ITINERARI e LABIRINTI

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1 I quaderni di Le parole per dirlo Gruppi di scrittura in biblioteca condotti da Piera Pedezzi Quaderno 4 ITINERARI e LABIRINTI (ottobre/novembre 2013, aprile/maggio 2014, ottobre 2014) 1

2 INDICE INTRODUZIONE PAG. 3 COME DISEGNARE PAROLE PAG. 6 PER ESPLORARE IL DESERTO, PER TORNARE A CASA PAG. 15 UNA SCALA FINO ALLA LUNA PAG. 24 HO SCESO MILIONI DI SCALE PAG. 31 UNA META PRECISA, O IN GIRO PER IL MONDO? PAG. 34 UNO ZAPPING FRA SPAZIO E TEMPO PAG. 48 LE CITTÀ SI RICONOSCONO AL PASSO PAG. 58 PER FARE SAN MARTINO PAG. 67 IL FANTASMA DI UNA CACCIA ALLA VOLPE PAG. 77 ITINERARI O LABIRINTI? PAG. 86 FAMIGLIE: PERCORSI, NODI, VICOLI CIECHI PAG. 101 FRANTUMAZIONE O COMPOSIZIONE, PAG. 123 INIZIO O TERMINE? IL VIAGGIO DEI SALMONI, LA DANZA DEI DELFINI PAG. 125 BONACCIA! PAG. 136 LA CITTÀ FANTASMA PAG

3 INTRODUZIONE «La realtà non è né il soggetto né l oggetto della vera arte, la quale crea la propria speciale realtà, una realtà senza alcun rapporto con la realtà media percepita dall occhio collettivo». ( Fuoco p al lido) Conduco dal 2012 questo laboratorio di scrittura in biblioteca. Scopo del gruppo non è creare un salotto letterario, ma promuovere benessere, incontrandosi per gioco e per passione, offrendo (e volendo offrire a se stessi) opportunità di relazioni arricchenti. I frequentatori, prevalentemente donne, hanno diverse età e differenti esperienze culturali e di vita. Ciò che li accomuna è la curiosità e la voglia di affrontare a viso aperto, col sostegno della condivisione, l oscurità e la complessità dei propri pensieri autentici e di esprimerli con le proprie parole, anche rubando (non copiando) parole e pensieri altrui - degli scrittori o dei compagni di gruppo -. Piccoli furti reciproci sono anzi legalizzati e incoraggiati: dato che i partecipanti non gareggiano o primeggiano, ne escono, alla fine, produzioni singole ma da considerarsi collettive, perché le proprie parole si intrecciano, echeggiano e si confondono con quelle degli altri. Da uno spunto iniziale (una pagina scritta, un immagine, una canzone) si colgono e si accarezzano i particolari, senza richieste precise, pressioni, aspettative. Il tema del ciclo di incontri è un pretesto per creare situazioni di (apparente) non-pensiero, per portare alla luce milioni di parole nascoste dentro di sé ma desiderose di raccontarsi e di raccontare il mondo. Se si legge un autore famoso lo si fa a mente aperta, attenti più alle emozioni e alle risonanze interne che all acquisizione di tecniche (pure ogni tanto evidenziate e suggerite), e il testo letterario - da oggetto sacrale, fisso, intoccabile, come molti di noi hanno imparato a scuola - diventa alla fine una specie di balocco a disposizione di quel gruppetto di buoni lettori, facendosi oggetto di tagliuzzamenti, ricomposizioni, spostamenti, che fanno da corrimano e rendono possibile scrivere come un divertimento. Le parole si mescolano alle immagini, alla manualità del ritaglio e della ricomposizione, liberando il pensiero e l evocatività e senza preoccuparsi di rispettare le consegne, ma solo sforzandosi di visualizzare proprie parole, immagini, narrazione. L esercizio autobiografico introduce o accompagna forme espressive meno dirette, e aiuta a far emergere ciò che si credeva perso e magari non più ritrovabile: così si esprimono meglio parole, frammenti, immagini evocative, e si condividono, si ascoltano quelle altrui, si scambiano. All interno del gruppo viene dedicato uno spazio rispettabile alla parola detta, al confronto, all ascolto degli altri : il gruppo invita alla condivisione e sostiene l espressione di sé, anche caotica, anche fuori tema. 3

