La nostra Marina è stata testimone

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1 avvenimenti GENOVA anniversario Unità d Italia Dalla portaeromobili Garibaldi il via alla festa dell Italia unita La nostra Marina è stata testimone e protagonista della giornata inaugurale dei festeggiamenti del 150 anniversario dell Unità d Italia. Infatti, il 5 maggio la portaeromobili Garibaldi, ormeggiata nel porto di Genova, ha ospitato il Presidente della Repubblica Giorgio Napoli- tano che ha dato inizio ai festeggiamenti del 150 anniversario dell Unità d Italia con la commemorazione della partenza dei Mille da Quarto. Per noi marinai, il nome Garibaldi non rievoca solo l eroe nazionale conosciuto in tutto il mondo e al quale associamo l unificazione della penisola italica sotto un unica bandiera tricolore. Giuseppe Garibaldi è il nome assegnato alla nostra prima portaeremobili, consegnata nel La Marina ha, nella sua storia, reso onore al nome di Garibaldi con altre navi: la prima fu una fregata lignea a vela, messa in disarmo nel La 2

2 seconda fu un incrociatore corazzato, entrato in servizio nel 1901, che prese parte alla guerra italo-turca del , partecipando al bombardamento di Tripoli e proprio su questa nave nacque la tradizione della preghiera del Marinaio. La terza nave fu un incrociatore leggero varato nel 1938 che partecipò attivamente alla Seconda Guerra Mondiale; tra il 1954 e il 1957 venne radicalmente trasformata nel primo incrociatore lanciamissili balistici tra le Marine europee. Le celebrazioni per i 150 anni dell Unità d Italia, si sono aperte con la commemorazione della partenza dei Mille da Quarto. Il Presidente Napolitano ha deposto una corona d alloro alla stele dei Mille sullo scoglio di Quarto dando il via ufficiale alle manifestazioni e dopo il saluto ai Sindaci dei comuni garibaldini, facendo suonare una campana, ha dato il segnale di partenza della traversata Genova- Marsala che ha ricordato l impresa dei Mille. Alla regata celebrativa hanno preso parte due maxi-yacht a vela, ribattezzati per l occasione Piemonte e Lombardo come le navi a vapore che salparono nel 1860, questa volta con equipaggi composti da noti velisti tra cui Mauro Pelaschier e Francesco de Angelis. Le due imbarcazioni hanno proseguito la navigazione alla volta di Talamone, Porto Santo Stefano e Marsala rispettando le date storiche di 150 anni fa. Alle il corteo presidenziale è giunto alla Stazione Marittima dove il Capo dello Stato, atteso dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Vincenzo Camporini e dal Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra Bruno Branciforte, ha ricevuto il saluto alla voce da parte dell equipaggio della nostra nave scuola Palinuro che per l occasione aveva schierato i suoi uomini sul lato sinistro, sia in coperta che sulle sartie dei suoi alberi. Alle parole pronunciate dal Comandante capitano di Fregata Andrea Bielli: per l Italia, l equipaggio all unisono ha gridato tre Nave Palinuro e nave Garibaldi ormeggiate presso la Stazione Marittima di Genova; a sinistra: le Autorità sul ponte di volo del Garibaldi; nella pagina precedente: il saluto alla voce dell equipaggio di nave Palinuro al Presidente della Repubblica. volte urrah. Subito dopo è seguito il saluto del porto di Genova con il suono di decine e decine di fischi e sirene provenienti dalle navi ormeggiate in porto e con tanto di getto d acqua tricolore proveniente dai rimorchiatori che si trovavano al largo del molo ponte dei Mille. Terminato il saluto del porto, il Presidente Napolitano, accompagnato dall Ammiraglio Branciforte, dai vertici delle Forze Armate e dalle autorità politiche è salito sul ponte di volo del Garibaldi ricevendo i tradizionali onori: otto alla banda dati dal comandante della portaereomobili, Capitano di Vascello Andrea Gueglio, alla presenza del Comandante in Capo della Squadra Navale, Ammiraglio di Squadra Luigi Binelli Mantelli. La cerimonia, a causa delle cattive condizioni meteorologiche, si è svolta in hangar anziché sul ponte di volo che per l evento ospitava due aerei Harrier AV8, gli elicotteri AB 212, 101 e il nuovissimo NH 90. Il Presidente e il suo seguito, accompagnati dal Comandante Gueglio, si sono spostati sull elevatore di poppa della nave e, con l effetto scenico degno di un film, l elevatore si è ab- 3

