Centro Studi C.N.I novembre 2012

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1 Centro Studi C.N.I novembre 2012

2 INDICE RASSEGNA STAMPA Centro Studi C.N.I novembre 2012 PROFESSIONI NON REGOLAMENTATE Italia Oggi 27/11/12 P. 29 Senz'albo, legge al rush finale Gabriele Ventura 1 RIFORMA FORENSE Italia Oggi 27/11/12 P. 29 Gli avvocati ripartono da Bari Gabriele Ventura 2 UNIVERSITÀ Repubblica 27/11/12 P. 47 "Rivalutiamo i corsi triennali: per il lavoro sono sempre validi" 3 SICUREZZA SUL LAVORO Sole 24 Ore 27/11/12 P. 27 Servizio di protezione unico nelle aziende multi-sede Luigi Caiazza 4 INFRASTRUTTURE Repubblica 27/11/12 P. 21 Serravalle, il flop della privatizzazione Alessia Gallione, Luca Pagni 5 BANCA COMMERCIALISTI Italia Oggi 27/11/12 P. 29 In Banca dai commercialisti Simona D'Alessio 6 TAV Stampa Torino 27/11/12 P. 55 Tav, tutto è pronto per il primo scavo Maurizio Tropeano 7 MEDICI Sole 24 Ore 27/11/12 P. 28 Le linee guida ufficiali «ingessano» i medici Andrea Ferrano 8 COMMERCIALISTI Sole 24 Ore 27/11/12 P. 28 Sganga replica alle contestazioni 9 Indice Rassegna Stampa Pagina I

3 Nuovo step a Montecitorio per il ddl Senz'albo, legge al rush finale DI GABRIELE VENTURA iforma dei senz'albo l rush finale. E prea visto o per oggi, infatti, 'avvio dei lavori, in commissione Attività produttive della Camera, sul disegno di legge che disciplina le professioni non regolamentate, già approvato in prima letti-ira da Montecitorio e Palazzo Madama. E la partita si giocherà tutta in due settimane. Perché successivamente il Parlamento sarà intasato dalla legge di stabilità. Per questo, le professioni non ordinistiche sperano che gli emendamenti al ddl (da presentare entro oggi alle 19) vengano respinti e il testo possa passare in sede legislativa. Iter che, secondo quanto afferma Giorgio Berloffa, presidente di Cna Professioni, ha già avuto il benestare della conferenza dei capigruppo. Decisivi saranno però i pareri vincolanti delle commissioni Bilancio, Giustizia e Affari costituzionali. «Siamo moderatamente ottimisti», afferma Berloffa, «d'altra parte la commissione Bilancio della Camera si era già espressa favorevolmente a gennaio su questa legge e il testo non è stato modificato in modo da giustificare un cambio g /00000/e - d Giorgio Berloffa di rotta. Come Cna stiamo lavorando però moltissimo con le commissioni affinché la legge vada in legislativa». «Anche perché», continua il presidente di Cna Professioni, «abbiamo 15 giorni di tempo per l'approvazione definitiva, poi arriverà la Finanziaria e non ci sarà più spazio per la nostra legge». Ricordiamo che al riforma dei senz'albo (C B) è arrivata alla Camera in terza lettura dopo l'approvazione di Montecitorio prima e del Senato il 15 novembre scorso. In particolare a Palazzo Madama è stato introdotto un emendamento che sostituisce la parola «professione» con «servizio intellettuale», e il termine «professionista» con «prestatore di servizio». Professioni non regolamentate Pagina 1

4 i0 c ripartono ri Riforma forense prioritaria. Oggi riprende i'iter Riforma forense da approvare subito, riordino dell'accesso alla professione, no alla mediazione obbligatoria e alla chiusura degli uffici giudiziari. Queste, in sintesi, le linee direttrici che segneranno l'attività politica dell'avvocatura dei prossimi anni decise dal XXXI congresso nazionale forense. Sono state votate nella giornata conclusiva di sabato, infatti, le mozioni finali di un'assise che ha visto la categoria dividersi, in particolare sulla riforma della professione, salvo poi trovare un accordo con lo slittamento delle richieste di modifica della legge alla prossima legislatura (si veda Italia Oggi del 24 novembre scorso). Riforma che nel frattempo proprio oggi inizierà il suo iter in commissione Giustizia del Senato, con la chiusura del termine per la presentazione di emendamenti fissata a ieri. Il congresso di Bari, però, si è caratterizzato anche per l'assenza del governo, con il ministro della