anno VII numero 3 > MARZO 2009 LA CAMPAGNA DI DELRIO E LE COSE NON DETTE
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- Graziana Zamboni
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1 AutoGepy STAMPA REGGIANA AutoGepy RECUPERARE L UMILTÀ PER RICOSTRUIRE UN FUTURO MIGLIORE di Giorgia Iasoni Presidente dei Giovani Imprenditori di Reggio Emilia Lo scorso mese in occasione della nostra ultima assemblea, abbiamo presentato "L'Osservatorio della società reggiana", un progetto ormai triennale nel quale portare in evidenza le aspirazioni, le preoccupazioni e le priorità espresse dall intero corpo sociale e, al tempo stesso, un iniziativa che completa l'impegno di Industriali Reggio Emilia per favorire la modernizzazione e il riposizionamento competitivo del sistema locale. Quest anno abbiamo voluto parlare di Reggio Emilia al tempo della crisi, un tema al quale, tuttavia, ci siamo accostati animati da quell'ottimismo della volontà che rappresenta la cifra distintiva dei giovani e degli imprenditori. Un grande pensatore cinese ha descritto con precisione questo tratto positivo del nostro carattere. Egli sosteneva, infatti, che "quello che il bruco chiama fine del mondo il resto del mondo chiama farfalla". Dunque, nulla è per sempre e tutto può essere ricostruito meglio di prima. segue a pagina 3 > DOCUMENTI Bologna, giù le mani dalla mortadella I natali sono reggiani di Mauro Romoli a pagina periodico di attualità > cultura > spettacolo > sport Editoriale Teletricolore srl - Direttore Responsabile: Ivano Davoli - Direzione,Redazione e Amministrazione: Via Pasteur, Reggio Emilia - Tel. 0522/ Fax 0522/ stampareggiana@stampareggiana.it sito web: - Pubblicità: EDIT7 Via Pasteur,2 Reggio Emilia Tel.0522/ Fax 0522/ Poste italiane spa - spedizione in a. p. D.L. 353/03 (conv. L. 46/04) art. 1 comma 1, DCB Reggio Emilia - Iscrizione al ROC nr anno VII numero 3 > MARZO Euro 3,00 ELEZIONI, LE DIFFICILI ALLEANZE di Simone Russo Mancano ormai tre mesi alle elezioni e se c è un dato certo è quello dello spezzatino dell offerta politica che gli elettori reggiani si troveranno a dover gestire al momento della scelta. Partiti politici e Liste civiche di svariata natura e credibilità si presenteranno in massa, o almeno minacciano di farlo, costringendo l elettore, per capirci qualcosa, a doversi comportare come un archeologo di fronte ad un mosaico frantumato dal passare dei secoli. Sembra impossibile, in un paese governato per decenni da un quadripartito prima e da un pentapartito poi: la colla delle coalizioni si è seccata. A Reggio nessuno sembra capace di fare accordi con nessuno, creando una situazione di fatto inedita e ben poco comprensibile. Ma il quadro in realtà è momentaneo. segue a pagina 3 LA CAMPAGNA DI DELRIO E LE COSE NON DETTE di Dario Caselli DOVE AMMIRARE IL "CIELO DIPINTO" Per tutto il mese di marzo sarà possibile ammirare gli affreschi di Palazzo Carmi sede del Ministero per i Beni e le Attività Culturali di Reggio. All'interno le più belle foto a colori. da pagina 19 a 21 Il sindaco Delrio ha aperto la sua campagna elettorale, con la convocazione degli stati generali, in realtà un incontro con la nomenclatura cittadina, nel suo discorso è parso più Obama, che il primo cittadino di una città di media grandezza. Il programma in sette punti illustrato in un crescendo rossiniano,è un elenco di obbiettivi che esulano, in larga misura, dai suoi poteri: - mantenere l'occupazione - far crescere il Pil - incrementare del 20% i laureati - raddoppiare il tasso di creatività. Mentre per quelli di sua parziale competenza, il completamento dell'anello di circonvallazione e la via Emilia bis, temo non assisteremo neppure all'inizio dei lavori. segue a pagina 7 IL MITO DEI NOMADI CONTINUA da pagina 14 a 17 > I VIAGGI DEI REGGIANI Barcellona, il reportage di Elisa Pellacani da pagina 23 a 25 > RICORDI Quando nel dopoguerra si andava a ballare al Veglioun di Sergio Masini a pagina 28-29
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3 Politica > segue dalla prima Giorgia Iasoni Ritengo che per ripartire dobbiamo recuperare l'umiltà indispensabile per affrontare un futuro che prospetta, oggi più che mai, pericolose insidie. La nostra comunità è chiamata ad elaborare strategie forti, un'etica nuova e più matura per sostenere e coniugare l'azione imprenditoriale, la competitività del territorio e la crescita sociale. Non si tratta di formule astratte, ma, al contrario, delle condizioni indispensabili perché il futuro di noi tutti diventi una scommessa che si può vincere. Noi del Gruppo Giovani Industriali richiamiamo con insistenza le emozioni e i sentimenti e non si tratta di un caso: la verità è che siamo convinti che dove non c'è speranza verso il futuro non può esservi futuro. Un'indispensabile tensione ideale che, alcune settimane fa, è stata ben rappresentata dagli oltre due milioni di americani che hanno preso parte alla cerimonia di insediamento del Presidente Obama. Sul piano locale i reggiani oggi chiedono - con insistenza - una maggiore collaborazione tra i diversi attori locali, un'esigenza che non è solo un "serrare le fila" di fronte alla crisi, ma che esprime anche la reazione a un Paese e a un territorio nei quali prevale una frammentazione dispersiva. La paura, la preoccupazione, la sfiducia, il giudizio severo nei confronti della politica che emergono nel Rapporto non sono un dato casuale né, sotto molti aspetti, riconducibile solo alle dinamiche nazionali. L ansia dei reggiani e il loro sguardo inquieto verso il futuro sono anche il prodotto di un sistema locale che nonostante i molti primati non solo ha faticato ad innovare, ma si è dimostrato privo di idee forti e capaci di mobilitare i cuori e le coscienze. La nostra saggezza popolare aiuta a comprendere questo stato di cose quando ci ricorda che solo chi ha un obiettivo da raggiungere, ha davanti a sé una strada da percorrere. Conforta, invece, la maggiore consapevolezza del ruolo e della dimensione economica, sociale - e lasciatemi dire anche morale - dell'industria reggiana. Un dato che i reggiani vivono, giorno dopo giorno, nel loro posto di lavoro in una provincia nella quale l industria è il settore con la maggiore percentuale di occupati. Certo c è la recessione. Ma si badi bene la nuova grande crisi è figlia diretta di un delirio finanziario nel quale si sono smarrite troppe banche impegnate a guadagnare miliardi piazzando derivati e prodotti similari che ticchettavano come bombe a orologeria. Questa crisi anche sul piano locale non è figlia di una imprenditoria industriale che si è arresa o che ha scelto la rendita. L insieme degli attori sociali