3 bassato sino a raggiungere il livello dell hangar. Il Presidente qui ha ricevuto gli onori del Comandante dello schieramento, il Comandante in seconda della nave, Capitano di Fregata Fabrizio Rutteri, con la marcia di rito della Banda Dipartimentale di La Spezia. L hangar ha ospitato più di quattrocentocinquanta ospiti, tra lo sventolio dei tricolori delle scolaresche della regione Liguria, tra cui i Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate e della Difesa, il Presidente della Camera Gianfranco Fini, il Presidente del Senato Renato Schifani, il Ministro della Difesa Ignazio La Russa, l onorevole Pierferdinando Casini ed il Presidente del Comitato dei Garanti facente funzione Giovanni Conso nonché i numerosi operatori dei mass media. Per l occasione è stato allestito un maxischermo per la visione di due filmati emozionali rievocativi dell impresa dei Mille. Al termine ha preso la parola il Ministro La Russa: [...] Le Forze Armate sono l espressione migliore dell unità nazionale e ci rappresentano tutti Attraverso la loro storia possiamo rivivere gli ideali Il saluto delle scolaresche della regione Liguria al Presidente della Repubblica. del nostro Risorgimento e del lungo percorso unitario che ci ha portato fino al presente, trovando conferma di quanto profonde siano le nostre radici e di quanto forte sia la nostra identità. Seguito dal Presidente Napolitano: [...] Tutte le iniziative comprese nel programma per celebrare il 150 dell Unità d Italia non sono tempo perso e denaro sprecato, ma fanno tutt uno con l impegno a lavorare per la soluzione dei problemi oggi aperti dinanzi a noi, impegno che si nutre di un più forte senso dell Italia e dell essere italiani, di un rinnovato senso della missione per il futuro della Nazione. Il Presidente ha poi lasciato il luogo della cerimonia, questa volta con l elevatore di prora tra gli applausi e lo stupore degli invitati. Successivamente ha visitato la Sala Consiglio di bordo, dove per l occasione è stata allestita una mostra di cimeli storici di Garibaldi del Museo Tecnico Navale di La Spezia e del Museo storico di bordo, commentata dal professore Marco Gemignani, docente di Storia Navale presso l Accadamia Navale. Prima di lasciar la nave, il Presidente ha posto la sua firma nell albo d onore conservato in Sala Consiglio. Si è conclusa così una giornata ricca di significato. L invito a noi tutti a riflettere, senza cadere nella retorica, su cosa è stata l Unità d Italia, sugli ideali che hanno mosso gli uomini di allora e soprattutto sui valori che oggi devono animare ogni buon cittadino: il senso dello Stato, l orgoglio dell identità nazionale e l amor di Patria. La nostra Marina Militare ha avuto sin dal 1861 un ruolo attivo nell Unità contribuendo da subito a fare gli italiani, con gli equipaggi delle sue navi e la formazione unitaria del suo personale. Il 17 marzo 1861, con la proclamazione del Regno d Italia, è nata anche la nostra Marina. Alessandro Busonero! Per saperne di più > 2011 > > 150º anniversario Unità d Italia Il 17 marzo 1861 fu proclamato il Regno d Italia e con esso la nascita della nostra Nazione che porterà all Italia a cui oggi ci riferiamo nell immaginario comune. La preparazione delle celebrazioni dei 150 anni dell Unità d Italia che avverrà nel 2011, sono state approvate nell aprile 2007 con decreto del Presidente del Consiglio, con il quale è stato istituito anche un Comitato interministeriale per le celebrazioni. Al Comitato sono assegnate le attività di pianificazione, preparazione ed organizzazione delle iniziative legate alle celebrazioni. Il Comitato dei Garanti, guidato dal Presidente Emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e sostituito nel 2010 dal Presidente Giuliano Amato, ha il compito di controllare e supervisionare il programma delle iniziative. Le celebrazioni avranno 4

