DEONTOLOGIA PROFESSIONALE

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1 PIA FONDAZIONE DI CULTO E RELIGIONE AZIENDA OSPEDALIERA CARD. PANICO TRICASE Polo Didattico Formativo Universitario UNIVERSITA CATTOLICA SACRO CUORE FACOLTA DI MEDICINA E CHIRURGIA Master Universitario di 1 livello in MANAGEMENT FUNZIONI DI COORDINAMENTO PROFESSIONI SANITARIE DEONTOLOGIA PROFESSIONALE Sr. Antonella Guarini

2 DEONTOLOGIA DAL GRECO DEON = Ciò che è necessario doveroso conveniente Il DOVERE LOGOS = discorso SCIENZA DEI DOVERI 2

3 DEONTOLOGIA SCIENZA DEI DOVERI DOVERI GIURIDICI (norme di legge che vietano determinate condotte). DOVERI DEONTOLOGICI (derivanti dai precetti del Codice deontologico) DOVERI ETICI (derivanti da valori superiori di ordine morale) 3

4 La DEONTOLOGIA è espressione dell ETICA PROFESSIONALE traduce in NORME in relazione LE ISTANZE MORALI 4

5 DEONTOLOGA PROFESSIONALE L insieme di NORME REGOLE della condotta professionale, espressione dei valori propri di una professione, generalmente raccolte in un Codice Deontologico, vero e proprio dettato normativo o raccolta di indicazioni all agire del professionista. 5

6 DEONTOLOGA E l insieme dei doveri del professionista, degli obblighi cui egli deve corrispondere nel suo agire professionale. 6

7 DOVERE DOVERE implica OBBLIGATORIETA MORALE il professionista non agisce per seguire un ordine esterno o per evitare, disattendendo quell ordine, una sanzione; 7

8 DOVERE Il professionista riconosce in sé il dovere di agire conformemente ad un modello di condotta o a un insieme di regole con cui tale condotta viene, appunto, regolamentata. 8

9 DOVERE Agire con senso del dovere per il professionista sanitario significa: agire avendo come scopo il benessere o la cura della persona. 9

10 DOVERE Riconoscere una valenza morale all agire deontologico, significa riconoscere all agire professionale un ampio spazio alla autonomia. 10

11 DOVERE Solo comprendendo questo intreccio tra libertà e dovere si comprende il senso più profondo della responsabilità. 11

12 AGIRE DEONTOLOGICAMENTE Significa: agire con responsabilità, conformemente agli ideali della professione e ai suoi correlati doveri. 12

13 AGIRE DEONTOLOGICAMENTE NON significa, pertanto, eseguire comandi, quanto piuttosto avvertire la doverosità morale di atti o azioni. 13

14 La DEONTOLOGIA Sono dunque gli stessi professionisti a darsi le regole del proprio agire professionale. 14

15 REGOLE DEONTOLOGICHE Identificare il patrimonio di valori e finalità di una data professione, di renderlo manifesto e di tutelare la professione da interferenze esterne OBIETTIVI Regolamentare la professione alla luce di un etica generalmente condivisa 15

16 REGOLE DEONTOLOGICHE Nel momento in cui stabiliscono dei limiti al comportamento, le regole consentono al soggetto di agire con AUTONOMIA, ma assumendosi ogni responsabilità nei confronti di coloro cui tale agire si indirizza. 16

17 REGOLE DEONTOLOGICHE L'autonomia si esprime pienamente solo nella scelta responsabile che l'infermiere compie in quanto professionista chiamato a proteggere l'interersse della pesrona assistita. 17

18 REGOLE DEONTOLOGICHE L'autonomia professionale di cui gode l operatore sanitario non deve essere intesa come autoreferenzialità nel percorso decisionale, dal momento che essa si pone non solo e non tanto in relazione al soggetto che agisce,( chi decide? ) ma soprattutto in relazione al fine che deve essere perseguito ( quale la migliore decisione per quel paziente? ) 18

