Monday, October 1, 12 ECONOMIA DELL ISTRUZIONE
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- Floriana Lupo
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1 ECONOMIA DELL ISTRUZIONE
2 Obiettivi Analizzare la natura economica del bene istruzione; Individuare le caratteristiche della sua produzione e del relativo mercato ; Analizzare le ragioni e le modalità dell intervento pubblico nel settore educativo; Fornire alcuni schemi di riferimento teorico per l analisi del contesto istituzionale italiano. 2
3 Economia dell istruzione Una definizione: L Economia dell istruzione si occupa di quella parte dell analisi teorica e dell economia applicata che analizza gli effetti sul sistema economico dell acquisizione di conoscenze da parte degli individui che in esso operano attraverso l attività di formazione svolta da organizzazioni pubbliche, private o del terzo settore. 3
4 Agenda Lezione prima: le caratteristiche economiche dell istruzione Lezione seconda: le ragioni dell intervento pubblico nel settore dell istruzione Lezione terza: la politica economica dell istruzione Lezione quarta: alcune riflessioni sulla teoria del capitale umano 4
5 LEZIONE PRIMA LE CARATTERISTICHE ECONOMICHE DELL ISTRUZIONE
6 Le caratteristiche economiche dei beni la rivalità nel consumo i beni a consumo collettivo i beni a consumo individuale la escludibilità dal consumo i beni pubblici i beni misti nb. queste sono le caratteristiche con cui la teoria economica descrive i beni e i servizi... 6
7 Il concetto di rivalità nel consumo (1) BENI A CONSUMO COLLETTIVO Il consumo di questi beni è compatibile, cioè non rivale, con il consumo degli stessi da parte di altri individui in altre parole: l aggiunta di più consumatori non comporta aumenti di costo della produzione (costi marginali = 0) 7
8 Il concetto di rivalità nel consumo (2) BENI A CONSUMO PRIVATO Il consumo di questi beni è incompatibile, cioè rivale, con il consumo degli stessi da parte di altri individui i diversi gradi di rivalità nel consumo 8
9 Il concetto di escludibilità dal consumo Difficoltà o impossibilità, per il produttore di un bene o servizio, di escludere gli altri dai benefici di tale produzione Tale difficoltà può essere di due tipi: tecnica (illuminazione pubblica) economica (pedaggio all ingresso delle strade) 9
10 I beni pubblici puri Sono beni particolari (e rari!): caratterizzati dalla compresenza delle due caratteristiche di non rivalità nel consumo e non escludibilità non vi è possibilità che tali beni possano essere prodotti da un impresa privata: nessun soggetto è intenzionato a pagare il prezzo (a causa della non escludibilità dal consumo) - free riding Esempi: illuminazione pubblica, difesa, giustizia 10
11 Una classificazione tipologica dei diversi beni e servizi Rivale Non rivale Escludibile Bene privato (paio di scarpe) Bene tariffabile (autostrada) Non escludibile Bene comune (parco pubblico) Bene pubblico (???) 11
12 L istruzione e la ricerca sono beni pubblici? L istruzione è un bene privato (escludibile, rivale); La ricerca è un bene pubblico (non escludibile, non rivale). nb. attenzione! l istruzione è un bene che può essere definito privato in relazione alle sue caratteristiche economiche! Vi possono essere giudizi di valore che portano a considerare l istruzione un servizio pubblico, ma sotto altri profili (sociali, culturali, ecc.) 12
13 L istruzione è un bene privato È un bene rivale : il costo per l istruire uno studente in più è significativamente diverso da zero (ad esempio, oltre un certo numero di studenti, occorre utilizzare due aule anzichè una sola). È un bene escludibile : si può impedire ad alcuni soggetti di fruire dei servizi di istruzione (ad esempio, il sistema dei test d ingresso o il livello della tassazione) 13
14 La ricerca è un bene pubblico Non rivale: una volta prodotta una nuova conoscenza, essa può essere accessibile da chiunque ad un costo aggiuntivo nullo (ad esempio, le informazioni sulle nuove scoperte/invenzioni pubblicate sul web). Non escludibile: una volta prodotta una nuova conoscenza, nessun soggetto può essere escluso dalla sua conoscenza/utilizzo (eccezione: il fenomeno dei brevetti) 14
15 Una conseguenza importante (1) LA PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI DI TIPO COLLETTIVO DA PARTE DEL SETTORE PUBBLICO (es. istruzione)... DEVE ESSERE GIUSTIFICATA CON MOTIVI DIVERSI DALL IMPOSSIBILITÀ DELLA LORO PRODUZIONE DA PARTE DEI PRIVATI 15
