Brasile Russia India Cina. web 2.0 crowdsourcing innovazione e cultura design. media guru learning environment mobile war

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1 Numero 10 - Volume leadership riflessive cross media lab business greenpix web 2.0 crowdsourcing innovazione e cultura design III Rinascimento italiano imprenditori digitali democrazia elettronica venture capital creatività futuro interazioni viral marketing media guru learning environment mobile war Brasile Russia India Cina Il senso dell Italia i nuovi mercati la convergenza digitale

2 share your vision for the future free business magazine 1 Share your vision for the future Edizioni MAP - Anno 2, numero 6 Co-Work Casa o ufficio? La terza via Rubriche Capitalismo 2.0 Guerrilla Marketing Second Business Blog Design Business TV share your vision for the future free business magazine for free spirits Real Trends 2007 Estetiche e Design Dal Salone del Mobile ai nuovi format interattivi Francesco Morace «i Segnali della Strada come fonte principale di ispirazione» Jean Baudrillard All ombra dei simulacri free business magazine for free spirits CORPORATE PARADISE DIGITAL DIVIDE MIND BUILDERS MOBILE CONTENT FREELANCE BUSINESS WRITING SELF PORTRAIT SPIRITUALITY HOMO LUDENS BRAND TV SOCIALLY CORRECT STORYTELLING TRANSAFRICANA CLOUD COMPUTING NORMAL BREAKERS EXTRA CINEMA CREATIVITÀ SOCIALE VIRTUAL WORDS BRICOLAGE ANTROPOLOGICO SINGULARITY 7th Floor è un network di professionisti ed esperti che operano in aree strategiche dei media digitali. Integra i diversi ambiti progettuali e operativi della filiera digitale e orienta le capacità creative e produttive italiane verso il nuovo mercato internazionale dei contenuti multipiattaforma (tv, internet,mobile). Svolge attività di ricerca e networking in ambito nazionale e internazionale con le realtà piu innovative della scena digitale. Divulga e promuove la cultura, il know how e l economia dell innovazione digitale, attraverso eventi, workshop, seminari di formazione e aggiornamento professionale, prodotti editoriali. Seleziona nuove idee, progetti di comunicazione e intrattenimento multipiattaforma. Sviluppa format e contenuti cross media, in collaborazione con istituzioni, aziende internazionali e creativi selezionati. Progetta e sviluppa siti e community al servizio di crossmedia workers, istituzioni e aziende interessate all innovazione. PER ME IL LAVORO DEGLI ALTRI NON È SOLTANTO UN LAVORO. È UNA RESPONSABILITÀ. DENUNCIA DI INFORTUNIO INAIL. ON-LINE 24 ORE SU 24. Vai nell area Punto Cliente del sito Con la riservatezza di una password personale il tuo lavoro sarà più sicuro, senza errori e gli indennizzi più veloci. Edizioni MAP - Anno 2, numero 9 7th Floor è distribuito nelle maggiori aziende italiane trasversalmente nelle diverse funzioni. Raggiunge le imprese della comunicazione e della consulenza, la PA, le istituzioni accademiche e le persone più interessanti del web. È un magazine cartaceo, un blog in rete e una nuova NetTV, in cui fare networking, sperimentare format di comunicazione, condividere progetti ed esperienze, per promuovere un nuovo modo di fare impresa e società. È un HUB creativo tra il mondo dell innovazione e il mercato, tra business manager e giovani talenti. 7th Floor is a cross media project - paper, web, workshop, and learning. A magazine about business and social impact of key technologies and new media trends. It s a new instrument to share knowledge between companies and people interested in design, technologies and new media. 7th Floor is distributed in the biggest Italian companies, across all the different functions (you can find the list of the locations on the last pages of the magazine). It reaches also communication and consultancy companies, PA, academic institution and the most interesting people involved in the blog s world. It s a magazine, a blog and a new Net TV, where people can measure themselves with a new way of communication and share projects and experiences related to business and free time. On one side it s aimed to CEOs, Marketing Directors, Human Resources, IT, people who are interested in innovation and new trends, on the other side, to creative people, designers and to everyone who shares the 2.0 thought. Per informazioni chiama il numero gratuito PREVENZIONE SICUREZZA ASSICURAZIONE PROTEZIONE RIABILITAZIONE REINSERIMENTO Per contattarci: redazione@7thfloor.it Editore: Map srl via Lima, Roma tel: fax: info@00map.com digital mindstyle magazine 3

3 A tutto cuore! Pag. 46 Intervista a Kevin Roberts Democrazia elettronica? Pag. 6 di Alberto Abruzzese 7th Floor: dal Coworking Pag. 9 allo Sharpest Minds Index di Andrea Genovese Insider Marketing non convenzionale di Paolo Iabichino Pag.14 Funambolici italiani Pag. 26 Intervista a Fabrizio Capobianco Mobile War - Blackberry Pag. 30 Intervista ad Alberto Bevilacqua User Generated Advertising Pag. 32 di Stefano Mizzella Imparare Online Pag. 34 il business del futuro di Robin Good Il futuro? Un altro mondo Pag. 48 Ray Kurzweil La vostra azienda Pag. 50 ha una strategia? Michael Porter Le vie dell ispirazione Pag. 52 sono infinite di Augusta Leante Il Direct Marketing Pag. 54 mail vs Intervista a Fabio Camerano M3 Guida allo stile di successo Pag. 76 di Stefano Mizzella Sottoveglianza Pag. 79 di Carlo Infante Digital Entrepreneurs Pag. 38 di Gianfranco Chicco Il design entra in ufficio Pag. 58 di Paolo Fortunato Brasile, Russia, India, Cina Pag. 17 di Francesco Morace Il senso dell Italia Pag. 20 Intervista a Francesco Morace Sperando in India Pag. 22 reportage di Andrea Genovese La creatività? Pag. 40 È tutta nell iperdefinizione del particolare di Davide Pellegrini Cross Media Lab Pag. 42 di Vito Di Bari Il futuro della pubblicità Pag. 60 Intervista a Pino Rozzi 1861United La creatività è un potere magico? Pag. 64 di Hubert Jaoui Dall idea al progetto: Pag. 66 L architettura generativa di Cristiano Ceccato di Giorgio Tacconi Leadership riflessive Pag. 68 di Michele Boroni mondospazzatura.org di Alberto Abruzzese Breathing Room Pag. 70 di Andrea Vitullo MilanIn, PPU, Mobile Monday Pag. 16 Pag. 44 Dee, Donne e Potere Pag. 72 di Luciana Zanon BizNet Le Organizzazioni... Pag. 74 strutture di vetro? di Mario Gastaldi Menostorie Generations Pag. 82 di Dario Landi 4 digital mindstyle magazine 5

4 Editoriale Alberto Abruzzese Democrazia elettronica? Su temi così urgenti nel frangente che stiamo vivendo con sempre più acuto disagio, ci si divide. Stefano Rodotà ha preso seriamente in esame le questioni che a tale proposito l impatto tra tradizioni democratiche e potenzialità dei linguaggi digitali dovrebbe affrontare chi voglia rinnovare ceti intellettuali, professionali e politici (si può discutere, ma il suo è un discorso mai superstizioso o tendenzioso). Invece, contrapponendo l uomo sapiens all uomo videns senza essersi accorto che ora in campo c è quello sentiens, il politologo Giovanni Sartori non esce dal pregiudizio che le culture istituzionali legate alla democratica rappresentativa, in tutto fondate sulla scrittura, nutrono per la democrazia di massa, fondata al contrario sui media: sui simulacri e sui consumi collettivi. Oltre a esporre i nodi cruciali dell impatto tra democrazia e media digitali, il libro ( Democrazia elettronica di Daniele Pitteri, edizione Laterza) ha il pregio di fornire il quadro dei modi in cui tale impatto è stato governato in altri contesti nazionali, e delle scelte operative in grado di aiutare concretamente i politici e gli amminstratori, liberandoli dai pregiudizi culturali contro gli strumenti della rete e dall idea altrettanto ideologica che essa possa di per sé bastare a salvarci. Un libro diverso perché diverso è l autore: Pitteri è professionista della comunicazione e del marketing, tra i più brillanti studiosi dei consumi e della pubblicità. Un creativo, tra i rari in cui il fare si coniuga con il sapere, la ricerca con la formazione e il mestiere. L insegnamento con la sperimentazione. Ecco la vera novità: a occuparsi di democrazia elettronica è chi sa cosa sia una società di mercato. Il punto più stimolante del libro? L utilità della rete a fini di discussione (scambio e conflitto) più ancora che di partecipazione (servizi e consenso). Oggi se ne parla quando si dice che web 2.0 è in grado di favorire una produzione dal basso. Sia chi ragiona come imprenditore sia chi pensa alla sfera politica dovrebbe riflettere su questa idea di in- Autore: Tiziano Lucci, Galleria ArtMbassy Roma madonna del rosario / 2002 / stampa pvc-tela montata su telaio in legno / cm 94 x 135 novazione dal basso. Sicuramente interessante: l accento sulla natura discorsiva della rete è il modo giusto per cominciare a liberarci di ogni ipoteca populista, demagogica, generalista. Ma per me il salto di qualità non è nell immaginare una inversione tra alto e basso quanto piuttosto l avvento grazie a mondi relazionali dovuti all interattività digitale di zone d esperienza in tutto diverse, estranee a modelli di produzione verticali quanto orizzontali. Qui sta l effettiva utilità di ragionare sulla rivoluzione informatica non come recupero di governance su cittadini e consumatori da parte della democrazia o del mercato, ma come risposta tecnologica alla natura dei nuovi territori che appunto si aprono grazie alla crisi senza ritorno dei loro modelli identitari e organizzativi. Alberto Abruzzese Daniele Pittèri (Napoli, 1960) da oltre vent anni si occupa di comunicazione strategica e di industria culturale. Presidente di Labcom srl, insegna Sociologia della comunicazione politica e di massa alla Luiss Guido Carli di Roma e Marketing e nuovi media alla Federico II di Napoli. Editorialista di Repubblica (ed. Napoli), è autore di numerose pubblicazioni, fra cui: Tic Tac Ciak. Il senso del tempo nel racconto del cinema (Mursia, 1995), Polaroid dal pianeta terra (Liguori, 1999), Fabbriche del desiderio (Luca Sossella, 2000), La pubblicità in Italia, dal dopoguerra a oggi (Laterza, 2002; nuova edizione ampliata 2006); L intensità e la distrazione (Franco Angeli, 2006); Democrazia elettronica (Laterza 2007). Regala un emozione. 6 Montblanc Italia Corporate Sales - tel corporatesales@montblancitalia.it digital mindstyle magazine 7

5 7th Floor business magazine for free spirits Anno II, numero 10, gennaio - febbraio, Euro 6 Editore Map Cross Communication S.r.l. via Lima, Roma F info@00map.com Direttore responsabile Andrea Genovese (a.genovese@00map.com) Direttore editoriale Alberto Abruzzese (alberto.abruzzese@fastwebnet.it) Editoriale Andrea Genovese 7th Floor: dal Co-working allo Sharpest Minds Index Vi piacerebbe poter assumere per qualche giorno il dream-team assoluto in un settore specifico? Grafica e impaginazione Alessandro Tartaglia (FF3300) Immagine di copertina Carlo Muttoni (carlo.muttoni.ce@1861united.com) Board di progetto Alberto Abruzzese, Michela Bondardo, Andrea Granelli, Derrick de Kerckhove, Andrea Genovese, Carlo Infante, Maria Grazia Mattei, Francesco Morace, Michele Ficara Manganelli Hanno collaborato a questo numero Alberto Abruzzese, Andrea Genovese, Stefano Diana, Carmen Rolle, Lucio D Amelia, Robin Good, Luciana Zanon, Carlo Infante, Paolo Iabichino, Luca Zambrelli, Carmen Lo Duca, Francesco Morace, Sabrina Donzelli, Cristiana Bonsignore, Fabrizio Capobianco, Fabio Masetti, Cinzia Liguori, Alberto Bevilacqua, Stefano Mizzella, Gianfranco Chicco, Davide Pellegrini, Vito Di Bari, Andrea Natella, Augusta Lenate, Pino Rozzi, Federico Ghiso, Paolo Fortunato, Hubert Jaoui, Giorgio Tacconi, Mariagrazia Mattei, Nicola Mirizio, Andrea Vitullo, Michele Boroni, Mario Gastaldi, Cinzia Felicetti, Emanuel Di Felice, Dario Landi, Giuseppe Nenna. Concessionaria Pubblicità Addams srl Via Bramante da Urbino, Monza (Mi) Tel Fax Giovanni Corti, Giancarlo Recrosio Mauro Roncen Ufficio: Cell mauro.roncen@addamsadv.com 7th Floor multimagazine dedito alle tecnologie, al design e ai social media, si è consolidato come super connettore tra idee brillanti, approcci di successo, accademia, ricerca e, naturalmente, le imprese. L attività di hub creativo tra il mondo dell innovazione e il mercato, per 7th Floor, non si esaurisce con il trasferimento culturale attraverso un sistema cross-media (stampa, internet, eventi e formazione), ma vuole concretamente entrare nelle aziende e nelle istituzioni con format a basso costo e alto potenziale. Per questo ha avviato un progetto di coworking, un ufficio condiviso per nomadi professionali, creativi, indipendenti, designer o programmatori, umanisti o tecnologi, insomma per tutti quelli che lavorano anche e soprattutto davanti alla macchinetta del caffè o dentro i caffè! Ha inoltre raccolto informazioni su consulenti, manager, designer, maker e talenti che vivono in Italia, coinvolgendoli nello Sharpest Minds Index: un network di professionisti ed esperti che operano in aree strategiche dei media digitali. Avendo dalla sua il contatto con tutti questi specialisti e avendo costruito un metodo di collaborazione tra loro, 7th Floor ha costruito lo Sharpest Minds Program, un programma che consente alle aziende e alle istituzioni di riunire un dream-team e farlo lavorare, per un tempo determinato, su un progetto specifico. Un esempio della situazione tipica in cui usare lo Sharpest Minds Program, può essere: 1- l azienda sta decidendo SE realizzare un progetto tecnologico ma manca di alcune specifiche professionalità o ha dei dubbi su scelte strategiche, tecnologiche, di metodo, di approccio; 2- l azienda vuole ragionare su quali caratteristiche dovrebbe davvero avere un prodotto/servizio che intende realizzare; 3- l azienda vuole comprendere i trend tecnologici o comportamentali del mercato; 4- l azienda desidera avere una intensa opportunità di trasferimento tecnologico e culturale; 5- l azienda vuole generare delle visioni del futuro che possano delineare le strategie (o anche solo la comunicazione). 7th Floor cresce per qualità e diffusione, cambia il modello di business, non più free press gratuita, ma distribuzione mirata e a pagamento. a.genovese@00map.com Stampa Tipolitografia Trullo srl Roma ( L impresa avrà un unico interlocutore, un metodo, la proprietà intellettuale e le opportune tutele legali, un team riunito ad-hoc in base al progetto, un costo fisso. > > redazione@7thfloor.it Il contenuto e le opinioni espresse dagli autori e dagli intervistati non coincidono necessariamente con quelle di 7th floor. Tutti i marchi registrati citati sono di proprietà delle rispettive aziende. Nessuna parte del contenuto di questa rivista può essere pubblicato, fotocopiato, distribuito e diffuso attraverso qualsiasi mezzo, online e offline, senza il consenso scritto della MAP S.r.l. MAP S.r.l. Roma Tutti i diritti riservati. Autorizzazione del tribunale di Roma n 430/2006 del L attività, di solito della durata di 1/5 giorni, è organizzata come un workshop e coinvolge attivamente le risorse interne all azienda. Autore: Tiziano Lucci, Galleria ArtMbassy Roma elah-lap / 2003 / stampa su pvc-tela montata su telaio in legno / cm 86 x digital mindstyle magazine 9

