4.2 Il bilancio energetico di riferimento nel settore residenziale

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1 La consistenza del settore residenziale Nella tabella II è riportata la consistenza del comparto edilizio nel Comune di Carugate. I dati raccolti nel censimento ISTAT del 91 sono stati aggiornati sulla base delle informazioni fornite dall Ufficio Tecnico comunale. Dalla tabella si possono osservare due elementi che caratterizzano il comparto edilizio: dal punto di vista tipologico una consistenza delle case singole o bifamiliari che, insieme alle palazzine da 3 5 abitazioni coprono circa il 60% dell edificato complessivo. Una tipologia edilizia diffusa costituita da piccoli edifici tipica dell edificato dell hinterland milanese con un rapporto superficie disperdente/volume elevato. Per quanto riguarda l epoca costruttiva si evidenzia l espansione maggiore concentrata nel ventennio Tabella. II: Consistenza del comparto residenziale nel Comune di Carugate. Numero degli alloggi ripartiti per tipologia edilizia ed epoca costruttiva (fonte: elaborazione dati ISTAT 91) Per le nuove edificazioni, comprese tra il 2004 ed il 2010, i dati forniti ci consentono di ipotizzare un numero di alloggi pari a circa 1300 che porterà il numero complessivo dai alloggi attuali a circa alloggi raggiungendo le condizioni di saturazione del territorio edificabile. Gli interventi edilizi dopo il 2010 riguarderanno quindi le riqualificazioni e le ristrutturazioni del patrimonio esistente. 4.2 Il bilancio energetico di riferimento nel settore residenziale Per gli edifici esistenti è stata effettuata una analisi campionaria che ha consentito di ricavare gli indicatori utili per ricostruire la consistenza energetica del patrimonio: altezza media; rapporto superficie trasparente/superficie utile; rapporto superficie opaca/ superficie utile; rapporto S/V;

2 884 Il regolamento edilizio come strumento di integrazione delle scelte progettuali trasmittanza pareti trasparenti; trasmittanza pareti opache; trasmittanza coperture. Partendo da queste informazioni si è potuto ricostruire il consumo energetico annuo per la climatizzazione invernale (fabbisogno di energia primaria) che è risultato pari a MWh/anno 11. Il risultato ricavato per via analitica, è stato poi validato sulla base dei reali consumi di combustibile (metano) forniti da Italgas per il comparto residenziale 12 degli ultimi tre anni che sono stati riparametrizzati in funzione dei Gradi-giorno standard. Nella tabella III sono riportati i valori dei fabbisogni energetici specifici per la sola climatizzazione invernale. Tab. III: Fabbisogno energetico complessivo per la climatizzazione invernale del comparto residenziale di Carugate riferito alla situazione attuale(mwh/anno) Risulta interessante il confronto tra gli indicatori di consumo energetico specifico degli edifici, nelle unità di misura convenzionali riferite ad unità di superficie utile (kwh/m 2 anno). Osservando tali indicatori in figura 2 si può osservare come col passare del tempo ci sia stato un miglioramento della qualità edilizia degli edifici, comunque sicuramente ancora lontano rispetto a quello di paesi europei quali la Germania o l Austria. 11 Il calcolo del consumo energetico è stato eseguito a campione utilizzando il programma CENED 4 sviluppato dai Punti Energia sulla base dell algoritmo della procedura contenuta nella UNI Il metano fornisce il 78% degli edifici ed il gasolio il restante 22%.

3 885 Figura 2 - Indicatori di consumo energetico specifico per la climatizzazione invernale del patrimonio edilizio residenziale del Comune di Carugate (kwh/m 2 anno) Si nota inoltre il maggior consumo specifico degli edifici appartenenti alle prime tre classi tipologiche per le quali, a parità di volume, la superficie disperdente è maggiore. Per quanto riguarda i fabbisogni energetici per la produzione di acqua calda sanitaria e quelli per gli usi elettrici si sono fatte delle stime sulla base di dati di letteratura. Per la produzione di acqua calda sanitaria si è ipotizzato un consumo unitario di 40 l/giorno, un incremento di temperatura di 40 K ed un rendimento di produzione pari al 60%. Per quanto riguarda gli usi elettrici, non essendo stato possibile ottenere i consumi reali dall ente erogatore si è ipotizzato un valore medio di 2205 kwh/anno per utente 13. Considerando un indice di occupazione di 2,8 persone/alloggio ed un rendimento di produzione e distribuzione del 37% 14, il fabbisogno energetico per abitante (riferito ai soli usi domestici) risulta pari a kwh/anno di energia primaria. Il grafico di figura 3 riporta il fabbisogno energetico complessivo del Comune di 13 Fonte: Autorità per l energia elettrica e il gas dati statistici Il dato si riferisce al consumo medio per l utente domestico inteso come titolare del contratto, il consumo medio per abitante, per lo stesso anno, si attesta secondo l Autorità in 4638 kwh/anno 14 Fonte: Autorità per l energia elettrica e il gas, dati statistici Rendimento calcolato considerando un consumo specifico medio per impianti termoelettrici pari a kcal/kwh e perdite di rete pari al 6,5%.