16 Una conseguenza importante (2) LA PRINCIPALE SPIEGAZIONE DELLA FORNITURA PUBBLICA DI UN BENE O SERVIZIO È CHE LA COLLETTIVITÀ VEDE IN TALE PROCESSO QUALCOSA DI DIVERSO (E MIGLIORE) DA QUELLO PRIVATO... ED È QUINDI DISPOSTA A PAGARE L EVENTUALE DIFFERENZA DI COSTO 16
17 A. Istruzione come bene meritorio Non presentano problemi di non rivalità o di non escludibilità Lo Stato sovrappone il proprio punto di vista a quello individuale (comportamento paternalistico) Esempi: assicurazione auto, istruzione obbligatoria, vaccinazioni, è fondamentale che tutti i ragazzi fino a x anni d età frequentino la scuola e raggiungano un livello y di istruzione è un giudizio di valore 17
18 B. Istruzione come bene associativo Il consumatore valuta, al momento della scelta del produttore di cui diventare cliente, non solo la qualità e il prezzo, ma anche le caratteristiche personali degli altri clienti Il concetto di club Stratificazione Esempi di istruzione come bene associativo Le scuole per studenti di elite (status sociale elevato, classe dirigente,...) Le scuole religiose... 18
19 LEZIONE SECONDA LE RAGIONI DELL INTERVENTO PUBBLICO NEL SETTORE DELL ISTRUZIONE
20 Perchè lo Stato sovvenziona i costi dell istruzione? Ragioni di efficienza (funzionamento migliore del mercato) Intervento dello Stato (settore pubblico) Ragioni di equità (tutela degli studenti più deboli) è importante distinguere le due funzioni (almeno sotto il profilo teorico!) 20
21 Perchè lo Stato sovvenziona i costi dell istruzione? (1) l obiettivo allocativo o di efficienza economica lo Stato interviene per sopperire ad alcuni fallimenti del mercato che porterebbero ad un investimento in istruzione universitaria diverso dal livello ottimale esternalità imperfezioni nel mercato dei capitali rischio Ragioni di efficienza! asimmetrie informative 21
22 Perchè lo Stato sovvenziona i costi dell istruzione? (2) L obiettivo redistributivo lo Stato interviene per garantire che gli studenti dotati non siano esclusi per mancanza di mezzi finanziari (nb. anche in questo obiettivo vi sono ragioni di efficienza) Ragioni di equità! 22
23 A. Esternalità l istruzione è un bene privato (impuro) cui sono associate esternalità positive significativi benefici che non vanno ad esclusivo vantaggio di chi consuma o investe in istruzione (Bowen) benefici di tipo culturale (es. elettori più consapevoli, istruzione delle donne) benefici di tipo produttivo (effetti su crescita e sviluppo) la difficoltà di valutare economicamente tali benefici: come individuare sovvenzioni non distorsive? 23
24 B. Imperfezioni del mercato dei capitali un individuo che voglia finanziare gli studi indebitandosi non può fornire alcuna garanzia, se non i suoi redditi futuri le difficoltà di accesso al credito (Friedman) il mercato ad hoc dei capitali per gli investimenti in istruzione: la garanzia pubblica sui rimborsi 24
25 C. Rischio lo studente non conosce la sua capacità di utilizzare con profitto i servizi educativi (rischio di abbandono) né conosce il valore del prodotto finito sul mercato il tasso di rendimento dovrà essere quindi elevato altrimenti l investimento in istruzione superiore sarà disincentivato il rischio di abbandono può essere affrontato attraverso forme assicurative (riduzione della varianza per la somma di eventi indipendenti) il rischio sul valore dell investimento può dipendere da aspetti individuali e sociali (es. tasso di disoccupazione): per quest ultimo aspetto non è assicurabile (eventi non indipendenti) 25
26 D) Asimmetrie informative d.1. moral hazard lo studente assicurato non si impegna: aumenta il rischio di drop-out lo studente può scegliere un lavoro non remunerativo sotto il profilo del reddito ma che presenti altri benefici 26
27 D) Asimmetrie informative d.2. adverse selection sono più inclini ad assicurarsi i soggetti che: sanno di avere minori capacità hanno prospettive di reddito più basse impossibilità di conoscere le caratteristiche dei soggetti: un unico premio commisurato al rischio medio una possibile risposta: programmi pubblici di prestiti combinati con forme assicurative 27
28 L equità il raggiungimento di eque opportunità educative può essere motivato anche con argomenti che richiamano la nozione di efficienza la distribuzione degli studenti non è correlata con la distribuzione del reddito i benefici sociali dell istruzione superiore sono maggiori se l accesso è garantito ai più dotati il mercato, cioè la sola capacità di pagare, può non risultare uno strumento di efficiente allocazione l articolo 34 della Costituzione: i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i più elevati livelli degli studi 28
