La maestra portò una medaglia per tutti. Perché tutti in fondo avevano vinto. Robertino divenne così un eroe.

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1 La maestra portò una medaglia per tutti. Perché tutti in fondo avevano vinto. Robertino divenne così un eroe. Mentre tutti festeggiavano Zurlo ed i suoi invincibili amici cominciarono ad urlare, a sbattere i pugni per terra, non volevano condividere la vittoria con Robertino. Lui non la meritava! Lui non merita la vittoria gridava Zurlo le regole sono regole. Vince chi corre piu forte ed io ho vinto. Solo io ho vinto. Zurlo non voleva sentire scuse, non gli interessava che tutti i suoi compagni di scuola avevano apprezzato la musica di Robertino. Non poteva accettare che il bambino con la testa grande e le gambe magre fosse diventato un eroe per tutti. Robertino confuso da tutti quegli amici che lo abbracciavano e lo cercavano, era felicissimo. Anche Musica era contento di vedere finalmente il piccolo Robertino sereno. (disegno 1) 1

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3 Sotto un albero di quercia, seduto su una panchina c era Zurlo, tutto solo e con un aria triste e scontenta. Robertino vedendolo si avvicinò e gli disse Non ti arrabbiare perché tu sei stato molto bravo nella corsa in fondo è solo una gara. Perché non vieni con noi a festeggiare? Fatti gli affari tuoi. Goditi la tua vittoria. Vattene e lasciami solo. Campione. gli rispose Zurlo. Robertino non poteva far finta di nulla perché si sentiva anche un po responsabile della tristezza di Zurlo. Allora si avvicinò al compagno e gli disse: Vuoi venire con me in un regno bellissimo, colorato e fatato? Non te ne pentirai sarà molto divertente!. Non mi interessa lasciami in pace rispose Zurlo. Dai vieni con noi, Musica ci porterà in groppa così non ci stanchiamo. Dai vieni! continua ad insistere Robertino. (disegno2) 3

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6 Così dopo un po di tempo Zurlo si convinse ed arrivarono nel Regno della Generezza. Robertino era felice di mostrare a Zurlo quel mondo che gli aveva cambiato la vita, che lo aveva fatto diventare più forte e sicuro nonostante la sua malattia. In cuor suo sapeva che anche il suo amico sarebbe cambiato perchè quel magico mondo è capace di far uscire il meglio dalle persone e Robertino era sicuro che sarebbe uscita la parte più buona di Zurlo. Zurlo seguiva Robertino e Musica in silenzio, imbronciato e perplesso osservava quel giardino incantato dove nessuno tra bambini ed animali era uguale ai loro simili ma dove tutti non facevano altro che sorridere ed essere amici tra loro. Che avranno mai da sorridere questi qua ripeteva Zurlo tra sé. 6

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8 I tre continuavano a camminare e Robertino si diresse verso la casa del re. Dove stiamo andando? domandò Zurlo infastidito Sono stanco voglio tornare a casa. Voglio farti conoscere due persone fantastiche che proprio come te comandano rispose Robertino. Devi sapere che loro sono i sovrani di questo regno meraviglioso. Sono sicuro che ne rimarrai colpito. Zurlo guardò Robertino senza dire nulla ma infondo era curioso di incontrare i sovrani di quel regno. Quante cose avrebbe imparato su come essere il re migliore del suo clan!. Finalmente arrivarono dai sovrani, loro vivevano in una piccola casetta rossa con tante finestre grandi dove entrare tantissima luce, circondata da con un giardino pieno di fiori di mille colori, cespugli e alberi pieni di frutti. Sei sicuro che non abbiamo sbagliato strada chiese Zurlo Non mi sembra la casa di un re e di una regina. No non ti preoccupare è proprio questa rispose Musica. Appena entrarono videro la regina seduta su una piccola sedie di legno, circondata da tanti piccoli ragnetti con solo due zampe che insegnava loro l arte del cucito. Il re invece correva per tutta la stanza portando sulle spalle un piccolo usignolo senza ali. Zurlo rimase molto sorpreso non riusciva a capire come quei due giganti, così semplici e sorridenti, fossero i sovrani di un regno. Ma che fanno chiese ai suoi compagni di viaggio. Ma come non lo vedi gli rispose Robertino Fanno il gioco della comprensione, il gioco più allegro del mondo. Lo scopo è quello di esaudire tutti i desideri dei loro figli insegnandoli modi diversi per sfruttare le loro capacità. Vale sempre la pena aiutarsi, regalare un po di felicità agli altri, dare una mano a chi ci sta intorno. Ti riempie il cuore!. 8

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10 In quel momento un raggio di sole illuminò il viso di Zurlo, i suoi occhi si riempirono di lacrime ed il suo sguardo era pieno di ammirazione. Qualcosa dentro di lui stava cambiando, non capiva bene cosa gli stesse succedendo ma sapeva che era felice e stava bene. Robertino si accorse di una strana luce negli occhi di Zurlo Ei cos hai. Tutto bene? gli chiese. Certamente rispose Zurlo ho avuto un idea grandiosa. Caro amico perché non organizziamo la prime Olimpiadi di Generezza?. Ma è una grande idea gridò contento Robertino. I tre amici si misero all opera per l organizzazione, Musica riunì tutti gli animali del regno, Robertino cominciò ad allestire l enorme prato che avrebbe ospitato le Olimpiadi e Zurlo cominciò ad insegnare ai suoi nuovi amici diversi sport. Ad Andrea, l ape che si stancava a volare, gli insegnò l arte della corsa; all antilope, malata di cuore, lo preparò per il tiro con l arco, al piccolissimo gnomo gli insegnò il gioco del calcio. Anche il re volle partecipare, lui così alto non poteva che cimentarsi con il basket. Mancava un ultima cosa, Zurlo e Robertino mandarono Musica a chiamare tutti i loro amici, ovviamente anche quelli del clan degli invincibili affinchè anche loro partecipassero alle prime Olimpiadi del Regno. Le Olimpiadi ebbero inizio: Andrea sotto braccio al piccolo usignolo cominciò la sua corsa, l antilope con l aiuto della regina riuscì a fare centro con l arco Tutti si cimentarono in qualcosa apprezzando la bellezza dello sport, la gioia di partecipare ad una gara e la gioia di vincere. Si perché vinsero tutti, tutti salirono su un bellissimo palco, tutti alzarono le braccia al cielo e tutti ebbero una sfavillante medaglia con su scritto diversamente campioni. I bambini batterono forte le mani, urlavano Bravi, Bravi e la musica di Robertino e Musica avvolse il bosco intero. 10