4 Devo molto del lavoro svolto agli spunti preziosi di leggerezza (che non è superficialità) e di gioco suggeriti da Vladimir Nabokov con le sue Lezioni di letteratura, in cui il grande scrittore russo- americano insegna che la visualizzazione di un testo (schede dei personaggi, messe a confronto, cronologie, mappe, rappresentazione visiva di concetti astratti) non è trascrizione in un linguaggio minore, ma ri-scrittura, approfondimento di quanto l autore ha detto esplicitamente, ricerca di un nuovo e più personale modulo espressivo, aggiunta di significati. «La letteratura è n ata i l gior no i n cui un ragazzo arrivò gridan do a l lupo al lup o, e non c eran o l upi dietro di lui. Tra il lup o del gran de prato e il lu po della grande f rottola c è un magico i ntermedi ar io: questo intermediario, qu esto prisma, è l a rte dell a letteratura.» ( ( Lezioni di letteratura ) Ma la stessa produzione letteraria di Nabokov è altrettanto libera: indifferente (anche se non immemore) alle scuole letterarie, crea nei suoi libri divertimento, gioco di parole e gioco enigmistico. Per citare alcune opere conosciute : Fuoco pallido è già nel titolo un ossimoro e nella narrazione una mescolanza misteriosa di tempi, vicende, personaggio; Ada o dell ardore è già nel titolo un palindromo; Lolita gioca nel titolo - e più volte nel corso della narrazione - sul nome della protagonista con allitterazioni, crea situazioni speculari ed equivoci, rovescia la dimensione temporale del racconto con flash back ed anticipazioni. È un divertimento, un gridare, come egli stesso dice, letteratura. al lupo, al lupo! per creare quella realtà nuova, sempre diversa dalla realtà percepita, che si chiama Questa miniera di potenti suggestioni e suggerimenti mi ha incoraggiato, particolarmente in questi due ultimi cicli di incontri, a lasciare ed a creare uno spazio notevole per linguaggi apparentemente non letterari. Molti dei prodotti scritti sono da considerare finiti già allo stato grezzo, evidenziando la dignità del linguaggio non compiuto che precede o accompagna qualunque forma espressiva, o che semplicemente si ferma lì, con la necessità di un impegno sotterraneo nel percorso che conduce ad una lettura o ad una scrittura consapevoli. Appunti, schizzi, disegni elementari da una parte rendono più facile entrare in un testo; dall altra precedono, sostengono e spesso organizzano il pensiero, aiutandolo anche a prendere forma nella parola, di cui vengono sperimentati personalmente tutti i rischi e le difficoltà ma anche il piacere e la condivisione. La stessa valenza non irrilevante ha assunto il lavoro di suddivisione di un testo letterario in capitoletti, con la ricerca e l apposizione per ciascuno di titoli che ne cogliessero l essenziale o che ne individuassero il tema : questa operazione aiuta a penetrare meglio nel testo in prosa o in poesia -, a scomporlo ««Sono de l tutto indi fferen t e nei conf ronti delle c or renti letterarie. Mi piace un c erto numero di libri, com presi al cuni dei miei, e questo è il mi o unico r apport o c on l a letteratura. Tecnica mente n on mi sent o debitore di nessuno. In un certo senso io ho ere ditato me stesso» facendolo proprio, ad imitarlo usando come scaletta l analisi compiuta. ( Intervista del 1969) Così abbiamo proceduto, all inverso, su scritti prodotti nel gruppo: chi scrive si chiede in tal modo qual è la cosa che voglio far capire? come la sento dentro di me? che messaggio voglio trasmettere? - e il titolo è un biglietto da visita, 4