29 Il processo produttivo dell istruzione Ecco perchè il focus sui capaci e meritevoli!! 29
30 ART. 33 L arte e la scienza sono libere e libero ne è l insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato. 30
31 ART. 33 (continua) La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. E prescritto un esame di Stato per l ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l abilitazione all esercizio professionale. Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato. 31
32 ART. 34 La scuola è aperta tutti. L istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. 32
33 LEZIONE TERZA LA POLITICA ECONOMICA DELL ISTRUZIONE
34 Una idea generale Il pianificatore sociale dovrebbe scegliere la politica che fornisce il più alto livello di benessere per la società, risolvendo i fallimenti del mercato e perseguendo finalità perequative Tre questioni: Come si misura il livello di benessere? Cosa si intende per benessere? Cosa si intende per società? 34
35 La scelta tra i diversi strumenti alternativi caratteristiche dei fallimenti di mercato costi delle diverse politiche capacità dei funzionari pubblici di ottenere le informazioni necessarie per l attuazione delle politiche è indispensabile non sottovalutare questi tre elementi generali! 35
36 Il rischio del fallimento dello Stato DEFINIZIONE: quando i costi dell intervento pubblico superano i vantaggi di rimediare al fallimento di mercato i diversi strumenti sono di solito impiegati in modo congiunto, al fine di giungere ad un mix che consenta di massimizzare gli effetti delle politiche 36
37 Gli strumenti dell intervento pubblico nel settore educativo I sussidi I buoni scuola (vouchers) La fornitura pubblica diretta Le borse di studio I prestiti d onore L imposta sul laureato 37
38 (a) I sussidi (pigouviani) L obiettivo è di modificare il prezzo del bene: le scelte degli individui possono così raggiungere il livello di consumo socialmente efficiente sussidi diretti incentivi alla produzione riduzione dell imposizione fiscale es. lo Stato partecipa ai costi delle scuole, così gli studenti (famiglie) pagano un prezzo inferiore (o nullo) 38
39 (b) I buoni scuola (vouchers) Si tratta di un buono governativo che può essere speso nell istituzione scelta dal consumatore allo stesso tempo si sostiene la concorrenza tra i fornitori, riducendo le inefficienze legate alla gestione monopolistica del servizio L idea di Friedman (1962) 39
40 I pro e i contro dei vouchers PRO possibilità di essere definiti ad hoc promozione della concorrenza CONTRO difficoltà della scelta consapevole il grado di copertura dei costi l incentivo al bene associativo i costi di introduzione del sistema 40
41 (c) La fornitura pubblica diretta Il settore pubblico garantisce non solo il finanziamento, ma anche la produzione del servizio I costi di produzione: possono essere posti a carico della fiscalità generale oppure i beneficiari possono essere chiamati a parteciparvi Nb. Diverso dai sussidi!!! 41
42 I pro e i contro della fornitura diretta possibilità di controllo della natura dei servizi offerti superamento delle esternalità posizionali rimedio a problemi di selezione avversa e di cream skimming i problemi di efficienza del settore pubblico l eterogenesi dei fini (es. omogeneità vs differenziazione) 42
43 (d) Le borse di studio Si tratta di un contributo a fondo perduto con l obiettivo di coprire i costi di mantenimento agli studi nel periodo di frequenza dei corsi NB. il problema del grado di copertura dei costi 43
44 (e) I prestiti d onore L intervento di sostegno allo studente è finalizzato a risolvere il problema di cassa le somme ottenute vanno restituite dopo il completamento degli studi la garanzia pubblica 44
45 Il livello di dono del prestito La differenza tra il valore attuale della somma ottenuta e di quella restituita il periodo di durata il tasso di interesse (sussidi) income-contingent loans merit loans forme innovative di prestiti! le esperienze recenti 45
46 (f) L imposta sui laureati I laureati sono chiamati a pagare una sopratassa all imposta sul reddito, oppure un contributo assicurativo nazionale in cambio dell aiuto ricevuto nel corso dell istruzione superiore (Glennerster, Merret e Wilson 1968) il caso australiano Il problema dell imposta sui laureati... la durata del contributo e la commisurazione all importo ricevuto 46
