The Italian guidelines for Water Safety Plan (WSP) system implementation.
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1 ECOMONDO Novembre 2014 The Italian guidelines for Water Safety Plan (WSP) system implementation. Laura Achene, Ennio Cadum, Rossella Colagrossi, Valentina Fuscoletti, Federica Nigro Di Gregorio, Liliana La Sala, Luca Lucentini
2 Water Safety Plan Questo approccio è considerato a livello internazionale il punto di riferimento per una gestione sicura della distribuzione di acqua destinata al consumo umano Sistema di valutazione e gestione globale del rischio, che comprenda tutte le fasi della filiera idrica dall approvvigionamento alla distribuzione al consumatore
3 Water Safety Plan cosa cambia? approccio RETROSPETTIVO: basato sul controllo a valle approccio PREVENTIVO: basato sulla valutazione e gestione dei rischi Captazione Trattamento Distribuzione Consumo
4 WSP: caratteristiche PREVENZIONE (piuttosto azioni di risposta) RAZIONALE (analisi di dati storici ed epidemiologici) CONTINUO (rilevazione dei problemi e loro correzione) COMPLETO (fasi e processi definiti) MULTIDISCIPLINARE (coinvolte diverse figure professionali)
5 OBIETTIVI PREVENZIONE/RIDUZIONE CONTAMINAZIONE DELLE RISORSE IDRICHE RIDUZIONE/ELIMINAZIONE CONTAMINAZIONI MEDIANTE TRATTAMENTO PREVENZIONE CONTAMINAZIONE DURANTE LA RACCOLTA, DISTRIBUZIONE E MANIPOLAZIONE DELL ACQUA POTABILE DOVE SI APPLICANO I WSPs? IL WSP DEVE ESSERE SVILUPPATO PER OGNI SISTEMA IDRICO TUTTI GLI ACQUEDOTTI (GRANDI E PICCOLI) RETE INTERNA DEGLI EDIFICI
6 Linee guida per la valutazione e gestione del rischio nella filiera delle acque destinate al consumo umano secondo il modello dei Water Safety Plan (Piani di Sicurezza dell Acqua - PSA) A cura di Luca Lucentini, Laura Achene, Valentina Fuscoletti, Federica Nigro Di Gregorio, Paola Pettine per il Gruppo di lavoro sui PSA nei sistemi idro-potabili italiani Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria
7 1. INTRODUZIONE: RAZIONALE 1.1. Obiettivi delle linee guida 1.2. Destinatari delle linee guida 1.3. Applicazione delle linee guida 2. I PSA E L APPLICAZIONE AI SISTEMI DI GESTIONE IDRO-POTABILE IN ITALIA 2.1. Componenti fondamentali del modello PSA 2.2. Applicazione del modello PSA ai sistemi di gestione idro-potabili: considerazioni generali 2.3. Applicazione dei PSA ai piccoli sistemi di gestione idro-potabile 3. SVILUPPO DI UN PSA 3.1. Preparazione dei piani 3.2. Valutazione del sistema e dei rischi 3.3 Revisione del sistema per il controllo dei rischi 3.4 Documentazione del piano 4. Attività di supporto, revisione e comunicazione 4.2 Formazione 4.3 Riesame del sistema 4.4 Comunicazione
8 Gli obiettivi delle linee guida sono così definiti: - raccomandare l implementazione nei sistemi idro-potabili italiani di un piano di prevenzione basato sui criteri di PSA; - fornire alle autorità del SSN strumenti metodologici per partecipare alla elaborazione dei PSA e valutarne l adeguatezza ai fini della garanzia di idoneità al consumo delle acque; - acquisire esperienze applicative nella implementazione dei principi dei PSA nell ambito dei sistemi di gestione idro-potabile nazionali; I destinatari delle linee guida sono: - i gestori del servizio idrico; - le autorità sanitarie e ambientali; - i consumatori o i gruppi di interesse intenzionati ad approfondire gli aspetti che presiedono alla sicurezza igienico-sanitaria delle acque destinate al consumo umano; - altri settori coinvolti nella gestione e controllo della risorsa idrica, e ricercatori e studiosi.
