La produttività, gli investimenti e l occupazione

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1 La produttività, gli investimenti e l occupazione 281 In questa parte del Rapporto economico-sociale dell Umbria, le caratteristiche e le dinamiche dell economia dell Umbria vengono messe a confronto con quelle della ripartizione di riferimento (Italia Centrale comprendente, oltre l Umbria, Marche, Toscana e Lazio) e con quelle nazionali. Si è scelto di dar conto soprattutto delle caratteristiche e delle dinamiche macrosettoriali, non scendendo necessariamente al massimo livello di disaggregazione disponibile nella fonte utilizzata 1. L evoluzione settoriale: un confronto tra Umbria, Italia, Centro Italia 2 Crescita ed inflazione alla produzione Nella crescita complessiva dell attività produttiva in termini reali, in particolare del Prodotto Interno Lordo (PIL), l Umbria non si discosta di molto dal dato nazionale e di ripartizione. Uno scarto maggiore ma, considerando l ampiezza del periodo, non particolarmente elevato, si ha considerando il dato al lordo dei servizi finanziari 3 e delle imposte indirette nette (la voce totale ). In termini di tasso medio annuo, la variazione riportata nella tabella 1 corrisponde ad una crescita del prodotto lordo regionale in termini reali del 2% contro 1,9% per l Italia e anche per la ripartizione di appartenenza. A livello settoriale, una crescita particolarmente sostenuta in termini reali, sia in rapporto sia alla media nazionale sia a quella di ripartizione, interessa (appunto): Credito, Commercio e pubblici esercizi, Attività professionali ed imprenditoriali ed anche Servizi domestici. Sul fronte opposto troviamo (abbastanza sorprendentemente forse, vista l attività di ricostruzione legata al terremoto) le

2 282 RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE DELL UMBRIA Tab. 1 - VALORE AGGIUNTO (PRODOTTO LORDO) A PREZZI 1995 E DEFLATORE DEL VALORE AGGIUNTO ( ) (variazioni percentuali) Valore aggiunto a prezzi Deflatore del valore base (prezzi 1995) aggiunto Umbria Italia Centrale Italia Umbria Italia Centrale Agricoltura, silvic. e pesca 8,6-4,6 6,4-8,6 8,0 3,3 Industria in senso stretto 8,4 11,9 6,8 12,5 12,9 12,8 Costruzioni 5,5 11,0 10,3 13,2 12,4 13,5 Commercio e pubbl. esercizi 17,3 14,2 12,5 11,6 14,1 12,9 Trasporti e comunicazioni 15,3 19,5 22,9 6,7 6,7 6,9 Credito ed assicurazioni 31,0 9,4 20,1 5,3 9,0 8,0 Att. professionali ed imprenditoriali 23,8 18,1 18,6 31,1 29,5 28,4 P.A., istruzione, sanità ed altri servizi sociali 7,5 5,9 8,5 26,2 24,8 25,6 Servizi domestici 27,5 15,8 12,2 6,2 14,9 17,7 Totale 13,7 12,3 12,3 16,2 17,5 16,9 Prodotto interno lordo 12,6 12,1 12,1 17,4 19,2 17,9 Italia Costruzioni e l aggregato Trasporti e comunicazioni. Per quanto riguarda gli altri comparti esaminati solo nell Agricoltura la crescita è superiore ad entrambe le aree prese a riferimento (ripartizione ed Italia); nell Industria in senso stretto l incremento è inferiore a quello dell Italia Centrale ma superiore a quello medio nazionale; nella Pubblica Amministrazione, istruzione, ecc. la crescita è invece inferiore a quella nazionale ma superiore a quella di ripartizione. L altra informazione contenuta nella tabella1 è rappresentata dalla dinamica inflazionistica della produzione, misurata dalla variazione del deflatore del valore aggiunto; il dato medio non è apprezzabilmente diverso da quello medio nazionale con qualche maggiore differenza (una crescita più moderata) rispetto alla ripartizione di appartenenza. Passando ai settori, l Agricoltura è caratterizzata da una dinamica dei prezzi addirittura negativa; una crescita relativamente modesta caratterizza anche il Credito ed i Servizi domestici. Solo nel caso delle Attività professionali ed imprenditoriali, caratterizzate da una crescita molto sostenuta il dato della regione è apprezzabilmente superiore a quello nazionale e di ripartizione. Le dinamiche che abbiamo osservato non hanno grandemente alterato la composizione settoriale del valore aggiunto (tab. 2). I cambiamenti più rilevanti accresciuto peso relativo delle Attività professionali ed imprenditoriali; riduzione del peso relativo delle attività primarie e secondarie - (Agricoltura ed Industria) non sono comunque specifiche della regione ma interessano più o meno in ugual misura la ripartizione ed anche l Italia nel suo complesso.

3 La produttività, gli investimenti e l occupazione 283 Tab. 2 - STRUTTURA SETTORIALE DEL VALORE AGGIUNTO (A PREZZI, DI BASE, CORRENTI) NEL 1995 E NEL 2001 (valori percentuali) Umbria Italia Centrale Italia Agricoltura, silvicoltura e pesca 4,0 3,0 2,4 1,8 3,2 2,7 Industria in senso stretto 25,3 23,4 20,5 19,6 24,9 22,9 Costruzioni 5,5 5,0 4,4 4,2 5,1 4,9 Commercio e pubbl. esercizi 17,6 17,4 16,4 16,2 17,2 16,6 Trasporti e comunicazioni 7,6 7,1 9,2 8,9 7,4 7,4 Credito ed assicurazioni 5,0 5,2 7,5 6,8 6,0 5,9 Attività professionali ed imprenditoriali 15,0 18,5 17,6 20,4 17,3 20,1 P.A., istruzione, sanità ed altri servizi sociali 19,2 19,7 20,8 20,9 18,1 18,7 Servizi domestici 0,8 0,8 1,2 1,2 0,8 0,8 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Tab. 3 - OCCUPATI ED UNITÀ STANDARD DI LAVORO ( ) (variazioni percentuali) Umbria Italia Centrale Italia Occupati totali Unità di lavoro totali Occupati totali Unità di lavoro totali Occupati totali Unità di lavoro totali Agricoltura, silvicoltura e pesca -17,7-20,7-5,8-13,0-13,7-16,5 Industria in senso stretto 8,8 10,4 0,3 0,3-0,4-0,4 Costruzioni 4,7 4,6 10,1 10,2 8,3 8,9 Commercio e pubbl. esercizi 13,9 14,6 9,6 8,3 10,6 8,1 Trasporti e comunicazioni 6,7 11,8 2,4 6,3 7,5 10,2 Credito ed assicurazioni 16,5 16,5 1,4 0,9 2,7 2,2 Att. professionali ed imprenditoriali 46,7 44,6 44,1 40,1 43,9 38,2 P.A., istruzione, sanità ed altri servizi sociali 3,6 2,3 1,4 0,5 4,7 3,5 Servizi domestici 26,3 27,6 15,9 17,6 11,9 13,3 Totale 10,2 10,0 7,6 6,5 7,2 5,8 Occupazione Nei Conti economici territoriali è presente sia l informazione sulle teste, gli occupati (occupazione principale o unica), sia quella sugli anni-uomo standard a tempo pieno, le Unità di Lavoro (ULA). Secondo entrambi gli indicatori l Umbria presenta (tab. 3) una dinamica molto positiva nel periodo. Le sole note negative

