Ivano Samo. In appendice: Salvatore Samo Il profitto dell imprenditore (analisi microeconomica)
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1 Ivano Samo L inflazione brasiliana e il suo contenimento In appendice: Salvatore Samo Il profitto dell imprenditore (analisi microeconomica)
2 Ivano Samo, L inflazione brasiliana e il suo contenimento In appendice: Salvatore Samo Il profitto dell imprenditore (analisi microeconomica) Copyright 2012 Edizioni del Faro Gruppo Editoriale Tangram Srl Via Verdi, 9/A Trento Prima edizione: maggio 2012 Printed in Italy ISBN
3 Sommario Prefazione 11 Ringraziamenti 13 Introduzione 15 Capitolo I 21 Scenario storico dell inflazione in Brasile 1. Presentazione Aspetti storici dell inflazione del Brasile Tentativi di stabilizzazione dell inflazione per mezzo dei Piani Nascita del Real 28 Capitolo II 31 Obiettivo ottimale dell inflazione in Brasile 1. Presentazione Analisi del dopo-real Analisi delle relazioni dal 1999 al Capitolo III 53 Analisi generale del contenimento dell inflazione in Brasile 1. Presentazione Riflesso delle decisioni Piano di Controllo dell Obiettivo Analisi dei risultati secondo gli specialisti brasiliani 65 Conclusioni 69 Bibliografia 73
4 Appendice: Salvatore Samo Il profitto dell imprenditore (Analisi microeconomica) Premessa 77 Capitolo introduttivo 79 Cenni storici sullo sviluppo della teoria del profitto 1. Da Smith a Marx Da Marx a Clark Schumpeter e Knight Orientamenti successivi 89 Capitolo I 91 Il fatto produttivo 5. Concetto di produzione Produttori Fattori di produzione Il prodotto netto 95 Capitolo II 97 I produttori in senso lato e i rispettivi redditi 9. Il lavoratore e il dirigente d azienda Il capitalista e il proprietario di beni naturali 99 Capitolo III 103 Il produttore in senso stretto (imprenditore) e il suo reddito (profitto) 11. L imprenditore e i possessori dei fattori produttivi L imprenditore e il suo fatto produttivo Il fatto imprenditoriale in relazione alle principali forme di mercato Il profitto: limiti, causa, natura 116
5 Da padre in figlio
6
7 L inflazione brasiliana e il suo contenimento
8
9 Prefazione di Federico Bardanzellu Il Brasile ha rappresentato l America per milioni di italiani che, tra il 1850 e i primi anni 60 del XX secolo vi si sono diretti per trovare fortuna e per sfuggire ai morsi della fame del paese d origine. La situazione di difficoltà economica e la sovrappopolazione della penisola, nell ottocento e nella prima metà del novecento, non bastano da sole a spiegare l entità di un fenomeno che ha portato gli italiani a essere una delle più grandi componenti etniche della nazione brasiliana. L attrazione degli italiani verso questo grande Paese fu dovuta soprattutto alla disponibilità di materie prime, al clima favorevole, alle applicazioni della tecnica per lo sviluppo dell agricoltura e alle grandi opportunità offerte a tutti gli uomini di buona volontà, in particolare a coloro che per cultura e per inclinazione quasi genetica avevano già mostrato al mondo una sorprendente ingegnosità e un particolare spirito inventivo. Durante il periodo della seconda guerra mondiale il Brasile si scoprì essere uno dei paesi più ricchi del pianeta, grazie a tutto ciò che vi era stato realizzato per il lavoro e l ingegno degli italobrasiliani in quasi cent anni. Il miracolo italiano del secondo dopoguerra ridimensionò il flusso migratorio diretto verso la nazione sorella, che cessò quasi del tutto a partire dagli anni sessanta. E fu proprio nel 1964, in concomitanza con l avvento del regime 11
10 militare, che il Brasile fu investito da una crisi economica e dal sorgere di quell incontrollato fenomeno inflattivo della moneta, di cui solo oggi, a quasi cinquant anni dal suo apparire, sembra che si scorgano i primi timidi segni di conclusione. L autore, italiano, che ha visitato più volte il Brasile ed è rimasto affascinato da questo grande Paese e dal suo popolo così etnicamente composito, ha preso in considerazione il fenomeno inflattivo brasiliano dal 1964 in poi ed ha considerato i tentativi di contenimento adottati a cavallo tra il XX e il XXI secolo. Ne è emersa un analisi pregevole e interessante dalla quale scaturisce un verdetto negativo nei confronti delle politiche governative degli anni settanta e ottanta (Plano Cruzado ecc.), ma un sostanziale apprezzamento per le attuali politiche di contenimento dell obiettivo inflazionistico. La contemporanea crescita economica del Paese, su livelli decisamente maggiori delle economie mature del mondo occidentale, sembrano accreditare in pieno la sua tesi. 12