6 La nuova gamma di lettori Mp3 Samsung offre la miglior qualità sonora ad oggi disponibile grazie alla tecnologia DNSe 2.0. L`insigne Professor Ken Pohlmann spiega per Samsung i benefici di questa tecnologia. Professor Pohlmann, come definirebbe la qualità del suono dei lettori Mp3 oggi in commercio? In generale, non particolarmente soddisfacente, ad essere sinceri. Con l aumento del numero di persone che utilizzano i lettori Mp3 come loro unica fonte di musica, la qualità del suono dovrebbe essere eccellente. Un team di ricercatori composto da ingegneri audio ha testato vari lettori Mp3 presenti sul mercato. Alcuni dei player esaminati presentano una trasmissione del segnale molto pulita e buone caratteristiche di elaborazione, ma auricolari scadenti; altri invece, dimostrano capacità acustiche limitate ma sono dotati di auricolari professionali. Le aziende, a mio avviso, dovrebbero porre attenzione all intero processo di riproduzione del segnale audio per realizzare lettori Mp3 superiori ed eccellenti su tutti i fronti. PROFILO DEL PROFESSOR KEN POHLMANN PROFESSORE EMERITO DELL UNIVERSITÀ DI MIAMI, DIRETTORE EMERITO DEL MUSIC ENGINEERING TECHNOLOGY PROGRAM ALLA FROST SCHOOL OF MUSIC DI MIAMI. DIRETTORE DEL POHLMANN ENGINEERING, PRESTIGIOSA SOCIETÀ DI CONSULENZA AUDIO. AUTORE DI I PRINCIPI DELL AUDIO DIGITALE. MEMBRO DELL AUDIO ENGINEERING SOCIETY (AES). PRESIDENTE DELLA SETTIMA CONFERENZA AES SULL`AUDIO DIGITALE. Cos è la tecnologia DNSe 2.0 e come funziona? La tecnologia Digital Natural Sound Engine (DNSe) sviluppata da Samsung - produce un suono naturale, realistico ed avvolgente. La maggior parte delle registrazioni di musica commerciale è mixata per una riproduzione attraverso altoparlanti stereo convenzionali. Diversamente, quando viene riprodotta su lettori e auricolari ordinari, il risultato può essere innaturale. La tecnologia DNSe 2.0 supera questo problema riproducendo un audio stereo realistico attraverso l elaborazione del segnale YP-S5 in modalità 3D sia in fase di acquisizione che di riproduzione musicale, cercando di ricreare l ambiente sonoro originale. In aggiunta DNSe 2.0 supera le limitazioni nella riproduzione dei bassi, tipiche degli auricolari e piccoli altoparlanti. Con DNSe 2.0, i bassi armonici sono elaborati in modo tale che il cervello umano recepisca i segnali bassi fondamentali mancanti. YP-T10 Quali altre caratteristiche audio sono disponibili nei lettori Mp3 dotati di DNSe 2.0? Gli ingegneri audio di Samsung sono riusciti a massimizzare il potenziale della tecnologia DNSe 2.0. Per esempio nel modello YP-T10, l elaborazione della tecnologia DNSe 2.0 consente agli ascoltatori di modificare leggermente l accordo sonoro secondo le loro preferenze e le condizioni di riproduzione. Questo modello è dotato di YP-T10 un equalizzazione preimpostata (preset) che simula l effetto sonoro di ampi spazi come dance club o concert hall, e di un equalizzatore grafico completamente personalizzabile. Gli auricolari forniscono una consistente reazione ai bassi e un armonioso e naturale equilibrio dei toni. Tutto ciò è il risultato di anni di ricerche ed esperienze apprese sul campo. Che cosa sta facendo Samsung per garantire un esperienza d ascolto superiore al consumatore? Oltre alla tecnologia DNSe 2.0, l impegno di Samsung è volto a sviluppare prodotti che mostrino anche immagini e video ad alta qualità con un`ottima riproduzione musicale. Per esempio, lo schermo da 3 touch screen ed il menù intuitivo di YP-P2 sono il perfetto complemento al suo audio sorprendente. Il display YP-P2 TFT e gli altoparlanti incorporati in YP-S5 forniscono un modo semplice di condividere foto, video e musica. Infine, YP-T10 è dotato delle più recenti funzioni multimediali inclusa una divertente interfaccia grafica cartoon, con uno schermo a colori per la riproduzione di video. LISTEN UP. IMMAGINA DI SENTIRTI AVVOLTO DALLA MUSICA. I lettori 10 mp3 Bluetooth Samsung utilizzano la tecnologia per un effetto sonoro tridimensionale. digital mindstyle magazine 11

7 board Contributors Questo è il comitato editoriale di 7th Floor. Possiamo contare sullo straordinario apporto di figure professionali diversificate, provenienti sia dal mondo dell impresa che della ricerca universitaria. Sono loro le nostre antenne, gli autori eccellenti della riflessione teorica che proponiamo. Sono loro i portavoce di un approccio umanistico al mondo dell impresa Andrea Genovese (Direttore responsabile), un tempo lo avremmo definito CEO & Founder di Map e di 7th Floor. Noi preferiamo presentarlo come un direttore creativo capace di far dialogare la sua formazione ingegneristica con una salda dedizione all imprenditoria e all editoria. Esperto di tecnologie e nuovi media, realizza attraverso Map ( com) progetti di comunicazione corporate e di interaction design urbano. È, inoltre, direttore della Faculty Technologies nel nuovo Master in Cultural Experience Design and Management organizzato dalla Domus Academy. Alberto Abruzzese (direttore editoriale), filosofo ed esteta della comunicazione, è ordinario di Sociologia delle Comunicazioni di Massa allo IULM di Milano. Trascorre i momenti più belli della sua giornata a scrutare soggettività mutanti nascoste tra la folla, comodamente seduto, sigaro in mano, nell ampia veranda del caffè D. a Londra. Nel tempo libero si diletta a svolgere attività di ricerca per RAI, Mediaset, CNR, MURST, Ministero della Pubblica Amministrazione e Ministero dei Beni Culturali. Paolo Iabichino, nato nel 1969, è direttore creativo di OgilvyOne, la prima agenzia di marketing one-to-one in Italia. In pubblicità dal 1990, è passato dall advertising tradizionale alla comunicazione relazionale, incontrando qui la giusta dimensione di uno scrivere più attento al destinatario. Docente di un master post laurea di advertising presso la Scuola Politecnica di Design di Milano e fa parte del Comitato Scientifico del NABA. Davide Pellegrini, storico dell Arte Contemporanea, si è specializzato in management delle tecnologie audiovisive e digitali. Ha collaborato con molte aziende - Grand Thornton, Nomisma, Anci, etc. - e dirige l agenzia di comunicazione Downing Street. è il direttore di Eventlab, Laboratorio di Comunicazione ed Eventi nato in collaborazione con la Fondazione Adriano Olivetti e la Regione Lazio. Ha una passione per i temi della sociologia e per i temi dell innovazione. Gianfranco Chicco Ex direttore marketing di HSM Italia, nel suo ritrovato tempo libero si appassiona di fotografia, nuove tecnologie, letteratura e lingue. Italo-argentino e ingegnere di formazione, ha lavorato in vari paesi e si sente di vocazione nomade. Difficile che stia fermo, ha ripreso a girare per il mondo. Ha appena lanciato il suo blog Michele Boroni Livornese di nascita e formazione, milanese di adozione. Si occupa di marketing e comunicazione on e offline per aziende, agenzie e persone fisiche. Scrive su vari giornali (Il Foglio, Vanity Fair, Style, D di Repubblica). In questi mesi lavora anche al programma tv di La7 Markette. Tiene blog Derrick de Kerckhove, universalmente riconosciuto come erede di Marshall McLuhan, è Professore nel Dipartimento di Francese all Università di Toronto. Media-guru di livello internazionale, è autore di classici della mediologia come Brainframes e L intelligenza connettiva. Ha tenuto la cattedra di Tecnologia e Pedagogia alla Biblioteca del Congresso di Washington e in Italia è impegnato nel programma Rientro dei cervelli all Università di Napoli. Carlo Infante, è libero docente di Performing Media presso diverse Università e Accademie. Nel concetto di Performing Media da lui promosso risiede una tensione creativa che non riguarda più solo la sperimentazione dei nuovi linguaggi, ma la capacità di inventare Società dell Informazione. Ha curato festival, condotto trasmissioni radiofoniche e televisive, ideato format post-televisivi e scritto libri. L ultimo è Performing Media 1.1 Politica e poetica delle reti (Memori, 2006). Maria Grazia Mattei, giornalista ed esperta di nuove tecnologie della comunicazione, fonda nel 1995 MGM Digital Communication, studio di ricerca e consulenza per la diffusione della cultura digitale. Grazie al progetto meet the media guru, parte della sua attività è legata al tentativo di portare in Italia esperti e studiosi di livello internazionale legati ai new media e alla cultura digitale. Ha progettato mostre, rassegne internazionali, festival e convegni sul rapporto tra arte e tecnologia, D-Cinema, TV digitale e comunicazione. Francesco Morace, sociologo, scrittore e giornalista in continua ricerca di tracce e tendenze, al fine di interpretare fenomeni di una società in costante divenire. La sua visione strategica mira a conciliare e combinare in modo creativo i due filoni di attività della Ricerca e della Consulenza. È il Presidente di Future Concept Lab, dove è responsabile dei programmi di ricerca MindStyles, Genius Loci, Street Signals e Happiness. Andrea Granelli, la sua è una prestigiosa carriera iniziata nel mondo corporate e oggi più vicina a importanti realtà istituzionali. È presidente e fondatore di Kanso, società di consulenza focalizzata sui temi dell innovazione e della customer experience. Kanso in giapponese significa semplicità, ed è proprio un approccio semplice ed essenziale l antidoto contro la crescente complessità e il dilagare dell informazione. Nel complesso rapporto tra tecnologie e cultura, il suo approccio è dunque votato all essenzialità delle funzioni e delle emozioni, raggiungibile attraverso un processo di semplificazione di prodotti, servizi e interfacce. Michele Ficara Manganelli, dopo avere militato per un decennio nei meandri della pubblicità analogica e stato poi stregato da internet fin dai suoi esordi e dopo averne vissuto entusiasmi e bolle e oggi un divoratore di Social Media e Business Networking continuando ad appassionarsi davanti all inarrestabile mash-up della comunicazione digitale. Goloso di TV via Internet oggi con Assodigitale di cui è Presidente continua a contaminare digitalmente le menti delle aziende che gli capitano a tiro. Augusta Leante è responsabile comunicazione e media HSM Italia, la società internazionale che organizza il World. Leccese di nascita, milanese d adozione, si laurea in Lingue straniere moderne allo IULM. Appassionata di cinema, musica e nuove tecnologie, ha lavorato tra l altro alla start up multimediale di e.biscom scrivendo di tecnologia. Andrea Vitullo, nasce a Roma dove si laurea in economia alla LUISS. Al suo percorso di manager nel marketing e nella comunicazione in aziende multinazionali di servizi finanziari in Italia e negli USA ha affiancato l attività di docenza di marketing creativo. Nel 2005 ha fondato In-spire, biz e svolge la professione di executive coach di imprenditori e manager, sviluppando seminari e percorsi di ispirazione e sviluppo del potenziale. Stefano Diana artista, esperto di comunicazione d impresa, copywriter, critico culturale dei miti d oggi e dei rapporti tra scienza e società, epistemologo. Fra l altro ha scritto un saggio pionieristico sulla sociologia di Internet in Italia (W.C.Net, minimumfax), ha creato e mantiene un blog ante litteram (lideologo.net, 2000). stef@lideologo.net Gabriele Niola vive a Roma dove lavora come giornalista freelance per diverse testate. Ha lavorato per molte aziende piccole, medie e grandissime fino a che non ha incontrato nell ordine: l arte, l indipendenza e il giornalismo. Ora la tecnologia gli dà da mangiare e il cinema lo fa vivere. Carmen Rolle giornalista free lance. Collabora con D, La Repubblica delle Donne, Astra, Vera, V&S. Le piace condividere le sue passioni, la medicina e le tecniche di benessere alternative, le neuroscienze, i viaggi, l architettura e il design: modi e strumenti per vivere più consapevolmente. Robin Good è il pioniere italiano della comunicazione indipendente di successo online. Esperto di new media, marketing ed information design, è il paladino del cambiamento che viene dal basso. RobinGood.com, MasterViews.com, Kolabora.com, MyVideoKaraoke.com, CommunicationAgents.com Robin.Good@masternewmedia.org David Orban è amministratore delegato di Questar e si occupa di tecnologia, in particolare di intelligenza artificiale e delle realtà virtuali. È frequente speaker su argomenti quali i metaversi, la singolarità tecnologica e il cambiamento sociale. Leandro Agrò E un Interaction Designer esperto di Eye-Tracking, UI multimodali e di usabilità. Sul web dal 95, manager&designer lavora alla progettazione di Assistenti Virtuali con UI emotive. Ha co-fondato: Idearium.org, Frontiers of Interaction e Photoshakr. Collabora a diverse iniziative con Università e centri di ricerca. Luciana Zanon vive e lavora a Milano come consulente di coaching, formazione e out door. Opera in azienda su temi come comunicazione, leadership, conflitto, cambiamento, stress, team work. Progetta seminari e percorsi di coaching integrando aspetti cognitivi, emotivi e, grazie alle arti marziali orientali, sensoriali. Stefano Mizzella Dottorando in Società dell Informazione presso l Università degli Studi di Milano-Bicocca, è studioso di New Media Literacy. Collabora con l Università di Roma Sapienza e con l Università IULM di Milano. È co-fondatore e collaboratore del Centro di Ricerca Bi.cromi (Bicocca Creative Research On Media Literacy). Settore Attività Economiche e Innovazione della Provincia di Milano Con il patrocinio di: Fondazione Valore Italia Mario Gastaldi, è uno speaker, trainer, coach e agente del cambiamento. Lavora in Italia ed all estero, supporta persone, gruppi e organizzazioni verso la realizzazione di sogni, aspirazioni e risultati, costruendo competenze, significato e qualità della vita. Nel mentre impara, si diverte e non si prende troppo sul serio. Ha fondato la Brain Team Consulting ( Giampaolo Colletti si interessa di comunicazione e nuove tecnologie. Lavorando in Vodafone Italia si è occupato della creazione della business tv dell azienda. Attualmente è in Technogym come internal communication & business TV manager, per la creazione del canale video interno ed esterno. È cofondatore dell osservatorio Bocconi sulle business TV. Scrive di new media e talenti sul Sole24Ore, Job digital mindstyle magazine

