«...ERAVAMO ANCHE CINQUE O SEI, TUTTE FIMMINE E I VE BEEN IN LONDON...» RETI SOCIALI E SCELTE LINGUISTICHE DI EMIGRATI ITALIANI LORENZO ROCCHI

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1 «...ERAVAMO ANCHE CINQUE O SEI, TUTTE FIMMINE E NDAMMO UP TO LONDON E AND THAT WAS THE FIRST TIME I VE BEEN IN LONDON...» RETI SOCIALI E SCELTE LINGUISTICHE DI EMIGRATI ITALIANI IN AMBIENTE ANGLOFONO LORENZO ROCCHI INTRODUZIONE Le differenze riscontrabili negli usi linguistici riflettono spesso le più importanti distinzioni esistenti all interno della comunità in cui una serie di enunciati è prodotta. In base a questa osservazione il genere può essere definito come uno dei fattori che condizionano le scelte linguistiche dei parlanti, e quindi come oggetto di studio dell analisi sociolinguistica. Le diverse scelte linguistiche di uomini e donne, infatti, quando non segnalano una netta divisione dei ruoli sociali, indicano almeno la presenza di differenti modalità di partecipazione alla vita della comunità, o l esistenza di particolari relazioni che s instaurano tra parlanti appartenenti a una data categoria (uomini e donne in questo caso) e il mezzo comunicativo -o meglio: i mezzi comunicativi da questi posseduti. Un interessante risultato dell analisi condotta su queste basi è costituito dalle osservazioni riassunte da Labov (1972: 303) in merito all analisi di alcune varianti fonetiche del parlato dell area urbana di New York, per le quali Studi Linguistici e Filologici Online ISSN Volume 6 (2008) pagg L. Rocchi - «...Eravamo anche cinque o sei, tutte fimmine e ndammo up to London e and that was the first time I ve been in London...» Reti sociali e scelte linguistiche di emigrati italiani in ambiente anglofono

2 «the sexual differentiation of speech often plays a major role in the mechanism of linguistic evolution». Questa riflessione è motivata col fatto che le donne sembrerebbero più ricettive rispetto agli uomini riguardo alle modalità di riconoscimento e acquisizione di varianti di prestigio, in quanto soggetti più sensibili alle evoluzioni sociali della lingua. Come conseguenza di tali riflessioni Labov (2001/II: 336) arriva ad individuare, nella sua ricerca condotta sull evoluzione dell inglese di New York, i leader del cambiamento linguistico in soggetti identificabili come: «-Women -Members of the Upper-Working Class -With a dense network of local ties and a broad range of connections outside the local neighborhood». A queste riflessioni fanno eco le considerazioni di Susan Gal (1978) nello studio di una comunità bilingue in Austria, all interno della quale le scelte linguistiche delle donne variano non solo in funzione del loro status o della rete sociale in cui sono inserite, ma anche in relazione al valore simbolico delle alternative a loro disposizione. Tali considerazioni si avvalgono anche del supporto fornito alla linguistica dalla teoria delle reti sociali (Milroy, 2004: 549), secondo la quale l analisi delle relazioni strette da un singolo individuo può spiegare il meccanismo che porta alla scelta di particolari modalità espressive nel corso di dinamiche conversazionali. «Social network is better treated as a means of capturing the dynamics underlying speakers interactional behaviors than as a fixed social category». 220