4 284 RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE DELL UMBRIA Tab. 4 - STRUTTURA SETTORIALE DELLE UNITÀ STANDARD DI LAVORO (ULA) NEL 1995 E NEL 2001 (valori percentuali) Umbria Italia Centrale Italia Agricoltura, silvicoltura e pesca 6,5 4,7 4,4 3,6 7,2 5,7 Industria in senso stretto 23,0 23,1 20,5 19,3 23,2 21,9 Costruzioni 7,9 7,5 6,4 6,6 6,7 6,9 Commercio e pubbl. esercizi 20,9 21,8 20,4 20,7 20,3 20,8 Trasporti e comunicazioni 5,7 5,8 6,5 6,5 5,9 6,2 Credito ed assicurazioni 2,4 2,5 3,3 3,1 2,8 2,7 Attività professionali ed imprenditoriali 6,5 8,5 8,3 10,9 7,9 10,3 P.A., istruzione, sanità ed altri servizi sociali 23,3 21,7 25,7 24,2 22,9 22,4 Servizi domestici 3,7 4,3 4,5 4,9 3,0 3,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 riguardano l Agricoltura e (rispetto a quanto si registra a livello nazionale e di ripartizione) le Costruzioni. Particolarmente notevole la crescita occupazionale nell Industria in senso stretto e nel Credito e assicurazioni. Nettamente superiore alla media nazionale e di ripartizione anche il dato relativo a Commercio e pubblici esercizi, Attività professionali ed imprenditoriali e Servizi domestici. Le modifiche alla composizione settoriale dell occupazione (tab. 4) sono nella regione per alcuni aspetti differenti da quelle osservate in precedenza per il prodotto lordo: la perdita di peso relativo dell Agricoltura è più ampia mentre tiene l Industria in senso stretto; più contenuto l incremento della quota relativa delle Attività professionali ed imprenditoriali mentre si presenta in flessione la quota della Pubblica Amministrazione. La principale caratteristica della regione è la tenuta della quota dell Industria in senso stretto. Nell incremento dell occupazione in Umbria nel periodo un ruolo di rilevo è stato giocato anche dall occupazione indipendente. La differenza è notevole soprattutto in rapporto alla media nazionale (tab. 5). Una forte crescita dell occupazione indipendente interessa l Industria in senso stretto, i Trasporti e comunicazioni, le Attività professionali ed imprenditoriali e la Pubblica Amministrazione, istruzione, ecc. Per i Trasporti e comunicazioni e le Attività professionali ed imprenditoriali, ed in modo particolare per la Pubblica Amministrazione, si tratta dell amplificazione di una tendenza che si registra anche a livello nazionale e di ripartizione; per l Industria in senso stretto si tratta invece di un fenomeno che appare specifico dell Umbria. Sul versante opposto, peculiare appare il comportamento delle Costruzioni dove l occupazione indipendente si riduce nel corso del periodo, a fronte di un incremento consistente nella ripartizione e ancor più a livello nazionale.

5 La produttività, gli investimenti e l occupazione 285 Tab. 5 - UNITÁ DI LAVORO DIPENDENTI ED INDIPENDENTI ( ) (variazioni percentuali) Umbria Italia Centrale Italia Unità di lavoro dip. Unità di lavoro indip. Unità di lavoro dip. Unità di Unità di lavoro lavoro dip. indip. Unità di lavoro indip. Agricoltura, silvic. e pesca -26,9-18,6-1,5-17,3-9,8-20,4 Industria in senso stretto 8,7 17,3 1,5-4,1 0,8-5,4 Costruzioni 8,3-1,0 11,0 8,9 6,4 12,6 Commercio e pubbl. esercizi 28,7 3,2 17,8-0,7 17,7-0,9 Trasporti e comunicazioni 11,3 13,0 5,1 10,5 10,8 8,3 Credito ed assicurazioni 18,8 0,0 0,9 0,7 2,4 1,1 Att. professionali ed imprenditoriali 40,2 49,5 40,6 39,6 39,1 37,1 P.A., istruzione, sanità ed altri servizi sociali Servizi domestici 27,6 0,0 17,6 0,0 13,3 0,0 Totale 11,0 7,8 7,4 4,3 7,3 2,4 Tab. 6 - UNITÁ DI LAVORO INDIPENDENTI SULLE UNITÁ DI LAVORO TOTALI NEL 1995 E NEL 2001 (valori percentuali) Umbria Italia Centrale Italia Agricoltura, silvicoltura e pesca 75,6 77,5 73,1 69,6 63,2 60,2 Industria in senso stretto 19,8 21,1 21,4 20,4 18,1 17,1 Costruzioni 39,8 37,6 41,0 40,5 41,2 42,6 Commercio e pubbl. esercizi 55,3 49,8 51,4 47,1 51,5 47,2 Trasporti e comunicazioni 28,9 29,2 22,0 22,8 24,3 23,9 Credito ed assicurazioni 12,7 10,9 10,1 10,1 11,4 11,3 Attività professionali ed imprenditoriali 47,4 49,0 45,3 45,1 46,3 45,9 P.A., istruzione, sanità ed altri servizi sociali 12,9 15,0 13,6 14,3 14,3 14,6 Servizi domestici 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale 32,2 31,6 29,8 29,1 30,7 29,7 Se guardiamo alla composizione dell occupazione per la dicotomia dipendentiindipendenti la quota di questi ultimi nel periodo (tab. 6) si è ridotta per effetto della notevole crescita del lavoro dipendente. In media, il calo del peso relativo del lavoro indipendente è di proporzioni analoghe a quello che si registra per la ripartizione e l Italia nel complesso.