e la politica devono interrogarsi sul quadro che emerge dall Osservatorio Corriamo il rischio di vivere in un sistema sociale che pare aver reciso il filo della speranza nel futuro su cui cammina da sempre lo sviluppo economico. Sono convinta infatti che dalla depressione si esca non solo ponendo in atto nuovi e più efficaci controlli, ma anche riscoprendo una nuova dimensione di comunità, tanto morale che etica. Chi si rifiuta di contribuire a trovare soluzioni, sia esso partito o sindacato, deve assumersene la responsabilità di fronte a tutti. Se negli anni trascorsi avessimo costruito un luogo di stabile confronto - indipendentemente dalla sua denominazione: cabina di regia, tavolo o piano strategico oggi disporremmo di una formula di governance adeguata anche ad affrontare la crisi. Quanto a noi, possiamo affermare che Reggio Emilia esprime talenti - economici, imprenditoriali sociali e amministrativi - che possono e devono essere messi a frutto anche nell'attuale congiuntura. Guardiamo al futuro e facciamolo, soprattutto, confidando su quegli stessi talenti che nel recente passato ci hanno permesso di trasformare radicalmente la nostra economia, la nostra società e la qualità delle nostre vite. Possiamo vincere questa battaglia se smetteremo di avere paura e cominceremo a lavorare insieme. segue dalla prima di Simone Russo Sul fronte del centrodestra Pdl e Lega hanno preso strade diverse: Filippi e Alessandri (con lista civica) si confronteranno tra loro. Il Carroccio dal canto suo ha fatto una scelta diversa: si è alleato con una lista civica di professionisti ed esponenti della società civile che porterà il suo contributo, presumibilmente erodendolo agli altri partiti del centrodestra. Il soggetto meno coalizzabile, a questo punto della partita, sembra l Udc, che resta ferma nel suo isolamento. Il partito di Casini, a lungo corteggiato dalla sinistra, aspetta Cantarelli e guarda al naturale approdo del centrodestra. In questo caso, lo scenario nazionale ha avuto un peso fondamentale nel determinare l orientamento del partito di centro. E allo stesso modo gli occhi dei dirigenti della sinistra locale sono puntati anche a Roma. Che faranno Pd, Idv, Prc e Pdci? Il Pd è in stato confusionale, l Idv sarebbe per fare l accordo. Ma la vera sensazione è che il Partito Democratico stia tirando per le lunghe. Il Prc ha chiesto un confronto a inizio febbraio: ma le posizioni su Enìa, con Rifondazione duramente contraria alla fusione con Iride, paiono aver alzato un muro fra i due partiti. Il Prc in molti comuni italiani sta scegliendo una linea autonoma dai democratici: non stupirebbe dunque, una rottura anche in terra reggiana. La divisione è totale nella corsa per la Provincia: il Pdci non può sostenere la ricandidatura della Masini dopo che l assessore Dolci abbandonò i Comunisti Italiani a pochi giorni dalle scorse elezioni politiche. Il Prc ha già affilato le armi in vista della discussione sull inceneritore, che fortissimamente non vuole. La presidente, invece, ha preannunciato che nel giro di poche settimane giungerà alla fatidica scelta della localizzazione. Insomma: due visioni diametralmente opposte. In mezzo ai due poli le liste civiche vanno ognuna per conto suo, almeno in apparenza. Colosimo e i suoi non si sono ancora accordati col Pd; Italia Popolare, dal canto suo è stata molto chiara, dicendo che non accetterà un alleanza che comprenda tra i suoi alfieri i post- comunisti. Probabile quindi che la formazione centrista corra con un proprio candidato a sindaco. Anche il vice commissario Luigi Piscopo andrà da solo, con un programma fortemente incentrato sulla sicurezza e sullo sport. Nadia Borghi attende un cenno da Uris Cantarelli: era lui il nome a sorpresa che avrebbe voluto lanciare come proprio candidato sindaco. Ma ora i giochi sembrano cambiati: la combattiva lavandaia di via Adua è comunque pronta a far scattare il piano B: lista e candidato sindaco in proprio. Sembra invece destinato ad un apparentamento in area del centrodestra il movimento per la sicurezza del consigliere comunale Emiliano Malato. L ex esponente di Forza Italia ha manifestato apertamente le sue simpatie per Cantarelli e per la Lega Nord. La sua strategia prevede la ricerca di un accordo elettorale che preveda esponenti del movimento in lista tra i candidati del Carroccio o di Città Uris Cantarelli Attiva. Quest ultima, dal canto suo, è il vero grande mistero politico attuale. Il fondatore, Uris Cantarelli, non ha sciolto la riserva e ha lasciato intendere che la sua discesa in campo è subordinata al realizzarsi di alcune condizioni. In primis un alleanza che consenta di creare un polo dotato di sufficiente peso elettorale per sfidare Delrio: le trattative sono in corso. Insomma, una situazione in divenire in cui un solo dato è certo: andando ognun per sé molti sperano di raccogliere voti per tre. Il rischio, invece, è quello di moltiplicare solo l insofferenza e la diffidenza degli elettori. STAMPA REGGIANA periodico di attualità cultura spettacolo sport Proprietario Editore Editoriale Tricolore srl Direttore Responsabile Ivano Davoli Art Director Roberta Castagnetti Servizi fotografici Stefano Rossi Marco Moratti Sede e Redazione Via Pasteur 2 - Reggio Emilia Tel. O Fax O Pubblicità PUBBLI7 srl Uff. Commerciali Via Pasteur Reggio Emilia Stampa Società Editrice Lombarda S.R.L. Via Dè Berenzani Cremona Autorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n del 17/03/2003 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 3 > MARZO
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5 Urbanistica > PROGETTI DA SOGNO O SOGNI IRREALIZZABILI? di Sebastiano Simonini Ogni tanto se ne torna a parlare, e puntualmente sembra una gara a chi la spara più grossa. Un centro di livello europeo dal nome altisonante, "tecnopolo", è ciò che dovrà sorgere nell'area delle ormai ex Officine Reggiane e sarà dedicato alle nuove tecnologie, con laboratori e spazi riservati alla ricerca futuribile. Ma occorre ricordare che ancora non si sa che fine faranno le summenzionate Officine Reggiane e sarà davvero divertente scoprire come il Comune utilizzerà quel primo capannone che l'immobiliare del gruppo Fantuzzi gli ha ceduto a costo zero. Un gesto di improvviso mecenatismo? Ne dubito, ma sarà sicuramente una storia da seguire con interesse. Alla Reggia di Rivalta invece è attesa la realizzazione di un parco tematico dedicato alla natura ed all'acqua, che meraviglia, come in un sogno immagino ambienti bucolici, i fruscii del fogliame, torrentelli che disegnano anse fra pratine e fioriture profumate. Uhm un bel sogno, ma la realtà è sempre quella di