate allo stoccaggio della sostanza organica sono destinati a diventare una strategia rilevante per la riduzione della concentrazione dei gas ad effetto serra. E quindi importante in questa fase dimostrare l efficacia di nuove forme di accordi volontari tra emettitori e gestori dei terreni agricoli e forestali finalizzate allo stoccaggio del carbonio anche per evidenziare che l obbligo primario è sempre quello di contenere o evitare le emissioni e che l assorbimento è pur sempre un meccanismo secondario di mitigazione. Il Progetto Carbomark Improvement of policies toward local voluntary carbon markets for climate change mitigation ( cofinanziato dalla Commissione Europea attraverso il programma LIFE+ (LIFE07 ENV/IT ) ha voluto dimostrare la possibilità di istituire mercati locali di carbonio, ai quali possono partecipare soggetti industriali (emettitori), in particolare le piccole e medie imprese attualmente escluse dal mercato internazionale del carbonio, e proprietari di aree agricole e forestali (assorbitori) allo scopo di favorire l assorbimento della CO 2 atmosferica e la gestione forestale sostenibile. In particolare l obiettivo del progetto è stato dimostrare che tali mercati possono essere creati operando su un area geografica di ampiezza sub-nazionale e che la loro realizzazione si giustifica sia dal punto di vista della riduzione dei gas ad effetto serra sia per una serie di altri effetti positivi indotti sul territorio: gestione attiva e sostenibile delle foreste, gestione conservativa dei suoli agricoli, sensibilizzazione dei cittadini, promozione dello sviluppo sostenibile e controllo diretto delle attività di assorbimento. Per quanto attiene alla gestione forestale in particolare, il progetto vuole dimostrare la possibilità di monetizzare le esternalità generate dalla foresta in termini di miglioramento della qualità dell aria, che in futuro potrà essere estesa anche per valutare il contributo delle foreste al miglioramento della qualità dell acqua e del suolo. Il progetto inoltre si prefigge di rispondere ad alcune problematiche descritte in precedenza riguardo alle criticità degli interventi basati sull utilizzo di risorse forestali dovute, come già ricordato, al fatto che la fissazione di carbonio in biomasse forestali risulta reversibile e di difficile monitoraggio nel tempo. Nell ambito del progetto è stata proposta una metodologia rigorosa, credibile e tra- 10

11 Introduzione sparente per il calcolo dei crediti di carbonio unitamente ai relativi criteri di contabilizzazione che si sono basati anche su metodologie già approvate da altri standard internazionali di certificazione dei crediti forestali, tra cui il Voluntary Carbon Standard ( In tale ambito sono stati presi in considerazione anche nuovi approcci tra cui l introduzione di piani di monitoraggio delle attività di assorbimento e di quelle che comportano l emissione di carbonio in atmosfera oltre al coinvolgimento attivo della sfera politica locale. Il progetto Carbomark considera i seguenti quattro ambiti di riferimento: Gestione forestale sostenibile Verde urbano Prodotti legnosi Biochar Per quanto attiene, in particolare i crediti generati dalla gestione forestale sostenibile l attenzione metodologica del progetto è stata rivolta a garantire: il principio di addizionalità, agendo su criteri di gestione forestale ispirati a best practice rispetto agli standard normativi o applicativi pregressi; la permanenza delle quote di CO 2 cedibili che viene fissata almeno a livello trentennale al netto di un buffer di sicurezza introdotto per prevenire eventuali disturbi esterni ed, infine, l esigenza di evitare il double-accounting ovvero doppio conteggio delle quote senza alcuna sovrapposizione con il PK e con il relativo reporting nazionale. Il carattere sperimentale dell iniziativa mira in sostanza a dimostrare la fattibilità del mercato che volutamente si caratterizza per i piccolissimi volumi di scambio che sono di ordini di grandezza percepibili solo a livello locale e non a livello inventariale. L impegno assunto nel definire le metodologie di conteggio e monitoraggio dei crediti di carbonio nel mercato locale di Carbomark è quello di creare un mercato credibile non solo nella generazione di crediti effettivi e reali ma anche di indurre comportamenti virtuosi attraverso l implementazione di politiche di riduzione delle emissioni nei soggetti acquirenti i crediti, che potranno accedere al mercato previa la sottoscrizioni di impegni rivolti a controbilanciare azioni di compensazione e azioni di riduzione delle emissioni. In pratica chi acquista crediti di carbonio nel mercato locale Carbomark, che si caratterizza per essere un mercato chiuso a cui possono accedere solo i soggetti che si impegnano a rispettare le regole rigide del mercato medesimo, non acquista il diritto di inquinare, bensì l impegno a ridurre, nel tempo, le proprie emissioni; impegno che sarà verificato periodicamente. 11

