Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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1 Civile Sent. Sez. 5 Num Anno 2015 Presidente: DI AMATO SERGIO Relatore: FEDERICO GUIDO Data pubblicazione: 19/08/2015 SENTENZA sul ricorso proposto da: AGENZIA DELLE ENTRATE in persona del Direttore pro tempore, elettivamente domiciliato in ROMA VIA DEI PORTOGHESI 12, presso l'avvocatura GENERALE DELLO STATO, che lo rappresenta e difende; - ricorrente - contro SOCEM COSTRUZIONI EDILIZIA MATERANA SRL in persona dell'amministratore Unico pro tempore, elettivamente domiciliato in ROMA V.LE DEI PARIOLI 76, presso lo studio dell'avvocato SEVERINO D'AMORE, che lo rappresenta e difende giusta delega a margine;

2 - controricorrente - avverso la sentenza n. 57/2008 della COMM.TRIB.REG. di POTENZA, depositata il 02/10/2008; udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 15/07/2015 dal Consigliere Dott. GUIDO FEDERICO; udito per il ricorrente l'avvocato URBANI NERI che ha chiesto l'accoglimento; udito per il controricorrente l'avvocato DEL VECCHIO per delega dell'avvocato D'AMORE che fa presente che vi è altro ricorso fra le stesse parti e contraddistinto con il n. r.g /09 già fissato all'udienza del 18/05/2015 con il Cons. VELLA e rinviato a nuovo ruolo, nel merito si riporta al controricorso; udito il P.M. in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. RITA SANLORENZO che ha concluso per il rinvio a nuovo ruolo per trattazione congiunta e nel merito chiede il rigetto del ricorso.

3 Svolgimento del processo Con l'avviso di accertamento, n T relativo all'anno 1998, ritualmente notificato, l'agenzia delle Entrate di Matera accertava la mancata contabilizzazione di ricavi da parte della Socem srl, sulla base della differenza tra i corrispettivi indicati negli atti di vendita degli immobili ceduti della società e quelli desunti dalla valutazione dei prezzi dell'osservatorio dei Valori Immobiliari dell'agenzia del Territorio di Matera. Rideterminava pertanto il reddito d'impresa della contribuente ai fini Irpeg ed ai fini Ilor. La CTP di Matera accoglieva il ricorso della contribuente ed annullava l'avviso di accertamento. La CTR della Basiliea, con la sentenza n.57/02/08 confermava la sentenza di primo grado e respingeva l' appello dell'ufficio. Il giudice di secondo grado, in particolare, affermava la carenza dei presupposti per supererare le, risultanze delle scritture contabili della società, rilevando, in parttolare, la mancanza di indizi gravi, precisi e concordanti. Riteneva al riguardo che la contribuente avesse adeguatamente provato, mediante la relativa produzione documentale, i corrispettivi effettivamente pattuiti per gli immobili da essa alienati, ritenendo inidonea a superare tali dati, ritenuti obiettivi ed incontestabili, la stima dell'osservatorio prezzi. Avverso detta sentenza propone ricorso per cassazione l'agenzia affidato a due motivi. La contribuente resiste con controricorso. Motivi della decisione Con il primo motivo di ricorso l'agenzia denunzia la violazione dell'art. 32 comma 4 Dpr 600/73 in relazione all'art. 360 n.3) cpc: censurando la statuizione della CTR che ha ritenuto provati, sulla base delle risultanze delle ss.cc. e dei registri obbligatori, i ricavi della contribuente, omettendo di rilevare che, non essendo stati tali documenti esibiti e trasmessi in risposta all'invito dell'ufficio, non potevano essere presi in considerazione in sede contenziosa, in assenza di prova della mancata produzione per fatto non imputabile. 1