47 I rischi degli effetti redistributivi perversi dell intervento pubblico Gli oneri fiscali a carico di chi non partecipa direttamente all istruzione La gratuità totale dell istruzione può avvantaggiare le classi più elevate 47
48 LEZIONE QUARTA: ALCUNE RIFLESSIONI SULLA TEORIA DEL CAPITALE UMANO
49 Introduzione la teoria del capitale umano costituisce un estensione dei principi della teoria del capitale alla formazione delle conoscenze e capacità produttive degli individui in un ottica che abbraccia la loro intera vita professionale i principali apporti teorici: a) le ricerche sulla natura e la determinanti della crescita b) gli studi relativi alla distribuzione personale del reddito Il significato attribuito al termine capitale umano nell economia dell istruzione è differente dalla sua accezione comune nel dibattito politico ed economico! 49
50 Gli studi sulla crescita economica (1) il punto di partenza: negli anni cinquanta e sessanta gli aumenti dell output aggregato superano gli incrementi degli input l aumento della produzione totale supera gli incrementi complessivi dei fattori produttivi 50
51 Gli studi sulla crescita economica (2) il residuo mancante per far quadrare la contabilità della crescita: il miglioramento della qualità del lavoro (Denison 1962) il miglioramento delle risorse umane (Schultz 1961) a) diffusione alfabetizzazione b) sviluppo istruzione e addestramento professionale c) riduzione della mortalità d) aumento delle cure all infanzia da parte delle famiglie 51
52 Gli studi sulla distribuzione dei redditi gli effetti dell istruzione e della formazione professionale sulle retribuzioni emerge l importanza del collegamento tra capitale umano, redditi e patrimoni (Miller 1960) 52
53 L istruzione da consumo a INVESTIMENTO(1) Human capital (Becker 1964) il tradizionale pensiero neoclassico l istruzione una forma di consumo, condizionata da: i «gusti» (le preferenze) degli agenti il reddito delle famiglie il costo della formazione l elemento consumo non può comunque essere trascurato: imparare come opera la realtà che ci circonda è piacevole e fornisce un utilità diretta 53
54 L istruzione da consumo a INVESTIMENTO(2) in un contesto di scelte razionali l agente investe in capitale umano sino al punto in cui: Scelte razionali?? benefici marginali = costi marginali gli investimenti sono effettuati in diversi tipi di scolarità vi sarà quindi la tendenza al livellamento dei rendimenti dell istruzione nei diversi settori e i valori attuali delle remunerazioni future ad essi associati saranno equivalenti 54
55 Sviluppi e crisi della teoria del capitale umano gli sviluppi in molti campi della teoria economica le difficoltà di verifica empirica (risolta con gli studi degli anni novanta e duemila) le critiche della teoria del credenzialismo (l istruzione formale come mera selezione della forza lavoro) le prove in merito alla teoria del capitale umano sono tali da convincere un credente, ma non da persuadere uno scettico (Blaug 1976) 55
56 L istruzione come investimento in capitale umano il capitale umano consiste nell insieme delle capacità (skill) e delle conoscenze produttive incorporate negli individui, in quanto agenti capaci di produrre reddito all interno del sistema economico il capitale umano è il complesso delle risorse umane qualificate di cui dispongono le imprese per attuare i processi di produzione gli individui ottengono un flusso di redditi a fronte dello stock di capitale umano di cui dispongono: tale flusso è la remunerazione dei costi di acquisizione nel tempo 56
57 Il capitale umano è simile al capitale fisico si accumula si deprezza diventa obsoleto il capitale umano può essere soggetto a rendimenti variabili la sua produttività marginale può essere crescente decrescente a seconda del tratto della funzione di produzione in cui opera 57
58 Il capitale umano è diverso da quello fisico il capitale umano non è liquido (non può essere separato dalla persona) e può appartenere solo all individuo in cui è incorporato 58
59 L ipotesi di fondo i soggetti economici investono in conoscenze e capacità produttive sulla base di un calcolo razionale in cui confrontano i costi e benefici dell investimento in un ottica di lungo periodo (???) 59
60 Tipologie e forme di investimento in HC l istruzione formale l apprendimento sul posto di lavoro il capitale umano generale il capitale umano specifico 60
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