8 Paolo Iabichino Creatività Viral Marketing Ecologia Digitale insider Inizia da questo numero la collaborazione di Paolo Iabichino, uno dei creativi italiani più attenti e sensibili al cambiamento. Non sarà che il marketing non convenzionale conviene? Paolo Iabichino Nato nel 1969, è direttore creativo di OgilvyOne, la prima agenzia di marketing one-to-one in Italia. In pubblicità dal 1990, è passato dall advertising tradizionale alla comunicazione relazionale, incontrando qui la giusta dimensione di uno scrivere più attento al destinatario. Difficile non insospettirsi: gli ultimi cinque brief di gara sciorinavano deliverable come ambient e guerrilla, ma con la necessità di misurarne il ritorno sugli investimenti, come dire, applichiamo la logica del GRP anche allo street marketing. Che è un po come tentare di fare il censimento dei nomadi uzbeki. Puntualissima arriva la richiesta del virale. Questa è più sfacciata. Non abita quasi mai un brief formale. Ma arriva inesorabile, alla fine di una riunione, nel bel mezzo di una telefonata o nel coffee break di un meeting internazionale. Il creativo sei tu mi sussurra il direttore marketing di turno, abbiamo bisogno di rompere le regole, ci serve un idea forte e poi lo sai che quest anno non abbiamo budget per la tv. Tanto c è internet. Disgraziatamente quest anno il festival mondiale della creatività pubblicitaria ha premiato un film virale con il Grand Prix più ambìto. A conferma che tanto c è internet, con buona pace di una delle più intelligenti strategie di comunicazione degli ultimi anni, quella di Unilever con la Campagna per la Bellezza Autentica di Dove. È vero, Evolution è stato visto da milioni di persone in tutto il mondo. È vero, non è (quasi) mai andato in televisione. Tecnicamente è un video virale. Anche se non ha la poetica collaudata dei virali più riusciti: sesso, splatter, sadismo e stronzate (sono 4 S e, per ora, mi sembra la miglior evoluzione al marketing delle 4 P). Greenpix Internet Reload. Ma vuoi vedere che un messaggio intelligente contagia per il solo fatto di essere un messaggio intelligente? Un brand che parla alle donne e decide di trattarle come tali anziché come carni da copertina è (ahimé) una notizia. Se sei credibile, se lo fai con bella creatività, Un po visione e un po utopia. Un misto di urgenza sentimentale, ipocondria, ansie e amor di provocazione di una ventina di giovani studenti provenienti da tutte le parti del mondo.questi sono gli ingredienti di Greenpix, il brief in libertà che nasce nelle aule della Scuola Politecnica di Design di Milano all interno del master advertising di Paolo Iabichino, direttore creativo di OgilvyOne.7thfloor ha voluto assecondare questa lucidissima follia in cui un manipolo di designer - nella scuola fondata negli anni cinquanta da Nino di Salvatore e che ha visto maestri come Dalle 4P del marketing alle 4S del viral marketing: sesso, splatter, sadismo e stronzate. su YouTube come su un billboard, in tv e nei punti vendita, nelle scuole e dentro un evento, sei una marca che parla in maniera nuova al suo pubblico. Il marketing non convenzionale è quello che rompe una convenzione. Non quello che usa i nuovi media perché quelli vecchi costano (ancora) tantissimo. Difficile non insospettirsi, se guardo al papà di tutti i virali. Quella poesia calcistica di Ronaldinho che colpiva 4 volte la traversa dal limite dell area di rigore. La conversazione è nata spontanea, il popolo della rete si è diviso tra detrattori fautori del montaggio ad arte e gli esteti del gesto atletico. Nike, intanto, spalancava le porte del suo Just do it, dimostrando al mondo che una scarpetta può essere rilevante, fare entertainment, generare conversazione e contagiare il suo pubblico con un messaggio inedito. Ha rotto una convenzione. E con la stessa logica ha continuato a presidiare tutti i media messi a disposizione dai nostri tempi. Tradizionali e non. Bruno Munari, Giò Ponti, Pino Tovaglia s ispirano all attivismo ecologico di Greenpeace per provare a comunicare la volontà di una nuova coscienza ambientale anche per il mondo digitale. Forse incontreremo un pizzico di ingenuità nella loro riflessione, sicuramente non troveremo la malizia dei professionisti collaudati e ricattati dal mercato, di certo avremo a che fare con l entusiasmo e l energia di un progetto innovativo in cui vincono le idee, la creatività e la passione di studenti che in un futuro prossimo venturo potranno diventare i nuovi professionisti della comunicazione. Qui un anticipazione del manifesto autografo di Paolo Iabichino che ha dato il via a questa iniziativa. Nel prossimo numero della rivista approfondiremo il risultato finale di questo lavoro, ospitando i migliori elaborati powered by un mecenate di tutto rispetto: IBM Manifesto di Greenpix Perché ha sempre privilegiato il messaggio, rispetto al mezzo. Credo che qui sia il punto. Ci siamo persi per strada la comunicazione. Abbiamo smarrito la rilevanza, la pertinenza, i messaggi, gli insight, le verità. Preoccupati di uscire dall affollamento, ci siamo isolati. Abbiamo creato un mondo auto-riferito e senza nessun ascendente sui nostri interlocutori. Abbiamo fidelizzato con tesserine di plastica, database e offerte personalizzate. Abbiamo creato community a tavolino, mentre le persone trovavano rifugio nei social network. E quando finalmente li abbiamo stanati, ci siamo fatti belli con il 2.0, ci siamo tuffati dentro Second Life come le volpi nelle favole di Fedro. Ci siamo abbuffati di ambient e guerrilla per intercettare i nostri target laddove questi studiano, lavorano, si divertono, vivono... Abbiamo cioè applicato la vecchia regola dell interruzione pubblicitaria a tutto ciò che poteva ospitare un messaggio al di fuori della televisione e dei media tradizionali. Ovviamente gli abbiamo dato un nome e l abbiamo chiamato marketing non convenzionale. Conviene perché i virali costano poco e non serve pianificarli. Conviene perché un azione di guerrilla si fa con quattro ragazzine poco vestite per strada e fa parlare la gente. Conviene perché un ambient costa meno di un affissione, ma genera word of mouth. Difficile non insospettirsi. Penso sia vero che questo mestiere è davvero tutto nuovo. Che finalmente dobbiamo cercare qualcosa da dire, prima che pensare a come Greenpix è un movimento di pensiero che intende sensibilizzare il mondo su un utilizzo più consapevole della Rete.Internet non è un territorio sconfinato. È una risorsa preziosa che corre il rischio di essere deturpata, sciupata e inquinata dal continuo rincorrersi di chi vuole farne solo e soltanto uno strumento di business. Greenpix è un movimento ecologista per proteggere il web dagli assalti sconsiderati di chiunque abbia voglia di dire qualcosa in nome di una superficiale democrazia partecipativa. Internet non è un mondo virtuale. E parte della nostra realtà. Reale, viva, per nulla parallela. Non è una seconda vita. È la nostra vita. E vogliamo che possa essere tramandata a lungo, protetta consapevolmente, per non replicare gli errori e gli orrori che hanno sporcato l off line.vogliamo che le persone continuino a informarsi, incontrarsi, scontrarsi, fare affari e ricerca, attraverso la Rete. Ma che tutto questo si svolga in maniera responsabile, con attenzione ai contenuti e alla forma, ma soprattutto con la dignità e l intelligenza di chi occupa spazio di banda per trasmettere qualcosa agli altri. A beneficio di tutti. Greenpix vuole migliorare il mondo attraverso i computer. È una lucida utopia di attivismo ambientale. Dove l ecologia è intesa nella sua più ampia dizione letterale, come sistema, che trascende la geografia per fare anche del digitale un universo da custodire. Per questo serve una nuova coscienza collettiva. Dove il business entra in rete per vendere un modo migliore di stare nel mondo e non per sputare pixel di pubblicità sempre più mirata. Vogliamo condividere applicazioni, idee, immagini, parole, musica e video, guidati dal rispetto e dalle intelligenze e non dall esibizionismo spietato e tracotante. Crediamo che il bello debba necessariamente fare i conti con il giusto. E chi non ci crede dovrà fare i conti con noi. dirlo. Per le aziende è ancora colpa dei creativi se i messaggi non passano. Per i creativi, ovviamente, la colpa resta del cliente. Ma anche degli account. Della produzione. E, quando assistono a un focus group, quello dietro al vetro è sempre un campione di idioti. La verità è che rompere le convenzioni è la cosa più difficile del mondo. Possono permetterselo solo quelli che hanno il coraggio di fare a pezzi i vecchi paradigmi. Come chi ha scardinato le regole del commercio elettronico affidandolo a privati che si fidano l uno dell altro. Come chi ha pensato che la musica avesse il diritto e il dovere di costare poco per poter essere condivisa. Come chi ha rilanciato una fabbrica di automobili, cominciando a fare automobili prima della réclame. Come chi usa la cultura per parlare di caffé o chi usa le donne vere, appunto, per parlare di bellezza. E quando questo viene raccontato alla gente, con un idea, a prescindere dal mezzo, il messaggio diventa potente, contagia, si diffonde e, se conviene anche economicamente, è solo un incidente, non può essere il presupposto di partenza. Altrimenti è difficile non insospettirsi. Paolo Iabichino mail: paolo.iabichino@gmail.com Il marketing non convenzionale è quello che rompe una convenzione. Non quello che usa i nuovi media perché quelli vecchi costano (ancora) tantissimo. 14 digital mindstyle magazine 15

