Periodico della Comunità Parrocchiale di Coccaglio - Anno 2006, n 2 / 20

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1 Periodico della Comunità Parrocchiale di Coccaglio - Anno 2006, n 2 / 20

2 Composizione copertina e logo di Ugo Capretti Indice La vecchia Pieve periodico della Comunità parrocchiale di Coccaglio Autorizzazione del Tribunale di Brescia n 35/2004 dell 8 settembre 2004 n. 2/20 - Marzo 2006 Notizie, non gossip Fed. Riv. Missionari pag. 3 La Parola del parroco don Giovanni pag. 4 Mess. per la Giorn. della Giov. Benedetto XVI pag Andate da Giuseppe don Titta pag. 7 Novo millennio ineunte don Giovanni pag. 9 Invito alla preghiera a cura di don Giovanni pag. 11 In cammino con... a cura di don Giovanni pag. 13 Credere e vivere A. Corsini pag. 15 Anagrafe parrocchiale pag. 18 Calendario liturgico - pastor. pag. 19 Pop. per la Quaresima - 2 pag. 24 Pop. per il mese di maggio pag. 24 Una doppio anniversario Redazione pag. 25 Lo stemma di Benedetto XVI G. Pedrali pag. 26 L edicola votiva... Comitato EV pag. 27 Dal Consiglio Pastorale S.Monga - F.Keller pag. 28 Madre Rosa Pedrali Madri Canossiane pag. 30 Gli Istituti Secolari don Francesco pag. 31 Crescere con lo sport A.ge. pag. 32 Scopine in pellegrinaggio un marito pag. 33 Carnevale: arti e mestieri A.D. pag. 34 Dal Consiglio dell Oratorio M Bulgari pag. 35 Le attività estive dell Oratorio don Roberto-don Giovanni pag. 35 Ch. parr.: le povertà di oggi G. Pedrali pag. 39 ACLI: inizia la stagione... ACLI - Coccaglio pag. 40 Dov è Dio? Circolo ACLI pag. 41 I Missionari martiri 2005 Redazione pag. 42 Curiosando nello scrigno G. Pedrali pag. 43 La Pieve di Coccaglio - 9 N. Partegiani pag. 44 Il Concilio Vaticano II - 2 G. Lorini pag. 47 Usanse e proèrbe de ona olta... Ben-Tar e Lime pag. 49 Sport: Calcio Bettoni - M.Buffoli pag. 51 s. Musica Cristian pag. 53 Orari Ben-Tar e Lime pag. 54 Offerte per le opere parrocchiali pag Direttore responsabile sac. Giuseppe Mensi Direttore sac. Giovanni Gritti Gruppo di redazione: don Roberto Soncina, Stefano Pedalino, Andrea Bighetti, Gianluca Pedrali, Anna Massetti Correzione delle bozze Cucchi Rosa, Bersini Giuliana Il prossimo numero uscirà il 14 maggio. I collaboratori della Vecchia Pieve sono invitati a recapitare i loro scritti, sia su dischetto che stampati in corpo 12 su supporto cartaceo, entro il 22 aprile. Non rispondiamo della mancata pubblicazione degli articoli che perverranno oltre tale data. La Redazione non è tenuta a dare giustificazione degli articoli che ritiene opportuno non pubblicare, come di eventuali correzioni o tagli al testo per qualsiasi ragione questo si renda opportuno o necessario. PARROCCHIA S. MARIA NASCENTE Coccaglio Orario delle sante Messe: FESTIVO FERIALE ore 7,00 ore 7,00 ore 9,00 ore 8,30 ore 10,00 ore 11,00 ore 16,30 (Casa Alb.pref.o fest.) ore 16,30 ore 18,00 RADIO PARROCCHIALE MHZ Numeri telefonici (premettere sempre 030) Casa canonica (abit. don Giovanni) Sacrestia - Ufficio parrocchiale * Segreteria Oratorio Il Focolare Oratorio femminile Abitazione don Roberto Abitazione don Titta Abitazione don Lino Diacono don Francesco Delbarba Pierino/Orat. femm * durante gli orari di sacrestia

3 Editoriale La vecchia Pieve aderisce all appello della Federazione della stampa missionaria Notizie, non gossip Guardando la tivù, spesso la sensazione è che una fetta di mondo non esista. Chiediamo alla Rai, come servizio pubblico, un deciso cambio di rotta Una delle esperienze più amare che tocca in sorte a missionari, volontari, operatori di ONG, di ritorno in Italia dal Sud del mondo, è accorgersi che, per l informazione di casa nostra, intere popolazioni, persino alcuni Paesi e molti dei problemi che riguardano i continenti extra-europei semplicemente non esistono. È un affermazione pesante, ce ne rendiamo conto. Ma da tempo noi, direttori delle riviste missionarie d Italia, siamo sconcertati e indignati nel constatare la sostanziale indifferenza dei telegiornali verso fatti e problemi che toccano una vasta fetta del mondo. A far notizia sono di solito conflitti e disastri naturali mentre la vita quotidiana della gente che abita nelle «periferie del mondo» non è quasi mai degna di attenzione. Ebbene, come missionarie e missionari siamo a contatto ogni giorno con la povertà, le carestie, le violazioni dei diritti di molte popolazioni del pianeta, ma anche con la creatività e la freschezza di tanti Paesi. Guardando il Tg, però, è come se tutto questo non contasse: è un altro mondo quello che ci viene raccontato, un mondo fatto di divi dello spettacolo, sfilate di moda e così via. Non sono certo le notizie a mancare. Pensiamo alle guerre (e alle paci) dimenticate: quanto spazio ha avuto nei Tg italiani la fine delle ostilità a Banda Aceh, la provincia secessionista dell Indonesia, dopo trent anni di tensioni? E quanto si è parlato della guerra che ancora lacera lo Sri Lanka? Convinti come siamo che l informazione - un informazione corretta, partecipe, rispettosa - è il primo passo per una solidarietà autentica, chiediamo a quanti fanno informazione in Italia, ai diversi livelli, un salto di qualità. Ne va di mezzo il futuro della convivenza umana. Nel suo messaggio di fine anno, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha richiamato la centralità di un informazione a servizio della gente, che abbia per pilastri «pluralismo e imparzialità, diretti alla formazione di una opinione pubblica critica e consapevole, in grado di esercitare responsabilmente i diritti della cittadinanza democratica». E nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, Benedetto XVI ammoniva: «L autentica ricerca della pace deve partire dalla consapevolezza che il problema della verità e della menzogna riguarda ogni uomo e ogni donna, e risulta essere decisivo per un futuro pacifico del nostro pianeta». Ci rivolgiamo in particolare a quanti fanno televisione e, segnatamente, alle testate Rai. Come utenti del servizio pubblico - per il quale, come tutti, paghiamo il canone - crediamo sia nostro diritto esigere un informazione aperta al mondo, un informazione di qualità che non sia relegata negli speciali (a volte anche molto interessanti) in onda in fasce orarie da sonnambuli. È troppo chiedere «più notizie e meno gossip»? Attualmente la Rai non dispone di un corrispondente fisso in ogni continente: colmare questa lacuna ci pare un passo nella direzione giusta, di un informazione più equilibrata e attenta al mondo. Una richiesta in tal senso è già stata avanzata da tre riviste missionarie (Missione Oggi, Mosaico di pace e Nigrizia) e da altri enti in occasione della Tavola della pace a Perugia, nel settembre 2005; la Direzione generale Rai ha promesso di aprire sedi Rai in Africa e in India. Ora come Fesmi (Federazione della stampa missionaria) intendiamo mobilitarci perché sia dato seguito a tale promessa. Ben sapendo che non basta questo per migliorare sic et simpliciter il panorama dell informazione tivù. C è chi sostiene che i telespettatori non sono interessati a conoscere le notizie di altri Paesi. La nostra esperienza dice il contrario: molti, in primis i nostri lettori, condividono l indignazione di cui siamo fatti portavoce. E sarebbero ben felici di ottenere una risposta all altezza delle loro aspettative. 3 FEDERAZIONE ITALIANA DELLA STAMPA MISSIONARIA

