IL CORPO FORESTALE E LA NUOVA LEGGE SUI TARTUFI

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1 IL CORPO FORESTALE E LA NUOVA LEGGE SUI TARTUFI V.Questore a.f. Dott.For. CARLO CONSOLE CORPO FORESTALE DELLO STATO Comando Provinciale L AQUILA

2 Il quadro normativo I primi riferimenti normativi sulla materia sono: A livello nazionale la - LEGGE 17 luglio 1970, n. 568 Disciplina della raccolta e del commercio dei tartufi freschi o conservati destinati al consumo. - LEGGE , n.752 Normativa quadro in materia di raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi freschi o conservati destinati al consumo ;

3 A livello regionale: - LEGGE REGIONALE , n.45 Provvedimenti per la protezione della flora in Abruzzo - LEGGE REGIONALE , N.22 Normativa per la raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi freschi o conservati destinati al consumo nella Regione Abruzzo

4 Fino ad arrivare alla - LEGGE REGIONALE , n.66 Norme in materia di raccolta, commercializzazione, tutela e valorizzazione dei tartufi in Abruzzo.

5 Il coinvolgimento del CFS Il Corpo Forestale viene citato varie volte nel corpo della L.R. 66/2012: - art.4 Tutela del patrimonio tartuficolo procedure Aziende faunistico-venatorie ; - art.7 Tartufaie controllate o coltivate Nozione e requisiti - art.10 Zone geografiche di raccolta e produzione ; - art.22 Autorizzaziona alla raccolta Esami Commissioni provinciali Tesserino ; - art.23 Tesserino di idoneità adempimenti amministrativi rinnovo annuale rinnovo alla scadenza ; - art.33 Vigilanza ; - art.35 Contenzioso ;

6 Le attività di polizia Intorno ai tartufi esiste un economia radicata nel tempo e molto spesso sommersa, che, non ci si può nascondere, è difficile da controllare. Nel corso degli anni, comunque si evidenzia un incremento nelle attività di controllo che hanno avuto un considerevole incremento con l entrata in vigore della L.R. 66/2012.

7 Il C.R.A.M.F. di L Aquila Il Centro Ricerche e Applicazioni Micorrize Forestali (CRAMF) è stato istituito nel 1992 all interno del Vivaio Forestale Regionale Mammarella di L Aquila (loc.s.elia). Scopo del Centro è la produzione di piantine micorrizzate con tartufi e la ricerca nel campo dell interazione fungo-albero (micorrizzazione).

8 Il CRAMF produce annualmente circa piantine tartufigene (Roverella, Nocciolo, Cerro, Carpino nero e Leccio) utilizzando un metodo di produzione messo a punto in Abruzzo dall Università degli Studi di L Aquila e dalla Soc.Coop. VI.A.BA. e protetto da brevetto internazionale. Mediamente vengono vendute piantine ogni anno per un incasso di euro.

9 L importanza del tartufo nell economia abruzzese Salvatore Massonio Archidipno ovvero dell insalata Pietro Aretino I tartufi in Abruzzo ed in particolare in quello aquilano hanno goduto di grande considerazione da molti secoli tanto che le prime indicazioni le troviamo in alcune epistole di Pietro Aretino (1520) e successivamente nel libro di ricette dell aquilano Salvatore Massonio (1627).

10 Indubbiamente lo studio più dettagliato sulla tartuficoltura in Abruzzo è quello di Enrico Marone (2011). In esso si afferma che i raccoglitori di tartufi in regione risultano essere (2009). Così distribuiti: Chieti L Aquila Pescara Teramo n. 791 n.2639 n. 338 n.1652

11 Gli avvelenamenti ed il Life ANTIDOTO Una delle minacce più gravi per la conservazione di specie di carnivori quali orso e lupo nonché di rapaci necrofagi quali capovaccaio, nibbio reale e gipeto è rappresentata dall'uso illegale del veleno. Il Progetto LIFE+ ANTIDOTO, attuato nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga (Italia), nella Regione Andalusia e nella Regione Aragona (Spagna), si prefigge di adottare e diffondere misure innovative per la lotta all'uso illegale del veleno.

12 Fra le azioni principali del progetto vi è la formazione e l'impiego di due Nuclei Cinofili Antiveleno. Ciascun nucleo è oggi costituito da due conduttori, e da quattro cani che, addestrati in Andalusia, sono in grado di individuare varie tipologie di veleno. I nuclei italiani sono affiancati da agenti forestali, responsabili dell'attività di polizia e di investigazione, e da un pool di veterinari, competenti per le indagini diagnostiche su esche e su carcasse avvelenate.

13 FINE