5 un preannuncio di messaggio, genera domande e aspettative, è accattivante per invogliare un potenziale lettore a leggere il proprio testo. A volte la produzione scritta è uscita in forma molto ridotta rispetto al tempo e all impegno dedicati alla lettura del testo di partenza. Credo che la brevità di un testo non sia in alcun caso sminuente, se esce da un intima connessione col processo di riflessione, con la condivisione di parole e pensieri, con l andare dentro di sé nel desiderio e nella fantasia. Lettura e scrittura collimano e coincidono quando, entrando in contatto con la verità, si fanno portatrici di vissuti, di esperienza reale, di significante. Spesse volte il lavoro si è concluso con una rappresentazione grafica che proseguiva o integrava il percorso narrativo, utilizzando prevalentemente simboli, disegni, ritagli e collage. Anche se questo può sembrare distraente dalla riflessione, in realtà la forma grafica aiuta la narrazione, accompagna riferimenti e rimandi personali, costringe a valorizzare singole parole quindi valorizza anche le proprie. La visualizzazione di un testo letterario è traslitterazione più che traduzione, quindi non ha pretese sostitutive ma è utile ad una più intensa comprensione e ad un ulteriore approfondimento personale. Anche i numerosi accostamenti fra opere che si esprimono con differenti linguaggi (parole, visualità, musica) hanno il senso di individuare non tanto contenuti simili (appartenenti ad un pensiero logico e classificatorio) ma piuttosto contiguità e percorsi interiori, e di favorire la composizione di campi associativo - semantici che stimolino ricerche personali ed emozioni appartenenti all individualità di ciascuno. Così per il confronto fra due testi riferibili allo stesso contenuto (in questo caso due itinerari, o due viaggi) ma con enormi differenze nello stile, nel messaggio, negli esiti espressivi: l accostamento non è di tipo contenutistico, ma vuole suscitare e fare da corrimano a risonanze, fare emergere parole e pensieri sepolti o appena in embrione, suggerire cadenze narrative o immagini per raccontare, oltre le parole. La frequenza agli incontri, la collaborazione attiva, la restituzione sono da considerarsi soddisfacenti. Pur nell ambito di un fisiologico turn over, si va consolidando nel tempo un nucleo storico che imprime al gruppo identità e consente continuità metodologica nella conduzione. Ravenna, 16 agosto 2014 Piera Pedezzi Legenda della simbologia di riferimento Testi d autore Testi prodotti dai partecipanti al gruppo Commenti della conduttrice Schede informative 5

6 Come disegnare parole Rubo un idea da LAURENCE STERNE, La vita e le opinioni di Tristan Shandy Gentiluomo: affidare ad una linea anziché alla parola scritta la narrazione delle vicende di un personaggio. - Un tratto rettilineo rappresenta il tentativo di condurre a termine un impegno nel più breve tempo possibile. - A, B, D rappresentano distrazioni e deviazioni, non sempre corrispondenti alla volontà dei protagonisti (un viaggio lontano da casa, una passeggiata con un amica) - Le piccole alterazioni (c) Semplificando la consegna, ciascuno potrà, dividendo in tacche successive la linea di un viaggio o di una fase della propria vita, indicarne via via gli eventi evolutivi (sopra la linea ) o gli ostacoli (sotto la linea). F.B. rappresenta l evolversi della propria espressività R.V. identifica l itinerario con il suo personale e misterioso giardino fiorito : 6

7 L.V. suddivide con cadenza regolare le tappe di una serie di vicende piuttosto complicate e drammatiche: A C.Z. stanno a cuore alcuni incontri : 7

8 È molto succinta e piuttosto misteriosa la scelta di N.M. L esercizio autobiografico introduce alla lettura grafica di un testo descrittivo, in cui il percorso di elementi naturali (un incendio e il vento) si prestano ad una lettura analitica di tipo inventariale e favoriscono la rappresentazione grafica. In pochi minuti alle falde della montagna si formò una striscia di fuoco scoppiettante. Come l'incendio divenne più violento cominciarono a sentirsi delle esplosioni, mentre l'aria calda salendo verso l'alto faceva ondeggiare la montagna. Dal fuoco cominciarono a svilupparsi colonne di fumo percorse da scintille, che dopo aver raggiunto un'altezza di oltre trenta metri si disperdevano al vento. Le fiamme crescevano rombando, facendo tremare il suolo e frusciare la paglia dei tetti delle capanne. Poi risuonò uno schianto terribile seguito da un fischio: le fiamme avevano sollevato un grande albero che era volato in aria circondato da miriadi di scintille, e dopo una capriola era ricaduto a terra schizzando tutt'intorno migliaia di fiaccole: le più piccole volarono in alto per un centinaio di metri, per poi ridiscendere fluttuando morbidamente. Avvicinandosi alla cima il fuoco illuminò a giorno il crinale della montagna, lungo circa quattro chilometri. Era uno spettacolo terribile. (ACHENG, Il re degli alberi, Theoria) Si nota l assenza di esseri umani, di animali, di colore. Un testo è qualcosa su cui si può intervenire per modificarlo, integrarlo, interpretarlo, tagliando o aggiungendo. In questo caso si lavora innanzitutto con l integrazione di elementi visivi. L analisi inizia con la collocazione, in uno schema predisposto, dei dati riferibili all udito (già elencati, da associare ai simboli che li rappresentano) e alla vista (da illustrare con propri simboli). Il tutto andrà rappresentato graficamente sulla linea del vento, rispettandone la successione, la durate e l intensità. 8