3 Prendendo in esame la questione degli usi linguistici delle comunità migratorie, esistono infatti elementi per riconoscere come le donne, in tale contesto, possano essere in grado di avvalersi di reti sociali che offrono loro la possibilità di interagire, rispetto agli uomini, in maniera più diretta con soggetti parlanti una lingua diversa dalla propria. A ciò può sommarsi, poi, una maggior consapevolezza da parte delle donne delle corrispondenze sociali degli usi linguistici, dovuta, forse, al fatto che la loro posizione (almeno al momento dell arrivo nel paese ospitante) è in qualche modo subordinata a quella degli uomini: mentre questi ultimi, infatti, sono valutati in base alla loro occupazione e alla loro capacità di guadagno, le donne rivendicano la loro rilevanza all interno della comunità attraverso altri segnali, quali, appunto, il saper parlare la nuova lingua (Turdgill, 1974). Ecco il motivo per cui, volendo porsi la questione della misura in cui le donne di una comunità bilingue possano, rispetto agli uomini, dimostrarsi maggiormente disponibili a partecipare al cambiamento sociale che le investe nella nuova realtà oltre frontiera, assume rilevanza l analisi del comportamento linguistico della parte femminile della comunità migratoria; ancor più specificatamente, si mostra necessario verificare l esistenza di eventuali relazioni tra le modalità di selezione di codice riscontrabili nelle interazioni verbali dei soggetti di sesso femminile e la rete sociale nella quale sono inseriti. 221

4 Il presente studio si propone, quindi, di analizzare nel dettaglio le produzioni orali di un gruppo di emigrati italiani raccolte negli ultimi mesi del 2005, investigando su alcuni dei tipici fenomeni di parlato legati al contatto linguistico tra italiano, inglese e dialetto siciliano; il tutto al fine di giustificare le differenze di genere riscontrate nei loro usi linguistici. In particolare, si considereranno rilevanti ai fini dell analisi i fenomeni di interferenza lessicale e transfert, quelli dei segnali discorsivi e, soprattutto, quelli di code-switching/code-mixing. Centro dell analisi è parte della comunità italiana presente nella cittadina di Walton-on-Thames: un campione misto di individui tutti provenienti da località della Sicilia centrale. Approfondendo l analisi si noterà la sensibile differenza riguardo ad alcune capacità linguistiche e metalinguistiche registrata tra uomini e donne: le quali hanno mostrato, in generale, una maggiore competenza attiva in inglese ed una maggiore capacità di distinzione negli usi dei due linguaggi a loro disposizione; abilità linguistiche che qui supponiamo siano state facilitate dal lavoro a contatto con parlanti inglesi svolto da molte di loro, ed, in parte, anche sviluppate grazie ad una maggiore volontà d integrazione nel nuovo ambiente sociale. LA LINGUA E L EMIGRAZIONE I fenomeni di contatto linguistico 1 hanno come conseguenza primaria la compresenza delle condizioni di bilinguismo e diglossia. 1 Cfr. Weinreich U., Language in contact. New York, Columbia University Press, 1953, p

5 Il significato di bilinguismo, vale a dire la facoltà di un parlante di dominare contemporaneamente due (o più) sistemi linguistici è apparentemente chiaro, ma in realtà le accezioni del termine possono essere sfumate, secondo le prospettive utilizzate per osservare il fenomeno. Partendo, infatti, dal caso una di comunità bi- o plurilingue nella quale tutte le lingue in uso hanno eguale valenza sociale, si può passare a comunità bi- o plurilingui ma regionalmente monolingui (come la Svizzera), fino ad arrivare a situazioni di bilinguismo verticale quando una sola lingua è considerata quella ufficiale. E questo il caso delle minoranze da emigrazione, entro le quali si può, con una buona dose di approssimazione, parlare anche di bilinguismo isolato, che oppone il codice della comunità a quello dell individuo (o del ristretto gruppo di individui) che per caratteristiche familiari o culturali possiede nel suo repertorio più modalità espressive. Parallelo e complementare alla nozione di bilinguismo, è il concetto di diglossia. Mentre il primo termine può essere visto sia dal punto di vista psicolinguistico (il caso di un soggetto che domina o che affronta contemporaneamente due o più codici linguistici) sia da quello sociolinguistico (il caso di più codici compresenti nel repertorio di una comunità linguistica), quello di diglossia è un concetto quasi esclusivamente sociolinguistico (per la precisione: «macro-sociolinguistico»). Nella sua accezione più diffusa, vale oggi soprattutto in riferimento all uso funzionalmente differenziato di diversi codici o di diverse varietà di un codice all interno di una stessa comunità. Una differenziazione che presenta ampi tratti di volontarietà, in particolare 223