11 Ringraziamenti Questo saggio di politica economica ha radici lontane, molto lontane. Era il 26 giugno 1966 quando mio padre Salvatore diede alle stampe il suo saggio Il profitto dell imprenditore (Analisi microeconomica) (Tip. Rome Daily American). Sono sempre stato affascinato dalla sua figura e dal suo esempio di vita. A distanza di oltre quarantacinque anni e nel giorno del suo compleanno, rendendogli doverosamente omaggio con questo mio umile e semplice lavoro sono sicuro che lui, dall alto del cielo, mi sta guardando sempre con il suo sorriso orgoglioso di me, con la certezza che mai pensiero fu così gradito. Vorrei ringraziare tutte le persone che mi sono state vicino dall ottobre del 2010, data dell inizio di questo lavoro: il dr. Federico Bardanzellu, dirigente amministrativo del Governo di Roma Capitale; il dr. Gianluigi Paganelli, funzionario della Banca d Italia; il prof. Pietro Senesi, docente di economia dell Università Unitelma Sapienza di Roma; la dr.ssa Daniela Maggese, il prof. Luciano Albanese, il dr. Emiliano Lambiase, il dr. Alessandro Marchesiani, il dr. Sarino Prizzi, il sig. Franco Moscia e il sig. Raffaele Pinto. 13
12 In Brasile vorrei particolarmente ringraziare: il prof. Enio José Verri, Università Statale di Maringà Facoltà di Economia; la dott.ssa Carla Dendasck di Sao Paulo. Un pensiero affettuoso va a Donna Carmen che, ospitandomi nella sua casa in campagna, mi ha dato la serenità per dare una verifica al lavoro svolto prima del mio rientro in Italia. Ancora grazie Roma, 12 febbraio 2012 L autore 14
13 Introduzione Il Brasile può essere individuato come Paese che mira a raggiungere una stabilità nella dinamica dell inflazione. Nel primo capitolo è svolta un analisi storica di come si è arrivati alla stabilizzazione per mezzo del Plano Real che torna a dare credibilità ai controlli della domanda, facendo in modo che la struttura economica venga potenziata in un contesto di politica di valorizzazione dei cambi, guidando così l economia verso un assetto di maggiore solidità complessiva. In questo contesto si osserva che, ai fini del recupero di un economia flagellata, come nel caso di quella brasiliana, con perdita di controllo di un inflazione estrema, è necessario stabilire un piano certo, come avvenne nel caso del Plano Real. Esso ricavò dalle disastrose esperienze precedenti importanti lezioni. La parte fondamentale di tutto il processo di consolidamento fu il suo leader, il ministro della fazenda, e poi presidente Fernando Henrique Cardoso. In un analisi non molto ampia si può notare la struttura dell inflazione brasiliana tra il 1960 e il 1985: crescente deficit pubblico, perdita di controllo e aumento successivo dell inflazione. Con l indicizzazione avvenuta dopo il 1964 gli effetti si fanno ancora più visibili. Anche se le regole di tale indicizzazione tralasciassero di contemplare gli operatori economici, sarebbe comunque inevitabile notare la sua influenza sui tassi di inflazione. 15
14 Non si può fare a meno di menzionare il fatto che il cosiddetto Plano Cruzado e i suoi annessi fu un errore della politica economica. Ricorrere a un piano palesemente destinato al fallimento condusse gli operatori economici a non prendere sul serio i congelamenti, a farsene gioco e ad anticiparli. Questi piani ebbero come risultato la recrudescenza dell inflazione insieme al movimento di uscita dai congelamenti, elevando oltremodo il grado di indicizzazione dell economia, provocando la crescita continua dell inerzia inflazionistica e riducendo così l ipotesi di un probabile cambiamento delle regole di formazione delle aspettative dopo il Contraddicendo lo scenario caratteristico dei piani precedenti venne presentato il Plano Real che, oltre a ridurre il tasso di inflazione a livelli bassi, riduceva costantemente il grado di inerzia inflazionistica