4 Con il secondo motivo l'agenzia denunzia il vizio di omessa motivazione su un fatto controverso e decisivo del giudizio ai sensi dell'art. 360 n.5) cpc, in relazione al fatto controverso e decisivo costituito dalla utilizzabilità delle scritture contabili in assenza di prova della omessa produzione per causa non imputabile alla contribuente. Con il terzo motivo si denunzia l'omessa motivazione ai sensi dell'art.360 n.5) cpc sulla ritenuta inidoneità della presunzione, fondata sulla stima dell' Osservatorio prezzi di Matera, di corrispettivi maggiori rispetto a quelli risultanti dagli atti di vendita di appartamenti e garage alienati dalla contribuente, deducendo che la stima suddetta costituisce presunzione semplice idonea a fondare l'accertamento induttivo extracontabile ai sensi dell'art. 55 comma 2 n.1 del Dpr 633/1972 e dell'art. 39 comma 2 lett d-bis dpr 600/1973, ancorchè priva dei requisiti di precisione, gravità e concordanza. I primi due motivi, che, in ragione dell'intima connessione, possono essere unitariamente esaminati, sono inammissibili per carenza di decisività. Risulta infatti che l'ufficio, come del resto rilevato dalla stessa Agenzia nella esposizione del motivo e come risulta dall'accertamento riportato nel corpo del ricorso, pur in presenza dei presupposti del controllo di tipo induttivo ex art. 39 comma 2 Dpr 600/73 e 55 dpr 633/1972, si è limitato ad un controllo analitico-induttivo ex art. 39 comma 1 lett d), applicando, in concreto, i relativi canoni procedimentali di determinazione del reddito. Si osserva al riguardo che il discrimine tra l'accertamento condotto con metodo analitico ( ex art. 39 comma 1 Dpr 600/73 ) e quello condotto con metodo induttivo ( ex art. 39 comma 2 Dpr 600/73) va individuato, rispettivamente, nella parziale od assoluta inattendibilità e conseguente utilizzabilità dei dati risultanti dalle scritture contabili. Nel primo caso l'ufficio è legittimato solo a completare le lacune riscontrate e deve utilizzare, ai fini della dimostrazione dell'esistenza di componenti positivi del reddito non dichiarati, presunzioni rispondenti ai requisiti di cui all'art c.c. mentre nel caso di accertamento induttivo puro l'amministrazione finanziaria è legittimata a determinare l'imponibile in base ad elementi 2

5 meramente indiziari, anche sé inidonei ad assurgere a prova presuntiva ex artt e 2729 c.c.(cass /2013). Orbene, come questa Corte ha già affermato, l'esistenza dei presupposti per l'applicazione del metodo induttivo non esclude che l'amministrazione possa servirsi del metodo analitico di cui al primo comma dell'art. 39 (Cass. n.13350/2009 e Cass.27068/2006) ed il contribuente non ha titolo per contestare l'emissione di un accertamento analitico, invece che di un accertamento induttivo o sintetico, posto che l'eventuale adozione di questo implicherebbe per lui minori garanzie di quelle correlabili all'accertamento analitico (Cass /2005). Una volta peraltro che l'ufficio abbia operato una determinazione analitico-induttiva non è possibile per l'ufficio il ricorso al metodo induttivo. Deve dunque affermarsi il sotto indicato principio di diritto: "In tema di imposte sui redditi l'esistenza dei presupposti per l'applicazione del metodo induttivo puro, ai sensi dell'art. 39 comma 2 lett d) Dpr 600/73, non esclude che l'amministrazione finanziaria possa servirsi del metodo analitico ex art. 39 comma 1 Dpr cit., che ha portata generale e presenta maggiori garanzie per il contribuente. Tuttavia, una volta che l'ufficio accertatore abbia operato la determinazione del reddito su base analitica, adottando in concreto il relativo statuto procedimentale e limitandosi dunque ad una rettifica selettiva delle scritture contabili del contribuente, non è più possibile il recupero del metodo induttivo puro, facendo valere criteri ed indici estranei all'accertamento analitico prescelto. La tipologia di accertamento, analitico-induttivo ex art. 39 comma 1 o induttivo puro ex art. 39 comma 2 lett d) Dpr 600/73, delimita dunque l'oggetto del successivo giudizio tributario, che si connota come impugnazione-merito sul rapporto tributario, entro i limiti posti, da un lato, dalle ragioni di fatto e di diritto esposte nell'atto impositivo impugnato, e dall'altro, dagli specifici motivi dedotti nel ricorso introduttivo del contribuente (Cass /2011). Orbene, nel caso di specie l'ufficio ha proceduto ad un accertamento analitico ex art. 39 comma 1, prendendo come base dell'accertamento i dati esposti in contabilità dalla contribuente, rettificando 3