6 se riferita alla dimensione di variazione diastratica, che distingue domini d uso di varietà «alte» e varietà «basse». Sembra opportuno dover precisare che all interno di una comunità che padroneggia più di una modalità espressiva (che può essere costituita tanto da un codice linguistico, quanto dalle diverse varietà di tale codice), è verificabile la sovrapposizione dei fenomeni di bilinguismo e di diglossia; soprattutto nel caso di bilinguismo verticale, che può relegare uno dei due codici padroneggiati dalla comunità ad ambiti via via più ristretti e differenziati formalmente secondo il grado di familiarità e formalità della situazione comunicativa. Se bilinguismo e diglossia vengono considerati due tratti nella definizione del contatto linguistico, di conseguenza, le configurazioni possibili sono (secondo Ferguson 1959) quattro, che ne prefigurano altrettante tipologie 2 : - bilinguismo -diglossia: comunità del tutto monolingui; una situazione difficilmente riscontrabile nella realtà, forse concepibile per piccole comunità isolate e caratterizzate da una forte tendenza endogamica; +bilinguismo -diglossia: comunità nelle quali le varietà linguistiche in contatto hanno medesimo gradi di prestigio e di funzionalità: è un caso ben esemplificato dalla situazione di un paese come gli Stati Uniti, dove la maggior parte della popolazione è costituita da immigrati da altri paesi, europei e sudamericani: soprattutto gli 2 Cfr. Ferguson, Diglossia, in Word XV (1959), pp ; trad. it. in P. P. GIGLIOLI, Linguaggio e societa, Bologna 1973, p

7 immigrati della prima o delle prime due generazioni sono bilingui, anche se la competenza dell inglese varia molto da caso a caso. Gli USA sono inoltre caratterizzati da una forte mobilità sociale, diffusa, peraltro, in questa tipologia, entro la quale potrebbe rientrare anche l uso della lingua inglese in molte aree geografiche europee, ad es. quella dei paesi scandinavi; - bilinguismo +diglossia: quando varietà alta e varietà bassa caratterizzano fortemente la stratificazione sociale: è il caso dei territori colonizzati, caratterizzati dalla presenza di lingua autoctona e lingua dei colonizzatori; + bilinguismo +diglossia: situazioni rappresentate, ad es., dal rapporto tra lingua standard e varietà dialettali in Italia; ma anche dal caso che più interessa il presente studio, e cioè la realtà di molte comunità migratorie dell ultimo secolo. Questo schema delle quattro teoriche combinazioni fra bilinguismo e diglossia porta in primo piano il rapporto fra lingua e struttura sociale; ed è proprio in questo rapporto che le differenze di genere risultano avere un ruolo più rilevante. Labov (1972, 1994, 2001), infatti, oltre a mettere in rilievo la funzione svolta dalla stratificazione sociale nelle scelte linguistiche operate dai parlanti, nota, nella sua formulazione del concetto di Gender Paradox, come si possa assegnare alle donne il ruolo di gruppo trainante nei fenomeni di cambiamento linguistico, riconoscendo come queste adottino con alta frequenza forme espressive che derivano da livelli di lingua diastraticamente superiori; 225

