NOTA SU APPRENDISTATO, FORMAZIONE E ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO di Fabrizio Dacrema

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1 NOTA SU APPRENDISTATO, FORMAZIONE E ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO di Fabrizio Dacrema ANALISI DELLE NUOVE NORME La riforma dell'apprendistato contenuta nel decreto legislativo attuativo del Jobs Act interviene sull'apprendistato di primo tipo (per la qualifica e il diploma professionale) e di terzo tipo (di alta formazione e ricerca) rafforzandone la componente formativa. L'insieme degli interventi, coordinati le disposizioni previste dal disegno di legge sulla Buona scuola, cambiano il sistema educativo italiano. Come sta anticipando la Regione Lombardia, si intende costruire un canale formativo quinquennale, alternativo e separato da quello scolastico, scelto dai giovani subito dopo la scuola media e realizzato in apprendistato già a partire da quindici anni. Al tempo stesso viene abolita la possibilità di diplomarsi in apprendistato per i giovani che hanno abbandonato prematuramente la scuola e sono cancellate le sperimentazioni di alternanza scuola lavoro che utilizzano lo strumento dell'apprendistato per gli studenti di degli ultimi due anni della secondaria di secondo grado. Il combinato disposto di questi interventi determina un ulteriore destrutturazione dell'obbligo di istruzione fino a 16 anni, accentua gli effetti segreganti della canalizzazione precoce, prospetta esperienze di alternanza scuola lavoro dequalificate. I percorsi formativi in apprendistato, finalizzati al conseguimento di titoli di istruzione e formazione professionale, prevedono, oltre a più di un terzo del monte ore contrattuale per lavoro finalizzato alla produzione, 500 ore di attività di formazione professionale (non retribuita) e altrettante (retribuite al 10%) in aziende cui non viene verificata l'effettiva capacità formativa. L istruzione e formazione professionale in apprendistato Con la riforma dell apprendistato per la qualifica e il diploma professionale i percorsi formativi in apprendistato assumono una dimensione ordinamentale, un vero e proprio canale formativo alternativo a quello scolastico. L'apprendistato di primo tipo è finalizzato a conseguire la qualifica professionale triennale, il diploma professionale quadriennale e la specializzazione professionale (si conclude con una certificazione di competenze riferite alla qualificazione IFTS) a seguito della quale è possibile accedere agi ITS ma non all'università per cui rimane necessario il superamento dell'esame di Stato. Si delinea una trasformaziaeone dell attuale istruzione e formazione professionale attraverso l'apprendistato duale (formazione nella formazione professionale + formazione sul lavoro in azienda) che permette l accesso all istruzione terziaria non universitaria (Istituti Tecnici Superiori). Questo canale sarà costruaeito con i sistemi regionali di formazione professionale

2 nelle regioni dove esistono, nelle altre situazioni si utilizzerà l'istruzione professionale per la quale si prevede uno spacchettamento, una parte confluirà nell istruzione tecnica e una parte nell istruzione e formazione professionale. Inoltre si prevede una forte incentivazione: decontribuzione, consistente diminuzione del costo del lavoro, incentivi per le assunzioni. Il rafforzamento della componente formativa dell apprendistato Il rafforzamento della componente formativa del contratto di apprendistato avviene attraverso: la regolazione statale dei contratti di apprendistato di primo e terzo tipo e loro prioritaria finalizzazione alla formazione, se le Regioni non regolamentano comunque ci pensa il Ministero del lavoro; la definizione dell'attività formativa dello studente in azienda da parte del Ministro del Lavoro di concerto con quello dell'istruzione sentita la Conferenza Stato Regioni: sono definiti contenuti e durata degli obblighi formativi del datore di lavoro; la predisposizione del piano formativo individuale dello studente da parte dell'istituzione formativa anche per la parte di formazione aziendale, l'impresa deve essere coinvolta ma la responsabilità di tutto il percorso formativo è dell'istituzione formativa; la definizione nel decreto dei limiti temporali: max 60% di formazione esterna per gli studenti del secondo anno di IeFP, mentre per tutti gli altri casi il modello diventa: 500 ore di formazione nell'istituzione formativa (enti di FP accreditati), 500 ore di formazione in contesto lavorativo, 760 ore di lavoro; la definizione nel decreto con norma cedevole (salvo diversa previsione dei contratti collettivi) della retribuzione degli studenti apprendisti: zero per le ore di formazione nel l'istituzione formativa, 10 per cento per le ore di formazione in azienda, retribuzione prevista per gli apprendisti per le ore di lavoro; la previsione di sanzioni economiche consistenti in caso di inadempimento da parte delle aziende degli obblighi formativi; il rinvio ad uno specifico decreto della regolazione dell'apprendistato nelle istituzioni scolastiche non più finalizzato al conseguimento del diploma di istruzione ma di una certificazione di specializzazione professionale aggiuntiva al diploma; i fondi interprofessionali per la formazione continua dei lavoratori potranno finanziare percorsi formativi aziendali. L apprendistato con la formazione professionale e quello con la scuola Si delineano due modelli di apprendistato realizzati con le istituzioni formative. L'apprendistato duale con scuola, sostitutivo del programma sperimentale ex art. 8 bis del Decreto del Fare, appare come un modello di eccellenza: grandi imprese innovative programmano la sostituzione dei loro quadri intercettando i migliori studenti degli istituti tecnici già negli ultimi due anni della scuola. Gli studenti avrebbero la possibilità di conseguire ulteriori competenze avanzate e di