6 286 RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE DELL UMBRIA Con riferimento al 2001, il peso relativo degli indipendenti si mantiene apprezzabilmente superiore a quello di ripartizione e nazionale. Per quanto riguarda l Industria in senso stretto, il peso relativo diventa superiore anche al dato di ripartizione, più elevato nel Una maggiore presenza del lavoro indipendente caratterizza anche (nel 2001), l Agricoltura, il Commercio e pubblici esercizi, i Trasporti e comunicazioni e la Pubblica Amminsitrazione allargata. Inferiore alla media nazionale e di ripartizione invece il dato delle Costruzioni. Un altro aspetto caratteristico della realtà umbra è un apparente mancato sviluppo del lavoro part-time, in conseguenza di un eguale crescita della quantità di lavoro (misurata dalle ULA) e delle teste -occupati (tab. 3). Nella media dell Italia Centrale, così come invece avviene a livello nazionale, l occupazione cresce di 1-1,5 punti percentuali più delle unità di lavoro (ULA). Un minore utilizzo del part-time, una crescita del secondo lavoro così come una riduzione dell utilizzo di alcuni ammortizzatori sociali (CIG) possono essere all origine del fenomeno che osserviamo. L informazione può essere meglio analizzata distinguendo tra dipendenti ed indipendenti (tabb. 7-8). Come si può osservare nella tabella 7, per i dipendenti la crescita degli occupati corrisponde esattamente a quella delle ULA. Vi sono però forti differenze settoriali: nell Industria in senso stretto, nel Commercio e pubblici esercizi, nei Servizi domestici e soprattutto nei Trasporti e comunicazioni la crescita delle ULA sopravanza nettamente quella degli occupati. Un fenomeno inverso interessa invece nella regione sostanzialmente soltanto le Attività professionali edi mprenditoriali. A livello di ripartizione e nazionale una relativa maggior crescita delle ULA rispetto Tab. 7 - OCCUPATI ED UNITÁ DI LAVORO DIPENDENTI ( ) (variazioni percentuali) Umbria Italia Centrale Italia Occupati Unità di Occupati Unità di Occupati Unità di dipendenti lavoro dipendenti dipendenti lavoro dipendenti dipendenti lavoro dipendenti Agricoltura, silvicoltura e pesca -26,4-26,9-1,7-1,5-9,2-9,8 Industria in senso stretto 6,8 8,7 1,5 1,5 0,7 0,8 Costruzioni 8,5 8,3 10,9 11,0 5,7 6,4 Commercio e pubbl. esercizi 26,7 28,7 20,9 17,8 22,8 17,7 Trasporti e comunicazioni 6,7 11,3 2,4 5,1 9,2 10,8 Credito ed assicurazioni 18,3 18,8 1,4 0,9 2,9 2,4 Att. professionali ed imprenditoriali 42,3 40,2 45,9 40,6 46,5 39,1 P.A., istruzione, sanità ed altri servizi sociali 1,6-0,1 1,0-0,4 4,8 3,1 Servizi domestici 26,3 27,6 15,9 17,6 11,9 13,3 Totale 11,0 11,0 8,7 7,4 8,9 7,3

7 La produttività, gli investimenti e l occupazione 287 Tab. 8 - OCCUPATI ED UNITÁ DI LAVORO INDIPENDENTI ( ) Occupati indipendenti (variazioni percentuali) Umbria Italia Centrale Italia Unità di lavoro indipendenti Occupati indipendenti Unità di lavoro indipendenti Occupati indipendenti Unità di lavoro indipendenti Agricoltura, silvicoltura -13,9-18,6-8,1-17,3-17,9-20,4 e pesca Industria in senso stretto 17,9 17,3-4,4-4,1-5,8-5,4 Costruzioni -2,2-1,0 8,7 8,9 12,9 12,6 Commercio e pubbl. esercizi 2,3 3,2-1,6-0,7-1,5-0,9 Trasporti e comunicazioni 6,5 13,0 2,4 10,5 0,7 8,3 Credito ed assicurazioni 0,0 0,0 0,7 0,7 0,6 1,1 Att. professionali ed 53,9 49,5 41,2 39,6 39,8 37,1 imprenditoriali P.A., istruzione, sanità ed altri servizi sociali 19,5 19,2 4,2 6,0 3,9 5,4 Servizi domestici 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale 8,3 7,8 4,5 4,3 2,5 2,4 agli occupati interessa essenzialmente solo Trasporti e comunicazioni e Servizi domestici. In entrambi i casi è ipotizzabile l ingresso cospicuo di posizioni lavorative secondarie (gli occupati corrispondono, ricordiamo, solo alle posizioni lavorative principali o uniche). Per quanto riguarda invece il lavoro indipendente (tab. 8) a livello nazionale e di ripartizione le dinamiche di occupati e ULA risultano sostanzialmente allineate, mentre uno scarto relativamente maggiore (a favore degli occupati) caratterizza l Umbria. Per quanto riguarda i settori, nell Agricoltura la riduzione delle ULA sopravanza di molto quella degli occupati sia nella regione sia nella ripartizione di appartenenza (a livello nazionale lo scarto è invece molto più contenuto). Il fenomeno si può probabilmente spiegare con la cancellazione di posizioni lavorative ( posti di lavoro, occupazioni ) di secondo lavoro (cioè riferite a persone con un altra occupazione/posizione lavorativa, principale ). Nei Trasporti e comunicazioni si verifica un fenomeno simmetrico, con una crescita delle ULA che sopravanza nettamente quella degli occupati. Produttività del lavoro e distribuzione del reddito La sostenuta dinamica dell occupazione a fronte di tassi di crescita dell attività allineati a quelli nazionali hanno evidentemente provocato un andamento della produttività (lorda) del lavoro più lento della media nazionale e di ripartizione

8 288 RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE DELL UMBRIA (tab. 9). Da tale quadro generale si distacca nettamente, nel confronto a prezzi costanti, solo l Agricoltura. In altri quattro casi (Costruzioni, Attività professionali ed imprenditoriali, Pubblica Amministrazione allargata, Servizi domestici) la variazione non si discosta di molto da quanto si registra a livello nazionale e di ripartizione. Per Commercio e pubblici esercizi lo scarto negativo, per quanto più consistente, resta abbastanza contenuto. Nel Credito e assicurazioni, la differenza rispetto alla crescita nazionale è notevole, ma l andamento è comunque migliore di quello della ripartizione. Fanalini di coda, almeno in termini comparativi, sono l Industria in senso stretto e l aggregato Trasporti e comunicazioni; nell Industria in senso stretto, in particolare, si deve registrare una variazione della produttività in termini reali addirittura negativa tra il 1995 ed il La minore crescita della produttività media ha avuto un riscontro in una dinamica inferiore a quella nazionale di redditi da lavoro e retribuzioni. Per quanto riguarda i redditi da lavoro (anche effettuando la correzione per compensare gli effetti apparenti dell introduzione dell IRAP) 4 la dinamica si è mantenuta anche in questa fase leggermente sotto la crescita della produttività a prezzi correnti. Lo scarto a favore della produttività è comunque più ampio nell Italia e nella ripartizione di appartenenza. Si deve comunque tener presente che il 1995 rappresenta a livello nazionale un minimo storico nella quota distributiva del lavoro, in particolare per quanto riguarda l Industria in senso stretto, e questo ovviamente condiziona le dinamiche del periodo Inoltre, per quanto riguarda l Umbria il forte sviluppo che ha interessato nell Industria in senso stretto l occupazione indipendente rende in qualche misura problematici i confronti tra la produttività (calcolata in rapporto agli addetti totali, dipendenti ed indipendenti) ed i redditi Tab. 9 - PRODUTTIVITÁ LORDA DEL LAVORO A PREZZI COSTANTI (VALORE AGGIUNTO A PREZZI COSTANTI/ULA) (variazioni percentuali) Umbria Italia Centrale Italia Agricoltura, silvicoltura e pesca 36,8 9,7 27,3 Industria in senso stretto -1,8 11,6 7,2 Costruzioni 0,8 0,7 1,3 Commercio e pubblici esercizi 2,4 5,5 4,1 Trasporti e comunicazioni 3,2 12,4 11,5 Credito ed assicurazioni 12,5 8,5 17,5 Attività professionali ed imprenditoriali -14,4-15,7-14,1 P.A., istruzione, sanità ed altri servizi sociali 5,0 5,4 4,9 Servizi domestici -0,1-1,6-1,0 Totale 3,4 5,4 6,1