8 ma, allo stesso tempo, utilizzino forme innovative con provenienza vernacolare o sub-diastratica in misura maggiore di quanto non lo facciano gli uomini. Le donne, infatti, sono le prime a prendere coscienza e a reagire al prestigio o allo stigma di una forma linguistica; di conseguenza, quando il cambiamento è in atto, esse sono più veloci e più efficaci nell impiegare le nuove varianti ancora dense di rilevanza simbolica. Allo stesso modo, Gal (1978) affronta la questione nello studio di una comunità bilingue, ponendo come centro dell analisi la scelta tra tedesco e ungherese negli scambi comunicativi messi in atto ad Oberwart, storica località di frontiera del Burgeland austriaco, e lega la variabilità di questa scelta a fattori quali l età e la rete sociale entro la quale i parlanti si collocano, concentrando la sua attenzione sulla rappresentatività esercitata dalla scelta espressiva 3. Secondo Gal (1978: 2), infatti, alla condizione di bilinguismo corrisponde una dicotomia sociale tra due status: quello di lavoratore industriale, considerato preferibile a quello di agricoltore; l uso del tedesco da parte della maggioranza della popolazione femminile segnala così una scelta ben precisa riguardo al modo di presentarsi agli altri ed alle attitudini nelle scelte di vita: «The young women of the community are more willing to participate in social change and in the linguistic change which simbolizes it because they are less committed than 3 Questo perché ad un incremento nelle percentuali di impiego del tedesco, non corrisponde, per le donne un cambiamento sensibile nella composizione della rete sociale. 226

9 the men to the traditionally male-dominated system of subsistence agriculture and because they have more to gain than men in embracing the available statuses of worker and worker s wife». In comunità come queste, quindi, il cambiamento linguistico risulta indotto secondo due modalità: attraverso un maggior uso del tedesco nelle interazioni quotidiane, e tramite le scelte matrimoniali operate da quelle donne (la maggioranza) che desiderano elevare il proprio status sociale sposando parlanti tedeschi, incrementando così l uso della lingua di prestigio nelle nuove generazioni. LA LINGUA E LE RETI SOCIALI I lavori appena citati mostrano chiaramente come esista una forte correlazione tra produzione linguistica (performance) e ambiente sociale. Soprattutto a Labov va il merito di aver collocato al centro dell indagine i parlanti nella loro dimensione sociale e interazionale, in conseguenza dell interpretazione del linguaggio come oggetto di studio «non omogeneo», e dello sviluppo del concetto di variabile sociolinguistica come unità di analisi: un elemento che si pone in covariazione con variabili extralinguisiche, quali appunto la classe sociale, l età, il sesso etc. Il criterio adottato da un analisi che si ponga in quest ottica sarà quindi quello della quantita : la frequenza di un fenomeno o di una variante intesa come mezzo per individuare l occorrenza sistematica e categorica del processo linguistico. Una necessità del genere è soddisfatta dall introduzione del concetto di Variable Rule, proposto per la prima volta dal Labov (1969), il 227

10 quale parte dal presupposto della grammatica generativotrasformazionale 4 che esista un patrimonio di strutture profonde (sintattiche e semantiche) che rappresentano la competenza innata del parlante e che le concrete realizzazioni linguistiche (cioè la realizzazione superficiale, visibile degli enunciati) siano il risultato di regole di trasformazione, comprensive delle componenti fonologica e fonetica, delle strutture profonde di partenza. L analisi basata sul principio delle regole variabili è dunque concepita per fornire un modello quantitativo in grado di descrivere circostanze in cui i parlanti alternano forme differenti per un identico significato, in modo tale che la probabilità di scelta tra l una e l altra forma si condizionata da una varietà di fattori contestuali o, appunto, caratteristiche sociali. Una importante possibilità di completamento per questa prospettiva è fornita dall introduzione in sociolinguistica del concetto di Rete Sociale (Milroy, 1987), intesa qui come un insieme di attori sociali e di relazioni definite tra tale insieme di individui. Le reti sociali (Social Networks, SN) sono strutture relazionali, ed in quanto tali costituiscono una forma sociale rilevante che definisce il contesto in cui si muovono quegli stessi attori; le caratteristiche di una SN, allora, possono essere usate per comprendere il comportamento dei soggetti 4 Le Variable Rules nascono come estensione della nozione di Categorical Rule (Chomsky-Halle 1968). Se infatti una CR è individuata da un espressione del tipo: X Y [ AB] C «realizza X come Y nel contesto A C o B C, senza eccezioni», l introduzione del criterio quantitativo in sostituzione di quello categoriale porta a formulare una Variable Rule come: X Y αaβb C, dove si simboli α e β rappresentano il valore di frequenza con la quale la realizzazione si presenta nei vari contesti. 228