19 REGOLE DEONTOLOGICHE Tali regole, esprimono quindi un patto che la società stipula con la professione, a cui quest ultima risponde in termini di: TRASPARENZA FIDUCIA COMPETENZA 19

20 Direzione Gestione dei conflitti. Utilizzo della delega per lo svolgimento di proprie attività gestionali e organizzative. 20

21 Pianificazione Determinazione dei parametri base di riferimento per la determinazione dei contingenti di personale da assegnare a ciascuna unità operativa. 21

22 Pianificazione Contribuire alla definizione della mission e delle politiche aziendali attraverso l espressione delle esigenze e del punto di vista della professione. Definizione dei parametri in base ai quali determinare le risorse umane necessarie per la realizzazione degli obiettivi assistenziali. 22

23 REGOLE DEONTOLOGICHE In sintesi le regole di una professione hanno una valenza etica, ma ancor più una valenza sociale. Servono infatti allo scopo sociale di: valorizzare e tutelare la professione, promuovere l autonomia e la responsabilità dei suoi membri. 23

24 REGOLE DEONTOLOGICHE Nel caso della professione infermieristica, i suoi principi e le sue regole di comportamento vengono esplicitati dall unica fonte legittimata a farlo, cioè dalla Federazione Nazionale Collegi IPASVI. 24

25 Ostetrica/o Tecnico sanitario di radiologia medica IL CODICE DEONTOLOGICO Fisioterapisti Tecnico sanitario di Laboratorio biomedico 25

26 REGOLE DEONTOLOGICHE Le enunciazioni del Codice acquisiscono valore di norme vincolanti per ogni appartenente alla comunità professionale specifica, poiché dichiarano ai fruitori del servizio e agli altri professionisti del settore i modelli di comportamento morale che i suoi membri si impegnano a garantire. 26

27 REGOLE DEONTOLOGICHE Come sappiamo, la professione infermieristica s impegna a costruire quel rapporto fiduciario (Patto infermiere-cittadino) che garantisce una relazione di aiuto. 27

28 Il Codice deontologico del Fisioterapista Art. 3: il fisioterapista esercita la propria professione con la finalità esclusiva del rispetto della persona umana.. 28

29 Il Codice Deontologico del Tecnico Sanitario di Radiologia Medica ( TSRM) Art. 2.1: Il TSRM è il professionista che pone la persona al centro delle sue attività Art. 2.3 Riconosce la persona.soggetto titolare dei diritti inviolabili dell uomo Art. 2.7: Si pone in ascolto della persona 29

30 Il Codice Deontologico del Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico Art.3: il Tecnico di Laboratorio esercita la propria professione con la finalità esclusiva del rispetto della persona umana, della sua personalità, identità culturale e credo religioso 30

31 Il Codice Deontologico dell Ostetrica/o Art. 3. 1: l ostetrica/o impronta la sua opera professionale nel rispetto dei diritti umani per salvaguardare la libertà e la dignità della persona assistita Art.3.2: assiste e consiglia la persona assistita riconoscendole di esprimere le proprie scelte. 31

32 REGOLE DEONTOLOGICHE Nessuna decisione va presa unilateralmente: questo è forse il mandato più importane di un Codice Deontologico. Si deve arrivare alle decisioni-scelte attraverso il dialogo, la discussione, il confronto anche con il paziente. 32

33 REGOLE DEONTOLOGICHE Gli operatori sanitari devono fare di questo punto il loro principale oggetto di intervento e regola di comportamento perché, nella posizione in cui si trovano, possono essere le persone che meglio conoscono il significato della malattia. 33

34 Il Codice deontologico Il Codice rappresenta pertanto l ordinamento interno, elaborato dagli stessi professionisti, la cui inosservanza comporta l erogazione di sanzioni disciplinari, a cui si associano spesso sanzioni penali. 34

35 Il Codice deontologico Nel Codice sono confluite norme che trovano una specifica collocazione anche in ambito penale ( ad es. rivelazione di segreto professionale). Il Codice Deontologico rappresenta un documento di autodisciplina. 35