giustizia, Paola Severino, che ha disertato a sorpresa l'appuntamento. Inoltre, questo congresso è stato l'ultimo, da presidente dell'oua, per Maurizio de Tilla: la mozione di modifica dello statuto dell'organismo unitario dell'avvocatura, che avrebbe permesso a de Tilla di ricandidarsi, è stata infatti bocciata a larga maggioranza. Per il resto, sono state approvate mozioni sulla liberalizzazione della professione, sul funzionamento dell'ordinamento giuridico, sulla tutela dell'autonomia della Cassa forense e altri che stigmatizzano la situazione carceraria italiana, che respingono la rottamazione del processo civile (no all'appello cassatorio e all'aumento del contributo unificato), che rifiutano senza mezzi termini l'obbligatorietà della mediazione e il taglio di circa mille sedi giudiziarie (queste ultime per acclamazione). Per quanto riguarda, invece, la riforma dell'accesso, il congresso ha appoggiato la proposta di via Arenula che prevede la barriera alla professione al quarto anno di università (si veda Italia Oggi del 23 novembre). Soddisfazione, da parte del presidente del Cnf, Guido Alpa, per il via libera, da parte del congresso, alla riforma forense. «L'Avvocatura ha posto il primo mattone rifondante per il recupero della sua dignità e della sua centralità nell'amministrazione della giustizia al servizio dei cittadini, in condizioni di autonomia e indipendenza». De Tilla ha sottolineato invece che «il congresso ha vinto e ha dato una grande prova di unità. Un grande risultato è stata la campagna di ricorsi alla Consulta avanzata dall'oua e dai diversi ordini». Gabriele Ventura Riforma forense Pagina 2

5 ll presidente della Conferenza dei rettori: "Ogni sede si organizza come vuole" cc.... per 1 1 i corsi triennali : validì" BOLIRE la discussione delle "tesine" è una scelta organizzativa di molti atenei. Ma non per questo le lauree triennali devono essere svilite..., rispetto a quelle magistrali, che hanno la durata di cinque anni». Marco Mancini, rettore dell'università della Tuscia e presidente della Crui (la Conferenza che riunisce tutti ivertici degli atenei italiani), difende gli studenti. Non è vero che le loro tesi sono "povere", ma soltanto più semplici, come prevede la legge del 2004». La laurea triennale, dunque, non "vale" abbastanza da meritare una cerimonia seria? «Non è così. Ma numero si indicatori, compresi gli orientamenti di un mercato che preferisce i laureati magistrali perché hanno studiato più alungo, fanno sì che ilmomento della conclusione del triennio sia vissuto più come un primo scalino che come un traguardo finale. Ma la laurea breve può avere anche un valore in sé, benché il mercato del lavoro sembra non averlo ancora recepito». E giusto abolire la discussione pubblica? «Diciamo che ogni ateneo può deciderlo, nella sua autonomia. Il discorso cambia per le lauree magistrali: dopo cinque anni i giovani hanno acquisito capacità critica e le loro tesi meritano più attenzione». Perché invece, in privato, si festeggia ancora con toghe, coriandoli e confetti? «Perché i giovani sono legittimamente orgogliosi, e sanno che si tratta di un passaggio dopo il quale dovranno affrontare una sfida difficilissima: trovare un lavoro». (v. S.) 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Università Pagina 3

6 Sicurezza, Non è necessario duplicarlo in ogni unità produttiva Servizio di protezione unico nelle aziende multi-sede Luigitaiazza b:r Rispondendo ad alcuni questi formulati dalle associazioni di categoria prende il -via, dopo oltre quattro anni, la commissione per gli interpellipresso il ministero del Lavoro prevista e disciplinata dal Dlgs 81/2oo8, Testo unico in materia di salute e sicurezza nel lavoro. In riferimento ai casi in cui è previstal'istituzione obbligatoria del servizio di prevenzione e protezione (Spp) all'interno dell'azienda, la commissione rispondendo al primo. quesito puntualizza che nelle realtà con più unità produttive, nonché nei casi di gruppi di imprese, può