11 costituenti la rete stessa, e l applicazione di questi concetti in ambito linguistico aiuta a chiarire i meccanismi che regolano particolari modalità espressive in determinati gruppi di individui. Ogni soggetto, infatti, crea una rete di contatti personali in grado di fornire aiuto nella soluzione di problemi quotidiani; queste reti di individui sono costituite tramite legami che possono variare per tipo e intensità. Tale variabilità porta a definire alcune delle principali proprietà di una rete sociale, come la forza coesiva che può caratterizzare un certo legame. Si distinguono, in questo caso, legami forti e legami deboli (weak e strong ties): approssimativamente potremmo affermare che i legami di parentela sono da considerarsi forti rispetto a legami di semplice conoscenza ritenuti comunemente deboli. Per ciò che riguarda la struttura di una SN, è da valutare il reciproco rapporto tra legami per misurare il grado di coesione tra gli attori. Richiamandoci brevemente alla teoria dei grafi, possiamo infatti rappresentare una rete sociale come un insieme di nodi messi tra loro in relazione; più alto sarà il numero di nodi caratterizzato da legami relazionali, maggiore sarà la densità della rete 5, come esemplificato in figura1: 5 Nella teoria dei grafi la densità è calcolata tramite la formula D = L/[g(g-1)/2] = 2L/[g(g-1)] dove L= numero di linee e g= numero di nodi costituenti un grafo. 229

12 Figura 1: Densità di un grafo Densità = 0 Densità = 1 Tale proprietà si esprime infatti con un valore dato dal rapporto tra tra il numero effettivo dei legami e il numero dei legami possibili, espresso solitamente in percentuale. Una rete da alta densità sarà, quindi, alla base di una comunità altamente coesa, che tende ad esercitare un maggiore controllo normativo sul linguaggio come sugli altri comportamenti sociali; al contrario, una rete a bassa densità caratterizzerà un gruppo scarsamente compatto, anche sul piano linguistico. A supporto di questa nozione è utile distinguere tra reti di scambio (exange networks) e reti interattive (interactive networks). Una rete di scambio è costituita da individui che, oltre ad interagire regolarmente, si scambiano reciprocamente aiuto, consigli critiche e sostegno, come succede nei rapporti di parentela e di stretta amicizia; una rete interattiva comprende, invece, soggetti tra i quali, nonostante possano esserci prolungate interazioni, non esiste la possibilità di un supporto materiale o simbolico. Il legame in una rete interattiva potrebbe essere ben rappresentato dalla relazione commerciale di clientela. L analisi delle reti sociali (SNA) costituisce quindi un indirizzo di studio che, oltre ad occuparsi delle variazioni tra parlanti individuali 230

