Fallimenti del mercato tradizionale del credito e Micro nanza

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1 Università del Salento FACOLTÀ DI ECONOMIA Dipartimento di Scienze Economiche e Matematico-Statistiche Master di II livello (PIT 9.4) ANALISI DEI MERCATI E SVILUPPO LOCALE Fallimenti del mercato tradizionale del credito e Micro nanza LECTURE NOTES Modulo di Politiche economiche per lo sviluppo locale: presupposti teorici, obiettivi e strumenti operativi (M2, Area Tematica AT3) Dott.ssa Lucia Dalla Pellegrina Università Milano-Bicocca lucia.dallapellegrina@unimib.it maggio

2 Tre sono i principali canali di erogazione del credito nei paesi in via di sviluppo. Credito bancario Credito informale Microcredito (Credito di gruppo) Analizzeremo le peculiarità di ciascuno dei tre canali, prestando particolare attenzione alle caratteristiche delle singole modalità di nanziamento (chi sono i datori e i prenditori di fondi, quali sono le forme di mercato che governano l erogazione dei prestiti, qual è il livello dei tassi d interesse e l esistenza o meno di garanzie sul prestito), alla teoria economica, e all evidenza legata al successo o all insuccesso delle varie forme di nanziamento. IL CANALE BANCARIO In primo luogo, è necessario richiamare l attenzione sul cattivo funzionamento del canale bancario nei paesi in via di sviluppo, e in particolare in quelli più poveri. Infatti, i contratti bancari sono prestiti normalmente soggetti a garanzia/collateral (di solito reale, come il pegno o l ipoteca). Tuttavia, va sottolineato che nel contesto di povertà che contraddistingue i paesi in via di sviluppo, tali garanzie non sono di facile identi cazione. Infatti, in linea generale, le banche non sono disposte ad accettare in garanzia beni che, sebbene possano avere un valore molto elevato per il prenditore di fondi, sono nel contempo di di cile transazione sul mercato. La teoria economica suggerisce che prestiti senza garanzia, o con garanzia non su cientemente capiente, rendono il meccanismo di allocazione del credito sensibile a problemi di asimmetrie informative (adverse selection e moral hazard). Analizziamo innanzitutto il caso di adverse selection (informazione nascosta), messo in luce da Stiglitz e Weiss nel Immaginiamo che venga contratto un prestito di entità L per nanziare un progetto avente un ricavo pari a Q, dove Q F (Q; ); e 2 ; è la varianza/rischiosità del progetto (non nota alla banca); il valore del collateral (non immediatamente liquidabile ai ni del rimborso del prestito) è pari a C; l importo da restituire a scadenza, se il progetto ha successo, è L(1 + i), dove i è il tasso d interesse richiesto dalla banca, mentre in caso di insuccesso (e quindi di insolvenza) la banca si appropria della garanzia, C, più la quota di ricavo residuo (Q). A questo punto, si può de nire il pro tto atteso del prenditore come il massimo valore tra il ricavo prodotto dal progetto, al netto dell importo da restituire alla banca, e il valore (negativo, poichè viene ceduto alla banca) del collateral. E ( B ) = max [Q (1 + i) L; C] Il pro tto atteso della banca sarà invece costituito dal minimo valore tra l ammontare del prestito, maggiorato degli interessi, e la garanzia, a cui si deve sommare il ricavo residuo. 2