alcuni ruderi di difficile recupero posti in un'area malamente servita da una viabilità al collasso. Si abbandonano al degrado tutte le piccole e grandi aree verdi della città, ma non è forse il caso di pensare prima a queste? Si ha una vaga idea di cosa comporterebbe a livello di costi di manutenzione e gestione un parco di quelle dimensioni e con quelle ambiziose caratteristiche? C'è poi l'ex OPG, nel quadrante del centro storico racchiuso fra il palazzetto dello sport ed i giardinetti di San Zenone, sul quale mi sembra di aver sentito favoleggiare, non troppi mesi fa, di un'imminente apertura alla città con la realizzazione di passaggi pedonali fra spazi verdi, luoghi di incontro e servizi di ogni tipo. In ogni caso oggi sta crollando pezzo dopo pezzo e la Provincia (che ne è proprietaria dal 2001) evidentemente non sa che farsene. E come dimenticarsi del Convento di Montefalcone, a pochi chilometri da San Polo, al quale, dopo lavori di ristrutturazione milionari durati anni, si continua a cercare di capire che Convento di Montefalcone Reggia di Rivalta destino assicurare. Ho letto del possibile interesse di Università, pure in grave crisi, Consorzio del Parmigiano Reggiano, altro ente che sta affrontando problemi strutturali enormi, ma per entrambi dubito che il trasferimento in collina possa oggi rappresentare una priorità. Mi fermo con quest'elenco, che senz'altro potrebbe ancora proseguire (e per pudore non parlo della stazione mediopadana dell'ormai Ex Officine Reggiane mitico Calatrava). Bene, di tutto questo si parla periodicamente, vengono organizzati incontri, convegni, seminari, si ricerca e talvolta si forza la condivisione di alcune manciate di cittadini e poi, come si suol dire "morta lì". Ecco, il tema è sempre il solito: sparate roboanti con le quali riempirsi la bocca, sogni irrealizzabili destinati a rimanere tali. Siamo infatti costretti a constatare che le cose stanno diversamente, e rileviamo che a Reggio manca del tutto una minima cultura dell'"uso e manutenzione". Gli spazi verdi soffrono abbandonati ad un tragico destino, malandati e mal frequentati, le nuove pavimentazioni di strade e marciapiedi si stanno rapidamente riempiendo di "pezze" in asfalto, la nuova desolante piazza del Municipale che, al di là di valutazioni di natura urbanistica o architettonica, rimane off limit per i reggiani, con le nuove panchine stabile sede di accampamenti di stranieri che, se anche non clandestini, certamente non fanno parte di quella forza lavoro di cui necessita la nostra industria. Ma si continuano ad immaginare progetti straordinari, dei quali in pochi sentono il bisogno, essenzialmente solo capaci di generare costi; dalle consulenze iniziali al concorso di idee, dagli studi alla mostra degli studi ed alla comunicazione di quanto fatto, poi la progettazione, una nuova mostra sulla progettazione ed ancora comunicazione, un vortice di inutili parole che temo faranno da corollario all'imminente campagna elettorale. STAMPA REGGIANA > anno VII numero 3 > MARZO
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7 Politica > C è una trasmissione che vuole rompere gli schemi paludati delle tv locali; si chiama Con fronti, è giunta al terzo anno di trasmissione e settimana dopo settimana accompagna il telespettatore nell approfondimento dei principali temi non esclusivamente reggiani. Con uno stile sobrio ma determinato Con fronti, in onda tutti i venerdì sera alle su E tv-teletricolore, si prefigge di dare voce a tutte le parti in causa, senza equilibrismi di sorta o partiture politiche né finalità predeterminante. Se non una: quella di mettere attorno a uno stesso simbolico tavolo, quello del dialogo televisivo, coloro che si confrontano su fatti, problemi, progetti. Un altra caratteristica, poi mutuata da altre trasmissioni, è quella di far parlare la gente coinvolgendola a microfono aperto raccogliendo le opinioni dell uomo della strada. A differenza di altri salotti-tv, dove amministratori e politici vanno volentieri, forse sentendosi maggiormente a loro agio, a Con fronti l amministratore reggiano va col contagocce e con molta circospezione; una comparsata una tantum (non tutti per la verità) perché poco abituato a combattere dialetticamente ad armi pari con chi non la pensa come lui. Sempre vissuta sull onda di una provocazione costruttiva, Con fronti 2009 ha già analizzato diverso argomenti tornando più volte sulla crisi economica, sul caro-vita, sulle imminenti amministrative, sui temi più specifici della sicurezza, dell ex piano regolatore, sulla scuola, la mobilità, il volto di una città e di una comunità che cambiano, su questioni bioetiche ed altro ancora. Condotta da Gianfranco Parmiggiani, con la collaborazione giornalistica di Cristiana Boni, Federica Galli, Isabella Trovato e i colleghi del quotidiano L Informazione di Reggio, la trasmissione si avvale dello staff tecnico composto da Fabrizio Battaglia, Mirko Zucchi, Massimo Ballabeni e Roberto Turco. Per segnalazione di problemi e disagi o suggerire argomenti particolarmente interessanti, si può scrivere a confronti@e-tv.it segue dalla prima di Dario Caselli È invece più interessante vedere ciò di cui non si è parlato, tralasciando la mancata costruzione della stazione di Calatrava, che vede da subito la diminuzione dei treni su Reggio ed una sua ulteriore marginalizzazione, come se non bastasse il fallimento, de jure o de facto, dell'aereoporto, delle Fiere e di tutta una miriade di società controllate o partecipate dal Comune. Altro tema poco presente nella relazione è stato quello della sicurezza, in primo luogo economica, per la prima volta nella sua storia Reggio vede tanti lavoratori in cassa integrazione, per non parlare dei moltissimi non garantiti che perdono il posto nel silenzio più totale. Né viene spiegato come una città al ventesimo posto per benessere, precipiti oltre l'ottantesimo quando si chiede ai reggiani qual è il loro livello di soddisfazione. I giornalisti compiacenti dicono che non sappiamo apprezzare la qualità della vita locale, può essere, ma è più probabile che la gente percepisca un declino che non trova risposte, un'insicurezza basata sulla perdita dell'identità cittadina, un'eterogenicità etnica e culturale eccessive, dovute alla grande ondata immigratoria che ha investito città e provincia alla ricerca dell'eden e che oggi, in difficoltà economica, pesa sui conti e la sicurezza di tutti. Resta secondo il sindaco il volano degli asili e di Reggio Children, capaci di aumentare il Pil. Ora per quanto riguarda i primi, ospitano un bimbo su quattro al lordo degli immigrati, per gli altri il servizio è garantito dagli