9 RUMORI DATI VISIVI ( ) crepitio in crescendo delle fiamme ( ) esplosioni ( ) fruscio ( ) schianto dell'albero che crolla ( ) fischio Il lavoro si conclude con la rappresentazione grafica che prosegua il percorso narrativo utilizzando simboli riferiti unicamente al paesaggio. CZ. F.B. 9

10 V.B. Ricordo che il pomeriggio in cui fu proposta questa attività, utilizzai tutto il tempo a disposizione per eseguire il lavoro, senza mai alzare la testa. Solo alla fine sbirciai alcune produzioni altrui e mi resi conto che ero forse l unica ad aver usato esclusivamente la penna nera. Rileggendo di seguito il testo di Acheng, mi sembrò effettivamente che non fosse presente in alcun modo il colore, per lo meno in modo esplicito. La cosa mi fece comunque riflettere. A pensarci oggi, credo di aver immaginato tutta la sequenza delle scene come se fosse stato un vecchio film in bianco e nero. Che sia pittura, musica, scrittura, lettura, o semplicemente vita, i colori li mettiamo noi. R.V. 10

11 C.C. Questi prodotti finiti al loro stato grezzo evidenziano la dignità del linguaggio apparentemente non compiuto che precede o accompagna qualunque forma espressiva, o che semplicemente si ferma lì. Appunti, schizzi, disegni elementari da una parte aiutano ad entrare in un testo; dall altra precedono, sostengono e spesso organizzano il pensiero, aiutandolo anche a prendere forma nella parola. 11

12 L.V. 12

13 C.Z. M.G. 13

14 N.M. aggiunge dettagli relativi all olfatto : aria irrespirabile per il fumo; l aria umida della notte diventa via via sempre più calda; odore di foglie incenerite, poi di legno bruciato al cielo: il nero del cielo diventa via via sempre più rosso- giallo 14

15 Per esplorare il deserto, per tornare a casa Viaggi lontani, alla ricerca di una visione diversa dal quotidiano; ritorni a casa, riconoscendo con il batticuore strade, oggetti, luoghi conosciuti, per ritrovare le origini. Il primo brano è tratto da Le vie dei canti di Chatwin: un viaggio intrapreso dall autore (come egli stesso racconta) per ampliare la propria visione del mondo. Per gran parte della mattina la macchina avanzò lentamente verso nord su un terreno accidentato. Il sole era accecante e la vegetazione bruciata e deprimente. In lontananza la terra si abbassava e poi si sollevava verso una catena di pallide dune. La valle nel mezzo era ricoperta di una fitta distesa di mulga; in quella stagione gli arbusti avevano i rami nudi, grigio-argentei come una coltre di nebbiolina bassa. Nessun movimento tranne il tremolio delle onde di calore. Sul mare, al largo, una fila di nuvole temporalesche sembrava una processione di iceberg aerei. Sulla spiaggia si infrangevano lattiginosi cavalloni azzurri e stormi di rondini di mare volavano bassi sulla baia, lacerando il fragore delle onde con le loro strida metalliche. Non c'era un alito di vento. La Land Cruiser procedeva a scossoni su due solchi di polvere, con gli arbusti che raschiavano il telaio. Attraversammo un canalone sabbioso e dovemmo innestare le quattro ruote motrici. La regione che si stendeva davanti a noi era una pianura aperta. In quest'ora aranciata della sera gli eucalipti proiettavano sull'erba scure strisce d'ombra. Alan fece cenno a Arkady di fermarsi, puntò il fucile fuori dal finestrino e sparò in un cespuglio. Una femmina di canguro e il suo piccolo uscirono allo scoperto e si allontanarono con grandi balzi scomposti; le loro cosce bianche spiccavano contro il grigio degli arbusti. (da B. CHATWIN, Le vie dei canti, Adelphi) Consegne: Sottolinea parole ed espressioni riferite alle caratteristiche del terreno su cui si muove la jeep: con queste indicazioni disegna via via il "profilo" del percorso, collocandovi i particolari dei paesaggi come il testo te li fa vedere. Sistema nella parte alta o nella parte bassa della tua linea i disegni o le parole di ciò che via via i viaggiatori incontrano (elementi del paesaggio, animali, suoni e rumori). Evidenzia con due colori diversi, nella tua mappa, ciò che è fermo e ciò che è in movimento. Descrivi, con la stessa tecnica dell autore, un viaggio lungo un percorso, dopo averne delineato una mappa simile a quella che hai tracciato per il percorso australiano. 15