3 Profitto datore i* i Figure 1: Stiglitz-Weiss, E ( L ) = min [(1 + i) L; C + Q] Dal momento che il pro tto atteso del prenditore è limitato inferiormente dal valore ( sso) del collateral, è facile dimostrare che, dato il tasso d interesse i, al crescere della varianza (o rischiosità) del progetto aumenta il pro tto atteso del prenditore, perciò solo prenditori che hanno progetti rischiosi, ossia con una varianza superiore ad un certo valore che de niamo b, prendono a prestito. Inoltre, si dimostra che all aumentare del tasso d interesse aumenta anche il valore-soglia b che de nisce la rischiosità minima del progetto richiesta a nchè il prenditore sia disposto ad accettare il contratto bancario. Analogamente, siccome il pro tto atteso della banca è limitato superiormente da (1 + i) L, si dimostra che, dato il tasso d interesse, al crescere della varianza tale pro tto diminuisce, perciò i datori preferiscono nanziare progetti con basso (sicuri). Di conseguenza, si può osservare come un aumento del tasso d interesse provoca sì un incremento dei pro tti del datore di fondi, ma via via che il tasso assume valori sempre più elevati si veri ca un fenomeno di selezione avversa tale per cui sono proprio i prenditori più sicuri e con maggiore probabilità di restituzione del prestito a lasciare il mercato. Questo, come emerge in Fig. 1, tende a far decrescere i pro tti del datore oltre un certo valore del tasso (i ). Da ciò possiamo concludere che nei paesi dove vi sono forti asimmetrie in- 3

4 formative, si veri cano fenomeni di razionamento del credito, per cui si è in presenza di una potenziale domanda di nanziamento che rimane insoddisfatta. Dall altro lato, si assiste ad un eccesso di o erta di fondi che non vengono sfruttati, data la reticenza dei potenziali datori a prestare a soggetti di cui non hanno su cienti informazioni circa i progetti nanziati. In ne, i tassi d interesse in vigore si rivelano talvolta inferiori a quelli che i prenditori sarebbero e ettivamente disposti a pagare data la rischiosità dei loro progetti. Per quanto riguarda i problemi di moral hazard, ossia di azione nascosta, la teoria economica (Ghosh, Mookherjee e Ray, 2000) mette in luce come la componente di "e ort", o impegno, che governa la probabilità di successo del progetto tende a diminuire al crescere del tasso d interesse e perciò a deprimere i pro tti dei datori di fondi che si dimostrano, anche in questo caso, restii a nanziare i progetti. Per dimostrare la precedente a ermazione si ipotizzi che la variabile e rappresenti l impegno dedicato dal prenditore al progetto nanziato. Tale variabile non è nota alla banca. La probabilità di successo del progetto è de nita come p (e). Si assuma inoltre che la probabilità di successo aumenti al crescere dell impegno dedicato allo stesso: p 0 (e) > 0, ma con rendimenti decrescenti (p 00 (e) < 0). A questo punto, il prenditore sceglie il livello di impegno che massimizza i suoi pro tti : max e [Q (1 + i) L] p (e) C [1 p (e)] e e = e( i ; C + ) In questo caso si dimostra che un aumento del tasso d interesse, che da un lato aumenta il pro tto del datore, tende anche a ridurre il livello di impegno dedicato al progetto da parte del prenditore e quindi la probabilità di rimborso del prestito. Perciò si veri ca lo stesso fenomeno illustrato da Stiglitz e Weiss, ma questa volta è causato da un asimmetria informativa circa l azione (e ort) del debitore e non circa l informazione (rischiosità o varianza del progetto). L opposto accade con riferimento al collateral (più risorse proprie sono in gioco e più ci si impegna per evitare di perderle). Concorde con la teoria, l evidenza empirica tende a sottolineare come nei PVS il canale tradizionale funziona poco perchè, oltre alla scarsità di beni che possono essere accettati dalle banche come garanzia, altre ragioni concorrono a rendere il credito bancario applicabile. Tra queste si possono annoverare la scarsa e cacia del law enforcement (e in generale della giustizia nella tutela della proprietà); la notevole distanza geogra ca che separa datore e prenditore di fondi; l ammontare dei prestiti richiesti, di importo troppo basso se paragonato ai costi ssi (di transazione) sostenuti dalla banca. Inoltre, l imposizione di tetti ai tassi d interesse in virtù di norme anti-usura tende ad accentuare il fenomeno di razionamento del credito (si vedano vari contributi in Masciandaro e Porta, 4