statali e soprattutto da quelli cattolici; mentre la seconda è una società di servizi, sostenuta economicamente e non certo in grado di alzare il Pil, né di dare lavoro alle migliaia di Progetto della stazione di Calatrava persone che lo hanno perduto e che purtroppo lo perderanno. Non una parola è stata spesa sul contenimento della spesa corrente, tutti ristrutturano, eccetto gli Enti Locali; un buon sindaco parte dai conti della sua azienda prima di volare alto su fantastici tecnopoli. Anche il servizio fornito è giudicato insufficiente dai cittadini, secondo la ricerca Demoskopea dei giovani imprenditori. Il sindaco dirige una macchina comunale pletorica, costosa, poco efficiente e non proiettata alla soddisfazione dei cittadini. L'ultimo punto riguarda il welfare socio-sanitario, i servizi a Reggio hanno un alto livello quantitativo e qualitativo, il problema è che, al netto della retorica, la domanda cresce più velocemente delle risorse ed il sistema comincia a risentirne, non è un caso se le liste d'attesa si allungano e la qualità del servizio si abbassa, mentre il fermo del settore edilizio, un 18% del Pil cittadino, fa mancare alle casse comunali i proventi degli oneri di urbanizzazione, che non saranno compensati dalle multe agli automobilisti, settore nel quale vi è stato un forte aumento di produttività. È scomparsa l'ici sulla prima casa, e caleranno, per effetto della recessione, le risorse provenienti dalle addizionali Irpef. In attesa dei tecnopoli, a differenza di Parma, siamo cresciuti meno nel terziario avanzato ed essendo la nostra economia manifatturiera, rischiamo un ciclo di crisi più duro e lungo. Dietro gli applausi di circostanza degli stati generali, si nasconde una situazione con molte ombre e la crisi del Pd, diviso tra ex democristiani ed ex comunisti, nonché dilaniato dai personalismi, non potrà che aggravarla, lasciando il sindaco sempre più solo, per non parlare, una volta che fosse rieletto, della guerra per la sua successione. Non è difficile prevedere una situazione di paralisi inversamente proporzionale all'acuirsi dei problemi. Del resto questo passa il convento, a meno che lo smottamento di consenso che si avverte, non si tramuti in frana. STAMPA REGGIANA > anno VII numero 3 > MARZO
8 > Sociale ESPERTI INTERNAZIONALI A CONFRONTO SULLA MALATTIA DELLA CELIACHIA Il convegno, rappresenta il primo grande evento organizzato dell Associazione AIC per il suo trentennale di Cristina Bolognesi La celiachia (dal greco koilía, cavità, ventre), è un'intolleranza permanente, ma reversibile, alla gliadina. Le cause della malattia celiaca (definita multifattoriale) sono: fattore ambientale principale (glutine); genetica (DQ2, DQ8 et al); altri fattori (non stabiliti definitivamente, da condizioni patogene diverse ma vere e proprie, a condizioni di stress fisico o psicologico o alterazioni metaboliche). I fattori ambientali sono rappresentati dal glutine, ovvero la componente proteica delle farine di frumento, orzo, segale,farro, kamut ed avena. Il glutine di frumento è costituito da gliadine, che sono proteine solubili in alcool, e glutenine, proteine alcoolinsolubili. Quindi, tutti gli alimenti derivati dai suddetti cereali o contenenti glutine in seguito a contaminazione devono essere considerati tossici per i pazienti affetti da questa malattia. Anche se la malattia non ha una trasmissione genetica, ha comunque come caratteristica un certo grado di familiarità visto che è genetica la trasmissione dei geni che danno predisposizione alla celiachia, predisposizione legata sì alla genetica trasmissibile da genitore a figlio ma condizione necessaria ma non sufficiente per la manifestazione della malattia che quindi si definisce multifattoriale. I fattori genetici della malattia celiaca sono emersi da studi condotti su familiari di pazienti celiaci che hanno rilevato una prevalenza di malattia celiaca pari al 10% tra i familiari di primo grado. L incidenza di questa intolleranza in Italia è stimata in un soggetto ogni 100/150 persone. I celiaci potenzialmente sarebbero quindi 400 mila, ma ne sono stati diagnosticati circa 85 mila. Ogni anno vengono effettuate 5 mila nuove diagnosi ed ogni anno nascono nuovi celiaci, con un incremento annuo di circa il 10%. L esposizione al glutine da dieta errata o da diagnosi tardiva, rappresenta il fattore più importante per lo sviluppo delle complicazioni della malattia celiaca. Queste conseguenze (per fortuna molto rare) sono il linfoma intestinale, l osteoporosi, l infertilità, la malattia celiaca refrattaria oltre a gravi lesioni a carico dell intestino con il conseguente cattivo assorbimento dei nutrienti. Ma nella maggior parte dei casi, una rigorosa dieta priva di glutine protegge dall'insorgenza di queste complicanze. La celiachia ha anche risvolti psicologici legati alla necessità di mantenere una dieta sempre e per sempre rigorosamente senza glutine (condizione molto pesante di infinito e di rigore insieme) soprattutto tra gli adolescenti può provocare una sensazione di diversità per il fatto di non poter mangiare le stesse cose che mangiano gli altri. È molto importante per tutti (anche per chi non è celiaco) sapere che, anche un minimo contatto degli alimenti contenenti glutine con quelli per celiaci, può contaminare questi ultimi: la cottura contemporanea dei cibi o l'uso di acqua o olio già usati per cibo con glutine è a rischio ma per evitare problemi è sufficiente poi lavare le pentole prima di riutilizzarle o, ad esempio, cuocere nell acqua o nell olio prima i cibi senza glutine e poi a seguire quelli con il glutine. La celiachia per ora ha come unica cura efficace la dieta senza glutine: quindi i celiaci dovranno prestare molta attenzione ad alcuni tipi di alimenti come caffè espresso del bar, spezie, zucchero a velo ma soprattutto a pane, pasta, biscotti, pizza, gnocco, erbazzone fatti con la solita farina. Fortunatamente sono in commercio prodotti analoghi che risultano essere come "medicine" per i celiaci, realizzati con farine prive di glutine come quelle di riso, mais, grano saraceno, miglio, soia, amaranto, quinoa. Inoltre l'alimentazione dei celiaci è composta anche di tante altre cose come carne, pesce,verdure, frutta, formaggi, latticini vari, legumi e che con pane pasta fatti con le farine speciali, il celiaco può condurre una vita del tutto normale ed avere una dieta completa ed equilibrata. Nell ambito delle manifestazioni, che nell anno 2009 sono state organizzate per celebrare il 30 anniversario della nascita dell Associazione Italiana Celiachia, si sta tenendo a Reggio Emilia, un Corso di Formazione sulla Malattia Celiaca, che vede la partecipazione di esperti di fama internazionale, che con le loro ricerche stanno contribuendo in modo significativo al miglioramento delle conoscenze nel campo della celiachia. Il Il sindaco di Reggio Emilia Graziano Del Rio con Marcella Mastropietro, consigliere di AIC Emilia-Romagna Corso che è rivolto ai medici delle cure primarie, ai medici di medicina generale ed ai pediatri e a tutti gli specialisti delle varie branche della medicina coinvolti nel percorso diagnostico della celiachia, è stato organizzato da AIC Emilia-Romagna che ne ha affidato la segreteria scientifica ai suoi consulenti regionali, Umberto Volta e Sergio Amarri. Una diagnosi per ogni celiaco è lo slogan che è stato utilizzato per promuovere questo convegno, il cui scopo è quello di incrementare il 8 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 3 > MARZO 2009