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13 CAPITOLO 1 I mercati del carbonio come strumenti per ridurre le emissioni: efficacia e prospettive future

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15 I mercati del carbonio come strumenti per ridurre le emissioni: efficacia e prospettive future Stefanelli S Cosa sono i mercati del carbonio I mercati del carbonio sono strumenti di politica economica per ridurre le emissioni di gas serra, utilizzati spesso in combinazione ad altre politiche come la tassazione dei gas serra o carbon tax e i regolamenti che disciplinano l adozione di tecnologie a bassa produzione e consumo di gas serra. Il termine mercati del carbonio si riferisce generalmente all acquisto e alla vendita di permessi di emissione o di crediti di carbonio che possono essere distribuiti da un soggetto terzo o generati da progetti di sequestro o abbattimento dei gas serra. La riduzione delle emissioni di gas serra è scambiata sotto forma di crediti di carbonio unità generalmente espresse in tonnellate di CO 2. Ci sono due tipi di mercati del carbonio: i mercati regolamentati e i mercati volontari. Mentre nei primi viene definito un cap o tetto massimo di emissioni assegnate agli emettitori che costituisce anche l obiettivo di riduzione complessivo di abbattimento da raggiungere, nel mercato volontario non ci sono obiettivi prefissati e pressoché tutti i crediti di carbonio sono generati da transazioni eseguite come risultato di progetti di mitigazione. All attualità la quasi totalità dei crediti sono scambiati nel mercato regolamentato dove nel 2011 sono stati scambiati milioni di tonnellate di CO 2, mentre sul mercato vo- 15

16 Stefanelli S. lontario solo 131 milioni di tonnellate di CO 2. Se i volumi scambiati nel mercato volontario costituiscono meramente lo 0,2% di tutti i crediti scambiati globalmente, tuttavia essi compensano la scarsità di volumi con altre caratteristiche come la flessibilità, la spinta verso tipologie di azioni mitiganti innovative e metodologie di conteggio e monitoraggio che spesso costituiscono la base per un loro successivo sviluppo nei mercati regolamentati. 1.2 Il mercato europeo Emission Trading System: prospettive di evoluzione al 2020 Il principale mercato dei crediti di carbonio è l Emission Trading System, uno degli strumenti previsti dal Protocollo di Kyoto per ridurre le emissioni di gas serra ed entrato in vigore dal gennaio Nell ETS nel 2010 sono stati scambiati l 83% dei crediti di carbonio ed è tuttora la principale piattaforma mondiale di scambio di crediti di carbonio (Hamilton et al.2011). L ETS funziona con il principio del cap and trade secondo il quale ciascun governo definisce il tetto massimo di emissioni per tutti i grossi emettitori che sono inclusi nel mercato ETS, sulla base di obiettivi da raggiungere a livello nazionale, delle emissioni storiche e di quelle future. Nell ambito di questo mercato gli emettitori ricevono un numero massimo di permessi di emissione. Se al termine di ogni anno l industria in oggetto emette di più di quanto assegnato, può acquistare crediti sul mercato, se invece è riuscita a ridurre le emissioni più del cap assegnato acquista diritto a vendere i crediti. Tale flessibilità nelle modalità di riduzione permette all azienda di abbattere le emissioni nel modo economicamente più efficace. Il numero di permessi assegnati si riduce ogni anno e nel 2020 le emissioni complessive saranno più basse del 21% rispetto all anno di lancio, il Il mercato ETS opera in trenta paesi tra cui 27 europei in aggiunta a Islanda, Norvegia e Liechtenstein e include le emissioni di CO 2 di settori come le raffinerie, le centrali elettriche e di produzione termica, i cementifici, le cartiere, le acciaierie e le industrie del vetro e del mattone. Nel complesso il totale di questi comparti produce il 40% del totale dei gas serra in Europa. Dal 2012 anche il settore dell aviazione sarà incluso nel mercato e dal 2013, quando si entrerà nella terza fase operativa del mercato importati cambiamenti saranno introdotti tra cui la previsione di un sistema di aste dei permessi di emissioni che dovrebbe rendere più efficace il mercato. In particolare l allocazione gratuita dei permessi di emissione o grandfathering, che è stata molto criticata nella prima e seconda fase 16