9 business networking Linkedin Milanin Mobile Monday PPU BizNet MilanIN Se chiedessero ai soci fondatori del Business Club MilanIN cosa si sarebbero aspettati in termini di risultati dopo 2 anni di attività, Vi dico che innanzitutto mai avrebbero immaginato questo. Quello che vi sto per raccontare. Il 2007 si è appena concluso. A gennaio MilanIN ripartiva con i Presenta te Stesso. Poco più di 600 soci. Una crescita media giornaliera di 3 soci al giorno. Una struttura operativa di poco più 10 volontari. A dicembre MilanIN concludeva le attività del 2007 dopo aver organizzato circa 40 Presenta te Stesso. Registrando oltre 3300 soci. Una crescita giornaliera di 40 soci al giorno. Consolidando una struttura operativa di oltre 28 volontari. Le prime elezioni presidenziali. Tre articoli promossi da giornalisti indipendenti di importanti testate nazionali. Nuove convenzioni per i soci e interessanti e potenziali partner che hanno voluto aderire alle nostre iniziative. MilanIN è maturata nel Come un giovane promettente manager ha saputo fare, ha commesso degli errori, ha imparato, ascoltato e ha creato valore intorno a se. Un manager che ha saputo mantenere inalterata la sua missione iniziale di associazione senza scopo di lucro con obiettivo l aggregazione di persone provenienti dai più diversi ambiti professionali che credono nel networking come strumento prezioso per il business. Intuito? No! Merito e soprattutto coraggio di credere che nella nostra società c è ancora spazio e volontà per aggregare persone ambiziose, che amano il proprio lavoro e che considerano la capacità di sviluppare affari profittevoli un espressione nobile della creatività umana. In MilanIN si sono fatte avanti diverse scuole di pensiero sulla missione dei social network. Diverse ma fondamentalmente comuni nei principi di base, innalzano i social network da sistemi informativi di aggregazione a strumenti sociali di integrazione professionale e culturale. Regolamentati dai fondamentali della Social Responsability. Motori di nuove forme di comunicazione sociale. Stimolatori e potenti scardinatori delle vecchie regole di aggregazione in lobby. I Social Network si stanno avvicinando ad occupare un ruolo nella società. Importante o no, lo vedremo. I nostri figli potranno sperimentarlo su di loro e sulle generazioni future. Di sicuro una società che avanza velocemente, producendo e scambiando informazioni sempre più complesse e numerose, per poter sopravvivere e migliorare le proprie condizioni umane dovrà essere al suo interno fortemente integrata ed aggregata. Integrata ai sistemi e aggregata tra gli individui che la compongono. Una grande rete relazionale. Pubblica! MilanIN proseguirà le sue attività senza dimenticare la sua vocazione ed il ruolo sociale che attende i social network nel futuro. Un ponte tra il virtuale ed il reale. Vi aspettiamo ai nostri eventi, buon social networking. Luca Zambrelli (Board Member, Marketing Manager), Andrey Golub (VP, IT/Web Manabger) Professional People in Urbe (PPU) Una nuova comunità di business social networking a Roma Mobile Monday Anche nell era del web vale la pena incontrare chi vuole condividere le proprie esperienze professionali... nascono così nuove idee, si creano spunti, si mette in circolo un entusiasmo altrimenti sopito. Il meccanismo è semplice, si alimenta con la partecipazione di tutti, si modella sulle loro peculiarità, per renderlo unico. Sebbene la rete torni ad essere il mezzo più veloce per comunicare nel quotidiano, dopo gli incontri PPU diviene anche più efficace grazie alla conoscenza personale di chi appartiene alla comunità dell Urbe. Carmen Lo Duca Per ulteriori informazioni contattateci a: comunicazione.ppu@gmail.com o visita MoMo is a global community of mobile industry visionaries, developers and influential individuals fostering cooperation and cross-border business development through virtual and live networking events to share ideas, best practices and trends from global markets. next Mobile Monday Italy that will take place at Le Biciclette in Milan. See the website. 16 digital mindstyle magazine Un vicolo di Varanasi, India. Foto di Andrea Genovese

10 Future Concept Lab mercati emergenti nuove tendenze BRASILE, RUSSIA, INDIA, CINA Il ruolo del BRIC nel futuro dei consumi e delle estetiche I nuovi percorsi della creatività si dimostrano sempre più correlati alla capacità di relazione antropologica del pensiero e della pratica progettuale, in grado di trasformare la contaminazione in visione creativa, utilizzando il modello dell impollinazione permanente, che implica e prevede la diffusione di un intelligenza strategica contagiosa, mentre il più classico modello della semina propone di impiantare modelli di sviluppo prestabiliti. Il Genius Loci -il talento del luogo- non è compatibile con la semina (il tentativo è stato fatto nello scorso secolo da tutti i regimi coloniali conducendo ad un disastroso fallimento), mentre si presta a pratiche di impollinazione. L individuazione e l approfondimento del genius loci dei quattro paesi del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) ci permette quindi di comprendere meglio gli orientamenti e i contenuti delle tendenze globali che si stanno costituendo, sostenendo lo sviluppo di un sistema planetario in grado di gestire le funzioni vitali del mercato mondiale, selezionando e potenziando le caratteristiche uniche, ma nello stesso tempo universali, di queste culture differenti. Il Brasile: tra etica ed energia Il Brasile ha elaborato nella sua storia la cultura più inclusiva del mondo, forse la sola che su questo terreno sopravanza la stessa Europa. Nei prossimi anni sarà fondamentale il ruolo strategico che il Brasile potrà assumere nel processo di ri-equilibrio tra paesi più avanzati economicamente e paesi emergenti che trovano nella creatività e nella cultura una sponda di crescita e sviluppo che diventa poi trainante anche nell economia. La creatività brasiliana si basa sui concetti di semplicità e sostenibilità, e proprio da qui arrivano le indicazioni più interessanti dal punto di vista del mercato e del consumo. Il Brasile può in questa fase confermare una direzione che pensiamo sia stata imboccata dal mercato mondiale: in un labirinto di realtà, culture e visioni, si presenta oggi come uno dei paesi a più alta elaborazione di linguaggi espressivi e del loro interscambio sul piano internazionale. Una situazione complessa e allo stesso tempo di grande stimolo critico e creativo, che trova nello sviluppo progettuale del binomio Etica-Estetica molti casi di importante riferimento. Infatti l esuberante creatività brasiliana si combina poi sempre più spesso con una tensione etica, ecologica, valoriale, che non discende da un approccio ideologico, ma traspira da una storia antica: il design dei fratelli Campana sembra, ad esempio, discendere da questa sensibilità per la vita materiale e per i valori di solidarietà spontanea che arrivano dalla strada. Anche nella capacità di intessere relazioni, il Brasile mostra la sua eccellenza anche alla luce delle ultime frontiere della condivisione e convivialità creativa: prima nazione prosoftware libero del Mondo con politiche e iniziative per il Software Libero e l Inclusione Digitale; prima nazione ad aver creato una propria piattaforma su Second Life, il Brasile è oggi la quarta comunità virtuale del mondo, con un uso di Internet che aumenta del 13% all anno e l incredibile successo di siti come MSN e Orkut che contano un account brasiliano per il 75% di utenti mondiali. La Russia: tra ostentazione e nuova sensorialità Se parliamo di lusso dobbiamo chiarire che nel mercato globale è in atto una vera e propria divaricazione commerciale, sociale e psicologica che coinvolge da un lato il mondo occidentale, che elabora un nuovo codice di comportamento e una nuova visione del lusso e della preziosità, e dall altro un mondo orientale sia vicino (la Russia, la Turchia) che lontano (l India, la Cina), in cui vengono ripresi ed enfatizzati gli elementi e i linguaggi del lusso più tradizionale, del prestigio sociale e dello status sociale. Negli anni 80 e 90 abbiamo assistito ad una espressione radicale del consumo che ha permesso di esprimere soggettività latenti, che avevano cioè bisogno di supporti espliciti per definire le proprie scelte e il proprio stile di vita: come oggi avviene ad esempio in Russia. In questo paese infatti emerge uno scenario in cui il consumo ostentativo e il prodotto di lusso diventano strumento di affermazione personale e sociale: una passeggiata nelle vie principali di Mosca, o anche semplicemente un giro in aeroporto, dimostrano quanto le grandi firme della moda francese e italiana, la gioielleria più appariscente e ostentativa, o le grandi marche dell industria tedesca dell automobile, incarnino oggi il sogno di modernità che in questo paese trova il suo passaggio obbligato nella dimensione del consumo. Assistiamo quindi a questo incrocio di destini: la società occidentale recupera il moderno e i suoi diritti, e abbandona il concetto tradizionale di lusso, esprimendosi in modo radicale attraverso l arte personale di ognuno e l eresia del punto di vista. Le società orientali, e la Russia in prima battuta, radicalizzano invece il consumo come l Occidente ha fatto negli anni 80 e 90, e aspettano di maturare nell alveo di quei diritti sociali che la modernità non ha ancora imposto fino in fondo. L India: tra materia e originarietà Negli ultimi anni il gran parlare della Cina ha cominciato ad essere affiancato da riflessioni su un paese che rischia di diventare per motivi simili come la dimensione e la popolosità, ma soprattutto per l unicità della propria cultura millenaria il vero grande protagonista dello scenario socio-politico dei prossimi anni: stiamo parlando dell India e della sua capacità di impollinare il resto del mondo con la propria straordinaria capacità di astrazione e di profondità concettuale che ha reso gli operatori informatici di questo paese tra i più abili del mondo. Si calcola ormai che più del 30% delle società di software statunitensi siano gestite da programmatori indiani, e lo stesso distretto di Bangalore (nel Nord del Paese) è da tempo definito la Silicon Valley indiana : del resto non bisogna dimenticare che l India è il Paese in cui è nato il concetto di zero. L applicazione della propria vocazione creativa e riflessiva ad altri settori - al di là del boom informatico - come ad esempio l industria dell elettronica di consumo e quella cinematografica, dimostrano le prevedibili potenzialità inespresse, varcando ormai le porte del mercato occidentale. Le nuove figure professionali emergenti, nel settore dei media, della comunicazione e della tecnologia, potrebbero cambiare radicalmente il tessuto sociale. Una chiave di lettura del modello indiano accanto a tolleranza e vitalità delle comunità locali è l economia della dignità, che pone al centro dello sviluppo non la ricerca della potenza nazionale, ma l elevazione della dignità dell individuo, nel solco dell insegnamento sempre attuale del Mahatma Gandhi che assumeva come misura dello sviluppo non lo Stato o la Nazione, ma l Uomo. Un insegnamento che si incarna tuttavia nell innovazione scientifica, nella sperimentazione, nel mercato. La Cina: tra simbologia e futuro realizzato Nell immaginario cinese, il cosmo e gli esseri umani sono in profonda relazione e questo felice legame ha dato origine ad una simbologia potente, tuttora in vita. I simboli e le icone utilizzate per descrivere come un tutt uno la relazione tra l uomo e l universo, sono in grado di creare un impatto, sia di tipo visivo che psicologico, con una densità ed una permanenza temporale nella mente dei singoli individui. Nonostante questo immaginario derivi sostanzialmente dal contesto naturale e dalla vita di tutti i giorni, esso propone un concetto di fluidità e continuità della materia che si espande in termini spazio/temporali, diventando una sorta di colonna portante per la vita, supportando valori indiscutibilmente universali. I cinesi hanno dimostrato durante i secoli una grande capacità di bilanciare gli opposti e di vivere in armonia pur essendo circondati da contraddizioni estreme che erano e sono ancora presenti nella loro vita quotidiana, nei loro comportamenti e nelle loro convinzioni sociali e politiche. Il rapporto dei cinesi con il presente vivo, la dura realtà e le forze contrastanti, insieme all importanza già sottolineata delle creature mitiche e le tradizioni del passato, si legano a una immaginazione vivida ed incontrollata che caratterizza questo Paese. L autodeterminazione dei cinesi è rintracciabile anche nella loro eredità culturale, che annovera molti esempi di svolte artistiche, che ne attestano anche la grande pazienza e capacità. Il bisogno di prepararsi al futuro e la consapevolezza dell imprevedibilità del cosmo, unite alla volontà forte di migliorare le strutture esistenti e di esplorare nuovi campi artistici e scientifici, hanno portato i cinesi a sviluppare, nel corso della loro storia, capacità intellettuali e a trovare percorsi strategici, processi di pensiero che hanno poi condizionato in molti modi anche la cultura occidentale. Francesco Morace Le foto sono tratte dall archivio fotografico internazionale e programma di ricerca Street Signals di Future Concept Lab. Foto 1: Atmosfera rilassata e luminosa in un interno di San Paolo, Brasile Foto 2: Anche a San Pietroburgo, in Russia, la moda sta influenzando le nuove generazioni Foto 3 e 4: In India la matericità sensoriale costituisce un attitudine naturale e integrata nel quotidiano delle persone. digital mindstyle magazine

