Anno II - Numero Martedì 12 novembre 2013 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40

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1 Anno II - Numero Martedì 12 novembre 2013 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Attualità Una class action contro i Ligresti Musumeci a pag. 3 Esteri Filippine devastate, diecimila vittime Capasso a pag. 7 Regione Lazio Monta il caso Ravera e Zingaretti tace a pag. 9 LO STRAORDINARIO SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE DI SABATO CI IMPONE DI ANDARE AVANTI PER L'UNITA di Francesco Storace #ANSENZAPERMESSO Basta capricci sul simbolo di Alleanza nazionale: lo esigono gli elettori di destra Vorrei capire perché devo chiedere il permesso di votare per il partito che voglio. Nella Costituzione repubblicana c'è una disposizione transitoria che vieta la ricostituzione del Pnf. Nella fondazione An sembrano aver esteso la norma costituzionale al partito che hanno sciolto quattro anni fa. Noi non ci stiamo e siamo pronti ad una vasta campagna che parta sulla rete con l'hashtag #Ansenzapermesso, per significare il diritto degli elettori a non essere stressati dai capricci di una classe dirigente che sembra in preda all'impazzimento. Quel partito, Alleanza nazionale, fu sciolto quattro anni fa in omaggio alla creazione del Pdl. Ora che Berlusconi liquida il Pdl, perché l'elettorato di destra non dovrebbe ritrovare sulla scheda e nel territorio il "suo" simbolo di allora e' un incomprensibile mistero. La straordinaria partecipazione alla manifestazione di sabato ha messo in allarme quanti pensavano di poter fare a meno di noi e di tanta gente come noi. Presto, invece, verrà il tempo dei sondaggi e soprattutto, auspico, del confronto vero e senza pregiudiziali per l'unità a destra. Giovedi prossimo sarà riunito il comitato promotore del movimento per Alleanza Nazionale per i primi adempimenti da intraprendere e le ulteriori iniziative da programmare. Da parte mia, nei prossimi giorni provvederò alla convocazione del comitato centrale per l'indizione del congresso nazionale de La Destra. E' obbligatorio farlo, perché voglio continuare a rispettare le regole che ci siamo dati sin dalla fondazione. Dovrò riferire all'assise del mandato ricevuto dall'assemblea di luglio - che fu unanime - per costruire una destra più vasta. Poi, il congresso nazionale: potrebbe esserci chi ha la volontà di proseguire con La Destra e avrebbe il diritto di farlo se raccoglierà la maggioranza dei consensi. Oppure, trasformare il partito in laboratorio di idee per la politica o chissà che altro la fantasia dei delegati e degli iscritti potrebbe proporre. Una cosa è certa: io non intendo smettere di sperare nell'unità a destra. Il prossimo anno - oltre che per le europee - si voterà in circa cinquemila comuni italiani. Da questa parte del campo - con lo sbarramento sostanziale ormai salito al 5 per cento per effetto della riduzione dei consiglieri comunali - ci rassegniamo all'idea che per eleggere qualcuno di destra si debba ricorrere al passaggio in Forza Italia o ci vogliamo provare? Sul simbolo non c'è discussione, perché la fondazione non è un partito e non può inibire proprio alcunché ad un popolo pronto a reclamarlo. Come se qualcuno possa contestare l'uso dell'inno nazionale come sigla e contrassegno di una formazione politica. Fratelli d'italia ha scelto di chiamarsi così: doveva chiedere il permesso alla famiglia di Goffredo Mameli e a qualche decina di milioni di italiani? E' legittimo non credere più nella forza di un simbolo. Non c'è una ragione per impedire ad altri di crederci. Soprattutto quando sul fronte destro dello schieramento politico rischiano di prendere voti Berlusconi - se resiste - o lo stesso Grillo. E nessun altro... MILIONI SPEPERATI PER I MONDIALI DI SCI LEGGE DI STABILITÀ No tax area, Saccomanni ora manda avanti Fassina di Robert Vignola Sui monti di Roccaraso salgono gli sprechi Colosimo a pagina 5 Corsi e ricorsi. Storici? No, fanno parte ormai della storia quotidiana, quindi si potrebbero più appropriatamente definire cronici. Anche ieri tele- Governo Letta ha mandato in onda una puntata dell eterna telenovela sulle tasse. Dopo la seconda rata dell Imu si paga, anzi no e vendiamoci le spiagge, è toccato alla no tax area. Talvolta le proposte arrivano dal Pdl, talvolta le proposte arrivano dal Pd, stavolta pare debbano arrivare dal Parlamento: nei fatti, comunque, c è sempre un ministro che si erge a strenuo difensore della stabilità. Salvo essere smentito il giorno dopo, magari. Chiedete a Saccomanni. Nella posizione dell ormai sbertucciato ministro dell Economia, ieri, si è posto il suo vice, Stefano Fassina. Il fatto è che la legge di stabilità proprio non piace ai parlamentari, che d altronde a volte non si limitano a scaldare la dorata sedia, ma provano a migliorare le leggi provenienti dal Governo. Così, sulla sempre calda materia del cuneo fiscale sono arrivati due emendamenti, uno proveniente dalle file del Pdl (prima firmataria Anna Cinzia Bonfrisco), l'altro da quelle del Pd (primo firmatario Giancarlo Sangalli),volti ad esentare dall'irpef i redditi inferiori ai euro, dagli attuali Apriti cielo! È presto per parlare di ampliamento della no tax ha tuonato Fassina, significativamente impegnato in trasferta a Bruxelles, perché l operazione è molto costosa e non è finalizzata soltanto ai redditi più bassi. Bocciatura netta, insomma. Fino a prova contraria, s intende: citofonare Saccomanni.

2 2 Attualità IL SENATORE ALBERTO FILIPPI SULLA MANIFESTAZIONE DI SABATO SCORSO A ROMA I progetti di An più attuali che mai Mai più la politica al servizio delle singole carriere ma tutti uniti, anzi ri-uniti, in funzione e a disposizione dei valori e di un unico simbolo Non si è affatto spenta, anzi, l eco della manifestazione di sabato scorso al Parco dei Principi di Roma, per la ricostituzione di Alleanza Nazionale. Tanti i messaggi entusiasti arrivati anche al nostro Giornale, tramite la Rete e non solo. Tra le molteplice testimonianze, ospitiamo volentieri quella di Alberto Filippi, già senatore della Repubblica: Quando ho aderito a " La Destra " l'ho fatto confluendoci con quello che allora era il mio movimento, "Si Sindaci", composto nel mio territorio da molti giovani amministratori. Fino a quel giorno al Senato appartenevo a quell'unico Gruppo Parlamentare che, insieme ad altri tra cui "Io Sud" di Adriana Poli Bortone, rappresentava l'unico vero componente parlamentare capace con vigore di parlare di destra e di sedersi con orgoglio a destra dell'emiciclo. Quel giorno entrò ufficialmente al Senato il nome de "La Destra" e non grazie ad una scelta coraggiosa mia ma grazie alla fiducia e alla tenacia di Francesco Storace e per orgoglio di appartenere ad un progetto chiaro: far vivere i valori della destra sociale. Il 9 novembre ci siamo dati un obiettivo : quello di ricostruire quel simbolo capace di unire e dare voce ad una comunità frantumata in tanti partiti. Poche ore fa davanti al notaio si è costituito il "movimento per l'alleanza nazionale". Poco dopo presso l'hotel Parco dei Principi a Roma in un salone immenso si sono ritrovate migliaia di persone per sventolare ancora una volta la stessa bandiera, per applaudire ancora una volta tutti insieme quelle persone che nei mesi scorsi si confrontavano anche in modo dialettico tra loro ma che oggi hanno stretto quel patto che il popolo di destra da tempo richiedeva. Mai più la politica al servizio delle singole carriere e delle pur legittime singole ambizioni, ma tutti uniti, anzi riuniti, in funzione e a disposizione dei valori e di un unico simbolo. Noi dal Veneto c'eravamo anche se non è stato facile considerato che per esserci siamo partiti in pullman alle quattro della mattina per rientrare a circa la stessa ora del giorno seguente. Un forcing che però non è certo da ricordare tra le giornate faticose; è stata una giornata Il senatore Alberto Filippi felice, una giornata che ci rende orgogliosi quando un giorno noi potremo dire: " li c'eravamo". Sono certo che tanti tra coloro hanno scelto la pigrizia e hanno deciso di non esserci per evitare 13 ore di corriera fra non molto saranno pronti a barattare e a maledire le stesse ore passate magari noiosamente di fronte alla tv per avere la possibilità di gioire quanto noi il 9 novembre abbiamo gioito. A questi e in particolare ai miei concittadini veneti, avrò modo di chiedere il doveroso riscatto unendosi nel "Movimento per l'alleanza nazionale" perché i valori e i progetti di Alleanza Nazionale sono oggi più vivi e attuali che mai. Alberto Filippi di Biagio Cacciola PUNTO E A CAPO Una esigenza di identità dopo il cesarismo del Pdl Dopo vent'anni di cosiddetta seconda Repubblica, la delusione e' sovrana. Le grandi aspettative di partecipazione, benessere sociale, democrazia economica sono svanite alla luce dell'impotenza del nostro paese traghettato nella zona euro in modo affrettato e subordinato. La classe politica che ha gestito questo percorso scopre quanto poco sia stata adeguata al compito. Rinasce il desiderio per le grandi narrazioni, qualcosa che sganci la politica dal personalismo e la ponga dinanzi, tout court, ai problemi veri. E' in questo contesto che si situa, in particolare nel fronte moderato, la necessita' di ridefinizione che sta dando vita a nuove formazioni politiche. Dopo l'annuncio di ricostituzione di Forza Italia, e' l'ora del Movimento per l'alleanza nazionale. Si evince in modo forte un'esigenza d'identita' che il cesarismo di un unico partito, il Pdl, aveva artatatamente oscurato. Le culture politiche che Silvio Berlusconi aveva costretto a convivere, unificate dalla e e nella sua persona, infatti, si erano paralizzate a vicenda. Nel momento della decisione, quando i consensi permettevano forme di governo ampio, il confronto veniva smorzato dal cesarismo o dalla paralisi. In pratica si facevano le cose che il leader decretava irrinunciabili o non si faceva nulla. Furono errori clamorosi, alla luce di quest'esperienza, le forzate 'unificazioni ' come all'interno di un 'soviet' legato a un solo uomo al comando. L'Italia ha una storia diversa, di competizioni anche tra alleati, che nel passato ha permesso la quadratura del cerchio in economia, nel sociale, nel valoriale. La semplificazione del 'riduzionismo ' non paga ; e' piuttosto un semplicismo politicamente infantile che, oltretutto, rischia di travolgere con Sansone qualunque filisteo. Ecco perche' e' da guardare con attenzione il tentativo di riprendersi non solo la storia, ma anche la politica da parte di chi si e' accorto che non ci puo' unificare solo 'contro', ma a difesa non del 'mercato', ma di chi lavora, soffre, prega.di quella gente normale che ne' il giustizialismo, ne' il radicalismo, ne' il personalismo rappresentano piu'. PERSONALE A RISCHIO Per Alitalia decollano solo altri tagli Un piano da 250 milioni di risparmi. E' questo, secondo quanto si apprende da fonti vicine al dossier, il 'volume' del nuovo Piano messo a punto dall'ad di Alitalia Gabriele Del Torchio, che sta rivedendo gli ultimi dettagli per presentarlo al consiglio di amministrazione di mercoledì. Il cda di Alitalia è stato convocato per il 13 novembre, anziché domani martedì 12 come previsto in un primo tempo, per "motivi organizzativi". All'ordine del giorno, secondo quanto si apprende, l'illustrazione del nuovo Piano per cercare di risparmiare (ma ancora non si sa dove) e per aggiornare le vicende legate all'aumento di capitale, a 24 ore dalla scadenza dei termini per l'adesione. Ma è fin troppo facile prevedere che il risparmio più sostanzioso possa arrivare dai tagli sul personale, visto che poi ieri sera il ministro Zanonato ha dichiarato: ''Li giudico un grosso problema, che bisogna risolvere. Serve un piano industriale credibile e vincente'' ha detto per l appunto il ministro rispondendo all'ipotesi che per Alitalia si prospettino degli esuberi di personale. LA VICENDA POTREBBE ORA SBLOCCARSI Interrogati quattro fucilieri per la vicenda dei Marò Sono stati interrogati ieri, all'interno dell'ambasciata indiana a Roma, i quattro fucilieri della Marina Militare che si trovavano al bordo della 'Enrica Lexie', insieme a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò bloccati in India da un anno e mezzo, con l'accusa di aver ucciso il 14 febbraio del 2012 due pescatori indiani in Kerala. L'interrogatorio è stato condotto dagli indiani della Nia (National Investigation Agency) in videoconferenza ed è durato dal mattino fino al primo pomeriggio. Dopo essere stati accompagnati all'ingresso dell'ambasciata dall'inviato del governo italiano Staffan De Mistura, i quattro fucilieri sono stati ascoltati singolarmente. Insieme a