9 Sociale > L'associazione AIC È nata nel 1979 ed è membro dell'aoecs, federazione delle associazioni europee dei celiaci. Dal 1999 AIC è strutturata in federazione di associazioni regionali. Le 19 associazioni pre- za dell'associazione Italiana Celiachia di creare una catena di esercizi informati sulla celiachia che possano offrire un servizio idoneo alle esigenze alimentari dei celiaci. numero delle diagnosi di celiachia in linea con una politica rivolta alla formazione della classe medica, che AIC ha da sempre portato avanti con grande impegno, convinta che, solo attraverso un significativo miglioramento della conoscenza della celiachia da parte dei medici di base, si possa riuscire a fare emergere definitivamente l iceberg sommerso della celiachia. I relatori presenti al convegno, privilegeranno gli aspetti didattici cercando di lanciare messaggi chiari e pratici, senza trascurare la possibilità di trasmettere le ultime novità da sx Prof. Umberto Volta resp. dell Ambulatorio Malattia Celiaca del Policlinico Sant Orsola di Bologna e Dino Alverni, presidente dell Aic Emilia Romagna emerse dalla ricerca scientifica sulla celiachia. È loro compito mettere in evidenza come la celiachia debba oramai essere considerata un problema mondiale, che interessa sia paesi industrializzati che in via di sviluppo e che non esistano in pratica aree risparmiate da questo fenomeno. Le mescolanze genetiche, favorite dalla migrazione delle popolazioni, e la diffusa tendenza ad adottare in tutto il mondo regimi alimentari occidentali, particolarmente ricchi di glutine, stanno sempre più portando alla globalizzazione della celiachia. Uno dei temi di maggiore attualità nel campo della celiachia è sicuramente quello delle scelte terapeutiche future in alternativa alla dieta senza glutine, che attualmente è l unica certezza terapeutica per il celiaco. Questo argomento è affrontato dall ospite internazionale del Convegno, Stefano Guandalini, che da anni ha lasciato l Italia per trasferirsi negli Stati Uniti, dove è direttore della Divisione di Gastroenterologia Pediatrica e del Centro di Studio per la Celiachia dell Università di Chicago. senti sul territorio nazionale, tramite un loro delegato, costituiscono l'assemblea federale. A marzo 2006 il Ministero della salute ha diffuso dati parlando di circa diagnosi in italia, si stima che ad oggi il numero di diagnosi sia di circa Il quadrimestrale Celiachia Notizie è l'organo di stampa ufficiale dell'aic. Il sito ufficiale è AIC ha creato anche il Progetto Alimentazione Fuori Casa che nasce dall'esigen- Del Progetto fanno parte: Progetto Ristorazione (Ristoranti, Pizzerie, Trattorie, Osterie, Alberghi, Hotel, Summer Camp, Village, Case Vacanze, Bar/Caffetterie, Bar/Tavola Calda, Paninoteche, Pub, Creperie, Enoteche, Catering, Sale Ricevimenti), Progetto Gelaterie, Progetto Colazione, Progetto B&B,Progetto Barca a Vela,Progetti Speciali (Alimentazione in Viaggio, Crociere, Grom Gelaterie, Vending). Trasporto e montaggio Personalizzazioni Ritiro Usato Iniziative sposi Studio e progetto arredo Convenzioni con Aziende e Associazioni Mobili Pettenati il mobile in campagna APERTO LA DOMENICA POMERIGGIO CONTINUA LA VENDITA PROMOZIONALE CON SCONTI dal 30% al 70% Pagamento rateale fino a 24 mesi a interessi zero SU TUTTI GLI ARTICOLI IN SALA MOSTRA Via G. Ferraroni, 19 - P. Modolena (Re) Tel Fax mobili.pettenati@libero.it STAMPA REGGIANA > anno VII numero 3 > MARZO
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11 Sociale > ADOTTA UNA CLASSE NEL PROGETTO DI MUS-E di Valeria Braglia "Ogni essere umano ha l'eterno dovere di rispondere alla brutalità con la dolcezza, di affinare ciò che è grossolano, di abbellire ciò che è brutto, di trasformare l'ignoranza in conoscenza, il contrasto in collaborazione, riscoprendo così il sogno del bambino in una realtà creatrice, rinnovata senza posa dalla morte al servizio della vita e dalla vita al servizio dell'amore". Si apre così, con le parole di Yehudi Menuhin - il grande violinista e promotore della Fondazione Mus-E, scomparso nel il filmdocumentario dal titolo "MUS-E. L'arte per l'integrazione a scuola", realizzato dal regista Nicola Nannavecchia, che raccoglie in una sintesi di 18 minuti il lavoro svolto nelle scuole del nostro territorio dall'associazione Mus-E, e presentato nei giorni scorsi nell'aula Magna "Pietro Manodori" dell'università degli Studi di Modena e Reggio. Mus-E è sostenuta dall'unione Europea e dall'unesco e promuove nelle scuole di primo grado un progetto multiculturale europeo dedicato ai bambini, volto a superare i fenomeni di emarginazione e disagio sociale, attraverso laboratori interdisciplinari di musica, teatro, danza e arti visive. La convinzione comune è che l'educazione all'integrazione dei bambini faciliti la convivenza solidale anche degli extracomunitari adulti. L'associazione Mus-E, in venticinque anni di attività, si è consolidata in 12 paesi europei, in Israele e in Brasile, e ha accompagnato oltre bambini, seguiti da 780 artisti che lavorano a fianco degli insegnanti, alla scoperta delle proprie potenzialità artistiche, in un percorso di crescita comune, nella comprensione delle diversità altrui, vivendole come una risorsa e non come un limite. In Italia l'associazione è attiva dal 1999 e grazie all'efficacia dei suoi metodi si è rapidamente diffusa su 16 province, coinvolgendo 132 scuole elementari, per un totale di oltre bambini e 239 artisti professionisti. A Reggio Emilia vi è un'alta percentuale di bambini extracomunitari e il Progetto Mus-E, attivo dall'anno scolastico , interviene là dove le incomprensioni e differenze culturali, religiose e linguistiche rischiano di alimentare il seme del pregiudizio. Nel 2006 si è costituita ufficialmente l'associazione, presieduta dall'avv. Ferdinando