6 la sola componente dei corrisríettivi della vendita di immobili, in quanto inferiori al valore medio desumibile dall'osservatorio dei prezzi del mercato immobiliare ( Cass /2014 e Cass /2013). A fronte di tale accertamento analitico la CTR ha negato, in conformità al consolidato orientamento di questa Corte (Cass.n.16700/2005), che la sola valutazione dell' Osservatorio dei Valori Immobiliari dell'agenzia del Territorio di Matera fosse sufficiente giustificare una rettifica del corrispettivo dellstyendite immobiliari concluse dalla contribuente ed ha affermato, con valutazione di merito che non è sindacabile nel presente giudizio, che l'ufficio non aveva assolto all'onere di provare i maggiori ricavi della contribuente medesima sulla base di presunzioni gravi, precise e concordanti. E' dunque carente del requisito di decisività la questione afferente alla tardiva produzione in sede pre-contenziosa - e conseguente inutilizzabilità nel successivo giudizio - dei documenti richiesti dall'ufficio ex art. 32 comma 4 Dpr 600/73, atteso che, secondo il consolidato orientamento di questa Corte, in materia di accertamento analitico-induttivo ex art. 39 comma 1 Dpr 600/73, deve darsi ingresso alla valutazione della prova contraria offerta dal contribuente solo nel caso in cui l'ufficio abbia assolto all'onere, sullo stesso incombente in via primaria, di fondare l'accertamento su elementi presuntivi dotati dei caratteri di gravità, precisione e concordanza (Cass /2014 e Cass. 9784/2010). Solo se l'accertamento sia fondato su presunzioni gravi, precise e concordanti si determina pertanto lo spostamento dell'onere della prova a carico del contribuente, che, secondo i criteri generali, ne è onerato ai sensi degli artt e ss. e 2697 c.c. Non rileva dunque, nel caso di specie, la preclusione processuale alla allegazione di dati e documenti non forniti dalla contribuente nella sede precontenziosa (Cass.10489/2014). Del pari destituito di fondamento il terzo motivo di ricorso. L'Agenzia infatti, pur qualificando la stima dell'osservatorio come presunzione semplice, deduce la carenza motivazionale della sentenza impugnata, per aver omesso di rilevare che 4

7 nell'accertamento, effettuato ai sensi dell'art. 39 comma 2 dpr 633/72, ben può prescindersi dai requisiti di precisione, gravità e concordanza e lamenta altresì che la CTR non avrebbe potuto considerare le allegate scritture contabili e gli altri documenti prodotti dal contribuente in quanto inutilizzabili. Come si è sopra evidenziato, e come del resto affermato dalla stessa Agenzia nel primo motivo di ricorso, l'accertamento impugnato risulta peraltro essere stato effettuato ai sensi dell'art. 39 comma 1 lett d) Dpr 600/73 e non anche del comma 2 della medesima disposizione. Risulta quindi destituito di fondamento lo stesso presupposto della dedotta carenza motivazionale in quanto l'ufficio, come già rilevato, non era legittimato a rideterminare l'imponibile della contribuente ed accertare maggiori ricavi se non in presenza di presunzioni con caratteri di gravità, precisione e concordanza, non potendo, a differenza che nell'ipotesi di cui al comma 2, fondare l'accertamento su elementi meramente indiziari, inidonei ad assurgere a prova presuntiva ex artt e 2729 c.c. Poiché dunque, con valutazione di merito congruamente motivata, la CTR ha ritenuto che tale prova presuntiva non era stata raggiunta, deve ritenersi irrilevante la inutilizzabilità della produzione documentale della contribuente e non risulta ravvisabile alcuna carenza motivazionale della sentenza impugnata, che ha fatto discendere dalla mancanza di idonea prova presuntiva l'illegittimità dell'accertamento. Il ricorso va dunque respinto e l'agenzia va condannata alla refusione delle spese del presente giudizio, che si liquidano come da dispositivo. P.Q.M. La Corte respinge il ricorso. Condanna l'agenzia delle Entrate alla refusione delle spese del presente giudizio, che liquida in 7.000,00 per compensi oltre ad accessori, nonché rimborso forfettario spese generali in misura del 15%. 5

8 Cosí deciso in Roma il 15 luglio 2015 Il Con' lierè estensore Il Presidente