9 La produttività, gli investimenti e l occupazione 289 Tab PRODUTTIVITÁ LORDA PER ADDETTO A PREZZI CORRENTI (VALORE AGGIUNTO/ULA) E REDDITI DA LAVORO PER UNITÁ DI LAVORO DIPENDENTE ( ) Umbria Produttività del lavoro a prezzi correnti Italia Centrale Redditi da lavoro per dipendente mod. IRAP (variazioni percentuali) Italia Umbria Italia Italia Centrale Redditi da Produttività Redditi da lavoro per del lavoro a lavoro per dipendente prezzi dipendente mod. IRAP correnti mod. IRAP Produttività del lavoro a prezzi correnti Agricoltura, silvicoltura e pesca 25,1 10,8 18,4 12,0 31,5 9,1 Industria in senso stretto 10,5 20,8 26,0 21,7 20,9 22,0 Costruzioni 14,1 20,8 13,2 17,6 14,9 20,2 Commercio e pubblici esercizi 14,3 15,3 20,4 20,9 17,6 22,5 Trasporti e comunicazioni 10,0 4,5 20,0 6,5 19,2 14,2 Credito ed assicurazioni 18,5 12,8 18,3 18,4 27,0 16,3 Att. professionali ed imprenditoriali 12,2 20,5 9,1 29,4 10,3 31,7 P.A., istruzione, sanità ed altri servizi sociali 32,5 30,5 31,6 29,0 31,7 30,3 Servizi domestici 6,1 7,9 13,1 15,3 16,5 18,5 Totale 20,1 20,0 23,9 21,5 24,1 23,5 Tab.11 - PRODUTTIVITÁ PER ADDETTO A PREZZI CORRENTI (VALORE AGGIUNTO PER ULA) NEL 1995 E NEL 2001 (numeri indice Italia=100) Umbria Italia Centrale Agricoltura, silvicoltura e pesca 133,2 126,7 121,2 109,2 Industria in senso stretto 99,1 90,5 94,9 98,8 Costruzioni 88,4 87,7 92,7 91,3 Commercio e pubblici esercizi 96,4 93,7 97,4 99,7 Trasporti e comunicazioni 104,1 96,1 116,5 117,2 Credito ed assicurazioni 92,6 86,4 107,6 100,2 Attività professionali ed imprenditoriali 102,1 103,8 98,2 97,2 P.A., istruzione, sanità ed altri servizi sociali 101,3 102,0 105,4 105,3 Servizi domestici 79,0 71,9 108,7 105,5 Totale 96,9 93,8 102,2 102,0

10 290 RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE DELL UMBRIA da lavoro (calcolati solo in rapporto agli occupati indipendenti). Confrontando i livelli medi di produttività per addetto della regione con quelli nazionali e di ripartizione, si manifesta in entrambi i casi una modifica della posizione relativa dell Umbria, segnale di trasformazioni profonde del sistema produttivo umbro. Se osserviamo i livelli settoriali, i cambiamenti più rilevanti riguardano l Industria in senso stretto ed i Trasporti e comunicazioni (rispetto all Italia e alla ripartizione), il Credito e assicurazioni (soprattutto verso la media nazionale) ed i Servizi domestici. Un ridimensionamento relativo più contenuto interessa il comparto Commercio e pubblici esercizi. L Agricoltura vede ridursi di qualche punto il differenziale, che resta comunque fortemente positivo, rispetto alla media nazionale, differenziale che invece si allarga rispetto alla ripartizione. Resta abbastanza stabile la posizione delle Costruzioni mentre cresce di circa 1 punto l indice per le Attività profesionali ed imprenditoriali e Pubblica Amministrazione, istruzione, sanità ed altri servizi sociali. In termini di livelli le retribuzioni di fatto lorde (tab. 12) per dipendente si sono allontanate di un paio di punti dalla media nazionale. Anche la ripartizione di riferimento ha visto peggiorare la propria posizione relativa, restando comunque sopra la media nazionale. Per l Agricoltura si registra un miglioramento relativo rispetto alla media nazionale, ma il divario con la ripartizione rimane sostanzialmente invariato. Anche nelle Costruzioni il divario rispetto alla media nazionale (ed in questo caso anche rispetto la ripartizione) si riduce tra il 1995 ed il Nell Industria in senso stretto e nella Pubblica Amministrazione allargata la situazione relativa si modifica di poco, rimanendo il primo comparto circa 5 punti percentuali sotto il livello medio nazionale e la Pubblica Amministrazione con Tab RETRIBUZIONE LORDA DI FATTO PER DIPENDENTE NEL 1995 E NEL 2001 (numeri indice Italia = 100) Umbria Italia Centrale Agricoltura, silvicoltura e pesca 100,6 102,1 105,0 107,4 Industria in senso stretto 95,0 94,2 96,9 97,1 Costruzioni 96,8 98,8 101,1 99,8 Commercio e pubblici esercizi 98,8 94,3 101,0 99,5 Trasporti e comunicazioni 100,8 93,7 108,3 100,4 Credito ed assicurazioni 92,8 90,8 102,1 103,6 Attività professionali ed imprenditoriali 96,1 90,9 108,0 106,1 P.A., istruzione, sanità ed altri servizi sociali 103,6 102,9 103,5 101,6 Servizi domestici 79,5 72,4 108,2 104,9 Totale 97,8 95,3 103,1 101,2

11 La produttività, gli investimenti e l occupazione 291 uno scarto di circa 3 punti. In tutti gli altri settori la posizione relativa dell Umbria peggiora rispetto alla media nazionale e (tranne che per i Trasporti e comunicazioni) anche di ripartizione. Investimenti Il ridimensionamento in termini relativi dell Umbria in termini di produttività trova un primo riscontro in termini di investimenti: gli investimenti fissi fanno registrare nel 2001 una battuta di arresto (tab. 13) e se si guarda al triennio il volume di investimenti effettuato appare meno consistente, in rapporto all inizio del periodo di osservazione (il 1995), di quello nazionale e di ripartizione (tab. 14). Bisogna tuttavia tenere presente che la dinamica settoriale risulta molto diversa (si veda in particolare la tabella 14): in particolare, a fronte dell Agricoltura e delle Costruzioni, dove la dinamica appare nettamente inferiore a quella naziona- Tab INVESTIMENTI FISSI LORDI PER BRANCA PROPRIETARIA A PREZZI 1995 (numeri indice, media = 100) Regione Agricoltura, silvicoltura e Umbria pesca Italia Centrale Italia Industria in senso stretto Umbria Italia Centrale Italia Costruzioni Umbria Italia Centrale Italia Commercio, alberghi e Umbria ristoranti, trasporti e Italia Centrale comunicazioni Italia Credito - assicurazioni; Umbria attività imprenditoriali Italia Centrale ed immobiliari Italia P.A, istruzione, sanità e Umbria servizi domestici Italia Centrale Italia Totale Umbria Italia Centrale Italia