del Sante e del cui consiglio fanno parte Daniele Abbado, Anna Maria Artoni, Mauro Bigonzetti, Gianni Borghi, Roberta Cardarello, Ildo Cigarini, Deanna Ferretti Veroni, Luigi Grasselli, Andrea Griminelli, Franco Mazza, Giuseppe Prezioso, Alessandro Spallanzani e Daniela Spallanzani. Il programma di Mus-E, rivolto anche ai bambini diversamente abili, si inserisce nelle scuole con un'elevata presenza di bambini di famiglie immigrate o che si trovano in situazioni di difficile background socio-culturale, ha una durata di tre anni, è completamente gratuito per le famiglie e si sviluppa in attività artistiche di laboratorio che si svolgono nei mesi che vanno da gennaio a maggio. Ad oggi il progetto è attivo con successo in 29 classi di cinque scuole elementari: Don Luigi Milani, Italo Calvino, San Giovanni Bosco, Giosuè Carducci e Giovanni Zibordi. Ad oltre 630 bambini, le insegnanti, accompagnate da 18 artisti multidisciplinari, insegnano a comunicare attraverso il linguaggio universale dell'arte, in un percorso di comprensione e rispetto di se stessi e degli altri. Mus-E ora promuove a Reggio Emilia una nuova iniziativa dal titolo "Adotta una classe". Le aziende private, gli enti, le istituzioni, i singoli cittadini con un piccolo contributo annuale possono diventare promotori e sostenitori delle attività del Progetto Mus-E nelle scuole che sempre più spesso richiedono l'intervento dell'associazione, ma che purtroppo non hanno fondi sufficienti per sostenere l'attività didattica in aula. Anche la nostra è diventata ormai una società multietnica, i nostri ragazzi sono cittadini del mondo, i confini geografici non esistono più. Aiutiamo allora i nostri bambini a crescere liberi, senza pregiudizi, in un mondo in cui ciò che conta è il valore delle persone, il rispetto e l'amore che ognuno di noi può donare agli altri. Perché, come diceva Yehudi Menuhin, "si impara da piccoli a diventare grandi". STAMPA REGGIANA > anno VII numero 3 > MARZO
12 > Documenti Riuscirà l umile Crostolo, modesta divinità fluviale, ad aver ragione del potente Nettuno, signore degli abissi? i? Non sarebbero bolognesi i natali del prodigioso i insaccato. I documenti che attestano l anno e il luogo di nascita. di Mauro Romoli Fra l Enza e la Secchia la sindrome cosiddetta del sandwich ha carattere endemico. Schiacciati dalla tracotanza dei ducati, quanti abitano le angustie del tramezzino vivono frustrazioni insopportabili. Il solo accennarne risulta stucchevole e afflittivo. Mi limito perciò a ricordare, sobriamente, che nei quaderni delle doglianze compilati dai tribuni della reggianità per invocare l iradiddio a castigo delle vessazioni patite e imputate alla rapacità delle città vicine figura una profusione di cose. Nel solo repertorio gastronomico si contano: 1) il formaggio Parmigiano-Reggiano, che nella parlata quotidiana sacrifica normalmente il secondo aggettivo (alla faccia del trattino) e perciò lo stesso viene accreditato ai bagoloni; 2) l aceto balsamico, che i modenesi insidiano con un succedaneo volgare determinando artatamente un clima di equivocità a danno del prodotto nobile, che invecchia misconosciuto sotto i nostri tetti; 3) il cotechino, che i modenesi già tenutari della paternità dello zampone hanno infilato maliziosamente nella teca delle tipicità locali, col crisma dell indicazione geografica protetta, senza incontrare resistenza alcuna perché i reggiani, satolli di gnocco fritto, non hanno accampato titoli, malgrado la chiara fama di imbudellatori provetti di triti porcini. Nessun contenzioso, invece, si registrava fra Prospero e Petronio. Questo fino all altro ieri, perché adesso c è una carta che canta. Eccome se canta! Andiamo con ordine. Tutti presumono che la mortadella (perché si chiama così? Probabilmente da mortarium, il mortaio, nel quale si pestava la carne di maiale e quant altro) venga da Bologna e con la mortadella la città ha nutrito, in qualche misura, le proprie vocazioni edonistiche. Da cosa si ricava la supposizione? I bolognesi fanno risalire al 1661 la certificazione formale dei natali della mortadella da una disposizione normativa locale. Risale appunto al 24 ottobre di quell anno la pubblicazione, da parte del cardinale Girolamo Farnese, di un bando che codificava, con una metodologia che precorre la compilazione dei moderni disciplinari, le modalità di produzione dell insaccato, che verrà poi ricalcata sostanzialmente nel trattato L economia del cittadino in villa dall agronomo bolognese Vincenzo Tanara, edito tre anni appresso. La descrizione di ingredienti e procedure ammissibili asseverata dal gaudente porporato, in verità non si discosta molto dalle 12 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 3 > MARZO 2009
13 Documenti > diciture attuali, che configurano un manufatto pseudocilindrico d impasto rosa, ricavato dalla macinatura a grana fine della muscolatura striata del suino, che in sezione mostra la fioritura candida del lardello, dovuto al grasso di gola sezionato a cubetti. E veniamo alla carta fatidica. Quella che un ricercatore ha recentemente rinvenuto nell Archivio di Stato di Reggio Emilia. Autore della scoperta è Roberto Gandini che, esaminando l inventario dei beni mobili del Reverendo don Gian Maria De Paninis (nomina sunt omina), cappellano della chiesa del San Salvatore di Salvaterra, stilato dal notaio scandianese Antonio Casali l 8 maggio dell anno 1556, si è imbattuto in mortadelle in numero 19, due gambuis, item uno mortale di marmore. L associazione col mortaio sembra avvalorare l etimologia ipotizzata, a scapito di quella stravagante che preferisce richiamarsi a murtus, vale a dire a fantomatiche bacche di mirto che sarebbero entrate nell impasto della mortadella, e che ignora quanto sia improbabile riscontrare quell arbusto in padania, essendo proprio della macchia mediterranea tipica della Sardegna. Come ha considerevolmente osservato Gandini, si tratta della prima volta che un insaccato di carne di porcho chiamato mortadella viene nominato in una fonte storica documentaria. Nello scandianese, infatti, era presente la quercia, sia nella macchia boschiva che lungo le strade, nelle varietà di cerro e rovere. Il loro frutto, la ghianda, ricco di qualità nutritive, era l alimento preferito dei maiali. E loro, i maiali, selvatici o domestici che fossero, erano al vertice delle preferenze alimentari umane, clero compreso, giacché il pio De Paninis serbava 19 mortadelle in dispensa. Sulle loro carni, sezionate, sminuzzate e accomodate dai beccai, alchemici salsamentieri, si fondavano le strategie nutrizionali della famiglia reggiana di qualsiasi ceto, quando ancora le