loro anche Carlo Sica, dell'avvocatura dello Stato. La testimonianza dei quattro è considerata di particolare interesse soprattutto per un motivo: dalle perizie balistiche risulta infatti che i proiettili trovati nei corpi dei due pescatori potrebbero essere compatibili con armi diverse dai fucili Beretta usati dai due marò. Un particolare molto importante su cui fare piena luce, che era stato rilevato dal rapporto sommario redatto da un ammiraglio della Marina militare nel maggio Ora vedremo che piega prenderà la vicenda e se finalmente si sbloccherà, permettendo così finalmente il ritorno a casa dei due marò. Di certo, non è un punto a vantaggio degli indiani, che volevano sentire i quattro direttamente in India, ma bisognerà pur vedere come le testimonianze verranno utilizzate ed eventualmente stravolte. di Igor Traboni Non più tardi di tre giorni fa aveva accusato tutti quelli devoti ala dea tangente, cristiani compresi. Adesso Papa Francesco prosegue nel filone, ammonendo coloro che sono benefattori della Chiesa ma allo stesso tempo si comportano da ladri in altri ambiti. Quello del Pontefice è un secco no ai cristiani dalla doppia vita. Il Papa è partito dall esortazione del Signore a perdonare il fratello pentito: Gesù non parla di peccato, ma di scandalo IL PAPA CONTRO TANTI CRISTIANI-FARISEI Bergoglio: niente carità se poi nella vita rubate e aggiunge: «È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina di mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. La differenza è che chi pecca e si pente, chiede perdono, si sente debole, si sente figlio di Dio, si umilia, e chiede proprio la salvezza da Gesù. Ma di quell altro che scandalizza, che cosa scandalizza? Che non si pente. Continua a peccare, ma fa finta di essere cristiano: la doppia vita. Proprio quello che un cristiano dovrebbe evitare: la doppia vita, perché fa tanto male, tanto male, ha ripetuto Bergoglio, per poi porre di nuovo l accento su tanti cristiani e sul loro comportarsi da farisei: Ma io sono un benefattore della Chiesa! Metto la mano in tasca e do alla Chiesa. Ma con l altra mano, ruba: allo Stato, ai poveri ruba. E un ingiusto. Questa è doppia vita. E questo merita dice Gesù, non lo dico io che gli mettano al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Non parla di perdono, qui. Gesù, a questi corrotti, diceva: La bellezza di essere sepolcri imbiancati, che appaiono belli, all esterno, ma dentro sono pieni di ossa morte e di putredine. E un cristiano che si vanta di essere cristiano, ma non fa vita da cristiano, è uno di questi corrotti. Un ragionamento, quello sviluppato ieri e che Bergoglio presumibilmente riprenderà in prossime puntate, che vale per tanti cristiani e anche più direttamente all interno della Chiesa, preti compresi. Roma, via Giovanni Paisiello n.40 Tel Fax redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Società editrice Amici del Giornale d Italia Sito web Per la pubblicità su Il Giornale d Italia rivolgersi al Responsabile Marketing Daniele Belli, tel mail: daniele.belli@hotmail.it

3 3 Attualità MIGLIAIA DI AZIONISTI FONSAI E MILANO ASSICURAZIONI CHIEDONO UN RISARCIMENTO DI 20 MILIONI DI EURO Class Action contro i Ligresti Secondo il legale Bellomo la richiesta potrebbe aumentare. Nel mirino anche i vertici Unipol di Giorgio Musumeci Oltre che dai guai giudiziari, adesso la famiglia Ligresti dovrà difendersi anche da una class action che un migliaio di risparmiatori hanno deciso di promuovere costituendosi parte civile nei processi di Torino prima, e di Milano poi. L entità dell azione coordinata dall avvocato Fabio Belloni, legale dei risparmiatori, si aggira intorno ai 20 milioni di euro che, da qui al 4 dicembre, quando le costituzioni verranno depositate ufficialmente, potrebbero ulteriormente aumentare. Radunati sotto le bandiere del Si.Ti, il sindacato di tutela investimenti, i migliaia di azionisti Fonsai e Milano Assicurazioni vedono, sulla base di quanto emerso dalle inchieste giudiziarie, un danno personale al loro portafoglio azioni, e chiedono adesso di individuare le responsabilità civili per rivalersi in ogni sede. Tecnicamente si tratta di un azione collettiva e ricorda da vicino la situazione che si era venuta a creare con gli azionisti di Parmalat che si costituirono all epoca contro l ex patron di Collecchio, difeso allora tra gli altri proprio dall avvocato Belloni. Come ha spiegato il legale, nel mirino delle domande risarcitorie ci saranno sicuramente i Ligresti, i vertici di Fonsai ma non si esclude Unipol. Intanto, si attende di conoscere l esito delle inchieste milanesi, di cui si è avuto già un anticipo col primo stralcio relativo alle consulenze fittizie nella Milano Assicurazioni, attraverso le quali Ligresti avrebbe ricevuto 7 milioni e mezzo di euro in tre anni. A breve dovrebbero concludersi anche le indagini relative all aggiotaggio sulle azioni Premafin, nel quale il finanziere francese Bollorè ha avuto un ruolo di rilievo pompando il titolo che serviva da garanzia agli istituti di credito. Proprio a tal riguardo, il pm Orsi ha ordinato il sequestro dei trust off-shore (Bahamas e Lussemburgo) attraverso i quali la famiglia Ligresti controllava, di fatto, oltre il 70% di Premafin. A queste inchieste si aggiunge l ipotesi di bancarotta per le due società controllate, Imco e Sinergia e gli spostamenti di finanziamenti preferenziali a Unicredit nel 2010, quando già le società erano in difficoltà. Quindi l inchiesta sulla corruzione del capo dell Isvap, l ente di controllo sulle assicurazioni, Giancarlo Giannini, amico di Ligresti e, secondo le accuse, fin troppo tenero con i controlli verso Fonsai. Al lungo filone giudiziario, si aggiunge infine l indagine relativa al cosiddetto papello firmato da Alberto Nagel di Mediobanca, che avrebbe garantito ai Ligresti una buonuscita di 45 milioni di euro per il passaggio indolore di Fonsai a Unipol. L ISTAT RIVELA UN NUOVO DATO NEGATIVO. LE FLESSIONI MAGGIORI SU PRODOTTI PETROLIFERI E AZIENDE MANIFATTURIERE Crisi, a picco anche la produzione industriale Mentre il governo Letta si appresta, con la manovra finanziaria, a tassare sempre più le imprese con l Imu sui capannoni aziendali e imposte sui servizi (Tarse), l istituto nazionale di statistica sforna un nuovo allarmante dato sulla produzione industriale in Italia che, su base annua, risulta in diminuzione per la 25esima volta consecutiva. Rispetto ai primi nove mesi del 2013, infatti, la flessione è pari al 3,9%. Nonostante a settembre si registri un leggero miglioramento nel comparto dei beni strumentali, continuano a diminuire i beni di consumo (- 1,6%), l energia (-1,4%) e i beni intermedi (-0,7%). Col segno meno anche la produzione di automobili, che nel periodo gennaio-settembre 2013, ha registrato un calo del 5,8% rispetto all anno precedente. Le diminuzioni maggiori si registrano nei settori della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-16,3%), dell attività estrattiva (-9,2%) e delle altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (7,7%). Ovviamente, il susseguirsi di andamenti negativi su più fronti della nostra industria, inciderà notevolmente sul risultato del Prodotto interno lordo (Pil), la cui stima verrà diffusa, sempre dall Istat, tra pochi giorni, giovedì 14 novembre. Prepariamoci, quindi, ad una nuova doccia fredda, mentre la legge di stabilità tanto amata dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, si fa attendere alle Camere da oltre 3000 emendamenti. G.M. APPRODA IN COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI DI MONTECITORIO LA PROPOSTA DI LEGGE DELLA SINISTRA Resistenza d oro: tre milioni per il suo settantesimo compleanno Il primo milione è già stato messo a bilancio. E intanto in Italia si muore di fame Monza: Dagli al fascista Sel scheda quelli di destra Il consigliere Gerosa presenta una lista di proscrizione in consiglio comunale Quei formidabili anni di piombo, che di formidabile - in negativo - hanno soltanto la nostalgia con cui una parte della sinistra vi resta ostinatamente attaccata, sembrano aver pesantemente condizionato anche il consigliere Sel di Monza Alessandro Gerosa, che ha ben pensato di presentare, nell assemblea cittadina di cui fa parte, una mozione con tanto di dossier con i profili dettagliati dei fascisti della zona. La parte del leone la fanno i ragazzi di Lealtà Azione (nota associazione di destra lombarda con sedi anche in Brianza), presenti quasi tutti nell elenco dei cattivi (e se questi sono i buoni, c è da esser fieri di stare ancora una volta dalla parte sbagliata!). Ma ci sono anche i paracadutisti di Monza e l ignaro presidente della Provincia Dario Allevi. Grande assente, in quella che si propone come il Bignami onnicomprensivo della destra brianzola e che è a tutti gli effetti una lista di proscrizione, lo zio del suddetto, dichiaratamente e apertamente di destra. A parte tale provvidenziale dimenticanza, quel che stupisce - e preoccupa - è l utilizzo della schedatura dell avversario come strumento di attività politica. Non sono così lontani i tempi in cui i nostri ragazzi subivano agguati e pestaggi. E riportare su questo piano il confronto politico è un atto di irresponsabilità ha dichiarato Massimiliano Meloni, responsabile locale del partito di Storace. Che ha aggiunto: Chiediamo a gran voce le immediate dimissioni di Gerosa e le sue doverose scuse. C.D.G. di Cristina Di Giorgi Tre milioni di euro. E questa la somma a cui ammonta lo stanziamento previsto nella proposta di legge n.153, prima firmataria Maria Calipari (Pd). In un momento come quello attuale, in cui la crisi economica che sta tormentando l Italia imporrebbe criteri di destinazione del denaro quantomeno basati su una corretta scala di priorità, nel nostro Parlamento si sta pensando di destinare così tanti soldi non alla copertura della seconda rata dell Imu o a strumenti in grado di limitare la crescita della disoccupazione, soprattutto giovanile. O, ancora, a misure che contribuiscano a tenere il tetto del deficit al di sotto del 3%, alla riduzione della pressione fiscale e alle tante altre iniziative che consentirebbero non tanto di risolvere tutti i problemi del Paese, ma quantomeno di tirare, almeno in parte, il fiato già cortissimo. La citata proposta di legge, presentata dagli zelanti deputati di tutti i partiti del centrosinistra ad inizio legislatura ed approdata in Commissione Affari costituzionali di Montecitorio, è infatti dedicata alle Disposizioni per la celebrazione del settantesimo anniversario della Resistenza e della guerra di liberazione. Nelle intenzioni dei 162 deputati che hanno sottoscritto il documento, i festeggiamenti dovrebbero concretizzarsi in un articolato programma di iniziative di rilevanza nazionale, da realizzarsi nell arco del triennio , per ricordare il periodo in cui l Italia si è liberata dalla dittatura e dall occupazione straniera e ha riconquistato, con la pace, la libertà, l indipendenza e l unità della nazione e della Patria. Alla faccia della grave emergenza in cui si trova il Paese che di tutto avrebbe bisogno tranne che di veder destinare tre milioni di euro alle celebrazioni di una sanguinosa guerra fratricida come quella degli ultimi anni del Secondo conflitto mondiale. Ne sono certamente convinte anche se non possono esprimere la loro opinione le migliaia di vittime delle stragi partigiane. E lo sono altrettanto i numerosi disperati che, a causa della morsa della crisi, hanno deciso di togliersi la vita. Loro avrebbero certamente preferito che tutti quei soldi fossero spesi meglio. E se si pensa che un milione dei tre previsti è già stato messo a bilancio nella legge di stabilità 2013 e destinato alle associazioni combattentistiche e partigiane che hanno per missione la memoria e l educazione delle nuove generazioni ai valori, ai principi e ai propositi della Costituzione della Repubblica, è inevitabile pensare che nel migliore dei casi i parlamentari che hanno promosso tale assegnazione di finanziamenti hanno perso il contatto con la realtà. Nel peggiore e più realistico - hanno agito in base ad interessi ideologici di parte. E senz altro giusto che la storia della nostra Patria e gli ideali che l hanno animata vengano ricordati. Ma a due condizioni: la prima è che si tratti di una memoria condivisa, che comprenda anche episodi, momenti e personaggi al di fuori della vulgata resistenziale. La seconda è che la legittima commemorazione del passato non vada ad intaccare le speranze nel futuro. E l utilizzo di tre milioni di euro per formare la gioventù nei valori e nei principi dell antifascismo e della resistenza di sicuro non dà alcuna aspettativa di miglioramento delle attualmente nerissime prospettive.

