ATTREZZATURA E STRUMENTAZIONE PER L OSSERVAZIONE NIVOMETEOROLOGICA RILIEVI STRATIGRAFICI E PENETROMETRICI. a cura di Gabriele Amadori
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1 ATTREZZATURA E STRUMENTAZIONE PER L OSSERVAZIONE NIVOMETEOROLOGICA GIORNALIERA E PER I RILIEVI STRATIGRAFICI E PENETROMETRICI a cura di Gabriele Amadori
2 DESCRIZIONE E MODALITA D USO DELGLI STRUMENTI PER LA COMPILAZIONE DEI MODELLI AINEVA
3 IL CAMPO NEVE
4 il campo neve: deve soddisfare una serie di requisiti i principali dei quali sono: rappresentatività del sito; la stazione condizioni nivometeorologiche della zona da monitorare. deve essere rappresentativa delle accessibilità: la stazione deve essere accessibile con qualsiasi condizione meteorologica. pendenza: il terreno ideale è quello pianeggiante. ubicazione generale: è preferibile un ubicazione in campo aperto per una più ampia osservazione. esposizione: vanno evitate le esposizioni troppo soleggiate. morfologia: non ci devono essere nei pressi scarpate o bruschi cambi di pendenza. natura del suolo: sono da preferire terreni ghiaiosi con elevato drenaggio. vegetazione: rilievi. l erba deve essere opportunamente falciata prima dell inizio dei
5 Il CAMPO NEVE SU PERCORSI SCI ALPINISTICI Oltre ai campi fissi vi sono alcuni siti di rilevamento in quota su percorsi sci alpinistici: - i rilievi si effettuano in zone geografiche fisse; - non in siti fissi (diverse quote od esposizioni); - scopo la valutazione del consolidamento del manto nevoso in quota.
6 Il CAMPO NEVE SU PERCORSI SCI ALPINISTICI il rilievo si svolge nella stessa esposizione e, più o meno, alla stessa quota; molto difficilmente si effettua nello stesso posto e a cadenza fissa: la carenza di personale non consente ciò. Questo rende i rilievi non confrontabili nel tempo e quindi utili solo per la valutazione della situazione della stabilità del manto nevoso al momento dei rilievi: è una informazione in più. (Per i previsori valanghe molto importante, in quanto generalmente si dispone di pochi siti di rilievo fissi in quota).
7 GLI STRUMENTI DI RILIEVO gli strumenti: passiamo ora all analisi degli strumenti usati per l effettuazione dei rilievi tenendo però conto che alcuni parametri vengono misurati con strumenti veri e propri (sia pure convenzionali che vedremo) altri vengono osservati o valutati
8 DATI STIMATI osservazione: (per esempio le condizioni meteo, l attività del vento e l attività valanghiva); lo strumento è l occhio magari coadiuvato dal binocolo e soprattutto dal cervello; importante è acquisire un metodo di osservazione che consenta di quantificare correttamente i parametri osservati; STIMA NUVOLOSITA IN OTTAVI ATTIVITA VALANGHIVA
9 in particolare è importante ricordare: che alcune osservazioni si riferiscono al momento del rilievo (condizioni meteo, nuvolosità, ecc.) altre riguardano l arco delle 24 ore tra un rilievo e l altro (attività del vento, attività valanghiva)
10 VALUTAZIONE E TENDENZA DEL PERICOLO VALANGHE lo strumento è il cervello : molto importante è acquisire la sensibilità nella valutazione dei parametri che hanno diretta influenza sulla stabilità del manto nevoso e nell osservazione dell attività valanghiva al fine di valutare correttamente il grado di pericolo e la sua tendenza nella zona di osservazione.
11 STRUMENTI ACCESSORI PER RILIEVI ITINERANTI Mentre per i campi fissi i parametri di quota, esposizione e pendenza sono noti, per i rilievi itineranti no variano di volta in volta. Per questo sono decisivi strumenti come la cartina topografica oppure:
12 L ALTIMETRO l altimetro: di facile uso se si fa attenzione a procedere alla sua taratura non solo all inizio dell uscita ma anche su posizioni note nel caso di variazioni rapide della pressione atmosferica, in caso contrario si rischia di indicare una quota sbagliata.
13 LA BUSSOLA la bussola: attenzione a non confondere la posizione (Sud nord ecc.) con l esposizione di un versante (a Sud o a Nord ecc.) che è un valore assoluto e deriva dal fatto di essere su un versante rivolto verso Sud o verso Nord. (badate succede)
14 Pendenza del pendio La pendenza si rileva o mediante il clisimetro o mediante la tavoletta cristallografica : nel primo caso l uso è semplice: si appoggia lo strumento sul manto nevoso e si legge il valore di pendenza; nel secondo o si usa come il clisimetro con una cordicella e un peso o si infila nel manto e si legge il valore (attenzione deve essere perfettamente orizzontale)
15 TERMOMETRI PER LA TEMPERATURA DELL ARIA E DELLA NEVE Per la temp. aria possibile la lettura su termometro di min. e max. in corrispondenza del punto in cui si trova il mercurio su una delle due colonne al momento del rilievo.