4 Carissimi, Verso la luce della Pasqua: per divenire testimoni di speranza siamo pressoché a metà Quaresima: siamo chiamati a chiederci a che punto siamo, come la stiamo vivendo, cosa stiamo facendo di quest occasione di grazia che ci è offerta. Riascoltiamo s. Paolo: Non lasciate che passi invano la grazia del Signore: ecco il momento favorevole! (cfr. 2Cor. 6, 1-2). Potremo gustare la gioia della Pasqua, assaporare il gusto della vita nuova, inspirare a pieni polmoni il profumo della primavera dello spirito, se avremo permesso allo Spirito di condurci lungo la strada dell esodo, nel deserto quaresimale (pref. V di Quaresima). Stiamo cercando di trovare più tempo per metterci alla Presenza di Dio e in ascolto della sua Parola? Cerchiamo, a questo proposito, di cogliere le occasioni che la Parrocchia sta offrendo a tutti, secondo le rispettive fasce d età? Il nostro Vescovo ci ha rivolto un invito particolare, all inizio della Quaresima, il suo messaggio è giunto a tutti noi, proclamato durante le omelie della I Domenica: partecipare alle catechesi preparate dalla Diocesi e che ogni Parrocchia è chiamata a proporre nei modi che ritiene più opportuni. Come procede il nostro impegno penitenziale: riusciamo a dirci qualche no, per dire alcuni sì in più alla condivisione con chi non ha nulla? Sarà Pasqua: di nuovo la gioia esploderà, insieme al nuovo irrompere della Bella Notizia: Cristo Gesù, il Crocifisso, è risorto, è il Vivente nella potenza dello Spirito. Da Lui ci viene offerta una vita che non muore! Non c è risurrezione se prima non c è morte: al nostro egoismo, al peccato; non si dà vita nuova, se quella vecchia non viene abbandonata; non si trova gioia di sapersi amati da Colui che per noi non ha risparmiato il proprio Figlio, se non si impara ad abbandonarsi a Lui. Il mondo ha diritto a questa nostra testimonianza: discreta, non invadente, ma efficace perché convinta. Verso Verona Siamo incamminati verso l appuntamento decennale che vede la Chiesa italiana chiamata a convegno. Le catechesi a cui il Vescovo ci ha invitato costituiscono per noi la preparazione sui cinque ambiti nei quali siamo chiamati ad essere testimoni di vita nuova, nella speranza del Risorto; intorno ad essi si snoderà la riflessione del Convegno. 4 Editoriale Ai fratelli e alle sorelle di Coccaglio Oltre alla proposta che ne viene fatta in Quaresima, le pubblichiamo, di volta in volta, negli appositi inserti staccabili del nostro bollettino. In questo modo, tutti potranno accostare o riprendere personalmente gli stimoli di riflessione per una testimonianza cristiana concreta, verso gli uomini e le donne d oggi. A proposito di tv Mi ricollego a quanto trovate scritto nella pagina precedente e lo do per presupposto, allargando il discorso. Se dalla TV di Stato si passa alla miriade di reti private il discorso proposto dai Missionari non migliora di certo: la legge dell auditel impone di accaparrarsi quanti più spettatori è possibile; ciò pare non riuscire se non allettandoli con la frivolezza; e così, tra quiz miliardari e futilità, siamo sommersi dalla banalità, e ci possiamo fare l idea che la vita sia tutta un quiz, una dolce vita, mentre le famiglie faticano ad arrivare a fine mese, l ambiente è sempre più minacciato dall iper-consumo, le risorse naturali sempre più bruciate e la miseria attanaglia due terzi dell umanità. I problemi della società, della famiglia sempre meno tutelata, del lavoro; la disperazione di interi popoli nella morsa del terrorismo o della guerra, civile e no, dove saranno mai? Si sa: se calano gli spettatori, diminuiscono le commesse pubblicitarie e la TV commerciale, che in quelle commesse ha la sua unica fonte di sostentamento, cesserebbe di esistere. Può bastare questo a giustificare la mole di materiale da pattumiera che ci viene propinata? Quale idea della vita, dell amore, del lavoro, ecc., si fanno i nostri ragazzi e i giovani? Quanto sono aiutati dalla tv ad avere uno sguardo realistico sul mondo, su se stessi, sugli altri? Simile discorso dovrebbe svilupparsi anche in riferimento a noi adulti. Anche questo è ambito in cui siamo chiamati a manifestare la vita nuova e ad essere testimoni di speranza. Come si dovrebbe fare? Una delle cose potrebbe essere l impugnare il telecomando e, di fronte al vuoto, alla banalità, alla futilità e all imoralità, spegnerla per guardarsi in faccia e parlarsi, dialogare, cercare di capirsi. È esercizio che farebbe bene, anche in altra situazione,anche in qualche altra occasione. La luce del Risorto ci illumini. Il Signore, lo auguro di cuore a tutti, vi doni una Pasqua di pace e serenità. don Giovanni

5 Comunità in ascolto MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA XXI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ 9 APRILE 2006 "Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino" (Sal 118[119], 105) Cari giovani! Nel rivolgermi con gioia a voi che state preparandovi alla XXI Giornata Mondiale della Gioventù, rivivo nel mio animo il ricordo delle arricchenti esperienze fatte nell agosto dello scorso anno in Germania. La Giornata di quest anno verrà celebrata nelle diverse Chiese locali e sarà un occasione opportuna per ravvivare la fiamma di entusiasmo accesa a Colonia... Il tema che propongo alla vostra considerazione è un versetto del Salmo 118 [119]: "Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino" (v. 105). L amato Giovanni Paolo II ha commentato così queste parole del Salmo: "L orante si effonde nella lode della Legge di Dio, che egli adotta come lampada per i suoi passi nel cammino spesso oscuro della vita. Dio si rivela nella storia, parla agli uomini e la sua parola è creatrice. In effetti, il concetto ebraico "dabar", abitualmente tradotto con il termine "parola", sta a significare tanto parola che atto. Dio dice ciò che fa e fa ciò che dice. Nell Antico Testamento annuncia ai figli d Israele la venuta del Messia e l instaurazione di una "nuova" alleanza; nel Verbo fatto carne Egli compie le sue promesse. Lo evidenzia bene anche il Catechismo della Chiesa Cattolica: "Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, è la Parola unica, perfetta e definitiva del Padre, il quale in lui dice tutto, e non ci sarà altra parola che quella" (n. 65). Lo Spirito Santo, che ha guidato il popolo eletto ispirando gli autori delle Sacre Scritture, apre il cuore dei credenti all intelligenza di quanto è in esse contenuto. Lo stesso Spirito è attivamente presente nella Celebrazione eucaristica quando il sacerdote, pronunciando "in persona Christi" le parole della consacrazione, converte il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Cristo, perché siano nutrimento spirituale dei fedeli. Per avanzare nel pellegrinaggio terreno verso la Patria celeste, abbiamo tutti bisogno di nutrirci della parola e del pane di Vita eterna, inseparabili tra loro! Gli Apostoli hanno accolto la parola di salvezza e l hanno tramandata ai loro successori come un 5 gioiello prezioso custodito nel sicuro scrigno della Chiesa: senza la Chiesa questa perla rischia di perdersi o di frantumarsi. Cari giovani, amate la parola di Dio e amate la Chiesa, che vi permette di accedere a un tesoro di così alto valore introducendovi ad apprezzarne la ricchezza. Amate e seguite la Chiesa, che ha ricevuto dal suo Fondatore la missione di indicare agli uomini il cammino della vera felicità. Non è facile riconoscere ed incontrare l autentica felicità nel mondo in cui viviamo, in cui l uomo è spesso ostaggio di correnti di pensiero, che lo conducono, pur credendosi "libero", a perdersi negli errori o nelle illusioni di ideologie aberranti. E urgente "liberare la libertà" (cfr Enciclica Veritatis splendor, 86), rischiarare l oscurità in cui l umanità sta brancolando. Gesù ha indicato come ciò possa avvenire: "Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" (Gv 8, 31-32). Il Verbo incarnato, Parola di Verità, ci rende liberi e dirige la nostra libertà verso il bene. Cari giovani, meditate spesso la parola di Dio, e lasciate che lo Spirito Santo sia il vostro maestro. Scoprirete allora che i pensieri di Dio non sono quelli degli uomini; sarete portati a contemplare il vero Dio e a leggere gli avvenimenti della storia con i suoi occhi; gusterete in pienezza la gioia che nasce dalla verità. Sul cammino della vita, non facile né privo di insidie, potrete incontrare difficoltà e sofferenze e a volte sarete tentati di esclamare con il Salmista: "Sono stanco di soffrire" (Sal 118 [119], v. 107). Non dimenticate di aggiungere insieme con lui: "Signore, dammi vita secondo la tua parola... La mia vita è sempre in pericolo, ma non dimentico la tua legge" (ibid., vv ). La presenza amorevole di Dio, attraverso la sua parola, è lampada che dissipa le tenebre della paura e rischiara il cammino anche nei momenti più difficili. Scrive l Autore della Lettera agli Ebrei: "La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore" (4,12). Occorre prende-