4 4 Società DOPO SEI MESI IN ORBITA SULLA NAVICELLA SOYUZ, L ASTRONAUTA ITALIANO È ATTERRATO IN KHAZAKISTAN Luca Parmitano è tornato dallo spazio La moglie: L ho sentito, è in grande forma. Ora un periodo di riabilitazione a Houston di Chantal Capasso I'm home è stato il primo tweet di Luca Parmitano, l astronauta italiano atterrato in Kazakistan dopo sei mesi trascorsi galleggiando nello spazio per la missione Volare. Felice di aver raggiunto la Terra e con lei i suoi cari. La moglie Khaty, lo aspetta a Houston: L'ho sentito in gran forma ha scritto su Twitter avendo affianco le figlie Sara e Maia, 3 e 6 anni - già con la voce comunicava come sempre grande entusiasmo. Ha definito il rientro un giro sulle montagne russe più emozionanti del mondo. Dopo aver abbracciato, virtualmente i genitori in Sicilia è volato in Texas. Nonostante il lungo periodo trascorso in assenza di gravità appare in ottimo stato il 36enne maggiore dell aeronautica, non sembra aver subito il forte stress psico-fisico dopo il rientro dalla navicella Soyuz. Anche se la missione è giunta al termine, all astronauta spetta un duro lavoro di riabilitazione. Infatti per non rischiare fratture alle ossa, che hanno subito una forte riduzione di calcio, non potrà camminare per almeno un mese. Oltre al graduale recupero del senso d equilibrio. Anche per questo appena atterrati, gli astronauti vengono portati di peso, dalla navicella sulle lettighe, per evitare traumi. Inoltre, saranno effettuate sui cosmonauti le analisi degli scienziati: biopsie muscolari e altri test medici. Parmitano, si è dimostrato anche, un ottimo ed efficace comunicatore in orbita. Durante la permanenza a bordo della navicella è stato molto attivo sul suo blog, seguitissimo dai maggiori social network. Indimenticabile la sua lettera d amore alla Terra prima del suo rientro, che è diventato il manifesto della missione Volare, oltre alle migliaia di fotografie mozzafiato scattate dalla cupola della stazione. Il primo uomo italiano a passeggiare nello spazio, al quale si aggiunge il triste primato per aver rischiato di morire per il casco invaso di liquido refrigerante. L astronauta ha compiuto per la sua missione più di 30 esperimenti, ne ha seguiti ben 120, oltre a due attività extra veicolari e l'attracco di tre navicelle, è tornato sulla Terra insieme al collega della NASA Karen Nyberg e al comandante, il cosmonauta Fyodor Yurchikhin. Il viaggio di rientro attraverso l'atmosfera è stato brevissimo: l'equipaggio ha ridotto la propria velocità di crociera da Km/h in orbita, a zero, nel corso di poco più di tre ore, ed è arrivato a destinazione nelle steppe del Kazakistan. Un elicottero ha condotto il maggiore siciliano verso Houston, negli Stati Uniti. Finalmente a casa. NESSUN PROBLEMA PER I FRAMMENTI DEL SATELLITE La Ferrari spaziale si è disintegrata Pericolo scampato e cessato allarme per il rischio di caduta dei frammenti del satellite europeo GOCE (Gravity Field and Steady State Ocean Circulation Explorer) che da giorni sta scendendo sulla Terra con un orbita spirale. La smentita è stata data dall Agenzia spaziale Europea. Quest ultima, giorni fa, aveva previsto che la probabile caduta dei frammenti potesse avvenire nel periodo compreso fra le 19,00 e l'una del mattino (ora italiana) di lunedì 10 novembre. Ma Il satellite si è probabilmente disintegrato senza danni. L Europa ed il territorio italiano sono salvi. Tra l altro la Protezione civile aveva già anticipato la notizia in una nota, girando l affermazione del responsabile della missione GOCE, Rune Floberghagen, dell'agenzia Spaziale Europea (Esa), che aveva rassicurato: "Impatto in Italia estremamente basso". Il GOCE, costruito dall italiana Thales Alenia Space di Torino, pesava al lancio ben 907 chili, lungo 5,2 metri, così esteticamente bello, che è stato definito la Ferrari del cielo. Il GOCE era stato creato per ricostruire la mappa gravitazionale sulla Terra. Perché temere la caduta di frammenti sulla Terra? In orbita a circa 160 chilometri di altezza dal suolo, il satellite, abbassandosi di quota con la pressione atmosferica che diminuisce, si scalda fino a diventare incandescente, tanto da frantumarsi in tanti pezzi. Ma non c è più pericolo. Secondo gli ultimi aggiornamenti dell Esa, il GOCE non dà più segnali, ed i luoghi più probabili per l'impatto potrebbero essere gli oceani, le regioni polari o aree deserte dell'australia. C.C.

5 5 Primo piano LO SCANDALO CHE IMBARAZZA IL SINDACO DI DONATO: 12 MILIONI DI EURO PER ORGANIZZARE I MONDIALI DI SCI CHE SAREBBERO STATI UTILIZZATI IN MANIERA VERGOGNOSA Roccaraso e quei soldi sprecati dal Comune Dalla costruzione di un tunnel al parterre da 500mila euro. Opere discutibili che adesso verrebbero occupate senza alcun titolo da due società amiche che gestiscono gli impianti Dalla magistratura, nessun indagine Il podio della premiazione di una gara dei mondiali juniores di sci alpino svoltisi a Roccaraso tra il 28 febbraio e il 9 marzo Nella foto il sindaco Francesco Di Donato (il secondo da destra) di Federico Colosimo L onesta è lodata da tutti, ma muore di freddo (Decimo Giulio Giovenale). Il vice sindaco delegittimato - Essere trasparenti, giusti, svolgere bene il proprio lavoro, in Italia non paga. Mai. E una vicenda triste, quella che stiamo per raccontarvi. Una di quelle destinate a lasciare il segno, strascichi, polemiche. Un ingiustizia tutta italiana. Dove a trionfare sono i poteri forti e non gli uomini perbene. E la storia di Alessandro Amicone, consigliere comunale di Roccaraso (L Aquila), che ha un grande difetto: essere trasparente. Per questo motivo, è stato delegittimato da tutte le sue cariche più nobili. Il 31 maggio del 2011, Amicone è stato nominato prima vice sindaco e poi assessore con deleghe al turismo, ai servizi culturali, allo sport e al tempo libero di Roccaraso. Ricoprendo anche il prestigioso incarico di Presidente del Comitato Organizzatore dei Campionati del Mondo Juniores di sci, che si sono svolti poi nel periodo tra il 28 febbraio e il 9 marzo del Ma dal 17 luglio scorso, Amicone ha perso tutto, o quasi. Mandati (gli è rimasto solo quello di consigliere comunale), responsabilità. Ma non la dignità. Il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato (Scelta Civica), lo ha sollevato da tutti gli altri incarichi perché, a suo dire, avrebbe assunto comportamenti tali da far venire meno il rapporto fiduciario. Questa, la scusante. Altra, presumibilmente, la verità. Che è sotto gli occhi di tutti, ma che non può venire a galla. I 12 mln di euro e le opere discutibili - L oggetto del contendere, come sempre, i piccioli. Milioni di piccioli. Ben 12, per l esattezza. Questa, la cifra stanziata a disposizione del Comune di Roccaraso per l organizzazione dei Mondiali Juniores di sci. Ottenuta dall Unione Europea - anche grazie al buon lavoro di Amicone - per migliorare la qualità delle piste, degli impianti e per dar lustro a un piccolo paesino di appena 1700 abitanti. Bisognoso di crescere e di stupire. In positivo e non in negativo. L uso di quei fondi, è stato a dir poco discutibile. Non per detta nostra, ma per detta di tutti. Cittadini, consiglieri e opinione pubblica. Un atteggiamento - sostengono le malelingue - troppo accondiscendente da parte dell amministrazione comunale in favore di due società che gestiscono gli impianti sciistici: la Siffatt s.r.l e la Pizzalto s.p.a. A far registrare sin da subito presunte irregolarità e scorrettezze, proprio Amicone. Reo di aver espresso perplessità e dubbi che hanno avuto come conseguenza la revoca degli incarichi a lui conferiti. E così che va. Milioni di soldi sperperati che, sembrerebbe, sono finiti nelle tasche di non si sa chi. Una quantità incredibile di denaro letteralmente buttato al vento, già dall inizio dei lavori. E più precisamente grazie alla costruzione di un tunnel (nel novembre del 2011) che avrebbe dovuto consentire il passaggio del pubblico sotto una pista di gara. Un opera di discutibile funzionalità, sostengono in tanti, che sarebbe dovuta costare 300mila euro e che, alla resa dei conti, ha toccato quota 700mila a causa del crollo della galleria. Il tutto, a quanto pare, senza una gara di appalto di natura pubblica che puntasse a stabilire, così come previsto, quale azienda dovesse aggiudicarsi la disputa dei lavori. L amministrazione comunale, guidata dal sindaco Di Donato, ha finanziato i restanti 400 mila euro (inizialmente non previsti) senza neanche andare a fondo alla vicenda. E senza stabilire se ci sono state, o meno, responsabilità da parte della ditta incaricata. Niente di niente. Il Comune di Roccaraso se n è fregato e i perché e i percome del crollo di quel ponte tutt oggi sono ancora ignoti. Abuso d ufficio - Sempre in occasione dell organizzazione dell evento mondiale, sono state collocate - lungo le piste fibre ottiche. Dopo la conclusione della coppa del mondo, quest ultime sono state e continuano ancora oggi ad essere utilizzate dalle due società che gestiscono gli impianti per le loro telecamere a circuito chiuso. Il tutto, senza che venga pagato alcunché al Comune. In via gratuita, per farla in soldoni. Ma non è ancora finita. Anzi, siamo solo all inizio. Per i prestigiosi campionati, è stato poi costruito un parterre (luogo in cui sono avvenute le premiazioni) che non solo è costato la modica cifra di 500mila euro, ma che adesso sarebbe occupato, senza alcun titolo o convenzione, dalla Siffatt s.r.l. e dalla Pizzalto s.p.a. In che modo e con quale guadagno per l Ente pubblico, non ci è dato saperlo. Abuso d ufficio, sentenziano i cittadini di Roccaraso. Articolo 323 del codice penale che punisce, con la reclusione da 6 mesi a 3 anni, chiunque procuri a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale. Le testimonianze - Come se già non bastasse raccontano alcune fonti che per il momento preferiscono non comparire la società Pizzalto ha collocato anche un container accanto al bar Baita Paradiso (posto all arrivo dello skilift Pizzalto, ndr) dal quale nel corso della stagione sciistica venivano distribuite bevande senza autorizzazione. Un fatto gravissimo, denunciato anche dall assessore ai lavori pubblici, Giuliano Oddis, all ufficio tecnico del Comune. All arrivo della Polizia Municipale per i controlli di routine, il container risultò stranamente chiuso. Una coincidenza? Chissà Più indizi, fanno una prova. Se poi a tutto questo aggiungiamo che Di Donato, oltre a svolgere le funzioni di sindaco, è anche un maestro di sci, i dubbi non fanno altro che aumentare. Analoghi sospetti riguardano l uso - sempre da parte delle due società che gestiscono gli impianti - di 3 motoslitte di proprietà della Comunità Montana, acquistate proprio con i soldi pubblici e che dovevano essere affidate ai vigli urbani per eseguire i controlli sulle piste. E il resto dei soldi, dove sono finiti? Anche questo, purtroppo, non ci è dato saperlo. L esposto e le amicizie del sindaco - Alessandro Amicone sta combattendo la sua battaglia da solo, fatta di lettere con richieste di chiarimenti e osservazioni alle quali non è seguito alcun concreto riscontro. Tantissime, le persone in rivolta che, per un motivo o per l altro, preferiscono tenere tutto sotto silenzio. Il consigliere comunale si è rivolto alla Procura della Repubblica di Sulmona (vox populi) con un esposto anziché con una formale denuncia. In virtù di ciò, l Autorità giudiziaria procedente non ha potuto iscrivere almeno per il momento i fatti nell apposito registro delle notizie di reato. Cosa che sarebbe successa sicuramente laddove fosse stata posta una denuncia. Tutto questo non giustifica assolutamente il fatto che a tale esposto non è stato dato il giusto risalto. I pubblici ministeri che sono ancora in tempo dovrebbero andare a fondo alla vicenda. Trovare riscontri, prove. E quello che sperano i cittadini di Roccaraso e alcuni consiglieri comunali. Che chiedono giustizia, verità. L amicizia tra i gestori degli impianti e il sindaco, è sotto gli occhi di tutti. Un legame profondo, dicono. Il proprietario della scuola sci Aremogna l accusa lanciata dal titolare di un noto albergo del posto ha prestato al primo cittadino la sua Ferrari e quest ultimo prima l ha distrutta a causa di un grave incidente e dopo ha ripagato il danno di tasca sua. Allora la domanda che pongo è la seguente: Come fa un sindaco di un piccolo paesino, che di secondo lavoro fa il maestro di sci, a tirar fuori dai suoi conti centinaia di migliaia di euro per mettere a posto una fuori strada che vale fior fior di quattrini? La speranza, adesso, è che la Procura di Sulmona vada alla ricerca della verità. Per accertare colpe e responsabilità da attribuire a tanti. E per capire dove sono finiti il resto di quei soldi stanziati dall Unione Europea per l organizzazione di un mondiale juniores di scii. I pm lo devono ai cittadini in rivolta e a quei politici onesti che hanno perso i loro incarichi più prestigiosi solo ed esclusivamente perché hanno osato chiedere giustificazioni e lumi tramite una serie di obiezioni per nulla gradite all Amministrazione Comunale. Che se ha realmente sbagliato in qualcosa, deve ricordarsi che nessun colpevole potrà mai essere assolto dal Tribunale della sua coscienza.