16 Il testo di Anaya riporta a paesaggi noti fin nei dettagli, arricchiti da notazioni quotidiane, ricche di rimandi ad un infanzia vissuta lì. Il camioncino partì sobbalzando sul sentiero delle capre, attraversò il ponte e svoltò verso sud in direzione di El Puerto. Osservavo con attenzione tutto quello che ci lasciavamo dietro. Oltrepassammo la casa di Rosie e vicino alla corda per i panni, proprio sull'orlo del dirupo, c'era una ragazza che stendeva vestiti dai colori vivaci. Fece presto a sparire nella scia di polvere sollevata dal camioncino. Oltrepassammo la chiesa e ci segnammo la fronte, poi passammo il ponte di El Rito e lontano, risalendo il fiume, vidi le verdi acque della diga. L'aria era fresca e il sole splendeva. La strada seguiva la sponda del fiume. Di quando in quando attraversava i dirupi formati dalle mesas che si alzavano dalla valle del fiume, e allora il fiume era lontano, in basso. C'era tanto da vedere in un viaggio come quello, eppure era finito quasi prima ancora di cominciare. Sentivo mia madre gridare di gioia nella cabina del camioncino. «Eccolo! Ecco El Puerto de los Lunas!». La strada scese nel fondo della valle e rivelò le case del tranquillo villaggio. «Eccola! Ecco la chiesa dove mi hanno battezzata!». La strada sterrata passava davanti alla chiesa, poi davanti al bar di Tenorio e poi attraverso il gruppetto di case di fango dai tetti di lamiera. Ogni casa aveva un piccolo giardino fiorito sul davanti e un recinto per gli animali sul retro. Qualche cane rincorse il camioncino e di fronte a una casa c'erano due bambine che giocavano, ma per lo più il villaggio era silenzioso; gli uomini erano a lavorare nei campi. Alla fine della strada sterrata c'era la casa di mio nonno. Passata quella, la strada si tuffava verso il ponte che attraversava il fiume. La casa di mio nonno era la più grande del villaggio, e lo era a buon diritto, perché dopo tutto il villaggio l'avevano costruito per lo più i Luna. La prima fermata la facemmo a casa sua. Era -impensabile fermarsi da qualche altra parte prima di far visita a lui. Più tardi saremmo andati a sistemarci da mio zio Lucas perché stavolta toccava alla sua famiglia ospitare quella di mia madre e se non fosse stato così il suo onore ne avrebbe risentito; intanto però dovevamo salutare il nonno. (RUDOLFO ANAYA, La magia di Ultima, Giunti) Stessa consegna, con la raccomandazione di arricchire i dettagli accennati nel testo di partenza: ciascuno sceglie il testo più congeniale alla propria sensibilità e alle proprie visualizzazioni. La visualizzazione di un testo non è trascrizione in un linguaggio minore, ma ri-scrittura, approfondimento di quanto l autore ha detto esplicitamente, ricerca di un nuovo e più personale modulo espressivo, aggiunta di significati. Rimando in proposito alle Lezioni di letteratura di Vladimir Nabokov (schede dei personaggi, cronologie, messe a confronto, mappe, rappresentazione visiva di concetti astratti). 16

17 ELABORAZIONI DEL TESTO DI CHATWIN A.M. 17

18 C.Z. Prima elaborazione C.Z. Seconda elaborazione Troppo lineare: i percorsi non lo sono mai... quindi, curiosando nei lavori altrui, ti fai prendere e cerchi di renderli tuoi. Tuttavia i risultati non sono sempre accettabili, perché i percorsi del concepimento sono troppo lontani. 18