6 Comunità in ascolto re sul serio l esortazione a considerare la parola di Dio come un "arma" indispensabile nella lotta spirituale; essa agisce efficacemente e porta frutto se impariamo ad ascoltarla, per poi obbedire ad essa. Spiega il Catechismo della Chiesa Cattolica: "Obbedire (ob-audire) nella fede è sottomettersi liberamente alla Parola ascoltata, perché la sua verità è garantita da Dio, il quale è la Verità stessa" (n. 144).... Cari giovani, vi esorto ad acquistare dimestichezza con la Bibbia, a tenerla a portata di mano, perché sia per voi come una bussola che indica la strada da seguire. Leggendola, imparerete a conoscere Cristo. Osserva in proposito San Girolamo: "L ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo... La lettura, lo studio e la meditazione della Parola devono poi sfociare in una vita di coerente adesione a Cristo ed ai suoi insegnamenti. Avverte San Giacomo: "Siate di quelli che mettono in pratica la Parola e non soltanto ascoltatori, illudendo voi stessi. Perché se uno ascolta soltanto e non mette in pratica la Parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: appena s è osservato, se ne va, e subito dimentica com era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato, ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla" (1,22-25). Chi ascolta la parola di Dio e ad essa fa costante riferimento poggia la propria esistenza su un saldo fondamento. "Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica dice Gesù - è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia" (Mt 7,24): non cederà alle intemperie. Costruire la vita su Cristo, accogliendone con gioia la parola e mettendone in pratica gli insegnamenti: ecco, giovani del terzo millennio, quale dev essere il vostro programma! È urgente che sorga una nuova generazione di apostoli radicati nella parola di Cristo, capaci di rispondere alle sfide del nostro tempo e pronti a diffondere dappertutto il Vangelo. Questo vi chiede il Signore, a questo vi invita la Chiesa, questo il mondo - anche senza saperlo - attende da voi! E se Gesù vi chiama, non abbiate paura di rispondergli con generosità, specialmente quando vi Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino propone di seguirlo nella vita consacrata o nella vita sacerdotale. Non abbiate paura; fidatevi di Lui e non resterete delusi. Cari amici, con la XXI Giornata Mondiale della Gioventù, che celebreremo il prossimo 9 aprile, Domenica delle Palme, intraprenderemo un ideale pellegrinaggio verso l incontro mondiale dei giovani, che avrà luogo a Sydney nel luglio Ci prepareremo a questo grande appuntamento riflettendo insieme sul tema: Lo Spirito Santo e la missione, attraverso tappe successive. Quest anno l attenzione si concentrerà sullo Spirito Santo, Spirito di verità, che ci rivela Cristo, il Verbo fatto carne, aprendo il cuore di ciascuno alla Parola di salvezza, che conduce alla Verità tutta intera. L anno prossimo, 2007, mediteremo su un versetto del Vangelo di Giovanni: "Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri" (13,34) e scopriremo ancor più a fondo come lo Spirito Santo sia Spirito d amore, che infonde in noi la carità divina e ci rende sensibili ai bisogni materiali e spirituali dei fratelli. Giungeremo, infine, all incontro mondiale del 2008, che avrà per tema: "Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni" (At 1,8). Sin d ora, in un clima di incessante ascolto della parola di Dio, invocate, cari giovani, lo Spirito Santo, Spirito di fortezza e di testimonianza, perché vi renda capaci di proclamare senza timore il Vangelo sino agli estremi confini della terra. Maria, presente nel Cenacolo con gli Apostoli in attesa della Pentecoste, vi sia madre e guida. Vi insegni ad accogliere la parola di Dio, a conservarla e a meditarla nel vostro cuore (cfr Lc 2,19) come Lei ha fatto durante tutta la vita. Vi incoraggi a dire il vostro "sì" al Signore, vivendo l "obbedienza della fede". Vi aiuti a restare saldi nella fede, costanti nella speranza, perseveranti nella carità, sempre docili alla parola di Dio. Io vi accompagno con la mia preghiera, mentre di cuore tutti vi benedico. Dal Vaticano, 22 Febbraio 2006, Festa della Cattedra di San Pietro Apostolo. BENEDICTUS PP. XVI 6

7 Chi di noi, specialmente da ragazzo, non ha letto le belle pagine della Bibbia relative alla storia di Giuseppe l ebreo figlio del patriarca Giacobbe? Facilmente molti di voi l avranno conosciuto tramite la fiction ben riuscita anche dal lato artistico. Comunque cari amici il nostro Giuseppe era un giovane bello, forte e molto intelligente amato da suo papà più degli altri suoi numerosi fratelli piuttosto rozzi. Tutti questi lo invidiavano per questa predilezione paterna; e per certi famosi sogni che il loro giovane fratello faceva spesso e che poi spiegava con naturalezza e sicurezza. Ricordate il sogno del covone centrale cui si inchinavano gli altri posti a cerchio? E quello relativo al sole, alla luna ed alle stelle? Voi l avete già intuito. Il covone centro ed il sole che brillava era lui: Giuseppe. L invidia, però, può giocare brutti scherzi. Infatti i suoi fratelli un giorno si trovarono a pascolare i greggi nella pianura di Sichem. In quella località si trova tuttora IL POZZO DI Giacobbe presso il quale Gesù attese la samaritana che si convertì e diventerà l evangelizzatrice dei suoi compaesani. (A quel pozzo mi accostai nel novembre del ne bevvi un po d acqua ed ebbi problemi di pancia). Papà Giacobbe, per sapere a fondo il comportamento dei figli durante il lavoro, un giorno mandò andate da Giuseppe di don Battista 7 Comunità in ascolto Giuseppe. Ma quando egli vi giunse, i fratelli lo derisero e lo chiamarono il sognatore orgoglioso. Anzi, con grande odio nel cuore, decisero di ucciderlo. Fu Ruben, il maggiore, a salvarlo dal fratricidio riuscendo a convincere gli altri a buttarlo in una cisterna lì vicina, con l intento di liberarlo dalle grinfie di quei satanassi. Così Giuseppe venne calato in quel luogo buio ed oscuro, senza pane ed acqua. Ben presto passarono di là alcuni mercanti madianiti e, visto che Ruben era assente, gli altri fratelli decisero di vendere Giuseppe per 20 sicli d argento. Così Giuseppe fu portato e trattato come schiavo in Egitto, mentre i suoi fratelli se la cavarono col vecchio padre, quasi impazzito dal dolore, bagnando la bella tunica di Giuseppe, in una pozza di sangue animale, dichiarando che una bestia feroce l aveva sbranato. Giuseppe venne comprato da un certo Putifarre e messo come servo nella propria casa. Egli era il capo delle guardie del faraone. La moglie del generale tentò impudicamente il nostro giovane che rifiutò la relazione, così scappò via. Inseguito venne catturato e messo in prigione senza colpa. Ma si sa, cari amici, Dio tutto vede e pur mettendo certe prove, provvede e prende Lui l iniziativa per salvare i giusti! E furono proprio alcuni sogni fatti in carcere a renderlo libero. Il faraone fece sogni strani come quello della sette vacche grasse e le altre sette magrissime, ma divoratrici. Venne informato che in prigione c era uno ebreo capace di intenderli. E Giuseppe fu chiamato ed espose il vero significato dei sogni fatti dal faraone, affermando che dopo sette anni di abbondante raccolto di grano, poi sarebbe successa una grande carestia, per cui bisognava provvedere per tempo a superarlo bene. Grazie a questo dono, Giuseppe, venne incaricato di trovare il modo per superare questa crisi. Giuseppe, con decreto reale,

8 Comunità in ascolto divenne vicerè e signore della sua casa. E Dio, come dice la Bibbia, fu vicino e benedisse il figlio di Giacobbe. Grazie a Giuseppe, l Egitto divenne il granaio del bacino del Mediterraneo. A quanti si rivolgevano al faraone, per avere un aiuto durante il periodo di carestia, egli diceva: Andate da Giuseppe. E vennero anche dalla Palestina, i fratelli di Giuseppe, a comprare sacchi di grano per vincere la fame. Ora vi spingo a leggere personalmente i capitoli della Genesi dal 42 al 50 per sapere come la storia va a finire. Dico solo che Giuseppe, dopo aver messo alla prova i fratelli, li perdonò. Ed il vecchio padre Giacobbe lo potè riabbracciare. Cari amici coccagliesi siamo entrati nel mese di marzo consacrato ad onorare un altro Giuseppe di stirpe ebraica. È lo sposo di Maria. È colui che Dio scelse come padre nutrizio del suo Figlio unigenito fattosi uomo. È Giuseppe, di stirpe davidica, uomo di profonda fede che lo Spirito santo definì con due semplici parole: Vir Justus e la sacra Scrittura afferma che il giusto vive di fede. Fu il banco di prova di san Giuseppe: pensiamo a quando scoprì che Maria era incinta e di lì a poco avrebbe partorito. Quando si sentì rifiutare una stanza d albergo per far sì che Maria partorisse. Quando, per sottrarre Gesù dall ira di Erode, dovette scappare in Egitto. Tornato a Nazareth egli crescerà il suo figliuolo con tanto amore e sacrificio addestrando all arte di falegname Colui che agli albori dei tempi tracciò col Padre e lo Spirito le linee dell universo, oggetto di studio da parte di scienziati come Keplero, Pascal, Newton, Zichichi Quando i razionalisti misero a dura prova le sorti della Chiesa, il papa Pio IX elesse san Giuseppe protettore della Madre Chiesa. Cari amici quando mi preparo a celebrare la Santa Messa e, oltre che a Maria santissima, mi rivolgo a san Giuseppe, padre di noi sacerdoti, mi commuovo a pensare che quel Gesù che mi nasce fra le mani è lo stesso Gesù che san Giuseppe non solo vide, ma abbracciò e custodì da buon papà. Che bello pensare che san Giuseppe ha fatto crescere Colui che per noi è Pane di Vita! San Giuseppe deve essere sempre di più invocato come grande intercessore. Deve essere pregato ed invocato. Molti santi, nei secoli, invocarono e pregarono san Giuseppe: ad esempio san Giovanni di Dio, santa Teresa d Avila, san Giovanni Bosco, il beato Giovanni XXIII e molti altri. Perché lo fecero? Perche egli è potentissimo sul cuore del suo Gesù. Questo è il re dei re. E più che il faraone d Egitto dice: Andate da san Giuseppe e riceveremo forti grazie. Ezechiele 37, 1-14: le ossa inaridite. Lo Spirito: potenza di risurrezione e nuova creazione La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; mi fece passare tutt'intorno accanto ad esse. Vidi che erano in grandissima quantità sulla distesa della valle e tutte inaridite. Mi disse: «Figlio dell'uomo, potranno queste ossa rivivere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo sai». Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annunzia loro: Ossa inaridite, udite la parola del Signore. Dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete: Saprete che io sono il Signore». Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre io profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l'uno all'altro, ciascuno al suo corrispondente. Guardai ed ecco sopra di esse i nervi, la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c'era spirito in loro.egli aggiunse: «Profetizza allo spirito, profetizza figlio dell'uomo e annunzia allo spirito: Dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano». Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato. Mi disse: «Figlio dell'uomo, queste ossa sono tutta la gente d'israele. Ecco, essi vanno dicendo: Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti. Perciò profetizza e annunzia loro: Dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d'israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio. (v. pag. 16, 3a colonna) 8