9 PASSAGGI PRINCIPALI DELLA PREPARAZIONE DI UN PSA PREPARAZIONE E PIANIFICAZIONE Formazione di un team multidisciplinare VALUTAZIONE DEL SISTEMA E DEI RISCHI Descrizione del sistema idrico Identificazione dei pericoli e degli eventi pericolosi Valutazione del rischio Definizione di misure di controllo e monitoraggio Rivalutazione del rischio e definizione delle priorità di azione ATTIVITÀ DI SUPPORTO, REVISIONE E COMUNICAZIONE Formazione Riesame del sistema Comunicazione REVISIONE DEL SISTEMA PER IL CONTROLLO DEI RISCHI Piani di azione per la gestione dei rischi prioritari Verifica dell efficacia del piano Procedure di gestione
10 IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI, DEGLI EVENTI PERICOLOSI E VALUTAZIONE DEL RISCHIO batteri virus protozoi elminti nitrati, pesticidi, fertilizzanti DBPs, flocculanti, sostanze rilasciate dai materiali di rete (Cu, Pb,) o dai trattamenti particelle, sedimenti torbidità EVENTI PERICOLOSI (condizioni che li determinano es. fioriture algali)
11 Matrice per la valutazione del rischio Il rischio è dato dalla combinazione della probabilità di accadimento e la gravità delle conseguenze Grado di probabilità Gravità delle conseguenze Insignificante Minore Moderata Grave Molto grave Raro Improbabile Moderatamente probabile Probabile Quasi certo Grado di rischio < >15 Classificazione del rischio Basso Medio Alto Molto alto La probabilità che si verifichi un pericolo è combinata in una matrice con la gravità delle conseguenze
12 Esempio di matrice per la valutazione del rischio Esempio 1 Evento pericoloso Pericolo Probabilità dell evento pericoloso Gravità o conseguenze Problema nella disinfezione Problema alla pompa di dosaggio del cloro; mancata eliminazione dei patogeni Presenza di patogeni In assenza di sistemi di controllo (nessun sistema di allarme, dosatori di cloro di riserva, nessuna manutenzione di routine) quale è la probabilità di contaminazione a seguito di un problema di disinfezione? Sulla base delle registrazioni si verifica un problema alla pompa di dosaggio ogni due settimane. Il punteggio pertanto sulla probabilità di accadimento è 3 o 4 basato sulla frequenza del malfunzionamento della pompa di dosaggio del cloro Per la gravità è dato un punteggio di 5 basato sulle conseguenze per la salute umana di presenza di patogeni nell acqua Punteggio del rischio 3 x 5 o 4 x 5 = 15-20
13 Vantaggi dei Piani di Sicurezza dell Acqua Approccio finalizzato a garantire la salubrità dell acqua dalla captazione al punto di utenza finale Possibilità di migliore conoscenza per i gestori e gli operatori del proprio sistema idrico, dei possibili rischi e della loro gestione Miglioramento della qualità dell acqua e riduzione degli incidenti Maggiore coinvolgimento, coordinamento ed integrazione di tutte le figure professionali coinvolte alla stesura e realizzazione del piano Maggiore chiarezza nei programmi di investimento sulla base delle priorità identificate Aumentata fiducia da parte dei gestori negli organi di
14 Punti critici dei PSA Necessità di competenze tecniche supplementari nel team di esperti non sempre disponibili in tutti i sistemi idrici (ad es. rurali) Training supplementare su aspetti gestionali ed operativi Investimenti di capitali non sempre disponibili Esigenza di un monitoraggio completo e sistematico, supervisione e convalida puntuale del sistema, stesura di procedure con grosso impiego di tempo e personale
15 Non tutto è semplice Difficoltà ad adattare la realtà idrica ad un modello PSA Eccessivo entusiasmo o riluttanza del team Difficoltà a comprendere l'approccio WSP: solo un altro insieme di procedure considerando i parametri di valutazione unicamente come pericoli Il team è troppo ristretto o non autorizzato I soggetti interessati non adeguatamente coinvolti o preparati I consumatori non considerati parte attiva del piano
16 ECOMONDO Novembre 2014 GRAZIE PER L ATTENZIONE valentina.fuscoletti@iss.it
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