19 C.C. 19

20 C.C. aggiunge a sua volta un proprio testo, forse in parte suggestionato dall itinerario di Chatwin. ALLA FOCE DEL BEVANO La chiatta scivolava liscia sul canale a fianco della pineta. Il cielo aveva indossato l uniforme color ferro, con una macchia scura in più, a forma di Africa, proprio sopra il fiume. Sulle sponde, tra il verde, spiccavano alti e soffici i settembrini viola. Il silenzio era così assoluto e pregnante che si poteva udire il richiamo del chiurlo. Poco lontano, a distanza di sicurezza dalla chiatta, un giovane cigno nuotava guardingo. Mano a mano che il barcone gli si avvicinava diventava sempre più nervoso, indeciso. Poi, come un Gesù, camminò per svariati metri sull acqua, sostenuto dalle potenti ali, finchè spiccò il volo, allontanandosi. La chiatta continuava a fendere l acqua, bucata dal salto di un cefalo. Cerchi concentrici si spandevano intorno. Il cielo si era ancor più scurito e l Africa si era ristretta, concentrata e minacciosa. Un brontolio e la pioggia precipitò giù con forza. Noi chiudemmo i binocoli e aprimmo gli ombrelli: la chiatta fu ammantata dal giallo, dal nero, dal verde, dal blu, dal rosso. Uno stormo di uccelli spaventati dal maltempo volava disorientato, alla ricerca di un riposo. Uno solo rimase indietro, forse distratto da un insolito pesce variopinto sulle acque del fiume. (C. C.) ELABORAZIONI DAL TESTO DI ANAYA 20

21 F.B. 21

22 N.M. Sulla linea di riferimento ho riportato i tre ambienti descritti da Chatwin, separandoli con tre linee verticali rosse. Valli, mare, pianura. A sua volta, ogni ambiente è stato suddiviso in parti che illustrano un luogo, in corrispondenza di ogni sequenza del viaggio in auto nel continente australiano. 22

23 Il camioncino partì sobbalzando sul sentiero delle capre, attraversò il ponte e svoltò verso sud in direzione di El Puerto. Osservavo con attenzione tutto quello che ci lasciavamo dietro. Oltrepassammo la casa di Rosie e vicino alla corda dei panni, proprio sull orlo del dirupo, c era una ragazza che stendeva vestiti dai colori vivaci. Fece presto a sparire nella scia di polvere sollevata dal camioncino. Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai sobbalzando verso sud. Polvere colorata attorno a noi che scivola su panni stesi, tagliata da gambe giovani che corrono verso il grande salto. M.G. Un osservazione sul lavoro di C. Z., a pag. 18: la redazione di due interpretazioni del testo (la seconda dopo aver osservato le illustrazioni di altri), conferma la legittimità e la creatività sottostante qualsiasi furto letterario ed artistico. Il che non equivale a copiare, ma consiste piuttosto nell avvertire in sé stimoli ad una nuova ed originale produzione. Lo stesso procedimento è stato adottato da V.B., nel lavoro riportato a pag

24 Una scala fino alla luna Da un rapido confronto fra i due testi emerge la caratteristica prevalentemente narrativa nel primo, e nel secondo la maggiore evocatività, suscitata attraverso la figura retorica detta enumerazione. ENUMERAZIONE dal latino enumero = esporre Consiste nella accumulazione di una serie di elementi che si riferiscono alla stessa idea che si vuole esprimere o che si è espressa. E' solitamente usata come «ricapitolazione» degli argomenti che si sono trattati o che si intende trattare. Esempio: «Radici, tronco, foglie, frutti sono gli elementi della pianta, come abbiamo visto» 24

25 Esempi di enumerazione visiva: le parti di un macchinario, i tagli di un bovino, gli elementi di un viso Parallelamente, viene proposto un dipinto di un artista contemporaneo (e buon conoscente) di Federico Garcia Lorca: Juan Miro. Il quadro fa parte di un percorso denominato Costellazioni, è intitolato La scala dell evasione ed è stato prodotto più o meno negli stessi anni. Juan Miro, Costellazioni, La scala dell'evasione, New York Gli accostamenti fra opere che si esprimono con differenti linguaggi hanno il senso di individuare non tanto contenuti simili (appartenenti ad un pensiero logico - classificatorio), ma piuttosto contiguità e percorsi interiori, individuando campi associativo - semantici che stimolino ricerche personali ed emozioni appartenenti all individualità di ciascuno. L accostamento stimola l analisi dei termini e la costruzione di campi associativi che li espandono e ne cercano le radici. 25