9 Comunità in ascolto (cfr L Angelo di Verola, settembre e novembre 2001) Rimetti a noi i nostri debiti - 5 a cura di don Giovanni Una realtà tragica, che ci interpella e su cui il Santo Padre ci invitò, in occasione del Giubileo, a porre l'attenzione, è la questione del debito estero. Continuiamo a mediare, sintetizzandoli attraverso un'opera di selezione, i concetti e le informazioni, gli stimoli e gli appelli alla nostra coscienza contenuti nel libro: Un debito senza fine, curato in occasione del Giubileo dalla Commissione Diocesana per la riduzione del debito estero, di cui riproduciamo anche alcune efficaci vignette, con il loro linguaggio eloquente. Un aspetto del più vasto fenomeno della globalizzazione Spero che quanto siamo andati scrivendo in questi mesi, abbia dato almeno un idea di cosa significhi il problema del debito estero dei Paesi poveri del mondo. Chi ha buona volontà può approfondire l argomento attraverso la ricerca e la lettura personale: abbiamo già indicato qualche mese fa il titolo di alcune riviste missionarie a cui ci si può abbonare: cosa quanto mai opportuna, poiché una finestra sul mondo non dovrebbe mancare in nessuna famiglia che, dicendosi cristiana, deve coltivare l attenzione ai problemi degli altri, soprattutto i poveri, e coltivare atteggiamenti di solidarietà, espressione dell amore cristiano. Inoltre, in fondo al libro che ha fatto da base a questi articoli è presentata una ricca bibliografia. Il primo libro da procurarsi dovrebbe essere appunto questo. Lo si trova presso l Ufficio Missionario diocesano o nel Centro Oratori, oppure, senza andare troppo lontano, si può chiedere presso la nostra sede di Commercio Equo e Solidale Il Crocevia. Lì, in riferimento a quanto andremo dicendo nella pagina successiva, si potranno anche ricevere indicazioni per ricevere la rivista Altro consumo. Attraverso l approfondimento si potrà facilmente intuire come il problema del debito estero sia strettamento collegato al fenomeno della globalizzazione, di cui rappresenta un aspetto. Ogni bambino che nasce in un paese del cosiddetto Terzo Mondo - sono dati di alcuni anni fa - si trova sulle spalle un debito di 360 $, pari o superiore al valore del reddito medio annuo per abitante di quello stesso Paese. Il debito totale, alla fine del secolo scorso, superava i miliardi di dollari: una cifra sbalorditiva, che fatichiamo persino a realizzare mentalmente. Creditori sono i Paesi ricchi e le loro istituzioni finanziarie: Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale. Da quanto siamo venuti dicendo e da quanto ancora diremo, dovremmo aver capito che il condono di questo debito non è un atto di elemosina, ma la restituzione di quanto ingiustamente è stato preso nel corso dei secoli: un atto di giustizia. L Unicef ha calcolato che sarebbero sufficienti 9 milardi di dollari in più da investire nell Africa sub sahariana per salvare la vita a 21 milioni di persone: i Paesi di quest area versano ogni anno 13 miliardi di dollari al sistema bancario dei paesi del Nord del mondo. Per ogni dollaro che diamo in aiuto al Sud del mondo, tre ritornano a Nord come pagamento del debito. Ce lo siamo chiesti ogni volta: Che cosa dobbiamo fare? Abbiamo segnalato varie possibilità. Abbiamo parlato della necessità di consumare meno, per lasciare qualcosa anche agli altri, e consumare meglio: consumo critico. Una forma di questo è il boicottaggio: non si acquistano prodotti di quelle 9

10 Comunità in ascolto imprese multinazionali che ledono i diritti umani dei lavoratori o si servono del lavoro minorile, quando non del lavoro schiavo e, in questa maniera, contribuiscono al dissanguamento delle economie dei Paesi poveri. È una maniera lecita di fare pressione e contestare comportamenti sbagliati e spingere al cambiamento. Anche per questo è necessaria l informazione, per sapere verso chi esercitare il boicottaggio. Nell epoca della globalizzazione, infatti, la produzione è spezzettata in varie fasi e diffusa in diversi Paesi. Così, le ditte proprietarie dei marchi non si assumono più la responsabilità delle condizioni di lavoro, pioiché i vari passaggi della produzione sono subappaltati. Il consumatore con molta difficoltà può sapere, se pure gli interessa saperlo com è stato prodotto l oggetto di cui fa uso: se, per es., un pallone di cuoio o un tappeto orientale è stato prodotto da bambini schiavi dell Asia centrale (Pakistan, per es.). Chi naviga in internet può vedere oppure approdare a numerosi altri siti collegati a questo o ad altri; ne citiamo alcuni, solo per portare qualche esempio: - è un sito promosso dai Missionari Comboniani; dalla pagina principale del sito ( cliccando sulla voce Campagne si trovano vari riferimenti anche ad altre cose, già accennate su precedenti articoli - o anche (cercare sempre la voce link ) e cliccando in fondo alla pagina iniziale sulla voce siti consigliati. Cercando con un po di buona volontà, si possono trovare schede informative interessanti, che accanto alle tradizionali nemiche come Nike e Nestlé, elenca altre multinazionali che mano a mano vengono aggiunte alla lista nera, e alcune che ne vengono tolte poiché mostrano di cambiare sistema: il boicottaggio serve. Accanto alle due multinazionali appena citate, se ne possono elencare altre: la lista, purtroppo, è molto lunga e comprende anche aziende italiane. Riportiamo due soli esempi: Del Monte, multinazionale anglo-sudafricana: L uomo Del Monte ha detto sì, recitava qualche anno fa la pubblicità degli ananas di questa marca; in realtà, la Del Monte dice tanti no: alla giustizia e al rispetto dei diritti umani, compreso quello di proprietà. Il testo da cui togliamo queste notizie, in riferimento ad alcuni anni fa informa che buona parte di questi ananas proviene dalle Filippine, coltivate a questo scopo per ettari e impiegando lavoratori. Poiché una legge di quel Paese vieta alle compagnie straniere di possedere più di ettari di terra, la Del Monte li prende in affitto dai piccoli proprietari. Questi preferirebbero fare altro con i loro terreni; allora vengono persuasi ad affittarli; se fanno i bravi, tutto va bene; se invece rifiutano, si effettuano rappresaglie: uomini armati per intimorire e ruspe per demolire tutto ciò che incontrano. Alla fine il piccolo proprietario, gentilmente convinto, firma il contratto. Non stiamo a descrivere le condizioni di lavoro nei campi e nelle fabbriche di inscatolamento. Nike: multinazionale americana che produce in Asia orientale. Quanti tra i nostri figli si fregiano di questa firma! Ebbene: salario medio giornaliero nel 99 per lavoratori (Indonesia, Cina, Vietnam, Sud-Corea): della nostra vecchia valuta. Leggi nazionali violate: quella sul salario minimo, sul lavoro minorile, gli straordinari, gli orari di lavoro, l assicurazione, l organizzazione sindacale e i licenziamenti. Problemi evidenziati: salute (le varie colle, i solventi, le vernici a cui si è esposti per 12 ore al giorno), ferie, congedi di maternità. La Nike spende 180 milioni di dollari ogni anno per la pubblicità. Basterebbe l 1% di questa cifra per migliorare le condizioni di lavoro di lavoratori indonesiani. La scusa che non è la Nike a gestire direttamente le fabbriche, è comoda: consente la realizzazione di profitti maggiori; qualcosa potrebbe fare, dice chi ne sa qualcosa. Questo specchietto, riportato a pag. 154 del nostro libro - il riferimento è sempre al è quantomai interessante: quanto costa una scarpa Nike: voce importo in lire percentuale materiale % manodopera % profitti all ingrosso % prezzo al pubblico % Abbiamo riportato solo alcuni esempi. Chi ha buona volontà - ogni credente dovrebbe averla, se veramente è tale e, di conseguenza, cerca la giustizia, poiché il Regno di Dio è Regno di giustizia (v. prefazio della festa di Cristo Re) - cercherà di informarsi su numerose altre multinazionali verso i cui prodotti va esercitata l azione legale di protesta e convincimento. Abbiamo indicato anche alcuni canali di informazione. Di certo non si possono reperire queste notizie sulle riviste di pettegolezzo o su quelle scandalistiche di cui son piene le edicole. Tale argomento rimanda a quanto abbiamo riportato nell editoriale, a pag