13 piuttosto che tra classi sociali, si rivela molto utile alla sociolinguistica per due fondamentali caratteristiche: - fornisce una serie di procedure per lo studio di gruppi (relativamente) ristretti di parlanti, all interno dei quali gli stessi non sono discriminabili in base ad alcun tipo di classe sociale; - è in grado di chiarire le dinamiche sociali che guidano i processi di variazione e cambiamento linguistico (poiché quello di rete sociale è un concetto partecipativo). Queste due caratteristiche fanno sì che la SNA sia molto utile nello studio delle comunità bilingui. Nell investigazione del meccanismo di shift l analisi delle reti sociali porta a stabilire che SN costituite principalmente da legami forti funzionano come meccanismo di supporto per le lingue minoritarie, poiché contribuiscono alla resistenza al cambiamento. Quando però i legami diventano deboli aumenta la possibilità che lo shift abbia luogo, come avveniva negli anni settanta all interno della comunità oggetto dell indagine di S. Gal. Oltre a delineare la traiettoria sociale del cambiamento linguistico, l analisi dei rapporti sociali all interno di una comunità bilingue può essere di grande aiuto nell indagine dei modelli di uso dei repertori a disposizione; è questo ciò che illustra il lavoro di Labrie (1988) nel suo studio sugli usi degli italiani emigrati di Montreal, nel quale si pone come ipotesi il fatto che individui bilingui formano reti sociali 231

14 all interno delle quali si possono individuare delle sotto-reti linguistiche: la composizione linguistica della rete sociale e le caratteristiche di ogni sotto-rete possono, di conseguenza, influenzare il comportamento linguistico dei singoli individui. In quest ottica, il presente lavoro si propone, analizzando alcuni aspetti del parlato di emigrati italiani in Inghilterra, di tracciare ipotesi riguardo alla correlazione tra performance e fattori sociali, con particolare riferimento alle differenze tra gli usi di parlanti di sesso diverso, per poter così individuare gli elementi che alla base della differenziazione linguistica 6. LA COMUNITÀ La scelta degli informatori è stata effettuata all interno della comunità italiana di Walton-on-Thames, cittadina del Surrey distante pochi chilometri dal complesso urbano di Londra, ed ha permesso di selezionare, tra settembre e novembre 2005 un gruppo di dodici individui (sette uomini e cinque donne) di età compresa tra i 51 e i 72 anni, provenienti dalla Sicilia ed emigrati non durante l infanzia, ma alle soglie dell età adulta. Successivamente si è proceduto a sottoporre ad ognuno dei soggetti un questionario il cui scopo era quello di fornire una sorta di presentazione (età, stato civile, anni di permanenza all estero, Comune di provenienza) unita ad un quadro di massima delle competenze linguistiche individuali relative all inglese, 6 Ed in questo si sottolineerà, implicitamente, l assunto a cui arriva anche Labov, per cui il linguaggio di uomini e donne non si differenzia in base agli aspetti biologici, ma solo in funzione di aspetti sociali. 232

15 all italiano e al dialetto siciliano 7. A questo proposito il questionario è stato preparato mediante la scelta di domande di carattere anagrafico e linguistico, unitamente all inserimento di «domande civetta», che avevano lo scopo di generalizzare quanto più possibile la situazione, per evitare di concentrare l attenzione dell intervistato sugli aspetti riguardanti la lingua, riuscendo così ad ottenere da ogni risposta il grado maggiore di spontaneità. La situazione che si è presentata in partenza indicava, quindi, che gli informatori erano emigrati in un arco di tempo compreso tra il 1959 e il 1975, dopo aver vissuto infanzia e giovinezza (con relative esperienze scolastiche e lavorative) in Sicilia. In particolare, dieci di essi sono nati in tre località della Sicilia centrale: Sutera, Mussomeli e Villalba, Comuni confinanti tra loro e appartenenti alla provincia di Caltanissetta. Solo due provenivano da altre province: rispettivamente quella di Agrigento e quella di Palermo. Prendendo in esame i luoghi di provenienza, è interessante rilevare come questi Comuni, sostenuti fino a poco meno di quindici anni fa da un economia basata quasi esclusivamente sull attività agricola, siano stati investiti, proprio a partire dalla fine degli anni cinquanta, da una decisa ondata migratoria verso l estero che, unitamente al calo delle nascite, ha contribuito a ridurre in maniera progressiva e permanente il 7 A questo proposito il questionario è stato preparato mediante la scelta di domande di carattere anagrafico e linguistico, unitamente all inserimento di domande civetta, che avevano lo scopo di generalizzare quanto più possibile la situazione, per evitare di concentrare l attenzione dell intervistato sugli aspetti riguardanti il linguaggio, riuscendo così ad ottenere da ogni risposta il grado maggiore di spontaneità. 233