6 6 Storia Ministro delle Finanze, nel 1926 insieme a Mussolini porta l Italia alla ripresa economica Volpi, il sodalizio col Duce e la quota 90 Finanziere, industriale, politico: a lui si deve il rinnovato potere d acquisto della lira e il rilancio dell industria di Emma Moriconi Il 1926, anno IV dell Era Fascista, è un anno particolare per l Italia. Il Duce subisce tre attentati e ne esce illeso, tanto che per il popolo diventa l Uomo della Provvidenza, protetto dalla mano di Dio. L Italia comincia a sentire il peso della regressione economica. La lira precipita. Ma Mussolini non è solito lasciare che le cose accadano senza porvi in ogni modo rimedio con decisione e fermezza. Vicino al Duce, in questa battaglia finanziaria ed economica, c è Giuseppe Volpi, il ministro delle Finanze. Ci sono storie del Fascismo che difficilmente si trovano sui libri di storia e sulle riviste specializzate, che sono molto spesso interessanti e complete, dettagliatissime in tutto, ma che omettono di trattare personaggi e vicende. Chissà perché. Ebbene, Giuseppe Volpi è uno di questi: un personaggio di un epoca complessa sotto molti punti di vista, poco noto ma sicuramente fondamentale nella storia della Nazione. Il contesto in cui Volpi si trova a lavorare è estremamente complesso: la lira vive un dramma di proporzioni inaudite, sprofondando a quota 150 sulla sterlina. Il Duce ha promesso la quota 90, e Mussolini è solito mantenere gli impegni presi. Il Governo britannico ha adottato contromisure economiche atte a ristabilire la prevalenza della sterlina sulle altre monete europee. Naturalmente, per far questo, ha richiesto il pagamento dei debiti contratti dall Italia (ma anche da Francia e Belgio) durante la Prima Guerra Mondiale. Inoltre la Germania è in ripresa e può vantare un marco rinforzato. Ed ecco che la moneta italiana, ma anche quella francese e quella belga, sprofondano. Primo punto all ordine del giorno per l Italia è, dunque, contrattare con gli Stati Uniti una rimessione del debito che non sia strangolante. Volpi vi si reca immediatamente, accompagnato da Dino Grandi e Alberto Pirelli e ottiene condizioni molto vantaggiose per la restituzione del debito e la promessa di aiuti economici. Il risultato è talmente soddisfacente e rapido che la lira frena bruscamente la caduta a picco. Il debito (2 miliardi e 42 milioni di dollari) è restituibile in 62 anni e le prime rate sono bassissime. È un trionfo del Regime e di Volpi. Gli aiuti economici arrivano rapidamente, consentendo una forte e celere ripresa. Non solo. Mussolini e Volpi hanno le idee chiare in termini di finanza, e provvedono a sistemare le cose per bene, bloccando in Borsa tutte le operazioni di acquisto delle azioni industriali. Infatti molti enti stranieri, spinti dal cambio favorevole, cercano di approfittare della situazione. Si stabilisce così che solo la Banca d Italia è autorizzata alle emissioni monetarie, per tenere d occhio in maniera univoca le attività speculative. Poi vengono ridotte le importazioni e, contestualmente, incrementata la diffusione dei prodotti nazionali. Così l industria vive in breve tempo una ripresa non indifferente, la lira riprende potere d acquisto, i titoli di Stato riacquistano valore. Mussolini punta ancora alla quota 90. In un discorso dell agosto 1926 a Pesaro dice: la nostra lira, che rappresenta il simbolo della nazione va difesa e sarà difesa. Nel giugno del 27 la sterlina è scambiata a 86 lire. La quota 90, che sembrava irraggiungibile, non solo è raggiunta, ma addirittura superata. È il trionfo di Mussolini, del Fascismo e di Giuseppe Volpi. Volpi del resto è l uomo migliore, messo al posto giusto. È finanziere, industriale e politico. È il fondatore della Società adriatica di elettricità, la SADE, nata nel Dal 1921 al 25 è governatore della Tripolitania. Nel 22 è senatore e dal 1934 al 43 presidente di Confindustria. Non solo: in più di un occasione Volpi dirige la Biennale di Venezia e nel 1932 promuove la prima Esposizione internazionale d arte cinematografica. Nel 1943 si ammala gravemente di diabete, che lo porterà alla morte nel Dopo la caduta del Fascismo tenta di fuggire in Svizzera, invano. Subisce anche un processo per crimini fascisti, venendo poi prosciolto. Forse i crimini di cui si è macchiato Volpi sono quelli di aver ripristinato condizioni economiche e fiscali favorevoli all Italia. Dall inizio del 2014 è prevista una ripresa del mercato immobiliare Compra adesso, se non sei fesso A Pescara proponiamo villette a due passi dall università e dal nuovo tribunale Una casa in posizione panoramica (doppia vista, mare e monti) non costerà mai più così poco Unità abitative singole senza condominio Riscaldamento autonomo (con caminetto su richiesta) 4 balconi per ogni immobile Garage più posti auto esterni Tetto ventilato in legno Predisposizione al fotovoltaico Tipologia A (Villette di testa) 250 mq su 3 livelli Piano terra: taverna, bagno, garage doppio, magazzino 1 piano: cucina, sala da pranzo, camera, bagno, ripostiglio 2 piano: 3 camere, bagno, ripostiglio Giardino e spazi esterni: circa 100 mq Tipologia B (Villette intermedie) 200 mq su 3 livelli Piano terra: taverna, bagno, garage, magazzino 1 piano: cucina, sala da pranzo, camera, bagno, ripostiglio 2 piano: 3 camere, bagno, ripostiglio NO AGENZIE, PREZZI TRATTABILI Per informazioni e visite puoi chiamare anche il tutti i giorni dalle 9.30 alle 19.30

7 7 Esteri Morte e distruzione nelle Filippine e il bilancio della tragedia potrebbe ancora aumentare Il tifone Haiyan ha già fatto diecimila vittime Arrivano i primi aiuti internazionali, mentre proseguono le operazioni di soccorso in mare di Chantal Capasso Le notizia e le immagini della tragedia che ha sconvolto la terra delle Filippine, in seguito al passaggio del tifone Haiyan, rimbalzano su tutte le reti tv e internet del mondo. La potenza distruttiva della tempesta, secondo le prime stime, ha portato 10mila morti, ma il bilancio è purtroppo destinato a salire. A diffondere il tragico evento, sembra sia stato un solo reporter che ha raccontato in diretta la devastante portata del super tifone. Per il suo coraggio il giornalista televisivo Atom Araullo è diventato un eroe nazionale. L inviato-eroe della tv filippina si trovava a Tacloban, città dell isola di Leyte che è stata distrutta dai venti a 315 km/h e soprattutto dalle onde alte fino a sei metri, causando un livello di distruzione simile a quello di uno tsunami. L uragano ha infatti colpito in modo particolare l isola di Leyte, dove il 70-80% del territorio ha subito devastazioni, e il suo capoluogo, Tacloban, è andato completamente distrutto. I superstiti vagano scioccati senza meta, fra i detriti e le macerie, cercano cibo anche tra i rifiuti: sembra di essere in un film dell orrore dicono. Intere comunità devastate, molti i bambini morti o dispersi. Ma in questo orrore, fra le rovine, è nata una bambina. Il paradosso della vita. Per il National Disaster Risk Reduction and Management Council (Ndrrmc), le famiglie colpite sono , pari a 4,28 milioni di persone. Più del 40%, rileva l Unicef, sono bambini e ragazzi sotto i 18 anni di età. Sul posto è stata raccolta la testimonianza di Andrew Pomeda, 36 anni, insegnante, che racconta: La gente vaga per strada impazzita, per aver perso la famiglia o per cercare cibo. Molti sono diventati aggressivi e violenti e vi sono saccheggi dappertutto. Entro una settimana, se qui non arrivano i soccorsi, moriremo tutti di fame. Si tratta della peggiore catastrofe che si sia mai abbattuta sul Paese asiatico, non nuovo purtroppo a drammi, terremoti compresi. Il tifone ora sembra attenuarsi spostandosi verso il Mar meridionale cinese, fino a raggiungere il Vietnam, dove sono state evacuate più di 600mila persone, esaurendo fortunatamente quasi tutta la sua forza. Lo riferisce la Bbc, secondo la quale è ormai sceso dalla distruttiva e più alta categoria 5 della scala Saffir-Simpson a categoria 1. Il capo del Pentagono, Chuck Hagel, da Washington, fa sapere che dagli Stati Uniti arriveranno gli aiuti militari. Queste le parole del suo portavoce: Il Comando militare americano del Pacifico interverrà in questa situazione, in una prima fase nelle operazioni di soccorso e di ricerca in mare. Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha sollecitato le agenzie umanitarie del Palazzo di vetro a rispondere rapidamente all'emergenza. Gli aiuti per le Filippine sono previsti per oggi, martedì 12 novembre, con un carico di circa 60 tonnellate di generi di prima necessità che perverranno dalla Supply Division dell'unicef a Copenaghen. Arriveranno attraverso un ponte aereo d emergenza, con camion colmi di kit medici e sanitari che si sono subito diretti verso l aeroporto della città danese. Oltre all invio di impianti per la depurazione delle acque. Il Commissario europeo per la cooperazione Kristalina Georgieva si è così espresso: È uno dei più forti tifoni che il mondo abbia mai visto. Sono profondamente rattristato per la perdita di vite e voglio trasmettere la mia solidarietà alle famiglie delle vittime. Sono stati stanziati 3 milioni di euro dalla Commissione europea per le Filippine, a sostegno delle vittime del tifone Hayan, per coprire i bisogni impellenti. In tutto serviranno, circa 4,5 milioni secondo la Commissione. Anche il Programma alimentare mondiale delle Nazioni unite (Pam) è pronto a fornire tutta l assistenza possibile al governo delle Filippine per aiutare le persone colpite dal supertifone. Gli operatori del Pam si sono uniti al governo in una verifica congiunta dei danni nelle province di Leyte e Samar, e altri team sono pronti a intervenire nelle prossime ore. La Caritas ne ha stanziati 100mila. Anche l Unicef offrirà il suo aiuto, soprattutto ai bambini vittime del disastro. UN ARTICOLO RITENUTO FASTIDIOSO DALLA LEADERSHIP DI PECHINO VIENE FATTO SPARIRE DA BLOOMBERG: SOLO UN CASO? Che affari (mediatici) sull asse Cina-Stati Uniti Ormai, nell era globale, tutto è business, soprattutto la comunicazione ed i suoi derivati. I primi a capire l importanza del controllo mediatico sono state le due potenze che si sono spartite il mondo per quasi mezzo secolo: Stati Uniti e vecchia Urss. Il controllo dei media vuol dire il controllo delle menti, degli usi e dei costumi, della cultura e dello stile di vita. Quindi anche dei gusti e dei consumi. Caduto il Muro sono cadute anche le spartizione delle varie agenzie mass-mediatiche e come si sono strette alleanze mondialiste politiche-economiche, anche in questo settore frontiere e confini sono state cancellati. Già nel 1981 gli States fondarono la Bloomberg L.P., agenzia che da lì a pochissimo, avrebbe