IL TEATRO DI MINEVER MORIN TEATRO PER BAMBINI
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- Virginia Forte
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1 IL TEATRO DI MINEVER MORIN TEATRO PER BAMBINI
2 Questo testo è tutelato dalla S.A.C.D. di Parigi Per rappresentazioni obbligo di dichiarazione S.I.A.E. IL LIBRO MAGICO di Minever Morin Fiaba scritta per il Gran Gala del Ventennale dell Istituto per la Formazione Coreutica di Bergamo - Agosto 2006 (Prima rappresentazione) e dedicata a alla Direttrice Roberta Andreini Tosi Dal 2008 nel repertorio de Il Teatrino dell Es (Versione teatro di figura) Dal 2008 nel repertorio della Compagnia Le Nouveau Regard nella versione francese Le Livre Magique 2 Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge
3 Era così bella l isola dove la piccola Alina viveva con i genitori e gli amici, tra una miriade di fiori e di uccelli multicolori. Tra tutti i preferiti di Alina erano i piccoli colibrì che volavano instancabili tutto il giorno e vivevano succhiando il nettare dei fiori. Ma un giorno il vulcano al centro dell isola si risvegliò ed esplose in una gigantesca eruzione. Fumo e fiamme, cenere, lava e lapilli circondarono e coprirono ogni cosa e arrivarono fino al villaggio di Alina. Gli abitanti fuggirono, cercando rifugio nella foresta o verso il mare. Anche Alina fuggì, ma soffocata dal fumo cadde svenuta sulla spiaggia. Gli uccelli erano stati i primi a fuggire dall isola, dato che potevano volare, ma i piccoli colibrì che videro Alina svenuta sulla spiaggia tornarono indietro e provarono a risvegliarla soffiando via il fumo con il battito velocissimo delle loro alette. Fu tutto inutile: Alina non si risvegliava e sarebbe presto rimasta soffocata dal fumo e bruciata dalle fiamme. Allora volarono rapidissimi come solo i colibrì sanno fare e raggiunsero i fenicotteri già in volo sopra l isola. Li convinsero a tornare indietro per salvare Alina. I fenicotteri intrecciarono coi loro becchi delle liane fino a formare una rete sulla quale adagiarono Alina ancora svenuta. Volarono via così, tenendo i lembi della rete nel becco e trasportarono Alina fino ad una terra sconosciuta. Quando la bambina si risvegliò ebbe paura di ritrovarsi sola e si mise a piangere. <<Voglio tornare a casa!>> singhiozzava disperata. Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge 3
4 Questo testo è tutelato dalla S.A.C.D. di Parigi Per rappresentazioni obbligo di dichiarazione S.I.A.E. Dal bosco uscì un vecchio gufo che le si avvicinò e la consolò. <<Non piangere>> disse <<Ora ti sembra che tutto il tuo mondo sia perduto per sempre, ma non puoi averne la certezza fino a quando non andrai a verificare di persona. Non devi lasciare che lo sconforto si impossessi di te senza prima tentare tutto quello che è nelle tue possibilità. Vuoi ritornare a casa, non è vero? Bene: tu sei una bambina dall animo gentile e voglio farti un regalo. Ti donerò un oggetto magico che saprà riportarti a casa e durante il viaggio saprà toglierti dai guai quando ci capiterai in mezzo, indicarti la strada quando ti smarrirai, tenerti compagnia quando ti sentirai sola E tanto, tanto altro che scoprirai strada facendo. Insomma, l oggetto più magico del mondo!>>. Alina smise di piangere, più incuriosita che consolata. Il vecchio gufo allargò le ali e fece grandi cenni di richiamo. Dal bosco uscirono due pappagalli dalle piume multicolori che recavano un misterioso oggetto, ad Alina del tutto sconosciuto. Era un piccolo parallelepipedo fatto di una materia molto leggera, di colore bianco con strani disegni neri. Aveva un aspetto molto fragile e Alina dubitò delle parole del gufo. <<Come può una cosa così delicata proteggermi, come ha detto il gufo? pensò E così fragile che si muove al minimo soffio di vento! Ma dato che era una bambina riflessiva, abituata ad ascoltare, osservare e sperimentare prima di farsi un idea, aspettò in silenzio che il gufo le spiegasse la natura e l uso di quell oggetto così strano. 4 Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge
5 <<Quest oggetto magico si chiama libro >> fece il gufo, invitando Alina a prenderlo e ad aprirlo senza timore. Nella sua isola Alina non aveva mai visto niente di simile, ma si fece coraggio e lo aprì. Dal libro uscì improvvisamente uno sciame di strani insetti. <<Sono api!>> gridò Alina spaventata <<Ora mi pungeranno!>>. Lo sciame iniziò a svolazzare per ogni dove. Erano insetti dispettosi: si rincorrevano, si urtavano, disordinati e molesti. <<Come potranno mai aiutarmi a trovare la strada?>> domandò Alina al gufo <<Sono così confusi che sembra non sappiano nemmeno loro dove si trovano!>>. <<Questo è proprio quello che può apparire agli occhi poco esperti>> ridacchiò il gufo <<Ma solo perché ancora non conosci il segreto per affrontare questa magia. Tutte le cose sembrano confuse, inutili o inarrivabili prima di comprenderle. E per comprenderle c è solo un modo: applicarsi con buona volontà e carpire il loro segreto>>. Così dicendo iniziò a svolazzare tra quegli strani insetti e a toccarli con la punta delle sue ali. Come per magia ad ogni tocco gli insetti si fermavano, diventavano docili ed andavano a disporsi tranquillamente ai piedi di Alina. Ora che erano fermi Alina poté notare che non si trattava di api, ma di strani disegni. <<Sono lettere>> disse il Gufo tornando a posarsi vicino ad Alina. <<Lettere?>> domandò Alina stupita. Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge 5
6 Questo testo è tutelato dalla S.A.C.D. di Parigi Per rappresentazioni obbligo di dichiarazione S.I.A.E. <<Sì>> continuò il gufo <<A te che non possiedi ancora il dono magico della lettura queste lettere appaiono come buffi disegni, o come insetti confusi e fastidiosi. Ma ora stai a vedere >> e soffiò su Alina una polverina multicolore. Subito ad Alina sembrò di iniziare a vedere il mondo in maniera diversa da come aveva fatto fino ad allora. Guidata dal gufo iniziò a girare tra le letterine ormai diventate tranquille e prendendole per mano le compose in un bel girotondo. Le letterine seguivano la bambina e il gufo come docili cagnolini e alla fine del girotondo composero la parola PAZIENZA. <<Ecco>> disse il Gufo <<Questa è la prima delle parole magiche che incontrerai durante il tuo viaggio di ritorno a casa. Ora che sei una piccola maga, perché possiedi il segreto della lettura, devi fare buon uso di questo straordinario potere. Ogni volta che sarai in difficoltà apri il libro magico e segui il prodigio che ne uscirà>>. Così dicendo sparì di nuovo nel bosco, col suo svolazzare un po buffo. Alina restò sola, ma ebbe appena il tempo di guardarsi intorno per decidere il da farsi che dal bosco uscì una tribù di cacciatori. Questi gettarono su Alina una rete e la portarono al loro villaggio, prigioniera dentro una grande gabbia. La tribù si chiamava Oh-no-no-no, perché i suoi componenti avevano così tanta paura di tutte le cose nuove, che ogni volta che capitava loro di imbattervisi tappavano le orecchie con le mani, chiudevano gli occhi e scuotevano il capo ripetendo in coro no-no-no-no, così come fanno i bambini ostinati. 6 Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge
7 Arrivati al villaggio, Alina da dentro la gabbia mostrò il suo libro agli uomini, alle donne e ai bambini radunati attorno a lei, convinta di suscitare la loro curiosità e di farseli amici, ma questi per tutta risposta corsero a prendere delle lunghe torce accese, intenzionati a bruciare quell oggetto misterioso e quindi per loro anche terribilmente spaventoso! Lanciarono le torce verso la gabbia di Alina e quindi scapparono via. Le fiamme iniziarono la loro danza forsennata nella radura del villaggio e presero ad avvicinarsi minacciosamente alla gabbia dove Alina era ancora rinchiusa. Solo un bambino era rimasto nella radura senza scappare via assieme altri e osservava incuriosito sia Alina che lo strano oggetto che lei stringeva tra le mani. Alina