11 Intervista Francesco Morace BRIC e Made in Italy IL SENSO DELL ITALIA. Istruzioni per il terzo miracolo italiano Intervista a Francesco Morace A cura di Andrea Genovese Esce in questi giorni il nuovo saggio di Francesco Morace (sociologo, scrittore e presidente di Future Concept Lab) dedicato all Italia, al suo senso, i suoi talenti e il suo fare quotidiano. Un tema denso e ricco di percorsi possibili, che nel corso del all interno del ciclo di conferenze BRIC e Made in Italy - Future Concept Lab metterà in relazione con quanto di più nuovo e rilevante sta emergendo dai nuovi Paesi e Mercati emergenti. In questa intervista in anteprima per 7th Floor, Morace anticipa i punti principali. In questo momento di crisi e di grande preoccupazione politico-istituzionale, l Italia ha la possibilità di proporsi all estero con una visione nuova? L Italia è il paese nel mondo insieme al Giappone - in cui si vive più a lungo. L Italia è il paese nel mondo in cui più si vorrebbe vivere almeno per un periodo della propria vita (da una recente ricerca internazionale in 70 paesi del mondo). L Italia è probabilmente il paese in cui la qualità della vita privata (come si mangia, come ci si veste, come si arreda la casa, come si vive in famiglia, come si frequentano gli amici ) è la più alta del mondo. L Italia è ancora oggi il paese in cui in molti settori le cose vengono fatte bene per il semplice gusto di farle bene, secondo il classico approccio artigianale. L Italia è il paese in cui la felicità dei singoli individui potrebbe essere raggiunta con una certa facilità Siamo i maggiori produttori mondiali di sensazioni scrive Beppe Severgnini nel suo divertente La testa degli italiani, ultimo capitolo di una lunga riflessione di questo autore sui nostri vizi e virtù.eppure l Italia continua ad essere un paese in cui i cittadini esprimono risentimento, sfiducia, pessimismo ai limiti dell auto-lesionismo: siamo in presenza di un paradosso. Il paradosso italiano. Uscire dal paradosso significa proporsi finalmente con mente libera e consapevoli delle nostre qualità che all estero ci vengono riconosciute, e che noi invece non riusciamo a elaborare. È da qui che bisognerebbe ripartire. C è ancora uno spazio per un ruolo internazionale di rilievo dell Italia, nel panorama della globalizzazione? L Italia nei prossimi anni potrebbe giocare un ruolo completamente nuovo nello scacchiere internazionale, se solo vorrà e saprà valorizzare il proprio straordinario talento nel produrre felicità quotidiana. In questa missione la vocazione estetica italiana dovrà acquisire una centralità che fino ad oggi non ha avuto, privilegiando il modello produttivo e culturale che ha saputo creare nei secoli, dal Rinascimento in poi. Bisogna comprendere che la fonte più straordinaria dell identità italiana potrà essere rappresentata proprio dal Rinascimento: quindi non da un Evento Fatale ma da una intera fase della nostra storia in cui, pur non esistendo ancora l Italia come Stato-Nazione, si sono coagulati tutti gli elementi che diventeranno poi il codice genetico della nostra italianità, e i nostri valori nascosti che producono qualità di vita: il Vitalismo Plurale, la Creatività Ricreativa, l Intelligenza Relazionale, l Universalismo Particolare. Su quali settori l Italia deve puntare per sostenere questa sua rinascita? Dal Rinascimento storico ad oggi, è importante ricordare come le 3 A che caratterizzano la qualità della vita nelle società avanzate (Abbigliamento, Alimentazione, Arredamento) siano anche i tre settori in cui l Italia e gli italiani non hanno rivali nel mondo, e che dovranno essere rilanciati ripartendo da una visione italiana del gusto. Questi settori sono accomunati da una sola, grande chiave di lettura: l Estetica. Laddove per estetica non si intende solo lo stile e l immagine (anche i francesi e i giapponesi sono maestri in queste aree), ma soprattutto la capacità di sentire tipica degli italiani (estetica deriva dal greco estesis=sensazione), che ne rappresenta l espressione più alta e completa. Il senso dell Italia. Se, come pensiamo, ci stiamo avviando verso una società delle emozioni e delle sensazioni, l Italia ha la straordinaria opportunità di emergere nuovamente, con la propria sconfinata competenza estetica, e con il proprio baricentro nel gusto quotidiano. È necessario un percorso attraverso la storia, la geografia, la cultura popolare e materiale, l arte e la letteratura del Belpaese, per comprendere le radici profonde di una filosofia di vita, di un genius loci che produce il bello in modo incessante, a volte inconsapevole: sia a nord che a sud. Questa comprensione non è possibile senza una esplorazione dei modi di produrre, della vita dei distretti industriali che costituiscono il tessuto più vita- le della società italiana, e di un saper fare eccellente che discende dal modello felice della bottega rinascimentale. Il modello Italia, che nasce dal modo di vivere italiano, fondato su uno stile di pensiero estetico (fondato sulle sensazioni e sull intuizione del bello), su una filosofia di vita e non su uno stile di vita, e che per questo non può essere ridotto a sistema, con i creativi e le aziende che lo rappresentano, può in questo quadro giocare un ruolo dirompente e innovativo, pur nel solco della propria tradizione, che parte dal basso, dal territorio, dai distretti e dalla tipica creatività ri-creativa che caratterizza il genius loci italiano. Il senso stesso dell Italia. Da cosa bisogna partire per avviare una riflessione avanzata su questi temi? Il modo migliore per cogliere la specificità della componente creativa in Italia è riflettere sulla diversità che ha assunto in Europa il concetto stesso di creatività: dalla creatività inattuale della Germania, alla creatività teatrale della Spagna, dalla creatività integrata della Francia alla creatività antagonista della Gran Bretagna: senza parlare della creatività atletica tipica degli Stati Uniti o di quella cerimoniale che caratterizza l arcipelago nipponico. In Italia emerge invece una creatività quotidiana e spontanea. Associare il gusto per il cibo con quello per la parola e il pensiero creativo ad esempio non è in questa prospettiva un operazione arbitraria (e non si dimentichi neppure che il verbo latino sàpere avere sapore corrisponde a sapère): in Italia l essere saporito e l essere sapiente si identificano, elevando il concetto stesso di gusto che diventa ri-creativo anche perché ricrea le condizioni della felicità ripetuta del quotidiano. E poi in Italia durante il Rinascimento comincia ad essere riconosciuto il talento, come qualità squisitamente individuale e non ereditaria. Furono infatti gli artisti del Rinascimento i primi a mettere in discussione l ereditarietà della fama valorizzando il talento personale. È da questi temi che bisogna ripartire Come le aziende possono rigenerarsi attivando nuovi progetti e proponendo nuovi business? In questo momento è importante produrre delle alternative culturali al modello di sviluppo delle grandi aziende e più in generale delle società industriali avanzate, non solo per il bene del mercato ma anche e soprattutto per uno sviluppo più sano ed efficace delle stesse realtà manageriali. Ciò è avvenuto in questi anni per le aziende coinvolte nel sistema moda o design italiano, che non lavorano per omologazione ma per distinzione, che non seguono percorsi standardizzati ma per improvvisazioni creative, che non ragionano per ruolo ma per esperienza personale, che non propongono gerarchie consolidate, ma collaborazioni in divenire. Non stiamo parlando solo del lusso (in cui peraltro l Italia è leader con il 30% del mercato globale, sopravanzando i cugini francesi che ne detengono il 25%, come dimostra la bella ricerca del Politecnico di Milano presentata nel libro Lusso versus design), ma soprattutto del mercato dell eccellenza quotidiana, accessibile quindi a strati molto più ampi di consumatori nel mondo (molti possono comunque permettersi un caffè illy tutti i giorni ).È necessario in questo caso chiarire la differenza tra lusso (che definisce comunque un eccesso e una rarità) e qualità eccellente, che nel modello italiano assume tanta più importanza quanto più è ripetuta, ripetibile e accessibile. Questo sistema di moltiplicazione e trasferimento permanente di qualità che potrebbe costituire un modello alternativo sia a quello americano adottato dal mercato del largo consumo, che a quello francese più squisitamente elitario avrebbe però bisogno di una capacità di ricerca conoscitiva e non solo creativa più sistematica e profonda. In questa prospettiva anche nella realtà italiana si tratta di immaginare dei nuovi percorsi per rendere possibile questo modello di democratizzazione della qualità che gli italiani vivono quotidianamente (pensiamo a come si mangia o si vive nelle nostre case ). Bisogna lavorare ad un ipotesi creativa di reinterpretazione del mondo in cui le persone, le aziende e le istituzioni siano messe in condizione di vivere meglio, proponendo rinnovati punti di esperienza eccellente, in cui siamo sicuri le estetiche italiane acquisirebbero una nuova centralità. È qui che si giocherà la sfida produttiva e commerciale dei prossimi anni. Future vision workshop aprile Le tendenze dell Estetica contemporanea e il «laboratorio Brasile» 26 giugno Le tendenze del Consumo e il «drago cinese» 9 ottobre Le tendenze della Comunicazione e le «narrazioni indiane» 20 novembre Le tendenze della Distribuzione e la «Russia come boutique del mondo» Foto 1, 2: Shanghai: i giovani cinesi dimostrano un attitudine alla sperimentazione estetica di grande interesse. Foto 3 e 4: Tendenze e stili dall estremo oriente. digital mindstyle magazine

12 Moleskine Reportage India Sperando in India Foto di Andrea Genovese Books semi magici di V. S. Naipaul L India cominciò per lui all aereoporto di Francoorte, nella saletta in cui erano riuniti i passeggeri in attesa di imbarcarsi. Studiò i passeggeri indiani gente che con ogni probabilità di lì a poche ore non avrebbe mai più rivisto più ansiosamente di quanto avesse fatto con i tamil e gli altri indiani a Berlino. Vedeva l India in tutto ciò che indossavano e facevano. Era pieno della sua missione, pieno della rivoluzione avvenuta nella sua anima, e si sentiva lontanissimo da loro. (...) Dopo la lunga notte, provò una specie di panico al pensiero dell India che stava avvicinandosi, l India al di sotto del bagliore accecante, distruttore di colori, che poteva scorgere attraverso il finestrino. A mezzogiorno apparve il Gange, in tutta la sua vastità; scorreva lento non lontano dalla ferrovia, e a quella luce giallastra e ondeggiante il viso scuro dell indiano si illuminò. La reverenza per la santità che gli scorreva accanto lo distolse dal gioco e dalle chiacchiere (...): si alzò pieno di forza e vitalità e uscì a isolarsi nel corridoio, immerso nelle sue meditazioni davanti al fiume sacro. (...) L indiano si rinvigoriva a vista d occhio all approssimarsi del bagno che lo attendeva. Miti e dei dell india di Alain Daniélou In nessuna epoca della storia indiana, un invasore o un movimento riformatore ha potuto distruggere o assimilare completamente i popoli, le civiltà, le rligioni che esistevano prima, poiché ciò avrebbe rappresentato un giudizio di valore che l uomo rispettoso dell opera degli dèi non si può permettere. Questo principio fondamentale dello shivaismo potostorico ha permesso alla cultura locale di sopravvivere con una prodigiosa continuità, mentre tutti gli altri continenti hanno visto le loro civiltà sistematicamente distrutte e in seguito faticosamente ricostruite dopo ogni invasione, ogni cambiamenteo sociale e religioso. india per vedere l elefante di Stefano Faravelli Ho disegnato e incrociato pensieri e calligrafie nella delhi dei grandi monumenti moghule in quella più nascosta delle confraternite sufi (...) Ho raccontato il miraggio del tempio d oro ad Amritasar (...) ripercorso i luoghi venerandi di pellegrinaggio buddista, a Sanchi, e Jaina, nel Mysore. Ho dipinto la Goa gesuita con le sue chiese tridentine e le sue spiagge votive (...). Ho ritratto, seduto sulla panca degli oranti, la piccolissima struggnte sinagoga a mattancherry, e coto al volo i volti e i riti degli ultimi zoroastriani per le strade di Bombay. Shantaram di Gregory David Roberts Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita. Per capire l essenziale, però, mi è bastato un istante, mentre mi torturavano legato a un muro. Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli. Non sembra granché, me ne rendo conto. Ma quando non hai altro, stretto da una catena che ti morde la carne, una libertà del genere rappresenta un universo sconfinato di possibilità. E la scelta che fai, odio o perdono, può diventare la storia della tua vita. 22 Riproduzione grafica di alcune divinità indiane: Shiva, Parvati e Ganesh Generazioni indiane

13 Moleskine Reportage India Books la speranza indiana di Federico Rampini Altrettanto stupefacente del suo miracolo economico e sociale, è il fatto che l India è riuscita in questa impresa senza perdere quell immagine mite che seduce gli occidentali da tempo immemorabie. È cresciuta sotto i nostri occhi come un colosso, eppure non ci spaventa. Anzi, pu essendo diventata una concorrente formidabile continuiamo a considerarla un deposito di valori a cui attingere. Ci appare come un potere buono, dal fascino gentile. In parte questa è una delle ambigue magie di cui l India è maestra, è l arte di una seduttrice che ci ipnotizza da secoli. i Beatles in India di Lewis Lapham Across the universe Images of broken light which dance before me like a million eyes That call me on and on across the universe Thoughts meander like a restless wind inside a letter box they tumble blindly as they make their way across the universe Jai guru deva om Nothing s gonna change my world Nothing s gonna change my world Nothing s gonna change my world NOTHING S GONNA CHANGE MY WORLD Moleskine da viaggio 1. Varanasi (Benares) all alba lungo il Gange 2. Bambino indiano 3. Tempio buddista 4. Moschea e scuola coranica 5. Riti di purificazione sul Gange Il Taj Mahal 24 digital mindstyle magazine 25