4 886 Il regolamento edilizio come strumento di integrazione delle scelte progettuali Carugate che è risultato pari a MWh/anno, ripartito nelle tre componenti: climatizzazione invernale, acqua calda sanitaria e usi elettrici. 4.3 Gli scenari al 2010 L introduzione di questo regolamento edilizio che impone regole nuove modifica la qualità energetica del costruito riducendone i consumi di energia. Per valutare gli effetti pratici si sono eseguite, partendo dalla stessa matrice tipologia edilizia/anno di costruzione, delle simulazioni prospettando quattro scenari che vengono confrontati con una situazione base di riferimento (tabella IV) 15. Tutti gli scenari, compreso quello base, considerano una proiezione al 2010 e tengono conto quindi delle espansioni edilizie previste dal Piano Regolatore Generale recentemente approvato. Gli scenari considerati sono i seguenti: scenario base: evoluzione naturale del comparto edilizio senza considerare il RE; i nuovi edifici saranno realizzati facendo riferimento alla legislazione energetica nazionale; scenario 1: applicazione del Regolamento Edilizio, che si applica ai nuovi edifici, e previsione di interventi di riqualificazione sul 10% del patrimonio edilizio esistente; scenario 2: applicazione del Regolamento Edilizio, che si applica ai nuovi edifici, e previsione di interventi di riqualificazione sul 20% del patrimonio edilizio esistente; scenario 3: applicazione del Regolamento Edilizio, che si applica ai nuovi edifici, e previsione di interventi di riqualificazione sul 30% del patrimonio edilizio esistente; 15 Ha contribuito alle elaborazioni relative al bilancio energetico e ai diversi scenari Simone Nava, laureando in Ingegneria Energetica al Politecnico di Milano.

5 887 Figura. 3 - Fabbisogni energetici del comparto edilizio del Comune di Carugate, situazione al 2003 (MWh/anno) Tabella. IV: Fabbisogni energetici del comparto edilizio del Comune di Carugate sulla base di cinque differenti scenari al 2010

6 888 Il regolamento edilizio come strumento di integrazione delle scelte progettuali scenario 4: applicazione del Regolamento Edilizio sugli interventi di riqualificazione relativi al 30% del patrimonio edilizio esistente ed adozione standard di qualità energetica superiore per i nuovi edifici (si è considerato un target di fabbisogno pari a 50 kwh/m 2 anno). Gli scenari 2 e 3 richiedono degli sforzi ulteriori da parte dell Amministrazione comunale, ad esempio l incentivazione di interventi di riqualificazione energetica sullo stock edilizio esistente attraverso azioni mirate di vario tipo (informazione, forme di incentivazione economica, ecc.). Nello scenario 4 l Amministrazione comunale dovrebbe imporre regole più ristrettive che potrebbero essere introdotte all interno dei Piani Particolareggiati delle aree di espansione. Nella tabella IV si considerano tutti gli usi energetici: climatizzazione, produzione di acqua calda e usi elettrici. Per quanto riguarda la climatizzazione, negli edifici nuovi (ad esclusione dello scenario 5) si applicano le regole del regolamento edilizio (vedi tabella I) mentre per quelli esistenti (considerati in percentuali variabili nei diversi scenari) si interviene attraverso le seguenti azioni: coibentazione della copertura; sostituzione dei serramenti; installazione di caldaie a condensazione; installazione di sistemi di regolazione individuale (valvole termostatiche). Per quanto riguarda gli impianti di produzione dell acqua calda ad usi sanitari negli edifici esistenti (considerati in percentuali variabili nei diversi scenari) si considera l installazione di impianti solari termici dimensionati per garantire una copertura del fabbisogno energetico del 50%. Per quanto riguarda gli impianti elettrici negli edifici esistenti (considerati sempre in percentuali variabili nei diversi scenari) la riduzione del fabbisogno è garantita da una serie di interventi di ottimizzazione (sostituzione dei sistemi di illuminazione, installazione di elettrodomestici a basso consumo, installazione di dispositivi di controllo). Nella valutazione del consumo energetico si è considerata l energia primaria, ossia il combustibile effettivamente utilizzato per produrre l energia elettrica necessaria (efficienza di produzione e distribuzione pari al 37%). Dalla tabella si può osservare come la semplice adozione del Regolamento edilizio comporti una riduzione sensibile dei consumi di energia rispetto alla situazione di riferimento: un 12,3% che può aumentare fino al 23,7% nello scenario massimo. 5. GLI ASPETTI ECONOMICI Nell elaborazione delle proposte contenute nel Regolamento si sono fatte delle valutazioni economiche. In particolare si è analizzata l incidenza del sovracosto indotto dal miglioramento qualitativo degli edifici dal punto di vista energetico e l effetto di riduzione del consumo di energia. Considerando un edificio di tipologia classica (edificio a schiera di 3 piani), attuando i soli interventi obbligatori, ad esclusione delle caldaie a condensazione, si ha