aprì il libro dal quale uscì il solito sciame di letterine che, ormai magicamente disciplinate, si misero in fila a formare la parola CORAGGIO e si strinsero in un girotondo attorno al bambino della tribù. Grazie all incantesimo il bambino capì il significato di quel girotondo e si lanciò oltre la barriera di fiamme che lo separava dalla gabbia di Alina, la aprì e liberò la bambina. La prese quindi per mano e fuggì assieme a lei. Una volta al sicuro Alina raccontò piangendo al bambino la sua storia. Il bambino l abbracciò forte per consolarla e le promise che sarebbe rimasto con lei ad aiutarla, a proteggerla e a tenerle compagnia nella ricerca della strada di casa. Rinfrancata, Alina ricambiò il forte abbraccio del suo nuovo amico ed insieme si misero in cammino. Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge 7
8 Questo testo è tutelato dalla S.A.C.D. di Parigi Per rappresentazioni obbligo di dichiarazione S.I.A.E. Cammina cammina, i due bambini arrivarono in una landa desolata. Non c erano alberi né case e nulla si vedeva all orizzonte. Ormai quasi allo stremo delle forze si lasciarono cadere a terra, esausti. <<Non ce la faremo mai>> sospirò il bambino <<E ti chiedo perdono per non essere riuscito a mantenere la mia promessa di riportarti a casa. Moriremo entrambi qui, in questo posto sconosciuto!>> Alina però non si perse d animo: aprì il libro e come era accaduto le volte precedenti, lo sciame di letterine apparve e si dispose a formare la parola SPERANZA. Ed ecco che all orizzonte apparve uno stormo di grandi uccelli bianchi, imponenti e leggiadri, che volavano disposti in una grande V. Erano cigni. La Regina, a capo dello stormo reggeva nel becco un lungo tralcio di gelsomino. Lo stormo si abbassò fino a che l estremità del tralcio fiorito arrivò alla portata del due bambini, che lo afferrarono tenendosi forte. Lo stormo riprese a sollevarsi nel cielo. I candidi cigni volarono a lungo, passandosi a turno di becco in becco il tralcio fiorito coi due bambini aggrappati quando tutti i cigni ebbero avuto a turno il peso dei due bambini, Alina si accorse che i candidi uccelli erano molto, molto stanchi. Lo stormo si posò a terra. <<Perdonaci>> disse la Regina dei cigni <<Ma siamo allo stremo delle forze e dobbiamo fermarci a riposare>> <<Buon cigno>> rispose Alina <<Non devi scusarti: noi ora siamo riposati e rinfrancati, per cui siamo in grado i proseguire il cammino e dobbiamo cavarcela con le nostre forze. Continuare a sfruttare il vostro aiuto 8 Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge
9 vorrebbe dire abusare del vostro altruismo e questo non sarebbe giusto. Voi avete già fatto moltissimo per noi, salvandoci la vita>> <<Sono contenta di questo>> rispose la Regina dei cigni con un filo di voce <<Perché così la mia morte non sarà stata inutile>>. Alina e il bambino scoppiarono a piangere nell udire quelle parole, ma la Regina dei cigni li consolò <<Non dovete disperarvi: io sono già molto anziana e quella che noi chiamiamo morte non è la fine di tutto, ma solo una trasformazione del nostro spirito. La cosa importante non è non morire, ma vivere la vita in maniera piena. Solo così, quando la morte verrà, non vi farà paura, ma la seguirete con lo stesso spirito con cui avete seguito e assaporato la vita>>. Così dicendo reclinò il capo sul lunghissimo collo e si addormentò nell ultimo sonno. Gli altri cigni l avvolsero con il tralcio fiorito a cui erano stati aggrappati i due bambini e quindi volarono via, scomparendo all orizzonte. Rimasti soli i due bambini ripresero il cammino, abbracciandosi spesso per confortarsi a vicenda e allontanare le paure. Arrivarono ad una città circondata da altre mura. Appena entrati si accorsero di qualcosa di strano: in quella città tutto era di colore blu. Blu in tutte le tonalità, dall acquamarina all indaco al turchese al blu di Prussia e all oltremare. I tetti e le facciate delle case, le vesti degli abitanti, gli oggetti, perfino il pelo dei cavalli, dei cani e dei gatti, era stato dipinto in una sfumatura di quel colore. Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge 9