malattie cardiovascolari non erano associate a colesterolo e trigliceridi e la pinguedine veniva equivocata per buona salute. Ma torniamo al punto. E allora, coi felsinei, come la mettiamo? Nessuno è autorizzato a dubitare della loro buona fede, ma la carta ancorché bigiunta del notaio Casali costituisce evidenza di prova. Suggeriamo loro di prenderne atto con understatement, come farebbero i sudditi di Sua Maestà Britannica, accettando la realtà per quanto crudele possa sembrare. Sia dunque dato a Scandiano ciò che è di Scandiano e, nel rendiconto, oltre alla mortadella propriamente detta, mettiamoci pure anche la sua trasfigurazione antropomorfica, vale a dire Romano Prodi, spacciato frequentemente per bolognese, ma nato sulla riva destra del Tresinaro. Il Professore, ricordiamolo, accettò l appellativo di Mortadella con un sorriso, considerando l accostamento tutt altro che irriverente, offrendo così ai detrattori una lezione di stile. Perché la mortadella scandianese, secondo lo scandianese Romano è cosa buona e giusta. E anche secondo noi. Avanti, allora, strateghi del cosiddetto marketing territoriale! Dispiegate al vento la vela rosa a pallini bianchi e prendete il largo, con 19 mortadelle nella stiva e sulla prora, come una polena, l effigie del Reverendo De Paninis col suo strepitoso repertorio vergato dal notaio Casali (e poi dicono che i notai non servono a nulla). Per portare Reggio nel mondo e il mondo a Reggio. Comunque. A prescindere. STAMPA REGGIANA > anno VII numero 3 > MARZO
14 > Eventi I NOMADI, UN MITO CH Anche all ultimo incontro di Febbraio migliaia di fans sono giunti da tutta Italia. Il leader del complesso Beppe Carletti intervistato per noi dal consigliere regionale Marco Barbieri Allora Beppe, anche quest'anno il Nomadincontro ha registrato un grande successo: il pubblico cresce ancora. Sì, davvero un grande successo. Ed ogni anno è sempre più bello ritrovarsi con i nostri fans, anzi, è ancor più bello che si ritrovino tra loro. Amici conosciuti nei tanti concerti dei Nomadi in giro per l'italia si rivedono qui, a casa nostra: c'è proprio questo piacere autentico, che si unisce ad una proposta sempre diversa. Sono due giorni di musica, sport, cultura. Novellara si presta tantissimo per questa manifestazione d'amore per i Nomadi, per Augusto. Ho scoperto che anche Yoko Ono festeggia il giorno della nascita e non della morte di Lennon [Augusto è nato il 18 Febbraio, Nomadincontro si tiene proprio in quei giorni, NdR]. Per Novellara è il più grande evento dell'anno. Un successo per tutto il paese. In quei giorni raddoppia la popolazione. Ma non è qualcosa di vistoso: i fans dei Nomadi non li riconosci per come si vestono, non esistono stereotipi. Appartengono a tutte le età a tutte le professioni e classi sociali. Bisogna davvero ringraziare tutta Novellara per quello che fa in quei giorni Quindi anche tua figlia Elena che è assessore comunale alla cultura. Beh, sì... ma io ho ringraziato tutta l'amministrazione, i volontari, i vigili del fuoco, la polizia municipale, i carabinieri tutti hanno fatto qualcosa di importante perché la festa riuscisse nel migliore dei modi. Il pubblico dei Nomadi da sempre impegnato in iniziative di solidarietà. Sì, il pubblico dei Nomadi è aperto a tutto e a tutti. Quest'anno qualche fischio, però, c'è stato: alla presenza del sindaco di Milano Moratti. Era lì non come sindaco o come personaggio politico. Abbiamo voluto riconoscerle l'impegno che ha sempre profuso personalmente verso l'africa, verso S.Patrignano. Vedi, non sono cose note a tutti, e quando si fa del bene e la gente non lo sa, è davvero bello. Noi l'abbiamo voluta a Novellara per questo motivo. C'è posto per tutti. Sul palco sono passati molti esponenti del centrosinistra come il sindaco di Riccione Daniele Imola o la Presidente della Provincia di Reggio Sonia Masini, ma anche personaggi come Don Mazzi che ha un metodo terapeutico molto diverso rispetto a quello di S.Patrignano. Guarda, io penso che l'importante sia fare, non importa come. Pensa ai nostri fans club, che non hanno rivali: 150 in tutta Italia. Nel loro statuto c'è scritto che fa parte della loro attività fare iniziative umanitarie. L'importante è fare. È in questo richiamo ideale che sta il segreto della longevità dei Nomadi? Beh, prima di tutto credo che il segreto sia naturalmente nelle canzoni. Canzoni che rappresentano un modo di vedere la vita estremamente coerente. Coerente anche con noi: le campagne che facciamo le mettiamo in atto prima di tutto noi. Se raccomandiamo di non bere prima di guidare, lo facciamo. Anche perché, con tutti i chilometri che facciamo con i nostri lunghissimi tour E poi seguiamo le iniziative umanitarie che appoggiamo passo passo: andiamo a verificare dove vanno a segue a pagina STAMPA REGGIANA > anno VII numero 3 > MARZO 2009
15 Eventi > E NON TRAMONTA MAI Nel corso del Nomadincontro, sono stati premiati alcuni ospiti d onore, tra i quali il Sindaco di Milano Letizia Moratti, Luciano Ligabue e Giusy Ferreri. STAMPA REGGIANA > anno VII numero 3 > MARZO
16 STAMPA REGGIANA > anno VII numero 3 > MARZO 2009
17 Eventi > segue da pagina 14 finire i fondi raccolti di persona. Non ci piacciono gli SMS solidali, dove dedichi un attimo di attenzione e poi ti disinteressi della cosa. Per esempio, noi lavoriamo con l'associazione Amici del Madagascar, gestita praticamente in modo famigliare, che ha solo il 6% di spese sui fondi che ricevono. Pensa che le iniziative umanitarie sono cominciate solo dopo Augusto: evidentemente c'è uno stile, un modo di essere dei Nomadi che è il vero segreto. Dalla nostra formazione sono passate 20 persone, dal '63 ad oggi. Tutti hanno arricchito i Nomadi con qualcosa, tutti sono stati egualmente indispensabili. C'è anche un legame con la vostra terra. Reggio, Novellara. Siete rimasti sempre qui. Anche chi viene da lontano è diventato di fatto reggiano. In effetti una caratteristica comune a tutti noi è di provenire sempre da paesi: nessuno "Nomade" è mai vissuto in città, nella metropoli. Forse significa qualcosa: vicinanza, autenticità di valori. Io ho sempre detto che siamo "Nomadi con le radici", persone umane, con i nostri difetti. Non ci sentiamo mai qualcosa di più di quelli che ci ascoltano sotto al palco. Anzi, a volte mi sento personalmente semplicemente più fortunato, perché la mia passione è diventata la mia professione. C'è probabilmente chi canta e suona meglio di noi, ma non ha avuto la nostra stessa fortuna. Solo fortuna? Noi abbiamo saputo crederci, ci abbiamo provato veramente. E più di una volta. Dopo Augusto è cominciato per noi il secondo tempo e non è stato certamente