5 1997). Lo scarso successo del canale bancario è in ne comprovato da tassi di default estremamente elevati (50-60%). IL CANALE INFORMALE In un contesto caratterizzato da assenza o fallimento, totale o anche solo parziale, del canale bancario tradizionale, nei PVS si è fatta strada la possibilità di forme di nanziamento di carattere informale. In questo caso i creditori sono per lo più proprietari terrieri, commercianti, negozianti e parenti 1. I debitori sono spesso soggetti conosciuti dal creditore, perciò vengono, in linea di principio, superati gli ostacoli dati dalle asimmetrie informative analizzate sopra. Inoltre, i datori di fondi tendono ad accettare in garanzia beni e servizi che la banca generalmente non è disposta ad accettare (spesso sono frequenti anche prestiti senza garanzia o aventi come garanzia capitale umano). Il credito informale si rivela quindi uno strumento più essibile e vantaggioso nelle modalità e nei tempi di erogazione rispetto al credito bancario (tempi brevi, scarsa burocrazia) anche perchè si riducono i costi ssi, di transazione e informativi, che incidono maggiormente su prestiti di ammontare modesto. In ne è anche più probabile che si accettino forme di rinegoziazione del debito (sebbene a condizioni più onerose). Nonostante questi vantaggi, la teoria economica pone l accento sul fatto che i tassi d interesse vigenti sul mercato informale sembrano essere comunque troppo elevati, e le ragioni più frequentemente apportate si legano all elevato potere di mercato dei prestatori. Tuttavia, anche l insu cienza di garanzie, unita alla scarsa probabilità di successo dei progetti (tipica di economie povere e su base agricola dove le probabilità di successo sono fortemente in uenzate da fattori ambientali) possono dare origine a tassi d interesse elevati, anche in assenza di monopolio. Un semplice esempio può essere utile a tale proposito. De nendo nuovamente L l ammontare del prestito concesso e p la probabilità di successo, ipotizziamo che il prenditore non abbia alcuna garanzia da o rire (C = 0). Si assuma inoltre che r sia il costo opportunità dei fondi dati a prestito. A questo punto è possibile de nire il pro tto atteso del datore e imporre la condizione di concorrenza perfetta (pro tti nulli), al ne di ricavare l tasso di interesse ottimale: E ( L ) = p (1 + i) L (1 + r) L = 0 i = 1 + r 1 p E semplice notare come, sebbene in presenza di un costo opportunità del denaro non particolarmente elevato (ad esempio r = 10%) e con una probabilità 1 In letteratura si tende ad accorpare tali soggetti all interno della macro-area del credito informale in quanto, nell ambito di queste transazioni creditizie, non si prevede l intervento di un istituzione di intermediazione regolamentata. Tuttavia, il credito di parenti e conoscenti si discosta per alcuni aspetti, tra cui solidarietà e reciprocità, da quello di proprietari terrieri e commercianti (si veda, ad esempio, La Ferrara, 2003). 5