10 Questo testo è tutelato dalla S.A.C.D. di Parigi Per rappresentazioni obbligo di dichiarazione S.I.A.E. Il Re e i suoi dignitari, che procedevano in corteo, incrociarono i due bambini che di blu addosso non avevano proprio nulla. <<Che affronto!>> gridò il Re indicandoli con lo scettro <<Prendeteli e vestiteli immediatamente come tutti gli altri! E dipingete subito di blu anche tutte le pagine di quel libro!>> <<Maestà>> protestò Alina <<Se coprirete di vernice le pagine di questo libro, nessuno poi riuscirà più a leggere cose c è scritto!>> <<Non ha importanza>> fece il Re <<La sola cosa importante qui è che tutto, ma proprio tutto, sia di un unico colore!>>. Dal corteo del Re si staccò un scia di pennelli intinti nella vernice blu, che iniziarono a correre verso Alina e il suo amico. I due bambini se la diedero a gambe, ma i pennelli erano molto veloci. Allora il libro magico si aprì e ne uscì svolazzando la parola FANTASIA. D un tratto i pennelli si ritrovarono variopinti e come se da tanto tempo non stessero aspettando altro, corsero in ogni angolo della città di Qui-tutto-è-blu colorandola di tutti i colori dell arcobaleno, assieme ai suoi abitanti, ai cani, ai gatti, al Re e ai suoi dignitari. La città successiva era molto bella: vetrine scintillanti, luci colorate in ogni dove, a ogni angolo grandi schermi che rimandavano immagini di altri angoli della città egualmente lussuosi e sfarzosi. Alina e il bambino rimasero a bocca aperta: non avevano mai visto una simile manifestazione di lusso. 10 Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge
11 <<Questo è davvero un posto magnifico>> esclamò il bambino <<E senza dubbio il posto più bello del mondo!>>. Alina però era perplessa: aveva notato che gli abitanti di quella città camminavano in maniera strana, come se fossero degli automi e che il loro sguardo era fisso nel vuoto e inespressivo. <<Non mi sembrano poi tanto felici di stare qui>> mormorò, ma il suo piccolo amico non l ascoltò: era rimasto affascinato da uno schermo gigante sul quale si rincorrevano velocissime luci colorate. Alina si sentì improvvisamente sola e comprese perché gli abitanti di quella città gli fossero sembrati così strani: nessuno parlava, nessuno sorrideva, nessuno scambiava assolutamente alcuna emozione con gli altri. Erano tutti come ipnotizzati da quella continua e massiccia inondazione di luci intermittenti. Alina prese per mano il bambino, intenzionata a fuggire da quel luogo così inquietante, ma il suo piccolo amico non ebbe alcuna reazione e la mano gli ricadde flosciamente lungo il fianco. D un tratto si ritrovarono circondati da una miriade di scariche elettriche, simili a piccoli fulmini colorati, che uscivano dagli schermi posti a ogni angolo di strada. Le scariche si avvicinarono sempre più, danzando minacciose, fino a che raggiunsero i due bambini. Riuscirono a colpire il bambino ripetutamente, facendolo cadere a terra privo di conoscenza, ma quando si diressero verso Alina trovarono a farle da scudo il libro magico, che si era aperto da solo alla pagina in cui era scritta la parola PERSONALITA. Le scariche elettrice si dispersero nell aria, senza più alcun potere. Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge 11