semplice decidere di ripartire. I Nomadi sono quello che sono da 45 anni perché sono un gruppo, non un insieme di solisti. Forse è un insegnamento che oggi è davvero importante trasmettere. Centinaia di fans hanno assistito all incontro di calcio tra le squadre Radio Bruno e Nomadi (foto in alto) e al pranzo sociale (foto in alto sx). L intero ricavato della partita è stato devoluto in beneficenza. Foto servizio di Nova Foto G. Bucaria PMI Verso l internazionalizzazione: una sfida possibile Progetto Ester nasce dalla crescente richiesta di conoscenza e di supporto operativo che oggi le aziende rivolgono a CNA Servizio Estero in materia di export e di internazionalizzazione. PMI verso l internazionalizzazione: una sfida possibile è il primo importante ciclo di seminari che partirà da fi ne ottobre 2008, pensato e organizzato per offrire alle piccole e medie imprese gli elementi formativi e gli strumenti operativi per accedere al business oltre confi ne. Calendario dei Seminari di marzo I finanziamenti internazionali ed il sostegno pubblico Docente: Dott. Andrea Tirelli Data: giovedì 12/03/2009 (dalle alle 18.00) Sede: Sala Grasselli Camera di Commercio, Piazza della Vittoria n. 3 - Reggio Emilia Stati Uniti Docente: Dott. Giovanni Toschi Data: mercoledì 18/03/2009 (dalle alle 18.00) Sede: Sala Grasselli Camera di Commercio, Piazza della Vittoria n. 3 - Reggio Emilia La contrattualistica internazionale Docente: Dott. Antonio Di Meo Data: giovedì 26/03/2009 (dalle alle 18.00) Sede: Sala Grasselli Camera di Commercio, Piazza della Vittoria n. 3 - Reggio Emilia LEGENDA: = Seminario formativo = Incontro Paese Condizioni di partecipazione Il ciclo di seminari può essere acquistato in blocco oppure per singolo incontro. Quote di partecipazione (IVA esclusa): per l intero ciclo di seminari (18 incontri): 900,00 per il 50 % degli incontri (9 seminari): 550,00 per ogni singolo incontro seminariale: 80,00 per ogni singolo incontro paese: 50,00 Se l azienda interviene con più di un partecipante, sarà effettuato uno sconto del 30% a persona. Per le aziende associate CNA e aderenti ai consorzi CNA, sarà effettuato uno sconto del 40% a persona. E necessaria la prenotazione al seminario entro la settimana antecedente la data di inizio. Per effettuare l iscrizione, utilizzare l apposito modulo allegato. NB.: La documentazione completa e dettagliata del ciclo di seminari sarà inviata tramite posta elettronica. Cna Associazione Provinciale di Reggio Emilia: Via Maiella, Reggio Emilia Tel. 0522/ Fax 0522/ info@cnare.it CNA Servizio Estero S.r.l.: Reggio Emilia - Via Kennedy, 15 tel fax estero@cnaservizioestero.it Iniziativa promossa e realizzata in collaborazione e con il cofi nanziamento del Ministero dello Sviluppo economico STAMPA REGGIANA > anno VII numero 3 > MARZO
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19 Beni Culturali > Panoramica del soffitto della IIª stanza ECCO GLI AFFRESCHI DI PALAZZO CARMI Nell ambito di una iniziativa del Ministero per i Beni e le Attività culturali, volta a incoraggiare l apertura al pubblico di siti normalmente non accessibili, l Archivio di Stato di Reggio ha promosso la manifestazione Il cielo dipinto. Gli affreschi di Palazzo Carmi. Fino al 31 marzo tutti i martedì, mercoledì e giovedì, dalle ore 10 alle ore 12,30, sarà possibile visitare le sale decorate. L Archivio di Stato si trasferì nella sua attuale sede in corso Cairoli nel Da quel momento, numerosi sono stati gli interventi effettuati sull edificio, per renderlo adatto alla nuova destinazione. Come tutti i palazzi storici ancora in uso, anch esso ha subito, nel corso del tempo, vari rimaneggiamenti, anche se, a rigor di termini, quello che è da tutti conosciuto come Palazzo Carmi non ha alle spalle una storia tanto lunga quanto quella dell area su cui si innalza. Qui sorse, nel sec. XVI, il nuovo convento dei minori osservanti francescani, rimasti senza sede a causa dell abbattimento della loro precedente casa, situata fuori Porta Castello. La denominazione del vecchio convento, Santo Spirito, passò alla nuova costruzione. È interessante notare che, dalla IIª metà del sec. XVII, essa ospitò una libreria, cioè una biblioteca, che i frati aprirono anche al pubblico. Il convento di Santo Spirito in quanto tale, chiuse la sua storia nel 1783, anno in cui i minori ne furono allontanati da un decreto di Ercole III. L area e lo stabile furono venduti, e attraverso transazioni successive, alla metà del sec. XIX giunsero nelle mani dei fratelli ebrei Giuseppe e Bonaiuto Carmi. La costruzione del loro palazzo, disegnato dall architetto Luigi Croppi, iniziò, con profusione di mezzi, nel 1849, e risale quindi agli anni successivi a tale data l esecuzione delle tempere che ornano i soffitti delle sale oggetto della manifestazione. I fratelli Carmi seguirono, evidentemente, una consuetudine invalsa presso la ricca borghesia reggiana della IIª metà dell 800: quella di far decorare con affreschi e tempere le sale di rappresentanza dei loro palazzi. Così era avvenuto per palazzo Manenti, e per le case dei Sirotti, dei Bolognini, dei Taddei. Queste pitture ornamentali non sono state finora adeguatamente e sistematicamente studiate, e sui nomi degli artisti, allo stato attuale, si avanzano solo ipotesi, basandosi sulle somiglianze stilistiche, sull eventuale ricorrere di modelli decorativi e di soggetti, e soprattutto avvalendosi dei confronti possibili con l opera dei numerosi decoratori del Teatro Municipale, di cui si conoscono generalmente anche i nomi. Anche queste circostanze aggiungono interesse alla visione degli affreschi dell Archivio di Stato: non solo, quindi, la possibilità di ammirare stanze ingentilite da ritratti, grottesche, baccanti, animali fantastici in un trionfo di fiori e frutti, ma anche un ulteriore documento utile a delineare un quadro più preciso della storia artistica e sociale della Reggio tardo-ottocentesca. Per offrire ai visitatori adeguati strumenti, che forniscano le informazioni necessarie a una fruizione consapevole dei dipinti e dell edificio sede dell Archivio di Stato, ci si è avvalsi della collaborazione di due tecnici : il sig. Massimo Pirondini per la parte storico-artistica, e il sig. Fabio Cocconcelli, per quella architettonica. Si spera, così, di aver fatto cosa grata alla cittadinanza, offrendo la possibilità di accedere a sale che, immettendo agli uffici dell Istituto, sono normalmente chiuse al pubblico. Viviana del Lago STAMPA REGGIANA > anno VII numero 3 > MARZO
20 > Beni Culturali IL CIELO DIPINTO, UN TR STAMPA REGGIANA > anno VII numero 3 > MARZO 2009
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