14 Login imprese digitali mobile venture capital Funambolici italiani Come far diventare l Italia un centro di eccellenza dell Hi-Tech finanziato da soldi statunitensi. Il caso Funambol. Fabrizio Capobianco è un giovane imprenditore italiano che vive e lavora a Silicon Valley. Ingegnere, sposato, tra i pochi che è riuscito a convincere dei venture capitalist a finanziare la sua impresa digitale, Funambol, che sviluppa e commercializza in tutto il mondo più di un milione di utenti - un applicazione capace di gestire le su tutti i telefoni cellulari, dal più semplice all iphone. Sentiamo la sua storia. > Intervista a Fabrizio Capobianco, CEO di Funambol di Andrea Genovese Intervista di Andrea Genovese Ho incontrato Fabrizio Capobianco una sera a Roma insieme all amico Roberto Galoppini, entrambi si occupano di tecnologie Open Source. Poi ho avuto modo di conoscerlo meglio al primo Venture Camp, organizzato a Roma nel cuore di Trastevere, da Fabio Masetti. Quello che segue è un estratto della video-intervista che potete trovare estesa sul sito di 7thfloor.it nella sezione NetTV. Andrea Genovese (7th Floor) Chi è Fabrizio Capobianco e cosa fa Funambol? Fabrizio Capobianco (Funambol) Sono il CEO di Funambol, un azienda della Silicon Valley che ha un centro di sviluppo in Italia, a Pavia, e la sede principale nella baia di San Francisco. La mia azienda ha 65 dipendenti di cui 35 in Italia. Sono partito dall Italia per andare a prendere capitale di rischio negli Stati Uniti e sviluppare quello che è diventato il più grande progetto open source sul wireless al mondo! utenti finali. Per l utente finale c è un portale gratuito my.funambol.com - dove ti puoi registrare e, qualsiasi provider di posta elettronica tu abbia, puoi scaricare il software e utilizzare la mail. Sei in cerca di capitali di rischio in Italia? F.C. Sono venuto su invito dall ambasciata americana per parlare con gli imprenditori italiani e provare a riprodurre il modello Funambol in larga scala, creando altre aziende che abbiano tecnologia italiana, centri di sviluppo italiani e cerchino capitale di rischio straniero. Purtroppo oggi in italia il capitale non esiste. Mentre invece esiste la tecnologia e può essere esportata nel mondo. Cerco quindi società, che vogliano aprire una sede a Silicon Valley e tenere i centri di sviluppo qui. Ossia fare quello che si chiama offshoring in Italia, invece che in India o in Cina. Sviluppare software è la cosa migliore se si vuole fare un impresa globale. Perché è trasportabile facilmente nel mondo, senza scatole o magazzini. Raccontaci meglio come è iniziata la storia di un ingegnere di Sondrio di 36 anni che studia a Pavia e poi fonda un azienda a Silicon Valley? F.C. Sono partito dalle montagne della Valtellina, sono andato a Pavia e mi sono laureato in ingegneria informatica, nel 94 ho avviato la mia prima azienda, Internet Graffiti, sviluppavamo siti web quando ancora il web non esisteva. Poi ho fondato un altra azienda che si chiamava Stigma Online e nel 99 mi sono trasferito negli Stati Uniti. Mi sono trovato un lavoro per avere il permesso di soggiorno e dopo due anni con la carta verde ho aperto Funambol. Ho aperto il dizionario italiano alla voce fun, il divertimento è un po l obiettivo aziendale; la prima cosa che è entrata in ufficio è un calcio balilla, poi sono entrati i dipendenti. L azienda è nata in Italia però. Ho prima messo in piedi per un anno il centro di sviluppo a Pavia. Poi sono tornato in america e ho trovato capitale di rischio. Molti lettori sognano di aprire un impresa in America, trovando finanziamenti di ventura. Raccontaci esattamente come fare, che consigli puoi dare a chi vuole fare un impresa come la tua? Sviluppare software è la cosa migliore se si vuole fare un impresa globale. Perché è trasportabile facilmente nel mondo, senza scatole o magazzini. Siamo partiti facendo un azienda internazionale dal primo giorno. Abbiamo scelto l open source come tecnologia di sviluppo e oggi abbiamo più di un milione di download, una comunità mondiale. Non abbiamo cercato di fare una piccola media azienda italiana. Certo, siamo partiti con capitale proprio, ci siamo autofinanziati. Avevo degli amici business angels in Silicon Valley, mi sono fatto dare un piccolo finanziamento iniziale da un fondo italiano di Venture Capital gestito da Value Partner. Sono tornato negli Stati Uniti a vendere software ad aziende americane e nel 2005 ho trovato capitale di ventura da un venture capitalist californiano. Non è facile, i venture capitalist ne vedono mille di aziende in start up all anno e, in media, investono su una o due. Le probabilità sono basse: è inutile creare illusioni. Noi abbiamo avuto fortuna. Purtroppo l Italia non è percepita come un paese avanzato sull hi-tech ma sul design. Siamo percepiti ancora molto come il paese della pizza dove è bellissimo vivere. Io avevo già sviluppato il software, era diventato di successo, era disponibile e usato da migliaia di persone. Questa è la strada, partire da un progetto open source cercare di espanderlo, magari verso il mercato americano. Sappiate che gli investitori mettono i propri capitali sulle persone più che sui mercati o sui progetti! Tu sei in due tecnologie chiave: l open source commerciale e il software mobile 2.0, ma da dove ti è venuta l idea? Risate. Schiamazzi di motorini e ragazzi per le strade bellissime di Trastevere! (ndr) F.C. I miei genitori sono medici, ho avuto un infanzia molto difficile! Scherzi a parte, i miei sono due psichiatri. I miei primi Una formula semplice: cervelli italiani, capitale americano. Di cosa si occupa esattamente Funambol? F.C. Si occupa di software per dispositivi cellulari. Sviluppa un programma per ricevere la posta elettronica sul proprio telefonino. Il nostro software è venduto direttamente agli operatori mobili non in Italia in questo momento e agli Gli ingegneri italiani sono tra i più bravi, i costi di sviluppo sono molto ragionevoli ahimè stiamo parlando degli stipendi (ndr) e, il dipendente italiano è molto più fedele all azienda di quanto non lo sia un indiano. Il software è creatività, è design, nonostante il nostro paese sia poco sviluppato ci sono tantissime persone estremamente in gamba. Loro devono avere la possibilità di accedere al mercato mondiale perché quello italiano è limitato. 26 Fabrizio Capobianco CEO di Funambol, sul suo New Beettle per le strade di Mello Park digital a Silicon mindstyle Valleymagazine 27

15 Login imprese digitali mobile venture capital tre anni li ho passati in manicomio! Ho avuto da sempre il pallino dei computer e della tecnica. Ho cominciato a giocare con l Atari, i giochini elettronici fin da bambino. Nel 89 sono stato per qualche mese in america. Nel 95 ci sono tornato sempre come invited scientist nei laboratori HP a Palo Alto. Mi è piaciuto moltissimo. Nel 99 mia moglie ha ottenuto un posto a Stanford e io l ho seguita e senza un visto sono arrivato in Silicon Valley con il mio cv e ho trovato un lavoro. Partire da Italiani e cercare un lavoro non è semplicissimo, ma è fattibile. Che vita si fa a Silicon Valley? F.C. Io vivo a Menlo Park che dista mezz ora di macchina da San Francisco. L azienda dista 5 minuti da Oracle e 7 minuti da casa mia. Nella mia giornata tipo mi sveglio alle 7, con nove ore di fuso orario i miei ingegneri sono svegli e lavoro le prime ore del mattino con A un imprenditore italiano consiglio di prendere la valigia, venire a studiare in Silicon Valley come funziona il meccanismo, cercare capitali, collegarsi con il gruppo degli italiani che è foltissimo. il nostro team di sviluppo o con clienti europei. Mi piace stare a casa, mi piace lavorare in pigiama. Con le pantofole di paperino ho chiuso i miei migliori deal. Verso le 11 vado in ufficio, trovo i miei colleghi americani, i vari vice president, trovo la mia macchinetta della Lavazza con le cialde che, insieme al mio calcetto Garlando, abbiamo solo noi in tutta la Silicon Valley. Quali sono le figure professionali chiave della Funambol? F.C. Tutta la parte dei business development marketing, sales e il CTO, il gestore tecnico, che è in Italia, il bravissimo Stefano Fornari che è il vero ingegnere del gruppo. Il pomeriggio sto in ufficio; se cerco capitali di rischio e sto facendo fund raising vado in giro per la Silicon Valley. Vado nelle sedi dei venture capitalists. La maggior parte sono a Melno Park, quelli che hanno investito in Google, in Yahoo!, anzi in un unica via si trovano quasi tutti. Il problema è solo convincerli ad investire. Qual è il tuo modello organizzativo e cosa sogni di fare? F.C. Vedi, io ho una New Beetle e giro nei bar dove si incontrano i capitani di ventura come a Milano incontri quelli della moda. In Silicon Valley fare networking o fare business nella tecnologia è più facile che a Roma, dove forse puoi incontrare dei ministri in un caffè! Ovviamente si lavora parecchio, ma il concetto è start with fun, fare le cose che ti piacciono, divertirsi, dare lavoro a tante persone. Il mio sogno non è fare i soldi, ma esportare tecnologia italiana nel mondo. Far ripartire il paese Italia sull hi-tech. L analisi è molto chiara. Rispetto ai paesi europei abbiamo gli stipendi tra i più bassi. Siamo quindi competitivi. In più quelli indiani stanno crescendo rapidamente. Noi abbiamo una fidelizzazione delle persone che non trovi in altri paesi. In India non c è proprietà intellettuale e non ci si fidelizza all azienda. Il nostro è un modello particolare di azienda. Nessuno timbra il cartellino, ci sono le playstation e il calcetto. Si lavora molto da casa. Tutti i dipendenti hanno le stock option e soprattutto si lavora a un software collaborando con tutto il mondo. Il respiro è internazionale, una motivazione in più rispetto a sviluppare del software gestionale. Quanto guadagni Fabrizio e il tuo team? F.C. Non si può dire. Abbastanza per sopravvivere ma non abbastanza per comprarmi la casa in Silicon Valley, che costa da 2 milioni in su. Il costo medio è basso, andare al ristorante, la benzina. Gli affitti sono incredibili invece, anche gli asili. Un junior sw engineer comunque guadagna da 70 a 90 mila dollari, un senior da 100 a 120, un director intorno ai 140, un vice president sui più la componente stock option visto che si spera di vendere l azienda per molti soldi. Poi ci sono i bonus fino al 20%. I venditori hanno le commissioni e guadagnano molto di più dei CEOs. Come hai organizzato la parte commerciale, la rete di vendita? F.C. Noi abbiamo un senior vice president sales in Silicon Valley. Dei bravi venditori negli Stati Uniti e in un ufficio europeo. Quest anno dovremmo aprire in Asia, molto probabilmente in Cina. Come trovi le persone da inserire nella tua azienda e di quanti capitali investiti stiamo parlando? F.C. Usiamo dei recruiters, hanno costi significativi ma accelerano molto la ricerca, anche se prendono il 20% del primo stipendio annuale. In generale fare business negli Stati Uniti, in particolare a Silicon Valley, senza soldi di venture capitalist è quasi impossibile. Noi abbiamo recuperato attraverso un primo round in due fasi circa 10 milioni di dollari. Adesso stiamo cercando di fare un secondo round tra i 10 e i 20 milioni di euro. Prendere il capitale non è gratis, si chiama dilution ovvero diluizione delle proprie quote; il concetto chiave di prendere soldi di venture capitalist è avere una fetta più piccola di una torta più grande. Quantunque abbia dato delle percentuali della mia azienda al venture capitalist, alla fine la mia fetta è più grande perche e cresciuta la torta, semplice. Che consiglio daresti a un imprenditore italiano? F.C. Dipende. È sicuramente una questione di vocazione. Creare una piccola azienda di 14 persone ha un suo significato che rispetto molto. Io ho altre ambizioni, voglio fare aziende mondiali, mirare ad aziende come Google. So che si può fare. A un imprenditore italiano consiglio di prendere la valigia, venire a studiare a Silicon Valley come funziona il meccanismo, cercare capitali, collegarsi con il gruppo degli italiani che è foltissimo. Vi invito a scrivermi se volete spingere un progetto negli Stati Uniti. Questa è la mia mail, e questo il mio sito. capo at funambol.com In cerca di Venture Capital Di grass root capitalism ed imprenditoria di prima generazione se ne comincia a parlare anche in rete. Dal primo barcamp sul tema coordinato da Fabio Masetti, fino al progetto Mind the Bridge che ha appena concluso la prima fase del business plan competition : barcamp.org/venturecamp mindthebridge.org Segnaliamo: Richerd Boly responsabile del programma Partnership for Growth, dell Ambasciata Americana a Roma e organizzatore del VentureCamp. Dagli Stati Uniti Giacomo Marini, attualmente Founder and Managing Director di Noventi ed ex fondatore di Logitech alla ricerca di progetti ed idee di valore. A Torino l esperienza di Arturo Artom President and CEO di Your Truman Show. Imprenditore Serial e venture Capitalist, tra i pochi in Italia ad interpretare questa forma di finanziamento all innovazione. Gianluca Dettori, fondatore di Vitaminic e oggi impegnato in una attività di seeding di aziende promettenti. 1st generation network un network di giovani imprenditori seriali italiani che sta portantdo avanti la divulgazione della cultura imprenditoriale e di raccolta di progetti e realtà legate al web 2.0. noventivc.com redcouch.typepad.com/weblog/2007/04/your_truman_ show.html yourtrumanshow.com 1generation.net italy.usembassy.gov/p4g/italiano noventivc.com/giacomo_marini.htm 28 digital mindstyle magazine 29