preso il controllo mondiale dell informazione. Infatti, oggi la Bloomberg è una multinazionale con filiali in tutto il mondo e nel corso degli anni è cresciuta, creando un servizio mondiale di news, che comprende TV, agenzia stampa, radio, internet e pubblicazioni editoriali. Bloomberg rappresenta quasi il 33% dei 16 miliardi di dollari del mercato globale dei dati finanziari, con un fatturato stimato di 7,6 miliardi di dollari (dati relativi al 2011 e quindi sicuramente in crescita). Oggi Bloomberg sta facendo affari d oro con un altro Stato nemico-amico degli Usa, la Cina, arrivando a censurare i suoi corrispondenti da Pechino, per non compromettere la propria presenza nel Paese. La denuncia viene dal New York Times, che ha dato notizia di un articolo fastidioso per la leadership di Pechino e quindi fatto sparire. Questo ha aperto una discussione sull etica professionale dell agenzia, di proprietà del sindaco uscente di New York, ma soprattutto sulle pressioni sempre più forti che la Cina pratica sui media stranieri che vogliono lavorare nel suo territorio. In particolar modo su quelli americani. È come se la Cina si sentisse padrona dell America e di fatto lo è: il paese capital-comunista è padrone di gran parte del debito pubblico made in Usa e questo rende il rapporto tra i due paesi molto sbilanciato verso i post maoisti. L inchiesta riguardava le connessioni tra il regime e un miliardario locale. Naturalmente il direttore Winkler ha motivato la Daniel Doctoroff, chief executive di Bloomberg decisione di non far uscire l inchiesta addirittura paragonandosi ai resistenti anti-nazisti (va sempre di moda). Avrebbe studiato il comportamento dei media sotto la dittatura nazista, di come erano riusciti a sopravvivere a quella dittatura ed oggi vuole adottare una strategia simile in Cina. Siamo davvero alle comiche. Bloomberg ha business importanti a Pechino. Ma quale presenza e testimonianza giornalistica in Cina. La principale fonte di ricavi per la compagnia non è certo l agenzia di notizie, ma i terminal per le operazioni finanziarie, che vende a circa dollari l uno. Nelle prossime settimane Daniel Doctoroff, chief executive di Bloomberg, è atteso in Cina, mentre lo stesso proprietario ha detto che una volta lasciata la carica di sindaco di New York andrà nella Repubblica popolare, a tenere discorsi per sostenere la sua compagnia. Confermando che poco importa censure ed avamposti di verità in terra rossa, che il direttore ha bloccato la pubblicazione dell articolo per non danneggiare le prospettive dell azienda nel Paese e sono altri gli interessi dell ex primo cittadino della Grande Mela a Pechino. Se poi a qualche giornalista viene tolto il visto o qualcun altro viene espulso non è un grosso problema, fa sempre bene far credere che la democrazia americana si oppone alla dittatura comunista cinese. L importante è che la liberaldemocrazia-comunista finanziaria continui a chiudere affari d oro e che speculazioni e mercati non risentano siano sempre sotto il loro controllo. Come l informazione. Giuliano Castellino

8 8 Da Roma Impressionante quadro della Confcommercio su contraffazione e dintorni nel territorio romano La morsa degli abusivi costa oltre due miliardi Danno incalcolabile per il settore imprenditoriale e per l erario - La categoria lancia il grido d allarme di Ugo Cataluddi Un volume d affari di circa 7,5 miliardi di euro in tutto il territorio nazionale dei quali ben 2,2 (circa il 30%) solo nella città di Roma. Sono queste le cifre che danno una dimensione del fenomeno contraffazione. E ancora, sempre a Roma l esercito, di ambulanti di merce contraffatta è stimato intorno alle 20mila unità, in pratica un abusivo ogni 3 imprese regolari. Questa volta l allarme proviene direttamente dalla Confcommercio che snocciola alcuni dati che danno un idea della portata che sta assumendo il problema soprattutto nella Città eterna. Dichiara il presidente Roscioli: Esaminando da vicino i diversi fenomeni è sotto gli occhi di tutti che l'abusivismo commerciale e la contraffazione riguardano tutte le categorie merceologiche, in modo trasversale: dalle borse alla pelletteria, dagli occhiali ai prodotti audio - video e musicali, dalla biancheria all'abbigliamento falsamente griffato, fino ai prodotti alimentari, ortofrutticoli e ai fiori. Tuttavia a farla da padrona è il settore legato alla moda. Dei sequestri effettuati dalla Gdf nel solo 2013, infatti, il 47.7% rientra nel settore moda (abbigliamento/accessori). Nello specifico: Nei primi 6 mesi del 2013 "sono stati elevati verbali per mancanza di licenze/autorizzazioni. Nelle sole aree pubbliche e mercatali sono stati effettuati sequestri amministrativi e sequestri penali. In totale sono stati sequestrati pezzi, tra i quali orologi e gioielli e indumenti. Un danno quindi incalcolabile, sia per il settore del commercio (le imprese stimano una perdita di 3,8 miliardi annui) sia per l erario con il mancato versamento dei contributi per 1,5 miliardi di euro. Tuttavia il vero danno è quello per la salute dei cittadini, che allettati dal risparmio innegabile se si parla di merce contraffatta (risulta che da gennaio ad oggi 1 romano su 3 ha comprato almeno un prodotto contraffatto), non mancano di farne ricorso per accrescere il proprio status symbol con i prodotti (fintamente griffati) e soprattutto con giocattoli e suppellettili a basso costo per i propri figli. Ebbene tali prodotti è ormai risaputo ( e il libro nero sulla contraffazione il cui autore Antonio Salviati è stato intervistato da questo giornale, spiega nel dettaglio anche questo fenomeno) sono confezionati con materiali altamente nocivi e cancerogeni. Profumi, capi di abbigliamento ma soprattutto quei giochi che i bambini non esitano a portarsi in bocca. Non solo, da non sottovalutare è anche l aspetto decoro. Le zone di pregio della città di Roma ormai sono dei veri e propri suk a cielo aperto, e da quando il sindaco Marino ha annunciato di voler debellare il problema prima, e di averlo quindi debellato poi, la situazione è vertiginosamente peggiorata, tanto che all ordine del giorno sono gli episodi di aggressività degli ambulanti (per la maggior parte bengalese) e veri e propri scontri tra questi (che ormai non fanno nemmeno la fatica di scappare) e gli agenti della Polizia locale, sempre meno attrezzati per contrastare il fenomeno. Il problemasempre a detta di Roscioli- è che le azioni di repressione fino ad oggi non sono state perseguite in misura costante nel tempo e ci si è resi conto che così come sono state articolate non sono state sufficienti a scardinare un fenomeno con conseguenze nefaste sull'intero tessuto economico della nostra città. Opportuno sarebbe quindi secondo il presidente Confcommercio che diventi pratica comune la possibilità per l'imprenditore di costituirsi parte civile nei processi penali per i reati di contraffazione, facendo valere anche pretese risarcitorie e che si provveda costituzione di un 'fronte comune' interassociativo (organizzazioni promotrici: Upvad e Federmoda Roma) con cui contrastare il fenomeno della contraffazione; inibire le forme di vendita itinerante, fonte di degrado e abusivismo, in tutto il territorio del Comune di Roma; contrastare con maggiore determinazione le attività commerciali sprovviste di autorizzazione, in qualsiasi forma esercitate; migliorare il decoro urbano di Roma con progetti dedicati ad armonizzare esteticamente le strutture di vendita su aree pubbliche con quelle in sede fissa". La Romanina Sassate alle auto Sgominata babygang Importunare le famiglie, prendere a sassate le auto, ingaggiare battaglie verbali con vigilantes e polizia. Era questo il passatempo domenicale di una baby-gang, alla cui attività è stato ora posto un freno. Una guardia giurata del centro commerciale 'La Romanina' ha notato domenica mattina un gruppo di ragazzi che disturbava ripetutamente i clienti. Dal momento che i giovani non si calmavano, il vigilante ha richiesto l'intervento di una pattuglia della Polizia. Gli agenti arrivati sul posto hanno identificato i sei componenti del gruppo, tutti senza documenti, li hanno redarguiti e convinti a tenere un comportamento più corretto. Più tardi il 113 è stato nuovamente contattato dalla vigilanza interna al centro commerciale, in quanto il personale addetto alla videosorveglianza aveva sorpreso lo stesso gruppo di ragazzi mentre, da una delle rampe di accesso, lanciava sassi sulle auto in sosta e su quelle in transito sia nel centro commerciale che nella vicina autostrada. Immediatamente i poliziotti sono tornati sul posto e qui, dopo aver visionato il filmato, hanno fermato i giovanissimi e li hanno accompagnati in ufficio. Dovendo affidare i giovani ai genitori, in quanto minorenni, gli agenti hanno nuovamente chiesto loro le esatte generalità e a quel punto è emerso che alcuni di loro le avevano precedentemente date parzialmente false. I sei amici sono stati quindi denunciati per attentato alla sicurezza dei trasporti e quattro di essi anche per aver fornito false generalità a pubblico ufficiale. V.B. Tempi di crisi Malfattori in crisi truffano disoccupato Tempi di crisi e i truffatori, pur di spillare i soldi a risparmiatori sempre più disorientati, aguzzano l ingegno. Prova ne è la nuova operazione dei carabinieri della stazione Roma IV Miglio Appio, che hanno smascherato una banda composta da 7 persone - 6 italiani e un cittadino romeno - che con documenti alterati chiedevano finanziamenti a nome di ignari cittadini. I truffatori - spiega un comunicato dei carabinieri - che sono stati tutti denunciati intascavano i soldi e ai malcapitati cittadini, a cui era stata rubata l identità, arrivavano i solleciti per le rate che nessuno pagava. L indagine è scattata il 19 febbraio scorso, quando un ragazzo romano di 31 anni si è presentato in caserma per sporgere denuncia perché tempestato di telefonate da parte di una società finanziaria che gli richiedeva il saldo immediato di rate insolute di finanziamenti attivati a suo nome. Alla vittima, tra l'altro disoccupato, veniva contestato un debito di 30mila euro. I carabinieri hanno immediatamente attivato tutti gli accertamenti necessari scoprendo che nella documentazione consegnata per la richiesta dei finanziamenti figurava la fotocopia del documento originale della vittima, sulla quale, però, era stata apposta la foto di uno sconosciuto e buste paga fasulle. Da qui è partita un'attività investigativa che si è sviluppata incrociando un enorme flusso di dati tra la società finanziaria, l'inps e alcuni conti correnti bancari. Le somme erogate, infatti, erano state velocemente 'spezzettate' e inviate su diversi conti