12 Questo testo è tutelato dalla S.A.C.D. di Parigi Per rappresentazioni obbligo di dichiarazione S.I.A.E. Alina si inginocchiò accanto al suo piccolo amico e tentò di risvegliarlo, ma fu tutto inutile. Chiese allora aiuto alla gente che passava, ma invano: nessuno l ascoltava, sembravano addirittura non vederla. Alina capì, terrorizzata, che tutta quella gente non vedeva ormai altro se non le luci colorate che si inseguivano senza posa e senza senso sugli enormi schermi di cui la città era costellata. Erano ormai degli automi privi di emozioni, di senso critico, di volontà e si potevano definire vivi solamente perché seguitavano a muoversi e a respirare, ma in realtà erano ormai intelligenti e divertenti come una foglia di insalata. Alina si era salvata da quella spaventosa ipnosi collettiva grazie alla parola magica apparsa nel libro e avrebbe potuto scappare via da quel luogo così falsamente scintillante e in realtà così triste, ma per nulla al mondo avrebbe abbandonato il suo piccolo amico: il possedere il libro magico le aveva dato il dono di capire il senso profondo delle parole e quindi amicizia, affetto, compassione, lealtà per lei non erano espressioni vuote da utilizzare solo per darsi delle arie davanti agli altri. Decise quindi di affidarsi ancora una volta alla segreta magia del libro: lo aprì e la parola che ne uscì fu SAGGEZZA. Sopra di loro si allargò una gigantesca ombra nera. Alina pensò a un nuvolone di temporale, ma grande fu il suo stupore quando davanti a lei si posò una enorme farfalla variopinta. <<La saggezza costa fatica>> disse <<Vuoi davvero raggiungerla?>>. Alina annuì decisa. 12 Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge
13 <<Dovremo volare oltre l orizzonte: non hai paura?>> <<Sì che ho paura>> rispose Alina <<Sarei una sciocca, se non provassi paura: ma se questo è il solo modo per risvegliare il mio amico, io volerò con te oltre l orizzonte>> <<Potresti anche morire, in questo viaggio>> insistette la farfalla. <<Se il mio amico non si risvegliasse da questo sonno, io mi sentirei morta comunque rispose Alina e salì a cavalcioni della Grande Farfalla. Si alzarono in volo. Sotto di sé Alina vide onde, pesci, sirene e sentì sulla sua pelle la magia del vento, si immerse nel sogno impalpabile delle nuvole e poi sentì la forza del sole, la dolcezza della luna, la poesia delle stelle, la bellezza della terra e provò nel profondo del cuore la meraviglia dell universo. La farfalla si fermò sopra una nuvola e lì apparve nella sua vera forma. Era la Regina degli Animali. Aveva artigli di leone, ali di aquila e capelli di serpenti, la lunga coda era simile a quella di una tigre e poteva trasformarsi un ogni animale desiderasse. Era stata lei ad inviare ai bambini gli animali che via via avevano fatto loro da guida nei vari luoghi che si erano trovati ad attraversare. <<Tutto quello che vedi>> disse <<Fa parte di te e tu fai parte di lui>> <<Ma io sono triste>> rispose Alina <<Perché il mio amico non può provare nulla di tutto questo, chiuso come è nella prigione dell incantesimo che ha spento in lui la capacità di sentire e di capire ed è inutile che io provi e comprenda tutta questa bellezza se non riesco a farne Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge 13
14 Questo testo è tutelato dalla S.A.C.D. di Parigi Per rappresentazioni obbligo di dichiarazione S.I.A.E. partecipe anche lui. La bellezza del mondo non è nulla se la si vive da soli!>> <<Il tuo amico saprà provare esattamente quello che tu stai provando ora se tu sarai brava a raccontarglielo. Tu hai imparato la magia della lettura ed essa contiene altre magie: la magia della musica, della danza, della pittura. Tutto quello che gli uomini chiamano arte e che altro non è se non la magia che risveglia dal sonno senza sogni dell ignoranza. Tu hai avuto il coraggio di andare oltre l orizzonte. Ora hai visto molto di quello che esiste e che non appare e che molti uomini purtroppo rinunciano a vedere, per paura o per pigrizia. Torna sulla terra: il tuo piccolo amico ti aspetta!>>. La Regina degli Animali la toccò e Alina si ritrovò di nuovo sulla terra, su una spiaggia deserta. Disteso davanti a lei il suo piccolo amico era ancora smarrito nel suo profondo, buio e tristissimo sonno senza sogni: solo una lacrima che gli brillava nell angolo degli occhi faceva capire che non era morto. Alina gli prese la mano e la carezzò a lungo, mentre raccontava al suo piccolo amico con grande trasporto tutto quello che aveva visto stando seduta sulle ali della grande farfalla. Quando Alina ebbe finito il racconto, davanti a loro apparve la Regina degli Alberi. Aveva il profumo di mille fiori e a ogni suo passo dalla terra sbocciavano rose e gigli, tra i capelli aveva tralci di vite e grappoli d uva matura le pendevano come gioielli dalle orecchie e dal collo. Tutto ciò che toccava riprendeva vita. Toccò il bambino e questi si risvegliò dall incantesimo. <<Sei arrivata alla fine del viaggio, Alina. Grazie alla tua pazienza, alla tua intelligenza e al tuo cuore hai 14 Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge
15 ritrovato quello che credevi perduto per sempre e anche qualcosa in più, che non avevi e ora hai: l amicizia del tuo nuovo amico, per esempio e l insieme di esperienze che hai fatto, i sentimenti, le paure che hai superato, i pensieri nuovi a cui sei arrivata, i sogni che prima non avresti nemmeno immaginato di poter sognare. Tutto questo, a cui se vuoi puoi dare il nome di cultura, ormai è dentro di te e non ti abbandonerà mai, proprio come ha fatto il tuo libro magico durante tutta la tua avventura. Ora non hai più bisogno di lui: hai il tuo proprio libro personale. Un libro tutto tuo. Potrai usare quello, ogni volta che ti troverai in difficoltà>>. Non appena la Regina ebbe pronunciato queste parole, il libro magico si aprì e da esso uscì un turbine di stelline che lo avvolse e lo sollevò in aria. Le stelline e il libro spiccarono il volo verso l alto, perdendosi nel blu del cielo <<La tua isola è proprio questa su cui stai posando i piedi, anche se non la riconosci ancora>> riprese la Regina degli Alberi <<Manca ancora un ultima parola perché la tua vita sia piena e completa, ma questa parola non la troverai scritta nel libro che ormai non c è più: dovrai sceglierla tu, tra le tante che esistono, e scriverla qui sulla sabbia>>. Così dicendo porse ad Alina un ramo fiorito e scomparve. Alina stette un poco a pensare; le parole esistenti al mondo erano davvero tante: come scegliere quella giusta? Avrebbe potuto scrivere ricchezza, o potere, o successo, fama, onori : tutte parole che suonano all orecchio dolci e ammalianti come il canto di mille sirene. Ma il dubbio non durò che un attimo. Alina non si turbò per avere avuto un esitazione: nel libro aveva letto che avere dei dubbi è molto importante, Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge 15
16 Questo testo è tutelato dalla S.A.C.D. di Parigi Per rappresentazioni obbligo di dichiarazione S.I.A.E. perché il dubbio è come il cemento che salda tra loro i mattoncini delle certezze. Prese quindi il ramo e tracciò sulla sabbia la parola CONDIVISIONE. I granelli di sabbia iniziarono a muoversi e ad agglomerarsi, fino a formare decine e decine di forme simili a quelle sculture che i bambini fanno d estate in riva al mare. Le figure presero via via forma e sembianze umane, iniziarono a muoversi, a respirare, a parlare. Alina li riconobbe: erano gli abitanti dell isola di Armonia, rimasti sepolti sotto la cenere lavica dell eruzione e ora risvegliati dalla parola magica scritta dalla bambina. Tra di loro, anche i suoi genitori che lei credeva perduti per sempre. Si riunirono tutti in un grandissimo abbraccio di gioia. Alina e il Bambino diventarono adulti e poi vecchi, ma sempre col sorriso sulle labbra e scrissero la propria storia in un nuovo libro magico che si tramandò ai posteri e che continuò ad aiutare per sempre gli abitanti dell isola di Armonia. Venezia, 15 agosto Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge
17 RÊVERIE VENITIENNE di Minever Morin Scritta per la Compagnia Le Nouveau Regard Prima rappresentazione nella versione francese: Grasse (F), dicembre 2007 Ulteriori rappresentazioni al teatro Francis Gag di Nizza nel febbraio 2010 in occasione del Carnaval de Nice Personaggi Gatta Mascherina Gabbiano Azzurro Piumetto Regina del Carnevale Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge 17