4 un alto valore simbolico grazie alle quali si vuol diffondere un messaggio d identità e unità nazionale. Il programma delle celebrazioni prevede eventi di carattere culturale e scientifico, dislocate su tutto il territorio nazionale e, in particolare in quelle città che hanno avuto un ruolo significativo nel processo che ha condotto all Unità d Italia. Nel logo dell anniversario, sono stati rappresentati i tre giubilei del 1911, 1961 e 2011 con tre bandiere tricolori al vento. Il logo è stato studiato per rievocare una sola immagine: il coraggio, il sogno, la gioia profondamente umana che accompagnò i fatti che portarono all Unità d Italia: per tirarli fuori dai libri di storia e trasformarli in emozione ancora attuale. Un logo allegro, positivo, perché il 2011 è la festa degli italiani. La forma della bandiera è il risultato di uno studio che integra le suggestioni di festa, di vele gonfie e di volo d uccello. La reiterazione delle forme accentua invece la coralità. Due le commemorazioni che lo Stato italiano ha già Cimeli appartenuti a Giuseppe Garibaldi: da sinistra l orologio d oro con rubini e catena d oro, la sciabola e la roncola; in basso: francobolli commemorativi. dedicato alla sua nascita: nel 1911 e nel Nel 1911, a cinquanta anni dal raggiungimento dell Unità, l Italia volle mostrare al resto d Europa e del mondo il suo eccezionale sviluppo dal Il Paese mise in mostra l evoluzione economica e sociale, nonché i progressi nella cultura e nella ricerca scientifica. Le celebrazioni si svolsero nelle città che hanno ospitato la capitale del Regno d Italia: Torino, Firenze e Roma. Nel 1961 a cento anni dalla proclamazione d Italia, la nostra nazione era assai diversa da cinquant anni prima. Le due guerre mondiali, il fascismo, la resistenza e l approvazione della Costituzione avevano modificato in maniera sensibile la coscienza storica e le condizioni del Paese. Allo stesso tempo il miracolo economico ne stava rapidamente cambiando la geografia e le strutture sociali ed economiche. Le celebrazioni si svolsero nelle città di Firenze, Trento, Ragusa, Cagliari e Perugia, ma il fulcro delle manifestazioni fu a Torino con tre rassegne: la mostra storica dell Unità d Italia, la mostra delle regioni d Italia e la mostra internazionale del lavoro. Il tema del Risorgimento costituì il filo conduttore delle celebrazioni. La presidenza del Comitato di Italia 1961 fu assegnata al Ministro del Bilancio Giuseppe Pella di cui si riporta un passo significato del discorso d apertura dei festeggiamenti: celebriamo l Unità d Italia, e quindi il trionfo sarà non delle città ospitanti, ma di tutti gli italiani, che accorrendo alle manifestazioni dimostreranno come non solo si è fatta l Italia, ma si son fatti anche gli italiani. A.B.! 5

5 Centocinquant anni fa l impresa dei Mille Dopo aver ripercorso in breve la storia dei giubilei dedicati alle celebrazioni dell Unità d Italia, voglio fare un accenno a coloro i quali hanno dato inizio all unificazione d Italia sotto il comando dell eroe nazionale Giuseppe Garibaldi con la storica impresa dei Mille. Ma chi erano i Mille? Nella notte tra il 5 e il 6 maggio 1860 partirono da Quarto, nei pressi di Genova, al comando di Garibaldi, 1162 volontari imbarcati su due piroscafi a vapore, denominati trasporti a ruota della compagnia di navigazione Rubattino. I due piroscafi erano il Lombardo al comando di Nino Bixio, la cui capacità di trasporto era di circa 800 uomini e il