dell economia. Per questo il periodo seguente venne detto del post-real. Nel secondo capitolo si analizza il periodo del dopo Real che ha marcato una fase distinta nella storia del Brasile ponendo termine a un instabilità che già persisteva da quasi tre decadi. Il segno distintivo del Plano Real è stata la mancanza di politiche di controllo della domanda concomitanti al congelamento. La stabilizzazione dell inflazione ha avuto ricadute positive sulla rendita e sulla domanda che in conseguenza ha esercitato pressione sull aumento dei prezzi e accelerato le aspettative inflazionistiche, generando così una forza autodistruttiva del congelamento. Potremmo dire in forma generale che le proiezioni di inflazione per il 2012 si ridurranno e che il bilancio dei rischi per l inflazione ha accumulato segnali favorevoli a partire dalla divulgazione dell ultima Relazione del Banco Central pubblicata il 22 dicembre Sul fronte interno la domanda si presenta ancora robusta. Inoltre la crescita della rendita e dell espansione del credito contri- 16
15 buiranno anch esse al rafforzamento della domanda. Azioni di politica monetaria sono state recentemente implementate, visto che gli effetti di politica monetaria operano con sfasamento e sono cumulative. In altri termini, le azioni di politica monetaria richiedono un certo tempo per ottenere un impatto significativo sull inflazione e l attività e gli impatti di una sequenza di azioni si vanno sovrapponendo nel tempo. È plausibile affermare che qualche impatto immediato possa materializzarsi, ad esempio per mezzo del canale delle aspettative degli operatori economici. In modo generale, quindi, i diversi canali per mezzo dei quali opera la politica monetaria hanno avuto impatto sull attività e sull inflazione con sfasamenti differenziati, il cui effetto massimo si è manifestato alcuni trimestri dopo l implementazione dell azione. Questi sfasamenti sono presi in considerazione nella conduzione della politica monetaria, in parte per evitare fluttuazioni indesiderate nell attività economica. Nell ambito esterno il Copom, mentre da una parte riconosce un elevato livello di incertezza nello scenario internazionale, considera nel suo scenario centrale un ambiente di basso accrescimento delle economie mature per un periodo prolungato, ma senza l intervento di avvenimenti estremi. In termini di bilancio dei rischi il Copom valuta che lo scenario internazionale continua a manifestare risvolti disinflazionistici nell orizzonte rilevante, ossia considera il bilancio dei rischi per l inflazione più favorevole. Inoltre, in accordo con il Banco Central, il Copom intende che, nel momento in cui mitiga tempestivamente gli effetti derivanti da un ambiente globale più restrittivo, aggiustamenti moderati del livello del tasso base sono consistenti con lo scenario di convergenza dell inflazione rispetto all obiettivo del Stando allo scenario di riferimento, la crescita del PIB previsto per il 2012 dovrebbe essere del 3%, valore 0,5 punti percentuali 17
16 inferiore a quanto progettato nella Relazione sull Inflazione del settembre Questa revisione riflette, almeno in parte, gli effetti osservati dalle azioni di politica implementate tra la fine dell anno 2010 e la metà del Per quanto riguarda il 2012, il Comitê progetta un tasso di crescita del 3,5%, il quale contempla l accelerazione dell attività tra il primo e il secondo semestre del Dunque nella parte conclusiva di questo secondo capitolo dobbiamo osservare che l uso del tasso di interesse come strumento privilegiato ai fini del raggiungimento dell obiettivo di inflazione e il fatto che gran parte del debito pubblico sia indicizzata a questo tasso, fa in modo che vi sia una reciprocità tra la conduzione della politica monetaria e la direzione del debito pubblico. Si è fatto osservare che l uso di una politica monetaria indirizzata a un processo di disinflazione ha provocato un effetto non trascurabile sull equilibrio fiscale. Inoltre, il mutamento annunciato da parte del governo brasiliano per un miglioramento del profilo del debito pubblico ha contribuito a irrigidire verso il ribasso il tasso Selic. Le evidenze empiriche rivelano che la strategia di allungare il