essere creato un unico Spp, al quale i datori di lavoro possono rivolgersi per l'istituzione dei singoli servizi e per la designazione degli addetti e del responsabile. Pertanto, l'istituzione di un unico Spp può avvenire all'interno dell'azienda e non necessariamente all'interno della singola unità produttiva. Ciò, ovviamente, farà salvo il principiosecondo cui il Spp sarà adeguato per garantire l'effettività dei compiti previsti dalla legge. Con l'interpello 7, la commis-* sione si riporta alla normativa riguardante la valutazione del rischio e all'utilizzo delle procedure standardizzate previste dall'articolo 29 del Testo unico nelle aziende fino a io dipendenti. Tali procedure non sono state ancora emanate e a seguito delle varie proroghe il termine ultimo per il decreto di attuazione è fissato al 31 dicembre Al DEB UTTO A quattro anni dalla sua previsione per legge, ha preso il via la commissione interpelli al ministero del Lavoro Pertanto, a partire da tale data i datori di lavoro che si siano avvalsi della facoltà di autocertificare la valutazione, sono obbligati a redigere il docúmento di valutazione del rischio secondo le indicazioni che saranno individuate. Restano tuttavia esclusi da tale obbligo coloro che abbiano comunque redatto il documento senza la necessità di rielaborarlo secondo le procedure standardizzate. La commissione ha anche affrontato la valutazione del rischio da stress lavoro-correlato che dovrà essere effettuata nel rispetto delle indicazioni fornite dalla commissione consultiva e approvate in data 17 novembre Al riguardo si è ritenuto che il datore di lavoro che abbia riscontrato in azienda criticità legate a tale rischio in sede di verifica preliminare, dovrà pianificare e realizzare azioni correttive contenute nelle citate indicazioni. Ove decida di effettuare una valutazione più approfondita, potrà comunque utilizzare nella stessa fase preliminare gli strumenti usualmente riservati (come il questionario) allafase approfondita al fine di individuare con maggiore precisione gli interventi che risulteranno dal documento di valutazione del rischio. Circa la possibilità di ritenere adeguata, ai fini del Testo unico, la formazione deilavoratori incaricati delle misure di primo soccorso già in possesso di titoli formativi, qualivolontari del soccorso, la commissione ha ritenuto che ciò potrà verificarsi solo nel caso in cui le modalità, la durata e il contenuto teorico pratico per tale formazione siano pari o di livello superiore a quelli previsti dal decreto ministeriale 338/2003. Infine con l'interpello 4 viene precisato che, anche se il datore di lavoro con meno di dieci dipendenti non è tenuto a redigere il piano di emergenza di cui al decreto ministeriale io marzo 1998, dovrà adottare le necessarie misure organizzatìve e gestionali previste in caso di incendio. RIPRODUZIONE RISERVATA Sicurezza sul lavoro Pagina 4

7 Serravalle, il flop della priva Prezzo troppo alto: va deserta i asta bandita daprovinciaecomune di flano ALESSIA GAUJONE LUCA PAGHI MILANO - Prima della crisi era una società tra le più ambite, al centro degli interessi degli operatori del settore autostradale. Ora non lavuole piùnessuno. Un annofa, eraandatadesertal'astaindetta dal comune di Milano; e ieri ha subito ieri la stessa sorte la gara bandita, sempre nel capoluogo lombardo, dalla Provincia. Ne12011,1'operazionelanciatà dal sindaco Giuliano Pisapiaaveva come limite l'aver messo in vendita una quota di minoranza (18,5% del capitale). Il fatto che un anno dopo non sia arrivata alcun offerta per il 50% della provincia di Milano (cuisièaggiunto il Comune conia sua quotap iù un 9% di una serie di enti locali) ha una doppia spiegazione finanziaria. Da un lato, gli investitori hanno considerato troppo alto il prezzo richiesto (4,45 euro per azione come base d'asta, per un investimento minimo di 675 milioni). A cui vanno aggiunti altri 500 milioni che saranno necessari l'anno pro s simo p er la rícapitalizzazione delle