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18 Così dopo un po di tempo Zurlo si convinse ed arrivarono nel Regno della Generezza. Robertino era felice di mostrare a Zurlo quel mondo che gli aveva cambiato la vita, che lo aveva fatto diventare più forte e sicuro nonostante la sua malattia. In cuor suo sapeva che anche il suo amico sarebbe cambiato perchè quel magico mondo è capace di far uscire il meglio dalle persone e Robertino era sicuro che sarebbe uscita la parte più buona di Zurlo. Zurlo seguiva Robertino e Musica in silenzio, imbronciato e perplesso osservava quel giardino incantato dove nessuno tra bambini ed animali era uguale ai loro simili ma dove tutti non facevano altro che sorridere ed essere amici tra loro. Che avranno mai da sorridere questi qua ripeteva Zurlo tra sé. I tre continuavano a camminare e Robertino si diresse verso la casa del re. Dove stiamo andando? domandò Zurlo infastidito Sono stanco voglio tornare a casa. Voglio farti conoscere due persone fantastiche che proprio come te comandano rispose Robertino. Devi sapere che loro sono i sovrani di questo regno meraviglioso. Sono sicuro che ne rimarrai colpito. 18

19 Zurlo guardò Robertino senza dire nulla ma infondo era curioso di incontrare i sovrani di quel regno. Quante cose avrebbe imparato su come essere il re migliore del suo clan!. Finalmente arrivarono dai sovrani, loro vivevano in una piccola casetta rossa con tante finestre grandi dove entrare tantissima luce, circondata da con un giardino pieno di fiori di mille colori, cespugli e alberi pieni di frutti. Sei sicuro che non abbiamo sbagliato strada chiese Zurlo Non mi sembra la casa di un re e di una regina. No non ti preoccupare è proprio questa rispose Musica. (disegno 3) Appena entrarono videro la regina seduta su una piccola sedie di legno, circondata da tanti piccoli ragnetti con solo due zampe che insegnava loro l arte del cucito. Il re invece correva per tutta la stanza portando sulle spalle un piccolo usignolo senza ali. Zurlo rimase molto sorpreso non riusciva a capire come quei due giganti, così semplici e sorridenti, fossero i sovrani di un regno. Ma che fanno chiese ai suoi compagni di viaggio. Ma come non lo vedi gli rispose Robertino Fanno il gioco della comprensione, il gioco più allegro del mondo. Lo scopo è quello di esaudire tutti i desideri dei loro figli insegnandoli modi diversi per sfruttare le loro capacità. Vale sempre la pena aiutarsi, regalare un po di felicità agli altri, dare una mano a chi ci sta intorno. Ti riempie il cuore!. (disegno 4) 19

20 In quel momento un raggio di sole illuminò il viso di Zurlo, i suoi occhi si riempirono di lacrime ed il suo sguardo era pieno di ammirazione. Qualcosa dentro di lui stava cambiando, non capiva bene cosa gli stesse succedendo ma sapeva che era felice e stava bene. Robertino si accorse di una strana luce negli occhi di Zurlo Ei cos hai. Tutto bene? gli chiese. Certamente rispose Zurlo ho avuto un idea grandiosa. Caro amico perché non organizziamo la prime Olimpiadi di Generezza?. Ma è una grande idea gridò contento Robertino. I tre amici si misero all opera per l organizzazione, Musica riunì tutti gli animali del regno, Robertino cominciò ad allestire l enorme prato che avrebbe ospitato le Olimpiadi e Zurlo cominciò ad insegnare ai suoi nuovi amici diversi sport. Ad Andrea, l ape che si stancava a volare, gli insegnò l arte della corsa; all antilope, malata di cuore, lo preparò per il tiro con l arco, al piccolissimo gnomo gli insegnò il gioco del calcio. Anche il re volle partecipare, lui così alto non poteva che cimentarsi con il basket. (disegno 5) 20

21 Mancava un ultima cosa, Zurlo e Robertino mandarono Musica a chiamare tutti i loro amici, ovviamente anche quelli del clan degli invincibili affinchè anche loro partecipassero alle prime Olimpiadi del Regno. Le Olimpiadi ebbero inizio: Andrea sotto braccio al piccolo usignolo cominciò la sua corsa, l antilope con l aiuto della regina riuscì a fare centro con l arco Tutti si cimentarono in qualcosa apprezzando la bellezza dello sport, la gioia di partecipare ad una gara e la gioia di vincere. Si perché vinsero tutti, tutti salirono su un bellissimo palco, tutti alzarono le braccia al cielo e tutti ebbero una sfavillante medaglia con su scritto diversamente campioni. I bambini batterono forte le mani, urlavano Bravi, Bravi e la musica di Robertino e Musica avvolse il bosco intero. (Disegno 6) Castellitto Angelo Maria Claps Giovanni Francesco 21

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