16 TERMOMETRO A Descrizione FIONDA e funzionamento: colonna di mercurio che indica la temperatura, cassa metallica e manopola per azionamento + cassa di protezione azionamento in aria: girare per almeno 3 minuti, per neve: immergere nella neve (attenzione al bulbo se nevi dure: preparare la sede), usare mani guantate, leggere i valori lontano dal corpo avendo cura di non alitare sul termometro.
17 TERMOMETRO DIGITALE IGROMETRO E TERMOMETRO DA NEVE descrizione e funzionamento: termocoppia con sonda che misura la temperatura indicata su un display a cristalli liquidi azionamento per un tempo minore fino a stabilizzazione della cifra sul display, per rilevare la temperatura della neve aver cura che la sonda sia completamente inserita nel manto nevoso.
18 TERMOMETRO DIGITALE PER NEVE importante: in entrambe i casi effettuare la misurazione in ombra, lontano dal corpo e, per la misurazione della temperatura dell aria, alla giusta distanza dalla superficie del suolo o dalla neve (1,5 metri dalla superficie)
19 TERMOMETRO DI MASSIMA E MINIMA Serve a misurare la temperatura minima e massima nelle 24 ore intercorrenti tra un rilievo e quello successivo. descrizione e funzionamento: misurazione di temp. con dilatazione o contrazione di apposita colonna di mercurio; la minima e la massima sono individuate da 2 spilli metallici, che vengono sospinti dalla colonnina di mercurio con suoi movimenti, l azzeramento viene effettuato con una calamita che riporta gli spilli a diretto contatto del mercurio corretto posizionamento: posizione verticale, evitare insolazione diretta (và colloato al interno della capannina ventilata). lettura: si fa in corrispondenza dei limiti inferiori dei due spilli metallici: su una colonna (sinistra) si legge la minima sull altra la massima. importante: provvedere all azzeramento dopo la lettura
20 ASTA GRADUATA NIVOMETRICA Posta al centro del campo neve all inizio della stagione. Descrizione: asta in metallo od altro materiale di almeno 4 metri di altezza, con scala centimetrata, su di essa si legge l altezza della neve al suolo osservando il valore della scala centimetrata più prossimo al manto nevoso.
21 TAVOLETTA PER LA NUOVA NEVE descrizione: tavoletta in materiale plastico di almeno cm 40 per cm 40 di dimensione, con o senza asta centimetrata al centro (meglio se c è: si individua subito la posizione e si legge meglio l altezza della neve fresca) come si usa: si misura con metro o su asta già presente la quantità della neve fresca caduta nelle 24 ore serve ad evitare gli errori di valutazione della neve fresca dovuta agli assestamenti del manto nevoso importante: va pulita e riposizionata ogni giorno sull ultima neve caduta
22 MISURAZIONE DELLA DENSITA DELLA NEVE prelievo di un campione con volume noto (vedremo in lezioni le procedure e i calcoli) pesatura e riporto in Kg/mc tubo carotatore: cilindro in metallo o materiale plastico di cm 20 di lunghezza e cm 6 di diametro (volume uguale a mezzo decimetro cubo), si possono usare anche altre misure purché ci si ricordi nei calcoli di riportare correttamente alla unità di misura dei Kg/mc,
23 DINAMOMETRO A MOLLA (o di altro tipo: digitali) utilizzato per la pesatura dei campioni di neve con possibilità di misura sino a 500 grammi
24 PESO DELLA NEVE importante 1: evitare di comprimere la neve nel tubo quando si preleva il campione: comporterebbe una massa superiore! (prendere la misura del tubo sulla neve infilare la pala o la piastrina cristallografica quindi infilare il tubo), Versare il contenuto del campione prelevato dentro ad un sacchetto e provvedere alla pesatura. importante 2: se difficile estrarre il campione dal tubo (tubo ghiacciato) si può pesare il tutto (campione + tubo) ricordandosi di sottrarre il peso del tubo. importante 3: ricordarsi di ripulire bene il sacchetto dopo ogni pesata.
25 LA SONDA A BATTAGE 2 tipi: quella Svizzera e quella leggera; qui tratteremo di quella svizzera l altra non ha dato buoni risultati specie con nevi molto soffici o con nevi molto dure. descrizione sonda svizzera: 3 sezioni da un metro ciascuna con un peso per pezzo di 1 Kg, una asta graduata di scorrimento della massa battente per individuare l altezza di caduta della stessa, un martello battente, la prima sezione della sonda ha un puntale conico con un angolo di 60 e diametro del puntale alla base di 40 mm.
26 FUNZIONAMENTO DELLA SONDA A BATTAGE Il test consiste nella valutazione della resistenza alla penetrazione della neve ottenendone quindi la durezza. VIENE IMPIGATA NEL SEGUENTE MODO: 1. Nella misurazione del parametro PR penetrazione sonda nel modello 1: si appoggia la sonda alla superficie della neve, si provvede al suo rilascio e quindi alla lettura dell affondamento.