36 IL CODICE DEONTOLOGICO Per il professionista, il C.D. deve essere visto come una GUIDA ed un RIFERIMENTO per l esercizio quotidiano della sua attività, in un contesto nel quale sono venute aumentando sia la complessità dei problemi da affrontare, sia l autonomia e la responsabilità professionale. 36

37 IL CODICE DEONTOLOGICO ( 2009) Il nuovo Codice Deontologico presentato e celebrato nell ambito del XV Congresso Ipasvi tenutosi a Febbraio 2009 approvato dalla Federazione Nazionale Collegi IPASVI il 2009, frutto di un grande e corale impegno dell intera compagine professionale. 37

38 IL CODICE DEONTOLOGICO (2009) L infermiere non è più l operatore sanitario dotato di un diploma abilitante ma il PROFESSIONISTA SANITARIO responsabile dell assistenza infermieristica. 38

39 IL CODICE DEONTOLOGICO (2009) Un professionista che, in quanto tale e anche nella sua individualità, assiste la persona e la collettività attraverso l ATTO INFERMIERISTICO inteso come il complesso dei saperi, delle attività, delle competenze e delle responsabilità dell infermiere. 39

40 IL CODICE DEONTOLOGICO (2009) Una svolta significativa per la professione infermieristica, si delinea con chiarezza nel rapporto infermiere-persona/assistito che racchiude due soggetti autonomi nella relazione e reciprocamente responsabili del patto assistenziale. 40

41 IL CODICE DEONTOLOGICO (2009) Un patto di per sé valido e operante senza mediazioni da parte di altre professionalità e che acquisisce una sua specificità all interno dei percorsi terapeutici e clinico assistenziali. 41

42 IL CODICE DEONTOLOGICO Quanto detto costituisce la base delle responsabilità dell infermiere, che deve avere come riferimento valori quali: il rispetto della vita, il rispetto della salute, (2009) il rispetto della libertà, il rispetto della dignità della persona. 42

43 IL CODICE DEONTOLOGICO ( 2009) Nel Codice Deontologico dell Infermiere confluiscono tre tipi di norme: deontologica: inerente l esercizio della professione; giuridica: che si richiama all ordinamento vigente, alla Costituzione, alle leggi sanitarie, ecc. etica: che sottolinea i valori nella professione infermieristica. 43

44 IL CODICE DEONTOLOGICO Il nuovo Codice Deontologico dell Infermiere abbraccia tre aspetti fondamentali per la nostra professione che sono in sintesi: 1) l infermiere e la relazione con la persona/assistito; 44

45 IL CODICE DEONTOLOGICO 2) l infermiere e la volontà e la dignità dell assistito nei processi di cura assistenziali; 3) l infermiere, le relazioni professionali e il rapporto con il sistema sanitario. 45

46 IL CODICE DEONTOLOGICO Il nuovo C.D. fissa le norme dell agire professionale e definisce i principi guida che strutturano il sistema etico in cui si svolge la relazione con la persona/assistito. 46

47 IL CODICE DEONTOLOGICO Relazione che si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari di natura intellettuale, tecnico-scientifica, gestionale, relazionale ed educativa. 47

48 IL CODICE DEONTOLOGICO I termini utilizzati per definire gli interventi assistenziali contengono le chiavi interpretative della natura dell atto infermieristico che ricerca e persegue appropriatezza e pertinenza nell interesse della persona/assistito. 48

49 IL CODICE DEONTOLOGICO INTERVENTI SPECIFICI Sta per propri, ossia interni alla professione in quanto patrimonio di peculiari competenze ed esperienze professionali 49

50 IL CODICE DEONTOLOGICO INTERVENTI AUTONOMI Sta per decisione propria rispetto ad altre figure professionali 50

51 IL CODICE DEONTOLOGICO NATURA INTELLETTUALE, TECNICO - SCIENTIFICA, GESTIONALE ED EDUCATIVA Sta per... sapere disciplinare che sostiene le diverse funzioni infermieristiche e per l'irrinunciabilità della relazione, dell'educazione e del'informazione. 51