7 889 un sovra costo di poco superiore al 3% rispetto a quello base (il confronto è con un edificio nuovo realizzato secondo le attuali normative) 16. Gli interventi consentono di ridurre il consumo energetico complessivo (riscaldamento e acqua calda) circa del 40%. Ai costi attuali dell energia i maggiori investimenti si ammortizzano in un periodo di circa 10 anni ed il reddito medio dell investimento, considerando un periodo di durata degli interventi di 20 anni, è pari circa al 7%. L analisi non considera gli aspetti ambientali, che potrebbero essere monetizzati, e non tiene conto dei possibili aumenti del costo dell energia che renderebbero ancora più vantaggiosi gli interventi. Non si sono infine sono considerati i possibili contributi nazionali e regionali e le defiscalizzazioni degli interventi. L applicazione delle norme nei casi di ristrutturazione degli edifici comporta un risparmio energetico ancora maggiore, poiché gli edifici esistenti sono caratterizzati da una qualità energetica inferiore con tempi di ritorno degli investimenti minori rispetto a quelli sopra indicati. I costi aggiuntivi per gli interventi che migliorano ulteriormente gli standard di qualità energetica (quelli previsti nello scenario 4 della tabella IV) risultano superiori e richiederebbero degli incentivi economici. 6. CONCLUSIONI La Direttiva europea sul rendimento energetico degli edifici invita gli Stati membri ad attivarsi per una concreta azione di miglioramento della qualità energetica degli edifici. Per il governo locale, a cui è delegata la gestione del comparto edilizio, gli strumenti della pianificazione del territorio (Piani Regolatori, Piani Particolareggiati, Piani Energetici, Regolamenti Edilizi, ecc.) se arricchiti di una valenza energetica possono effettivamente orientare lo sviluppo verso una concreta sostenibilità. In questo studio si è dimostrato come la semplice adozione di un Regolamento Edilizio possa portare ad una riduzione considerevole del fabbisogno energetico e quindi delle emissioni di gas climalteranti. Intervenendo sul solo comparto edilizio è possibile ottenere una riduzione delle emissioni, proporzionale alla riduzione dei consumi energetici, compresa tra un valore minimo del 12,3% ed un valore massimo del 23,7%. Nel bilancio energetico non si sono considerati i consumi, e quindi i potenziali risparmi, relativi agli altri settori, in particolare quello commerciale che ha un peso considerevole a livello locale. 16 L edificio considerato per il conto economico ha una volumetria pari a m 3 ed un rapporto S/V pari a 1,128; nel caso base (a norma Legge 10/91) il fabbisogno energetico è pari a 85,3 kwh/m 2 anno e la potenza termica richiesta è pari a 115 kw mentre nel caso ottimizzato secondo il RE di Carugate il fabbisogno energetico è pari a 54,7 kwh/m 2 anno e la potenza termica richiesta è pari a 88 kw. Nel confronto tra i due fabbisogni energetici si è computato anche il risparmio energetico per la produzione di acqua calda sanitaria che nell edificio a minor consumo viene prodotta con un impianto solare termico dimensionato per coprire almeno il 50% del fabbisogno

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