16 Login imprese marketing blackberry Mobile War Il futuro degli smartphone Prima puntata. BlackBerry: dal mondo enterprise al mondo consumer Incontriamo Alberto Bevilacqua di RIM, direttore della business unit dedicata a Vodafone per il sud Europa, un azienda che produce un oggetto di culto per quelli che, con licenza poetica, mi prendo il gusto di chiamare la Management Class 2.0. Parlo ovviamente del BlackBerry e delle evoluzioni della sua efficiente quanto semplicissima gestione della mail sul cellulare. L ho incontrato e intervistato in vista dello sbarco in Italia dell iphone della Apple - forse più indicato per la Creative Class 2.0!? -, che sarà ovviamente l oggetto della seconda puntata. Non perdete la video-intervista su 7thfloor.it nella sezione NetTV! Intervista ad Alberto Bevilacqua di Andrea Genovese Andrea Genovese (7th Floor) Alberto sei il direttore per BlackBerry (BB) delle operazioni con i carrier - gli operatori di rete radiomobile - per l Italia e la Grecia. Così recita il tuo biglietto da visita - il BlackBerry è lo smartphone mentre l azienda che lo produce è la RIM, Research In Motion. Aggiungo io che sei giovane, sposato con due figli, hai una piccola decappotabile con la quale giri per Milano, frequenti i Meet The Media Guru e i Mobile Monday. Lavori in un ufficio della Regus e ti stai scaldando per una grande sfida. Sei pronto? Alberto Bevilacqua (BlackBerry) Nella classifica delle 100 migliori aziende Hi-Tech del mondo, redatta ogni anno da Business Week, RIM (Research In Motion) è undicesima, Motorola non c è e Nokia è diciassettesima. Apple è sesta ma questa classifica non tiene ancora conto del lancio del nuovo iphone. RIM non è solo un azienda che produce hardware ma rappresenta un azienda che ha degli abbonati (più di un milione e seicentomila quelli acquisiti nell ultimo trimestre a livello mondiale), come gli operatori tradizionali quali Vodafone o Tim. La BlackBerry, quindi, non è solo un azienda che vende hardware, telefonini o smartphone con un servizio molto efficiente di gestione delle mail sul cellulare. Non produce solo un oggetto ergonomico, affidabile, di design, che consuma poche risorse. Fornisce soprattutto agli utenti finali un servizio di prima classe per la gestione in mobilità delle . Lo forniamo direttamente ai carrier - Tim, Vodafone, 3 etc. - e loro lo rivendono agli abbonati, principalmente manager di grandi aziende, imprenditori e consulenti ICT. Per ora. La mail push sembra essere la killer application giusto (lo diceva Sentinelli quasi 10 anni fa!)? A.B.Siamo stati i first mover sulla mail mobile e quasi l unico mover ad oggi sulla mail push. Facciamo chiarezza su questo termine. Mail push vuol dire che la mail arriva da me e non sono io che devo andare a cercare se ci sono nuove mail. Tecnicamente vuol dire che c è un sistema che si preoccupa di monitorare costantemente le mail enterprise e quelle consumer, ogni volta che c è un cambiamento di stato - ad esempio una nuova mail, mail cancellata o altro -, le sincronizza con il device. Tutto questo lo fa il NOC, il Network Operating Center di RIM, un grandissimo data center, in realtà più di uno dislocati in Inghilterra per il mercato Europa, Africa e Medio Oriente e uno in Canada per America e Asia, che servono più di 8 milioni di abbonati al servizio. Il NOC ha accesso a una banda illimitata, ha una capacità di calcolo superiore a qualsiasi server di posta elettronica o terminale, minimizza l uso di banda ed è per questo che la stragrande maggiornaza dei nostri terminali è in standard GPRS o EDGE. Ad esempio i 2Mbyte al mese di traffico sono paragonabili più o meno a circa 4 mila scambiate. Quindi una grossa parte tecnologica risiede sulla rete, la vera piattaforma abilitante. In un sistema di push simulato, invece, il cellulare costantemente invia pacchetti IP per verificare se ci sono cambiamenti di stato in una casella . L esperienza per l utente finale è simile ma tutto questo crea più traffico, consuma più banda e quindi più soldi, consuma più batteria e la mia esperienza dura quindi molto meno. Ho visto i nuovi terminali, molto compatti come l Qual è la nuova strategia? A.B.La nuova strategia vede BlackBerry impegnata ad affrontare il mercato consumer. Icone, trackball, tasti funzione, push, allegati di office e pdf, cameraphone, facebook, mappe. Attualmente su alcuni terminali usiamo Google Maps che fa un interpolazione delle celle GSM anche se non ha dentro l antenna GPS. Mentre i Pearl 8110, Curve 8310 e 8800 hanno l antenna integrata. La navigazione internet sfrutta la stessa piattaforma abilitante BlackBerry, che naviga lei per conto del terminale, comprime le informazioni, le renderizza e le invia al terminale. Quanto costa avere un BlackBerry? I prezzi vengono fatti dai carrier. Dipende dal profilo di utilizzo, dai 25 euro al mese in su, terminale e minuti inclusi. Le tariffe sono flat o simil flat, con un limite massimo che non viene mai superato per un uso corretto. Insomma ci stiamo spostando verso il mercato consumer, non saremo più solo uno strumento per le aziende e i professionisti. Sembra quasi una strategia anti Apple. Con l iphone nello stesso mercato cosa cambia? A.B.Siamo ancora all inizio. Credo che ci possa aiutare ad allargare il mercato. Noi abbiamo creato questo segmento, gli smartphone convergenti, cellulari legati ad un certo tipo di servizio che sfruttano un collegamento dati e non sono solo degli organizer che lavorano in locale. Ora è arrivata Apple. Sicuramente allargherà la così detta notorietà, l awareness di questo tipo di servizio che lavora anche in modalità connessa always on. Sfrutta una tecnologia differente, ma la vedo come un partner Blackberry Pearl 8110 Alberto Bevilacqua che attraverso la sua forza commerciale può allargare la conoscenza di queste nuove applicazioni. La tendenza è quella di avere degli standard aperti, stanno entrando sempre più gli operatori virtuali, il social networking su mobile sta facendo i primi passi. Voi che piani avete? A.B.Il nostro sistema operativo è basato su Java, la mobile edition, è uno standard aperto, chiunque può sviluppare applicazioni, ci sono dei programmi di supporto. MDS Studio è un sistema con un interfaccia punta e clicca per il mondo enterprise immediatamente utilizzabile da tutti i nostri clienti. Un esempio di queste applicazioni appena sviluppata è proprio Facebook sul BlackBerry. Segue una bella dimostrazione di come funziona nel suo BlackBerry questa nuova applicazione web 2.0 sul mobile (ndr). Web 2.0, ricezione continua di , essere sempre interrotti magari da 100, 200 al giorno. Sembra un inferno più che un opportunità? A.B. Sicuramente c è un po di overkill, non di più però delle televisioni in metro, di internet ovunque, delle stazioni radio sempre accese. Il BlackBerry ti dà molta libertà, in realtà puoi lavorare con la mentre giri per la città, vai a prendere i bambini a scuola o stai comodamente seduto a un ristorante, sempre meglio che restare in ufficio davanti a un monitor! Come dice il fondatore di RIM, Mike Lazaridis, dobbiamo essere noi a dominare queste tecnologie. E per essere padroni delle tecnologie, del nostro tempo libero, siamo noi stessi che dobbiamo prenderci una pausa dall essere sempre connessi. Il tasto principale è il tasto OFF. abevilacqua@rim.com 30 digital mindstyle magazine 31

17 Login marketing internet UGC User Generated Advertising Zooppa è una piattaforma innovativa di pubblicità generate dagli utenti e sponsorizzate dalle aziende. > Stefano Mizzella Il what is del sito di Zooppa riassume in modo efficace il servizio offerto da questa start-up italoamericana, incubata all interno di H-FARM, centro per la ricerca e l innovazione nel campo delle tecnologie e dei nuovi media, situato a Ca Tron, vicino Venezia. Lo scopo di Zooppa è quello di offrire agli utenti uno spazio per la creazione e la condivisione di nuove forme di user generated advertising. Riportando un estratto della nota societaria, vediamo come Zooppa sia legata a un modello di business in cui persone e aziende entrano in contatto in un contesto virale basato sulla creatività e sul riconoscimento di una somma di denaro variabile per i contenuti autoprodotti. Questo significa incentivare il talento creativo di tutti coloro che solitamente non hanno voce in capitolo nel mondo tradizionale della pubblicità. Il primo elemento su cui riflettere riguarda proprio la possibilità di mettere in contatto utenti non professionisti e il mondo corporate, all interno di un contesto dedicato alla valorizzazione di contenuti creativi prodotti dal basso. Il modello di business di Zooppa rappresenta dunque una grande opportunità sia per gli utenti che per le aziende. Zooppa si relaziona costantemente con aziende, nazionali e internazionali, interessate a sfruttare i contest lanciati dal sito per commercializzare il proprio marchio attraverso nuove forme di advertising. Si legge ancora nella nota societaria: Sulla base delle indicazioni fornite dalle aziende committenti, gli utenti sono invitati a creare pubblicità per marchi o prodotti delle aziende in questione. Gli utenti registrati possono partecipare con diversi tipi di contributi: scrivere un idea o una breve sceneggiatura per una potenziale pubblicità, realizzare delle pagine grafiche con il logo dell azienda e un pay off, produrre un animazione o girare un video vero e proprio. La catena generatrice di valore è riassunta da Zooppa attraverso questa sorta di diagramma di flusso: IO ti do un MARCHIO > TU crei una PUBBLICITÁ > TU voti la MIGLIO- RE > IO ti PAGO. Ciò significa, più nel dettaglio, che a seguito di un accordo commerciale tra Zooppa e una società, viene lanciato all interno del sito un nuovo contest per gli utenti. Questi ultimi, a loro volta, sono incoraggiati a collaborare tra loro attraverso un meccanismo di incentivi, denominato Team Bonus, che serve a ricompensare chi, per esempio, ha realizzato un video utilizzando l idea di un altro utente, premiando dunque in modo proporzionale sia l autore che il videomaker. Risulta interessante anche il meccanismo di social ranking che Zooppa propone ai suoi utenti. È la community, infatti, a decretare i vincitori dei vari contest: in base ai voti e ai commenti ricevuti dagli altri utenti, Zooppa assegna i premi in denaro ai video che hanno raggiunto il punteggio più alto. Sono previste, inoltre, altre forme di collaborazione tra utenti e aziende. Nel caso in cui un azienda decidesse di utilizzare i materiali postati sul sito per sfruttarli come campagne pubblicitarie su altri mezzi, Zooppa svolgerebbe a quel punto il ruolo di intermediario tra gli autori dei contenuti e le aziende stesse, assicurando un range di prezzo variabile all interno del quale far incontrare gli interessi degli utenti e delle aziende. Zooppa ha al suo interno una sorta di microeconomia che richiama alla mente i Linden dollars di Second Life. Gli Zoop$ dollars rappresentano infatti la moneta virtuale emessa dalla ZoopBank e si guadagnano partecipando e piazzando in classifica i propri lavori nelle varie gare (uno Zoop$ equivale ad un dollaro americano, anche se gli Zoop$ possono essere convertiti in dollari reali solo dopo aver raggiunto la soglia minima di 1,000 Zoop$). Zooppa [at] Social Media Lab & MiniBar Zooppa è stata invitata a partecipare, lo scorso 15 febbraio presso l Università IULM di Milano, al secondo appuntamento di Social Media Lab, intitolato per l occasione: SPREAD THE WORD - Web 2.0, marketing e reti di comunicazione informale. L incontro è servito a offrire un panorama più ampio sulle evoluzioni del marketing e dell advertising nell era dei social media, con particolare attenzione all efficacia delle nuove strategie di comunicazione basate su community online, user-generated content e passaparola. Nel corso della stessa giornata, Zooppa ha avuto l opportunità di presentarsi come start-up all interno del primo appuntamento di MiniBar-Italy, una conferenza/aperitivo di stampo londinese organizzata per la prima volta presso la Triennale di Milano, allo scopo di incentivare l attività imprenditoriale e l innovazione nel Web 2.0 italiano. Troverete nel sito ufficiale dei due eventi - le informazioni riguardanti le altre start-up partecipanti e le relative presentazioni. 7th Floor è media partner di Social Media Lab e MiniBar. Presto su 7th floor.it le analisi e i materiali riguardanti le iniziative più interessanti emerse nel corso di questi due appuntamenti milanesi. Persone e aziende entrano in contatto in un contesto virale basato sulla creatività e sul riconoscimento di una somma di denaro variabile per i contenuti autoprodotti. Ribaltando il punto di vista dalla parte non più dell utente ma delle aziende, il precedente diagramma di flusso assume ora nuove sembianze: TU ci dai il tuo MARCHIO > e sponsorizzi una GARA su ZOOPPA > NOI ti forniamo la PUBBLICITÁ > e ti diciamo come sei PERCEPITO. La successione del diagramma serve sostanzialmente a rispondere a una domanda che sembra più che lecito porsi. Perché, infatti, una grande azienda, con un brand già riconoscibile, dovrebbe rivolgersi a un servizio come Zooppa per lanciare la propria campagna di advertising? E perché, soprattutto, decidere di affidarsi alla produzione di utenti non professionisti e non alle competenze certificate di un affermata agenzia pubblicitaria? Questa la risposta o, meglio, le risposte, fornite direttamente da Zooppa: Perché potrete contare sulla forza innovativa di uno strumento in continua espansione come Internet, sfruttandone tutta la viralità e la capacità di raggiungere ogni angolo del globo con una velocità impensabile per qualsiasi altro media. Perché potrete aumentare la creatività della vostra comunicazione e avere moltissimi nuovi spunti. Con Zooppa.com avrete accesso ad un bacino creativo molto più esteso, sia grazie al numero di utenti che intervengono nel nostro sito sia grazie alle caratteristiche del mezzo utilizzato. Il nostro modello favorisce l accesso ai nuovi linguaggi di comunicazione al ritmo di Internet. Perché il vostro marchio potrà essere visto da un audience allargata di persone. I video postati vengono promossi nella rete sia dallo staff di Zooppa sia dagli utenti stessi, che contribuiscono a innescare un circolo virtuoso di viralità. Gli utenti che partecipano alle gare non solo entreranno in contatto con il vostro marchio, ma condivideranno le loro idee parlando di voi nella rete. In questo modo, potrete avere un riscontro reale di come le persone percepiscono la vostra azienda. La viralità della piattaforma è inoltre aumentata e rafforzata dai diversi servizi di community che Zooppa mette a disposizione dei propri utenti: Zoopperland, Matto per Zooppa e il Big Zooppa Blog. Strumenti, questi, utili per conoscere e scambiare opinioni con i vari zooppers, commentare i video più belli e acquistare gadget ufficiali. Una risorsa, soprattutto, per incentivare la creazione e l espansione del buzz, ovvero il passaparola prodotto dagli utenti su brand e servizi che, grazie al web, sta letteralmente rivoluzionando le tradizionali dinamiche di marketing e di social reputation. Il social advertising di Zoppa è un chiaro esempio del modo in cui i nuovi protagonisti del web hanno l opportunità di modellare le proprie risorse creative su un inedito modello di produzione e scambio di conoscenza. Allo stesso tempo, le imprese e le aziende più innovative hanno di fronte l occasione di far proprie tali risorse come mai è stato possibile fare fino ad ora perché, come affermano Don Tapscott ed Anthony D. Williams all interno di Wikinomics, co-creare con i clienti è come attingere al bacino di capitale intellettuale più qualificato che sia mai stato aggregato. 32 digital mindstyle magazine 33