16 numero dei loro abitanti. Questo dimostrano, infatti, i numeri relativi al movimento anagrafico di Sutera (comune di nascita per metà degli intervistati), elaborati dall ISTAT 8 e riportati nella tabella 1: Isc. altri Comuni Iscritti da'estero Movimento migratorio Pop. al 31/12 Totale Iscritti Emigr. altri Comuni Emig. estero Totale Emig Saldo migr. Totale M+F Comune Anno Maschi Femmine Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Sutera Tabella 1. Movimento migratorio del Comune di Sutera. N.B. I dati dell'anno 1961 sono la media aritmetica dei dati degli anni 1960 e 1962 perché mai diffusi dall'istat. 8 La tabella presenta i dati ISTAT sul movimento anagrafico forniti dalla provincia di Caltanissetta. I dati degli anni dal 1996 al 2003 sono stati qui proposti in modo da permettere un confronto delle cifre relative a periodi diversi. 234

17 Il primo dato a presentarsi distintamente è l enorme decremento della popolazione che in diciassette anni si è ridotta, anche a causa del saldo migratorio negativo registrato dal 1958 al 1975, di quasi 2500 unità: una cifra non di poco conto per un Comune che non ha mai registrato più di cinquemila abitanti. Ma soprattutto, ciò che colpisce è il fatto che il numero di espatri verificatisi in questi anni rappresenta la quasi totalità degli espatri avvenuti nella seconda metà del secolo: esattamente 1082 su 1184, una percentuale superiore al novanta per cento. Cifre analoghe sono disponibili per Villalba, Comune con meno di duemila abitanti, che tra la fine degli anni cinquanta e la metà dei settanta vede concretizzarsi ben 620 casi di emigrazione verso l estero, sugli 815 totali registrati fino all anno 2003; gli stessi dati ISTAT confermano la medesima tendenza per il Comune di Mussomeli, con 2209 espatri su 2647 e una popolazione attuale di undicimila abitanti. E parso opportuno far riferimento a questi dati per sottolineare come, nella scelta degli informatori, si siano privilegiati coloro i quali, a pieno titolo, possono essere riconosciuti come appartenenti a quella che è stata definita la terza fase storica dell emigrazione italiana. A conferma di ciò si aggiunga il verificarsi di altre caratteristiche chiare in questo senso, come ad esempio il fatto che gli uomini interpellati erano partiti per l Inghilterra con contratti di lavoro già stipulati in patria tramite gli uffici del lavoro e dell emigrazione; contratti che, almeno inizialmente, avevano una durata limitata da due a quattro anni. La causa primaria del trasferimento delle donne intervistate, poi, 235

18 è stato il ricongiungimento familiare, secondo il tipico processo di immigrazione a catena. E bene tuttavia notare che molti degli informatori maschi hanno precisato che il trasferimento è stato agevolato da amici o parenti emigrati in precedenza, che si sono preoccupati di procurare loro possibilità di impiego e di alloggio. Anche il livello generale d istruzione al momento della partenza non si discostava da quello caratteristico di chi lasciava l Italia tra i decenni 50 e 70, e variava dalla frequenza a pochi anni di scuola elementare fino al conseguimento di un diploma di scuola media. Il titolo di studio della maggior parte degli esaminati è comunque il diploma ottenuto alla fine del ciclo elementare. Walton-on-Thames, la località di insediamento, è una cittadina nella regione del Surrey, situata a circa venticinque chilometri a sud ovest di Londra. Negli ultimi venti anni la città è diventata, in pratica, parte integrante dell area metropolitana londinese (il centro della capitale è distante, in treno, poco più di trenta minuti), ospitando un numero sempre maggiore di residenze di impiegati e professionisti che si recano quotidianamente a lavoro nella metropoli inglese. Fino a qualche decennio fa, tuttavia, gli assi portanti dell economia in questa area sono stati l agricoltura e l industria leggera, due settori che, sin dal secondo dopoguerra, hanno richiesto e favorito l afflusso di una consistente percentuale di manodopera non specializzata, di origine soprattutto italiana. La popolazione di Walton-on-Thames non arriva ancora oggi a contare le trentamila unità, e questo ha permesso a chi vi si è trasferito 236