correnti, poi rimbalzate su alcune carte di credito prepagate e alla fine prelevate in contanti dagli indagati. V.B. Arrestato a Roma il noto disturbatore Gabriele Paolini Dalle irruzioni in tv al sesso con minori Reclutava e pagava ragazzini in cambio di rapporti sessuali Stavolta Gabriele Paolini, il personaggio noto per le sue apparizioni di disturbo durante collegamenti esterni in diretta di numerosi programmi televisivi, in tv c è finito, ma per un motivo ben diverso. Il 39enne di origini milanesi, infatti, è stato arrestato a Roma dai Carabinieri del nucleo investigativo di via In Selci, con l accusa di reclutare e indurre alla prostituzione minorenni in cambio di denaro. Oltre a intrattenere rapporti sessuali con ragazzini, Paolini filmava e fotografava i suoi incontri con l intenzione, probabilmente, di divulgarne il contenuto via internet. Le indagini sono scattate quando, lo scorso ottobre, il gestore di un negozio fotografico di Riccione ha denunciato ai carabinieri di aver ricevuto un ordine, per via telematica, di stampare 80 fotografie dal contenuto pedopornografico. In poco tempo i militari sono riusciti a risalire a Paolini, che nel frattempo aveva commissionato la stampa di altre foto e video dal contenuto simile, ad altri studi fotografici. Secondo quanto emerso dagli investigatori, i rapporti tra Paolini e i minorenni andavano avanti già da tempo, ed è anche per questo che il gip Alessandra Tubino ha ritenuto necessario firmare l ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell uomo, ritenendo altissime le probabilità che commercializzasse le immagini. Un altro aspetto inquietante relativo al comportamento di Paolini riguarda la pressione psicologica che l uomo esercitava sui minori per convincerli ad avere rapporti sessuali con lui, anche contro la loro volontà. Nell ordinanza di custodia cautelare, infatti, il giudice per le indagini preliminari scrive: Appare all evidenza come siano proprio le offerte di denaro, iniziali e progressivamente proposte a rialzo, a vincere la resistenza delle parti offese, con ciò configurandosi una specifica modalità induttiva, idonea a condizionare la capacità di autodeterminazione delle vittime. Attorno a Gabriele Paolini, dunque, vi era un vero e proprio giro di pedofilia e pornografia che non è da escludere possa aver coinvolto altri minori. A sconcertare ulteriormente, in tutta questa vicenda, è che proprio Paolini, nel 2012, era stato promotore di una campagna contro stupri e pedofilia. Tant è. Giorgio Musumeci

9 9 Dal Lazio È ancora bufera sulla scrittrice che ha definito i feti grumi di materia e offeso le donne con alle spalle un aborto Caso Ravera, quando le scuse non bastano L assessore si sente colpevole solo di essere stata troppo violenta, ma l opposizione minaccia l Aventino di Robert Vignola Ieri le scuse della diretta interessata, che a quanto pare non sono bastate (forse tutt altro) per placare gli animi; oggi la discussione in conferenza dei capigruppo per calendarizzare una interrogazione che minaccia di far registrare un impennata nella tensione tra la maggioranza e le opposizioni (ad esclusione di un Movimento 5 Stelle che sembra volersene lavare pilatescamente le mani). Il caso sulle dichiarazioni splatter di Livia Ravera sui feti morti prima della nascita non sembra insomma minimamente destinato a sgonfiarsi. Ieri l'assessore regionale alla cultura ha cercato a modo suo di scusarsi per i giudizi sui cimiteri dei bimbi mai nati. "Non c'era, nelle mie parole, alcun disprezzo, né alcuna forma di sottovalutazione di un sentimento complesso e sempre legittimo. Il mio era un discorso politico. Sono stata violenta? Me ne scuso. Mi scuso di essere stata troppo irruente. Vorrei poter continuare a esprimere le mie opinioni. Anche se ho accettato di coprire il ruolo di assessore regionale alla Cultura". Le opposizioni, che avevano duramente criticato la presa di posizione dell assessore di Zingaretti, non hanno accettato di buon grado il messaggio. Ed anzi, hanno rilanciato (in una nota a firma dei capigruppo Gramazio, Storace, Tarzia, Righini e Sbardella) profilando la possibilità di un Aventino in aula. Sono passati alcuni giorni dalle frasi agghiaccianti dell assessore Ravera. Definire i feti grumi di materia sono dichiarazioni irrispettose e offensive verso tutte quelle famiglie che hanno perso un figlio per aborto. Perciò, le scuse di oggi dell assessore non fanno altro che aggravare la situazione. Se il suo discorso, come lei stessa lo ha definito, è politico, allora viene fatto a nome del Governo regionale di cui è autorevole membro. Le sue affermazioni hanno provocato la comprensibile indignazione dell opinione pubblica, delle associazioni e del mondo cattolico, e anche la presa di distanza da parte di alcuni esponenti di centrosinistra. E nonostante ciò, appare incomprensibile e imbarazzante il silenzio del presidente Zingaretti su tutta questa vicenda. E inaccettabile che non si sia ancora degnato di prendere una posizione chiara. Nei giorni scorsi, abbiamo già chiesto le dimissioni dell assessore Ravera: adesso riteniamo opportune e improrogabili delle spiegazioni e dei chiarimenti da parte del Presidente e dello stesso assessore in aula. Fino a quando queste non arriveranno, non permetteremo che i lavori d aula proseguano nella totale indifferenza, soprattutto di quella del presidente della Regione. Tutt altro che un volemose bene. Vedremo. Oggi la vicenda affronta comunque uno snodo non secondario: la conferenza dei capigruppo a via della Pisana deciderà la calendarizzazione dell interrogazione, in cui si ricorda che in caso di morte intrauterina dopo le 28 settimane di gravidanza, è obbligatorio procedere alla sepoltura, mentre al di sotto di tale età gestazionale, è facoltativo, il bambino nato morto è registrato all anagrafe nello stato civile ed ha tutti i diritti che spettano ad ogni altro essere umano e che il bambino nato morto ha, quindi, anche il diritto alla sepoltura e alla cerimonia funebre. Il caso è scoppiato a causa di un articolo pubblicato on line il 4 novembre dall Huffington Post, testata del gruppo L Espresso. È qui che la Ravera gestisce un suo spazio blog, nel quale ha criticato pubblicamente il varo di un nuovo regolamento di polizia mortuaria a Firenze per consentire la sepoltura dei bimbi morti nel grembo materno, che altrimenti finirebbero tra i rifiuti ospedalieri. L assessore si scagliava contro il diritto di seppellire grumi di materia e parlava delle madri mancate come di donne che non erano riuscite a portare a termine il loro dovere di animali al servizio della specie. Alla faccia della cultura MALTEMPO Vento sul litorale, neve sui monti Eurosky Tower. Entrare in casa e uscire dal solito. Alberi caduti, strade allagate e voli in ritardo l altra notte all'aeroporto di Fiumicino per il maltempo che si è abbattuto sul territorio. Ma anche la Capitale è stata colpita. Gli agenti della polizia locale sono intervenuti in via di Portonaccio per un albero caduto su un'auto, mentre in via Pietro Maria Giavina è stato necessario un intervento per un ramo incastrato tra le fronde a circa dieci metri di altezza; un albero è caduto anche in via della Tenuta di Santa Cecilia. Disagi si sono registrati, come detto, a Fiumicino. Necessario l intervento della Protezione Civile per rimuovere alberi e grossi rami rimasti nelle strade: un eucalipto ha invaso la sede stradale di via della Pineta a Fregene mentre un grosso pioppo si è adagiato sulla banchina del porto canale a Fiumicino davanti alla sede della guardia di finanza. A causa della tempesta di vento che si è abbattuta sulla città, i voli in arrivo e in partenza hanno subito ritardi anche fino a 4 ore. Adr ha predisposto l'apertura prolungata di ristoranti e bar e il personale ha fornito assistenza ai passeggeri fermi nello scalo distribuendo gratuitamente acqua e generi di conforto. Problemi anche in Ciociaria, tra alberi abbattuti, tombini ostruiti e strade inondate dall acqua, con diversi interventi realizzati dai vigili del fuoco tra Cassino e Fiuggi. Colpito pure il litorale romano: ad Anzio durante la notte un auto con a bordo tre ragazzi è andata fuori strada. Non ci sono stati morti, ma le condizioni dei passeggeri sono gravi. Ai confini con Abruzzo e Marche, infine, monti imbiancati. Dopo le prime timide spruzzate dei giorni scorsi, la coltre di neve è ben spessa sul Monte Terminillo, dove si sono registrate minime inferiori di due gradi allo zero. La parte migliore è quando si torna a casa Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. La combinazione dell'esclusività del progetto, del prestigio della vista e della qualità progettuale offre un'opportunità unica per chi ricerca una residenza abitativa di primissimo livello nella Capitale. Al 19 piano, ad oltre 70 metri di altezza, sono state realizzate le prime tre residenze campione, altamente rifinite in ogni singolo dettaglio. Per prenotare la tua visita contatta i nostri consulenti al numero RE AWARDS Premio Speciale Smart Green Building UFFICIO VENDITE Roma EUR Viale Oceano Pacifico (ang. viale Avignone) Numero Verde