tre infrastrutture in corso di realizzazione in Lombardiala Pedemontana, controllata al 68% da Serravalle, la Tem (38%), e.la Brebemi (partecipata all'8%). _ Un impegno finanziario tale datenere lontani anche operatori con le spalle larghe (come l'atlantiadellafamigliabenetton eil gruppo Gavio, così come il fondo di investimento F2i) che pure avevano mostrato interesse e avevano avuto accesso anche alla data rootrì. Ma di questi tempi, come testimonia il calo del traffico sulle autostrade, investire oltre unmiliardopermetterelemani su opere solo in parte cantierizzate non è certo il massimo. Non a caso Legambiente Lombardia- contraria alle nuove opere perché consumerebbero territorio senza portare benefici al traffico - ne ha approfittato subito per sottolineare come il fallimento dell'astasia, inrealtà, «una bocciaturadapartedelmercato». Fallisce, così, ancoraunavolta la privatizzazione della Serravalle spa, la società a maggioranza pubblica che gestisce le tre Tangenziali attorno amilano nonché un primo segmento della Milano-Genova, quattro traitratti autostradali più trafficati d'italia. Per anni la Serravalle è stata una macchina da soldi, preda degli appetiti della politica che l'ha usataper disp ensare p oltrone nei consigli di amministrazione della capogruppo e della miriade di controllate. Nonostante il calo dei pedaggi in seguito alla recessione, il2011 ha visto comunque il consiglio di amministrazione distribuire 13,5 milioni di dividendi su 17 di utile. Glì enti locali milanesi hanno, comunque, fatto sapere che ci riproveranno. Il presidente della Provincia Guido Podestà ha comunicato che si procederà a un nuovo bando l'anno prossimo, masenzaabbassareilprezzo. Così,pernonsforareivincolidelpatto di stabilità, ora deve sperare in unbuon esito della quotazione in Borsa-di Sea, la società che gestisce Linate e Malpensa. Operazione che avràl'okdefinitivovenerdì prossimo con l'indicazione del prezzo e che vedrà la Provincia cedere al mercato il suo 14%. La speranza è di recuperare almeno 100 milioni con cui salvare il bilancio AL VERTICE II presidente della Provincia di Milano Guido Podestà lo blacco per pedemoxètagm 0T î cazl«exi VaRmo rwwmmteau Ipersoo ` o Infrastrutture Pagina 5

8 i L'istitzlto di credito, gi(z cxzctorizzczto dalla Causo b. operatiro dalla prirnavera 2013 In Banca dai commercialisti fianco dei pro/essíonisti e delle aziende da loro assistite DI SimoNA D'AL.ESSIo calda i motori la Banca dei Commercialisti (BdC): aprirà, infatti, i battenti «in primavera» l'istituto di credito per fornire da un lato sostegno alle piccole e medie imprese con un corposo ventaglio di attività di consulenza per lo sviluppo del business e, dall'altro, proponendo servizi finanziari e d'investimento ai professionisti e alle società legate agli studi. Iniziativa perla quale è in corso una campagna di collocamento delle quote (la minima individuale è di 2 mila 500 euro e il capitale sarà per il 60% riservato agli iscritti all'albo unico dei commercialisti ed esperti contabili, alle loro Casse previdenziali ed ai tirocinanti, mentre la restante percentuale sarà a disposizione di tutti), e che si prefigge di colmare una lacuna: «Il sistema creditizio italiano non si è mai occupato dei servizi alle aziende, salvo recentemente». Nel contempo, racconta a ItaliaOggi il direttore dell'organismo, Giuseppe Russo, «i commercialisti devono recuperare terreno, dotandosi prima possibile di una strategia OBIETTIVI SERVIZ I QUOTE AVVIO OPERAZION I che eviti la marginalizzazione del loro ruolo di supporto nei confronti degli imprenditori». A questi ultimi, la banca di categoria ( fornirà assistenza per far decollare la produzione, però non concederà credito per cassa o firma, né verrà gestita attraverso modelli «standard», ovvero non si insedierà in immobili in luoghi «di prestigio», non si doterà di una rete di sportelli sul territorio e non investirà in pubblicità per farsi conoscere. Prestiti (a breve termine), raccolta di