11 Comunità in ascolto a cura di don Giovanni (21) Per la Settimana santa, una profonda riflessione - preghiera da un autore moderno, tratta dalla raccolta Le sette parole di Gesù in Croce. Meditazione sulla TERZA PAROLA di Gesù in croce: Donna, ecco tuo figlio - Figlio, ecco tua madre (Gv. 19, 26) Coll' approssimarsi della morte ecco venuta l'ora in cui tua Madre doveva esserti nuovamente vicina. In quell'ora, in cui non ti si chiedevano più dei miracoli, ma bisognava morire, doveva esserti accanto colei alla quale dicesti: Donna, che c'è tra me e te? La mia ora non è ancora venuta (Gv. 2, 4). Eccola quell'ora che lega il Figlio e la Madre. E quest'ora è l'ora del distacco, l'ora della morte. L'ora che strappa alla madre, già vedova, l'unico suo figlio. Il tuo sguardo contempla ancora una volta la Madre. Tu non hai risparmiato nulla a questa Madre! Tu non fosti soltanto la gioia della sua vita: tu ne fosti anche l'amarezza e la pena. Ambedue questi aspetti provenivano dalla tua grazia, perché ambedue provenivano dal tuo amore. E se tu ami tua Madre, è perché ti ha assistito e servito sia nella gioia che nel dolore; solo così essa è diventata completamente la Madre tua. Tuoi fratelli e sorelle e madre sono infatti quanti compiono la volontà del Padre tuo che sta nei cieli. Nonostante il tuo tormento, il tuo amore è ancora vibrante di quella tenerezza che, sulla terra, unisce tra loro un figlio e sua madre. Così la tua morte consacra e santifica queste dolci e preziose realtà terrene che inteneriscono i cuori e rendono bella la terra. Queste cose non muoiono, no, nel tuo cuore, nemmeno quand'è schiacciato dalla morte, e così tu le salvi per il cielo. E poiché tu, anche morendo, hai amato la terra; poiché, nella suprema agonia per la nostra eterna salvezza, ti sei commosso per il pianto di una mamma; poiché tu, già nel trapasso, ti sei preoccupato della sorte di una vedova in questo mondo e hai donato ad un figlio una madre e ad una madre un figlio, per questo un giorno vi sarà una nuova terra. Ma Ella stava sotto la croce non appena con il solitario dolore di una madre a cui si ammazza un figlio. Essa stava là a nome nostro, come Madre di tutti i viventi. Offriva suo Figlio per noi. A nome nostro, essa ripeteva il suo Fiat alla morte del Signore. Essa era la Chiesa sotto la croce, era la discendenza dei figli di Eva, era una lottatrice nel combattimento cosmico tra il serpente e il Figlio della Donna. E donando questa Madre al discepolo dell'amore tu l'hai donata a ciascuno di noi. Figlio, figlia - tu dici anche a me ecco tua Madre. Parola che ci affida un lascito eterno! Ai piedi della tua croce, o Gesù, sta come discepolo prediletto solo chi, da quell'ora, accoglie con sé la Madre tua. Le sue pure mani materne distribuiscono tutte le grazie meritate dalla tua morte. Concedici la grazia di amare e venerare tua Madre. Dille ancora, quando tu mi vedi, povero come sono: Donna, ecco tuo figlio; Madre, ecco tua figlia". Un cuore puro e verginale doveva dare il suo consenso, a nome del mondo, alle nozze dell'agnello con la Chiesa, la sua sposa, con l'umanità riscattata e purificata dal tuo sangue. Se io mi lascio affidare da te a questo cuore materno, la tua morte non sarà stata inutile per me: io sarò presente, quando giungerà il giorno delle tue nozze eterne, in cui tutta la creazione, trasfigurata per sempre, ti sarà unita in eterno. (Karl Rahner) La gioia per la vita risorta, per il peccato sconfitto, la morte annientata, le tenebre annullate dalla luce: tutto trova espressione in quest inno che ci giunge dall antico Oriente cristiano, da uno dei grandi Padri della Chiesa greca. 11

12 Comunità in ascolto Inno pasquale OPasqua, grande e santo mistero che purifichi l'universo! O Verbo di Dio, luce e vita, sapienza e potenza! Io ti saluto con i tuoi molteplici nomi. Preclaro germoglio, alito e immagine dello Spirito! O Parola di Dio, essere visibile che tutto assommi e tutto governi con la tua potestà! Hai dissipato le tenebre e creato la luce e in essa tutto hai creato. Hai dato vita alla materia, imprimendovi il volto del mondo e i tratti della sua bellezza. Hai illuminato lo spirito dell'uomo con la ragione e la sapienza. Ovunque si riflette la tua luce eterna, perché con la luce l'uomo scopra la vera bellezza e tutto diventi luminoso. Degnati di ascoltare le mie parole. Fa' che siano ringraziamento e nello stesso tempo supplica. Fa che io abbia da sopportare solo le prove dello spirito utili per il premio assegnato alla nostra vita. Mitiga la severità del tuo giudizio, quando saremo vagliati da te. Fa' che possiamo incamminarci e trovare accoglienza nelle dimore celesti. Continueremo ad offrirti un sacrificio gradito, sul tuo altare, Padre, Verbo e Spirito santo. A te la gloria, l'onore, la potenza per tutti i secoli. Amen. (S. Gregorio Nanzianzeno) Il presente numero del bollettino parrocchiale esce il giorno di s. Giuseppe e copre il periodo che comprende anche il Primo Maggio, festa dei lavoratori e memoria di s. Giuseppe lavoratore. Per chiedere la sua intercessione, è a lui rivolta questa preghiera. Per tutti i lavoratori Invochiamo con il cuore la tua celeste protezione,san Giuseppe, su quanti lavorando trascorrono la loro vita e su quanti purtroppo si trovano senza lavoro; ti preghiamo, o padre putativo di Gesù, umile e semplice lavoratore, affinché sul tuo esempio e con il tuo aiuto ogni cristiano porti nella vita il suo contributo di diligente impegno e di gioiosa comunione. Nel giorno in cui esce il bollettino, celebriamo la Giornata del Seminario; nel tempo di Pasqua ricorrerà poi la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Ancora dalle labbra dell amato e compianto Giovanni Paolo II, raccogliamo quest invocazione. Rendici pescatori di uomini Signore Gesù, come un giorno hai chiamato i primi discepoli per farne pescatori di uomini, così continua a far risuonare anche oggi il tuo dolce invito: Vieni e seguimi! Dona ai giovani e alle giovani la grazia di rispondere prontamente alla tua voce! Sostieni nelle loro fatiche apostoliche i nostri Vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate. Dona perseveranza ai nostri seminaristi e a tutti coloro che stanno realizzando un ideale di vita totalmente consacrata al tuo servizio. Risveglia nelle nostre comunità l'impegno missionario. Manda, Signore, operai nella tua messe e non permettere che l'umanità si perda per mancanza di pastori, di missionari, di persone votate alla causa del Vangelo. Maria, Madre della Chiesa, modello di ogni convocazione, aiutaci a rispondere di sì al Signore che ci chiama a collaborare al disegno divino di salvezza. Amen. 12