12 292 RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE DELL UMBRIA Tab INVESTIMENTI FISSI LORDI PER BRANCA PROPRIETARIA A PREZZI 1995 (numeri indice, media = 100) Regione Agricoltura, silvicoltura e pesca Umbria Italia Centrale Industria in senso stretto Costruzioni Commercio, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni Credito - assicurazioni; attività imprenditoriali ed immobiliari P.A, istruzione, sanità e servizi domestici Totale Italia Umbria Italia Centrale Italia Umbria Italia Centrale Italia Umbria Italia Centrale Italia Umbria Italia Centrale Italia Umbria Italia Centrale Italia Umbria Italia Centrale Italia le e di ripartizione, nell Industria e in senso stretto e nella Pubblica Amministrazione allargata l andamento dei volumi di investimento è invece relativamente più sostenuto di quello di ripartizione e nazionale. In Commercio e pubblici esercizi e Trasporti e comunicazioni i volumi di investimento si muovono sostanzialmente secondo le stesse dinamiche nazionali (e di ripartizione). Il livello per addetto mostra comunque differenziazioni settoriali di rilievo nel rapporto con i dati nazionali e di ripartizione: le Costruzioni conoscono una crescita relativamente molto modesta ed il livello medio del triennio finisce per scostarsi nettamente da quello nazionale (e di ripartizione); anche il comparto dei servizi non finanziari (Commercio e Trasporti e comunicazioni) mostra almeno nel periodo più recente una dinamica inferiore a quella nazionale, ed il livello medio di investimenti per addetto resta inferiore a quello nazionale e di ripartizione. L Agricoltura mostra invece, soprattutto se si considerano i livelli medi per addetto una situazione migliore di quella nazionale; mentre sul fronte opposto

13 La produttività, gli investimenti e l occupazione 293 troviamo i servizi finanziari, immobiliari e alle imprese (Credito e assicurazioni, Attività imprenditoriali ed immobiliari), soprattutto se si considera il livello degli investimenti per addetto, nettamente superiore alla media nazionale e di ripartizione. L incidenza degli investimenti sul valore aggiunto (entrambe le grandezze a prezzi correnti) si muove sul piano aggregato secondo le stesse tendenze nazionali, con una forte crescita concentrata nel triennio Anche il livello del rapporto non si discosta di molto da quello nazionale rimanendo di 4-5 punti superiore a quello di ripartizione. L Industria in senso stretto presenta una situazione vicina a quella dell economia umbra nel suo complesso, con un livello del rapporto nettamente più elevato di quello di ripartizione ed uno scarto, sempre positivo ma più contenuto, rispetto alla media nazionale. Il rapporto tra investimenti fissi e valore aggiunto in Agricoltura, relativamente elevato nella seconda metà degli anni novanta, cresce nell ultima fase ma si colloca su un Tab INVESTIMENTI FISSI LORDI PER ADDETTO (ULA) A PREZZI 1995 ( ) (migliaia di euro/eurolire) Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria in senso stretto Costruzioni Commercio, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni Credito-assicurazioni; attività imprenditoriali ed immobiliari P.A, istruzione, sanità e servizi domestici Totale Regione Umbria 16,7 15,2 23,5 Italia Centrale 11,7 12,7 22,1 Italia 10,1 11,3 20,4 Umbria 17,0 19,1 28,1 Italia Centrale 15,6 16,5 26,8 Italia 17,7 18,4 30,4 Umbria 5,9 6,9 9,0 Italia Centrale 5,9 7,5 13,4 Italia 5,6 7,0 12,7 Umbria 10,5 11,8 17,8 Italia Centrale 13,7 15,0 24,7 Italia 11,5 12,8 21,5 Umbria 61,8 53,0 70,1 Italia Centrale 39,2 35,1 52,3 Italia 46,5 41,6 62,0 Umbria 6,7 8,4 15,8 Italia Centrale 7,7 8,4 13,6 Italia 7,9 9,1 15,6 Umbria 15,6 16,4 25,0 Italia Centrale 14,7 15,3 24,8 Italia 15,3 16,0 26,4

14 294 RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE DELL UMBRIA Tab INVESTIMENTI FISSI LORDI/VALORE AGGIUNTO ( ) (valori percentuali medi) Agricoltura, silvicoltura e pesca Industria in senso stretto Costruzioni Commercio, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni Credito-assicurazioni; attività imprenditoriali ed immobiliari P.A, istruzione, sanità e servizi domestici Totale Regione Umbria 69,9 66,1 89,7 Italia Centrale 54,5 57,5 94,7 Italia 56,4 58,6 99,0 Umbria 42,7 49,0 71,9 Italia Centrale 39,3 40,4 62,6 Italia 42,4 43,3 69,3 Umbria 20,5 25,5 33,8 Italia Centrale 20,8 25,3 47,2 Italia 18,6 23,5 42,5 Umbria 29,7 32,1 49,1 Italia Centrale 36,1 38,5 62,4 Italia 31,6 34,6 57,2 Umbria 70,9 59,5 83,0 Italia Centrale 45,6 41,4 63,1 Italia 54,3 48,7 73,3 Umbria 23,9 27,9 51,7 Italia Centrale 26,0 26,8 42,3 Italia 27,4 29,7 49,2 Umbria 41,3 42,1 63,4 Italia Centrale 36,7 36,8 58,1 Italia 39,0 39,4 63,0 valore inferiore a quello nazionale e di ripartizione. Nel Credito e assicurazioni l elemento caratterizzante è un incidenza degli investimenti sul prodotto lordo che resta relativamente molto elevata. Nella Pubblica Amministrazione, istruzione, sanità ed altri servizi si assiste ad una crescita allineata con quella nazionale. Infine, per i servizi di mercato non finanziari (Commercio, ecc.) l incidenza degli investimenti sul prodotto, per quanto in crescita, viaggia su un trend inferiore a quello nazionale e di ripartizione. Se si guarda complessivamente ai livelli di investimento per addetto (tab. 15) l economia umbra non sembra soffrire di una carenza relativa di investimenti, e questo nonostante una dinamica molto sostenuta dell occupazione. Semmai, osservando in particolare la (tab. 16), il problema sembra risiedere in una scarsa efficienza nel tradurre gli investimenti in aumenti di produttività (valore aggiunto per addetto).

15 La produttività, gli investimenti e l occupazione 295 Focus sui settori dell Industria in senso stretto Prescindendo dai valori sostanziali e simbolici delle attività dell Industria in senso stretto (a partire dalla visibilità e dalla rilevanza sociale delle maggiori imprese del settore) vi sono altri motivi per cui l Industria in senso stretto merita un attenzione speciale ; essi sono nell ordine: 1) un andamento molto positivo dell occupazione, che si è tradotto in una tenuta del peso relativo del settore; 2) un accresciuto ruolo dell occupazione indipendente, in ragione di tassi di crescita senza confronto a livello nazionale e di ripartizione (dove le tendenze sono al contrario negative); 3) una produttività decrescente; 4) un andamento degli investimenti abbastanza soddisfacente, almeno in termini quantitativi. Trattandosi del settore tradizionalmente più esposto alla competizione esterna e venute in buona parte meno le protezioni legate all intervento pubblico (nelle sue varie forme) si tratta di un quadro di cui alcuni elementi sembrano sfuggire all analisi aggregata condotta finora. Un primo elemento da verificare è l esistenza di possibili effetti di composizione, nel senso di uno sviluppo che ha favorito settori a bassa produttività media rispetto a quelli ad alta produttività. La struttura dell occupazione in Umbria non ha subito tra il 1995 ed il 2001 variazioni di grandissima portata ed, in generale, si tratta di tendenze non peculiari Tab UNITÀ DI LAVORO STANDARD NELL INDUSTRIA IN SENSO STRETTO NEL 1995 E NEL 2001 (valori percentuali) Umbria Italia Centrale Italia Industria in senso stretto 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Estrazione minerali 1,1 0,8 0,8 0,7 0,8 0,8 Industria manifatturiera 95,2 96,5 95,5 95,9 96,0 96,5 - Alimentari 12,7 11,7 7,8 7,2 9,2 8,7 - Tessile-abbigliamento 21,0 20,0 18,1 17,1 15,2 13,8 - Concia, calzature, art. in pelle 1,3 1,2 11,0 10,1 4,4 4,0 - Carta, stampa, editoria 5,9 6,8 6,6 6,9 5,5 5,8 - Chimiche-farmaceutiche 4,2 4,2 4,9 5,3 4,7 5,0 - Lav. minerali non metalliferi 10,0 10,6 6,3 7,1 5,5 6,4 - Metalli e prod. in metallo 14,7 15,9 8,9 9,7 13,9 14,5 - Macchine ed apparecchi; mezzi di trasporto 12,9 14,2 17,7 18,7 24,1 25,1 - Legno, gomma-plastica e manifatture varie 12,4 11,8 14,1 13,7 13,5 13,3 Energia elettrica, gas e acqua 3,7 2,6 3,8 3,4 3,2 2,7