6 di successo del 50%, il tasso di interesse applicato del creditore informale risulti pari a i = 120%! In ne, alcuni economisti hanno dimostrato empiricamente come sia possibile la presenza di forme di concorrenza monopolistica tra creditori informali, specialmente in contesti urbani (Aleem, 1990), dove si osservano contemporaneamente tassi d interesse elevati compatibili con pro tti nulli per i creditori. In conclusione, possiamo a ermare che nei PVS il canale informale costituisce spesso l unica forma di nanziamento per i motivi precedentemente elencati. L evidenza empirica, nonostante la scarsità di dati relativi alle transazioni di tipo informale, suggerisce che i tassi di default sono più ridotti rispetto al credito bancario. Il razionamento è anch esso un fenomeno più limitato rispetto a quanto accade per il canale tradizionale. Dall altro lato, tra gli insuccessi che determinano il limitato uso di queste forme di nanziamento, laddove ve ne siano di alternative (in proposito si veda oltre), incidono notevolmente l elevato il costo del credito, spesso legato alle basse probabilità di successo/rischiosità dei progetti (fattori ambientali, assenza di skills) e il comportamento opportunistico di molti prestatori (usurai). In ne, rimane anche il problema di enforcement, ancora, e per ovvie ragioni, più accentuato rispetto a quanto accade nel mercato formale: infatti gli strumenti di recupero a disposizione ai prestatori informali sono notevolmente inferiori a quelli a disposizione delle banche. IL MICROCREDITO (CREDITO DI GRUPPO) La grande innovazione in materia dei credito ai poveri si ebbe all inizio degli anni ottanta, con l esperienza della Grameen Bank che allora stava nascendo. La grande scoperta fu di un professore di economia dell università di Chittagong, Muhammad Junus [...]. Egli osservò che il problema maggiore per un povero era di non possedere alcun mezzo per poter avere anche una sola possibilità di lavorare senza dover ricorrere ai prestiti degli usurai. Le banche infatti non presterebbero mai denaro a chi è sprovvisto di garanzie in caso di insolvenza. Sandra Endrizzi, Pesci Piccoli Alla luce di questa premessa, possiamo dire che il microcredito, di cui il credito di gruppo rappresenta la forma più di usa, si è sviluppato, e continua a riscuotere successi, in contesti caratterizzati da povertà e assenza di beni utilizzabili come collateral dalla clientela più povera. Le forme di mercato alternative che si osservano nell ambito creditizio laddove il credito di gruppo gode di applicazione su vasta scala sono frequentemente di tipo monopolistico 2. Infatti, i casi di usura che si riscontrano in tali contesti sono prevalentemente destinati all acquisizione del, seppur scarso, collateral (spesso infatti i proprietari terrieri o latifondisti mirano ad appropriarsi 2 Nonostante questa ipotesi sia largamente accreditata in letteratura, alcuni recenti contributi (si vedano in proposito Dalla Pellegrina e Masciandaro, 2004) individuano la possibilità di interazioni di tipo concorrenziale tra erogatori di credito di gruppo e prestatori di diversa natura, in particolare informali. 6

7 dei piccoli appezzamenti di terra dati in garanzia dai debitori). Tale potere monopolistico deriva in gran parte dalle condizioni di isolamento in cui si vengono a trovare le famiglie che vivono in ambienti rurali caratterizzati da assenza di infrastrutture e mezzi di comunicazione. Ad agevolare l appropriazione indebita dei pochi beni di proprietà delle famiglie povere, contribuisce inoltre la notevole ine cacia del law enforcement e il basso grado di tutela dei diritti di proprietà di cui so rono soprattutto le fasce più povere della popolazione rispetto a quelle più ricche e (talvolta) corrotte. Un altra peculiarità di questi mercati è la forte presenza di asimmetrie informative tra datore e prenditore di fondi: anche in presenza di credito informale legale, il datore di fondi spesso non è a conoscenza della tipologia di progetto messo in atto dal prenditore o, ancora più frequentemente, accade che non vi siano validi strumenti per incentivare il giusto livello di impegno dedicato al progetto. In ne, le cattive condizioni igienico-sanitarie in cui vivono le frange povere della popolazione, accentua il rischio di insolvenza dovuto a malattie e decessi. Ancora più spesso, il rischio globale (carestie o catastro naturali) a cui sono soggetti i prestatori, a causa della scarsa di erenziazione applicabile a un portafoglio di dimensioni relativamente ridotte, li rende restii ad impiegare le risorse nanziarie in esubero. In tale ambito trova spazio il microcredito, di cui, come si è in precedenza sottolineato, il credito di gruppo rappresenta la componente più di usa. In questo caso i creditori sono frequentemente organizzazioni non governative (ma non mancano i casi di datori di fondi costituiti da organizzazioni governative e cooperative). I debitori sono invece soggetti che vogliono iniziare o migliorare un attività economica. I progetti nanziati vanno dalle attività agricole all allevamento di bestiame o animali da cortile, ma si tende ragionevolmente a di erenziare lo spazio di applicazione ad attività di tipo artigianale, che garantiscono una maggiore copertura contro il rischio globale e possono più facilmente essere condotte dalle donne, alle quali sono destinati la gran parte dei prestiti. I gruppi variano nel numero di componenti (denominati "pari"), sono costituiti su base volontaria, e spesso, come nel caso di Grameen Bank in Bangladesh, è prevista l assenza di legami di parentela al ne di limitare l eccessiva coesione tra i membri della stessa famiglia, fatto che potrebbe indurre ad una scarsa percezione delle sanzioni sociali (si veda oltre) che sono spesso imposte in caso di comportamenti opportunistici da parte dei pari. Inoltre, nanziando progetti che vengono poi condotti individualmente dai membri del gruppo si tende a ridurre il rischio di fallimento del gruppo. I prestiti sono personali, ma i membri del gruppo sono responsabili in solido. Questo signi ca che la somma erogata viene nella maggior parte dei casi suddivisa in parti uguali tra i pari e ognuno di essi è obbligato al rimborso della sua quota di prestito maggiorata degli interessi. Tuttavia, qualora uno dei membri del gruppo non sia in grado di ripagare per intero la propria quota, gli altri pari intervengono per il rimborso della rimanente parte. Le sanzioni a cui sono sottoposti i soggetti inadempienti sono sia di tipo economico (mancato ri nanziamento futuro da parte dell istituzione erogatrice 7