52 Anche la responsabilità collegata all autonomia, è intesa come un principio guida dell agire professionale. L assunzione di responsabilità pone l infermiere in una condizione di costante impegno: quando assiste, quando cura, quando si prende cura. IL CODICE DEONTOLOGICO 52

53 IL CODICE DEONTOLOGICO L infermiere è un soggetto attivo, che agisce in prima persona con autonomia di scelta e responsabilità entro una cornice valoriale in cui il rispetto dei diritti fondamentali dell uomo e dei principi etici della professione è condizione essenziale per assistere e perseguire la salute intesa come bene fondamentale del singolo e interesse peculiare della collettività. 53

54 IL CODICE DEONTOLOGICO L infermiere sviluppa il suo sapere ed il suo essere professionista nella relazione con la persona che assiste. PERSONA ASSISTITO 54

55 IL CODICE DEONTOLOGICO PERSONA DEONTOLOGIA PROFESSIONALE È il cittadino inteso come detentore di diritti e protagonista delle attività di promozione e tutela del suo stato di salute. 55

56 IL CODICE DEONTOLOGICO ASSISTITO E la persona con cui l infermiere attiva una peculiare, specifica e professionale relazione in cui trova manifestazione il rispetto, il confronto e il dialogo vissuti come principi guida della deontologia professionale. 56

57 CODICE DEONTOLOGICO 2009 RESPONSABILITA (ARTICOLI 1, 3, 13, 47, 48) Oltre alla dimensione giuridico-professionale tale concetto ha anche una dimensione deontologica. Una ricerca ha fornito dati interessanti: gli infermieri si sentono responsabili soprattutto della salute del paziente, del suo benessere fisico e spirituale, nonché dell informazione alla persona e ai familiari. Indagine condotta dal CENSIS 57

58 CODICE DEONTOLOGICO 2009 RESPONSABILITA (ARTICOLI 1, 3, 13, 47, 48) Viene così affermata la responsabilità deontologica dell infermiere anche in relazione all organizzazione del lavoro, alla scelta e all applicazione di protocolli terapeutici, all uso di materiali e presidi, alla gestione dei rapporti tra i vari operatori e ai valori culturali del cittadino-paziente. 58

59 RESPONSABILITA Il Codice Deontologico dell Ostetrica/o ART. 5.1: L ostetrica/o deve contribuire ad assicurare l efficienza del servizio e il corretto uso delle risorse, la qualità delle prestazioni 59

60 RESPONSABILITA Il Codice Deontologico Tecnico di Radiologia Art.8.5: dato uno standard ottimale di produttività concordato per tipologie, determina.se essa sia una variabile migliorabile dall aumento dei ritmi o dal miglioramento dei metodi 60

61 RESPONSABILITA Il Codice Deontologico di Laboratorio Art. 9: ha la responsabilità diretta delle proprie procedure. 61

62 RESPONSABILITA Il Codice Deontologico del Fisioterapista Art. 18. ha il dovere di utilizzare metodologie e tecnologie la cui efficacia e sicurezza siano state scientificamente validate da società scientifiche 62

63 RESPONSABILITA Responsabile può essere solo chi è autonomo, ovvero solo colui che agisce coscientemente, che sa di dover agire secondo una norma che è la sua coscienza morale. 63

64 CODICE DEONTOLOGICO 2009 RESPONSABILITA (ARTICOLI 1, 3, 13, 47, 48) Tradizionalmente, la responsabilità è suddivisa in tre ambiti: responsabilità penale ( obbligo di rispondere per azioni che costituiscono un reato); responsabilità civile ( obbligo di risarcire un danno ingiustamente causato); responsabilità disciplinare ( che diventa una responsabilità ordinistico-disciplinare: ad essa si riferiscono gli obblighi contrattuali e di comportamento professionale). 64

65 LA COLPA PROFESSIONALE Sussiste un profilo di responsabilità dell infermiere per colpa professionale nell ipotesi in cui questo professionista dell assistenza infermieristica non abbia operato secondo la legge dell arte. 65