18 Questo testo è tutelato dalla S.A.C.D. di Parigi Per rappresentazioni obbligo di dichiarazione S.I.A.E. Candelina Spirito del Natale Ciambellina Vari figuranti Scena prima Pedana di legno praticabile, stile Commedia dell Arte. Due fondali a tende scorrevoli rappresentanti una veduta notturna e una diurna di Venezia. In scena diversi figuranti abbigliati con maschere e costumi ispirati al Carnevale di Venezia. Il Gabbiano Azzurro è un musicista, strumento a piacere. Entra la Gatta Mascherina che cerca invano di acciuffarlo. Gabbiano azzurro, Gatta Mascherina, Regina, figuranti Gatta Mascherina - (Rivolta al gabbiano) Tanto ti acciufferò prima o poi, dovessi inseguirti per tutti i tetti di Venezia! E quando saranno finiti i tetti di inseguirò anche per tutti i canali! Oh, ma io non so nuotare. Bhe, vorrà dire che imparerò. Oh, ma che dico: io sono un gatto ed i gatti detestano l acqua! Gabbiano azzurro Sciocca gatta: non hai cose più importanti da fare che inseguire me? Gatta - In effetti sì, avrei cose più divertenti da fare che inseguire uno stupido uccello, visto quello che è successo stanotte. Sono così eccitata per questa novità che il pelo mi diventa tutto a riccioli! Io sono curiosissima, come tutti i gatti e muoio dalla voglia di vedere a cosa porterà questo grande cambiamento. Oh, ma andiamo per ordine a raccontare Va verso un leggio posto a lato del palcoscenico Gatta - (A leggio) Una volta al mese la luna si spegne pian piano in quello che gli uomini chiamano luna nuova Luce sul figurante Luna La mattina precedente se guardate bene la luna prima che sorga il sole vedrete come se il cielo fosse un drappo di preziosa seta tagliato da un taglio a virgola e attraverso quel sottilissimo taglio passa una luce di porpora e d oro, 18 Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge
19 abbagliante come una fiammata. Quello è il riflesso del sole nascente sulla luna che muore: quella striscia ricurva di luna che gli uomini chiamano falce di luna. Dura un attimo, quel bagliore, poi più niente: il drappo di seta perde colore, dal nero diventa azzurro, la luce del sole avanza e quella della luna retrocede e si stempera fino a sbiadire, assorbita nell azzurro tenue del mattino. La sera successiva, quella in cui non c è luna, una cosa magica avviene a Venezia nel primo mese dell anno nuovo. Nessuno lo sa, le storie degli uomini non raccontano nulla in proposito: solo qualche animale ne è testimone, i gatti, i topi e qualche gabbiano che soffre d insonnia Luce sul Serpente. Danza del Serpente mentre il Gabbiano Azzurro suona Gatta Viene da oriente, nessuno sa bene da dove. Viene quando la notte è più profonda e nessuno lo vede. Ha le scaglie scure e lucenti come l acqua, come il riflesso del cielo nero sul mare. Ha un sorriso simile alla falce di luna, ma colore del fuoco. Risale dal mare e arriva davanti alla città di Venezia, che proprio sul mare è appoggiata come un enorme conchiglia. Il Serpente Orientale si guarda bene attorno, guardingo e quando è sicuro che nessuno lo veda depone un uovo: un grande uovo magico. Ma questo uovo non lo depone in piazza San Marco e nemmeno nei luoghi più frequentati dai cittadini di Venezia e dai turisti, no: lo depone in un luogo nascosto. Un cortile fuori mano, un piccolo giardino, un portico, una piccola strada lungo il mare dove l acqua arriva a carezzare le pietre quando c è mare grosso. Oppure la nicchia di una bifora, l incavo di un muro di mattoni marciti dal tempo e dall aria salmastra. Posti poveri a cui nessuno dà mai nemmeno un occhiata. La notte precedente all inizio del Carnevale l uovo si schiude e ne esce un esserino piccolo piccolo come un poppante, completamente nudo se non fosse per una maschera variopinta che gli ricopre il volto. Il bimbo prende a camminare gattoni. E via via, mentre lui va, i riflessi delle finestre delle case lo salutano mandando Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge 19