8 e/o sottrazione di una parte del ricavo) che di tipo sociale. Tra le sanzioni sociali più comunemente note a livello di comunità rurali vi è certamente la privazione di alcune forme di reciprocità di use a livello di villaggio, che si rivelano di indubbia importanza per la sopravvivenza delle famiglie più povere. Il timore di perdere tali bene ci induce i soggetti facenti parte del gruppo a investire al meglio le risorse ricevute in prestito e a dedicare il massimo impegno al progetto nanziato. Inoltre, dal momento che il peso dell insolvenza di un pari ricade su tutti i membri del gruppo, si innesca un fenomeno di monitoraggio reciproco chiamato "peer monitoring", che si rivela indubbiamente una delle principali determinanti degli alti tassi di rientro dei prestiti (che si aggirano intorno al 90 per cento). Il livello di impegno dedicato al progetto, nei contesti rurali descritti in precedenza, è infatti facilmente controllabile (e a basso costo) da parte di soggetti che vivono nello stesso villaggio e che svolgono le medesime attività economiche (molto più di quanto non possa avvenire per una banca che dista molte miglia o per un proprietario terriero o un commerciante che sono relativamente isolati rispetto alla vita del villaggio, non fosse altro per le migliori condizioni di vita che essi conducono). In tema di sanzioni, la teoria economica suggerisce che la responsabilità solidale e il meccanismo di "peer monitoring" che da questa scaturisce innescano un meccanismo che consente di ridurre le asimmetrie informative. Tuttavia, anche senza la completa rimozione delle asimmetrie informative, la performance dei debitori migliora, in termini di impegno dedicato al progetto nanziato, rispetto al credito individuale. L intuizione è abbastanza semplice: nel credito di gruppo, i prenditori di fondi sono, da un lato, responsabili sia della propria solvibilità che per quella degli altri individui appartenenti al gruppo (e ciò può causare una riduzione del loro pro tto atteso in caso di salvataggio di un pari insolvente), ma dall altro lato ottengono un risparmio dovuto alla riduzione del tasso d interesse richiesto dai prestatori come conseguenza della maggiore probabilità di ripagamento rispetto al prestito individuale (che comporta un incremento del pro tto atteso). La semplice analisi teorica illustrata in seguito aiuta a comprendere come il secondo fenomeno prevalga sul primo in presenza di mercati del credito perfettamente concorrenziali (Ghatak e Guinanne, 1999). Si ipotizzi che nell ambito di un prestito individuale la somma erogata sia L = 1 e che l ammontare da rimborsare (pari al tasso lordo d interesse) sia di conseguenza R = 1 + i. Non esistono garanzie sul prestito. Si de nisca nuovamente p la probabilità di successo del progetto (Q > R con probabilità p e Q = 0 con probabilità (1 p)). Per semplicità si assuma inoltre che p = e, il livello di impegno dedicato al progetto. Il costo per il debitore, in termini di impegno dedicato al progetto, è pari a 1 2 p2, dove rappresenta un parametro della funzione di costo. Il prenditore di fondi massimizza i suoi pro tti rispetto all impegno e (in questo caso alla probabilità di successo): 8