66 LA COLPA PROFESSIONALE Per legge dell arte si intende quel complesso di regole e prescrizioni tecniche che la scienza e l esperienza professionale hanno elaborato per effettuare un determinato trattamento nell interesse del paziente. 66

67 LA COLPA PROFESSIONALE La capacità professionale dell infermiere deve quindi essere continuamente aggiornata per poter esprimere sempre le conoscenze migliori, altrimenti si rischia un addebito per IMPERIZIA cioè per non aver eseguito un trattamento assistenziale con le modalità prescritte dalle linee guida ovvero dai protocolli operativi del momento. 67

68 LA COLPA PROFESSIONALE Nell ambito della legge dell arte possono essere fatti rientrare anche i profili di colpa generica consistenti nell aver operato con NEGLIGENZA cioè in modo superficiale e disatteso... 68

69 LA COLPA PROFESSIONALE e con IMPRUDENZA cioè senza la dovuta ponderazione della situazione e delle proprie capacità professionali. 69

70 LA COLPA PROFESSIONALE Lo stato dell arte inoltre, ha anche un aspetto che riguarda in generale la DILIGENZA ( precisione, scrupolosità, ecc.) la PRUDENZA ( cautela ) e la TEMPESTIVITA ( puntuale, appropriato), nelle attività assistenziali infermieristiche. 70

71 LA COLPA PROFESSIONALE Altro profilo di colpa consiste nella mancata osservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline in base alla definizione contenuta nell art. 43 del C.P.. 71

72 LA COLPA PROFESSIONALE art. 43 del C.P. doloso, o secondo l intenzione, quando l evento dannoso o pericoloso..è dall agente preveduto e voluto come conseguenza della propria azione od omissione... 72

73 LA COLPA PROFESSIONALE art. 43 del C.P. preterintenzionale, o oltre l intenzione, quando dall azione o dalla omissione deriva un evento dannoso o pericoloso più grave di quello voluto dall agente 73

74 LA COLPA PROFESSIONALE art. 43 del C.P. colposo, o contro l intenzione quando l evento, anche se preveduto, non è voluto dall agente e si verifica a causa di negligenza o imprudenza o imperizia, ovvero per inosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline 74

75 LA COLPA PROFESSIONALE Per colpa grave in campo professionale s intende comunemente l errore grossolano che denota assoluta impreparazione ovvero una notevole negligenza, imprudenza; per colpa lieve, invece, l errore risulta di minore entità, per es. quello derivante da una trascuratezza nella prestazione di assistenza al malato di grado non elevato, ma rilevante. 75

76 LA COLPA PROFESSIONALE 1 es. di lesione colpose cagionate per colpa professionale infermieristica può essere individuato nelle lesione da decubito qualora sia ravvisabile una condotta colposa dell infermiere nella produzione dell evento dannoso. 76

77 LA COLPA PROFESSIONALE 2 es. di lesioni colpose in danno dei pazienti per difetto di adeguata assistenza infermieristica possono rinvenire nelle ipotesi in cui nel reparto non vengano rispettate le prescrizioni dirette a prevenire l insorgenza di infezioni nei malati. 77

78 LA COLPA PROFESSIONALE 3 es. di lesioni colpose in danno dei pazienti può avvenire per le cadute accidentali dal letto o da altri tipi di danni alla persona ( atti di autolesionismo). 78

79 LA COLPA PROFESSIONALE La protezione dei pazienti da questi rischi, deve essere realizzata con particolare cura e attenzione e può anche essere in via eccezionale effettuata con mezzi di contenzione, sempre che l uso di questi mezzi rappresenti l unico modo di prevenire un danno prevedibile al malato e sia limitato ad un tempo necessario a superare il pericolo derivante dalla patologie in essere. (C.D. art. 30) 79

80 LA COLPA PROFESSIONALE LA CONTENZIONE FISICA Per contenzione fisica s intende una limitazione delle possibilità di movimento di un soggetto. 80