27 ESECUZIONE PROVA PENETROMETRICA 1) Prima sezione con asta di scorrimento: si appoggia la sonda alla superficie della neve, si lascia cadere quindi si legge sulla sonda l eventuale affondamento 2) Inserimento della massa battente, senza battere: si legge sulla sonda l eventuale affondamento 3) Inizio del battage: con scelta dell altezza di caduta in relazione alla durezza stimata della neve: si eseguono varie serie di battute applicando al manto nevoso forze adatte alla valutazione della sua durezza (l affondamento perfetto è di 1 cm a colpo); un operatore esegue le battute, l altro osserva gli affondamenti e interrompe la serie di colpi quando gli affondamenti sono troppo piccoli o superiori a 1 cm per colpo; Nel caso di affondamenti superiori a 1 cm è opportuno registrarlo separatamente. Aggiunta di altri tubi sonda: aggiungere sempre 2 tubi (10 N), successivamente aggiungere la massa battente. Aver cura di effettuare le operazioni senza imprimere sforzi sul manto nevoso.
28 La sonda da valanga Per i rilievi itineranti serve ad individuare il corretto sito di rilievo: non in accumulo né in zona di erosione ma in condizione media (individuazione con vari sondaggi) Per la sicurezza serve per l autosoccorso e per l esecuzione del test della sonda
29 Strumenti per la rilevazione speditiva della durezza della neve con il test della mano: attenzione! La pressione esercitata deve essere quella equivalente a 1-1,5 Kg: quindi molto leggera
30 LENTE DI INGRANDIMENTO con 8-10 ingrandimenti per l analisi cristallografica durante la stratigrafia (identificazione del tipo di cristalli o grani di neve che compongono gli strati del mento nevoso) operazione molto importante; meglio se con scala graduata per misurazione delle dimensione dei cristalli di neve
31 TAVOLETTA CRISTALLOGRAFICA Funzioni fondamentali: piano di appoggio per l analisi cristallografica: Forma dei cristalli con la lente, dimensione sommaria con scala per misurazione con quattro dimensioni : 1, 2, 3 e 4 mm (si attribuiscono le dimensioni se i grani dominanti rientrano nei quadratini della scala) individuazione degli strati (passando la tavoletta sulla superficie della scavo), altri metodi il dito o il pennello
32 TAVOLETTA CRISTALLOGRAFICA Altre funzioni (almeno quella fornita ora dall AINEVA) : riepilogo dei codici delle forme dei cristalli, del test della mano, del contenuto in acqua liquida misurazione inclinazione del pendio: importante quando si debbono eseguire i test di stabilità: sul campo: con scala a settore circolare con un cordino fissato alla tavoletta appoggiata alla superficie oppure inserendola orizzontalmente nelle neve; sulla carta: con linee di livello o isoipse con la scala su lato lungo optionals: righello con 5 cm e misura distanze su scala 1: su lato corto
33 pala da neve: per i rilievi: per scavare le trincee necessarie al rilievo, al blocco di scivolamento ed altri test nonché per eseguirli per la sicurezza assieme a sonda da valanga e ARVA
34 cordino per tagliare il blocco di scivolamento : meglio se in acciaio con inserti adatti a tagliare nevi dure (lastroni duri e nevi da fusione e rigelo)
35 ACCESSORIO: PENNELLO utile ausilio per l individuazione degli strati, attenzione alla eccessiva differenziazione con tale strumento: una volta usato ripassare con piastra o mano per individuare zone omogenee: il pennello individua spesso troppi strati spesso inutili alla definizione del consolidamento del manto nevoso
36 BINOCOLO per i rilievi: rilevamento accurato dell attività del vento sul manto nevoso e dell attività valanghiva per la sicurezza: analisi della situazione del percorso e delle sue condizioni per una corretta valutazione locale
37 ACCESSORIO: GPS Utile ausilio per l individuazione della quota (se dotato di altimetro), Per l individuazione di punti (di rilievo o di altro genere) Per l individuazione di tracciati, soprattutto in condizioni di scarsa visibilità. Per la segnalazione della propria posizione in caso di necessità.
38 ATTREZZATURA DI SICUREZZA E indispensabile l impiego dell attrezzatura per la sicurezza arva e sonda da valanga (la pala è già citata) oltre alla corretta preparazione delle uscite con la giusta attrezzatura ed il giusto equipaggiamento
39 CONCLUSIONE L uso della strumentazione è molto semplice ciò che conta è la qualità del dato e quindi la corretta effettuazione dei rilievi (modalità e tempi corretti) per ottenere un standard accettabile per la previsione del pericolo di valanghe; non servono certo precisioni da laboratorio ma è bene sottolineare che un dato sbagliato (e non riconoscibile come tale) è molto peggio dell assenza del dato in quanto può fuorviare la valutazione finale.
IL CAMPO NEVE il campo neve: non è uno strumento per l osservatore (è il luogo ove egli svolge la sua attività) lo è per noi previsori visto che da es
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