17 I mercati del carbonio come strumenti per ridurre le emissioni: efficacia e prospettive future dell ETS, sarà sostituita gradualmente da una quantità sempre maggiore di permessi messi all asta in modo da riflettere il reale prezzo di mercato assegnato a ciascuna tonnellata di CO 2 dagli acquirenti emettitori. Le novità più rilevanti della III fase dell ETS sono pertanto rappresentate dall introduzione di un sistema di aste dei permessi e dall inclusione dell aviazione. In particolare le emissioni di tutti i voli domestici e internazionali in arrivo e in partenza in Europa saranno incluse nell ETS. Come per gli altri grossi emettitori, le compagnie aeree riceveranno una quota di permessi e un cap massimo di emissioni. 1.3 I mercati volontari Nel 2010 il mercato volontario è cresciuto del 34% rispetto al Nel complesso benché le transazioni rappresentino meno dell 1% dei volumi scambiati sul mercato globale regolamentato e non, i mercati volontari sono importanti perché introducono misure di mitigazione innovative come i crediti da progetti REDDS (Reduced Emissions from Deforestation and Degradation), aumentano la consapevolezza e responsabilità delle imprese, coinvolgono piccoli e medi emettitori che non avrebbero obblighi nei mercati regolamentati e consentono di ridurre le emissioni ad un costo basso rispetto al mercato regolamentato. Infatti in media i crediti sono scambiati a e 4 t/ CO 2 eq. contro e 16 t/co 2 eq del mercato EU ETS. Un dato interessante del mercato volontario nel 2010 è che ben il 46% dei crediti scambiati è costituito da progetti agro-forestali di mitigazione e sequestro di carbonio seguiti dai progetti sulle energie rinnovabili (Hamilton et al. 2011). Tale dato segna il successo e l interesse degli investitori del mercato volontario verso tipologie di azioni e progetti come l evitata deforestazione, il miglioramento della gestione forestale, l afforestazione che oltre a svolgere l azione di sequestro del carbonio svolgono anche molti altri servizi ambientali. Tra i crediti forestali più scambiati c è l evitata deforestazione (REDDs) anche per il crescente interesse sul mercato dopo il suo inserimento tra le azioni chiave di un futuro accordo sul clima ma soprattutto per l avvio di iniziative bilaterali a suo sostegno come la Norway Forest Climate Initiative. Oltre ai REDDs ricoprono un ruolo importante anche afforestazione e riforestazione (6% degli scambi) il miglioramento della gestione forestale (5%) e la gestione dei suoli agricoli (3%). Il ruolo degli standard di certificazione dei crediti agroforestali si è ormai consolidato 17