18 Login internet e-learning Imparare Online il business del futuro La ricetta per creare dei learning environment di successo è complessa, incentrata sulle persone, sull interazione e sulla non-linearità... > di Robin Good (masternewmedia.org) Imparare online diventa un asset decisivo. In una società in continua e sempre più rapida trasformazione il poter apprendere in maniera rapida ed efficace diventa gradualmente un esigenza sentita da una sempre più grande percentuale di persone. Conoscere, essere aggiornati, saper gestire e manovrare nuove informazioni sono gli asset di chiunque si affacci per la prima volta o voglia far carriera nel mondo lavorativo. O sai adattarti, imparando continuamente cose nuove, o le possibilità di inserirti e di migliorare in maniera significativa le tue ambizioni professionali diventerà un compito sempre più difficile. Perché gli attuali corsi online sono un fallimento. A nessuno piace studiare in solitudine e dovendo rispettare un percorso rigido, e predeterminato da altri. Certo sarebbe fantastico poter finalmente imparare online quanto più ci interessa e ci appassiona senza dover ancor oggi utilizzare metodi di apprendimento che non sono molto meglio della lettura di un libro di 200 pagine, anche se riccamente illustrato ed online. Ma purtroppo il paradigma dominante dell apprendimento online è stato finora e rimane ad oggi quello di trasformare e riconfezionare per il Web contenuti didattici, spesso preesistenti, a volte con il complemento di classi in diretta, domande e risposte con gli alunni, e la tradizionale sequenza di moduli e test per procedere da un livello ad un altro. Esattamente lo stesso modello utilizzato dai nostri sistemi educativi tradizionali. E, come avrai già capito da solo, il problema è proprio qua. Se vuoi veramente trasformare la qualità e il livello di apprendimento che puoi offrire attraverso un corso a distanza l unica maniera per farlo è quella di trasformare la natura del corso, dal modello statico e lineare che hai visto a scuola, in un modello flessibile, appassionante e coinvolgente proprio come la natura del web, il luogo di fruizione/interazione del corso. Una volta iscritto in uno qualsiasi dei corsi online disponibili oggi, ti accorgi che è peggio che essere iscritti ad un Università Italiana. Sei solo, e devi leggere e imparare una barca di cose. Sì, ci sono i professori a cui puoi scrivere, ma il tutto avviene in private. Si ci sono delle belle slide colorate, ma in fondo i contenuti sono gli stessi di un corso classico con l aggiunta di qualche animazione in più... il mazzo te lo devi fare di nuovo così come hai sempre fatto... non è cambiato proprio nulla rispetto a come si imparava prima del web. Anzi, nei corsi classici la presenza fisica degli altri studenti e amici offriva una palestra di apprendimento sociale e culturale ben più ampia e preziosa di quello che un corso a distanza così concepito può fornire. Quindi non è nel ripubblicare i contenuti di corsi tradizionali online che si può creare un ambiente per l apprendimento online che valorizzi sia tutte le potenzialità del web sia i più avanzati principi di pedagogia. 34 digital mindstyle magazine 35

19 L importanza di adottare una nuova formula per l apprendimento online. Voltiamo pagina. Il segreto della nuova formula dell apprendimento online, sulla quale alcuni imprenditori d avanguardia stanno già investendo le loro migliori energie e risorse, è invece quello di valorizzare Uno sviluppo continuo e collaborativo dei materiali disponibili, concepito come un club di appassionati piuttosto che come un classico corso di formazione. le caratteristiche naturali ed intriseche del Web cercando allo stesso tempo di miscelare quanto gli esperti di apprendimento ed educazione hanno scoperto in questi ultimi anni. Gli ingredienti più popolari li avrai già sentiti nominare più volte... lo studente, e non il maestro deve essere il fuoco di attenzione... i metodi di insegnamento devono consentire a studenti con caratteristiche diverse di imparare comunque in maniera soddisfacente... l interazione dello studente con gli altri studenti e con i materiali di apprendimento è vitale... e via dicendo. La ricetta è relativamente semplice, gli ingredienti non sono difficili da trovare. Quello che è particolarmente difficile è avere l umiltà di capire che la miscela di competenze e professionalità richieste per creare dei learning environment di successo è complessa, incentrata sulle persone, sull interazione e sulla non-linearità, è basata su uno sviluppo continuo e collaborativo dei materiali disponibili, ed è concepita come un club di appassionati piuttosto che come un classico corso di formazione. La miscela non è sostituibile da tecnologie o automatismi mirati esclusivamente a confezionare in formati sempre più accattivanti e modulari i contenuti destinati all apprendimento. La ricetta a) Lo studente è il centro d attenzione. Corsi completamente pre-confezionati in modo da soddisfare il numero più largo di persone sono il passato. La parola d ordine e personalizzazione. Flessibilità. Opzioni. E sei tu, lo studente, a determinare cosa e quando studiare. b) Il corso non è un mezzo per avere un pezzo di carta con il quale aprire delle eventuali porte. Il corso è realmente un percorso di apprendimento reale, fatto di relazioni e sperimentazione e feedback continuo che ti consente di creare le porte che vuoi tu per andare dove interessa a te. c) Lo studente partecipa. Perché è realmente interessato ad imparare in maniera efficace insieme a persone che coltivano gli stessi interessi e passioni. d) Ognuno impara all ora e nel momento che desidera. Corsi online che richiedono la presenza ad ore e giorni prestabiliti per effettuare test, presentazioni od altro sono anacronistici. Tutte le materie devono poter esser studiate nei tempi e nelle modalità scelte dallo studente. e) Imparare non è un percorso lineare ed uguale per tutti. I moduli di un corso non devono per forza essere realizzati in un formato sequenziale che obbliga tutti a seguire lo stesso percorso. Ogni studente deve poter liberamente scegliere quali moduli è interessato a seguire ed in che ordine intende procedere, includendo il poter cambiare idea ogni qualvolta le circostanze lo richiedano. f) Ognuno ha modi e tempi diversi per apprendere. Un corso online deve poter offrire i materiali di studio in più formati in modo da poter soddisfare in maniera flessibile le diverse esigenze di ogni studente. Lo stesso contenuto può essere fornito sotto forma di un articolo illustrato, di presentazione con audio, di podcast/mp3 (ascoltabile in macchina, in autobus o in treno, o mentre si fa jogging) e anche di screencast e di video. C è chi preferisce leggere e chi apprende meglio ascoltando qualcosa. g) La comunità è vitale. Per imparare bisogna poter fare tante domande. Per imparare è essenziale poter partecipare in una comunità dove esistono altre persone appassionate e seriamente interessate ad imparare le stesse cose che interessano a te. Il nuovo modello di apprendimento, applicabile a siti che richiedono una registrazione così come a corsi professionali in campi più tradizionali, fornisce allo studente molteplici forum dove poter non solo porre domande, ma dove anche imparare dalle conversazioni e dalle domande e risposte dell intera comunità di studenti. h) Si impara meglio quando il corso lo insegna qualcuno che ci ispira e in cui abbiamo grande stima e fiducia. Non si può impacchettare un bel corso online semplicemente sulla base di contenuti sviluppati da gente anonima e assoldata per una stagione. Di contenuti è pieno il web. Le librerie sono piene di libri. Quello che fa veramente la differenza è chi insegna il corso. Nel vecchio paradigma lo scoprivi dopo esserti iscritto, nel futuro dietro l angolo lo staff di chi insegna è il cuore del valore offerto. i) Condividere è il nuovo metodo, dinamico. Insegnare è il vecchio, fisso, statico. Chi insegna lo fa condividendo le sue esperienze e creando dei modelli da emulare, analizzare e migliorare. Se la costante di questa epoca è il cambiamento continuo, come si può insegnare adottando un metodo che presuppone regole ed assunti ben fissi e predeterminati? L idea che imparare qualcosa possa avere un inizio ed una fine è un idea fuorviante. Imparare è un attività che oggigiorno non ha un termine. Medico, avvocato, editore, architetto o blogger non fa differenza. Oggi se vuoi essere un esperto di qualcosa, l unica cosa di cui puoi essere sicuro è che se non studi ogni giorno, ci sarà certamente qualcun altro che lo farà al posto tuo. Meglio e più in fretta. Robin Good 36 digital mindstyle magazine 37

20 Login internet imprenditori digitali internazionale Richard Moross, Moo.com, Londra Jay Bhatti, Spock.com, San Francisco Brad Jefferson, Animoto.com, New York Spock, Moo e Animoto, tre start up che cercano di cambiare alcuni aspetti della nostra vita sfruttando le risorse digitali. > di Gianfranco Chicco Alcuni di loro creano un nuovo motore di ricerca, che vive solo nel mondo dei bit, altri da questa piattaforma saltano al mondo reale. Ormai è indiscussa la capacità di generare vero business (soldi!) da parte di questi imprenditori. I Digital Entrepreneurs sono quegli imprenditori che abbracciano un idea e la fanno diventare realtà basandosi fortemente sulle risorse digitali. Sono giovani, sognatori e abituati a muoversi con disinvoltura nel mondo della tecnologia. Le loro non sono invenzioni radicali nel senso stretto del prodotto, ma attraverso la reinvenzione di attività che sembravano stagne utilizzando il design, la cross-pollinizzazione e lo sfruttamento della tecnologia a disposizione. Scopriamo tre start-up che vivono all estero, ma che potrebbero perfettamente essere nati in Italia: Jay Bhatti (San Francisco), co-fondatore & CEO di Spock.com, una specie di Who s Who 2.0 che vuole diventare l applicativo numero uno al mondo per la ricerca di persone. Richard Moross (Londra), fondatore & CEO di Moo.com, che sogna nuovi strumenti per aiutare le persone a convertire i loro contenuti virtuali in bellissimi prodotti stampati per il mondo reale. Brad Jefferson (New York), co-fondatore & CEO di Animoto. com, che concentra la sua passione nell automatizzare il processo creativo per creare contenuti video che abbiano il valore di una produzione che ti aspetteresti di vedere in un film o in tv. Identikit: Young Tutti oggi trentenni, sono nel mondo del lavoro da parecchi anni e hanno capito quasi subito che volevano avere una propria azienda. Technology, my friend Jay è stato product manager alla Microsoft, Richard -laureato in scienze politiche- ha imparato a evitare errori lavorando in una dotcom startup e Brad ha fatto il commerciale nel settore dell enterprise software. Per loro la tecnologia è parte del passato, presente e futuro. The idea In parte per caso, in parte dedicandole tempo e rinunciando ai loro altri lavori, i loro progetti sono nati tra un Sake bar di New York, una Pool House in California e la voglia di dare qualcosa di fisico agli utenti del proprio sito di social networking. Business model Animoto segue il modello freemium (free + premium): gratis la creazione di video di 30 secondi; 3 dollari (o 30 per l abbonamento annuale all-access ) per la creazione di video fulllength. Spock è attualmente concentrata nello sviluppo della user experience e nel lungo termine il business model prevede di mostrare pubblicità e consigli innovativi e rilevanti quando la gente fa una ricerca. Moo si specializza nella stampa e vendita di beautiful products, utilizzando immagini caricate direttamente dagli utenti o da una galleria di designer. Design & Power to the People Il design è al centro di queste iniziative, non solo come valore estetico ma come esperienza di navigazione, di acquisto e nel linguaggio utilizzato con l utente. Nel caso di Moo si espande anche al prodotto fisico e al packaging. Tu diventi l artista al momento di creare un video, tu sei il designer che produce bellissimi biglietti da visita, tu contribuisci a descrivere le persone della rete. Flat world Le frontiere sono diventate invisibili grazie a internet. Moo vende in più di 140 paesi, Spock è accessibile da praticamente tutto il mondo e nei primi mesi di vita i video di Animoto sono stati visti da 10 milioni di navigatori. No marketing Sono diventati famosi grazie al passaparola digitale e non, e tra i loro piani di comunicazione non troverete attività di marketing convenzionale. Hanno concentrato le loro risorse nell offrire l esperienza migliore possibile e poi la blogosfera e il social networking hanno fatto il resto. Community rulez Il primo accordo di Moo è stato attraverso le community di Flickr, mentre i ragazzi di Animoto sono diventati famosi grazie al giro di blog che hanno recensito la loro beta. Spock è una specie di sito di meta-social networking che si appoggia sui vari profili personali/professionali disponibili su Linkedin, Facebook, Wikipedia, ecc. Start-up I loro consigli per fare una start-up si possono riassumere in: 1. Muoviti velocemente, prova quanto prima la fattibilità della tua idea. 2. Pianifica per il successo. Il fallimento significa semplicemente che devi passare alla prossima idea. 3. Assumi i migliori. Cerca persone intelligenti, motivate e che abbiano la right attitude verso la tua azienda. 4. Sii aperto, trasparente e sincero verso il mondo esterno: condividi la tua visione con gli utenti e con la stampa. Non lasciare che nessun altro incominci a definire che cosa sei. 5. Lavora con gente fidata, che ammiri e che ti ispira. 6. Se disponibile, prendi più investimenti di quelli che credi sia necessario. Quali sono secondo te gli imprenditori digitali italiani più interessanti del 2008? scrivimi a gianfranco.chicco@gmail.com 38 digital mindstyle magazine 39

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