81 LA COLPA PROFESSIONALE LA CONTENZIONE FISICA Il ricorso a misure di coercizione della libertà individuale nei confronti di soggetti ospedalizzati o ospiti di case di cura, sembra evidentemente opportuno al fine di evitare danni alla incolumità o alla vita degli stessi interessati o di altri ospiti della struttura o del personale di assistenza. 81

82 LA COLPA PROFESSIONALE LA CONTENZIONE FISICA Il rischio di detti danni è in genere connesso sia ad alterazioni patologiche, psichiche o fisiche.sia in rapporto alla degenza in genere ( in seguito, ad esempio, a movimenti durante interventi chirurgici o accertamenti diagnostici, oppure a cadute dal letto). 82

83 LA COLPA PROFESSIONALE CONTENZIONE E CODICE DEONTOLOGICO L articolo del codice deontologico degli infermieri che disciplina tale materia è il n 30. L infermiere si adopera affinchè il ricorso alla contenzione sia evento straordinario, sostenuto da prescrizione medica o da documentate valutazioni assistenziali. 83

84 LA COLPA PROFESSIONALE CONTENZIONE E CODICE DEONTOLOGICO La contenzione deve essere una scelta condivisibile quando vi si configuri l interesse della persona e inaccettabile quando sia una implicita risposta alle necessità istituzionali. 84

85 LA COLPA PROFESSIONALE CONTENZIONE E CODICE DEONTOLOGICO Spesso l utilizzo dei mezzi di contenzione in ambito sanitario o, più genericamente, socio-assistenziale, ha dato luogo ad addebiti di responsabilità, anche sotto il profilo penale, a carico del personale di cura o di assistenza che disponeva o attuava, tali provvedimenti, senza giusta motivazione. 85

86 LA COLPA PROFESSIONALE CONTENZIONE E LEGGI DELLO STATO Le condanne penali hanno riguardato, di volta in volta, i delitti di sequestro di persona ( art. 605 c.p.), di violenza privata ( art. 610 c.p.), di abuso dei mezzi di correzione ( art. 571 c.p. ), di maltrattamenti ( art. 572 c.p. ), di percosse ( art. 581 c.p. ), di lesioni personali ( art. 582 c.p. ). 86

87 LA COLPA PROFESSIONALE CONTENZIONE E LEGGI DELLO STATO La contenzione fisica risulta ammissibile solo quando costituisce provvedimento preventivo o terapeutico senza alternative meno afflittive in quelle concrete circostanze. 87

88 LA COLPA PROFESSIONALE Chi prescrive la contenzione? La decisione deve scaturire da una valutazione collegiale con conclusione concorde fra medici e infermieri e che la responsabilità di individuare le specifiche indicazioni sia esclusivamente medica e discenda da una valutazione attuale delle necessità di tutela della salute dell assistito. 88

89 LA COLPA PROFESSIONALE 4 es. di lesioni colpose in danno dei pazienti possono essere ancora cagionate dagli infermieri per erronee trascrizioni della annotazioni di loro competenza, come ad es. nel caso in cui una determinata terapia venga effettuata ad un soggetto diverso da quello cui invece competeva. 89

90 a proposito di farmaci LA COLPA PROFESSIONALE LA DETENZIONE DEI FARMACI nelle unità operative di degenza La detenzione dei farmaci a carico, segue determinate procedure indicate nel foglietto illustrativo. 90

91 LA COLPA PROFESSIONALE LA DETENZIONE DEI FARMACI nelle unità operative di degenza Vi sono farmaci che necessitano di: determinate temperature di conservazione; protezione dalle fonti di luce; particolari cautele e devono essere accompagnati da particolari strumenti documentativi nella conservazione, come gli stupefacenti; 91

92 LA COLPA PROFESSIONALE LA DETENZIONE DEI FARMACI nelle unità operative di degenza una detenzione ormai soltanto in determinati reparti per la loro pericolosità in caso di errore ( cloruro di potassio); una detenzione ed una manipolazione solo nelle farmacie centrali come gli antiblastici; 92