19 dall Italia di insediarsi in città secondo modelli di «vicinato», senza che ciò comportasse necessariamente la costituzione di un tipico quartiere italiano. Molte delle famiglie intervistate abitavano a poche centinaia di metri l una dall altra ed erano frequentemente in contatto tra loro, anche se la distribuzione delle abitazioni non sembrava seguire una logica «etnica». Al raggiungimento di questa situazione di equilibrio hanno contribuito alcuni fattori; innanzitutto la veloce emancipazione della comunità italiana: in pochi anni, infatti, molti emigrati hanno diversificato il loro inserimento in tutte le attività produttive della zona, riuscendo addirittura a costituire varie attività in proprio, e a disporre di una o più case di proprietà in diverse zone di Walton e delle cittadine vicine. Di non secondaria importanza il fatto che tutte le persone prese in esame compivano viaggi in Italia con una frequanza almeno annuale. Da sottolineare, infine, che nel Surrey sono presenti ancora oggi almeno due pubblicazioni periodiche in italiano dedicate a coloro che risiedono all estero: La voce degli italiani e La voce di Campofranco. Mentre la prima si rivolge con frequenza quindicinale agli italiani presenti in Gran Bretagna, occupandosi di cronaca, cultura e istituzioni, la seconda, stampata in Sicilia a cura dell associazione religiosa Don Pio Sorce di Campofranco, presenta tutte le caratteristiche di un giornale locale, interessandosi mensilmente della vita sociale e religiosa della provincia di Caltanissetta, indirizzandosi solo indirettamente alle comunità siciliane presenti all estero. 237

20 La carta stampata non rappresenta certamente l unico tra i media a disposizione di chi risiede in Inghilterra: nel corso degli anni, infatti, quasi tutte le famiglie di Walton-on-Thames si sono dotate del sistema televisivo satellitare, potendo così usufruire per diverse ore al giorno, non solo dei molti network internazionali dedicati agli emigrati, ma anche di tutti i canali televisivi italiani, così come vengono trasmessi nel nostro paese. Dopo aver tracciato questo quadro introduttivo, nel dicembre del2005, è stata effettuata la raccolta del materiale audio (circa otto ore di dialoghi, una media di poco più di un ora di durata per ogni rilevazione), anch essa eseguita alla ricerca del massimo grado di spontaneità. Si è infatti cercato di condurre le rilevazioni secondo una scaletta molto libera, che trasformasse la situazione intervistatoreintervistato in un semplice dialogo, dove chi veniva registrato non si limitasse a rispondere sinteticamente a domande, ma fosse portato ad esprimersi liberamente, senza vincoli ai quali doversi attenere. Si è cercato poi di creare particolari situazioni entro le quali far svolgere queste interviste-dialogo : in questo senso è stato di aiuto il fatto che il gruppo fosse formato da cinque coppie di coniugi, il che ha permesso lo svolgimento di cinque dialoghi in presenza di due soggetti informatori (marito e moglie, appunto), e due dialoghi in cui il soggetto interagiva esclusivamente con chi raccoglieva i dati. Nei cinque casi della contemporanea presenza dei coniugi, poi, si è cercato di differenziare ulteriormente la situazione, avvalendosi in due occasioni dell aiuto di un parlante inglese, e in un altra dell aiuto di 238

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