13 Comunità in ascolto IN CAMMINO CON... L imitazione di Cristo Alcuni suggerimenti, frutto di saggezza e di profonda esperienza spirituale, costituiscono le esortazioni alla vita interiore che compongono il Libro II. Di esso presentiamo i primi capitoli che, in parte, si intonano direttamente al tempo di Passione che andiamo a vivere. LIBRO II ESORTAZIONI ALLA VITA INTERIORE Capitolo 1 La vita interiore * «Il regno di Dio è dentro di voi» (Lc17, 21), dice il Signore. Volgiti a Dio con tutto il tuo cuore... Se gli avrai preparato, dentro di te, una degna dimora, Cristo verrà a te e ti offrirà il suo conforto. Infatti ogni lode e ogni onore, che gli si possa fare, viene dall'intimo; e qui sta il suo compiacimento. Per chi ha spirito di interiorità è frequente la visita di Cristo; e, con essa, un dolce discorrere, una gradita consolazione, una grande pace, e una familiarità straordinariamente bella. * Non dobbiamo fare molto conto sull'uomo, debole e mortale, anche se si tratta di persona che ci è preziosa e cara; né dobbiamo troppo rattristarci se talvolta ci combatte e ci contrasta. Quelli che oggi sono con te, domani si possono mettere contro di te; spesso si voltano come il vento. Riponi interamente la tua fiducia in Dio, e sia lui il tuo timore e il tuo amore. Risponderà lui per te, e opererà per il bene, nel modo migliore. «Non hai stabile dimora quaggiù» (Eb13, 14); dovunque tu abbia a trovarti, sei un forestiero e un pellegrino, né mai avrai pace se non sarai strettamente unito a Cristo. *... Sia il tuo pensiero sempre presso l'altissimo; e la tua preghiera si diriga, senza sosta, a Cristo. Che se non riesci a meditare le profonde realtà celesti, cerca rifugio nella passione di Cristo e prendi lieta dimora nelle sue sante ferite. Se ti sarai rifugiato, con animo devoto, nelle ferite e nelle piaghe preziose di Gesù, sentirai un gran conforto nella tribolazione, e non farai molto caso del disprezzo degli uomini, sopportando con facilità quanto si dice contro di te. * Anche Cristo fu disprezzato dagli uomini in questo mondo e, nel momento in cui ne aveva maggior bisogno, fu abbandonato, tra sofferenze disonoranti, da quelli che lo conoscevano e gli erano amici. Cristo volle soffrire ed essere disprezzato; e tu osi lamentarti di qualcuno? Cristo ebbe avversari e oppositori; e tu vuoi che tutti ti siano amici e ti facciano del bene? Come potrà essere premiata la tua capacità di soffrire se non avrai incontrato alcuna avversità? Se non vuoi sopportare nulla che ti si opponga, in che modo potrai essere amico di Cristo? Se vuoi regnare con Cristo, sorreggiti in Cristo e per mezzo di Cristo. * Che se, una sola volta tu riuscissi ad entrare perfettamente nell'intimo di Gesù, gustando un poco dell'ardente suo amore, non ti preoccuperesti per nulla di ciò che ti piace o non ti piace... *... Se tutto fosse a posto in te, e tu fossi veramente puro, ogni cosa accadrebbe per il tuo bene e per il tuo vantaggio; che se molte cose spesso ti sono causa di disagio o di turbamento, è proprio perché non sei ancora perfettamente morto a te stesso e distaccato da tutto ciò che è terreno... Se invece tu rinunci a cercare gioia in ciò che sta fuori di te, potrai contemplare le realtà celesti e godere frequentemente di gioia interiore. Capitolo 2 Umiltà e sottomissione * Non fare gran conto di chi ti sia favorevole o contrario; piuttosto preoccupati assai che, in ogni cosa che tu faccia, Dio sia con te. Abbi retta coscienza; Dio sicuramente ti difenderà. Non ci sarà cattiveria che possa nuocere a colui che Dio vorrà aiutare. Se tu saprai tacere e sopportare, constaterai senza dubbio l'aiuto del Signore. È lui che conosce il tempo e il modo di sollevarti; a lui perciò devi rimetterti: a lui che può soccorrerci e liberarci da ogni smarrimento. Perché ci possiamo mantenere in una più grande umiltà, è sovente assai utile che altri conosca i nostri difetti, e che ce li rimproveri. * Quando uno si umilia per i propri difetti facilmente fa tacere gli altri, e acquieta senza difficoltà coloro che si sono adirati contro di lui. All'umile Dio dona protezione ed aiuto; all'umile Dio dona il suo amore e il suo conforto; verso l'umile Dio si china, all'umile largisce tanta grazia, innalzandolo alla gloria, perché si è fatto piccolo; all'umile Dio rivela i suoi segreti, invitandolo e traendolo a sé con dolcezza. Così colui che umilmente ammette la propria colpa si sente pienamente in pace avendo egli la sua dimora in Dio, e non nel mondo. Non credere di aver fatto alcun progresso spirituale, se non ti senti inferiore ad ogni altro. Capitolo 3 Il giusto promuove la pace * Se, in primo luogo, manterrai te stesso nella pace, potrai dare pace agli altri; ché l'uomo di pace è più utile dell'uomo di molta dottrina. Colui che è turbato dalla passione trasforma anche il bene in male, pronto com'è a vedere il male dappertutto, mentre colui che ama il bene e la pace 13

14 Comunità in ascolto trasforma ogni cosa in bene. Chi è pienamente nella pace non sospetta di alcuno. Invece chi è inquieto e turbato sta sempre in agitazione per vari sospetti. Non è tranquillo lui, né permette agli altri di esserlo; dice sovente cose che non dovrebbe dire e tralascia cose che più gli converrebbe di fare; sta attento a ciò che dovrebbero fare gli altri, e trascura ciò a cui sarebbe tenuto lui stesso... * Tu sei molto abile nel trovare giustificazioni per quello che fai e nel farlo apparire sotto una certa luce, mentre rifiuti di accettare le giustificazioni negli altri. Sarebbe invece più giusto che tu accusassi te stesso e scusassi il tuo fratello. Se vuoi essere sopportato, sopporta gli altri anche tu. Vedi quanto sei ancora lontano dal vero amore e dalla umiltà di chi non sa adirarsi e indignarsi con alcuno, fuor che con se stesso. Non è grande merito stare con persone buone e miti; è cosa, questa, che fa naturalmente piacere a tutti, e nella quale tutti troviamo facile contentezza, giacché amiamo di più quelli che ci danno ragione. È invece grande virtù, e lodevole comportamento, degno di un uomo, riuscire a vivere in pace con le persone dure e cattive, che si comportano senza correttezza e non hanno condiscendenza verso di noi. Ci sono alcuni che stanno, essi, nella pace e mantengono pace anche con gli altri. Ci sono invece alcuni che non stanno in pace essi, né lasciano pace agli altri: pesanti con il prossimo, e ancor più con se stessi. * Ci sono poi alcuni che stanno essi nella pace e si preoccupano di condurre alla pace gli altri. La verità è che la vera pace, in questa nostra misera vita, la dobbiamo far consistere nel saper sopportare con umiltà, piuttosto che nel non avere contrarietà. Colui che saprà meglio sopportare, conseguirà una pace più grande. Vittorioso su se stesso e padrone del mondo, questi è l'amico di Cristo e l'erede del cielo. Capitolo 4 Purità di cuore e semplicità d intenzione *... Se il tuo cuore fosse retto, ogni cosa creata sarebbe per te specchio di vita e libro di santa dottrina. Giacché non v'è creatura così piccola e di così poco valore che non rappresenti la bontà di Dio. *...Come uno è di dentro, così giudica di fuori. Chi è puro di cuore è tutto preso dalla gioia, per quanta gioia è nel mondo. Se invece, da qualche parte, ci sono tribolazioni ed angustie, queste le avverte di più chi ha il cuore perverso. Come il ferro, messo nel fuoco, lasciando cadere la ruggine, si fa tutto splendente, così colui che si dà totalmente a Dio si spoglia del suo torpore e si muta in un uomo nuovo. Capitolo 5 Pensare a noi *... Scarsa è la luce che è in noi, e subitamente la perdiamo per la nostra negligenza. Spesso poi non ci accorgiamo neppure di essere così ciechi interiormente: facciamo il male e, cosa ancora peggiore, ci andiamo scusando. Talora siamo mossi dalla passione, e la prendiamo per zelo; rimproveriamo negli altri piccole cose e passiamo sopra a quelle più grosse, commesse da noi. Avvertiamo con prontezza, e pesiamo ben bene ciò che gli altri ci fanno soffrire, ma non ci accorgiamo di quanto gli altri soffrono per causa nostra. Chi riflettesse bene e a fondo su se stesso, non giudicherebbe severamente gli altri. * L'uomo interiore, prima di occuparsi di altre cose, guarda dentro di sé; e, intento diligentemente a se stesso, è portato a tacere degli altri. Solamente se starai zitto sugli altri, guardando specialmente a te stesso, giungerai a una vera e devota interiorità... Capitolo 6 Letizia della buona coscienza *...Giusto vanto dell'uomo retto è la testimonianza della buona coscienza. Se sarai certo, in coscienza, di aver agito rettamente, sarai sempre nella gioia. La buona coscienza permette di sopportare tante cose ed è piena di letizia, anche nelle avversità. Al contrario, se sentirai in coscienza di aver fatto del male, sarai sempre timoroso ed inquieto. Dolce riposo sarà il tuo, se il cuore non avrà nulla da rimproverarti. Non rallegrarti se non quando avrai fatto del bene.... *... Tu non sei maggiormente santo se ricevi delle lodi, né maggiormente cattivo se ricevi dei rimproveri; sei quello che sei, e non puoi esser ritenuto più grande di quanto tu non sia agli occhi di Dio. Se fai attenzione a quello che tu sei in te stesso, interiormente, non baderai a ciò che possano dire di te gli uomini. L'uomo vede in superficie, Dio invece vede nel cuore; l'uomo guarda alle azioni esterne. Dio invece giudica le intenzioni. Agire bene, sempre, e avere poca stima di se medesimi, è segno di umiltà di spirito; non cercare conforto da alcuna creatura è segno di grande libertà e di fiducia interiore. 14