depositi, piani di pagamento personalizzati sulle esigenze degli studi (F24, conti dedicati previdenziali e fiscali ecc.) e custodia dei titoli abbinata al «trading online» (la negoziazione attraverso internet, ndr) sono tutti, invece, destinati ad una clientela di commercialisti, società ad essi connesse, collaboratori e familiari degli iscritti all'albo. «L'idea è di utilizzare la conoscenza dei professionisti per governare i rischi dell'impresa: in sintesi, l'uovo di Colombo della banca tradizionale è proprio il patrimonio di esperienze, affinate a contatto col tessuto produttivo, che, così, si potranno massimizzare», prosegue. E, al di là dell'ambito strettamente fiscale, contabile e giuslavorista, Russo ritiene che «la nuova domanda di servizi «corporate» riguarderà questioni a maggior valore aggiunto come la finanza, l'organizzazione, la condizione del mercato, le scelte assicurative, le operazioni straordinarie e il «risk management». Il tutto raccordato» spiega «per ottimizzare l'uso delle risorse» e prevenire le avvisaglie di fallimento, prima che sfocino in una vera e propria crisi interna all'azienda. Rilevanti, inoltre, i vantaggi per gli studi: si va dall'incremento del fatturato e dalla diversificazione delle fonti dei ricavi al mantenimento o decremento dei costi fissi, alla concessione di crediti a condizioni vantaggiose, fino all'organizzazione di corsi di formazione. Erogare prestazioni e consulenz _ alle piccole e medie imprese 11 (pianificazione finanziaria aziendale, stesura di piani commerciali,' assistenza fiscale ecc.) Prestiti, depositi. strun"ieriti di 1 pagamento personalizzati e custodia titoli abbinata al «trading online,, li destinati a studi professionali e soc ietà a essi legale Minima (5 azioni) di euro, massima 0,5% del capitale sociale per persone fisiche, 5% per altri soggetti Previsto in priillavera. L'istituto non è stato ancora costituiito, ma ha ricevuto il via libera della Consob a ;-.:duicare il prospetto inforrnativo offerta pubblica di sottoscrizione az i on i Banca commercialisti Pagina 6

9 MAURIZIOTROPEANO 1 cantiere di Chiomonte è cominciato il conto alla rovescia per l'avvio L dello scavo del cunicolo esplorativo della Torino-Lione. Gli uomini di Ltf e delle ditte che si sono aggiudicate i lavori sono pronti e per partire aspettano il via libera del governo. Lunedì prossimo a Lione, infatti, è previsto il vertice tra il premier Mario Monti e il presidente della Repubblica francese Francois Hollande. Un vertice decisivo che secondo il commissario straordinario Mario Virano dovrebbe concludersi con l'indicazione di «date certe per la costituzione del promotore della nuova Torino-Lione e per l'avvio dello scavo del tunnel di base, partendo dalla discenderia di St Jean de Maurienne». I fondi Ue Il condizionale è d'obbligo perché Roma, e soprattutto Parigi, chiedono che l'opera sia finanziata al 40% da parte dell Unione Europea. E a oggi non ci sono certezze su questo finanziamento. La commissione Trasporti del Parlamento Europeo che oggi avrebbe dovuto dare il via libera alla proposta è stata rinviata a dicembre. Senza dimenticare il rinvio a gennaio dell'approvazione del bilancio Ue Un'incertezza che in Francia sta allargando il fronte dei contrari all'opera e che nei prossimi giorni proprio a Lione manifesterà pubblicamente la sua opposizione. E ci saranno i No Tav italiani, sia i comitati che i sindaci. Sandro Pla- Tav, tutto è pronto per il primo scavo Monti darà il via, lunedì il vertice con Hollande A Chiomonte tutto è pronto per lo scavo. Comitati e sindaci vanno a Lione per unirsi alla protesta dei No Tav francesi no, presidente della Comunità Montana, annuncia la partecipazione sua e di alcuni amministratori a quello che è stato ribattezzato l'«avant summit» in programma venerdì e sabato. I contrari Tra gli organizzatori c'è anche Paolo Prieri del Presidio Europa che spiega come «il lavoro in rete tra i vari movimenti di protesta che si oppongono alle grandi opere inutili