16 296 RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE DELL UMBRIA Tab PRODUTTIVITÁ DI SETTORE DELL INDUSTRIA IN SENSO STRETTO NEL 1995 E NEL 2001 (numeri indice Industria in senso stretto = 100) Industria in senso stretto 100,0 100,0 Estrazione minerali 111,4 116,7 Industria manifatturiera 92,1 92,8 - Alimentari 100,9 109,0 - Tessile-abbigliamento 58,6 70,8 - Concia, calzature, articoli in pelle 60,8 36,8 - Carta, stampa, editoria 90,6 94,7 - Chimiche-farmaceutiche 178,7 175,6 - Lavorazione minerali non metalliferi 98,6 100,1 - Metalli e prodotti in metallo 130,1 88,4 - Macchine ed apparecchi; mezzi di trasporto 86,4 98,6 - Legno, gomma-plastica e manifatture varie 70,3 81,6 Energia elettrica, gas e acqua 299,7 358,7 della regione (tab. 17). In più non vi è stata una tendenza univoca alla crescita del peso relativo dei settori che almeno nel 1995 erano settori a bassa produttività (si veda anche la tabella 18). Nelle elaborazioni successive abbiamo considerato solo i settori che hanno un rilievo statisticamente apprezzabile nell economia regionale, eliminando dalle tabelle i riferimenti a situazioni che nella realtà umbra sono relative a poche centinaia di occupati (con un problema di significatività statistica). Non ripetiamo inoltre i dati sull Industria in senso stretto nel suo complesso, già presenti nella prima parte del lavoro. Si nota innanzi tutto la differenziazione tra la crescita consistente dell attività produttiva nel comparto manifatturiero ed invece la contrazione dell attività produttiva per Energia, gas e acqua il cui peso sul complesso dell Industria in senso stretto è notevole almeno in termini di valore aggiunto (oltre il 9% contro circa il 2,5% in termini di occupati). Tessile e abbigliamento, Carta e stampa, Macchine ed apparecchi meccanici, mezzi di trasporto, Legno ed altre manifatture. In tutti questi casi la crescita è stata nettamente superiore alla media nazionale e di ripartizione. Anche gli Alimentari presentano una crescita più sostenuta della media nazionale e di ripartizione, ma con scarti più ristretti. Nettamente negativo solo il dato relativo a Metalli e prodotti in metallo. Sul fronte della dinamica dei prezzi della produzione l Industria (tab. 19) umbra non si discosta generalmente in modo sensibile dalle tendenze nazionale (gli scarti sono dell ordine del punto percentuale), con l eccezione delle Industrie chimiche e farmaceutiche, che presentano un deflatore più dinamico (che può essere anche segno di trasformazioni qualitative non colte dalla metodologia ISTAT). Focalizzando l analisi sulla produttività a prezzi correnti emerge

17 La produttività, gli investimenti e l occupazione 297 che nei settori più dinamici i notevoli incrementi occupazionali non hanno comunque portato ad una dinamica della produttività inferiore a quella nazionale (tab. 20), con l eccezione dalla Carta e stampa. Anche nelle Industrie chimiche e farmaceutiche l incremento resta superiore a quello nazionale, mentre negli Alimentari si Tab VALORE AGGIUNTO IN TERMINI REALI E PREZZI NEI COMPARTI DELL INDUSTRIA IN SENSO STRETTO ( ) (variazioni percentuali) Valore aggiunto a prezzi base (prezzi 1995) Umbria Italia Centrale Italia Umbria Deflatore del valore aggiunto Italia Centrale Industria manifatturiera 11,4 10,7 6,9 11,8 12,1 11,6 - Alimentari 4,9 3,0 2,3 16,1 16,4 16,4 - Tessile-abbigliamento 21,7 8,0 3,4 15,2 15,1 15,0 - Carta, stampa, editoria 29,3 10,9 15,9 13,2 12,3 12,4 - Chimiche-farmaceutiche 6,2 12,3-4,5 11,8 7,7 9,3 - Lavorazione minerali non metalliferi 13,6 19,7 19,4 15,6 15,6 15,6 - Metalli e prodotti in metallo -11,6 7,2 5,5 1,7 3,0 2,9 - Macchine ed apparecchi; mezzi di trasporto 32,8 20,0 11,1 15,2 13,0 14,2 - Legno, gomma-plastica e manifatture varie 25,6 14,7 11,4 7,6 7,8 6,9 Energia elettrica, gas e acqua -12,6 23,0 11,3 18,8 17,6 18,2 Italia Tab PRODUTTIVITÁ A PREZZI CORRENTI E OCCUPAZIONE (ULA) NEI COMPARTI DELL INDUSTRIA IN SENSO STRETTO ( ) (variazioni percentuali) Produttività del lavoro a Unità di lavoro totali prezzi correnti Umbria Italia Centrale Italia Umbria Italia Centrale Industria manifatturiera 11,3 23,1 19,1 11,9 0,7 0,2 - Alimentari 19,2 29,4 26,4 2,1-7,3-5,7 - Tessile-abbigliamento 33,4 31,0 31,3 5,0-5,0-9,4 - Carta, stampa, editoria 15,5 19,2 24,7 26,7 4,5 4,5 - Chimiche-farmaceutiche 8,5 10,8-1,1 9,4 9,2 5,4 - Lavorazione minerali non metalliferi 12,1 23,1 18,1 17,1 12,4 16,9 - Metalli e prodotti in metallo -24,9 0,7 4,2 19,8 9,6 4,1 - Macchine ed apparecchi; mezzi di trasporto 26,0 28,3 22,2 21,4 5,7 3,8 - Legno, gomma-plastica e manifatt. varie 28,3 26,6 21,7 5,3-2,4-2,2 Energia elettrica, gas e acqua 32,2 59,8 54,8-21,4-9,5-15,0 Italia