3 accelerare il percorso per il conseguimento del titolo ITS crediti formativi spendibili nei percorsi universitari. Invece l'apprendistato duale fatto con la formazione professionale sembra rivolto alle piccole imprese e a quelle medie poco innovative e agli studenti svantaggiati che in uscita dal primo ciclo si orientano verso la formazione professionale in apprendistato. Un percorso in cui non è difficile immaginare i rischi di deriva dequalificante, visto che metà del curricolo è affidata alle piccole imprese che non brillano per capacità formativa. A tal proposito va notato che sono individuati requisiti della capacità formativa delle imprese solo per l'apprendistato con le scuole, per l'apprendistato con la formazione professionale sembra vada bene ogni tipo di impresa. LE PROPOSTE DELLA CGIL Nel convegno del 3 febbraio scorso Scuola lavoro: le chiavi del futuro abbiamo presentato proposte che sviluppano la duplice direzione del cambiamento del sistema formativo contenuta nel Piano del Lavoro della CGIL: innalzamento dei livelli di istruzione e di competenza dei giovani e della popolazione adulta e, al tempo stesso, maggior e migliore interazione tra sistema formativo e sistema produttivo. Sul versante dell'innalzamento dei livelli di istruzione proponiamo l obbligo a 18 anni insieme alla generalizzazione e al potenziamento dell alternanza scuola lavoro: tutti i giovani a 18 anni devono poter conseguire l obbligo scolastico, l'accesso all'università e a tutti i percorsi post-diploma e una certificazione delle competenze comunque acquisite (alternanza, tirocini, apprendistato, ) per l'ingresso nel mondo del lavoro e per continuare gli studi. Sul versante dello sviluppo dell'interazione tra scuola e lavoro proponiamo il potenziamento delle esperienze di alternanza anche attraverso la diffusione di percorsi formativi unitari articolati in due contesti di apprendimento, l'istituzione scolastica e impresa. La parte del percorso formativo in contesto lavorativo, coprogettata tra scuole e imprese, è finalizzata ad apprendere specifiche competenze professionali che si apprendono meglio in tale contesto o che si possono apprendere solo nei luoghi di lavoro. I modelli di alternanza di cui proponiamo l estensione, realizzabili sia nella forma del tirocinio che dell apprendistato di primo e terzo tipo, devono avere le seguenti caratteristiche: non essere una forma di canalizzazione precoce e iniziare solo dopo il conseguimento dell'obbligo di istruzione a 16 anni; assumere il diploma di scuola secondaria superiore come base culturale e professionale minima da assicurare a tutti per poter accedere all'università, all'apprendimento permanente e per vivere, lavorare, partecipare nella società della conoscenza; rivolgersi anche ai giovani drop-out e/o NEET per dare loro opportunità di acquisire un titolo di studio attraverso percorsi in alternanza o in apprendistato realizzati con le scuole o con i CPIA;

4 promuovere l acquisizione di competenze che rafforzano l occupabilità dei giovani nel mercato del lavoro e la concreta possibilità di occupazione; favorire il riposizionamento qualitativo del sistema produttivo sostenendo le imprese che intendono investire nel lavoro stabile e di qualità; formare, grazie all interazione con le scuole, professionalità dotate di livelli culturali più elevati e di una più larga formazione di base, caratteristiche sempre più richieste dalle imprese innovative. Sulla base di questi orientamenti riteniamo si debba modificare il decreto legislativo sull'apprendistato secondo queste linee: l'apprendistato di primo tipo deve essere finalizzato anche al conseguimento di un diploma di istruzione, oltre che di una qualifica e di un diploma professionale; le scuole e i CPIA sono le istituzioni formative in cui si realizza la formazione formale del contratto di apprendistato finalizzato al conseguimento di un diploma di istruzione; le imprese nelle quali si svolge l apprendistato per il conseguimento di una qualifica professionale, di un diploma professionale e di un diploma di istruzione sono accreditate sulla base di requisiti precisi e vincolanti (tutor aziendali/formatori in possesso delle necessarie competenze professionali ed educative, spazi interni destinati alla formazione allestiti e organizzati) e al monitoraggio in itinere per verificare il persistere delle condizioni); nel caso le imprese non siano provviste dell'adeguata capacità formativa o comunque non siano in grado di realizzare, in tutto o in parte, il percorso formativo assegnato dovranno garantire agli studenti apprendisti la necessaria formazione in realtà extra oppure inter-aziendali (poli tecnicoprofessionali, enti di formazione professionale, officine-laboratorio a conduzione pubblica o privata, interventi formativi extra-aziendali, ); le competenze acquisite nel corso dell esperienza integrata di apprendimento nelle istituzioni formative e in contesto lavorativo sono valutate e certificate anche con riferimento al Repertorio Nazionale dei Titoli di Istruzione e Formazione e delle Qualificazioni Professionali (Dlgs 13/13) ; i titoli di studio e le competenze certificate, aggiuntive a quelle contenute nei titoli di studio conseguiti, acquisite attraverso l apprendistato sono registrate nel libretto formativo del cittadino e sono riconosciute ai fini del conseguimento della qualificazione professionale, ai fini contrattuali e del proseguimento degli studi; le competenze acquisite attraverso l apprendistato professionalizzate contenute nella qualificazione professionale contrattuale e quelle aggiuntive ad essa sono certificate in base al Dlgs 13/13 con riferimento al Repertorio Nazionale dei Titoli di Istruzione e Formazione e delle Qualificazioni Professionali. Sono registrate nel libretto formativo del cittadino e sono riconosciute ai fini della qualificazione professionale, ai fini contrattuali e del proseguimento degli studi.