10 10 Dall Italia A DIECI ANNI DALLA STRAGE MOLTE SONO LE CELEBRAZIONI IN RICORDO DEGLI ITALIANI UCCISI IN MISSIONE DI PACE Nassirya, 12 novembre 2003 Diciannove morti, di cui due civili, le vittime dell attentato Nello speciale di Terra, ieri, le testimonianze di chi c era di Emma Moriconi Nassirya, 12 novembre 2003, ore 10,45. In Italia sono le 8.45 del mattino. Due ore di fuso orario separano il Belpaese dai luoghi di guerra, ma il cuore di tanti italiani è lì, in mezzo alle bombe. Ci sono i figli, i fratelli, gli amici, laggiù. Italiani. Improvvisamente, un boato. Due palazzine crollano, sono quelle in cui risiedono i ragazzi dell operazione Antica Babilonia. Dodici carabinieri, quattro soldati e due civili rimangono uccisi, venti sono i feriti. Muoiono anche nove civili iracheni. Sono stati quattro kamikaze a bordo di due veicoli, tra cui un camion cisterna con centinaia di chili di esplosivo. Una delle due palazzine è quasi interamente distrutta, l altra danneggiata. Poteva andare peggio: il carabiniere Andrea Filippa interviene rapidamente e uccide i due attentatori, impedendo così al camion di esplodere all interno della caserma. Sono passati dieci anni. Ieri sera la trasmissione Terra ha dedicato uno speciale alla ricorrenza, portando in studio testimonianze dirette come quella del maresciallo Saccotelli, vivo per miracolo, con i pantaloni della divisa che indossava in quel maledetto giorno tra le mani: una parte di me è morta a Nassirya dice forse quella strage poteva essere evitata. Forse qualcuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità. Non è il solo a farsi domande. Il generale Scalas parla di cose inconcepibili e incomprensibili. Non solo: Fabio Merlino, figlio del maresciallo Filippo, una delle vittime di quel maledetto giorno, esprime l amarezza per il mancato riconoscimento al padre della medaglia d oro al valor militare. Oggi il ministero della Difesa ricorda l anniversario con la "Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace". Sarà consegnata ai familiari delle vittime della strage la "Medaglia della Riconoscenza". Anche Discovery World, sul canale 341 di Mediaset Premium, ricorda Nassirya, ma lo speciale è stato contestato perché incentrato sulle Forze statunitensi piuttosto che sugli italiani. Il ciclo di documentari è iniziato sabato scorso e si protrarrà fino a sabato 23 ed è incentrato sull attività delle Forze di Pace nei territori oggetto delle guerre contro il terrorismo seguite all 11 settembre. In realtà, la serie di puntate parla di tutto fuorché degli italiani uccisi in quel 12 novembre. Del resto, si sa, l America è bravissima a celebrare se stessa. Eppure, a Nassirya, quei soldati sono morti. Ed erano Italiani, in missione di pace. Portavano il tricolore e non la bandiera a stelle e strisce. Eppure sono eroi. Ebbene, Discovery World faccia ciò che vuole. Il Giornale d Italia ricorda Nassirya e gli eroi di quel giorno, partiti per portare la pace e mai tornati a casa: Massimiliano Bruno maresciallo aiutante dei Carabinieri; Giovanni Cavallaro sottotenente dei Carabinieri; Giuseppe Coletta brigadiere dei Carabinieri; Andrea Filippa appuntato dei Carabinieri; Enzo Fregosi maresciallo luogotenente dei Carabinieri Daniele Ghione maresciallo capo dei Carabinieri Horacio Majorana appuntato dei Carabinieri Ivan Ghitti brigadiere dei Carabinieri Domenico Intravaia vice brigadiere dei Carabinieri Filippo Merlino sottotenente dei Carabinieri Alfio Ragazzi maresciallo aiutante dei Carabinieri Alfonso Trincone maresciallo aiutante dei Carabinieri Massimo Ficuciello capitano dell Esercito Silvio Olla maresciallo capo dell Esercito Alessandro Carrisi primo caporal maggiore dell Esercito Emanuele Ferraro caporal maggiore capo scelto dell Esercito Pietro Petrucci caporal maggiore dell Esercito Marco Beci civile Stefano Rolla civile VENEZIA IERI LA PRIMA CORSA Ponte di Calatrava: parte l ovovia Viaggi solo per disabili e donne in gravidanza Per attivare il servizio bisognerà citofonare Dopo una serie infinita di ritardi, modifiche, collaudi e una lievitazione consistente dei costi, è entrata finalmente in funzione ieri l ovovia sul ponte della Costituzione. La struttura (foto Il Corriere del Veneto), ideata dall archistar Santiago Calatrava che facilita il passaggio da una sponda all altra del Canal Grande, è riservato alle persone con disabilità, agli anziani con problemi di deambulazione, alle donne in gravidanza, e al trasporto di passeggini con bimbi piccoli. Non potranno quindi farne uso turisti carichi di valigie o persone con le borse della spesa. L apertura dell ovovia è avvenuta in sordina, senza alcuna cerimonia ufficiale, anche per non prestare il fianco ad eventuali polemiche, che da sempre accompagnano il collegamento tra piazza Roma e la stazione ferroviaria. Così era avvenuto, qualche anno fa, anche per l inaugurazione vera e propria del Ponte della Costituzione stesso. Per utilizzare l ovetto, che può portare al massimo due persone, servirà citofonare ai piedi del ponte e attendere la risposta del personale Avm (Azienda veneziana per la mobilità) che prestano servizio per il funzionamento del people-mover. Dopodiché verrà aperta la porta e il dispositivo entrerà in funzione: in poco più di sette minuti si arriverà sull altra sponda del canale. Tempistica a cui però bisogna aggiungere i tempi di attesa per la risposta alla citofonata e l arrivo dell'ovetto sulla riva giusta, nel caso in cui si trovi dall altra parte. L ovovia sarà in funzione tutti i giorni 8 alle 22 durante la settimana, dalle 9.30 alle 20 nei giorni festivi - spiega Franco Gazzarri, responsabile del Comune di Venezia per il settore - Il servizio avviene su chiamata del cittadino grazie ad un servizio di videocitofono posto ai due lati del ponte. Il via ufficiale è stato dato oggi (ieri, ndr), dopo le corse di prova e di verifica nei mesi scorsi. Barbara Fruch SPOLETO I CLIENTI SMASCHERANO LA DONNA 39ENNE Pagano le tasse ma sono evasori: nei guai commercialista Ad alcuni anche cartelle da 300mila euro: ma loro hanno sempre versato regolarmente Ai clienti avrebbe assicurato che le pratiche erano a posto, ma poi sono cominciate ad arrivare le cartelle di Equitalia, alcune anche piuttosto salate. Nessuno poteva sospettare che quella donna 39enne, che ogni mattina apriva puntualmente il suo studio fosse in realtà una truffatrice. La donna, residente in un piccolo comune della Valnerina, limitrofo a Spoleto, era priva di titoli e senza aver superato l esame di Stato, si spacciava per ragioniera commercialista, esercitando abusivamente la professione, celata attraverso un centro elaborazione dati aperto al pubblico. I clienti hanno riferito agli uomini della Guardia di finanza che la sedicente commercialista aveva un ufficio ben attrezzato, con tanto di computer, telefono, fax, ed archivio. La professionista aveva un atteggiamento gentile e rispondeva sempre che tutto andava bene, ma quando sono iniziate ad arrivare le cartelle esattoriali da Equitalia, anche superiori ai 300mila euro, per i malcapitati è iniziato un incubo. Di certo i danni economici provocati dalla donna sono ingenti: si ipotizza una cifra intorno alle centinaia di migliaia di euro. Al termine delle indagini degli ispettori della Guardia di finanza di Spoleto, diretti dal tenente Emanuele Taviano, la falsa commercialista è stata denunciata a piede libero per il reato di esercizio abusivo dell attività professionale e truffa contrattuale aggravata, in quanto con la falsa veste di professionista qualificato ha ottenuto da vari clienti l incarico di tenere la contabilità e di curarne tutti gli adempimenti fiscali e amministrativi. Inoltre, in carenza di fatto delle specifiche abilitazioni professionali, la sedicente commercialista non ha presentato per conto dei propri ignari clienti le previste dichiarazioni fiscali. Ciò non le ha comunque impedito di farsi corrispondere gli onorari inerenti alle prestazioni fornite solo in parola, causando loro gravi danni patrimoniali. I clienti, una ventina in tutto i truffati dalla donna, pensavano che lei avesse presentato via via le dovute dichiarazioni, invece ad un certo punto si sono scoperti evasori totali agli occhi del fisco. È così che è nata l indagine della guardia di finanza di Spoleto, che ha portato a scoprire la grossa truffa. Carlotta Bravo PISA LA FORZA DELLA DONNA 65ENNE CHE RIAPRE IL RISTORANTE Il marito si suicida per debiti, Giovanna non chiude l attività Alla signora sarà concesso di utilizzare le auto bloccate da fermo amministrativo e di avere più tempo per saldare i 375mila euro La forza di reagire. A una settimana dal suicidio di Roberto Mollisi a Riparbella (Pisa), che oppresso dai debiti ha deciso di farla finita domenica 3 novembre, la moglie ritorna al lavoro. E lo fa proprio in quel ristorante Il Viandante, nelle campagne sopra Cecina, dove suo marito si è ucciso. Quella stessa attività che da 14 anni gestivano insieme. Lei, Giovanna Tamperanza, ora 65enne, in cucina a preparare manicaretti (nella foto de Il Tirreno) e lui in sala, a servire ai tavoli. Ma Roberto a un certo punto non ce l ha fatta a resistere all oppressione delle scadenze, e ha deciso di togliersi la vita. E adesso lei è divenuta il simbolo della rivincita, perché ha deciso di riaprire l osteria e di lavorare per pagare le cartelle Equitalia (si parla di 375mila euro). Una decisione sofferta. A chiedere alla donna di non mettere i sigilli al ristorante era stato subito dopo la tragedia anche il prefetto di Pisa Francesco Tagliente. Il Prefetto dopo aver incontrato la vedova, ha chiesto alla dottoressa Giuliana Grison, segretaria del Servizio di ascolto e sostegno attivato recentemente dalla Prefettura per aiutare imprenditori e lavoratori in crisi, di convocare in via straordinaria alcuni componenti ritenuti importanti per valutare la situazione patrimoniale e psicologica della signora Giovanna. I rappresentanti del Servizio oltre a incentivare la signora Giovanna a non chiudere l attività commerciale, come aveva anticipato, hanno anche dato alla vedova la possibilità di poter utilizzare le due autovetture sottoposte a fermo amministrativo da Equitalia, ritenute indispensabili per l esercizio della sua attività, e concesso una pausa temporale per poter onorare i debiti. Mentre i rappresentanti dell Ordine dei Commercialisti e degli altri Enti interessati alla vicenda economica, unitamente agli Enti impositori titolari dei crediti, stanno inoltre valutando se ci sono spazi per ridurre il disagio, il prefetto e il direttore dell unità operativa di psicologia clinica dell azienda ospedaliera pisana fanno appello al sentimento di solidarietà umana per aiutare questa apprezzata cuoca nel primo periodo di riavvio dell attività di ristorazione e invitano tutti coloro che si riconoscono sensibili alle tragedie umane ad andare a cena al suo ristorante a Riparbella, località Melatina, sulla strada che porta da Cecina a Volterra. B.F. ANCONA Scovata merce cinese illegale Sono oltre 180 mila i pezzi contraffatti provenienti dalla Cina sequestrati dal Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Ancona. L operazione è stata svolta nell ambito di una cornice investigativa sviluppata nel settore dell importazione in Italia e della commercializzazione, anche attraverso il web, di cosmetici e prodotti sanitari falsificati. Tra la merce sotto sigillo, oltre 68mila prodotti per cosmesi, medicinali, nonché più di 67mila componenti accessori al prodotto con tanto di confezioni e foglio notizie (il cosiddetto bugiardino ), anche questi, naturalmente, contraffatti. I prodotti, una volta importati in Olanda, raggiungevano successivamente l Italia (oltre che la Francia e l Inghilterra) dove venivano immessi sul mercato da due nigeriani residenti a Morro d Alba. Gli stranieri attraverso una società di recente costituzione con sede a Falconara Marittima, avevano la disponibilità di un magazzino di stoccaggio presso uno spedizioniere di Civitanova Marche, dove è stato operato il sequestro. I due nigeriani sono stati denunciati e dovranno rispondere all accusa di commercio di prodotti, ricettazione e detenzione per la vendita di sostanze contraffatte pericolose per la salute. C.B.