9 max p p(q R IL ) p = Q R IL 1 2 p2 A questo punto dobbiamo endogeneizzare il tasso di interesse richiesto dal prestatore individuale (R IL ) in un mercato concorrenziale. Poniamo che il costo opportunità dei fondi da esso prestati sia pari a. La conzione di pro tto pari a zero per il prestatore ci fornisce la misura del tasso applicato: (1) pr IL = =) R IL = p Sostituendo R IL nella (1) e risolvendo per p, otteniamo: p 2 Qp + = 0 Si dimostra 3 che la soluzione di equilibrio scelta è quella con il più elevato livello di p: p = Q + p Q Nel caso di responsabilità solidale, in un gruppo composto da due sole persone, de niamo m il costo addizionale a cui va incontro il membro del gruppo che non rimborsa la sua quota. In questo caso, a di erenza del precedente, il prenditore massimizza: max p p(q R) p = Q R m 2m 1 2 p2 mp (1 p) La condizione di pro tto nullo per il prestatore è, in questo caso: (2) pr GL + mp (1 p) = =) R GL = p m(1 p) < R IL Sostituendo R GL nella (2) e risolvendo per p, otteniamo: ( m)p 2 Qp + = 0 Si dimostra che la soluzione di equilibrio scelta è ancora quella con il più elevato livello di p: 3 In questo caso la banca è indi erente rispetto ai due valori di p, mentre un p più elevato migliora il pro tto del prenditore. Si vedano in proposito Ghatack e Guinanne (1999). 9

10 bp = Q + p Q 2 4( m) > p 2( m) Da cui emerge che la probabilità di successo (e quindi l impegno dedicato al progetto) risulta maggiore rispetto a quanto avvenga in un prestito individuale 4, in quanto il numeratore della frazione è maggiore rispetto al credito individuale, mentre il denominatore risulta inferiore. Concludendo la panoramica sulla struttura dei prestiti di gruppo, è necessario osservare che i prestiti erogati sono di ammontare ridotto e l importo è spesso crescente nel tempo, per ovvie ragioni di a dabilità dei gruppi. La scadenza dei prestiti è generalmente breve, e i gruppi vengono nanziati ripetutamente per un arco di tempo piuttosto lungo prima che le condizioni economiche dei singoli membri permettano loro di rendersi economicamente indipendenti, in particolare per l approvvigionamento degli input produttivi. In base a questa regola si vuole dare origine a un rapporto continuativo con il datore di fondi, in maniera tale che, data la sanzione economica rappresentata dal mancato rinnovo del prestito, venga incentivato il ripagamento delle somme erogate. I tassi di interesse richiesti sono particolarmente ridotti, in particolare se si considera l elevato rischio associato al fatto di prestare somme a soggetti relativamente privi di capacità imprenditoriale e di garanzie reali (Grameen, BRAC e BRDB- 12 in Bangladesh, per esempio applicano tassi che si aggirano intorno al 20 per cento). Tuttavia, al ne di migliorare le capacità imprenditoriali dei soggetti - nanziati, vengono istituite riunioni settimanali durante le quali si cerca di infondere cultura nanziaria e imprenditoriale, nonchè si impartisce l osservanza di regole di buona condotta destinate a migliorare le condizioni igienico-sanitarie dei pari a nchè questi siano maggiormente in grado di operare in buona salute e rimborsare le somme ricevute in prestito. Tali servizi aggiuntivi (non-credit services) sembrano essere un altra determinante del successo del microcredito e dei tassi di rientro particolarmente elevati. In ne, l evidenza empirica sul microcredito mette in luce gli e etti positivi dei programmi lanciati nei paesi più poveri in termini di aumento del benessere, della scolarizzazione, e dell investimento di risorse nei progetti nanziati (Pitt e Khandker, 1998; Madajewicz, 1999; Dalla Pellegrina, 2005). Grameen Bank, per esempio, conta ormai più di 2.4 milioni di clienti, 95 per cento dei quali sono donne. Con 1,170 u ci, opera in 40,000 villaggi, coprendo più della metà dei villaggi del Bangladesh. Un elemento non trascurabile nell ottica di estensione di questa tipologia di credito, è quello della sostenibilità nanziaria delle organizzazioni che operano in tale campo: si sostiene infatti che tassi di interesse così bassi in assenza di garanzia non siano autosostenibili e sono perciò necessarie frequenti donazioni da parte dei governi o di altre organizzazioni internazionali (ad esempio World Bank) a nchè le istituzioni microcreditizie siano in grado di sopravvivere. Ciò 4 Per ipotesi si assume che m < Q <. Si vedano ancora Ghatack e Guinanne (1999) per ulteriori dettagli su queste ipotesi. 10