ha convinto i verdi francesi a cambiare il loro punto di vista sulla Torino-Lione». Plano e i sindaci parteciperanno venerdì a un'assemblea degli eletti italiani e francesi contrari all'opera. «Non è vero che a essere contrari siano rimasti quattro gatti. Del resto basta guardare alle primarie del centrosinistra dove Vendola e Puppato hanno dichiarato il loro no e lo stesso Renzi ha espresso forti critiche». Plano, intervistato da «Notav.info» invita Monti ad «affidarsi ad una commissione indipendente per avere un esame obiettivo, anziché fidarsi dei promotori dell'opera che vogliono i proseguire per ragioni che nulla hanno a che vedere con le politiche dei trasporti». La manifestazione I comitati, invece, si stanno organizzando per partecipare alla manifestazione prevista nel pomeriggio del 3 dicembre insieme ai No Tav francesi. Le autorità d'oltralpe hanno istituito una sorta di «zona rossa» intorno alla Prefettura dove si svolgerà il vertice e autorizzato un concentramento nell'area antistante la Gare de Lyon Brotteaux. Il movimento sta organizzando una trasferta con autobus, ad oggi sono state raccolte adesioni per otto autobus. Ifavorevoli Anche il fronte del sì, però, si muove. Nei giorni scorsi il presidente della regione Rhone Alpes, Jean-Jack Queyranne ha consegnato ad Hollande l'appello pro- Tav firmato da un gruppo di deputati e senatori del parlamento francese. A Parigi il prefetto François Lépine, vice-presidente del comitato Tansalpine, illustrerà le decisioni operative che dovrebbero essere prese nel summit. E a Torino, venerdì prossimo, è stata organizzata una riunione di parlamentari italiani per firmare un documento simile a quello approvato in Francia con «l'obiettivo - spiega Stefano Esposito, uno dei promotori - di ottenere in tempo reale una risposta da Monti». Tav Pagina 7

10 Professionisti. La responsabilità del medico Le linee guida ufficiali «ingessano» i me ci Andrea Ferrano,, Tra le novità del decreto Balduzzi sulla sanità destinate a far più discutere, c'è quella sulla responsabilità del medico, prima da molti ritenuto troppo severo. Ora il primo comma dell'articolo 3, per tutti gli eventi avversi per il paziente in cui risulti che il medico si è attenuto a «linee guida e buone pratiche ospedaliere», limita la responsabilità del professionista ai soli casi di dolo o colpa grave. Dovrebbero andare esenti da ogni conseguenza legale tutti gli atti medici che, pur connotati da colpa (ma di grado inferiore o lieve), siano comunque stati posti in essere nelrispetto dilineeguidaebuone pratiche ospedaliere. Un allentamento dovuto all'abnorme inflazione dei giudizi contro imedici e alla conseguente pratica della medicina difensiva (ricoveri super-flui, esami utili più a tutelare il sanitario, la fuga dai malati e dalle specializzazioni cliniche più "a rischio"). Un'emergenza sociale, con pesanti ricadute sulla qualità dei servizi e un costo per la comunità stimato in oltre 14 miliardi all'anno. Non era dunque più differibile l'intervento del Governo, per alleggerire la posizione dei medici (scoraggiando il crescente malcostume della cause avviate a casaccio e incentivare anche i sanitari ad aggiornarsi e aderire alle prassi meglio accreditate nella comunità scientifica. Ma è dubbio che lo strumento utilizzato sia effettivamente idoneo: pur ponendo una corretta questione di principio, la norma - forse poco coraggiosa - potrebbe rimanere una semplice enunciazione. In primo luogo, perché una regola non dissimile era stata da tempo recepita (in quanto in parte ovvia) dalla giurisprudenza. In secondo luogo, l'enfasi posta sulle linee guida non è del tutto scevra da possibili controindicazioni: il vertiginoso progresso della scienza le rendepresto superate, oltre al fatto che la medicina ha ampi margini di impreve- IL PERICOLO L'applicazione burocratica dei canoni della scienza espone a rischi giudiziari chi, in coscienza, segue parametri diversi GLI ALTRI FRONTI Contro le cause temerarie servono