15 Comunità in ascolto Il Credo di A. Corsini XII - CREDO NELLO SPIRITO SANTO -2 LO SPIRITO RIVELATORE E LIBERATORE Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'oreb. L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi». [Es 3,1-2.14] L'angelo di Dio, che precedeva l'accampamento d'israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò indietro. Venne così a trovarsi tra l'accampamento degli Egiziani e quello d'israele. Ora la nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte. Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte, risospinse il mare con un forte vento d'oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare asciutto, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra.. [Es.14,19-22.] Questi due brani, il roveto ardente e il passaggio del Mar Rosso, esprimono pienamente l azione dello Spirito rivelatore e liberatore. Nel primo testo Dio concede all uomo di conoscere il suo nome e lo fa attraverso le sembianze del fuoco( il roveto ardente) attributo tipico dello Spirito Santo nella Sacra Scrittura. In questa prima rivelazione, che segna l inizio della liberazione del popolo d Israele, Dio dice di essere: <<Io sono colui che sono!>>. Dio non si rivela in un sostantivo, ma in un verbo cioè in una realtà dinamica. Da quel momento Dio è presente presso il suo popolo perchè ha visto che la sua pena è grande; il popolo che Dio ha scelto è schiavo e ha bisogno di libertà. Lo Spirito che rivela Dio all uomo lo libera dalla sua schiavitù e queste due azioni nella storia di Dio e di Cristo saranno sempre inscindibili (pensiamo ai miracoli che sanano il corpo e rivelano agli occhi del miracolato la natura divina di Gesù). La presenza di Dio si manifesta per Israele attraverso un altro segno, che richiama lo Spirito, la nube che accompagna Israele, che lo protegge e che lo rende irraggiungibile all esercito del faraone. Potremmo dire che l amore di Dio ha cinto il suo popolo e non permette a nessuno di penetrare in questa corazza d amore, perché Dio ha dato la sua parola e le sue promesse si avverano: i segni del Signore sono potenti. Siamo ora alle sponde del Mar Rosso, Mosè stende le braccia ed il mare si apre. Questi fatti rivelano l azione di Dio e di fronte ad essa si compirà una professione di fede. Da questi avvenimenti si risale a colui che è il Signore del tempo e della Storia. Ma come si compie il prodigio del Passaggio del Mar Rosso? Se notiamo gli elementi del racconto ritroviamo l acqua, la terra e, ad un certo punto il Soffio Forte. Sono gli stessi elementi che abbiamo già trovato nella creazione. Ebbene sul Mar Rosso è ancora la Ruach di Dio che divide le acque per far emergere la terra e porta il popolo di Israele dalla schiavitù d Egitto alla libertà della terra promessa. 15 Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto». [Lc 3,21-22] La storia della salvezza pensata da Dio per l uomo porta in sè un grande dono, la divinizzazione dell uomo in Gesù Cristo, Figlio di Dio. Dio manda suo figlio nella Storia, e il Verbo si fa uno di noi, per salvarci ; Dio manda lo Spirito Santo per innalzarci, attraverso il figlio, fino a Lui. Gesù si fa uomo e come uomo percorre le stesse tappe della nostra vita (nasce, vive, muore), ma ha in sè una prerogativa: quella di essere fedele al disegno del Padre; è fedele a quel disegno che l uomo ha rifiutato in principio col peccato. In Cristo la vita umana, diventa vita nuova nello Spirito. Gesù si appresta a ricevere il battesimo nell acqua e in quel preciso istante avviene un effusione di Spirito Santo che rivela Gesù e rende manifesta la relazione filiale unica di Gesù con Dio Padre che proclama: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto». Se con l annunciazione a Maria l unzione era nel segreto del grembo, ora l unzione di Gesù è palese e manifesta: il Salvatore rivelato, per mezzo dello Spirito Santo, libererà l uomo dal peccato e lo salverà da ogni male. L elemento del battesimo in acqua da rito di purificazione diventa, per opera di Gesù e dello Spirito strumento potente di salvezza. Lo Spirito Santo è il garante dell autenticità dell azione di Cristo

16 Comunità in ascolto vero sacramento di salvezza. Qui Gesù riceve lo Spirito dal Padre e lo Spirito resta nella sua carne e lo guida fino a quando Gesù non lo renderà al Padre e al mondo per continuare la sua missione di salvezza. Sia i brani dell Esodo che il brano del Nuovo Testamento, ci rimandano fortemente al sacramento del Battesimo, sacramento che ci libera dalla schiavitù del peccato e ci immette nella Chiesa la quale ci rivela, attraverso l azione dello Spirito, che la nostra salvezza è Gesù Cristo. Per essere uomini nuovi occorre rinascere dall acqua e dallo Spirito. Il battesimo non può non essere un segno importante per il cristiano, perchè è la manifestazione più alta dell azione dello Spirito Santo in noi, attraverso il lavacro dell acqua e l effusione dello Spirito, Dio ci ricrea suoi figli. Vivere il battesimo oggi vuol dire riscoprire fino in fondo la gioia di essere Figli di Dio, e farlo riscoprire anche agli altri. Può sembrare banale, ma ricordarsi di questo evento è già un recupero di una consapevolezza di essere prima di tutto uomini e donne liberati. Forse oggi, nel sacramento del Battesimo, il segno è diventato un po' asciutto perchè non vi è più, come nell antichità, la vasca entro cui immergersi e riuscire, simbolo proprio di un rinascere a vita nuova, ma questa è la stessa esperienza del rinascere di cui Gesù parla a Nicodemo: C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio»Gli disse Nicodèmo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». [Gv 3,1-8] l acqua, ove passa, genera vita rigogliosa: essa, nel Battesimo, è segno dello Spirito, Acqua viva della vita (torrente in val Culvegla - Corteno Golgi BS) Il Battesimo viene ricevuto una sola volta nella vita ed è il primo dono di fede che lo Spirito di Dio fa all uomo attraverso la Chiesa, ma certamente noi possiamo riviverlo ogni giorno nella conversione del cuore, farlo nostro ogni qualvolta partecipiamo ad una liturgia battesimale, riviverlo come memoriale 16 nella celebrazione della veglia pasquale dove anche noi ci sentiamo al contempo qui oggi, e là, sulle rive del Mar Rosso, dove il Signore per azione dello Spirito ci libera e ci salva a vita nuova. Grazie al Battesimo ed in virtù dello Spirito Santo che ci rende Chiesa, ognuno di noi con doni e carismi diversi può essere strumento di salvezza per il mondo. [Rom 6, 3-8]. LO SPIRITO RINNOVATORE Vedi Ez. 37, 1-14, pag. 8 Questo di Ezechiele è il brano dell Antico Testamento che più di ogni altro rimanda all evento della risurrezione. Anche qui il grande protagonista è lo Spirito di Dio, lo Spirito che sprigiona la potenza di Dio, e ne manifesta l onnipotenza. Il Vento (lo Spirito), entra nelle ossa inanimate e le rinnova, le riporta a vita nuova; ciò che era, ora non è più e ciò che era morto ora è vita nuova. Ancora una volta l elemento cosmico (il vento) prorompe sulla Terra e porta la vita. E la vittoria del Vento (lo Spirito) e di Dio sulla morte. Lo Spirito è potenza che va oltre il limite. Interessante notare che ancora una volta, come nella creazione, è l alito di vita che proviene da Dio che penetra la materia inanimata, le ossa inaridite ( il fango), e la rende viva. Il mistero dello Spirito proviene, come il vento, da un dove che l uomo non percepisce fino in fondo, ma che può cogliere nel momento della sua azione. Non è il profeta che fa rivivere le ossa, come potrebbe trasparire ad una lettura superficiale, ma il profeta è strumento attraverso cui agisce Dio. La lettura in prospettiva cristiana di questo brano, ci apre a numerosi orizzonti;

17 Comunità in ascolto la stessa potenza di Dio, lo stesso Spirito agiranno nel mistero della risurrezione e Cristo sarà la primizia della promessa di Ezechiele. Le ossa inaridite le possiamo anche paragonare alla nostra condizione umana lontana da Dio, che non produce nulla di vivo. L esistenza dell uomo, fecondata dalla presenza dello Spirito, è completamente rinnovata e produce frutti che la elevano. L incontro con lo Spirito di Dio porta le azioni umane ad essere efficaci e ritrovano in esso la loro verità più profonda e viva. L agire diventa segno di salvezza, riflesso di una realtà più alta e più profonda. Riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore. [ Rm 1,3-4] E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. [Rm 8,10-11] Questi due brani di S. Paolo sono rivolti alla Chiesa di Roma; in essi troviamo un ulteriore rivelazione dell azione dello Spirito Santo nel mistero della Risurrezione. Nei Vangeli non vi è cenno alle modalità della Risurrezione, ma S. Paolo, ispirato dallo Spirito, compie questa riflessione: è lo stesso Spirito di Dio che ha risuscitato il Signore Gesù. Colui che era Figlio di Dio da quando è stato inviato nel mondo, riceve mediante lo Spirito, i pieni poteri nel momento della sua glorificazione quando risorto siede alla destra di Dio. La convinzione che lo Spirito di potenza, che fa nuove tutte le cose, agisca nella Risurrezione, è già presente in tutta la riflessione dei primi anni della Chiesa. Lo Spirito Santo, che ha creato col Padre e col Figlio il mondo; lo Spirito Santo che ha reso col Padre carne il Figlio; lo stesso Spirito non poteva essere il grande assente nel momento cruciale della Salvezza, la Risurrezione, senza la quale non trovava compimento la promessa da Dio. Così come la vita di ogni uomo è legata al respiro (l alito di Dio), così la sua vita eterna, la sua salvezza, è legata allo Spirito Santo. E allora se è vero che il Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito [1Pt 3,18] lo stesso Spirito di Dio risusciterà anche coloro in cui abita il suo Spirito. Questa azione non è solo escatologica (per la fine dei tempi): è presente qui oggi nel nostro tempo, perchè questo Spirito, capace di farci vivere, che ci dona la fede e ci rinnova nella conversione, è già in noi. I cristiani sono già principio di vita nuova e definitiva; possiedono già lo Spirito di Dio come primizia, sono già figli ed eredi che attendono la pienezza. Il nostro corpo mortale, per mezzo dello Spirito e di Gesù Cristo, un giorno sarà riscattato dalla morte; allora si manifesterà pienamente la condizione dei figli di Dio: Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza noi siamo stati salvati. [Rm 8,22-24] Per la vita Lo Spirito che rinnova è oggi presente nella Chiesa attraverso il sacramento della Riconciliazione e in ogni atto che porta ogni uomo a convertirsi, cioè a cambiare radicalmente il suo cuore: Oracolo del Signore Dio. Convertitevi e desistete da tutte le vostre iniquità, e l'iniquità non sarà più causa della vostra rovina. Liberatevi da tutte le iniquità commesse e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Perché volete morire, o Israeliti? Io non godo della morte di chi muore. Parola del Signore Dio. Convertitevi e vivrete. [Ez 18,30-32] L uomo è sempre tentato dal peccato ed essendo fragile cade. L amore di Dio lo porta a stare dinanzi al suo errore e proprio lo Spirito Santo gli fa gustare, dopo la nostalgia della lontananza, il volto del Padre. C è una vita nuova che attende ogni peccatore che si converte. Lo Spirito Santo suggerisce al peccatore sentimenti di pentimento, ma gli apre anche orizzonti di speranza perchè lo riconduce alla pace con Dio che lo fa di nuovo partecipe a pieno titolo della Chiesa di cui lo Spirito è forza e anima. Che lo Spirito sia presente nel sacramento della riconciliazione è Gesù stesso che lo dice: Gesù disse loro «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi» [Gv 20,22-23]. Il sacerdote nel dare l assoluzione pronuncia le parole: Io ti assolvo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Chi perdona è Dio Padre, in Gesù Cristo, per l azione potente dello Spirito. I padri ricordano che ogni conversione è una piccola risurrezione e finchè lo Spirito di vita è nell uomo non viene mai meno la speranza di una vita nuova. 17