93 LA COLPA PROFESSIONALE LA DETENZIONE DEI FARMACI nelle unità operative di degenza Infine, un discorso a parte meritano i farmaci campioni! 93

94 LA COLPA PROFESSIONALE LA DETENZIONE DI FARMACI SCADUTI La detenzione di farmaci scaduti è un reato previsto dal Codice Penale ( art. 443). 94

95 LA COLPA PROFESSIONALE LA DETENZIONE DI FARMACI SCADUTI I farmaci nelle strutture sanitarie vengono conservati: Nelle farmacie centrali Nelle farmacie di reparto Nelle case di cura private Responsabilità del farmacista Responsabilità del caposala e degli infermieri Responsabilità del direttore sanitario 95

96 CODICE DEONTOLOGICO 2009 Responsabilità clinico-assistenziale Gli elementi indispensabili per identificare una responsabilità infermieristica possono essere evidenziati dal C.D. in questo modo: 96

97 CODICE DEONTOLOGICO 2009 Responsabilità clinico-assistenziale art. 1 affida all infermiere una responsabilità totale per quanto riguarda l assistenza generale infermieristica. 97

98 CODICE DEONTOLOGICO 2009 Responsabilità clinico-assistenziale art. 22 l infermiere conosce il progetto diagnostico-terapeutico per le influenze che questo ha sul percorso assistenziale 98

99 CODICE DEONTOLOGICO 2009 Responsabilità clinico-assistenziale L utilizzo di una metodologia scientifica e valida quale il processo di assistenza infermieristica, comporta l implementazione di una documentazione infermieristica, necessaria per documentare concretamente e storicamente le prestazioni infermieristiche. 99

100 CODICE DEONTOLOGICO 2009 Responsabilità clinico-assistenziale Si tratta di una responsabilità che assume non solo una mera valenza amministrativa, ma anche legale, come atto pubblico. 100

101 CODICE DEONTOLOGICO 2009 Responsabilità clinico-assistenziale art. 14 L infermiere riconosce l integrazione fra professionisti e l integrazione interprofessionale 101

102 CODICE DEONTOLOGICO 2009 Responsabilità clinico-assistenziale Si tratta di una responsabilità condivisa con altri professionisti dove ognuno risponde per il proprio ambito professionale peculiare. 102

103 CODICE DEONTOLOGICO 2009 Responsabilità clinico-assistenziale L assegnazione della responsabilità dell assistenza infermieristica all infermiere comporta giuridicamente due concetti: AUTONOMIA PROFESSIONALE SCIENTIFICITA DELL ASSISTENZA INFERMIERISTICA 103

104 CODICE DEONTOLOGICO 2009 Responsabilità formativa E nel momento formativo che si plasma la forma mentis dell infermiere, allo scopo di costruire una chiara identità e consapevolezza infermieristica e, soprattutto, di sviluppare una piena padronanza dei processi decisionali rispetto al campo proprio di attività. 104

105 Responsabilità formativa CODICE DEONTOLOGICO 2009 Ciò significa che la formazione deve fare acquisire anche il metodo di ragionamento per discriminare l attività propria da quella attribuibile ad altri professionisti sanitari e alle figure di supporto. 105

106 CODICE DEONTOLOGICO 2009 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) E la combinazione di: CAPACITA CONOSCENZE PROFESSIONALI ORIENTAMENTI GESTIONALI richiesta dai processi che si svolgono nell azienda sanitaria. 106

107 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) Conoscenze professionali: sono un insieme di modelli concettuali, teorie, metodi, strumenti e tecniche che l operatore ha acquisito attraverso la formazione di base, l aggiornamento e l esperienza, e che applica allo scopo di realizzare gli obiettivi di un processo e di un ruolo. 107

108 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) tra le conoscenze indispensabili all infermiere (coordinatore) ve ne sono alcune di carattere organizzativo-gestionale, per es. quelle relative ai concetti e alla metodologia del budget e della contabilità analitica: queste stanno alla base dell orientamento gestionale. 108