26 V.B. FINOCCHIO ortaggio dolce profumato radici evanescenza SERPENTE libero rettile sinuoso GIUNCO resistente leggero flessibile AROMA impalpabile delicato indefinibile PENOMBRA effimera incerta nebulosa ORMA indefinita leggera strana ARIA pulita respiro volo gravità TERRA solida piedi radici SOLITUDINE percorso serenità centro A.M. N.M. 26

27 C.C. R.V. 27

28 n.m Per passare alla produzione personale propongo un esercizio di stile che, all inverso, parte dalla costruzione di una tabella di associazioni lessicali per arrivare al testo compiuto. profumo radici cuscino soffice tessuto tranquillità libro pagine parole pensieri giardino aria terra alberi colore verde foglie pioggia brillante collina curve morbide luminose montagna bosco radici ombra profumo memoria piacere infanzia allegria fiore petali sole colore farfalla ali libertà volo Relax schematico Cuscino, libro, giardino. Verde, collina, montagna. Profumo, fiore, farfalla. (La scala arriva al cielo.) N.M. 28

29 A.M. C.C. 29

30 R.V. F.B. NAUFRAGIO Buio azzurro, silenzio. Respiro, assenza, evanescenza. Rumore, sguardi chiusi. (guardi e non vedi) M.G. 30

31 Ho sceso milioni di scale Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue. (E. MONTALE) Montale racconta un percorso di vita arricchendone l intensità espressivo- emotiva attraverso la figura retorica dell iperbole. Iperbole (dal greco = lanciare al di sopra) Consiste nella amplificazione del pensiero o della idea che si sta esprimendo, con parole esagerate che tendono ad ingrandire un concetto. Esempi: «Sono secoli che non ti vedo»; «E' forte come un toro»; «Era più grande di una casa». Questa esagerazione serve a creare sorpresa proprio in base alla incredibilità della affermazione, enfatizzando un concetto per esprimerlo con maggior efficacia Esempi di iperbole visiva - 31

32 Altri esempi di iperbole letteraria: Montagne! Perforate l'azzurro del cielo con le vostre cime intatte! E il cielo potrebbe cadere senza il vostro possente sostegno. (Mao Tze Tung) Verso Ponente c'è una casa altissima, il suo tetto è al livello delle nuvole (Poeta della dinastia Han 206/220 d.c.) Vedi queste mani? Han misurato la terra, han separato i minerali e i cereali, han fatto la pace e la guerra, hanno abbattuto le distanze di tutti i mari, di tutti i fiumi... (P.NERUDA) La figura retorica opposta è la litote: Esempi di litote visiva Litote (dal greco = semplicità) Invece di esprimere un giudizio o un'idea, si nega il suo esatto contrario, attenuando, con senso lievemente ironico, delle parole troppo brusche. Esempio: «Non è certamente un'aquila» per dire «E' un po tonto» Produzione: evocare una persona, un animale, un oggetto, una situazione e, imitando Montale, elaborare un testo contenente le figure retoriche esaminate. M.G. Oggi le tue mani raccolgono tutta l acqua del mondo ed io affogo in quest ultimo abbraccio. Non sei tu quella che saluta. 32