respiro medio del debito pubblico non si è dimostrata molto efficace nel caso brasiliano. La giustificazione sta nel fatto che questa strategia implica un aumento del tasso di interesse che finisce col tradursi in un incremento del debito/pib. Da un altro punto di vista, l aumento della partecipazione di titoli prefissati e indicizzati all indice dei prezzi si dimostra adeguato per la direzione del debito pubblico brasiliano. Una variabile che merita di essere osservata con attenzione nell analisi è la credibilità. È stato osservato che un aumento di credibilità ha la capacità di contribuire tanto a una riduzione del debito pubblico, quanto al controllo dell inflazione. Potremmo 18
17 dire pertanto che, perché una politica economica fondata sull equilibrio fiscale e sul raggiungimento degli obiettivi rispetto all inflazione abbia buon esito, sarà necessario combinare una direzione adeguata del debito pubblico (ad esempio aumento nella partecipazione di titoli prefissati e indicizzati all indice dei prezzi) con la definizione di un tasso di interesse che faccia in maniera che le aspettative convergano verso la meta annunciata. Insomma, una struttura del debito pubblico meno indicizzata al tasso Selic dà maggior libertà perché la politica monetaria si possa concentrare sulla ricerca della stabilità dei prezzi. In breve possiamo affermare che, a causa della maggior facilità dell autorità monetaria a ottenere gli obiettivi dell inflazione, si verifica un aumento nella credibilità il che, di conseguenza, contribuisce sia al raggiungimento di un inflazione bassa e stabile, sia a un minor rapporto debito/pib. Nel terzo e ultimo capitolo si è evidenziato come il comportamento dell autorità monetaria brasiliana fin dal momento dell impianto del regime degli obiettivi ha contribuito a incamminare il sistema economico-produttivo verso un assetto di avanzo macroeconomico gettando le basi per un economia che attualmente, nonostante la crisi mondiale, si dimostra in controtendenza rispetto agli indici economici dei cosiddetti paesi del primo mondo. 19
18 Appendice: Salvatore Samo Il profitto dell imprenditore (Analisi microeconomica) 75
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20 Premessa Che cos è il profitto? Quali sono i fattori da cui tale reddito trae origine? Come si perviene a conseguirlo? A questi interrogativi si tenterà, sotto il profilo esclusivamente scientifico, di dare una risposta in questo lavoro. L argomento preceduto da una breve sintesi storica delle più importanti soluzioni che sono state via via date al problema sarà svolto in tre capitoli. Nel primo si inquadrerà il fatto produttivo in generale; nel secondo si definiranno tutte le figure più rilevanti di operatori economici, fuorché quella dell imprenditore; nel terzo si analizzerà minutamente la figura di quest ultimo operatore, anche in relazione alle principali forme di mercato, al fine di accertare in che misura e in che senso possa vedersi nella realtà imprenditoriale la causa del profitto. Un riepilogo delle caratteristiche di tale reddito chiuderà l argomento. 77
21
22 Capitolo introduttivo Cenni storici sullo sviluppo della teoria del profitto Sommario: 1. Da Smith a Marx 2. Da Marx a Clark 3. Schumpeter e Knight 4. Orientamenti successivi. 1. Da Smith a Marx Ad Adam Smith spetta il merito di aver fornito una basilare impostazione del problema del profitto. L insigne economista, partendo dall esame di «quello stadio primitivo e rozzo della società che precede la accumulazione dei capitali e l appropriazione della terra» 1, rilevò che in tale stadio ogni valore prodotto apparteneva al lavoratore e pertanto non esistevano profitti. Il sorgere di questi lo attribuì all organizzazione della produzione che venne ad attuarsi col sopravvento della classe capitalistica, la quale avrebbe determinato la necessità per il lavoratore di vendere le proprie prestazioni con la conseguenza di dover dividere con il possessore del capitale il valore creato dal lavoro. 1 Adam Smith Ricerche sopra la natura e le cause della ricchezza delle nazioni (I Ed. 1776), ed. it. UTET, Sociologi ed Economisti, voi. I, Torino, 1958, pag
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