109 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) Capacità: sono costituite dal complesso di abilità personali che l operatore traduce in azioni e comportamenti direttamente collegati alle prestazioni che eroga. 109

110 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) Tra quelle richieste agli infermieri hanno particolare rilevanza le capacità di diagnosi infermieristiche ( di riconoscimento dei problemi e delle loro cause), di pianificazione e di intervento. 110

111 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) Per quanto riguarda l infermiere (coordinatore) le capacità diagnostiche, decisionali e di intervento riguardano principalmente i problemi gestionali, organizzativi e formativi. 111

112 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) E necessario inoltre sviluppare anche le capacità relazionali nei confronti sia dei pazienti che degli operatori. Pensiamo alle relazioni interpersonali dei coordinatori infermieristici per risolvere conflitti tra i propri collaboratori. 112

113 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) Orientamento gestionale: è essenziale affinché i professionisti interpretino il proprio ruolo in sintonia con la visione e i valori fondamentali dell azienda. 113

114 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) Nelle organizzazioni sanitarie sono da considerare centrali i valori quali il servizio globale alla persona, la qualità del servizio, l efficienza, la produttività e la capacità di trovare nuove risposte ai problemi e alla sfide. 114

115 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) Le competenze così intese si esprimono in comportamenti che danno luogo a prestazioni individuali e collettive efficaci e tali da determinare un alto gradimento da parte del cittadino ( qualità percepita). 115

116 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) Si ritiene opportuno la realizzazione in azienda di un vero e proprio management delle competenze cioè di un processo con il quale gli infermieri (coordinatori) gestiscono e sviluppano il patrimonio di competenze in sintonia con le scelte strategiche aziendali. 116

117 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) Secondo uno studio condotto da P. Benner esistono 5 stadi di competenza infermieristica: 1. NOVIZIO 2.PRINCIPIANTE AVANZATO 3.COMPETENTE 4. ABILE 5. ESPERTO 117

118 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) 1. NOVIZIO Affronta le situazioni non in modo globale, ma in termini di attributi oggettivi ( es. polso, pressione, temperatura del paziente ) che prescindono dal contesto. Il suo comportamento si basa su regole che vengono tipicamente applicate con un ottica limitata e inflessibile. 118

119 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) 2. PRINCIPIANTE AVANZATO Si basa ancora sugli attributi della prima fase, ma in più, avendo fatto fronte a diverse situazioni, è in grado di comprenderne alcune componenti ricorrenti. Sia il novizio che il principiante avanzato devono dedicare molte energie alla memorizzazione delle regole che sono state loro insegnate. 119

120 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) 3. COMPETENTE Infermiere che possiede almeno 2 o 3 anni di esperienza, ha acquisito padronanza e sa affrontare e gestire le numerose contingenze della pratica clinica. La consapevole capacità di pianificare che caratterizza questo livello lo aiuta ad essere efficiente e organizzato. 120

121 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) 4. ABILE E l infermiere con una esperienza lavorativa di 3-5 anni. Più rapido e flessibile del competente, l infermiere abile percepisce ancora meglio le situazioni come insiemi che hanno un significato in termini di obiettivi a lungo termine. 121

122 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) 4. ABILE Tale percezione aumenta la sua capacità di prendere decisioni e di capire agevolmente quali sono gli attributi e gli aspetti importanti dell intera situazione. 122

123 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) 5. ESPERTO L infermiere esperto collega la propria comprensione della situazione con l azione a essa appropriata non sulla base di principi analitici ( regole, linee guida o massime), ma grazie alla capacità che ha sviluppato di cogliere la situazione stessa in maniera intuitiva. 123

124 COMPETENZA PROFESSIONALE (ARTICOLI 11, 12, 13, ) 5. ESPERTO Tuttavia egli non rinuncia all uso degli strumenti analitici, che possiede in alto grado: li utilizza nelle situazioni nuove e quando, avendo avuto la percezione errata, si accorge che le cose non vanno come si aspettava. L infermiere esperto è quello che meglio può fungere da consulente per i colleghi. 124

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

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