18 Stefanelli S. come prassi tra gli acquirenti e i protocolli VCS (Voluntary Carbon Standard) si sono affermati con il 34% di volumi di crediti scambiati certificati. Il VCS è seguito dal Climate Community and Biodiversity standard, spesso in tandem con il VCS in quanto CCB non quantifica i crediti ma certifica il contributo etico dei progetti di mitigazione come i benefici ambientali e sociali. L approccio degli standard di certificazione dei crediti all impatto etico e sociale tiene conto sempre di più non solo del semplice offsetting ma anche degli aspetti legati alla biodiversità, all equa distribuzione finanziaria, agli impatti umani e sociali dei progetti di mitigazione in particolare di quelli agroforestali. Tra gli standard che piú si sono distinti per tenere in considerazione questi benefici supplementari vi sono oltre al CCB, il Social Carbon, il Brasil Mata Viva, il Plan Vivo e altri. Questo è particolarmente importante per lo sviluppo di progetti di mitigazione volontaria agroforestale in paesi con una governance ambientale molto lacunosa come nei paesi in via di sviluppo dove gli aspetti etico sociali sono spesso altrettanto se non più importanti dell azione di compensazione. 1.4 Gli attori internazionali nel mercato dei crediti di carbonio Numerosi sono gli attori dei mercati internazionali dei crediti di carbonio, volontari e regolamentati. Tra questi la Banca Mondiale si conferma con l istituzione che attraverso la Carbon Finance Unit ha maggiormente contribuito a sviluppare progetti di mitigazione nel mercato regolamentato del protocollo di Kyoto previsti dal Clean Development Mechanism e dal Joint Implementation. La Banca ha intrapreso numerose iniziative per la lotta ai cambiamenti climatici, tra cui l istituzione di fondi dedicati allo sviluppo di progetti di mitigazione a supporto degli impegni di riduzione di ciascun paese nei confronti del Protocollo di Kyoto. Tra questi alcuni si sono specializzati in specifiche attivitá di mitigazione come il BioCarbon Fund che investe in progetti di mitigazione agro-forestale nelle economie emergenti e in paesi in via di sviluppo o l Italian Carbon Fund, a supporto degli impegni dell Italia di riduzione delle emissioni e altri. In aggiunta la Banca Mondiale ha sviluppato altre iniziative come la Forest Carbon Partnership Initiative tese ad esplorare nuove modalità di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici nei paesi in via di sviluppo piú vulnerabili ed esposti agli impatti del clima La FCPF in particolare ha lo scopo di assistere alcuni paesi dove la deforestazione procede a ritmi sostenuti a sviluppare attivitá e misure con le comunità locali per sostenere misure di evitata deforestazione, di 18