18 298 RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE DELL UMBRIA Tab INDICI DI PRODUTTIVITÁ DEL LAVORO A PREZZI CORRENTI NEL 1995 E NEL 2001 (numeri indice Italia = 100) Umbria Italia Centrale Industria manifatturiera 98,6 92,1 94,1 97,3 - Alimentari 105,2 99,2 98,0 100,3 - Tessile-abbigliamento 85,8 87,2 97,2 97,0 - Carta, stampa, editoria 85,6 79,3 105,7 101,0 - Chimiche-farmaceutiche 88,8 97,4 98,6 110,4 - Lavorazione minerali non metalliferi 102,8 97,6 89,3 93,1 - Metalli e prodotti in metallo 136,6 98,4 94,6 91,5 - Macchine ed apparecchi; mezzi di trasporto 89,2 92,0 98,7 103,7 - Legno, gomma-plastica e manifatture varie 90,2 95,1 92,0 95,7 Energia elettrica, gas e acqua 101,9 87,0 97,9 101,1 Tab L OCCUPAZIONE INDIPENDENTE NEI COMPARTI DEL MANIFATTURIERO ( ) (variazioni percentuali) Umbria Italia Centrale Italia Industria manifatturiera 17,4-4,1-5,4 - Alimentari 13,6-7,4-8,4 - Tessile-abbigliamento 19,0 1,3-2,5 - Carta, stampa, editoria 20,0 5,8 3,9 - Lavorazione minerali non metalliferi 50,0 12,6 16,3 - Metalli e prod. in metallo 20,0-4,1-6,3 - Macchine ed apparecchi; mezzi di trasporto 18,8 0,5-0,3 - Legno, gomma-plastica e manifatt. varie 3,3-14,9-15,4 registra uno scarto di una certa ampiezza così come nella Lavorazione dei minerali non metalliferi (dove però la crescita era inferiore a quella nazionale). Molto rilevante si presenta lo scarto per Energia, gas e acqua e per Metalli e prodotti in metallo, dove il valore aggiunto per addetto diminuisce del 25% in termini nominali tra il 1995 ed il 2001.La caduta in termini di rank della produttività per addetto nel sistema industriale umbro osservata non è il risultato di un processo settorialmente indifferenziato. Essa si concentra infatti (tab. 21) in alcuni settori quali Alimentari, Carta, stampa ed editoria, Lavorazione dei minerali non metalliferi e soprattutto (per il ruolo del settore e per l ampiezza del fenomeno) Metalli e prodotti in metal-

19 La produttività, gli investimenti e l occupazione 299 lo. Fuori del comparto manifatturiero anche il comparto Energia elettrica, acqua e gas vede nettamente ridimensionata la propria posizione. Nel caso dell Industria dei metalli si deve considerare che il livello di partenza (del 1995) appariva eccezionalmente elevato, il che rende in qualche modo comprensibile il ridimensionamento intervenuto in termini di produttività. Si è potuto osservare in precedenza che la crescita dell occupazione indipendente nell Industria in senso stretto rappresenta per l Umbria un elemento caratterizzante. Tale crescita dell occupazione indipendente interessa la regione (tab. 22), anche se in modo diseguale, tutti i comparti manifatturieri, anche dove le tendenze nazionali si muovono decisamente in direzione opposta (Alimentari, Metalli, Legno ed altre manifatture). Per altro verso, non si tratta di un fenomeno sconosciuto anche a livello nazionale in ambito manifatturiero, come dimostrano gli incrementi che si verificano (anche nella ripartizione) nella Carta, stampa ed editoria e soprattutto nella Lavorazione dei minerali non metalliferi. Produttività del lavoro nell Industria in senso stretto: un confronto regionale Nei confronti regionali si è scelto di puntare sulla produttività media per addetto, quello che sembra essere l elemento di maggior criticità del sistema industriale umbro 5. Abbiamo selezionato i comparti con una presenza più consistente nel sistema industriale della regione. L indicatore utilizzato è quello della produttività lorda per addetto a prezzi correnti. Il confronto viene in questo caso fatto rispetto all insieme delle regioni italiane, per cogliere in modo più fine il posizionamento relativo dell Umbria. Va in ogni caso osservato che a livello settoriale/regionale la situazione relativa appare abbastanza fluida, con cambiamenti rilevanti che interessano anche le regioni maggiori: 1) negli Alimentari (graf. 1), nonostante la dinamica relativamente modesta della produttività il livello del valore aggiunto per unità di lavoro nel 2001è superiore a quello di tutte le regioni del Nord-Est e del Centro (escluso il Lazio); 2) nel Tessile e abbigliamento (graf. 2) l Umbria si colloca in posizione mediana tra le ragioni del Nord e la Toscana (ad elevata produttività) e quelle meridionali (a bassa produttività), in un gruppo che comprende anche le Marche ed il Lazio; 3) nella Carta, stampa ed editoria (graf. 3) l Umbria scivola in termini di produttività verso la parte bassa della graduatoria, sui livelli delle regioni meridionali; 4) nelle Industrie chimiche e farmaceutiche (graf. 4) l Umbria guadagna posizioni, collocandosi nella parte medio-alta della graduatoria tra le regioni del Centro-Nord: in questo caso, a causa presumibilmente della composizione sub-settoriale sono due regioni del Centro (Lazio e Marche) e due regioni del Meridione (Sicilia e Sardegna);

20 300 RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE DELL UMBRIA Graf. 1 - PRODUTTIVITÁ DEL LAVORO A PREZZI CORRENTI PER REGIONE NEL COMPARTO ALIMENTARI (ANNI 1995, 2001) Graf. 2 - INDICE DI PRODUTTIVITÀ A PREZZI CORRENTI PER REGIONE NEL COMPARTO TESSILE - ABBIGLIAMENTO (ANNI 1995, 2001)

21 La produttività, gli investimenti e l occupazione 301 Graf. 3 - INDICE DI PRODUTTIVITÀ PER ADDETTO A PREZZI CORRENTI PER REGIONE NEL COMPARTO CARTA, STAMPA, EDITORIA (ANNI 1995, 2001) Graf. 4 - INDICE DI PRODUTTIVITÀ PER ADDETTO A PREZZI CORRENTI PER REGIONE NEL COMPARTO INDUSTRIE CHIMICHE E FARMACEUTICHE (ANNI 1995, 2001)

22 302 RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE DELL UMBRIA ) nella Lavorazione dei minerali non metalliferi (graf. 5) l Umbria, che nel 1995 si collocava in posizione intermedia tra le regioni del Nord (a produttività più elevata) e quelle del Centro-Italia, nel 2001 si avvicina alle regioni dell Italia Centrale; 6) nell Industria dei metalli e dei prodotti in metallo (graf. 6) l Umbria presentava nel 1995 il livello di gran lunga più elevato tra le regioni italiane, un dato che può apparire anomalo: nel 2001 la regione si colloca sui livelli della maggioranza delle regioni del Nord e della Toscana, con un indice nettamente superiore a quello delle altre regioni dell Italia Centrale; 7) nelle Industrie delle macchine, apparecchi e mezzi di trasporto (graf. 7) la regione ha recuperato rispetto il 1995 ma resta sempre distante dal gruppo di testa, che in questo caso comprende regioni di tutte e tre le ripartizioni; 8) in Legno, gomma, plastica e manifatturiere varie (graf. 8) la regione, nonostante un recupero abbastanza consistente rispetto alla media nazionale, rimane abbastanza lontana dai livelli più elevati della maggioranza delle regioni del Nord e manifesta invece un valore dell indice simile alle altre regioni centrali; 9) per il comparto Energia elettrica, gas e acqua (graf. 9) il ridimensionamento è notevole e la regione si colloca nel 2001 nel gruppo delle regioni a più bassa produttività per addetto. Graf. 5 - INDICE DI PRODUTTIVITÀ PER ADDETTO A PREZZI CORRENTI PER REGIONE NEL COMPARTO LAVORAZIONE DEI MINERALI NON METALLIFERI (ANNI 1995, 2001)