5 Per generalizzare e potenziare l'alternanza scuola-lavoro e i percorsi formativi in apprendistato si propone: Promuovere la capacità formativa dell impresa Incentivare le imprese in possesso dei requisiti per l accreditamento a realizzare percorsi formativi in alternanza e in apprendistato 1 e 3. Prevedere adeguate forme di monitoraggio in itinere per verificare la persistenza della capacità formativa e per evitare l attivazione da parte delle imprese di rapporti di lavoro mascherati. Definire e certificare la qualificazione professionale del tutor formativo aziendale come figura che integra specializzazione professionale e competenze educative, programmare percorsi formativi coinvolgendo i fondi interprofessionali, valorizzare contrattualmente la figura del tutor formativo aziendale. Le piccole imprese, in difficoltà a raggiungere gli standard richiesti, devono potersi avvalere del supporto dei sistemi territoriali integrati dell apprendimento permanente e più in particolare della formazione professionale regionale, dei poli tecnico-professionali al fine di assicurare le competenze e i requisiti necessari. Diritti degli studenti I diritti degli studenti impegnati in percorsi di alternanza e di apprendistato devono essere regolati e garantiti. Nel caso di percorsi formativi in apprendistato, fermo restando il dovere dello studente apprendista a partecipare con impegno alla formazione aziendale, il mancato raggiungimento degli obiettivi formativi non deve costituire giustificato motivo di licenziamento. Azioni di sistema Realizzare sistemi integrati territoriali per l apprendimento permanete (Legge 92/2012) capaci di offrire efficaci servizi di orientamento e di certificazione delle competenze, sviluppo del Repertorio Nazionale dei Titoli di Istruzione e Formazione e delle Qualificazioni Professionali. Il Sistema Nazionale Pubblico di Certificazione delle Competenze (Dlgs 13/13) deve permettere la certificazione di tutte le competenze conseguite attraverso l alternanza scuola-lavoro e l apprendistato al fine del loro riconoscimento come crediti formativi per continuare gli studi e come crediti professionali spendibili nel rapporto di lavoro e nelle transizioni lavorative. Rilanciare la formazione professionale regionale nelle attività di integrazione con la scuola e di supporto alla capacità formativa delle imprese. Promuovere i poli tecnico-professionali, con il coinvolgimento anche di università e ricerca, come forme stabili di interazione tra sistema formativi e sistema produttivo finalizzate a coordinare l offerta formativa per il lavoro, a sostenere l alternanza scuola lavoro, ad attivare servizi di

6 supporto. Partecipazione delle parti sociali Le Parti Sociali giocano un ruolo essenziale per la generalizzazione dell alternanza scuola lavoro. Deve essere istituita una cabina di regia nazionale per lo sviluppo del rapporto scuola-lavoro Nell'organismo devono essere rappresentati i Ministeri interessati (MIUR, MLPS, MISE), le Regioni e le Parti Sociali (organizzazioni sindacali e datoriali) e deve avere l'assistenza tecnica dell'isfol. L'organismo può articolarsi in gruppi di lavoro settoriali per elaborare proposte specifiche alla cabina di regia. La composizione dei gruppi di lavoro settoriali deve sempre assicurare un ruolo centrale alle parti sociali. Compiti specifici della Cabina di Regia sono: promuovere accordi sindacali per diffondere e generalizzare modelli di alternanza "forte" (modelli Ducati e Enel); definire standard idonei, precisi e vincolanti, per individuare le imprese dotate di capacità formativa; elaborare proposte per diffondere e innalzare la capacità formativa delle imprese: specifici indirizzi ai Fondi Interprofessionali per la formazione di professionalità educative interne alle imprese, a partire di tutor aziendali, orientamenti per la contrattazione nazionale e decentrata per introdurre e valorizzare profili professionali aziendali con competenze educative; elaborare e promuovere sperimentazioni di prototipi di alternanza scuola lavoro realizzati in piccole e medie imprese, ad esempio attraverso l'utilizzo dei poli tecnico-professionali e/o delle strutture della formazione professionale.

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