19 I mercati del carbonio come strumenti per ridurre le emissioni: efficacia e prospettive future miglioramento degli stock di carbonio e della gestione forestale sostenibile. Al momento 37 paesi tropicali hanno aderito al piano finanziario di sostegno all iniziativa supportata da paesi sviluppati, industrie, agenzie di sviluppo per un totale di $ 447 milioni. Se la Banca Mondiale si configura come uno dei principali operatori del mercato mondiale di crediti e di progetti di mitigazione, altri soggetti hanno assunto il ruolo non solo di sviluppatore ma anche di broker di crediti acquistando e rivendendo crediti. Tra questi vi sono società come Ecosecurities, Camco International che svolgono molteplici attivitá, altre come CarboNeutralCompany che agiscono principalmente come intermediarie tra venditori e acquirenti di crediti garantendo oltre ai crediti di carbonio altri servizi correlati come la misurazione del carbon footprint o un piano di gestione del carbonio, la certificazione dei crediti e altri servizi. In alcuni casi quando l ente ha intrapreso non solo une strategia di compensazione delle emissioni ma una vera e propria strategia di lotta ai cambiamenti climatici sono sorte alleanze e fondazioni che agiscono non solo con progetti di mitigazione ma sviluppando programmi di adattamento al clima nelle regioni piú vulnerabili. E il caso per esempio della HSBC Climate Partnership dove il colosso bancario HSBC ha istituito un alleanza con The Climate Group, il WWF, l Earthwatch, lo Smithsonian Tropical Research Institute e un programma di investimenti correlato su misure volte a ridurre l impatto del clima nelle regioni più vulnerabili, sulle foreste e gli ecosistemi acquatici e sulle popolazioni a rischio. 1.5 Prospettive future dei mercati Il mercato volontario rimane un mercato piccolo ma una componente importante dei mercati globali del carbonio. Le azioni volontarie guidate da individui e organizzazioni consapevoli dell importanza di azioni sul clima rappresentano un importante messaggio della necessità di agire e la crescita rapida dei mercati volontari è un chiaro indicatore di questa tendenza. Contemporaneamente l incertezza su un futuro accordo sul clima tra i principali paesi emettitori condiziona lo sviluppo di un mercato globale dei crediti di carbonio ed in particolare dei crediti generati dai progetti CDM o CERs in una fase post Infatti allo scadere del Protocollo di Kyoto, solo l Europa che si è fissata un obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni del 20% al 2020 continuerà ad operare sui mercati. Come conseguenza il mercato ETS e dei crediti CERs vedrà come principali operatori solamente paesi ed emettitori europei. 19

20 Stefanelli S. In questo contesto di incertezza sul futuro dei mercati regolamentati, i prezzi di lungo periodo del carbonio saranno fondamentali per lo sviluppo di tecnologie innovative che supportino la trasformazione verso un economia a basso contenuto di carbonio. In questo contesto politiche e regolamentazioni che indirizzino il prezzo del carbonio insieme a meccanismi finanziari a loro supporto e all utilizzo di capitale privato e non solo pubblico per lo sviluppo di tecnologie indirizzeranno modelli di sviluppo a bassa intensità energetica e ridotto impatto di CO 2. Tuttavia nonostante le incertezze che regnano sui futuri mercati del carbonio, i mercati del carbonio rimangono uno strumento efficiente per mobilizzare il capitale privato per efficaci azioni sul clima. Riferimenti blibliograici R.Bayon, A.Hawn, K,Hamilton (2007) Voluntary Carbon Markets. An international business guide to what they are and how they work. Earthscan. A. Brohé, N.Eyre, N.Howarth (2009). Carbon Markets. An International Business Guide. Earthscan. EEA (2011). Greenhouse gas emission trends in Europe and projections in Europe Tracking progress towards Kyoto and 2020 targets. European Environment Agency. K. Hamilton et al. (2011). Back to the Future. State of the Voluntary Carbon Markets Ecosystem Marketplace, Bloomberg N. Linacre, A.Kossoy, P.Ambrosi (2011). State and trend of the carbon market World Bank Carbon Finance, Environment Department. A.J. Weaver (2011). Toward the Second Commitment Period of the Kyoto Protocol. Science vol May