11 nonostante, alcune NGO sono divenute vere e proprie banche (ad esempio BancoSol in Bolivia) ma al prezzo di una minore solidarietà verso i più poveri dei poveri. Si cerca perciò un compromesso tra sostenibilità nanziaria e corretto targeting presso le fasce più povere della popolazione mondiale: un idea può essere quella di fare uso delle donazioni esclusivamente come bu er in situazioni legate a calamità naturali o circostanze avverse di varia natura (anche se attraverso forme di micro-assicurazione e micro-riassicurazione un esempio è costituito da SEWA Bank in India si cerca di rendere indipendenti le istituzioni di microcredito da qualsiasi tipo di intervento esterno). 11

12 BIBLIOGRAFIA Aleem I., Imperfect Information, Screening, and the Costs of Informal Lending: A Study of a Rural Credit Market in Pakistan, World Bank Economic Review, v4, Dalla Pellegrina L., Micro nance and Investment: a Comparison with Bank and Informal Lending, RePEc Working Paper ( Dalla Pellegrina L., Masciandaro D., "Nuova" Micro nanza? Credito Informale e Credito di Gruppo in Mercati Competitivi, Rivista Italiana degli Economisti, 1, Endrizzi S., Pesci Piccoli. Donne e cooperazione in Bangladesh, Bollati e Boringhieri, Ghatak M., T.W.Guinanne, "The economics of lending with joint liabilty: theory and practice", Journal of Development Economics, 60, Ghosh P., D. Mookherjee, D. Ray, Credit Rationing in Developing Countries: An Overview of the Theory, in D. Mookherjee and D. Ray, Readings in the Theory of Economic Development, Blackwell Publishing Company, ( Junus M., Il Banchiere dei Poveri, Ed. Feltrinelli, Kreps, D., A Course in Microeconomic Theory, Princeton University Press, La Ferrara E., Kin groups and Reciprocity: A Model of Credit Transactions in Ghana, American Economic Review, 93(5), Madajewicz M., Does Credit Contract Matter? The Impact of Lending Programs on Poverty in Bangladesh, Columbia University, mimeo, Masciandaro D., Porta A. (a cura di), L usura in Italia, EGEA, Pitt M.M., S. Khandker, The Impact of Group-Based Credit Programs on Poor Households in Bangladesh: Does the Gender of Participants Matter?, Journal of Political Economy, Stiglitz J.E., A. Weiss, Credit Rationing in Markets with Imperfect Information, American Economic Review,

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