l'assicurazione delle strutture e nuove regole processuali e sostanziali... dibilità legati al singolo caso. Tra l'altro, potrebbero essere condannati medici "coraggiosi" che decidano in coscienza di non avvalersi del rassicurante ombrello delle linee guida ufficiali. C'è poi un'ulteriore considerazione di fondo. Se è vero che l'applicazione delle linee guida salva il medico in caso di colpa lieve, è anche vero che quest'ultima categoria trova ormai un'applicazione così sporadica da parte della magistratura da risultare pressoché degradata a ipotesi di scuola. L'impressione è dunque che il volonteroso intervento del nostrolegislatore, pur avendo - come vedremo - un'indubbia valenza-simbolica, consolidando anche un trend interpretativo da tempo ormai avviato, non aggiunga molto in termini dì novità. I mali che il Governo havoluto sconfiggere vanno quindi forse affrontati (anche) con altre armi. Con severi meccanismi processuali e sosta,, Vali che disincentivino ilpicorso a cause temerarie, con una più organica e coraggiosa revisione del regime della responsabilitàmedíca, conilricorso ameccanismi di assicurazione obbligatoria delle strutture sanitarie, con la gestione diretta e preventiva da parte di queste degli eventi di possibile malpractice. Ma ciò di cui soprattutto si sente il bisogno è il ripristino di una corretta relazione tra medico e paziente, oggi ingessata dalla reciproca diffidenza. A questo, oltre che gli strumenti di cui si è detto, potrà contribuire anche un atteggiamento più misurato dell'informazione, con il ripudio dei sensazionalismi che spesso hanno offuscato la comune percezione dei problemi del sistema sanitario. Caricare i medici di colpe che essispesso non hanno non è stata e non è la soluzione. E di ciò sembra consapevole anche il nostro legislatore che, risolutiva o meno che sia la misura adottata a fine ottobre, segna comunque una prima timida ma significativa rottura di continuità conilpassato. Proiettando così ragionevole ottimismo anche verso possibili e più incisivi sviluppi futuri. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Medici Pagina 8

11 on ercia isti, Dopo i[ voto Sganga replica alle contestazioni Giorgio Sganga, consigliere dell'ordine nazionale dei dottori commercialisti, scrive ai colleghi in merito alla questione del suo discusso trasferimento ad Aosta, secondo alcuni fatto ameri fini elettorali, dichiarato nullo da una delibera del Consiglio nazionale del 21 novembre scorso. «Ho deciso diintervenirepubblicamente - scrive Sganga - perché ilpresidente Siciliottihapubblicamente parlato di trasferimento fasullo... pensate cosa avrei subito - scrive Sganga - se fossi stato sanzionato dalla Banca d'italia p er carenza di controlli o rinviato agiudizio perbancarotta fraudolenta come altri illustri Colleghi, che, comunque, sono certo sapranno dimostrare la loro innocenza». Sganga si riferisce al crac delpastificio Amato e alrinvio agiudizio deciso dal Pm venerdì scorso per 28 indagati, tra cui Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale. Sganga sceglie quindi di raccontare, attraverso una lettera aperta ai colleghi, la sua verità sul primo domicilio indicato all'atto del trasferimento che nonhasuperatoleverifiche della procura di Aosta: «Avevo la necessità di dichiarare un momentaneo indirizzo di riferimento eho accettato la disponibilità che alcuni amici mi hanno offerto-scrive-. Questo è accaduto d'estate e alla ripresa del lavoro post-feriale ho trasferito il mio domicilio in uno studio attrezzato, con tanto di contratto scritto». Sganga, sentito al telefono, ammette di trovarsi in un cul de sac: «Semi dimetto vengo accusato di fuggire - afferma-se resto allora sono presuntuoso e. arrogante. Sarei molto felice di dimettermi se in questo modo si desse il via al rinnovo dei vertici di categoria, ma Sganga da solo non basta». Fe. Mi. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Commercialisti Pagina 9

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