33 R.V. (N.M.) CARLINO V.V. SCUDO Penso a te carissima fra le più care, amica, scudo della mia non solida adolescenza. La tua assenza: io come un filo d erba nel più terribile degli uragani. Mi aspettavi per ore vicino al cancello, sapendo che al mio ritorno avresti corso all infinito fino a riversarti sull erba del campo col cuore scoppiato per lo sforzo. Mi aspettavi per ore sdraiato lungo il cancello Nell attesa che allungassi nelle tue non innocue fauci il resto del mio pasto al sacco. Ora che non ci sei più, dopo milioni di giorni insieme memorabili e ordinari, di corse e di discorsi a senso unico, mi aspetti tu, per ricominciare a stare insieme. Ho avuto, nella mia vita, migliaia di gatti. Tu sei l ultimo, il più bello, il più rosso, il più bianco, con occhi d oro liquido. Non ti volevo, per la paura di perderti, un giorno e di soffrire. Ma la sofferenza che patirò sarà cosa da nulla tanto è grande il piacere di vivere con te. Non abbiamo bisogno di parole, noi. Le lasciamo agli umani che non sanno sentire. C.C. Stefania Te ne sei andata Scordandoti una finestra aperta E la tramontana Ci ha sparpagliate. Te ne sei andata e non sappiamo ritrovarci, noi, tetre figure ritagli di carta gettati nel burrone che ci separa. Tu eri la colla fra noi! Stefania Vedendomi penserai Che non così buone amiche Siamo state fra noi. 33

34 Una meta precisa, o in giro per il mondo? Anche in questo incontro due itinerari, due viaggi: il primo con una meta precisa, un percorso ben delineato (addirittura annotato con precisione su un foglietto contenente tappe intermedie, tempi, mezzi di trasporto), un attenzione meticolosa al variare del paesaggio ed al progressivo crescere dell emozione; il secondo attento alle vicende del protagonista caoticamente roteante intorno al mondo, in un gioco di scatole cinesi che finiscono per non toccarsi fra loro. Stephen aveva con sé una serie di indicazioni sul viaggio, scarabocchiate su un pezzo di carta. Non desiderando riflettere con troppa attenzione sulle ragioni che lo spingevano a intraprenderlo, si concentrò invece sul viaggio stesso, il cui tragitto si rivelò gradevole nel suo progressivo costante procedere dal chiasso del centro di Londra a un cottage in mezzo a una pineta, a meno di trenta miglia di distanza. La gente che incontrava diminuiva ad ogni tappa del percorso. Raggiunse Victoria Station a bordo di una metropolitana affollatissima. Di qui il treno sferragliò uscendo nell' ampio cielo biancastro che sovrastava il fiume. Stephen procedette al controllo di ogni vagone alla ricerca del posto più appartato. Una minoranza di guastafeste considerano i viaggi, anche quelli brevi, come occasioni di incontri piacevoli. Ci sono persone pronte ad infliggere le proprie confidenze a perfetti estranei. Viaggiatori di questo genere devono essere evitati se si appartiene alla maggioranza che considera il viaggio un' occasione di silenzio, di riflessione, di sogni a occhi aperti. Non occorre granchè: una visuale non impedita del paesaggio che cambia per quanto monotono e la libertà dal fiato, dal calore dei corpi, dai panini e dalle gambe di altri passeggeri. Trovò uno scompartimento di prima classe vuoto e ne chiuse bene la porta. Il treno viaggiava dal passato verso il presente. Fiancheggiava i giardini posteriori di isolati vittoriani i cui annessi retrostanti offrivano lampi di immagini attraverso le porte aperte delle cucine, superava abitazioni bifamiliari in stile edoardiano o anteguerra in direzione sud prima e poi est, con tratti di campagna affatto incolta tra l'una e l'altra. Il convoglio rallentò in prossimità di un groviglio di incroci, prima di arrestarsi del tutto con un fremito. Nell'improvviso silenzio carico di attesa emanato dalle rotaie, Stephen si rese conto di quanto fosse impaziente di arrivare a destinazione. Si erano fermati nei pressi di una nuova zona residenziale di rozze e minuscole villette bifamiliari, di quelle che acquista chi per la prima volta si fa una casa di proprietà. I giardini antistanti avevano ancora la terra smossa; fuori, sul retro, fluttuanti pannolini bianchi appesi a geometrici pali di metallo proclamavano il cedimento a una vita recente. Mano nella mano, due bimbetti venivano avanti malfermi sotto i panni stesi e salutavano il treno agitando le braccia. Si mise a piovere appena prima della sua fermata. La stazione, poco più di una sosta per pendolari, si trovava al fondo di un lungo tunnel di ortiche. Incurante della pioggia, Stephen si attardò sul cavalcavia pedonale per osservare il tetto a bulloni neri del treno che si allontanava verso un vago proscenio di segnali ferroviari, per poi sparire di scorcio alla vista, dietro una curva lenta. 34

Claudio Bencivenga IL PINGUINO

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