23 La produttività, gli investimenti e l occupazione 303 Graf. 6 - INDICE DI PRODUTTIVITÀ PER ADDETTO A PREZZI CORRENTI PER REGIONE NEL COMPARTO METALLI E PRODOTTI IN METALLO (ANNI 1995, 2001) Graf. 7 - INDICE DI PRODUTTIVITÀ PER ADDETTO A PREZZI CORRENTI PER REGIONE NEL COMPARTO MACCHINE ED APPARECCHI - MEZZI DI TRASPORTO (ANNI 1995, 2001)

24 304 RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE DELL UMBRIA Graf. 8 - INDICE DI PRODUTTIVITÀ PER ADDETTO A PREZZI CORRENTI PER REGIONE NEL COMPARTO LEGNO, GOMMA-PLASTICA E MANIFATTURIERE VARIE (ANNI 1995, 2001) Graf. 9 - INDICE DI PRODUTTIVITÀ PER ADDETTO A PREZZI CORRENTI PER REGIONE NEL COMPARTO ENERGIA ELETTRICA, GAS E ACQUA (ANNI 1995, 2001)

25 Osservazioni conclusive La produttività, gli investimenti e l occupazione 305 Gli elementi caratterizzanti l economia umbra nella seconda metà degli anni novanta e nei primi anni 2000 sono stati: 1) una crescita particolarmente sostenuta dell occupazione, dipendente ed indipendente; 2) una crescita dell attività produttiva sostanzialmente allineata o leggermente superiore (secondo l indicatore di riferimento) a quella nazionale e a quella della ripartizione geografica di riferimento. Per quanto riguarda i settori i dati più eclatanti sono stati: 1) un forte aumento dell occupazione nell Industria in senso stretto e nel Credito e assicurazioni, i cui livelli occupazionali sono stabili od in leggera flessione invece a livello nazionale; 2) una crescita cospicua del prodotto lordo (valore aggiunto) nel comparto Credito e assicurazioni; 3) abbastanza sorprendentemente, una crescita contenuta del settore delle Costruzioni in termini sia di prodotto sia di occupazione. In particolare, cresce nell Industria in senso stretto l occupazione indipendente (+17% tra il 1995 e il 2001) con una netta differenziazione dal trend nazionale. L incremento dell occupazione indipendente nell Industria in senso stretto ha fatto sì che la quota relativa del settore sul complesso dell occupazione è, sia pure marginalmente, aumentata: è un risultato che si differenzia nettamente da quanto si riscontra per la media nazionale e per il complesso dell Italia Centrale. Un andamento dell occupazione sostenuto a fronte di normali tassi di crescita dell attività produttiva ha determinato una crescita piuttosto modesta della produttività per addetto. Ciò ha comportato il manifestarsi di un differenziale di produttività rispetto alla media nazionale e di ripartizione su cui torneremo più avanti. La minore crescita della produttività media ha avuto riscontro in una dinamica inferiore a quella nazionale di redditi da lavoro e retribuzioni, con un allargamento del differenziale retributivo esistente rispetto alla media nazionale. L elemento di criticità nello sviluppo economico dell Umbria si può quindi individuare in una scarsa crescita della produttività. Se si guarda complessivamente ai livelli di investimento per addetto l economia umbra non sembra comunque soffrire di una carenza relativa di investimenti, e questo nonostante una dinamica molto sostenuta dell occupazione. Semmai, osservando in particolare il rapporto investimenti/valore aggiunto, il problema sembra risiedere in una scarsa efficienza nel tradurre gli investimenti in aumenti di produttività (valore aggiunto per addetto). Vi è una riflessione da fare sul possibile nesso tra la crescita, abbastanza sorprendente nell Industria in senso stretto, dell occupazione indipendente e la difficoltà di rilevazione statistica dell attività delle piccole e piccolissime imprese. Non si

26 306 RAPPORTO ECONOMICO E SOCIALE DELL UMBRIA allude qui tanto alla capacità dell Istat di cogliere il sommerso economico (lavoro nero, evasione) quanto piuttosto il sommerso statistico, l area di oggettiva difficoltà di rilevazione statistica nell area delle piccole e piccolissime imprese. Un secondo elemento da considerare è che in alcuni settori la crescita delle unità di lavoro (equivalenti anni-uomo standard a tempo pieno) sopravanza quella degli occupati ( teste, relative a chi ha un occupazione principale od unica nel settore), indizio di una crescita della quantità di lavoro media per occupato a causa del minor ricorso a part-time e Cassa Integrazione Guadagni (CIG) o ad una crescita del secondo lavoro. Vi è quindi un effetto aritmetico di riduzione della produttività media del lavoro che si calcola in rapporto alle unità di lavoro. L Industria in senso stretto presenta nel caso umbro alcune caratterizzazioni notevoli: un andamento molto positivo dell occupazione, che si è tradotto in una tenuta del peso relativo del settore; un accresciuto ruolo dell occupazione indipendente, in ragione di tassi di crescita senza confronto a livello nazionale e di ripartizione (dove le tendenze sono al contrario negative); un andamento degli investimenti abbastanza soddisfacente almeno in termini quantitativi; una produttività a prezzi costanti addirittura decrescente. La caduta, in termini di graduatoria, della produttività del lavoro nel sistema industriale umbro non è il risultato di un processo indifferenziato per comparto. Essa si concentra in alcuni settori: Alimentari, Carta, stampa e editoria, Lavorazione dei minerali non metalliferi e soprattutto (per il ruolo del settore e per l ampiezza del fenomeno) Metalli e prodotti in metallo. Fuori del comparto manifatturiero anche il comparto Energia elettrica, acqua e gas vede nettamente ridimensionata la propria posizione relativa in termini di prodotto lordo per addetto. Note 1 La fonte delle elaborazioni è rappresentata da ISTAT, Conti economici territoriali nell edizione di settembre Le serie sono relative al periodo (in alcuni casi l aggiornamento, in particolare per gli investimenti, si ferma al 2000). La disaggregazione settoriale disponibile nei Conti economici territoriali non è, nella branca dei servizi, molto spinta, il che rende per alcuni aspetti problematica la lettura dei dati, portando ad accorpamenti tra settori non particolarmente omogenei (Trasporti uniti alle Comunicazioni, l aggregato delle Attività professionali ed imprenditoriali, immobiliari, noleggio, ecc.). Al contrario, nell ambito manifatturiero, una disaggregazione abbastanza fine porta ad esaminare realtà che in una economia delle dimensioni di quella umbra sono ai limiti della significatività statistica. 2 Nelle tabelle troviamo le seguenti aggregazioni settoriali: 1) Agricoltura; 2) Industria in senso stretto (Attività manifatturiere, estrattive, energia-acqua-gas), che ricomprende le Industrie manifatturiere, le industrie estrattive, la produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua; 3) Costruzioni;

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