20 Questo testo è tutelato dalla S.A.C.D. di Parigi Per rappresentazioni obbligo di dichiarazione S.I.A.E. rapidi bagliori dai vetri, le pietre e le mura lo riconoscono e mostrano di averlo riconosciuto lasciando cadere nel mare le gocce di umidità fino ad allora trattenute, le statue candide degli angeli dai tetti delle chiese lo salutano. E questo esserino piccolo piccolo comincia a camminare eretto. E cammina, cammina e cresce e cresce e cresce Entra la Regina del Carnevale, priva ancora di maschera, e si ferma con le spalle al pubblico Così che quando arriva l alba del primo giorno di Carnevale una giovane donna nel fiore degli anni giunge nel cuore della città, proprio a Piazza San Marco, si pone tra le due altissime colonne che fronteggiano la laguna e saluta il mare Entra il figurante Airone bianco recando la maschera che pone sul volto della Regina Durante il suo cammino i colombi e i gabbiani hanno volato sulla laguna raccogliendo col becco conchiglie madreperlacee e alghe e aggiungendo qualcuna delle proprie piume e intessendone un mantello che alla fine posano sulle spalle di questa giovane misteriosa. Cosi rivestita, nel fiammeggiare dei riflessi del sole nascente sulle conchiglie di madreperla e nello stormire delle piume al vento freddo che viene dal nord-est, la giovane sale sulla prima gondola che trova ormeggiata, mentre il gondoliere ancora dorme e la gondola magicamente parte da sola lungo il Canal Grande. La si potrebbe definire una regina, anche se non ha ricchezze, perché regale è il suo incedere. I suoi abiti sono composti di povere cose, ma risplendenti alla luce fredda dell aurora invernale ed il suo regno, se anche esistesse, apparterrebbe alla dimensione del sogno. Presto da ogni angolo della città ancora addormentata escono personaggi misteriosi dai volti ricoperti da maschere dall espressione fissata in un grande stupore per tutta la bellezza che li circonda e della quale essi stessi entrano a fare parte 20 Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge
21 Il figurante Notte sale la rampa e si dispone a lato della Regina porgendole lo scettro Avvolti in sete splendenti e in piume multicolori iniziano a seguire il misterioso personaggio, come un corteo regale. Nessuno sa chi siano, nessuno conosce il loro nome e nemmeno si sa se lo abbiano, un nome, ma tutti ricordano di essere esistiti da qualche parte: forse nei sogni di qualcuno, forse in un tempo che è già stato o nell illusione di ciò che ancora deve avvenire. Così ha inizio, ogni anno alla luna nuova del primo mese dell anno, il Carnevale di Venezia. La Regina del Carnevale, riunita la sua corte, batte tre volte a terra col suo bastone (Azione che la regina compie dopo essersi voltata verso il pubblico) e dichiara aperta la festa: regnerà fino alla fine dell anno e poi, con il primo novilunio dell anno nuovo il serpente ritornerà a deporre un nuovo uovo Nella penombra tutti i personaggi lasciano la pedana e tornano dietro le quinte, tranne la Luna Gabbiano Azzurro (Smettendo di suonare) Oh, ma quest anno è tutto diverso! Non si sa per quale motivo, il serpente orientale si è risvegliato troppo presto e troppo presto ha risalito il mare. Non è ancora il tempo del primo novilunio dell anno nuovo, oh no: deve ancora finire l anno vecchio! Questa notte si è insinuato nella laguna che abbraccia la città da ogni parte e ha deposto il suo uovo in un luogo misterioso che nessuno ancora conosce. Una nuova Regina è già nata Gatta - (Battendo le mani) Che bello, che bello! Mi piacciono le novità! E magari potrò guadagnarci qualcosa anch io! Gabbiano Gatta stolta: aspetta a rallegrarti. Ricorda che quando le cose non vanno più come sono sempre andate, chissà cosa può mai succedere Gatta Che uccello noioso! Sai cosa farò invece di perdere tempo dietro alle tue penne? Andrò a presentarmi alla nuova Regina del Carnevale e le chiederò di poter far parte della sua Corte. Sarò così rivestita di bei vestiti Ogni scorretto utilizzo verrà perseguito a norma di legge 21
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