11 11 Dall Italia PADOVA - SCOPPIA IL CAOS TRA GLI STRANIERI IN FILA PER OTTENERE I MODULI Ressa di immigrati per il sussidio: urla e spintoni fuori dal Comune Almeno un centinaio di cittadini di origine africana hanno affollato l ingresso degli uffici. Sono dovuti intervenire vigili urbani e polizia di Miriana Markovic Vogliono il sussidio regionale. È per questo motivo che si sono registrati ieri momenti di grande tensione di fronte agli uffici comunali dell ex Informagiovani di Padova a Ponte Molino. Almeno un centinaio di cittadini di origine africana si sono presentati intorno alle 10 del mattino per depositare una domanda per un sussidio. Il bando della Regione, che scade il 21 novembre, stanzia fino a 2mila euro a famiglie con un reddito Isee sotto i 16mila euro annui, con priorità alle famiglie numerose, per pagare utenze e spese mediche. Un passaparola, soprattutto di immigrati (tra cui molte donne con bambini piccoli), che si è trasformato in una vera e propria ressa allo sportello, con spintoni e offese per aggiudicarsi un bigliettino con il numero per la coda. La situazione è presto degenerata ed è stato necessario chiedere l intervento della polizia e dei vigili urbani. Per tutta la mattinata sono comunque continuate le urla, le spinte e qualche violenta lite. Più volte i dipendenti dell ufficio sono stati costretti a salire sui tavoli per sedare liti o chiedere il rispetto dell ordine. A commentare l episodio è stato il leghista Massimo Bitonci, che puntualizza come i contributi spettini anzitutto ai padovani, ai cittadini rispettosi delle regole e che pagano regolarmente le tasse. Nella rissa scoppiata oggi (ieri, ndr) a Padova fra immigrati e polizia la responsabilità è sia di chi ha creato materialmente i disordini, sia di chi, magari facente parte di qualche associazione di cosiddetto volontariato, ha aizzato la folla - ha spiegato l esponente del Carroccio a Il Mattino di Padova - Fino a prova contraria l Italia è uno Stato di diritto. Per accedere a sovvenzioni e tutele bisogna rispettare delle regole, non imporsi con la violenza. Esprimo la solidarietà della Lega padovana ai dipendenti degli uffici del Comune di Ponte Molino e a chi, padovano, si è recato, con umiltà, a richiedere, secondo quanto stabilito da un apposito bando, contributi per le utenze e le spese mediche, essendo in condizione di indigenza. Contributi che dovrebbero spettare anzitutto ai residenti, ai padovani, a chi ama e rispetta la civiltà occidentale, il diritto, le istituzioni. Su questo punto non esistono deroghe. Quella andata in scena ha concluso, è una gazzarra indegna. Chi usa violenza non merita di ricevere alcun aiuto dallo Stato, pagato dai contribuenti. Non solo: non è nemmeno degno di vivere qui, sulle spalle di chi lavora e a scapito di chi rispetta le regole. Grosseto - Il processo Ho visto Schettino saltare sulla scialuppa In aula, l ufficiale di coperta ricostruisce l abbandono della nave Il comandante Schettino saltò, poco prima di me, sul tetto di una scialuppa al ponte 4 che poco dopo rimase sommerso per lo sbandamento della nave. Stefano Iannelli, allievo ufficiale di coperta, ricostruisce così davanti a giudici di Grosseto la fase dell abbandono della Costa Concordia, naufragata il 13 gennaio 2012, confermando quanto dichiarato nei giorni successivi al disastro: Schettino non scivolò involontariamente su una scialuppa, ma vi saltò dal ponte 4. Secondo la testimonianza resa da Iannelli, un istante dopo l urto della Concordia Francesco Schettino disse: Cosa ho fatto? Ho finito di navigare. L allievo ufficiale aveva tra i suoi compiti quello di monitorare, e intervenire, sulla stabilizzazione della nave durante la navigazione. Riguardo al momento dell urto ricorda che sentimmo l urlo dell ufficiale Salvatore Ursino, che si era spostato per sua iniziativa sull aletta di sinistra, a fare da vedetta. Ci furono vibrazioni e sollecitazioni che avvertimmo fino in plancia, poi Schettino andò a verificare e disse in quel modo. L uomo ripercorre poi le fasi concitate dell evacuazione della Concordia. Quando non vedevo più nessun passeggero, insieme a Garrone, un elettricista, un infermiera della Concordia e Salvatore Ursino, arrivammo dove c era una scialuppa. Io saltai sul tetto, il comandante Schettino vi era saltato poco prima ( ) Appena la lancia partì, la nave si ribaltò di lato e il ponte dove eravamo andò sott acqua. Durante il tragitto verso la riva del Giglio recuperammo dei passeggeri in acqua. Durante una pausa del processo, l avvocato del Comune dell Isola del Giglio, costituitosi parte civile, parla del sistema Marine Traffic e dei sistemi satellitari che monitorano le rotte delle navi: Tutti potevano vedere la rotta della nave Costa Concordia la sera del 13 gennaio 2012 attraverso il sistema Marine Traffic - spiega - che si può rintracciare su Internet, alimentato dal sistema Ais e indipendentemente dalle comunicazioni del comandante Schettino. Carlotta Bravo VENEZIA - IL RISARCIMENTO Donna incinta uccisa: il governo deve risarcire Presidenza del Consiglio condannata a pagare 80mila euro alla madre di Jennifer La presidenza del Consiglio è stata condannata dal giudice di pace di Roma a risarcire 80mila euro alla madre di Jennifer Zacconi, 22 anni, di Olmo di Martellago (Venezia), uccisa nel 2006 al nono mese di gravidanza e sepolta in una buca. Per l omicidio è stato condannato Lucio Niero, che con la vittima aveva avuto una relazione. L uomo doveva una provvisionale di 80mila euro alla madre della vittima ma, emersa la sua impossibilità di pagare, i famigliari della ragazza, attraverso il loro legale Claudio Defilippi, hanno chiesto la condanna del ministero della Giustizia e della Presidenza del Consiglio per la mancata attuazione della direttiva europea (la numero 80 del 2004) che prevede il diritto a ricevere dallo Stato un indennizzo nel caso in cui non sia possibile ottenere il risarcimento dal responsabile. Direttiva che, per il tribunale, lo Stato italiano ha recepito solo in parte. Se è infatti vero che sussistono numerose norme interne volte ad assicurare, anche in forma indennitaria, la tutela delle vittime di reati violenti commessi nel territorio dello Stato italiano, ad esempio in materia di reati di criminalità organizzata di stampo mafioso o di terrorismo, è anche vero che in Italia non esiste alcun sistema di indennizzo per le vittime dei reati legati alla criminalità comune ha spiegato il giudice di Roma, Francesco Salvati. Secondo il giudice, di conseguenza, lo Stato italiano non ha dato completa attuazione alla direttiva 2004/80/Ce non colmando i vuoti di tutela delle vittime di reati violenti intenzionali. Da qui la sentenza di risarcimento di 80mila euro a Anna Maria Giannone, madre di Jennifer. Questa sentenza - spiega l avvocato Defilippi all Adn Kronos - apre la strada al diritto alla sicurezza e al fatto che, nel caso di omicidi, ci sia un intervento dello Stato qualora non si scopra il responsabile o qualora il responsabile non paghi. Tuttavia, quanto alle cifre, l avvocato è pronto a impugnare la sentenza. È stato deciso un indennizzo di 80mila euro senza il risarcimento delle spese legali continua spiegando che la famiglia chiedeva dal reo un risarcimento di 500mila euro, ossia 250mila euro per la ragazza uccisa e 250mila euro per il bambino che sarebbe nato di lì a poco. Faremo appello, avverte il legale secondo il quale è comunque positivo il principio accolto dal giudice romano cioè una sorta di responsabilità oggettiva dello Stato se non viene scoperto il responsabile di un delitto oppure se il responsabile non paga. Spero che questo caso faccia giurisprudenza. Barbara Fruch

12 12 Sport La Nocerina e i suoi tesserati rischiano grosso dopo la sceneggiata di Salerno, con partita interrotta dopo 20 minuti Vicina l esclusione per il derby della vergogna di Giorgio Musumeci vergogna, semplicemente un danno gravissimo Èuna al calcio italiano e alla Lega Pro. Hanno spazzato via il positivo che abbiamo realizzato all Onu con un iniziativa sulla lotta per i valori contro la contrattazione. Non trattiene la rabbia Francesco Ghirelli, direttore generale della Lega Pro, nel commentare quanto accaduto allo stadio Arechi di Salerno, durante il derby Salernitana-Nocerina, finito dopo soli 20 minuti dal fischio d inizio a seguito di tre cambi in 3 minuti e cinque giocatori della Nocerina infortunati. Tutto il mondo del calcio è concorde nel ritenere che gli episodi di domenica scorsa debbano essere assolutamente condannati. Di sanzioni afflittive parla il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, che sostiene come la vicenda di Salerno sia tristissima e che fa molto riflettere sul ruolo determinante di bande criminali in grado di condizionare società e calciatori. Una farsa che niente ha a che vedere con lo sport. Adesso è probabile che il giudice sportivo della Lega Pro chieda un supplemento di indagini alla Procura federale, e che si possa arrivare ad una sanzione per illecito sportivo (secondo l articolo 7 del Codice di giustizia sportiva), e quindi, all esclusione, già da questa stagione, della Nocerina dai campionati professionistici. Nessuno sconto nemmeno per i tesserati, che rischiano una squalifica per tre anni. Nel mirino degli investigatori sportivi ci sono soprattutto i calciatori che si sono infortunati così platealmente, e per i quali la Procura federale chiederà referti medici e certificati. Intanto, mentre la questura di Salerno ha firmato 20 provvedimenti di Daspo per i tifosi della Nocerina, nella sua accusa Giancarlo Abete fa riferimento proprio alla cattiva gestione dell ordine pubblico, ritenendo sia necessaria una riflessione a 360 anche dei problemi di ordine pubblico che si sono evidenziati in questa vicenda, perché alla fine quando ci si sente in qualche modo minacciati, alla fine si può decidere di arrendersi, ma in queste condizioni è difficile fare calcio e soprattutto farlo a livello professionistico. LA PROCURA DI CREMONA INDAGA SU ALTRE COMBINE IN SERIE A Riecco il calcioscommesse, una vergogna senza fine Nuovi avvisi di garanzia per Conte, Criscito e Mauri, per il quale è in corso una rogatoria in Svizzera - Coinvolti più di 150 tra giocatori, tecnici e dirigenti Il terremoto, gli arresti, tutto il mondo che ne parla, le squalifiche, le false testimonianze per sfangarla, gli scandali. Sono passati più di due anni da quella vergogna chiamata calcioscommesse ma, a quanto pare, è cambiato poco o nulla. Le combine non si sarebbero mai interrotte e il business avrebbe continuato a funzionare pure durante lo scorso campionato di Serie A. Ancora partite truccate, ancora giocatori di primissimo piano coinvolti. Lo ha messo nero su bianco il pm Roberto De Martino, che ha chiesto e ottenuto una proroga delle indagini. Sotto la lente d ingrandimento degli inquirenti, oltre 110 partite. Nel vortice, più di 150 persone fra tecnici, dirigenti e calciatori di prima fascia. A rischiare grosso, ancora una volta, eccellenti. Come Stefano Mauri, Antonio Conte e Domenico Criscito. Ai quali sarebbero stati sequestrati vari apparecchi informatici nel tentativo di recuperare cestinate che proverebbero il coinvolgimento dei suddetti nell inchiesta. Contro il capitano della Lazio - afferma De Martino - è in corso una rogatoria in Svizzera. Dove sono emersi ulteriori collegamenti con criminali di grande spessore. Tra i contatti a rischio ci sarebbero anche quelli con Mister X. Sono stati identificati - conclude il pubblico ministero - alcuni personaggi che tenevano i contatti tra il sodalizio e dirigenti delle squadre si serie A. Il 10 dicembre sarà un giorno importantissimo. Perché ci sarà l incidente probatorio che vedrà interessate più di 200 persone tra indagati, possibili parti lese e interessate. I quattro periti nominati dal Gip Guido Salvini andranno a caccia di materiale scottante nei pc, telefonini, tablet e altri apparecchi congelati. Ci vorranno però dei mesi (quattro, per l esattezza) per avere tutte le risposte. Prima, molto prima, si chiuderà il cerchio sull ormai celebre mister X: l uomo che vendeva - anche grazie all aiuto dei suoi soci - i risultati sicuri delle gare del massimo campionato a pochi minuti dall avvio per cifre enormi (600mila euro). Il fenomeno del calcioscommesse si allarga a macchia d olio e promette altre clamorose sorprese. Aspettare per credere. Federico Colosimo Cercateci e ci troverete ovunque. All indirizzo con un portale all news ed un giornale sfogliabile e scaricabile on-line. Siamo anche su Facebook all indirizzo Siamo anche abili cinguettatori, su Tutti i nostri video sul canale Youtube, Il giornale d Italia. Se volete scriverci, potete farlo all indirizzo redazione@ilgiornaleditalia.org

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