21 CAPITOLO 2 Il ruolo delle attività agroforestali nella riduzione delle emissioni

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23 Il ruolo delle attività agroforestali nella riduzione delle emissioni 2.1 Opportunità dai crediti di gestione forestale e prodotti legnosi nel mercato Carbomark Anfodillo T., Pierobon F. Il mercato Carbomark offre interessanti opportunità per la commercializzazione di crediti di carbonio per mezzo della gestione forestale sostenibile. L elezione di questa attività per la generazione dei crediti è subordinata al rispetto di alcune regole fondamentali per assicurare che i crediti generati siano reali, ovvero rispettino i principi di addizionalità, permanenza, unicità, trasparenza. Il primo requisito necessario per accedere al mercato è che le particelle forestali siano produttive e correttamente gestite, per mezzo di un Piano di Assestamento o di altro strumento equivalente. La presenza del Piano infatti garantisce che ogni azione di gestione forestale intrapresa sia registrata e possa essere tenuta sotto controllo per mezzo del Piano di monitoraggio. Si considerano solo le particelle con funzione produttiva in quanto le altre particelle, con funzioni protettiva, turistico-ricreativa, ambientale, paesaggistica non sono soggette a tagli e pertanto non è per esse dimostrabile l addizionalità. Il secondo requisito di fondamentale importanza è costituito dal fatto che il serbatoio o sink di carbonio che genera i crediti non sia già stato conteggiato per il Protocollo di Kyoto, ovvero particolare attenzione deve essere posta al problema del doppio conteggio. La gestione forestale, infatti, rientra nel Protocollo di Kyoto per mezzo dell art L art. 3.3 invece riguarda il settore forestale per le attività di Land-Use, Land-Use Change and Forestry (LULUCF), ovvero Afforestazione, Riforestazione e Deforestazione, che vengono interamente conteggiate dal Protocollo di Kyoto e pertanto non sono eleggibili per la generazione di crediti nel mercato volontario. L art. 3.4 invece riguarda la gestione forestale e stabilisce delle soglie massime per ciascun 23

24 Anfodillo T., Pierobon F. Paese per l utilizzo dei sink di carbonio al fine del raggiungimento degli obiettivi di Kyoto, per l Italia ad esempio la soglia fissata è pari a 2.78 MtC all anno pari a 10.2 MtCO 2 eq all anno. Questa soglia corrisponde alla frazione di sink considerata human-induced, ovvero direttamente causata dall intervento dell uomo. Sulla base di questo principio il mercato Carbomark è fondato su una metodologia che permette di vendere nel mercato volontario una parte di crediti generati da un sink di carbonio che si dimostra addizionale rispetto alla situazione business-as-usual (BAU), che costituisce la baseline per il mercato. Questa quota di sink risulta da azioni di gestione forestale quali il risparmio dell incremento legnoso rispetto ad uno standard consolidato, regionale o locale, o per mezzo di una riduzione della ripresa oppure attraverso la riqualificazione di aree boschive a bassa densità di copertura. Al fine di garantire il principio della permanenza, la quota venduta nel mercato Carbomark deve essere mantenuta almeno per trent anni sia per la gestione forestale che per i prodotti legnosi e non può essere destinata ad altro scopo. Il credito generato è addizionale in quanto deriva da un azione volontaria del proprietario forestale che si impegna a risparmiare di più di quanto avrebbe fatto se non avesse aderito al mercato. La permanenza è la caratteristica dei crediti di carbonio di perdurare nel tempo; la foresta può infatti essere soggetta a diversi disturbi quali incendi, attacchi parassitari, schianti, ecc. che possono compromettere la stabilità nel tempo della funzione climatica svolta. Per questo motivo alla quota di crediti che può essere commercializzata deve essere sottratta di una quota definita buffer corrispondente alla frazione di biomassa che, sulla base di dati storici, si presume possa essere imputabile a disturbi di origine biotica e abiotica. Il tempo di permanenza per i crediti di carbonio scambiati nel mercato Carbomark è stato definito pari a trent anni, periodo in cui il proprietario forestale si deve impegnare a conservarli. Per garantire che non sia effettuato un doppio conteggio dei crediti di carbonio rispetto al Protocollo di Kyoto è prevista una verifica preliminare per l eleggibilità della proprietà nel mercato, che è consentita solo a quelle particelle che nella situazione business-as-usual hanno un sink di carbonio almeno pari al contributo medio attribuibile a quella proprietà conteggiato per il Protocollo di Kyoto. In questo modo vi è la sicurezza che tutto quello che viene risparmiato in più rispetto alla business-as-usual non viene conteggiato per il Protocollo di Kyoto superando così il problema del doppio conteggio. Certamente tutta la metodologia descritta è estremamente cautelativa in quanto permette di commercializzare una quantità di crediti molto limitata rispetto al totale ma un 24

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