18 Comunità in cammino Vita della Comunità 16 gennaio - 12 marzo 2006 Sono figli di Dio, con il Battesimo: 5 Gardoni Alessandro da Battista e Bertoni Maddalena 6 Rapisarda Federico da Pierpaolo e Campana Roberta 7 Piantoni Daniele da Massimiliano e Gottardi Cinzia 8 Pesenti Davide da Massimo e Ramera Laura 9 Purini Diego da Marco e Martinelli Maria Teresa b. 5 febbraio b. 5 febbraio b. 19 febbraio b. 5 marzo b. 5 marzo Hanno consacrato il loro amore davanti all altare del Signore: 1 - Boglioni Marco e Delbono Karin il 28 gennaio 2 - Salvati Angelo Battista e Donna Elena il 4 marzo Ci hanno preceduto nell eternità: 2 Delaidini Giuseppe, di anni gennaio Sterzi Rina, di anni gennaio, di Palazzolo, osp. casa alb. 3 Navoni Maria, di anni gennaio Fossati Caterina, di anni gennaio, di Chiari, osp. casa alb. 4 Lorini Carlo, di anni 75 1 febbraio 5 Salogni Angela, di anni 90 6 febbraio 6 Cancelli Antonio Battista, di anni 81 8 febbraio 7 Vitali Maria, di anni febbraio 8 Bergomi Paola, di anni febbraio 9 Saleri Diego, di anni febbraio 10 Donghi Martina, di anni 92 1 marzo 11 Zani Giovanni, di anni 71 2 marzo 12 Bedoschi Giuseppina, di anni marzo 18

19 Calendario liturgico - pastorale Comunità in cammino MARZO 19 - Domenica III di Quaresima (Sett. II) «Gesù fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori dal tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e rovesciò i banchi e ai venditori di colombe disse: Portate via queste cose e non fate delle cose del Padre mio un luogo di mercato» (Mc. 2,17). ore 9.30 all'oratorio femminile, ritiro II per i fanciulli di 5a elementare ore 10,00 s. Messa animata dai ragazzi, in prossimità della festa del Patrono dei papà ore nel Focolare, incontro per genitori dei fanciulli di 5a elementare ore nel Focolare, incontro per genitori e fanciulli del Gruppo Betlemme (1 anno ICFR) ore 15,45 celebrazione comunitaria del Battesimo 20 - lunedì S. GIUSEPPE, sposo della B.V. Maria - solennità ore 8,30 s. Messa distinta in onore di s. Giuseppe ore 20,30 nelle rispettive sedi, hanno luogo i Centri di Ascolto 21- martedì ore 20,30 incontro di spiritualità per giovani presso il centro Oreb di Calino 22 - mercoledì ore in chiesa, appuntamento quaresimale per gli adolescenti, i giovani e gli adulti 24 - venerdì è giorno di astinenza. ore Via Crucis ore presso la chiesa dell'oratorio femminile, in via Cavour, incontro quaresimale per i fanciulli delle elementari e i ragazzi delle medie 25 - sabato ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE - solennità ore 8,30 s. Messa distinta ore 17,00 almeno un sacerdote è presente per il Sacramento della Confessione ore 18,00 s. Messa festiva vespertina del sabato ore 20,15 ritrovo in chiesa parrocchiale e fiaccolata al convento dell Annunciata ove alle 20,45 verrà concelebrata l Eucaristia Domenica IV di Quaresima Laetare (Sett. III) Gesù disse: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio ha mandato il suo Figlio ( ) perché il mondo si salvi (Gv.,16) ore 9.30 all'oratorio femminile, ritiro II per i fanciulli di 4a elementare ore 14,20 presso il Focolare, incontro per i genitori dei fanciulli di 4a elementare 27/28-Lun./mar. ore 20,30 serate di spiritualità per gli adolescenti e i giovani, presso l Oratorio femminile 29 - Mercoledì ore appuntamento quaresimale per gli adolescenti, i giovani e gli adulti; 3a serata di spiritualità 30 - Giovedì ore 20,30 Via Crucis nella diaconia S. Pietro 31 - Venerdì è giorno di astinenza ore Via Crucis ore presso la chiesa dell'oratorio femminile, in via Cavour, incontro quaresimale per i fanciulli delle elementari e i ragazzi delle medie ore 20,30 Via Crucis nella diaconia S. Paolo 19

20 Comunità in cammino APRILE 1 - sabato ore 17,00 almeno un sacerdote è presente per il Sacramento della Confessione 2 - Domenica V di Quaresima (Sett. I) (Gv. 12, 24-26) Gesù rispose Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita, la perde. Se uno mi vuol servire, mi segua e, dove sono io, là sarà anche il mio servo. Ricorre il I anniversario della morte di Giovanni Paolo II. ore 9.30 all'oratorio femminile, ritiro II per i ragazzi di 2a media NB: per i ragazzi di 3a media, il ritiro di Quaresima consisterà nella preparazione e nella realizzazione del pellegrinaggio a Roma, insieme ai cresimandi - cresimati della Diocesi, in occasione della Domenica delle Palme. ore 11,45 celebrazione comunitaria del Battesimo ore 14,20 presso il Focolare, incontro per i genitori dei ragazzi di 2a media 3 - lunedì ore 20,30 nel Focolare, incontro per gli animatori dei Centri di Ascolto 4 - martedì ore 20,30 Via Crucis nella diaconia S. Floriano 5 - mercoledì in chiesa, ritiro II per gli adulti; due le possibilità: 1 - alle 14.30: momento di preghiera, proposta di riflessione, possibilità di preghiera personale e guidata, davanti all'eucaristia solennemente esposta; benedizione conclusiva; 2 - alle 20.00, per chi è impossibilitato nel pomeriggio, secondo le medesime modalità. 6 - giovedì primo del mese, giornata mensile parrocchiale di preghiera per le vocazioni: dopo la Messa delle 8,30 viene esposto il ss. Sacramento fino alle ore 12,00 con un momento di adorazione comunitaria. ore 15,30 sacramento della Confessione per i ragazzi delle medie ore 20,30 Via Crucis nella diaconia S. Maurizio 7 - venerdì È giorno di astinenza. ore memoria devozionale dell'addolorata: liturgia penitenziale e confessione pasquale per le donne. ore sacramento della Riconciliazione per i fanciulli delle elementari ore 20,30 Via Crucis nella diaconia S. Giacinto 8 - sabato ore 17,00 liturgia penitenziale e confessione per gli adulti in serata partecipazione dei giovani alla Veglia delle Palme, a Brescia, con il Vescovo. Settimana santa 9 - DOMENICA DELLE PALME, DELLA PASSIONE DEL SIGNORE (SETT. II) - Quelli che andavano innanzi e quelli che seguivano, gridavano: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene! (Mc. 11, 9-10) - Nel Gethsemani, Gesù si gettò a terra, pregava e diceva: Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma come vuoi tu (Mc. 14, 35-36). ore 9.50 dopo il ritrovo all'oratorio femminile, benedizione degli ulivi. Processione verso la Chiesa seguita dalla s. Messa delle 10,00. NB: il Lunedì, il Martedì e il Mercoledì santo, vengono tenute le consuete celebrazioni dei giorni feriali, oltre le quali vi sono quelle di volta in volta indicate Lunedì della Settimana santa ore 20,00 in S. Pietro, s. Messa ore 20,30 nelle rispettive sedi, hanno luogo i Centri di Ascolto 20

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