Piemonte il cui pilota era il siciliano Salvatore Castiglia, dove imbarcò Garibaldi con a bordo circa 360 uomini. Dello Stato Maggiore di Garibaldi facevano parte: Bixio, Crispi, La Masa, Sirtori e il Colonnello ungherese Turr. L obiettivo dell impresa dei Mille era la conquista del Regno delle due Sicilie e la conseguente caduta dal trono dei Borboni di Napoli. Il 7 maggio 1860, Garibaldi e i Mille fecero una sosta a Talamone nella parte più a meridione del Granducato di Toscana, per rifornirsi di munizioni e polvere da sparo. Garibaldi inviò il Colonnello Turr presso una caserma dell Esercito regolare della vicina Orbetello a pochi chilometri di distanza. Turr sorprese la buona fede del Comandante, facendogli credere d essere autorizzato dal Re a prelevare una scorta di munizioni, e anche di armi da fuoco. Durante la sosta, distaccati da Garibaldi, sessantaquattro volontari al comando di Zambianchi organizzarono una missione verso gli Stati Papali con l intento di creare un diversivo che ingannasse il nemico circa i suoi reali propositi. Nove volontari fedeli a Giuseppe Mazzini abbandonarono la spedizione. Il mattino del 9 maggio il Lombardo e il Piemonte fecero sosta a Porto Santo Stefano nel promontorio dell Argentario, a poche miglia da Talamone. Remigio Legat, Battaglia di Calatafimi, 1860 olio su tela. Qui Garibaldi prese i necessari rifornimenti di acqua e soprattutto di carbone, senza il quale non avrebbe raggiunto le coste della Sicilia. Talamone e Porto Santo Stefano furono due soste di vitale importanza per la riuscita dell impresa dei Mille. I due porti, infatti erano le ultime possibilità di sosta prima di varcare i confini dello Stato Pontificio e del Regno delle Due Sicilie. La navigazione proseguì alla volta di Marsala in Sicilia, dove l 11 maggio 1860 giunsero al comando di Garibaldi 1089 uomini e una donna, Rose Montmasson, moglie di Francesco Crispi. I nomi dei 1089, i cosiddetti Mille furono forniti dal Ministero della Guerra e pubblicati, nel 1864, dal Giornale Militare come risultato di un inchiesta istituita dal Comitato di Stato. Il Comitato fu creato per determinare quanti e chi erano i reali partecipanti alla storica impresa. Per la maggior parte i volontari erano lombardi 434, veneti 194, liguri 156, toscani 78, siciliani 71, di cui 45 palermitani, 35 stranieri e solo una decina i piemontesi. La composizione sociale dei Mille era costituita da: 150 avvocati, 100 medici, 20 farmacisti, 50 ingegneri e 60 possidenti, circa 500 tra artigiani, commercianti e marittimi. Tra le curiosità che possono essere desunte dalla lista dei nomi e delle date, vi è il numero dei caduti: circa 80 di cui 34 a Calatafimi. La legge numero 2119 del 22 gennaio 1865 concesse una pensione ai reduci e confermò il rilascio delle autorizzazioni a fregiarsi della medaglia già decretata dal consiglio civico di Palermo il 21 giugno Dopo lo sbarco in Sicilia, Garibaldi autonominatosi Dittatore in nome di Vittorio Emanuele II, affrontò l esercito borbonico e lo vinse pochi giorni dopo lo sbarco, il 15 maggio a Calatafimi; proseguì poi alla volta di Palermo, dove entrò dopo tre giorni (27, 28 e 29 maggio) di aspra battaglia, grazie anche all insurrezione della città. Oltre all aggregazione di numerosi volontari locali, i garibaldini furono raggiunti nei mesi di giugno e luglio, da consistenti rinforzi giunti da Genova con due successive spedizioni al comando di G. Medici e E. Cosenz. In breve tempo fu liberata la Sicilia combattendo l ultima battaglia a Milazzo, il 20 luglio. Garibaldi, vittorioso anche nelle successive battaglie sempre più vicine al cuore del Regno dei Borboni, giunse allo storico incontro di Teano il 26 ottobre 1860, dove consegnò il Regno delle due Sicilie nelle mani di Vittorio Emanuele II, il quale divenne il primo Re d Italia. Nel 1866 fu poi annesso il Veneto e nel 1870 lo Stato Pontificio. A.B.! 6